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Scampata a Rimborsopoli la maggioranza di Chiamparino ora trema per Firmopoli

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Sono stati i leghisti Mario Borghezio e Patrizia Borgarello a fare avviare le indagini

 

La Giunta Chiamparino aveva tirato un sospiro di sollievo con l’assoluzione dei suoi assessori e consiglieri coinvolti in Rimborsopoli. Ma ora si affaccia l’incubo di Firmopoli. Sono sette gli esponenti del centrosinistra, compresi  due consiglieri regionali in carica, Marco Grimaldi (Sel)  e Nadia Conticelli (Pd), tre ex consiglieri provinciali  e il presidente della circoscrizione V Rocco Florio,  indagati dalla procura di Torino per presunte irregolarità nella raccolta e nella presentazione delle firme per la candidatura dell’attuale presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, alle elezioni dello scorso maggio. Sono stati i leghisti Mario Borghezio e Patrizia Borgarello a fare avviare le indagini. Rispondono  penalmente gli esponenti politici che hanno autenticato le firme in qualità di pubblici ufficiali. Nell’inchiesta della procura di Torino è emerso che ci sarebbe chi ha autenticato centinaia di firme in pochissimo tempo, oppure trascrizioni sbagliate dei documenti di identità e altre possibili irregolarità.

 

 

 

Chiamparino incassa il sì dal Ministero per la riforma degli ospedali in Piemonte

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Dalla Capitale si deve sbloccare il turnover del personale. Lo chiede il presidente insieme con l’assessore alla Sanità Antonio Saitta

 

Il presidente Sergio Chiamparino dice che la Sanità piemontese è uno studente modello” e che dalla Capitale si deve sbloccare il turnover del personale. Lo chiede insieme con l’assessore alla Sanità Antonio Saitta, dopo il via libera appena giunto dal Governo sulla riforma degli ospedali. “Il passo del Piemonte – dichiara Saitta  all’Ansa- è cambiato. Grazie al riordino intrapreso sarà possibile per le figure professionali indispensabili fare nuove assunzioni e dare ossigeno agli ospedali”.

 

Sulla difficile situazione che da tempo ormai vivono molte aziende ospedaliere in crisi per la mancanza di personale  il direttore regionale della Sanità Fulvio Moirano era stato inviato a Roma nelle scorse settimane ed aveva incassato un primo sì dal Ministero sul  piano di rientro dal debito.  I conteggi provvisori della regione avevano confermato che a fine 2014 c’era stato  un contenimento delle spese. Da qui la richiesta per  ottenere la modifica del programma operativo di rientro dal debito che da ormai oltre quattro anni  impone il  blocco del turnover del personale sanitario e non, e che di fatto ha gravato in particolare su medici ed infermieri.

 

 

 

Il Salone delle meraviglie d'Italia rilancia il patrimonio culturale in chiave anticrisi

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“Sarà una importante occasione per ripercorre e ripensare il nostro rapporto con l’immenso patrimonio che abbiamo ereditato”, ha detto Picchioni

 

Tutte le”Meraviglie d’Italia”, ecco il filo conduttore dell’edizione 2015 del  Salone del Libro 2015. In conferenza stampa nel salone del Sermig, il direttore e il presidente della fiera torinese, Ernesto Ferrero e Rolando Picchioni hanno annunciato questa scelta che è legata all’ Expo di Milano. “Contro questa crisi vale la pena ripensare la nostra storia e le ragioni che l’hanno modellata. Sarà una importante occasione per ripercorre e ripensare il nostro rapporto con l’immenso patrimonio che abbiamo ereditato”, ha detto Picchioni. Presenti anche il sindaco Piero Fassino e l’assessore regionale alla cultura Antonella Parigi.

 

Paese ospite la Germania, con una delegazione guidata dal console generalea Milano Peter Dettmar e dalla direttrice della Buchmesse di Francoforte Bärbel Becker. Più di 20 gli  autori tedeschi a suggellare l’amicizia con la città della Mole, già testimoniata dagli eventi di Torino incontra Berlino. Il Lazio, rappresentata in conferenza stampa dall’ assessore alla Cultura Lidia Ravera, sarà invece la regione ospite.

 

Il 28° Salone Internazionale è in programma al Lingotto da giovedì 14 a lunedì 18 maggio.  La campagna promozionale si ispira al dipinto di Wilhelm Tischbein: il ritratto di fine Settecento che raffigura Goethe sulla via Appia circondato dalla campagna romana piena di antiche rovine, nel suo viaggio in Italia. Sempre fermo  il prezzo del biglietto della fiera: 10 euro, come avviene ormai da tre anni. Per i bambini 2 euro e mezzo.

Infermieri sul piede di guerra: "Sbloccate le assunzioni, diamo l'anima tra turni e straordinari"

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“Noi chiediamo l’immediato atto deliberativo della Regione che faccia ripartire le assunzioni che sono del tutto ferme per un blocco che ormai ci trasciniamo da ben 4 anni. Se ciò non accadrà negli ospedali sarà molto difficile, se non impossibile, continuare a garantire la qualità della prestazione offerta ai pazienti”

 

Il sindacato degli infermieri Nursing Up prosegue sul refrain delle ultime settimane e chiede compatto lo sblocco immediato delle assunzioni. Questa volta, però, non si ferma alle semplici richieste ma dichiara lo stato di mobilitazione di tutti gli infermieri piemontesi finché non si vedranno fatti concreti. Questa è anche la risposta chiara e immediata, che sgomberi il campo da ogni equivoco.

 

“L’attuale blocco delle assunzioni continua a penalizzare in modo pesantissimo noi infermieri, uomini e donne che negli ospedali danno l’anima tra turni e straordinari – ha dichiarato Claudio Delli Carri, segretario regionale del Nursing Up -. Noi chiediamo l’immediato atto deliberativo della Regione che faccia ripartire le assunzioni che sono del tutto ferme per un blocco che ormai ci trasciniamo da ben 4 anni. Se ciò non accadrà negli ospedali sarà molto difficile, se non impossibile, continuare a garantire la qualità della prestazione offerta ai pazienti”. “Dobbiamo ricordare tutti che un infermiere stanco, stressato, vittima di burn out, per le situazioni ad alto rischio che affronta, è un infermiere che più facilmente può sbagliare. Con tutte le conseguenze che ciò può comportare”. Delli Carri, poi, si rivolge direttamente all’assessore alla sanità Antonino Saitta e gli rammenta che da anni la sua organizzazione si sta battendo contro il blocco:

 

 “Abbiamo fatto già in passato mesi di mobilitazione e addirittura nel 2013 siamo arrivati a fare lo sciopero della fame per 9 giorni davanti alle Molinette come forma estrema di protesta pacifica. Il tutto per combattere una delibera sul blocco alla quale, come sappiamo, ci possono essere delle deroghe che l’assessore pare non voler utilizzare.”

Massimo Iaretti

 

 

Sanità, parte la riforma degli ospedali mentre in Piemonte si sprecano 400 milioni l'anno

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Una volta verificate tutte le modifiche apportate sul testo iniziale, dopo gli incontri con Asti, Vercelli e Ivrea la Regione è pronta a partire

 

La  riforma degli ospedali studiata dall’assessore Antonio Saitta partirà questa settimana. Lo ha comunicato lo stesso Saitta al termine della riunione di Giunta regionale. Una volta verificate tutte le modifiche apportate sul testo iniziale, dopo gli incontri con Asti, Vercelli e Ivrea la Regione è pronta a partire. L’assessore regionale ha fissato anche un incontro ad Alessandria e in  Valle di Susa, allo scopo di trovare intese con i territori, così da inserirli nella delibera definitiva.  L’assessore ha anche detto che “in Piemonte la sanità spreca 400 milioni l’anno. Vedremo cosa fare situazione per situazione: quando vedo che all’Asl Torino 2 ci sono 400 infermieri esonerati dal partecipare ai turni  è chiaro che c’è qualcosa da rivedere”.

 

Nel frattempo la Regione annuncia attraverso un comunicato che i medici di famiglia avrebbero “ammesso di non essere mai stati coinvolti in passato dalla Regione Piemonte nella reale programmazione della sanità territoriale, ma di aver solo partecipato a trattative sindacali”. Sarà la realtà oppure no, fatto sta che i rappresentanti dei medici di famiglia, circa 3.300 in Piemonte, di Smi (Barillà), Snami (Grosso Ciponte) e Fimmg (Venesia) , dicono in assessorato “hanno condiviso con l’assessore alla sanità della Regione Piemonte Antono Saitta, la necessità di costruire al più presto un’ipotesi condivisa per superare la centralità dell’ospedalizzazione da riconvertire in assistenza territoriale e continuità assistenziale per venire incontro alle esigenze di una popolazione piemontese sempre più anziana e con sempre maggiori bisogni”.

 

“Lavoriamo insieme. Basta polemiche dei medici ospedalieri contro i medici di famiglia” hanno detto le rappresentanze di categoria chiedendo che la Regione Piemonte possa governare il sistema delle aziende sanitarie “dove finora ogni distretto si è comportato in modo difforme anche a pochi km di distanza. Ci sono Asl che spingono sulla domiciliarità ed altre che rifiutano di attivare un servizio di assistenza domiciliare integrata”.L’assessore Saitta, da parte sua,  ha chiesto ai medici di famiglia di “non ridurre tutto ad un problema economico: nel tempo i nuovi strumenti per superare la centralità dell’ospedalizzazione non sono mai davvero partiti, ognuno ha avuto la sua parte di responsabilità, ora serve l’umiltà di confrontarci con chi fa meglio di noi”.

 

Per questo li ha invitati per venerdì 30 gennaio in assessorato ad un focus sull’assistenza territoriale: “ascolteremo come fanno altre Regioni italiane che sono più avanti di noi: negare che oggi in Piemonte ci sia un problema nel rapporto tra opinione pubblica e medici di famiglia sarebbe sbagliato. So che fate un grande lavoro e non voglio generalizzare o fare del qualunquismo, ma nella nostra sanità manca la percezione dell’obiettivo generale, la frammentazione è segno di difficoltà vera. Io voglio governare questo sistema, per non farlo esplodere”.

 

L’assessore allo stesso tempo attacca i sindacati che sono scesi in agitazione all’Asl To3: “Credo che il sindacato sappia – ha detto – che abbiamo un vincolo alle assunzioni e che stiamo cercando di rimuoverlo. Sarebbe stato utile che i sindacati avessero mostrato la stessa determinazione in passato, ora ci troveremmo forse in una situazione migliore”.

 

Montagna assassina, scialpinista di Ivrea muore travolto da una valanga a La Salle in Valle d'Aosta

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E’ stato trasferito in elicottero alla camera mortuaria di Courmayeur dal Soccorso alpino valdostano

 

Ancora una vittima della montagna, dopo il recente caso di Claviere e gli incidenti nel Cuneese. Franco Millo, di 53 anni, di Ivrea  è stato recuperato senza vita sotto 5 metri di neve. Lo scialpinista  è stato travolto da una valanga nell’area di Testa dei Fra, poco sopra La Salle, in Valle d’Aosta. E’ stato trasferito in elicottero alla camera mortuaria di Courmayeur dal Soccorso alpino valdostano. La guardia di finanza di Entreves si sta occupando delle indagini. Su tutto l’arco alpino era stato dato in questi giorni l’allarme a livello 3, su 5 gradi massimo nel rischio di valanghe dovuto alla neve fresca e alle temperature elevate.

Il dopo Napolitano per i nostri lettori? Vince Caselli, seconda Bonino, chiude Gianduia

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“E se il nuovo Presidente della Repubblica fosse torinese? Sono tanti i nomi eccellenti di torinesi o piemontesi nei campi più disparati: cultura, politica, sociale, imprenditoria. Se doveste pensare ad uno di loro nella veste di Presidente della Repubblica, chi proporreste? Scrivetelo qui”. E puntuali sono arrivati i commenti dei lettori

 

La politica non è certo un prodotto di tendenza, di questi tempi. E non stupisce il dover constatare che il nostro post sulla pagina Facebook del Torinese, dedicato al minisondaggio tra i lettori per indicare un potenziale successore piemontese di Napolitano abbia raggiunto “solo” 689 persone. Dato risibile se si raffronta ad uno dei più banali post sempre sulla nostra stessa pagina Fb, quello delle previsioni meteo, che ha invece raggiunto 5631 lettori. La proposta del nostro sondaggio – privo, ovviamente di ogni pretesa di valore statistico – era questa: “E se il nuovo Presidente della Repubblica fosse torinese? Sono tanti i nomi eccellenti di torinesi o piemontesi nei campi più disparati: cultura, politica, sociale, imprenditoria. Se doveste pensare ad uno di loro nella veste di Presidente della Repubblica, chi proporreste? Scrivetelo qui”. E puntuali sono arrivati i commenti dei lettori.

 

Molto colorito quello di Angela Casarella : “Per piacere fuori i comunisti quelli con il portafoglio di destra…che sono i più infami …xche’ torino è la mia città ma odio i comunisti”. Ognuno la pensa come crede, ma tempestiva le è arrivata la replica di Patrizia Benvegnu: ” Complimenti alla Signora Casarella… Che classe…degna della Lega…”. E Paolo Perino: “Complimenti alla signora Casarella che scrive un italiano da extracomunitaria e, dal cognome che riporta, non e’ nemmeno torinese!” Danilo Nonno Anselmo Chauvie, invece, non propone chi eleggere ma chi NON eleggere: “Speriamo non come Scalfaro”. Adriana Finotti: “Violante”.

 

Ancora Patrizia Benvegnu: “Caselli”. Stessa selta di Daniela Pregliasco che pure  indica il magistrato torinese. Anche Romolo Calemme: “Caselli”. Annamaria Leccacorvi:  “Emma Bonino”. Paola Ravazzi: ” Bonino o Zagrabelsky”. Tranchant Franca Spampinato: “Bello schifo! Sempre i soliti ladri”. Non pervenuti i nomi di Fassino e Chiamparino, di cui si parla come possibili papabili al Colle. Ma la proposta più torinese è quella di Mario Viky Morutto: “Gianduia!”.

Dopo Charlie Hebdo centrodestra e radicali contro il massacro di cristiani e il terrorismo

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“Per sollecitare un intervento della comunità internazionale e fermare il massacro di civili da parte di Boko Haram”

 

Doppia manifestazione sabato a Torino, per dire no al terrorismo. In piazza Carignano si è tenuto il presidio promosso dalla Lega. I manifestanti, guidati da Roberto Cota hanno protestato silenziosamente “per la difesa della nostra identità”. ” La sinistra – ha detto Cota – sta distruggendo i concetti di solidarietà ed integrazione. Si è solidali soltanto dopo aver ascoltato i bisogni dei propri concittadini. L’integrazione è tale solo nel rispetto delle regole del Paese che ospita”. Erano presenti anche il leader regionale di Forza Italia, Gilberto Pichetto, e il consigliere Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia.

 

L’associazione radicale Adelaide Aglietta, invece, è una delle poche voci che si è fatta sentire sul drammatico problema dele persecuzioni in Nigeria. Ha organizzato un Flash-mob in piazza Castello a Torino, davanti al palazzo della Regione “per sollecitare un intervento della comunità internazionale e fermare il massacro di civili da parte di Boko Haram” . Così come accaduto per la manifestazione di solidarietà a Charlie Hebdo, i  manifestanti avevano  cartelli al collo. La scritta, questa volta, era:  “Je Suis Nigerian”. Si sono sdraiati per terra a simboleggiare le migliaia di morti innocenti. “Le persecuzioni compiute dai fondamentalisti di Boko Haram sono crimini contro l’umanità”.

 

L’APPELLO: CHIEDIAMO L’INTERVENTO DELLA COMUNITA’ INTERNAZIONALE CONTRO I CRIMINI IN NIGERIA

 

Migliaia di civili trucidati. Assassini e rapimenti di studenti e studentesse.

Limitazioni dei diritti umani fondamentali.

Fino alle più recenti stragi, compiute sacrificando i corpi di bambine e bambini….

Boko Haram sta gradualmente destabilizzando uno degli Stati più popolosi e ricchi dell’Africa,

aprendo un temibile fronte di contagio fondamentalista nel cuore del Continente

e compiendo un arretramento spaventoso sul fronte dei diritti umani.

 

Il tempo è galantuomo e (dopo quasi vent'anni) la giustizia riconosce la buona fede di "Cip & Ciop"

CIP CIOP

IL GHINOTTO DELLA DOMENICA

Perché si torna a parlare di Cip e Ciop? Perché stanno diventando un caso internazionale, in quanto Unione Europea, Francia e Svizzera intimano all’Italia di fermarne la proliferazione, prima che loro facciano scomparire l’autoctono rosso. E gli esperti osservano sconsolati che la battaglia è ormai perduta… perché diciotto anni fa qualche spirito di patata non trovò di meglio che fare dell’ironia e schierarsi a difesa degli “innocenti” animaletti, pur di dare in testa ai berlusconiani

 

“Fermate lo scoiattolo grigio” è il titolo di un articolo di alcuni giorni fa su La Stampa nazionale, un titolo che ha risvegliato nella memoria di Ghinotto antichi ricordi. Correva infatti l’anno 1997, e l’allora Giunta Ghigo si districava, con non poca fatica, tra i problemi del Piemonte e i lacci e i laccioli di un’opposizione arrabbiata per la inedita vittoria dei berluscones a metà 1995. L’assessore alla Caccia, Matteo Viglietta, aderendo a un progetto presentato dall’Università di Torino e sostenuto, perfino con veemenza, dalla buonanima del prof. Currado – che aveva fatto di questa battaglia quasi una ragione di vita – decise di far acquistare delle gabbie per la cattura sperimentale degli scoiattoli americani.

 

Questi graziosi animaletti, infatti, si stavano diffondendo come la peste nel parco della Mandria e a Racconigi, essendo stati inopinatamente introdotti da qualche sconsiderato, e minacciavano l’esistenza dell’indigeno scoiattolo rosso, più piccolo e meno prolifico del grigio. Quale fu il torto di Viglietta, affermato imprenditore di ferramenta? Di essere l’unico importatore in Italia di tali gabbie, costruite in Francia, e da lui vendute sul territorio nazionale. Ci pensò il puntuto consigliere dei Verdi, Pasquale Cavaliere – anni dopo tragicamente scomparso in Argentina – a far scoppiare il caso. In realtà l’assessore aveva solamente commesso l’ingenuità di non assentarsi dalla Giunta durante la decisione, ma tanto bastò per impalcare uno “scandalo” in cui inzupparono il pane gli indignati a senso unico.

 

Specie ai redattori di quei giornali che hanno per contratto l’astio antiberlusconiamo non parve vero di cavalcare l’onda del “caso Cip e Ciop”, come fu ribattezzato con arguzia degna di miglior causa. In breve, l’assessore fu travolto e costretto a dare le dimissioni per quelli che in gergo giudiziario sono chiamati “fatti bagatellari”, ma il suo scalpo era utile alla propaganda anti Giunta Ghigo, che poi visse in effetti altri casi gonfiati ad arte e a scopo politico.

 

Ma perché ora si torna a parlare di Cip e Ciop? Perché stanno diventando un caso internazionale, in quanto Unione Europea, Francia e Svizzera intimano all’Italia di fermarne la proliferazione, insomma di sterminarli prima che loro facciano scomparire l’autoctono rosso. E gli esperti osservano sconsolati che la battaglia è ormai perduta… perché diciotto anni fa qualche spirito di patata non trovò di meglio che fare dell’ironia e schierarsi a difesa degli “innocenti” animaletti, pur di dare in testa ai berlusconiani.

 

Meno male che questo è un paese che impara le lezioni, che oggi abbiamo una magistratura e un sistema dell’informazione molto, ma molto più avanzato, che non scambia lucciole per lanterne. Avete dei dubbi? Guardate com’è finita la questione Rimborsopoli, in cui una decina di esponenti del centrosinistra (e un paio del centrodestra) sono stati prosciolti dalle accuse perché si è giustamente dimostrata la loro buona fede e non consapevolezza di commettere un reato. La stessa buona fede che non fu mai riconosciuta a Viglietta, oggi diventa una panacea per gli ingiustamente accusati, che escono dal processo pienamente riabilitati. E pazienza che solo qualche mese fa non si è visto lo stesso trattamento nei confronti di casi analoghi (prevalentemente di centrodestra). Si vede che la maturazione verso una nuova civiltà giuridica non era ancora completa, ma in pochissime settimane sono stati fatti passi avanti da gigante.

 

Ghinotto

Nasce FCA Bank SpA, Super-Marchionne a tutto campo batte la crisi e schiaccia l'occhio a Torino

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L’Acea comunica che nel 2014 le consegne nei 28 Paesi Ue più Efta sono state 13.006.451, il 5,4% in più rispetto al 2013

 

Corsi e ricorsi. Torino è orfana del Lingotto diventato internazionale ma accoglie con speranza le notizie positive che riguardano il mercato dell’ auto in Europa. Chissà che non si aprano nuove prospettive per quel che resta dell’industria automobilistica sotto la Mole.Il clima torna positivo dopo ben sei anni. L’Acea comunica che nel 2014 le consegne nei 28 Paesi Ue più Efta sono state 13.006.451, il 5,4% in più rispetto al 2013. Nel mese di dicembre (il 16esimo di crescita consecutiva) sono state vendute 997.238 automobili, il 4,9% in più rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. In gran spolvero Fca: nel 2014 è cresciuta del 3,5%, registrando un dicembre record in cui le immatricolazioni sono aumentate più del mercato (7,2%). Alla grande Jeepche nel 2014 ha segnato +70%.

 

Sergio Marchionne si manifesta a tutto campo, dopo l’annuncio accolto positivamente da tutti gli ambienti, delle prossime 1500 assunzioni a Melfi (e altre in prospettiva a Mirafiori, lascia intendere l’amministratore delegato). Il manager dichiara con sicurezza che l’unione fra Fiat e Chrysler ha fatto bene a entrambe le società. L’ad di Fca, inoltre,  ribadisce da Detroit una sua possibile uscita nel 2018, al termine del piano industriale. Sono solo una manciata i potenziali pretendenti alla sua poltrona di grande capo, fa intendere Marchionne che preannuncia anche una stagione “interessante” per la Ferrari, brand di cui decanta l’italianità: “La sua esclusività non va toccata.E deve essere fatta in Italia, altrimenti è una bestemmia”. E intanto Piazza San Carlo si prepara ad ospitare la presentazione della 500x il 24 e 25 gennaio, con una grande kermesse di spettacoli e musica.

 

Ma la notizia del giorno è la nascita di FCA Bank SpA, la nuova società di Fca Italy SpA, nella galassia del gruppo Fiat Chrysler Automobiles e Ca Consumer Finance S.A.,società del gruppo Crédit Agricole. Con la licenza bancaria in Italia, assume il ruolo di holding di un gruppo bancario  presente in 16 Paesi europei. La naturale prosecuzione di un percorso incominciato 90 anni fa, con la creazione a Torino di Sava, allo scopo di migliorare l’offerta.

 

 

(Foto: il Torinese)