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“A chi il Colle? A noi!” Piero e Sergio aspirano alla poltrona di Re Giorgio

chiampafassinoquirinaleFassino e Chiamparino, il Lungo e il Fortunato, si fanno prontamente avanti, aggiungendo i loro nomi alla lunga lista dei successori. Come diceva Bismarck degli italiani – “Non hanno denti paragonabili al loro appetito” – non c’è limite alle ambizioni

 

Si è aperta ufficiosamente la corsa al Colle più alto della politica italiana. Napolitano, unico presidente rieletto nella storia della Repubblica, il prossimo giugno compirà 90 anni e secondo le voci fatte trapelare “da ambienti del Quirinale” intenderebbe concedersi il meritato riposto. Oltre tutto, il premier Renzi pare stia accelerando sulle elezioni anticipate, visto che non gli riesce di imporre un po’ di disciplina all’ala bersanian-d’alemiana-cuperliana-civatiana del Pd, e considerato che l’economia italiana, nonostante le sue magie da illusionista, si ostina a non risollevarsi dal torpore in cui è caduta da troppo tempo.

 

Re Giorgio ha comunque ribadito che non sarà lui a sciogliere le Camere e aprire anticipatamente le urne, per cui la questione della sua successione ricadrà ancora su questo Parlamento. Ed ecco che i due dioscuri della politica piemontese, Fassino e Chiamparino, il Lungo e il Fortunato, si fanno prontamente avanti, aggiungendo i loro nomi alla lunga lista dei successori. Il primo sta cercando disperatamente una exit-strategy per sfuggire alla “minaccia” di una rielezione a sindaco (scade nel 2016) che vede peggio di una condanna all’ergastolo.

 

Il secondo, sceso dai vertici della cassaforte più ricca del Piemonte (la Compagnia San Paolo) per sedersi sulle casse desolatamente vuote della Regione, insidiato da molteplici e fastidiosi altri problemi (rimborsopoli che rischia di azzoppare mezza Giunta e il vertice Pd, l’inchiesta sulle firme false ogni giorno più minacciosa, i tagli e gli aumenti di tasse ai quali sarà costretto, anche per effetto delle decisioni del governo) non vedrebbe l’ora di afferrare al volo – come novello Tarzan – l’ennesima liana di salvataggio. Visto il credito di cui gode a Roma il Pd piemontese, che neppure nel recente rimpastino è riuscito ad acciuffare una poltrona da ministro, temiamo che i due resteranno a bocca asciutta anche nella gara quirinalizia.

 

Però, come diceva Bismarck degli italiani – “Non hanno denti paragonabili al loro appetito” – non c’è limite alle ambizioni. Nel 2016 scade il mandato del segretario generale dell’Onu, il sudcoreano Ban Ki-moon, e Fassino che delle Nazioni Unite è stato inviato speciale in Birmania potrebbe farci un pensierino. E Chiampa? Beh, per lui ci sarebbe in caldo il posto ricoperto da un altro Piemontese (con la P maiuscola, seppure oriundo argentino) ma, purtroppo per lui, in questo caso la scadenza non è determinata.

 

Ghinotto

Dopo l’arte Torino si prepara alla Sindone e al 2015 dello Sport

artissima fierapiazza castellomuseiIl percorso di trasformazione sociale e produttiva della città della Fiat, intrapreso negli ultimi 20 anni (che vede nel recupero della Venaria Reale il suo simbolo più evidente) sta continuando passo dopo passo, tra luci e ombre

 

Il lungo weekend dell’arte a Torino ha dato i suoi frutti. Sono stati quasi 200mila i ivistatori delle molteplici iniziative culturali organizzate in città. Il top  si è avuto al Lingotto per  Artissima (dove è aumentato il pubblico pagante, con 194 gallerie partecipanti e i lavori di circa 900 artisti), ma anche a Torino Esposizioni per l'”arte giovane” di Paratissima,  e  per The Others, nelle ex carceri Le Nuove il successo è stato notevole. Eccellente poi il riscontro  della Notte delle Arti contemporanee, di sabato scorso, con tutti i musei e gallerie cittadine aperti. la notte, illuminata dalle 19 installazioni di Luci d’artista è stata una vera e propria festa della cultura: gallerie d’arte e musei aperti, negozi, bar e ristoranti idem. E ieri al Teatro Regio la serata musicale “Nove novembre -1989 Berlino: il suono dei muri che cadono”, il concerto in occasione del 25° anniversario del crollo della Cortina di ferro. Il bilancio positivo delle iniziative culturali fa ben sperare per i prossimi eventi “di massa” che coinvolgeranno la città: la visita di Papa Francesco, l’Ostensione della Sindone e Torino Capitale dello Sport 2015.

 

Il percorso di trasformazione sociale e produttiva della città della Fiat, intrapreso negli ultimi 20 anni (che vede nel recupero della Venaria Reale il suo simbolo più evidente) sta continuando passo dopo passo. E’ ormai un dato di fatto che – seppur tra luci ed ombre legate al fatto che la cultura e il turismo non sono (ancora) sufficienti ad essere fonte bastevole di sostentamento – il volto della città sta cambiando. Le amministrazioni pubbliche dovrebbero prenderne atto investendo di più in questo ambito, per migliorare servizi, accoglienza turistica, fruibilità dei musei e immagine di Torino.

 

Proseguono intanto innumerevoli le mostre nei tanti musei di Torino e cintura. Oltre a quella pensata da Maurizio Cattelan per Artissima, “One Torino” a Palazzo Cavour, “Shite and Die”, una riflessione su arte, vita e senso della morte, si continua alla Gam con  le esposizioni di Roy Lichtenstein e Cecily Brown. Al  Castello di Rivoli fino al 15 febbraio  “2015 Sophie Calle.MadRe” e “Intenzione Manifesta. Il Disegno in tutte le sue forme”. E ancora: la Pinacoteca Agnelli fino al 22 febbraio presenta “Martino Gamper. design is a state of mind”, Palazzo Madama la mostra fotografica di National Geographic “Women of Vision”, Palazzo Chiablese la mostra sull’Avanguardia russa. E alla Biblioteca Reale i Tesori del Re dove è possibile ammirare la Sanguigna, il celebre autoritratto di Leonardo.

Fa saltare la casa con i figli dentro: lui muore, due bimbi feriti

soccorsi 118Alle origini dello scoppio l’incendio causato dalla benzina che l’uomo aveva versato

 

Nel pomeriggio una persona è morta e altre quattro, tra cui due bambini, sono rimaste ferite a causa di un’esplosione  in una palazzina a Moncalieri. E’ quanto si apprende dai vigili del fuoco,  che sono accorsi sul posto insieme a mezzi e personale del 118 e dei carabinieri. Alle origini dello scoppio (si pensava a una fuga di gas, oppure anche all’esplosione di una bombola) la benzina con cui un 53enne romeno Mica Muntean aveva cosparso l’alloggio. L’uomo, che è morto nell’incendio,  pare avesse litigato con i familiari. Il tragico episodio è avvenuto in una palazzina a due piani.

 

(Foto: archivio)

 

Il Gianduiotto è griffato Nespolo

CAFFAREL NESPOLOPer i 150 anni del famoso cioccolatino

 

L’artista torinese Ugo Nespolo ha firmato un “vestito” nuovo per il gianduiotto, uno dei simboli di Torino,  che si prepara a celebrare il suo 150° compleanno nel febbraio  2015. Così l’incarto Limited Edition del gianduiotto Caffarel e una linea di confezioni di vari formati saranno colorati e vivaci, nello stile di Nespolo, rispetto alla versione dorata tradizionale. L’azienda auspica successo per il nuovo prodotto soprattutto nei mercati esteri.

Parola di ministro: “La Tav si farà e non costerà un euro in più”

TUNNEL2Secondo il “Sole 24ore” il costo complessivo dell’opera, tunnel di base e stazioni internazionali, previsto sugli 8,5 miliardi, salirebbe a causa delle regole contabili diverse tra Italia e Francia a circa  12 miliardi, a cui si aggiungono 1,6 miliardi per studi e progettazione già finanziati

 

Parola di ministro: ” martedì lo confermerò nell’audizione al Senato: il costo della Torino-Lione per la quota italiana sarà quello preventivato e cioè 2,9 miliardi aggiornato al costo dell’inflazione”. Così il titolare delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, nell’intervista che appare oggi sulla Stampa. E tutta la querelle sui costi scatenatasi nei giorni socrsi? Solo confusione, sostiene il ministro: «Purtroppo c’è stata troppa confusione su questa vicenda. Da una parte c’è chi ha espresso con troppa forza la sua preoccupazione e dall’altra c’è chi ha strumentalizzato”. Sarà, ma in questa vicenda è diventato davvero difficile capirci qualcosa.

 

Erano state le indiscrezioni dei giornali su un possibile aumento dei costi per la Tav da 2,9 a 7 miliardi, a fare andare su tutte le furie il senatore Stefano Esposito, da sempre a favore della Torino-Lione. L’esponente Pd aveva così chiesto una audizione urgente in Commissione Trasporti dei vertici di Rfi e del ministro Maurizio Lupi. “Se la cifra fosse confermata – ha dichiarato – non indugerò un solo minuto a presentare una mozione parlamentare per chiedere l’interruzione dei lavori e di rinunciare all’opera”.

 

Rfi, la società controllata dalle  Ferrovie che gestisce la rete ferroviaria e le nuove linee nel Contratto di programma 2012-2016 firmato con il ministro delle Infrastrutture Lupi ha dovuto fare i conti con la lunga durata del cantiere e con  i probabili incrementi dei costi (per esempio legati all’inflazione) . Ma il commissario  straordinario per la Torino-Lione Mario Virano afferma: “non ci saranno altri costi. Si tratta soltanto di criteri di calcolo differenti.”

 

Secondo il “Sole 24ore” il costo complessivo dell’opera, tunnel di base e stazioni internazionali, previsto sugli 8,5 miliardi, salirebbe a causa delle regole contabili diverse tra Italia e Francia a circa  12 miliardi, a cui si aggiungono 1,6 miliardi per studi e progettazione già finanziati. Insomma, a conti fatti, il finanziamento italiano dell’opera dovrebbe salire  a 6,9 miliardi, e se verrà confermato il finanziamento Ue del 40%, la quota italiana dovrebbe risultare di 4,1 miliardi, contro i 2,9 contabilizzati fino ad oggi. Forse si capirà qualcosa con l’audizione di martedì a Palazzo Madama.

 

 

Castagnata nel cuore di Rivoli

castagnaCaldarroste, cioccolata calda, mele, vin brulè e zucche sono i protagonisti dell’evento enogastronomico

 

Domenica 9 Novembre alle 15 in Piazza San Rocco a Rivoli, si terrà la nona edizione della “Castagnata”: caldarroste, cioccolata calda, mele, vin brulè e zucche sono i protagonisti dell’evento enogastronomico organizzato dall’Associazione Commercianti e Artigiani “San Rocco”. Per chi volesse giocare, ecco i numeri del lotto associati all’evento proposti dalla tabaccheria della piazza: 9-11-14. Buona fortuna e buon divertimento!

 

Angela Barresi

Il bimbo venerabile di papa Francesco: morì a soli 12 anni

papa francisMorto nel ’79  a Moncalieri. Si chiamava Silvio Dissegna

 

Una storia commovente. Papa Francesco ha indicato tra i nuovi “venerabili” un bimbo di Moncalieri morto nel ’79 quando aveva solo 12 anni. Si chiamava Silvio Dissegna e morì per un tumore alle ossa. Mantenne una grande fede pregando fino alla fine. Lasciò un messaggio alla mamma scritto con una macchina per scrivere: “Ti ringrazio mamma, perché mi hai messo al mondo, perché mi hai dato la vita che è tanto bella! Ho tanta voglia di vivere”. Morì due anni dopo.

 

Torino rimarrà a piedi? Le “buone intenzioni” del Comune

turistipiazapiazza castelloIl vecchio detto popolare “di buone intenzioni è lastricata la via per l’inferno” sembra cadere a fagiolo: chi si opporrebbe mai alla riqualificazione di una via o di una piazza, con un nuovo plateatico (magari in prestigiosi cubetti di porfido) e all’idea di poter scendere di casa e non trovare auto parcheggiate ovunque, code, smog e – nelle ore peggiori – concerti di clacson?

 

Un tema di forte attualità, nell’economia della povera Torino, è quello delle pedonalizzazioni. Era un punto forte della campagna elettorale dell’attuale sindaco Fassino e, a poco più di un anno dalla fine del suo mandato, si possono tirare alcune somme e fare alcune riflessioni.

 

Le buone intenzioni.

Il vecchio detto popolare “di buone intenzioni è lastricata la via per l’inferno” sembra cadere a fagiolo: chi si opporrebbe mai alla riqualificazione di una via o di una piazza, con un nuovo plateatico (magari in prestigiosi cubetti di porfido) e all’idea di poter scendere di casa e non trovare auto parcheggiate ovunque, code, smog e – nelle ore peggiori – concerti di clacson? Il problema è che da un lato, l’impatto sulla viabilità spesso è deleterio per chi sta tutt’attorno, dall’altro il commercio viene fortemente danneggiato. Per non parlare dei costi che, per quanto ormai Torino si definisca una città “turistica”, verrebbero probabilmente ammortizzati in troppi anni.

 

L’importante è far parlare di sé.

Sono già comparsi e scomparsi decine di progetti relativi a pedonalizzazioni importanti: a volte pensati in qualche ufficio comunale, a volte proposti da qualche consigliere comunale o circoscrizionale, sempre più spesso promossi da comitati spontanei di cittadini (a cui regolarmente si oppongono “altri” comitati di cittadini, contrari). Ma per avere una visione complessiva del tema, e non per approfondirne le singole applicazioni, le tre polemiche in analisi riguardano la pedonalizzazione di Via Roma, di Via Santa Giulia e di Corso De Gasperi. Tre casi che non hanno nulla a che fare l’uno con l’altro, ma per i quali sarebbe bello che, al posto di “fare il tifo” come per una partita di calcio, tutti valutassero sia i pro che i contro di un cambiamento così radicale.

 

Come fare centro?

Su via Roma, la via commerciale centrale di Torino che unisce Piazza Castello (ormai quasi tutta pedonalizzata) a Piazza Carlo Felice, attraverso Piazza San Carlo (interamente pedonalizzata) la bagarre continua da ormai un paio d’anni. Se si pensa a grandi e belle città europee, spesso ci si ricorda di aver passeggiato per un centro con ampie zone pedonali. Spesso gli “altri” non hanno i portici che abbiamo noi, ma è comunque un esempio da imitare. Se poi si pensa, però, al risultato della pedonalizzazione di Via Amendola e Via Buozzi, risulta chiara la prima conseguenza di un territorio che diventa impercorribile per i cittadini automobilizzati (che tendenzialmente sono abitudinari e hanno altro a cui pensare): i commercianti chiudono bottega. A poco vale, per dissipare dubbi e paure, il riferimento che la maggioranza in Comune fa sempre di Via Garibaldi, difendendone il miglioramento assoluto rispetto a quando lo storico sindaco Novelli la chiuse: anche lì moltissimi negozi storici hanno chiuso e la gran parte dei punti vendita sono low-cost e “da passeggio”. Più indicati, per fare paralleli, i casi di Via Lagrange e Via Carlo Alberto: bellissime vie in cui però, effettivamente, sembrano essere veramente avvantaggiati solo gli operatori del settore food e le grandi griff o catene di negozi.

 

Movida e natura dei luoghi

La concezione ecologica e turistica di un centro pedonale, in realtà, la possiamo già intravedere da una serie di difficoltà e disagi per chi deve attraversarlo: tra ZTL e strade chiuse al traffico, chi da corso San Maurizio deve raggiungere Corso Vittorio sa già che giri assurdi deve fare, rischiando sempre di essere fotografato da qualche telecamera perché non ha visto un cartello, ed elargendo lasciti molto poco volontari al Comune. Sarebbe bello se la Città offrisse un sistema di trasporto pubblico impeccabile: ma per quello non ci sono abbastanza soldi, ci sono troppi portoghesi e la non-puntualità di cui l’Italia è paladina non lo rende possibile.
Poi ci sono le biciclette: il nuovo trend per giovani e non più giovani, una moda che però in un impianto urbanistico nato sui viali napoleonici e sulle richieste della FIAT rischia di essere pericolosa. Quando le bici stanno nei corsi, i ciclisti rischiano spesso di finire incastrati tra un pullman e una macchina; quando percorrono zone senza auto, rischiano sempre di piombare su qualche passante ignaro. Insomma, non siamo Amsterdam.

 

In Via Santa Giulia, poi, c’è un ulteriore problema: la Movida. Da quando alla produzione di bulloni, l’economia torinese ha con lungimiranza e decadenza sostituito la produzione di cocktail ed intrattenimento serale, alcune aree altamente abitate della Città si sono trasformate in zone ricreative a forte impatto sonoro notturno. Santa Giulia è di moda e si sta “incamminando” in quella direzione. Una pedonalizzazione potrebbe velocemente accelerare il processo.

 

In Corso De Gasperi servirebbe un intervento, sì, ma di riqualificazione del parcheggio a lisca di pesce e di marciapiede. Non certo una chiusura pedonale che renderebbe caotico il dedalo di piccole vie della Crocetta, prevalentemente residenziali, che da Corso Peschiera a Largo Orbassano renderebbero la navigazione degna di una prova di intelligenza continua. I commercianti si oppongono con fermezza all’idea (che pare essere accantonata dall’amministrazione comunale), promossa da un comitato locale.

 

Insomma, ogni caso è a se stante, ma ci sono alcuni fattori in comuni.  E c’è da riflettere sul tempo che stiamo vivendo, sulla pressione fiscale nazionale e locale incontrollata e sulla crisi generale, che rende molto meno sopportabili ulteriori sacrifici da parte di chiunque. Forse sarebbe meglio lasciar stare per un po’, senza ogni giorno riaccendere qualche focolaio di polemica, se non per promuovere progetti semplici, definiti e realizzabili. Progetti da valutare con i pro e i contro del caso, senza generalizzazioni o prese di posizione ideologiche.

 

Giovanni Vagnone

 

(Foto: il Torinese)

La lunga notte dell’arte risveglia Torino

artissima 2artista luci1donne mostraProseguono  Paratissima,  a Torino Esposizioni, incentrata sulla creatività giovanile e The Others, nelle ex carceri Le Nuove e ovviamente Artissima – con decine di appuntamenti/eventi – all’Oval del Lingotto

 

E’ in arrivo la lunga  Notte dell’Arte Contemporanea. A partire da questa sera tutti i musei e  le gallerie d’arte torinesi restaranno aperti fino a domani. Ad incominciare dalla Gam con le mostre di  Lichtenstein e Cecily Brown, fino al Museo nazionale del Cinema e alla Fondazione Sandretto. E’ previsto acnhe un viaggio tra luci d’artista a bordo del  tram speciale del 1959. La notte dell’Arte è il momento clou di questo inizio novembre in cui Torino diventa capitale di Contemporary art.

 

Resterà aperta anche la contestatissima mostra  «Shit & Die» curata da Maurizio Cattelan a Palazzo Cavour, così come la suggestiva  mostra  sull’Avanguardia russa a Palazzo Chiablese. I più curiosi potranno recarsi a conoscere il nuovo museo Ettore Fico all’ex Incet di via Cigna, che ospita pure le mostre di Alis/Filliol Zogo e di Alessandro Bulgini. Aperte anche tutte le gallerie d’arte dalla elegante via della Rocca fino a Barriera di Milano.

 

Proseguono  Paratissima,  a Torino Esposizioni, incentrata sulla creatività giovanile e The Others, nelle ex carceri Le Nuove e ovviamente Artissima – con decine di appuntamenti/eventi – all’Oval. Questa sera, alle ex manifatture tabacchi apre anche Photissima Art Fair. Tra i progetti di Contemporary, da sottolineare anche gli appuntamenti legati al gemellaggio “Torino incontra Berlino tra cui, il 9 novembre al Teatro Regio la serata musicale “Nove novembre -1989 Berlino: il suono dei muri che cadono”.  Il  Castello di Rivoli fino al 15 febbraio ppropone 2015 Sophie Calle.MadRe e “Intenzione Manifesta. Il Disegno in tutte le sue forme”. E ancora: la Pinacoteca Agnelli fino al 22 febbraio presenta Martino Gamper. design is a state of mind”, Palazzo Madama la mostra fotografica di National Geographic “Women of Vision”.

 

C’è da augurasri il tutto esaurito anche per ristoranti, bar e hotel.

 

 

 

 

Fassino fa pace con Renzi ma Torino contesta il governo

I giovani: “Il Jobs Act è una farsa, ci renderà ancora più precari”

 

chiampa_orealSegnali contrastanti,  in questi tempi di crisi. Da un lato i giovani che cercano occupazione  contestano il governo nella persona del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, a margine di un  incontro nell’ambito della manifestazione IoLavoro al Pala Alpitour.  Dall’altro le istituzioni si coalizzano, attraverso le parole del sindaco Piero Fassino che spalleggia Matteo Renzi (a dire il vero dopo averlo criticato il giorno prima per i tagli ai Comuni).  Il ministro – democraticamente – ha invitato una ragazza a intervenire. “Il Jobs Act è una farsa, ci renderà ancora più precari” – ha detto, riporta l’Ansa, Maria Edgarda, studentessa di Filosofia. La risposta di Poletti:  “Col Jobs Act vogliamo invertire la situazione attuale che vede l’85% dei contratti precari”. Gli studenti  contestatori hanno distribuito un volantino dal titolo “Non siamo loro schiavi”.

 

E veniamo a Fassino, appena riconfermato al vertice dell’Anci, alle prese con un problema quasi grave quanto quello della disoccupazione: il profondo rosso delle casse pubbliche, a causa del quale non solo sono a rischio i servizi ma ogni progetto di rilancio del lavoro e delle attività produttive è impensabile. “Il premier si è messo in sintonia con la mia relazione e con lo spirito del congresso”, dice il primo cittadino a proposito del discorso tenuto dal presidente del Consiglio durante l’assemblea annuale Anci.

 

“Noi abbiamo ribadito – dice  Fassino – che i comuni sono pronti a continuare a fare la loro parte, a partecipare allo sforzo per portare l’Italia fuori dalla crisi ma chiediamo di essere messi nelle condizioni di poter fare questo sforzo, continuando a garantire ai cittadini i servizi”. “La reazione di Renzi  – conclude -mi è sembrata importante perché ha interloquito con le nostre richieste, ha confermato le aperture e le disponibilità a emendamenti e correzioni della legge di stabilità che avevamo concordato con il governo. Anche gli interventi dei ministri credo vadano nella stessa direzione e tutto questo lo valuto positivamente”. A quanto pare la pensano diversamente i giovani torinesi.