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Scatta l'allerta terrorismo: dopo la strage di Parigi crescono le misure di sicurezza

alpini sicurezza

ELICOTTERO CARABINIERISINDONE SICUREZZAGià in passato, precedenti allarmi – terrorismo avevano fatto innalzare il livello di guardia presso gli stadi, l’aeroporto di Caselle, i consolati stranieri, la sinagoga e i luoghi pubblici in genere

 

Misure di sicurezza rafforzate anche a Torino dopo la strage di Parigi.  Il presidente del Consiglio Matteo Renzi presiede oggi a Roma un vertice con il ministro dell’Interno Angelino Alfano , le forze di sicurezza e dell’intelligence “L’Italia – ha detto il premier – piange le vittime di Parigi e si unisce al dolore dei fratelli francesi. L’Europa colpita al cuore saprà reagire alla barbarie”. Dalla riunione nella Capitale emergeranno provvedimenti che coinvolgeranno anche gli obiettivi sensibili sotto la Mole. Già in passato, precedenti allarmi -terrorismo avevano fatto innalzare il livello di guardia presso gli stadi, l’aeroporto di Caselle, i consolati stranieri, la sinagoga e i luoghi pubblici in genere.

 

Il Capo della Polizia, Alessandro Pansa, ieri ha ordinato un immediato innalzamento dei livelli di sicurezza in tutto il Paese, con particolare attenzione ai potenziali obiettivi francesi. A Torino saranno “attenzionati” il consolato e il centro culturale francese. L’antiterrorismo italiano resta costantemente in  contatto con i francesi per seguire l’evoluzione degli eventi e per disporre  interventi preventivi. In Francia già da ieri è sospesa la libera circolazione del trattato di Schengen  in previsione del prossimo vertice sul clima previsto a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre. Il provvedimento era stato assunto dalle autorità francesi proprio per prevenire il rischio-terrorismo a causa di possibili infiltrazioni di soggetti legati  all’estremismo islamico. Dopo gli attentati di ieri potrebbero  verificarsi disagi ai valichi di frontiera piemontesi nel Torinese e nel Cuneese.

 

(Foto: il Torinese)

Migranti, inizia a Palazzo Lascaris la sfida tra Pd e grillini per la conquista della Sala Rossa

consiglio lascaris

marroneGRIMALDI“Noi Fratelli d’Italia – dice Marrone – siamo riusciti oggi a unire tutte le opposizioni, dal centrodestra ai 5 Stelle, nel condannare il completo fallimento del Piano di accoglienza 2014-2020 deliberato dalla Giunta Chiamparino”

 

In Consiglio regionale dibattito infuocato  sui migranti, richiesto da Fratelli d’Italia.  “Abbiamo imposto al centrosinistra la discussione sui flussi straordinari di immigrazione imposti al Piemonte dalla Giunta Chiamparino, migliaia di stranieri che in stragrande maggioranza non otterranno lo status di rifugiato, parcheggiati intanto a carico del welfare dei nostri Comuni”, ha dichiarato il capogruppo in Regione, Maurizio Marrone, che ha proposto un odg approvato anche dal M5S, poi bocciato a maggioranza. L’Assessore Monica Cerutti invece ha comunicato in aula che i dati sull’arrivo di migranti nel territorio regionale sono in calo.

 

“Il Consiglio Regionale ha respinto l’ordine del giorno – commenta il capogruppo di Sel Marco Grimaldi–  e noi abbiamo condiviso sin da subito il lavoro della Giunta e della nostra Assessora Monica Cerutti, a partire dal difficile impegno per rendere strutturale la rete dell’accoglienza, superando un’impostazione emergenziale. I dati sul Piemonte, aggiornati al 9 novembre, indicano la presenza di 6.177 persone in 332 strutture di accoglienza, più altre 958 nell’ambito dello Sprar, il Sistema di protezione per i richiedenti asilo gestito direttamente dai Comuni. Uno dei perni del Piano per l’accoglienza messo a punto dalla Regione è proprio quello di incentivare un maggiore coinvolgimento dei Comuni”

 

“Certo, i tempi di attesa per l’audizione dei richiedenti asilo sono ancora molto lunghi, e molti territori devono ancora attivarsi” ha aggiunto Grimaldi “ma la direzione non può che essere quella di un’accoglienza diffusa, che consenta l’integrazione di chi arriva all’interno delle comunità. Il fatto che il Piemonte si sia distinto in tal senso rispetto ad altre Regioni è solo motivo di orgoglio. I tentativi di riaffermare la logica dei respingimenti e della chiusura delle frontiere, addirittura regionali, sono fortunatamente tornati al mittente.  Purtroppo, nel tranello di Marrone quest’oggi sono caduti i 5 Stelle, che votando quel testo hanno mostrato di non avere ancora sciolto le ambiguità su un tema cruciale come questo”. 

 

Critico nei confronti dei grillini anche il Pd che, nel timore di perdere le elezioni comunali a Torino a favore del populismo pentastellato, sta iniziando la campagna elettorale .“La politica dei grillini è a dir poco confusa: sposano la linea dura della destra in regione sui profughi e fanno accordi sottobanco con la sinistra per le prossime amministrative di Torino”. Lo dichiara Davide Gariglio, segretario regionale e capogruppo in Consiglio regionale per il PD. “Le richieste  di Marrone erano assurde e di pura propaganda – prosegue Gariglio – e nonostante questo i grillini hanno dato il loro voto favorevole. Siamo in preda a un delirio politico che vede come unico nemico il Pd – rimarca – obiettivo da perseguire a qualsiasi costo, ricorrendo ad accordi e intese con qualsiasi parte politica. Sul tema dei profughi la Giunta – conclude – è stata esemplare sia in buon senso che in efficienza, a volte bisognerebbe essere meno accecati dalla ideologica del nemico e valutare le questioni con maggiore lucidità”.

 

Critici con la Giunta regionale anche i forzisti Pichetto e Ruffino e la leghista Gianna Gancia.

 

“Noi Fratelli d’Italia – ha concluso Marrone – siamo riusciti oggi a unire tutte le opposizioni, dal centrodestra ai 5 Stelle, nel condannare il completo fallimento del Piano di accoglienza 2014-2020 deliberato dalla Giunta Chiamparino  Il PD facendo quadrato attorno all’Assessore Cerutti con i soliti luoghi comuni del repertorio ideologico buonista ha respinto il mio odg appoggiato da tutta opposizione che chiedeva l’azzeramento del fallimentare Piano di accoglienza 2014-2020 e fermare i flussi imposti dal Ministero dell’Interno fino a un confronto della Giunta con il Consiglio delle Autonomie Locali per ridefinire un nuovo piano”

Estate di San Martino: in Piemonte clima da favola ma il rischio per gli incendi è al top

Interessate dagli incendi le valli di Lanzo e del Canavese e le valli Monregalesi, Varaita e Stura in provincia di Cuneo

 

INCENDIO FUOCOIl record di 27 gradi di temperatura registrato a Basaluzzo, nell’Alessandrino, la dice lunga sul fatto che “le stagioni non sono più come una volta”.  Anche a Torino, in questi giorni, si è toccata quota 24 gradi. L’estate di San Martino porta però con sè problemi seri. Il settore Protezione civile e Antincendi boschivi della Regione ha infatti dichiarato lo stato di massima pericolosità a partire da oggi per  gli incendi boschivi. 

 

Interessate dagli incendi le valli di Lanzo e del Canavese, in provincia di Torino, e le valli Monregalesi, Varaita e Stura in provincia di Cuneo. Gli uomini e i mezzi del Corpo Volontari AIB Piemonte, sono coordinati dal Corpo forestale dello Stato, con il supporto di elicotteri regionali e Canadair.

La Regione fa divieto assoluto di “accendere fuochi, far brillare mine, usare apparecchi a fiamma o elettrici per tagliare metalli, usare motori, fornelli, o inceneritori che producano faville o brace, accendere fuochi d’artificio, fumare, disperdere mozziconi o fiammiferi accesi, lasciare veicoli a motore incustoditi a contatto con materiale vegetale combustibile o compiere ogni altra operazione che possa creare comunque pericolo mediato o immediato incendio”. 

 

In caso di incendio colposo – ricorda la Regione – chi viene individuato come responsabile sarà perseguito con elevate sanzioni amministrative e penali.

A Cavour è tempo di TuttoMele!

MELE

MELEMELE2Kermesse del gusto e dell’agricoltura di qualità

 

E’ ormai entrata nel pieno svolgimento l’edizione numero trentasei di TuttoMele la manifestazione organizzata dal Comune di Cavour e da Procavour che, a partire da sabato e sino a domenica 15 novembre, incorona il centro del Pinerolese come capitale del mondo agricolo piemontese. Nel primo fine settimana si è registrato il tutto esaurito con moltissimi visitatori provenienti non soltanto dalla Città Metropolitana di Torino e delle vicine Province di Cuneo ed Asti, ma dall’intero sistema Piemonte. L’evento, che coinvolge anche i comuni del Cifop – Bibiana, Bricherasio, Campiglione Fenile, Garzigliana, Luserna San Giovanni, Lusernetta, Osasco, Pinerolo e San Secondo – è un vero e proprio “trionfo” delle mele, come prodotto della terra di questa parte di Piemonte, del turismo agricolo, della gastronomia e delle attrezzature per la frutticoltura, coinvolgendo l’intero centro storico del paese della Rocca. Il 2015, però, per via della feroce grandinata che ha limitato la produzione, è un anno non facile. “Ma proprio perché è un anno difficile – scrive la Procavour, senza tanti peli sulla lingua – perché occorre stringere i denti, abbiamo pensato alla nostra R- Evolution per cui chi verrà si troverà un allestimento espositivo evoluto e rivoluzionato, un percorso più consono a mettere in primo piano la frutta, i prodotti e la meccanizzazione agricola e subito dopo la gastronomia, gli show cooking, i corsi di cucina, e dimostrazioni ed i corsi di visual Food e tutto quanto gira attorno al nostro prodotto, buono, sano ed a chilometri zero”. E questo senza dimenticare un’area espositiva che nulla ha ad invidiare ad una campionaria. Dunque un’occasione in più per recarsi a Cavour, tutti i giorni sino a domenica 15 novembre. Tuttomele 2015 ospita, infine, dalla Liguria il Consorzio “Arcadia” di Albenga, dalla Sardegna la pro loco di Uta (Cagliari) e dalla Sicilia la pro loco di Ribera (Agrigento).

 

Massimo Iaretti

Il ritratto della città secondo tre sindaci, i bambini dei nidi e i centri sociali

chiampafassinoOltre ai sogni di grandezza e a quelli da bimbi, gli amministratori di Torino dovrebbero dedicare un po’ più di attenzione ai problemi del degrado dei quartieri e della misera quotidianità urbana

 

Due visioni da punti di osservazione diversi della città. La prima, quella dei bimbi dei nidi e delle scuole dell’infanzia torinesi  che all’Accademia Albertina e nella scuola materna Bay in via Principe Tommaso, nel quartiere San Salvario,  hanno esposto le loro opere nella mostra “Ti disegno mi disegni. Gli occhi delle bambine e dei bambini guardano la città”. La seconda, con sguardi più disincantati, quella dei sindaci che negli ultimi quattro lustri hanno governato Torino: il Valentino Castellani nato politicamente in Alleanza per Torino nel 1997, il sindaco olimpico e attuale governatore Sergio Chiamparino e il Lungo, Piero Fassino.

 

Così come i bambini dell’Albertina, per un giorno,  hanno indossato i panni di ricercatori, artisti, progettisti, liberando idee, desideri e fantasie che hanno ispirato le loro creazioni, anche i tre più attempati primi cittadini hanno avuto modo di illustrare come la città è cambiata – grazie o a causa loro – nell’ultimo ventennio. Il terzetto municipale, nel corso di un convegno sui venti anni del piano regolatore tenutosi alla caserma De Sonnaz ”Tra piano e trasformazione, Torino al futuro” hanno ripercorso i grandi cambiamenti urbanistici. Tra questi i sei milioni di metri quadri di aree produttive dismesse, il recupero del trincerone ferroviario, la pedonalizzazione di 320 mila metri quadrati di vie e piazze.

 

Castellani ha voluto ricordare l’importanza, all’inizio degli Anni Novanta (in collaborazione con la Giunta regionale dell’azzurro Enzo Ghigo) di scegliere la cultura come ragione di rilancio della città ex industriale. Chiamparino ha invece “difeso” i debiti rinfacciatigli dalle opposizioni, dicendo che sono stati funzionali a creare un patrimonio di opere ed eventi ormai riconosciuto da tutti. Fassino ha infine illustrato la trasformazione urbana della città che, secondo una ricerca Swg, è apprezzata dal 64% dei cittadini. Un dato di fatto che il capoluogo piemontese sia cambiato: nell’Intervista di Alberto Vanelli a Vittorio Sgarbi sul “Torinese”, il critico d’arte ha addirittura affermato che Torino è “la città più bella d’Italia”.

 

Bisogna però fare in modo che l’effetto – maquillage della Torino turistica e culturale non vada a discapito dei quartieri periferici. All’esterno del convegno dei sindaci,  la protesta dei centri sociali, che hanno una terza visione della città. L’accusa: il centro di Torino è diventato una vetrina ai danni delle periferie. Non siamo mai stati teneri con anarchici e antagonisti. Però,  se pensiamo a realtà indecenti come il suk di via Monteverdi, forse i manifestanti (per quanto essi possano, nel caso specifico, essere ideologicamente favorevoli al cosiddetto mercato del libero scambio, indipendentemente da ciò, la realtà è comunque lo scempio che vediamo in Barriera di Milano) non hanno tutti i torti. Così come se si pensa alle decine di famiglie sfrattate che occupano edifici pubblici. Oltre ai sogni di grandezza e a quelli da bambini, gli amministratori di Torino dovrebbero dedicare un po’ più di attenzione ai problemi del degrado dei quartieri e della misera quotidianità urbana.
 

Ghinotto

2015, un'ottima annata: vendemmia storica da 110 e lode per i vignaioli piemontesi

La Regione promette che l’aiuto al comparto “sarà ancor più forte con il nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020 del Piemonte, appena approvato dalla Unione Europea

 

langheLa Regione e i vignaioli  piemontesi parlano di una vendemmia storica. “Una annata da 110 e lode che promette vini importanti e longevi, a 5 stelle per i Nebbioli da Barolo e Barbaresco ma anche per Barbera, Cortese, Dolcetto, Erbaluce, Grignolino ed a 4 stelle per gli altri vitigni. Il 2015 si profila come un’annata storica, con un aumento del 2,7% della produzione rispetto al 2014 per un totale di 2.466.919 ettolitri, in quanto l’andamento climatico, dal tardo autunno-primavera piovosi al settembre con tempo stabile, ha favorito il ciclo dell’uva”.  I dati sono stati presentati in occasione di Anteprima Vendemmia, tenutasi a Torino per iniziativa di Regione Piemonte, Piemonte Land of Perfection e Vignaioli piemontesi.

 

“Una vendemmia eccellente in un contesto virtuoso e di forti potenzialità per il comparto vitivinicolo che- commenta l’assessore regionale all’Agricoltura Giovanni Ferrero –  per il suo peso economico-produttivo e per i suoi valori aggiunti si conferma un elemento di punta e di traino per il Piemonte. Ogni bottiglia di vino che va all’estero porta con sé, oltre alla qualità del prodotto, l’immagine di un territorio che viene così proiettata in Paesi lontani, portando la bellezza di paesaggi modellati dalla vite. Tutto ciò lo si deve al lodevole lavoro svolto dai nostri produttori vitivinicoli e dalle loro organizzazioni economiche e professionali. Ad essi va il ringraziamento della Regione Piemonte e l’impegno nel dare continuità all’opera di sostegno del comparto, in particolare con il programma 2014-2018 dell’ OCM Vino, che anche nella campagna 2016 prevede un intervento finanziario di oltre 20 milioni di euro”VINO PREGIATO

 

La Regione promette che l’aiuto “sarà ancor più forte con il nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020 del Piemonte, appena approvato dalla Unione Europea, con una dotazione complessiva di 1.093 milioni di euro, che vedrà l’apertura di bandi sui quali potrà concorrere il comparto vitivinicolo, come quelli sulla qualità delle produzioni, sugli investimenti in immobiliazioni immateriali”, sui pagamenti agro-climatico-ambientali e sull’agricoltura biologica. Il primato del Piemonte viticolo ed il patrimonio dei paesaggi Unesco, che è stato costruito dal lavoro dell’uomo nelle colline, vanno mantenuti. Guai abbassare la presa”.

 

La relazione completa

 

Parla anche il presidente del Consorzio Piemonte Land of Perfection, Giorgio Bosticco:  “nel 2015 abbiamo ottenuto un importante risultato: tutti i consorzi del vino riconosciuti sono entrati a far parte di Piemonte Land. È un segnale di unione importante. Chiediamo ora di assumere un ruolo di cabina di regia di tutte le risorse pubbliche spese nel campo promozione”, mentre il presidente di Vignaioli Piemontesi, Giulio Porzio, ha sostenuto che “fare un vino è come fare un bambino: ci vogliono 9 mesi. S’inizia a gennaio con la potatura e si finisce a ottobre con la vendemmia. Bisogna tenerne conto per avere, alle fine, dei prezzi remunerativi. Non vanno dimenticati le piccole perle dell’enologia piemontesi, i vitigni minori come Grignolino, Erbaluce e Ruché, che si ritagliano una loro piccola ma significativa nicchia di consumo. Negli anni abbiamo perso ettari di vigneti: dobbiamo chiederci come sarà il patrimonio di vigne Unesco tra dieci anni e dobbiamo trovare gli strumenti da mettere in campo per creare reddito e far restare qui i giovani”.

 

Dati statistici sul comparto vitinicolo piemontese I vini docg e doc del Piemonte

 

 

www.regione.piemonte.it

Contemporary Art e Torino diventa capitale delle arti per un mese intero

Il 7 novembre appuntamento con la Notte delle Arti e 40 gallerie aperte

 

artissima2Torino,  per un mese, sarà capitale dell’arte contemporanea. La kermesse Contemporary Art  inizia infatti sabato con l’accensione di Luci d’Artista, per proseguire con Artissima, la principale fiera d’arte contemporanea d’Italia, e poi Paratissima e ancora The Others e una trentina di mostre in tutta la città. Il 7 novembre appuntamento con la Notte delle Arti e 40 gallerie aperte. 

 

Artissima sarà di scena all’Oval del Lingotto dal 6 all’8 novembre, con il coinvolgimento diretto di  curatori e collezionisti nel programma della fiera, in ciascuna delle giurie dei premi, che saranno sei. Oltre ai cinque delle edizioni precedenti  (Premio illy Present Future, Premio Sardi per l’Arte Back to the Future, Premio New Entries, Premio Fondazione Ettore Fico e Prix K-Way® Per4m) sarà presente il premio Reda-Artissima, rivolto a un giovane artista che esplori con la sua ricerca il linguaggio della fotografia. I collezionisti parteciperanno inoltre a Walkie Talkies, “chiacchierate” itineranti fra le opere esposte. Ilartissima6 coordinamento delle sezioni è affidato a quattro giovani curatori italiani.

 

Si terrà dal 4 all”8 novembre, a Torino Esposizioni, l’edizione numero 11 di Paratissima. da quest’anno si pagheranno 3 euro di biglietto. In mostra molteplici rappresentazioni dell’arte grafica e visiva: dalla fotografia alla scultura, e poi installazione, pittura, grafica e illustrazione e design. Decine gli artisti partecipanti,  provenienti dall’Italia e da oltre confine. in programma mostre mostre, workshop e  la presentazione di progetti internazionali. Otto le sezioni: design, fashion, fotografia, g@p, international, kids, learning by doing e video. Sarà possibile partecipare a bandi e concorsi come  il concorso letterario e quello per giovani operatori culturali.

 

Tra le mostre in programma per Contemporary Art,  a Palazzo Paesana c’è ‘The Third Act’. Una mostra che ruota attorno al tema del tempo, cha ha per  protagonisti tre artisti, Jean-Baptiste Bernadet, Benoit Plateus e John Roebas. L’evento si snoda in due sedi. Oltre a splendido Palazzo Paesana, gioiello del barocco, anche lo spazio Neochrome, un ex convento dove le opere verranno trasferite dal 19 novembre.

 

 LE OPERE DI LUCI D’ARTISTA 2015

 

porta nuova luciLe opere di quest’anno sono: Vele di Natale di Vasco Are in via Lagrange; Ancora una volta di Valerio Berruti in via Accademia delle Scienze; Palle di neve di Enrica Borghi in via Carlo Alberto; Volo su… di Francesco Casorati in via Pietro Micca e via Cernaia; Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime di Nicola De Maria in piazza San Carlo; Giardino Verticale, Giardino Barocco, Come se a Torino ci fosse il mare e La Maschera di Richi Ferrero in via Alfieri 6-Palazzo Valperga Galleani; L’energia che unisce si espande nel blu di Marco Gastini in Galleria Umberto I (Porta Palazzo); Planetario di Carmelo Giammello in via Roma; Migrazione – Piero Gilardi (nuova opera) in Galleria Subalpina; Illuminated Benches di Jeppe Hein in piazza Carignano; Piccoli Spiriti Blu di Rebecca Horn al Monte dei Cappuccini; Cultura=Capitale di Alfredo Jaar in piazza Carlo Alberto 3 (facciata Biblioteca Nazionale); Luì e l’arte di andare nel bosco di Luigi Mainolfi in via Garibaldi; Il volo dei numeri di Mario Merz sulla cupola della Mole Antonelliana; Vento solare di Luigi Nervo  Porta Palatina; L’amore non fa rumore di Domenico Luca Pannoli in piazza Bodoni; Palomar di Giulio Paolini in via Po; Amare le differenze di Michelangelo Pistoletto sull’Antica Tettoia dell’Orologio a Porta Palazzo; My noon di Tobias Rehberger in piazza Palazzo di Città (accesa tutto il 2015 in omaggio al gemellaggio “Torino incontra Berlino”) e Luce fontana ruota di Gilberto Zoiro al Laghetto Italia ’61. La novità di quest’anno è rappresentata dall’opera “Migrazione” dell’artista torinese Piero Gilardi, direttore artistico del PAV, Centro sperimentale d’arte contemporanea. Il progetto si riferisce alle grandi migrazioni animali causate dal riscaldamento globale. Nell’installazione è rappresentato uno stormo di pellicani che migra in volo alla ricerca di climi più freschi. Sono disegnate 12 sagome di pellicani sospesi all’interno della Galleria.

 

 

(Foto: il Torinese)

 

 

 

Renzi firma il decreto salva-Regioni, Chiampa canta vittoria

chiamp consiglioREGIONE PALAZZODice Chiamparino: “Lo ribadisco: il decreto non può essere definito “Salva Piemonte” o “Salva Regioni”, perché ha come obiettivo di determinare condizioni di certezza nella contabilizzazione delle risorse tra l’attività legislativa nazionale  e l’applicazione amministrativa della stessa da parte della Regione.”

 

Dopo le polemiche che avevano portato il governatore Sergio Chiamparino a dimettersi dalla Conferenza dei Presidenti, la firma apposta da Matteo Renzi al decreto salva-Regioni ha svelenito il clima. “La notizia è senz’altro positiva: il Governo ha mantenuto l’impegno di chiarire la norma che la stessa Corte Costituzionale ha giudicato ambigua e che aveva dato origine a una contabilizzazione non corretta di debiti passati. Ringraziamo il Governo perché questo consente di ridare certezze ai bilanci di tutte le Regioni e di conseguenza al bilancio dello Stato.”

 

Così Chiamparino commenta l’assunzione da parte del Consiglio dei ministri del decreto legge che definisce le norme di contabilizzazione nei bilanci regionali delle anticipazioni sul DL 35, una norma per la quale il Piemonte e in particolare il presidente Chiamparino si sono notevolmente impegnati dopo la sentenza della Corte Costituzionale del luglio scorso. “Lo ribadisco: il decreto non può essere definito “Salva Piemonte” o “Salva Regioni”, perché ha come obiettivo di determinare condizioni di certezza nella contabilizzazione delle risorse tra l’attività legislativa nazionale  e l’applicazione amministrativa della stessa da parte della Regione.”

 

“E’ per altro evidente  – continua l’Assessore al Bilancio Aldo Reschigna  – che, siccome il Piemonte è tra le regioni d’Italia che più hanno utilizzato le anticipazioni del DL 35 per complessivi 4.739.313.610 euro tra il 2013 e il 2015, è una norma che finalmente determina una condizione di certezza nello  sforzo complessivo che questa amministrazione regionale sta portando avanti sia nell’onorare l’enorme massa debitoria che ci siamo ritrovati all’inizio della legislatura, sia nel consentirci di proseguire nel forte e pesante impegno di risanamento dei conti della Regione. In concreto, per effetto del decreto legge, il disavanzo sostanziale accertato dalla Corte dei Conti al termine dell’anno 2014 di 5.843.655.170 si riduce a 1.453.571.000, cifra sempre rilevante e che dovrà essere coperta in 7 anni.”

 

Altro impatto positivo per il Piemonte è rappresentato dal fatto che con l’assunzione del decreto legge potrà essere chiusa l’ultima operazione prevista per l’anno 2015 di circa 300 milioni di euro che consentirà di saldare gran parte del disavanzo del Trasporto pubblico locale accumulato nella precedente legislatura regionale e debiti su progetti di ricerca degli anni passati.

In Piemonte stanno arrivando altri mille profughi, ma il centro di Settimo è stracolmo

Questa la probabile suddivisione dei profughi tra le province: 461 a Torino, 140 ad Alessandria, 191 a Cuneo, 57 a Vercelli, 120 a Novara, 71 ad Asti, 59 a Biella, 52 a Verbania

 

profughi 2In arrivo più di mille profughi in Piemonte. Per l’esattezza sono 1.151, come prevede una nuova circolare del Viminale. La preoccupazione dei servizi di accoglienza c’è ed è notevole. Se i nuovi migranti arrivassero in blocco, il  centro di Settimo senza tendopoli, non può andare oltre i 250 posti. da Settimo verranno poi redistribuiti nelle province del Piemonte. Non si sa ancora se sarà disponibile  la base dell’Aeronautica di Castel D’Annone, nell’Astigiano, che dovrà sostituire Settimo come “punto di raccolta”. La bonifica dell’amianto nel sito è in corso e potrebbe durare a lungo.Questa la probabile suddivisione dei profughi tra le province: 461 a Torino, 140 ad Alessandria, 191 a Cuneo, 57 a Vercelli, 120 a Novara, 71 ad Asti, 59 a Biella, 52 a Verbania. 

 

Pace fatta tra Chiampa e Renzi? "Troppi i tagli del governo, ma ora si intravede un percorso"

chiampa renzi

“I tagli previsti dal 2017 al 2019 configurano una situazione che nei fatti mette a rischio la sopravvivenza del Sistema Regioni”

 

Le dimissioni di Sergio Chiamparino dalla presidenza della Conferenza delle Regioni – dimissioni congelate ma irrevocabili – erano state motivate dal governatore piemontese dal buco di quasi 6 miliardi nei conti piemontesi: “mi devo occupare del Piemonte”, aveva detto il Chiampa. Ma le tensioni con il governo sembravano acuirsi ancora di più fino a poche ore fa: “I tagli previsti dal 2017 al 2019 configurano una situazione che nei fatti mette a rischio la sopravvivenza del Sistema Regioni”. Chiamparino dixit, nell’audizione in Commissione Bilancio del Senato, dedicata alla legge di stabilità. Il governatore del Piemonte chiede un incontro urgente con il governo per “capire qual è il valore istituzionale che viene dato alle Regioni, e in particolare al sistema sanità”. Renzi, venuto a conoscenza della richiesta ha detto: “Ci sarà da divertirsi”. Il divertimento è stato limitato e tutto pare essere finito a tarallucci e vino. Sulla legge di stabilità, dopo il vertice con le Regioni, Chiamparino ha dichiarato: “Ora un percorso è individuato. Il governo si è impegnato ad incontrarci prima dell’approvazione della legge. Si valuterà l’aumento del fondo per la sanità”.

(Foto: il Torinese)

 

IL COMUNICATO STAMPA DEL CONSIGLIO REGIONALE

Nella seduta del 3 novembre il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, ha svolto una comunicazione in Aula si richiesta del gruppo M5S per fare il punto sul confronto tra il Governo e le Regioni sulla legge di stabilità.

Dopo aver ricordato che si è in attesa di un decreto legge che deve intervenire sulla situazione determinata dal D.l. 35/2013 “un decreto salva sistema più che salva Piemonte”, è passato a illustrare la situazione che si sta prefigurando rispetto ai tagli alle Regioni previsti dal Governo nella legge di stabilità.

“Nel 2016 – ha spiegato il presidente – sommando le misure derivanti dalle leggi di stabilità del passato e dalle leggi di settore si arriva a 9 miliardi e mezzo di euro di tagli a carico delle Regioni. Per la revisione della spesa nel 2016 sono previsti 4,2 miliardi a carico delle Regioni dei quali due miliardi sulla sanità e il resto sulla extra sanità. La situazione sul pluriennale è poi particolarmente preoccupante con altri cinque miliardi nel 2017 e sette nel 2018. Ormai i margini di manovra delle Regioni si vanno esaurendo”.

“Abbiamo semplicemente, quindi, denunciato una situazione molto difficile – ha continuato Chiamparino – per la quale auspichiamo un accordo con il Governo che vada oltre questa legge di stabilità. Altrimenti, nei fatti, i tagli dal 2017 al 2019 mettono a rischio la sopravvivenza del sistema Regioni. Si mettono in pericolo i fondi per il sociale, invece di avere la copertura con i nuovi Lea, è a rischio la copertura per i farmaci salvavita e le Regioni in bilico potrebbero essere costrette ad aumentare i ticket. Secondo i nostri calcoli, che nessuno fino ad ora ha contestato, mancano due miliardi. Posto che gli oneri per la revisione della spesa dovrebbero essere riequilibrati tra le Regioni e i ministeri, confidiamo di essere convocati dal Governo per un incontro prima di giovedì, quando la Conferenza dovrà formulare il parere sulla legge di stabilità. Vi sarebbe margine per istituire due gruppi di lavoro sulla revisione della spesa, uno sui fondi sanità ed un secondo su quelli extrasanità, che può trovare soluzioni prima della seconda lettura”.

Diversi i relatori intervenuti nella discussione.

Il gruppo M5S, intervenuto con diversi relatori – Giorgio BertolaFederico ValettiMauro CampoStefania Batzella –  ha lamentato un atteggiamento negativo del Governo come nel caso di “Trenitalia che da un lato non vuole ridiscutere i contratti mentre il Governo taglia i fondi al trasporto pubblico per le Regioni, un gioco che sembra fatto apposta per far fallire le Regioni” ma anche una inadeguatezza dell’Esecutivo regionale che “alla luce del giudizio di parificazione il lavoro svolto in quest’anno e mezzo dalla attuale Giunta regionale non è positivo” ed ancora si “chiede un maggior impegno invece del teatrino delle dimissioni”. Il gruppo M5S, oltre “alla sudditanza morale del Piemonte che ha più problemi di altre Regioni” ha anche rilevato l’incongruità di alzare le tasse proprio “con l’aumento del bollo auto per le auto ecologiche” che penalizzerebbe una scelta responsabile dei cittadini retroattivamente.

Gilberto PichettoClaudia Porchietto e Gian Luca Vignale hanno preso la parola per il gruppo FI asserendo che il Governo “ha come unico modo di governare i tagli sul territorio e il presidente Chiamparino doveva fare di più per difendere gli interessi del Piemonte”. In merito all’atteggiamento del premier Matteo Renzi, “sembra che sia alla ricerca sempre di un avversario per cogliere l’attenzione dell’opinione pubblica. La situazione di bilancio è difficile sia per le inefficienze delle Regioni e sia per quelle dello Stato centrale e non può essere cambiata a colpi di mannaia e non si vedono i margini enormi di efficientamento dei ministeri. Chiediamo al centrosinistra di spiegare se la centralizzazione della sanità è una battuta del ministro Lorenzin o un disegno politico. Il cinismo istituzionale di Renzi è di un livello mai visto, i tagli devono essere chiariti, così si rischia di non erogare più servizi e di non chiudere il bilancio”.

Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia) ha manifestato preoccupazione per “il decreto legge sul D.l. 35/2013 che non arriva mai, evidentemente si tratta di una precisa volontà politica” il consigliere del centrodestra ha pure sottolineato che mentre “l’Anci ha avuto una copertura integrale dei bilancia, completa dei mancati introiti fiscali, le Regioni sono state individuate come il male assoluto dove scaricare tutti gli oneri: Matteo Renzi blandisce i Comuni per massacrare le Regioni”.

La maggioranza è intervenuta appoggiando la relazione del presidente Chiamparino con l’intervento di Davide Gariglio e Andrea Appiano del gruppo Pd. “Vanno chiariti i dubbi interpretativi sul pagamento dei debiti attraverso il D.l. 35/2013” è stato detto dai banchi del Pd. “Questa è la prima manovra di governo espansiva nei fatti dopo tanti anni che sta portando più in alto il tasso di fiducia del Paese. La manovra sconta un elevato tasso di debito pubblico però si fa carico di alcune questioni, come clausole di salvaguardia con 17 miliardi per non aumentare Iva e accise su carburanti, con 5 miliardi per cancellare la Tasi sulla prima casa, 3,5 miliardi per le pensioni e le misure antipovertà, e 1,5 miliardi di minori tasse per imprese. Il presidente Chiamparino ha posto in modo corretto e equilibrato le problematiche delle Regioni per cercare una soluzione”.

Una vena critica da parte di Marco Grimaldi (Sel) che ha parlato di “federalismo per abbandono. Il contributo degli Enti locali in questi anni è stato il doppio rispetto a quello dello Stato centrale e l’Italia è al 15mo posto per spesa sanitaria tra i Paesi della Unione europea, mentre abbiamo una media di anziani molto alta, secondi dietro la Svizzera che non sta nell’Ue”.

Nella replica finale il presidente Chiamparino ha chiarito i motivi delle sue dimissioni da presidente della Conferenza delle Regioni, puntualizzando che nella riunione di giovedì “chiederà che venga messo all’ordine del giorno della prossima seduta l’elezione di un nuovo presidente. Voglio porre come principio di responsabilità il fatto che anche quest’anno nella legge di stabilità gli enti più penalizzati sono le Regioni. Desidero sgombrare il campo da ipotetici conflitti di interesse essendo il Piemonte in una situazione complessa. Desidero anche avere ‘mani libere’ nella stagione di riforme regionali che si sta aprendo. Si dovranno rivedere le competenze non dimenticando i lusinghieri giudizi dell’Oms verso la nostra sanità che spende anche relativamente poco rispetto gli altri paesi europei”.

 

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