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La società della Tav: "La mafia non si è mai infiltrata nei cantieri della Torino-Lione"

TUNNEL2“La criminalità organizzata non è mai riuscita a infiltrarsi nei cantieri del Tav quando c’era Ltf. E a maggior ragione viene combattuta oggi da Telt.  La sentenza del processo San Michele sulla presenza della ‘ndrangheta nel torinese lo conferma”. Attraverso questa nota la società che gestisce la realizzazione della  nuova ferrovia ad alta velocità Torino-Lione smentisce ogni infiltrazione mafiosa. Il direttore generale di Telt Mario Virano dice comunque che si continuerà a tenere alta la guardia. La società ricorda che per gli appalti italiani della Torino-Lione sono state eseguite 863 richieste antimafia, delle quali 627 solo  per il solo cantiere di Chiomonte. Le “interdittive” emanate dalle prefetture nei confronti delle aziende risultate non in regola con i requisiti sono state due. Le procedure riguardano il protocollo firmato a Torino nel 2012. “Il 7 giugno la Conferenza intergovernativa ha approvato il nuovo regolamento dei contratti, dove sono contenute le modalità di attuazione dell’applicazione della normativa antimafia anche ai cantieri d’oltralpe”.

Nuova "cura dimagrante" in arrivo per i tribunali piemontesi. Saranno solo quattro?

C’è una voce ricorrente che il ministero della Giustizia intenderebbe avviare una ulteriore revisione delle circoscrizioni giudiziarie che porterebbe ad una nuova diminuzione degli uffici, di pari passo con il potenziamento – ancora tutto da venire in realtà – del processo telematico

tribunale

E’ in arrivo una nuova “cura dimagrante” per gli uffici giudiziari piemontesi. A partire dal 13 settembre del 2013 c’era stata una prima potatura per i Tribunali subalpini. In pratica oltre a Torino erano rimasti in esercizio gli uffici nei capoluoghi di provincia e di Ivrea, con la messa a riposo di realtà importanti come Alba, Casale Monferrato Saluzzo e, nella città metropolitana, Pinerolo, senza contare le sezioni staccate (come Susa) che sono praticamente sparite in tutto il territorio nazionale. Ma c’è una voce ricorrente che il ministero della Giustizia intenderebbe avviare una ulteriore revisione delle circoscrizioni giudiziarie che porterebbe ad una nuova diminuzione degli uffici, di pari passo con il potenziamento – ancora tutto da venire in realtà – del processo telematico. Di questo se ne parla, sia pure a bassa voce negli ambienti forensi ma di certo non c’è nulla. Un’ipotesi raccolta – ma il condizionale è totalmente d’obbligo – parlerebbe di quattro tribunali in regione, Torino, Cuneo, di un accorpamento di Verbania, Vercelli e Biella su Novara (ma vi è anche chi parla, sempre sottovoce di Biella con Ivrea) e di Alessandria con Asti, quasi a compensare la seconda del ridotto ruolo dell’istituzione provincia con il fatto che ha un palazzo di giustizia più recente di quello alessandrino. Il grido d’allarme, però, parte da Vercelli, dove i componenti del gruppo civico Cambia Vercelli (Aissotou Badij, Paolo Campaminosi, Emanuele Caradonna, Donatella Capra e Sara Vinci) hanno presentato un’interrogazione al sindaco Maura Forte a riguardo. Nella città eusebiana, che ha visto nel 2013 l’accrescimento della circoscrizione giudiziaria assorbendo quello che era il Tribunale di Casale Monferrato, c’è però un ulteriore problema, tutto strutturale. Si tratta dello stato di vetustà degli uffici del Tribunale nella loro attuale sede che rende necessario un intervento di manutenzione straordinaria con ristrutturazione parziale di alcuni locali per garantire la completa agibilità in sicurezza di tutto l’edificio. Di qui la richiesta al sindaco se sia a conoscenza del progetto e se non intanda promuovere un incontro con i sindaci della Provincia per concordare iniziative condivise presso il Governo. Della questione si interesserà anche, con un’analoga interrogazione al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, il senatore torinese Enrico Buemi, componente della Commissione Giustizia di Palazzo Madama. Forse potrà essere questa l’occasione per capire quali siano gli intendimenti governativi in una materia che è sempre molto delicata qual è la giustizia e capire se tutto va nella direzione di Torino e di pochi altri centri, senza contare quello che potrà essere il futuro del Tribunale di Ivrea, “miracolato”, è il caso di dirlo, tre anni orsono

Massimo Iaretti

(foto: il Torinese)

Il grande balzo a quattro ruote non ha sosta: +15,5 in Europa, ma Fca cresce del 25%

fiat lingottoE nei primi cinque mesi dell’anno le consegne del Lingotto sono state 452.043, in crescita del 17,6% sullo steso  periodo 2015. La quota è salita da  6,4 a 6,9%

Non si ferma la crescita del mercato europeo dell’auto che segna per il mese di maggio un boom di immatricolazioni nei Paesi Ue più Islanda, Norvegia e Svizzera. In base ai  dati dell’Acea, l’associazione dei costruttori,  sono state 1.330.599, ovvero il 15,5% in più dello stesso mese dello scorso500x fiat anno. Nei primi cinque mesi del 2016  sono state consegnate 6.583.373 vetture, con un incremento del 9,7% sull’analogo periodo del 2015. Ma il vero record è di Fca che vola  in Europa: le immatricolazioni del gruppo negli stessi Paesi sono state a maggio 98.011, pari al 25,3% in più dello stesso mese del 2015, con la quota che sale dal 6,8 al 7,4%. E nei primi cinque mesi dell’anno le consegne del Lingotto sono state 452.043, in crescita del 17,6% sullo steso  periodo 2015. La quota è salita da  6,4 a 6,9%.

(foto: il Torinese)

Piemonte verso la "ripresina"? Pil in leggera crescita. Sono 26 mila gli occupati in più

OPERAIO LAVOROLo scorso anno il Pil del Piemonte è cresciuto dello 0.75, in linea con la media nazionale di +0.8%. E’ un’inversione di tendenza rispetto al -0,6% dal  2010 al 2014. Lo rileva la relazione annuale dell’Ires Piemonte. Sono positivi i dati dell’occupazione, che sale di 1,4 punti e il tasso di disoccupazione è calato dall’11,3% del 2014 al 10,2%. Ci sono 26 mila occupati in più, 21 mila i disoccupati in meno.

Perizia dei Ris: Gabriele dal sedile posteriore strangolava Gloria?

rosbochDiverse impronte e tracce organiche di Gabriele Defilippi e Roberto Obert e anche tracce di urina molto probabilmente della vittima, Gloria Rosboch, sono state riscontrate dai carabinieri del Ris di Parma sulla Renault Twingo dove, lo scorso 13 gennaio, l’insegnante venne uccisa, a Castellamonte. I riscontri sono contenuti in una relazione consegnata alla procura di Ivrea. La periziadefilippi rosboch conferma che solo  loro due, Defilippi e Obert erano  sulla scena del crimine. Infatti non ci sono tracce di altri soggetti. Le tracce di Defilippi sono state individuate sul sedile posteriore dove era seduta Gloria, mentre quelle di Obert sono sul sedile di guida, a possibile conferma della tesi che Obert si trovava al volante mentre Defilippi strangolava  l’ insegnante. Oltre a Gabriele e all’amante-amico, per il delitto è in carcere anche Caterina Abbattista, madre di Defilippi ed è indagata a piede libero Efisia Rossignoli, la cameriera accusata di essere la telefonista della truffa da 187mila euro ai danni della sua ex insegnante.

Fassino e Appendino in piazza uniti nell'omaggio alle vittime della strage di Orlando

orlando municipioPiero Fassino e Chiara Appendino si sono trovati insieme in piazza Palazzo di Città al sit-in di solidarietà alle vittime della strage di Orlando, promosso dal Comune. “Non  ci dobbiamo rassegnare alla violenza – ha detto il sindaco Fassino – vogliamo far sentire a tutti la nostra voce contro la discriminazione e contro l’omofobia. Non esiste alcuna ragione, religiosa, culturale, per opprimere e negare i diritti umani. Torino è una città all’avanguardia e per questo stasera, in modo simbolico, illumina la Mole Antonelliana con i colori dell’arcobaleno”. “Davanti a questi fatti – ha commentato Chiara Appendino – è importante resistere alla naturale sensazione di paura e affermare a testa alta i valori in cui crediamo. E il modo migliore per farlo è diffondere e promuovere la Cultura. Una Cultura che riesca il prima possibile a sconfiggere per sempre la paura del diverso e ad affermare il valore del rispetto e della libertà in tutte le sue forme”.

(Foto: Torino Click – Città di Torino)

Chiamparino richiama Renzi: "Il Pd recuperi i temi del lavoro, del sociale e dei più deboli"

chiampa scrivaniaMentre Fassino e Appendino duellano da Lucia Annunziata, nel secondo faccia a faccia televisivo dopo quello su Sky tg 24,  entra nei temi della campagna elettorale – anche se solo di striscio –  il presidente della Regione Sergio Chiamparino . “Se vuole la maggioranza degli italiani è necessario che il premier, e il Pd, ritrovino la tradizione riformista sul lavoro e il sociale, prenderci cura dei più deboli. Bene il Jobs Act, ma è solo un pezzo. Dobbiamo intervenire sulle diseguaglianze e accelerare il percorso sul reddito di accompagnamento per chi cerca lavoro o lo ha perso” ha dichiarato al quotidiano La Stampa l’ex sindaco e attuale governatore piemontese. Chiamparino analizza poi lo scenario torinese dopo il primo turno elettorale:  il disagio vissuto  in questi anni di crisi non è stato superato e gli elettori se ne sono accorti sulla propria pelle, ci vorrà ancora tempo per tornare ai livelli pre-crisi.

Morti da amianto, al processo Olivetti chiesti 6 anni e 8 mesi per Carlo De Benedetti

Olivetti_BuildingNel corso del processo per le morti da esposizione ad amianto all’Olivetti, l’accusa ha chiesto la condanna a 6 anni e 8 mesi per Carlo De Benedetti, per il reato di omicidio colposo e lesioni; 3 anni e 6 mesi per Corrado Passera; 3 anni e 4 mesi per Camillo Olivetti e 6 anni e 4 mesi per Franco De Benedetti. Richiesta l’assoluzione per Roberto Colaninno,  accusato di un solo caso di lesioni. L’assoluzione è stata chiesta anche per Onofrio Bono. Stralciata la posizione di Maria Luisa Ravera, ex responsabile del servizio Ecologia e Ambiente dell’azienda, per gravi motivi di salute dell’imputata. Le richieste di condanne hanno coinvolto 15 su 18 imputati.

Silvio Pellico e lo Spielberg di un rivoluzionario “mancato”

PELLICO1Il 31 gennaio del 1854 moriva a Torino Silvio Pellico, intellettuale, scrittore e – nei fatti – “rivoluzionario mancato”, divenuto famoso per il libro autobiografico Le mie prigioni, dove narrava i nove anni trascorsi nel carcere austriaco dello Spielberg, una vecchia fortezza vicino a Brno, nell’odierna Repubblica Ceca. Un carcere duro, con celle umide e poco ventilate, dove scrivere lettere e comunicare con l’esterno era molto difficile e il cibo – oltre ad essere scarso – era di cattiva qualità. Il carcere lo  cambiò molto in fretta, al punto che – come ha scritto lo storico  Luciano Canfora “passò rapidamente da una generica mentalità libera e non confessionale ad un esasperato cattolicesimo”. Pellico scrisse Le mie prigioni, almeno stando ai suoi racconti, con motivazioni e finalità molto diverse rispetto a quelle che vennero assegnate ad uno dei testi simbolo del Risorgimento.  La sua intenzione non era tanto quella di accusare il duro sistema carcerario austriaco quanto il voler mostrare come la religione potesse essere di conforto nei momenti difficili della vita e, stando ai suo biografi, furono sua madre e il suo confessore a suggerirgli di scrivere le sue memorie. “Il venerdì 13 ottobre 1820 fui arrestato a Milano, e condotto a Santa Margherita. Erano le tre pomeridiane. Mi siPELLICO 3 fece un lungo interrogatorio per tutto quel giorno e per altri ancora. Ma di ciò non dirò nulla. Simile ad un amante maltrattato dalla sua bella, e dignitosamente risoluto di tenerle broncio, lascio la politica ov’ella sta, e parlo d’altro”. Già dall’incipit de Le mie prigioni s’intuisce che Silvio Pellico, appena liberato dallo Spielberg, aveva già cessato di essere un rivoluzionario, rinunciando a idee e principi di gioventù per diventare, di lì a poco,  un terziario dell’ordine francescano. Pellico era nato a Saluzzo 42 anni prima di iniziare a scrivere il libro che lo rese famoso: nel 1789, l’anno della rivoluzione francese. La sua casa  natale – un edificio di origine medioevale situato nella scenografica piazzetta dei Mondagli, uno degli angoli più suggestivi del centro storico della cittadina cuneese – attualmente ospita i suoi  cimeli e manoscritti, donati in gran parte dalla sorella dello scrittore nel 1858. Trasferitosi da PELLICO 2giovane a Milano , diventò insegnante, frequentando l’ambiente culturale della città e collaborando ad alcuni importanti giornali dell’epoca, come il Conciliatore, una rivista in cui scrissero molti dei principali intellettuali italiani dell’epoca e che fu rapidamente chiusa dalla censura (all’epoca, infatti, Lombardia, Veneto, Trentino e Friuli facevano ancora parte dell’impero austro-ungarico). Nel 1932, in occasione del centenario dalla pubblicazione della sua opera più famosa, la municipalità di Torino decise di porre una lapide sul fronte dell’edificio di via Barbaroux nel quale Silvio Pellico scrisse il testo: “Da questa casa/Silvio Pellico/reduce dallo Spielberg/nel 1832/lanciò “Le mie prigioni”/pio volumetto vibrante di forte umanità/Subalpina/arma formidabile/ad affrettare i destini della Patria/nella prima ricorrenza centenaria/del memorando evento/il Comune/P. Giugno MCMXXXII”. L’iniziativa fu promossa dal Comitato Piemontese della Società Nazionale per la Storia del Risorgimento e fatta propria dall’Amministrazione Comunale della capitale sabauda. L’epigrafe sulla  lapide di marmo chiaro, venne redatta dallo storico e senatore Vittorio Cian. A futura memoria di chi continua a pensarlo tra le mura dello Spielberg, rinchiuso per le sue idee.

Marco Travaglini

La Caritas entra in campagna elettorale: "Non strumentalizzate i poveri, trovate soluzioni"

Dopo lo scontro sui poveri durante il faccia a faccia televisivo  tra Fassino eclochard 63 Appendino  la Caritas di Torino interviene  deplorando ” ogni strumentalizzazione a fini di polemica politica sul tema dei poveri nella nostra città e nel territorio dell’area metropolitana torinese. Ci troviamo di fronte a persone che soffrono e che vanno rispettate e amate  così come cercano di fare i molti volontari che li seguono”. clochard imbrunireFassino su Sky tg 24 aveva sementito  il conduttore che aveva parlato di 100mila poveri sotto la Mole, ” cifra inventata”, secondo il sindaco uscente. Per Appendino il problema “non deve essere nascosto”. Ma, dice la Caritas, “è fuori luogo ogni utilizzo strumentale della questione”, e  invita i candidati a trovare  “le strade percorribili per incrementare la presa in carico di questi fratelli”. Nel pomeriggio l’ufficio stampa di Chiara Appendino dirama un comunicato:  “Ha ragione la Caritas a esortare i candidati a non fare un uso strumentale dei poveri ma a trattarli con rispetto occupandosene direttamente. È quello che intendo fare, con risorse e promuovendo sinergie con tutti gli attori sociali che lavorano da anni su questo problema. Tra i nostri provvedimenti che attueremo ci sarà subito l’istituzione di un fondo da 5 milioni di euro per inserire i giovani nelle PMI, il finanziamento e il potenziamento dei cantieri di lavoro, la firma di un accordo con tutti i sindacati e le associazioni datoriali per applicare negli appalti comunali e delle società partecipate almeno i minimi salariali e tutelare i lavoratori per non creare poveri da lavoro. Abbiamo anche proposto la revisione dell’ISEE e delle tariffe per i servizi e, soprattutto, una riorganizzazione del welfare costruendolo sulla base di un modello orizzontale”. 

(Foto: il Torinese)