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Torino ok nella ricerca ma arranca nel terziario

Alla presentazione del Rapporto Rota emerge che Torino fatica a percepirsi come città terziaria, anche se il settore incide sull’economia per i tre quarti del totale. Però la città arriva ultima,  14a su 14, nella classifica del terziario sull’occupazione nelle Città Metropolitane. La sindaca Chiara Appendino, intervenuta alla presentazione dello studio ha sottolineato la necessità di una collaborazione a pari dignità con Milano: “basta scippi a Torino da parte dei milanesi”, ha detto. Comunque il capoluogo piemontese è ancora al primo posto in Italia per la ricerca e si piazza seconda dopo Milano nell’editoria libraria, mentre è prima in quella scolastica.

 

(Foto RP/ il Torinese)

Migranti a Claviere, la Francia: “tutto regolare”

Secondo la Francia il  video postato da Matteo Salvini che mostra  i migranti lasciati alla frontiera italo-francese di Claviere “mostra una procedura di non ammissione alla frontiera  conforme alla prassi concordata tra la polizia francese e la polizia italiana, oltre al diritto europeo”. E’ quanto scritto nel comunicato della prefettura della regione francese delle Hautes-Alpes, in cui si legge anche che i tre migranti lasciati sulla linea di demarcazione della frontiera franco-italiana sulla Rn 94 (strada nazionale9 come si vede nel video, erano stati controllati al punto di attraversamento autorizzato di Monginevro. Erano  provenienti  dall’Italia e sprovvisti di documenti di viaggio e  sono stati loro notificati  i dinieghi di ingresso sul territorio francese. Secondo la procedura, sostengono i francesi, il commissariato di Bardonecchia sarebbe stato “immediatamente informato”.

Luci d’artista spente ma via Roma non resterà al buio

Se le luci d’artista non si accenderanno in via Roma è solo per motivi tecnici e temporaneamente. Lo assicura l’assessora alla Cultura, Francesca Leon, che comunica inoltre che nel tratto da piazza Carlo Felice a piazza San Carlo saranno installate stelle luminose blu a 10 e 12 punte, mentre tra piazza San Carlo e piazza Castello saranno allestiti fili luminosi bianchi. Spiega l’assessora che in via Roma il Planetario di Carmelo Giammello non era collocabile perché mancano i ganci sulle  facciate dai palazzi e l’opera è troppo pesante, ma verrà alleggerita in futuro. Il Comune sta comunque lavorando per il  2019  con  i proprietari di immobili e i commercianti per studiare nuovi progetti.

Un referendum contro la Ztl prolungata?

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A Palazzo Civico, in occasione del  Diritto di Tribuna, si è svolta una iniziativa di protesta per il prolungamento della Ztl a Torino e per l’ipotesi di pedaggio. I promotori sono pronti anche al referendum. In Comune è stata  presentata la petizione promossa dai commercianti e residenti che ha raccolto  6.409 firme certificate su più di  8.200. La prima firmataria è Monica Martinelli, presidente della Associazione Commercianti di via San Francesco d’Assisi. I contrari alla chiusura prolungata  temono il rischio di  desertificazione del centro e conseguenze preoccupanti per i negozianti, che chiedono attenzione alla Giunta municipale.

Luci e ombre nelle scuole torinesi e piemontesi

Legambiente: “Bene i servizi, male la manutenzione degli edifici: il 67% delle scuole ha bisogno di interventi urgenti”. Buone pratiche: in cima alla classifica per pasti bio e raccolta differenziata, ancora basso l’utilizzo di fonti rinnovabili

 

 

Ecosistema Scuola 2018, l’indagine annuale di Legambiente sullo stato del patrimonio edilizio scolastico e dei servizi educativi, presentata a Napoli nel corso del Forum Scuola, vede in cima alla classifica Bolzano e Trento, “due realtà particolarmente virtuose in tema di sicurezza (tutti gli istituti presentano le certificazioni di agibilità, collaudo statico, prevenzione incendi, agibilità igienico sanitaria e hanno effettuato i monitoraggi per radon e amianto), e di innovazione, con il 6% di edifici costruiti secondo i criteri della bioedilizia a fronte di una media nazionale che non raggiunge l’1%, – spiegano i promotori dello studio –  frutto di una chiara scelta di governance confermata anche dalla spesa per la manutenzione straordinaria degli ultimi cinque anni, pari a circa 175 mila euro per edificio, cioè circa dieci volte la media nazionale. Un mix di programmazione, di investimenti costanti e di innovazione che manca in molte altre zone d’Italia”.

 

Nella top ten di Ecosistema Scuola 2018  tutti Comuni del Nord, con la sola eccezione di Prato (7º): dopo Bolzano (1º) e Trento (2º) abbiamo Bergamo (3º) e ben 4 capoluoghi dell’Emilia Romagna: Reggio Emilia (4º), Piacenza (5º), Parma (6º), Rimini (10º). Gli altri Comuni presenti sono Pordenone (8º) e Verbania (9º). In coda le città del Sud e delle isole: ultima in graduatoria Messina, preceduta da Foggia (82º), Palermo (80º), Reggio Calabria (79º), Siracusa (78º), Potenza (77º), Sassari (75º) e Crotone (74º). Sempre in fondo, una città del centro, Latina (81º) e una del Nord, Trieste (76º). E’ Firenze (18º), tra le grandi città a posizionarsi nella parte più alta della classifica, quindi Torino (20º), Milano (27º) e Napoli (32º), seguono a distanza Venezia (52º), Catania (53º), Bari (62º), Genova (69º), mentre nella parte più bassa troviamo Reggio Calabria, Palermo e Messina. Roma invia dati incompleti e pertanto non entra in graduatoria. Bologna e Cagliari non inviano dati.

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“Abbiamo sempre di fronte un quadro di urgenza ed emergenza -ha dichiarato Vanessa Pallucchi, responsabile nazionale Scuola e Formazione di Legambiente-, crediamo che per dare una scuola sicura a tutti gli studenti occorra accelerare gli interventi di riqualificazione dando priorità alla messa in sicurezza delle scuole nelle aree sismiche più vulnerabili e al miglioramento delle prestazioni energetiche. Gli enti locali vanno aiutati con una semplificazione delle linee di finanziamento e sostenuti in fase di progettazione ed esecuzione dei lavori. Occorre poi aprire una nuova fase dell’edilizia scolastica ed utilizzarla come leva di rigenerazione di territori e quartieri. Le zone più svantaggiate del nostro paese sono quelle dove dobbiamo andare a investire su scuole più belle e innovative. Ora accade esattamente il contrario. Una sperequazione che vediamo anche nei servizi scolastici, che sono una parte importante del modello di governance che si dà un territorio rispetto agli stili di vita individuali e collettivi. Un piedibus che ben funziona o una mensa sana e accogliente, aiutano a ricostruire quella comunità e quei processi di condivisione di cui ora abbiamo tanto bisogno”.

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GLI ALTRI DATI DELL’INDAGINE

Il rapporto Ecosistema Scuola è stato presentato in apertura del Forum, che si è tenuto  a Napoli sul mondo della scuola, promosso da Legambiente insieme a Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club, con il contributo di Fassa Bortolo e Iccrea BancaIntesa, in partenariato con Ecomondo e Vastarredo, che ha visto partecipare e confrontarsi Comuni, amministrazioni centrali, dirigenti scolastici, docenti, famiglie, studenti e aziende su sfide e opportunità in campo per un’edilizia scolastica sicura e sostenibile e servizi che abbiano una elevata qualità. Per una scuola che sappia essere luogo di innovazione e benessere. In Piemonte partecipano all’indagine e si posizionano prevalentemente nella prima metà della graduatoria: Verbania (9º), Biella (14º), Torino (20º), Asti (23º), Cuneo (34º), Alessandria (39º) e Vercelli (56º), Novara è l’unica non in graduatoria poiché invia dati incompleti. Un patrimonio quello scolastico piemontese vetusto, risalente a prima dell’entrata in vigore delle norme antisismiche (74,3% degli edifici) e situato nella maggior parte dei casi in strutture nate come scuole (84,1%) ma in parte anche in edifici storici (14,5%). Solo sul 3,3% è stata eseguita la verifica di vulnerabilità sismica e sul 13,6% sono state effettuate indagini diagnostiche dei solai, con interventi sulla loro messa in sicurezza per il 2017 sul 10,6% degli edifici. Sono ancora molte le strutture scolastiche che hanno necessità di interventi di manutenzione urgente (67,8% rispetto al 46,8% del dato nazionale), sebbene negli ultimi 5 anni l’86% degli edifici abbia goduto della manutenzione straordinaria. La cifra stanziata per questa voce è stata pari a €19.575 (€23.946 il dato nazionale), la spesa ha interessato invece una cifra maggiore rispetto allo stanziato, pari a €23.453 (a livello nazionale ne sono stati spesi mediamente per ciascun edificio €17.780). Torino è la città che investe di più ma che spende anche di più della cifra stanziata, anche Alessandria investe nell’edilizia e stanzia una somma importante corrispondente a quella di spesa. Per quanto riguarda la manutenzione ordinaria sono stati stanziati €7.201 (€7.631 mediamente per edificio a livello nazionale) ma spesi €5.316. Il Piemonte utilizza fondi nazionali mediamente pari a €8.773 per edificio (Alessandria, Asti e Torino) e fondi regionali in minima parte (Torino), €1.097 di media per edificio rispetto ai €4.598 di spesa a livello nazionale.

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Buona è la situazione delle certificazioni cui sono dotate le scuole: collaudo statico (57%), idoneità statica (52,1%), agibilità (72,5%) e certificazione igienico-sanitaria (85,5%), più bassa rimane la percentuale della certificazione di prevenzione incendi, il 30,6% a fronte del 42,2% della media nazionale. Inoltre porte antipanico (98,8%), prove di evacuazione (98,1%), impianti elettrici a norma (98%) e requisiti di accessibilità (93,5%). Dati sopra la media nazionale anche per i servizi e le buone pratiche adottate nelle scuole piemontesi. Il servizio di scuolabus è a disposizione del 49,6% delle scuole, ma sono buoni anche i dati relativi ad altri alla messa in sicurezza della mobilità intorno ai plessi: l’84,5% ha attraversamenti pedonali, il 29,1% usufruisce della presenza dei nonni vigili, il 10,7% ha transenne parapedonali. Si investe anche in progetti educativi, prevalentemente nelle scuole (80% rispetto al 72,9% del dato nazionale), Torino e Verbania anche in progetti extra scolastici. L’84,5% delle mense scolastiche piemontesi servono pasti bio, nel 95,4% prodotti a qualità controllata, l’83,3% privilegia prodotti a km 0. Tutti i Comuni piemontesi garantiscono menu alternativi per motivi culturali e religiosi e per l’83,3% prevedono il recupero di cibo non somministrato da dare a organizzazioni no profit. Il 28,7% delle mense dispone di una cucina interna, l’82,2% utilizza acqua del rubinetto e nel 35,2% viene data la possibilità ai bambini di portare il pranzo da casa. Ben al di sopra dei valori nazionali la raccolta differenziata: in tutte le scuole si differenziano plastica, vetro e carta, mentre il 93,5% di esse differenzia l’alluminio, il 99,5% organico, l’88,5% pile e ben il 91,2% toner e cartucce per stampanti. Le scuole oltre ad utilizzare i neon (42,6%) utilizzano anche altre fonti di illuminazione a basso consumo (83,7%). Rimane ancora basso l’utilizzo di fonti rinnovabili (8,4%) rispetto alla media nazionale (18,2%): impianti solari termici per il 10,8% e solari fotovoltaici per l’83,8%. Va segnalato un 5,4% di scuole con impianti a biomassa (Torino) e quelle servite da teleriscaldamento (41,3% rispetto al dato nazionale che si attesta sull’8,2%). Per quanto riguarda le situazioni di inquinamento sia outdoor che indoor tutti i Comuni presenti all’indagine hanno effettuato monitoraggi sulla presenza di amianto, con il 18,1% di scuole con casi certificati, lo 0,2% con casi sospetti e il 2% in cui sono stati effettuati interventi di bonifica. Sensibili al tema del radon il 57,1% dei Comuni che hanno effettuato monitoraggi sulla presenza di questo gas nelle scuole, con 10,2% di edifici con casi certificati. La situazione relativa all’inquinamento elettromagnetico ci mostra un 8,3% di edifici con wifi, 15,2% in prossimità di antenne cellulari. Solo il 5% presenta invece una rete completamente cablata. Situazione critica in termini di inquinamento outdoor per le scuole dei Comuni piemontesi: il 54% degli edifici si trova tra 1 e 5 km di distanza da industrie, il 32,8% da una discarica e il 41,1% da un aeroporto. Un 3% si trova a meno di 60 m dal distributore di benzina. “Sebbene in Piemonte negli ultimi 5 anni la gran parte degli edifici scolastici abbia goduto di manutenzione straordinaria restano ancora tantissimi, più del 67%, quelli che necessitano di interventi urgenti -sottolinea Francesca Gramegna, direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Così come, se da un lato è positiva la performance delle città piemontesi sul fronte dei servizi e delle pratiche ecocompatibili, soprattutto per la raccolta differenziata dei rifiuti, dall’altro è ancora insufficiente l’utilizzo di energie rinnovabili. Torino si piazza prima tra le grandi città del Nord, ma occorre anche qui investire di più e, più in generale, serve uno sforzo maggiore per promuovere un grande cantiere di innovazione”.

Fiamme nella tentata rivolta al cpr

Nel tentativo di rivolta di ieri al Cpr di Torino,  alcuni ospiti hanno dato fuoco a materassi e masserizie in diverse aree della struttura. Decine di moduli abitativi del centro di corso Brunelleschi sarebbero stati bruciati. I vigili del fuoco hanno spento l’incendio e un agente di polizia, colto da malore e rimasto leggermente intossicato per aver respirato il fumo, è stato portato nell’infermeria interna. la polizia è al lavoro per individuare i responsabili.

 

(foto archivio)

Manifattura piemontese in crescita

L’apertura d’anno segna una leggera crescita per i distretti piemontesi, che nel primo semestre 2018 hanno registrato esportazioni in aumento del 3,1%. L’andamento è superiore rispetto sia alla media dei distretti italiani nello stesso periodo (+2,8%), che al manifatturiero piemontese (+0,6%). Il risultato positivo del semestre è dovuto principalmente alle buone performance conseguite nei primi tre mesi dell’anno, mentre, concentrandosi sul solo secondo trimestre 2018, risulta evidente la lieve flessione delle esportazioni dei distretti piemontesi, diminuite dello 0,7% (- 16 milioni di euro), dato su cui ha pesato molto il calo di export dell’Oreficeria di Valenza. La Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ha diffuso  i dati sugli 11 distretti del Piemonte. Le prospettive per la seconda parte dell’anno restano comunque favorevoli per i distretti piemontesi, pur in un quadro di rallentamento del commercio mondiale e di elevata incertezza legata alle tensioni geo-politiche presenti sui mercati internazionali. Cristina Balbo, direttore regionale Piemonte Valle d’Aosta e Liguria Intesa Sanpaolo, commenta: «Il Piemonte conferma la propria vocazione all’esportazione, sostenuta anche grazie alle molte eccellenze distrettuali. Nei primi sei mesi dell’anno, nonostante un contesto complicato e pur in presenza di qualche fisiologico assestamento, l’export dei distretti piemontesi è, complessivamente, in territorio positivo. Sei distretti, sugli undici tradizionali, hanno registrato esportazioni in aumento. Anche per la seconda parte dell’anno, le prospettive sono favorevoli. In questi anni, investimenti, innovazione e proiezione internazionale hanno fatto la differenza nello sviluppo delle nostre imprese. Per questo, Intesa Sanpaolo punta a consolidare il proprio ruolo di partner del mondo produttivo, certamente attraverso il credito, ma anche con iniziative volte a rafforzare la capitalizzazione delle aziende, l’innovazione, l’internazionalizzazione”

Chiamparino: “Basta incertezze sulla Torino-Lione”

Il  presidente della RegioneSergio Chiamparino ha partecipato ieri alla conferenza “Towards the inscription of the missing links of the Via Atlantica in the TEN-T”, presso il Parlamento Europeo a Bruxelles.  Tema dell’incontro una rinnovata legittimazione alla Torino-Lyon, considerata all’interno di un naturale prolungamento verso l’Atlantico in grado di creare un vero e proprio triangolo fra i Paesi Baschi, la Bretagna e le Alpi francesi e italiane, triangolo che rappresenta un importante sbocco commerciale per le imprese piemontesi. Chiamparino ha rimarcato la centralità della connessione Torino-Lione per collegare i due sistemi infrastrutturali dell’Ovest e dell’Est Europa e ha espresso l’auspicio che il Governo italiano sciolga le incertezze – che ha introdotto esso stesso – sulla prosecuzione dei lavori nel tunnel del Moncenisio. “Sarebbe utile – ha concluso Chiamparino – che TELT proseguisse senza esitazioni per realizzare le opere già deliberate e finanziate dal CIPE.”

Militari francesi armati a spasso in Italia

Mentre il vicepremier Salvini polemizza con la Francia e non accetta scuse per l’episodio dei gendarmi che avrebbero riportato in Italia alcuni migranti che avevano sconfinato, si apprende che due cittadini italiani residenti a Claviere sarebbero stati avvicinati e controllati da 4 uomini armati in tuta mimetica militare – con ogni probabilità francesi – in territorio italiano. E’ quanto emerge da una  denuncia seguita dalla procura di Torino. Il fatto risale allo scorso agosto ed è stato segnalato a Palazzo di Giustizia dai carabinieri, ai quali gli  italiani hanno raccontato l’accaduto. Il controllo sarebbe avvenuto  nel territorio di Cesana Torinese, a 2 km dal confine con la Francia. Il primo italiano è stato avvicinato mentre stava passeggiando con il cane e i militari gli hanno intimato di non riferire a nessuno della loro presenza. La procura ha aperto un fascicolo senza indagati e senza ipotesi di reato.

Olimpiadi, Appendino: “Torino era unica scelta credibile”

In Sala Rossa acceso dibattito sulla vicenda Olimpiadi invernali 2026. “La Città ha tentato in tutti i modi di portare avanti la candidatura all’evento olimpico secondo un modello nel quale si credeva e non siamo mai stati a favore di un modello a tre per il quale non erano chiari i costi/benefici”. Così la sindaca Chiara Appendino, in risposta a due interpellanze generali legate al percorso svolto dalla Città per la candidatura ai Giochi. La prima cittadina ha ripercorso tutte le tappe legate all’iter di costruzione della candidatura, dalla manifestazione di interesse, alla presentazione del dossier, fino alla proposta del Coni di sostenere un’unica candidatura per l’Italia. “A questa proposta, ha aggiunto, risposi con la disponibilità a comprendere lo spirito di una candidatura che prevedesse le tre località ma non ho mai capito i costi di un dossier a tre, che non prevedeva finanziamenti dallo Stato. Un’Amministrazione seria, ha affermato, non può intraprendere un’avventura senza elementi di certezza. Torino, dal nostro punto di vista, sarebbe stato l’unico modello credibile, coerente con la policy del Cio, con la possibilità di utilizzare impianti già esistenti, di riqualificarne altri, di riqualificare alcune porzioni di città opportunità che, con la candidatura a tre, non ci sarebbero state.Comprendo e rispetto la posizione di chi era favorevole ad un’impostazione diversa dalla nostra, ha ribadito, ma noi non l’abbiamo condivisa. E’ un peccato la mancata candidatura ma noi abbiamo giocato la partita fino in fondo come potevamo”.

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Stefano Lo Russo (Pd): Molti passaggi nella gestione della candidatura olimpica torinese non hanno convinto; una serie di atti e comportamenti che hanno reso chiaro fin da subito il risultato finale estremamente negativo per la nostra città. Sindaca, oggi aveva l’occasione di dire che ha sbagliato valutazione; il Partito Democratico ha offerto la sua disponibilità a votare la candidatura, collaborando alla sinergia con le altre località. E la responsabilità politica di quello che è accaduto è tutta sua; ha detto di no agli altri gruppi in Consiglio comunale privilegiando esclusivamente la tenuta della sua maggioranza. Ma nel suo intervento non ha ammesso niente, non si è assunta alcuna responsabilità, non si è attribuita nessuna colpa.E’ di questo fiasco tremendo, con tutto l’interesse che c’era a Torino attorno alle Olimpiadi, lei è l’unica responsabile. Noi quindi non la ringraziamo; se la città oggi non ha nulla è colpa della sua palese inadeguatezza nella gestione politica della candidatura olimpica.

Osvaldo Napoli (Forza Italia): L’esultanza di alcuni Consiglieri comunali manifestata per il fallimento della triplice candidatura olimpica è la conferma della negatività con la quale la giunta Appendino aveva predisposto il dossier. Quell’esultanza è stato uno schiaffo per Torino e i torinesi.Il ministro Toninelli ha detto che Torino era la sede migliore, in palese contraddizione della candidatura a tre. Chiedere l’esclusiva di Torino ha fatto venire il sospetto; Toninelli ci è o ci fa? Appendino era in difficoltà ed è tuttora in difficoltà, e ha parlato debolmente di doppio gioco della Lega e del Pd.  Ma in realtà la vittoria è della Sindaca, ha salvato la Giunta e la sua maggioranza. Una maggioranza che non ci ha mai creduto fin dagli inizi, creando un caso che non ci sarebbe mai dovuto essere.  Ma è stata una scelta contro lo sviluppo economico della città, e per Torino è una sconfitta bruciante; ingenti risorse economiche private e pubbliche si sposteranno su Milano e Cortina.  Era una buona idea il tentativo di recupero delle gare nelle vallate piemontesi, e invece non è accaduto niente neanche su questa azione. Ma la verità politica è cha a livello politico nazionale il Comune di Torino non conta nulla; dovreste avere la forza di rompere con il Governo centrale che non vi ha aiutato in nessun modo.E’ stata una grande occasione persa, ora assumetevi le vostre responsabilità.

Fabrizio Ricca (Lega Nord): Su tutto, mi auguro si possano portare in Italia le Olimpiadi. In parte mi complimento con il sindaco; nonostante tutto in questa candidatura ‘siamo rimasti in partita’ per il 70 per cento e la Lega ha offerto tutto il contributo possibile per portare le Olimpiadi a Torino.Poi Appendino in 48 ore, per questioni politiche interne alla sua maggioranza, ha deviato dalla direzione iniziale; pagano la sconfitta i torinesi, le valli olimpiche, l’indotto turistico.I Governatori Fontana e Zaia si sono spesi al 100 per cento e hanno messo davanti a tutto gli interessi della loro Regione, ponendosi nelle migliori condizioni per chiedere al Governo la candidatura olimpica. Invece il presidente della Regione Piemonte Chiamparino non lo ha fatto, non si è preso le stesse responsabilità dei colleghi della Lombardia e del Veneto e oggi ha colpe politiche sull’esito della candidatura pari a chi ha elaborato la strategia.Il problema dei fondi è inesistente, la volontà politica era chiara fini dagli inizi. E mi fa sorridere che alla festa per la ‘mancata candidatura’ erano presenti quindici persone, senza rendersi conto di rovinare le prospettive di una Regione.

Francesco Tresso (Lista civica per Torino): È la cronaca di un’esclusione annunciata, che ha messo in luce tutti i limiti della Sindaca e di una Giunta che non sa governare e non ha una visione. La Sindaca è stata supponente e non ha voluto ascoltare le altre forze politiche e le realtà del territorio. Non sono bastati gli appelli a Di Maio e Grillo e ora, in nome di una decrescita infelice, non ci rimane altro che stare a guardare… La città è triste, ferma, incapace di gestire anche problemi più semplici, come le code alle anagrafi e agli sportelli Gtt. Rischiamo un triste isolamento, alla periferia di Milano e dell’Europa. Torino diventa sempre più piccola.

Silvio Magliano (Moderati): Mi auguro che la scelta del Governo di assegnare le Olimpiadi ad altre città non sia paradigmatico di ciò che ci aspetterà nei prossimi anni. Accadrà così anche per i fondi per periferie, migranti e infrastrutture? Torino oggi è lontana dalle aspettative di parti sociali e corpi intermedi, ma temo sia lontana anche dal Governo.

Antonino Iaria (M5S): Credevo molto nel progetto olimpico di Torino, ma bisogna dire che ci sono ancora oggi problemi legati all’eredità delle Olimpiadi 2006 e che forse Malagò ha sempre voluto portare le Olimpiadi a Milano… Due o tre gare sul nostro territorio avrebbero poi portato una grande ricaduta?

Eleonora Artesio – Torino in Comune: Quando ne abbiamo discusso, la posizione tenuta dal gruppo Torino in Comune è stata sempre quella di subordinare le valutazioni economiche sulle olimpiadi ad una consultazione cittadina attraverso un referendum. Questa Amministrazione che ad ogni piè sospinto parla di strumenti di democrazia diretta, come DecidiTorino, avrebbe dovuto orientarsi a questa relazione con la popolazione. Sapevo che c’era molta attesa dei torinesi in relazione ad una possibilità di trasformazioni future, e mettersi in sintonia con la popolazione avrebbe significato accettare il fatto di essere in una stagione storica in cui la città si sente priva di prospettive e in cui olimpiadi potevano rappresentare una prospettiva. Questa è la critica che muovo alla sindaca e non il non aver governato la propria maggioranza. Il risultato di cui stiamo discutendo non è solo la mancata realizzazione delle olimpiadi a Torino, ma anche il non aver fatto un passo in avanti nella creazione di una prospettiva per torino, aspettativa inevasa della città.

Deborah Montalbano – Uscita di sicurezza: Cara sindaca c’è un peccato originale. Una sfida che andava contro i valori per i quali una realtà politica si era sempre battuta creando così una divisione interna. Le ricordo che lei è arrivata a minacciare le dimissioni imponendosi alle diverse sensibilità interne della sua maggioranza invece di provare a valorizzare quelle sensibilità e accettando magari una verifica cittadina.  In questo modo si è creata una minoranza interna ed una esterna. E queste minoranze hanno utilizzato questa opportunità per creare un disturbo pubblico. Se lei avesse usato la sua forza per le periferie, per riforme strutturali, oggi queste non si sentirebbero così distaccate dall’amministrazione che avevano votato per un cambiamento che oggi non è in vista, e avrebbe anche evitato l’attuale figuraccia e perdita di credibilità.

Alberto Morano – Lista Civica Morano: Questo dibattito è sempre molto surreale. La vicenda Asproni non le ha insegnato, sindaca, che le bugie hanno le gambe corte? Quel che è successo è stato un grande inganno: lei non aveva i poteri per impegnare Torino ad un evento a tre. Perché non l’ha detto subito al governo? Non avendolo doveva nel caso venire in Consiglio a chiedere di votare una nuova e diversa delibera da quella del luglio scorso. Ha ingannato i Torinesi e i giornali facendo credere di voler correre una gara che non poteva correre. Vorrei sapere cosa pensa l’assessore Finardi di tutto questo.

 

Valentina Sganga (M5S): Durante la campagna elettorale del 2016 avevamo criticato, in chi ci aveva preceduto, la mancanza di un progetto di sviluppo per Torino che non fosse basato solo sui grandi eventi. Ho sentito dire che noi avremmo accontentato 15 persone, con i paletti sul percorso olimpico, ma in realtà abbiamo accontentato chi aveva scelto la nostra proposta, votando per noi. Secondo voi, questa città sarebbe piccola e triste solo dal 2016?  Chi amministrava prima ha perso perché non aveva capito che il problema vero di Torino era la gente povera, erano i giovani disoccupati, A questa minoranza interessano solo gli eventi, mentre le persone non contano. Noi abbiamo dato voce ad esigenze che erano chiaramente indicate nel nostro programma, sulle quali abbiamo vinto le elezioni. E sulla “corsa a tre”, ricordo che per Torino era poco più che una gara di hockey.

Piero Fassino (PD): Una candidatura risulta forte se ci si davvero. E parte della maggioranza non ci ha creduto, ragion per cui siamo apparsi una città poco convinta, rispetto a Milano e Cortina. La sindaca non ha solo perso la candidatura, questa è la metafora della mancanza di un progetto per la città. Mi chiedo che fine abbiano fatto la linea 2 della metropolitana, i progetti per la Cavallerizza e via Asti, che fine abbia fatto il progetto per Torino Esposizioni. E le periferie che avevate promesso di rigenerare? Mi sembra che manchi l’idea stessa di un futuro per Torino, e la mancata candidatura lo dimostra. In questa città, parlando con le varie categorie, si sente dire che questa amministrazione si limita, nella migliore delle ipotesi, a gestire l’ordinaria amministrazione, senza progettualità. Non si fanno le scelte e questa città, conseguentemente, rischia. Io vorrei che Torino fosse forte e innovativa: ma questo non avviene, perché chi oggi governa la città non può indicarle una prospettiva.

Massimo Giovara (M5S): Qui si tratta di due modelli opposti, quello dello “spendi e spera” e quello del “fai un’analisi accurata prima di spendere”. Io scelgo il secondo, quando si tratta di soldi dei cittadini. Nel 2016 abbiamo ereditato una città in declino, insieme ai debiti del 2006 ancora da pagare. Spero che in questo Paese e in questa città si capisca finalmente che non si può spendere se non si hanno risorse. Se eredito un rudere divenuto tale per mancanza di manutenzione, penso all’ex MOI o alla pista di bob, devo farmene carico, nel momento in cui si tratta di denaro dei cittadini. Nel campo della cultura, abbiamo visto come sono finiti il Virtual Park o il Salone del Libro, ecco gli esiti del vostro modello.

Monica Canalis (PD): Sono allibita nel sentire dire che a Torino non ci si poteva indebitare per fare le Olimpiadi, mentre a Roma ora ci si indebita per il DEF: non certo un’operazione di sviluppo. Le Olimpiadi 2026 erano un’occasione di rilancio economico e sviluppo: non solo un debito! Le infrastrutture e l’immagine di Torino e delle nostre valli beneficiano ancora oggi delle Olimpiadi 2006. Ora il Governo considera il nostro territorio marginale. Nessuno a Roma ci ha difeso e siamo diventati la Cenerentola d’Italia!

Vicesindaco Guido Montanari: Il nostro progetto di Olimpiadi sostenibili, senza debiti, con forti ricadute sul territorio sarebbe stata una grande opportunità! Continuiamo però a lavorare su grandi progetti non ancora completati: caserma di via Asti, Manifattura Tabacchi, grandi aree militari dimesse (ad esempio, in piazza Rivoli), Cavallerizza Reale, ecc. Anche AxTO ha portato sul territorio molti benefici. Lavoriamo su grandi cantieri che siano utili alla città.In conclusione del dibattito, la replica della sindaca Chiara Appendino che oltre a ribadire come la candidatura a tre località non sarebbe stata un’opportunità per Torino, ha invitato i consiglieri a non utilizzare il dibattito in modo strumentale per affermare “che Torino non va avanti” e, riferendosi, a tale proposito, al progetto della metro 2, ha ribadito come i tempi nei quali ci si sta muovendo, siano quelli programmati.

 

(Dall’ufficio stampa di Palazzo Civico) foto: il Torinese