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Insultata ragazza (giapponese) sul bus: “Cinese, ci contagi!”

Una ragazza sul bus stava tornando  a casa quando quattro ragazzi ventenni , due italiani e due marocchini  l’hanno insultata. “Ci contagi con il Coronavirus, scendi”. Il fatto venerdì notte sul bus notturno 60, verso le  due in centro città. La giovane è una studentessa di 30 anni, in realtà di origini giapponesi.

Il punto sull’emergenza sanitaria: scuole riaperte dal 4 marzo

A Torino e in Piemonte le scuole riapriranno agli studenti da mercoledì prossimo 4 marzo

Lunedì e martedì gli edifici verranno  aperti al solo personale scolastico. Lo comunica il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. Da lunedì anche i musei potranno riaprire ma con ingressi contingentati e anche i cinema con posti a sedere alternati per il pubblico.

DA LUNEDÌ 2 MARZO IL PIEMONTE RIPARTE

Scuole: lunedì e martedì igienizzazione straordinaria, da mercoledì riprendono le lezioni. Una misura precauzionale maggiore voluta dal Piemonte per avere anche due giorni in più . anche per valutare l’evoluzione del contagio nelle aree limitrofe di Lombardia e Liguria

Sabato 29 marzo – Il Piemonte riparte e ritorna gradualmente alla normalità. Lo ha deciso il Presidente del Consiglio dei Ministri, seppur con una serie di indicazioni operative che saranno rese note nel decreto del Governo che verrà pubblicato domani sulla Gazzetta Ufficiale: da lunedì riapriranno musei, cinema, piscine, attività sportive e si potranno nuovamente svolgere eventi e manifestazioni. A comunicarlo è stato il Presidente della Regione nel corso di una conferenza stampa svoltasi questo pomeriggio nella sede dell’Unità di crisi istituita presso la sede della Protezione civile a Torino.

Secondo quanto disposto dal Governo, anche le scuole avrebbero dovuto riaprire lunedì. Ma il Presidente della Regione Piemonte, per maggiore precauzione, ha adottato invece una misura diversa e autonoma di concerto con l’Ufficio scolastico regionale, sentiti anche il Presidente del Consiglio e il Ministro della Salute: lunedì e martedì riapriranno gli edifici scolastici solo per il personale in modo da consentire un’azione straordinaria di igienizzazione delle aule e degli ambienti disposta dal Presidente per tutte le scuole piemontesi. Da mercoledì riprenderanno regolarmente anche le lezioni con gli studenti.

Il Presidente ha precisato di aver assunto questa decisione innanzitutto perché scuole igienizzate vuole dire scuole più sicure, ed è un’esigenza che oggi più che mai risulta prioritaria.

Le giornate dedicate all’igienizzazione, ha aggiunto ancora il Presidente, serviranno anche come misura precauzionale per avere due giorni in più per valutare intanto l’evoluzione dei contagi nelle aree del Piemonte confinanti con le zone focolaio della Lombardia e della Liguria.

La Protezione civile regionale si metterà a disposizione delle scuole che incontreranno difficoltà nello svolgimento operativo di queste disposizioni, per le quali la Regione ha previsto anche delle risorse.

Per quanto riguarda invece la sola giornata di domani rimangono in vigore le restrizioni attualmente vigenti, in linea con quanto previsto dal decreto nazionale, valido appunto fino al 1° marzo.

Fanno eccezione le Sante Messe, che potranno essere nuovamente celebrate con il vincolo che siano evitati gli assembramenti e che sia garantito un accesso contingentato tale da determinare una distanza di almeno un metro tra i fedeli presenti.

Anche i luna park all’aperto potranno riaprire già da oggi con alcune limitazioni per evitare assembramenti.

Il Presidente ha anche precisato che nel Piano della Competitività, che la Regione ha predisposto e che verrà presentato il 13 marzo, è stato inserito uno specifico capitolo dedicato alle misure per sostenere il Piemonte alla luce delle criticità generate dall’emergenza Coronavirus.

La situazione dei contagi. L’Unità di crisi comunica che due nuovi casi di probabile contagio, rilevati nel pomeriggio su un uomo della provincia di Torino e su una donna appartenente alla prima comitiva di astigiani alloggiati ad Alassio, portano a 45 il numero complessivo dei contagi in Piemonte. L’uomo è stato posto in osservazione fiduciaria a domicilio, mentre la donna è ricoverata all’ospedale di Asti.

Al momento, un solo caso su 45 è stato confermato positivo dall’Istituto superiore di Sanità. Nessuno degli 8 ricoverati in Piemonte è in terapia intensiva.

 

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Comunicato della Regione Piemonte (sabato 29 febbraio ore 11,30)/ Sono terminate nella notte le operazioni di rientro a casa della comitiva di 36 astigiani facenti parte del gruppo di soggiornanti presso l’hotel di Alassio

Di questi, 28 (comprendenti i 4 dimessi dall’ospedale San Martino di Genova perché asintomatici) sono risultati positivi al test sul coronavirus “COVID19”, ma non presentando particolari problemi clinici, sono stati tutti posti in isolamento fiduciario domiciliare.

Con il loro arrivo, salgono a 43 i casi probabili di contagio presenti sul territorio piemontese, di cui solo 1 confermato dall’Istituto superiore di sanità: 35 ad Asti, 3 a Torino, 3 a Novara e 2 nel Vco.

Resta immutato il numero dei ricoverati: 1 a Torino, presso l’Amedeo di Savoia, 3 al Cardinal Massaia di Asti e 3 al Maggiore della Carità di Novara. Nessuno in terapia intensiva.

Dopo 70 giorni forse arriva la pioggia

Ormai sono trascorsi ben settanta giorni senza pioggia a Torino

E’ infatti dall’antivigilia di Natale che  non si vede una goccia d’acqua, a parte una precipitazione quasi inesistente verso la metà di gennaio di soli  1,2 millimetri. 

E’ addirittura  dal 1878 che, nella media, non pioveva così miseramente, mentre da trent’anni non si verificava una così lunga serie  di giorni asciutti. Le previsioni meteo indicano che finalmente lunedì passerà una perturbazione  con nubi cariche d’acqua.

Trapianti incrociati, il coronavirus non ferma la donazione di organi

Una catena di donazioni con scambio di organi e trapianti  di rene attraversa l’Italia e supera le barriere del Coronavirus

 

Quando una catena di donazioni con scambio di organi e trapianti incrociati attraversa l’Italia e supera le barriere del Coronavirus.

Proprio nelle settimane durante le quali lo spettro del Covid-19 sta bloccando e divide buona parte dell’Italia e non solo, una catena di solidarietà ha unito il nostro Paese, incrociando coppie di donatori incompatibili e, aperta con una donazione da deceduto in Piemonte, si è chiusa nella stessa regione, attraversando Veneto, Sicilia e Puglia, e salvando la vita a quattro pazienti in trattamento dialitico. Si chiama programma Cross-over.

In partenza lo scorso novembre il Piemonte ha donato un organo di una donatrice deceduta. Il suo rene era risultato idoneo per un paziente di Padova inserito nel programma cross-over Dec-k (DECeased Kidney). L’avvenuto trapianto su questo paziente ha innescato una catena di donazioni da vivente e trapianti che ha coinvolto 3 coppie seguite in regioni diverse d’Italia (Veneto, Sicilia e Puglia). La compatibilità biologica delle nuove coppie è stata determinata grazie al coinvolgimento di diversi Laboratori di Immunogenetica e dei Coordinamenti regionali trapianto (per il Piemonte all’ospedale Molinette diretti dal professor Antonio Amoroso). In seguito Padova in Veneto a sua volta ha donato a Palermo in Sicilia, che a sua volta ancora ha donato un organo a Bari in Puglia. Qui ne ha beneficiato una coppia incompatibile per un trapianto di rene da vivente. La donatrice vivente, moglie del ricevente, in riconoscenza per aver salvato il marito, ha donato un rene ad una giovane donna di Torino, chiudendo proprio questa catena di scambi in Piemonte.

Così per la prima volta in Piemonte all’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino è stato effettuato con successo un trapianto di rene su una donna da una donatrice vivente di Bari secondo il programma nazionale di trapianto di rene cross-over (a modalità incrociata), grazie allo scambio di coppie di donatori e creando un effetto a catena di donazione.

Il programma crossover è attivo a livello nazionale già da qualche anno: è molto complesso dal punto di vista organizzativo, ma offre l’opportunità di ottenere un trapianto anche in caso di incompatibilità immunologica con un donatore vivente nel caso in cui la donazione diretta tra persone legate affettivamente non fosse possibile. Questo avviene “incrociando” le coppie a livello nazionale in modo che i pazienti che hanno una persona emotivamente – correlata che generosamente voglia donargli un rene anche se è incompatibile, possa alla fine fare il trapianto, scambiando i donatori con coppie che hanno lo stesso problema. Combinando diversi incroci si genera una “catena” di donazione che riesce a rendere possibile il trapianto per diverse persone. Fino a pochi anni fa queste catene di trapianti potevano essere attivate solo grazie ad un donatore samaritano, cioè ad una persona che dona spontaneamente un suo rene per il bene della comunità. Da quest’anno è attivo su tutto il territorio il programma crossover Dec-k, che prevede l’innesco della catena di scambio di trapianti incrociati da parte di un donatore deceduto.

La prima volta del Piemonte è stata proprio con questo nuovo sistema ed ha permesso il trapianto di una giovane paziente di 33 anni in dialisi dal 2014.

Il rene è arrivato anche con il contributo delle forze di Polizia di Bari (nella foto allegata l’arrivo dell’organo a Torino), dove è stato prelevato in mattinata ed è stato poi trapiantato a Torinonello stesso giorno, presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. Il trapianto è stato effettuato dai Chirurghi vascolari dal dottor Aldo Verri (responsabile della Chirurgia vascolare ospedaliera) e dalla dottoressa Caterina Tallia, dall’ urologo Giovanni Pasquale (sotto la direzione del professor Paolo Gontero) e dall’anestesista Andrea Pusineri (sotto la direzione del dottor Roberto Balagna). L’intervento è tecnicamente riuscito e per la paziente la dialisi è ormai un ricordo, mentre la funzionalità del rene trapiantato migliora rapidamente con le cure dell’équipe nefrologica, diretta dal professor Luigi Biancone.

Luigi Biancone, responsabile del programma di trapianto renale nell’adulto presso la Città della Salute di Torino, segnala che: “alle Molinette abbiamo quasi triplicato il numero di trapianti di rene da vivente negli ultimi 4 anni e questo programma di cross-over potrà dare ulteriore slancio alla nostra attività. Nonostante l’attività notevole nel trapianto da donatore deceduto, i tempi di attesa in dialisi rimangono lunghi, ed oltretutto il trapianto da donatore vivente ha una funzionalità e durata maggiore. Ecco perché la generosità di un donatore può essere così importante”.

Sottolinea il valore di questo risultato anche il Direttore del Centro Nazionale Trapianti, dottor Massimo Cardillo: “Ringrazio il Centro trapianti di rene di Torino, i centri di Padova, Palermo e Bari e i coordinamenti delle regioni coinvolte per l’impegno di collaborazione mostrato nell’aver portato a compimento questa catena di donazioni. In particolare, in questo momento di emergenza sanitaria nazionale, la Rete trapianti dimostra ancora una volta di essere unita dal Nord al Sud del Paese al servizio dei tanti pazienti in attesa di un organo”.

 

Ragazzi in gamba: universitari volontari al numero verde del coronavirus

A partire da oggi 27 febbraio e fino all’11 marzo con possibilità di proroga, 78 studenti della Scuola di Medicina dell’Università di Torino, coordinati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte sul Coronavirus “Covid19”, saranno impegnati nel garantire volontariamente la copertura 24 ore su 24 di due postazioni telefoniche del numero verde sanitario 800 19 20 20 per dare informazioni ai cittadini sulle misure da adottare per fronteggiare in maniera corretta la situazione.

 

L’iniziativa coinvolge neolaureati e studenti del V e VI anno dei due corsi di laurea di medicina e chirurgia iscritti a Torino e Orbassano.

 

Il numero verde 800 19 20 20, istituito dall’Unità di crisi della Regione Piemonte sul Coronavirus “Covid19”, è attivo 24 ore su 24 ed è a disposizione di tutti i cittadini che abbiano il dubbio di aver contratto il virus. Gli studenti di medicina dell’Università di Torino che risponderanno al telefono eseguiranno un pre-triage, una sorta di prima valutazione, e, sulla base di una serie di domande e risposte, indicheranno al paziente cosa fare o dove recarsi per ottenere la risposta assistenziale più appropriata. Il servizio infatti, è stato organizzato per alleggerire i numeri dedicati normalmente all’emergenza dal grande flusso di chiamate che in queste ore sta intasando i centralini del 112 e 118.

 

“L’Università di Torino sta seguendo con grande impegno l’evoluzione dei fatti relativi alla diffusione del Coronavirus in diretto contatto con le autorità” dichiara il Rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna“Questa lodevole iniziativa, che denota un alto senso civico dei nostri studenti e l’acquisizione di una sensibilità medica che tutto il corpo docente ha loro trasmesso, permette di contribuire attivamente alla risposta eccezionale a garanzia della salute pubblica e offrire un primo contributo alle istituzioni impegnate in un servizio straordinario”.

Dalla psicosi alla normalizzazione?

IL COMMENTO  Di Pier Franco Quaglieni /  Siamo passati, nell’arco di quattro giorni, dall’emergenza  per l’epidemia  ad  una “tranquillizzazione” quasi  “cinese” rispetto al contagio del  Coronavirus. Il presidente del Consiglio Conte ha creato un forte allarme con le sue dichiarazioni, quasi a rete unificate, come  accade solo  nelle calamità nazionali 

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Resto convinto della gravità  dell’emergenza  che è stata sottovalutata  per troppo tempo  per ragioni ideologiche, come ha dimostrato in modo palese il governatore della Toscana.  E sono convinto che il tentativo odierno  di tranquillizzare, determinato dagli effetti disastrosi nel campo dell’economia ,non abbia un reale fondamento. Abbiamo assistito ad una  controproducente passerella mediatica del Presidente del Consiglio che ha  rivelato soprattutto  l’improvvisazione del Governo e del suo capo.
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Il dibattito parlamentare di ieri sera ha dimostrato una logorrea,  rivelatrice –  salvo scarsissime eccezioni – del basso livello di una classe politica che si è rivelata, ancora una volta,  davvero inadeguata.  Non è vero , come è stato detto, che  il Parlamento ha  dato un grande esempio di sè . Il Governo si è rispecchiato in un Parlamento di  rango insufficiente,  in cui oscuri deputati hanno letto il loro discorsetto abborracciato  per l’occasione. Le Regioni si sono rivelate di gran lunga migliori  del governo centrale che pure avrebbe dovuto affrontare l’emergenza sanitaria da solo ai sensi della Costituzione.
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C’è stato chi ha vantato la trasparenza del governo italiano rispetto a quello cinese, quasi la trasparenza in una democrazia non fosse un dovere,  ma una virtù . In Italia non si è dimostrata trasparenza, ma grande  incapacità comunicativa, ai limiti dell’ irresponsabilità e del dilettantismo. L’Ordine dei Giornalisti forse  dovrebbe intervenire a far chiarezza. L’Italia ha manifestato  un’ improvvisazione che ha provocato gravissimi danni  con conseguenze difficilmente rimediabili, lesionando all’estero l’immagine dell’Italia.
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All’improvviso tutto è cambiato, forse perché i politici  si sono resi  conto del disastro economico  provocato. Hanno chiuso le scuole e le università, hanno lasciato i contatti nelle metropolitane, nei bus e nei ristoranti con una superficialità incredibile. A Milano hanno chiuso i caffè alle 18, instaurando il coprifuoco. Un provvedimento ridicolo, assunto dal tanto celebrato sindaco Sala. Da lunedì prossimo   cosa succederà ? Riaprirà  tutto, come se niente fosse accaduto? Marcello Sorgi ha scritto l’altro  ieri che il Governo stava perdendo il controllo della situazione, una frase allarmante,  oggi dimenticata. Sorgi non è mai stato sicuramente un allarmista, un giornalista molto responsabile.
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Da lunedì si riapriranno le scuole, pensando che l’emergenza sia finita? Cosa è accaduto rispetto ai giorni precedenti? Il rischio in agguato è quello di non riuscire a capire più nulla, disorientando  totalmente le persone.  Non dimentichiamo che il record degli infettati e dei morti in Europa appartiene all’ Italia.  Il panico è legato soprattutto alla non conoscenza della realtà . E’ una verità che non dovremmo mai dimenticare.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Mascherine non sicure a 5 mila euro, operazione della GdF di Torino in tutta Italia

È in corso da questa mattina una vasta operazione della Guardia di Finanza di Torino, coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese

I Finanzieri del Comando provinciale torinese stanno eseguendo decine di perquisizioni e sequestri in tutta Italia nei confronti di una ventina di soggetti, che, approfittando della situazione critica venutasi a creare in questi giorni con i primi casi di contagio del Coronavirus, commercializzavano mascherine ed altri articoli di protezione individuale a prezzi esorbitanti.

Era in vendita online anche un integratore alimentare, a 29 euro, su eBay e pubblicizzato così: “Protezione Coronavirus – Rafforza difese immunitarie” . Il materiale è stato  sequestrato dalla Guardia di Finanza di Torino  nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Torino coordinata dai magistrati Vincenzo Pacileo e Alessandro Aghemo.
Venti  le persone sono  denunciate per frode in commercio e abusivismo commerciale. Si tratta di  imprenditori, privati cittadini e persino un operatore sanitario. Rischiano  2 anni di carcere.

Coronavirus, Cirio chiede al Governo un ritorno alla normalità

L’ottima notizia del risultato negativo pervenuto sui due casi di Cumiana è stato accolto con grande favore dal Presidente della Regione Alberto Cirio che, alla luce dell’esistenza al momento in Piemonte di un solo caso di contagio collegato al ceppo lombardo, ritiene ci siano finalmente le condizioni per chiedere al Governo un graduale ritorno alla normalità.

Le misure attualmente in vigore, per l’ordinanza adottata il 23 febbraio dalla Regione Piemonte, erano già meno restrittive rispetto a quelle previste da altre Regioni come la Lombardia, proprio alla luce della situazione piemontese decisamente più contenuta e circoscritta.

L’ordinanza attuale scadrà sabato 29 febbraio e, visto il nuovo quadro sanitario, al fine di confrontarsi sull’opportunità di sospendere o rimodulare le misure per il contenimento del coronavirus in Piemonte, il Presidente della Regione ha convocato giovedi alle 18 in Presidenza (Piazza Castello, 165) i Presidenti delle Province, i Sindaci dei Comuni capoluogo e tutti i Prefetti del territorio. Alle 19 seguirà un punto stampa.

Boom di chiamate al numero verde della Regione attivato per alleggerire il 112

NUMERO VERDE CORONAVIRUS PIEMONTE 800 19 2020 – ATTIVATI I LABORATORI ANALISI DI NOVARA E CUNEO – IMMUTATO IL NUMERO DI POSITIVITA’ AL TEST

 

Le chiamate al nuovo numero verde sanitario istituito ieri dalla Regione Piemonte sul “coronavirus covid19”, nelle prime ore del servizio, dalle 14 di ieri alle 6 di stamattina, sono state 1850.

In parallelo, sono decisamente diminuite le chiamate al tradizionale numero di emergenza 112, passate dalle 13.599 di lunedì alle 8.766 di ieri.

Allo stesso modo, sono passate da 2.655 a 534 le chiamate al numero verde generico (non sanitario) della Regione Piemonte 800 333 444 (attivo dalle 8 alle 20), da martedi alle 13 di oggi.

Un risultato commentato con soddisfazione dall’assessore regionale alla Sanità, che sottolinea come l’obiettivo fosse appunto quello di alleggerire il numero di emergenza 112.

NUMERO RISERVATO AI SINDACI

Su disposizione dell’assessore regionale alla Sanità, è stato inoltre istituito presso la stessa Unità di crisi un numero speciale riservato ai sindaci, per offrire loro un canale di accesso diretto alle informazioni sanitarie di loro utilità.

NUOVI LABORATORI DI ANALISI

A supporto dei due laboratori analisi sui test del “coronavirus covid19”, attivi agli ospedali Amedeo di Savoia e Molinette di Torino, è entrato in funzione da oggi il laboratorio analisi dell’ospedale di Novara. Da domani, allo stesso scopo è prevista l’attivazione anche del laboratorio dell’ospedale di Cuneo, in modo che, complessivamente, il numero delle strutture sanitarie in Piemonte abilitate ad eseguire i test sul “coronavirus covid19” salirà a quattro.

BOLLETTINO CONTAGI

La situazione rimane invariata, al momento in Piemonte rimangono tre i casi di positività al test sul “coronavirus covid19”. Si tratta di due persone ospedalizzati a Torino e una in isolamento domiciliare. Le loro condizioni di salute non destano, al momento, particolari preoccupazioni.

 

(Nella foto d’archivio la Giunta regionale)

Maxi evasione per un milione e mezzo. Impresa nasconde al fisco 17 milioni di ricavi

Il sistema utilizzato era oramai ben consolidato: l’imprenditore emetteva sistematicamente false fatture, per delle operazioni in realtà mai avvenute, e le esibiva alle banche così da accedere a finanziamenti altrimenti non ottenibili

È quello che ha scoperto la Guardia di Finanza di Torino nel corso di un’indagine nei confronti di una società con sede alle porte di Torino e leader nel settore dei trasporti.

I Finanzieri della Compagnia di Chivasso, che hanno condotto l’intervento, si sono trovati di fronte ad una società ben inserita nel contesto economico locale e non solo, con numeroso personale alle dipendenze e notevoli mezzi strumentali. Questo almeno all’apparenza.

Nel corso delle indagini, infatti, ne è uscita una realtà societaria ben diversa.

Gravi, infatti, le responsabilità dell’amministratore, che, al termine dei riscontri, è risultato essere sconosciuto al fisco per oltre due anni. I finanzieri hanno ricostruito completamente il volume d’affari della società, in quanto tutto l’apparato contabile societario è risultato incompleto e solo parzialmente attendibile. Gli inquirenti hanno appurato che sono stati occultati al fisco oltre 17 milioni di ricavi.

Prettamente familiare il sistema truffaldino scoperto: l’amministratore infatti, utilizzava anche fatture false emesse dalla società del fratello, in modo da abbattere i ricavi e conseguentemente le tasse da versare all’erario.

Ma non solo. Come detto, la società coinvolta nella maxi evasione era solita emettere le fatture false, in particolare per prestazioni mai avvenute oppure simulate nei confronti di note catene di supermercati, da esibire alle banche per accedere a finanziamenti altrimenti non ottenibili. Così facendo è riuscita negli anni a percepire somme per circa 4 milioni di euro, denaro che è rientrato, pertanto, nel normale circolo economico societario.

L’imprenditore, un trentenne italiano, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Ivrea. Numerosi i reati di cui dovrà rispondere: dalla dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture inesistenti, all’omessa dichiarazione sino al “mendacio bancario” e all’autoriciclaggio.

Accertata un’evasione fiscale per oltre 1,5 milioni di euro.