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Marijuana di Natale: la polizia intercetta 72 chili di droga per le festività

PRESO IL CARICO NATALIZIO

Un po’ come accade alle grandi catene di distribuzione, anche il mercato della droga ha le stesse esigenze: riempire i magazzini in vista delle feste natalizie. E’ questo che ha dichiarato BALLESHA Saimir, un albanese dell’ 87, agli agenti del commissariato Mirafiori quando hanno trovato, all’interno del suo box, 7 borsoni carichi di Marijuana. Un colpo grosso, oltre 71 Kg: “Era un carico che serviva per le richieste di Natale, io dovevo solo custodirlo per conto di altri”. Agli investigatori servirà chiarire meglio il suo ruolo, che al momento non sembra chiaro. In effetti, i borsoni trovati sono 7, ciascuno da 30 chili circa, quindi il carico originariamente custodito doveva essere di oltre 200 chili. Probabilmente la maggior parte era già stata smerciata. Un lavoro non proprio da “novellino” se si pensa che, venduta all’ingrosso, la roba avrebbe fruttato circa 900.000 euro. Se poi si pensa al dettaglio, la cifra ammonta a milioni di euro.

L’operazione nasce da un’attività ordinaria di pattugliamento in borghese davanti a un bar (zona Mirafiori) ove spesso si ritrovano persone pregiudicate, anche per motivi di “affari”. Gli agenti notano un personaggio visto in altre occasioni, parla con vari conoscenti, ma lo fa con circospezione. Poi si allontana frettolosamente in auto. I poliziotti decidono di pedinarlo e la prima sosta è un box in via Arnaldo da Brescia. Il BALLESHA viene visto scendere dall’auto e posare una borsa semirigida (da supermercato) all’interno del box. A quel punto i poliziotti decidono di intervenire, sospettando potesse trattarsi di droga: il box auto viene aperto e perquisito, il carico “natalizio” sequestrato e il soggetto arrestato per detenzione ai fini di spaccio.

 

Le spiegazioni fornite dall’albanese, incensurato, non convincono gli inquirenti: sostiene di essere stato in difficoltà economiche e di aver chiesto aiuto a dei connazionali del “giro”: “ero disperato, pronto anche a correre molti rischi pur di mettere qualche soldo da parte”. Giura che fosse la prima volta in vita sua. Il suo ruolo, invece, sembra di essere di un certo spessore. Le indagini proseguono, e molti dati verranno forniti alla sezione narcotici della Squadra Mobile per possibili ulteriori sviluppi. Per adesso resta la soddisfazione degli agenti del commissariato Mirafiori per aver tolto, dal “mercato delle feste”, oltre 71 chili di droga.

Malasosta: in aumento chi non paga il ticket e si ferma in doppia fila

Automobilisti  torinesi  sempre più indisciplinati nei parcheggi: aumentano i casi di  chi si ferma in doppia fila o non paga la sosta e di chi non rispetta le strisce dei posteggi. I dati sono quelli ufficiali della Città di Torino in occasione del 228° anniversario della Polizia municipale. Da inizio anno fino  al 30 settembre  sono state 183.723  le sanzioni per ‘malasosta’, e  di queste  107.757 elevate dagli ausiliari Gtt. Nello stesso periodo, l’anno prima le sanzioni per le soste erano state 144.680. In tutto, nei primi 9 mesi 2019 sono state rilevate  455.655 violazioni del codice della strada  di cui 271.932 per utilizzo del cellulare alla guida, mancato rispetto della Ztl o dell’uso delle cinture di sicurezza. Crescono inoltre le sanzioni per eccesso di velocità: nel 2018 erano state 67.723, nel 2019 sono 73.057. Fortunatamente diminuiscono  gli incidenti stradali.

Niente di personale. Caos dipendenti a Palazzo Civico

Incredibile ma vero. Il municipio di Torino non sa quanti dipendenti ha. Soprattutto non sa cosa
fanno  e non sa cosa potrebbero fare. Concretamente non esiste una pianta organica del
personale ed una relativa organizzazione del lavoro.

Centinaia di dipendenti pubblici con quota
cento andranno in pensione con legge Fornero e annessi. Risultato pratico, aumento del caos.
Caos organizzativo che si è sedimentato nel tempo tra leggi nazionali, normative vigenti che si
contraddicono e  totale mancanza di direzione aziendale interna. Dai tempi
di Vaciago ( direttore generale) e Quirico ( ingegnere capo) non esiste più una vera e propria
cabina di regia. Forse  ha pagato delle colpe Giuseppe Ferrari, per tutti Beppe, vice direttore
a vita. E’ stato declassato con la sola delega alle risorse umane. Dopo la defenestrazione di
Giordana era lui l’ astro nascente delle politiche sul personale in Municipio. Poi  forse l’ inciampo dovuto all’ indagine su Pasquaretta, dopo sette ore di interrogatorio e relative
dichiarazioni spontanee. Effettivamente qualcosa l’ex portavoce della Sindachessa l’ avrà detto. Beppe Ferrari
eterno secondo. Dopo aver “servito” Castellani e Chiamparino sperava nella nomina da parte di
Fassino che gli ha preferito altri. Nella passata Giunta fungeva da coordinatore Beppe Borgogno,
capo di gabinetto del Sindaco e a suo tempo assessore al personale.
Oramai i pochi dirigenti apicali sono prossimi alla pensione. Giusto per non farsi mancare nulla
Torino è ancora in amministrazione controllata. Vitali le nuove 200 assunzione con concorsi. Ma
tutto è bloccato. All’ inizio erano solo previste figure amministrative. Comprensibilmente l’ associazione
sindacale dei tecnici si è lamentata. Per capirci gli operativi come geometri architetti od
ingegneri. Storicamente e quantitativamente ridotti sul totale, indispensabili per i servizi ai
cittadini.
L’informatica ha imposto una nuova organizzazione del lavoro anche in Comune. Difficile
orientarsi in questa matassa. Impossibile concretizzare in assenza  di
pianta organica e così si  brancola nel buio. Quindi  alti funzionari interpellati dai sindacati
rispondono: noi arriviamo fino ad un certo punto. Per le scelte politiche rivolgetevi ai politici.
Armati di pazienza si rivolgono ai politici e che gli rispondono: siamo assolutamente con voi
lavoratori ma francamente non conosciamo la situazione  e dunque non sappiamo che cosa fare. La matassa
si arena nelle nebulose delle stanze segrete della Sindachessa.
Chissà se l’ avessero avvisata prima di cosa comportava fare, lei che cosa avrebbe
scelto di fare.
Si dice che Sergio Chiamparino, per invogliare Piero Fassino ad accettare la candidatura
a Sindaco, avesse edulcorato le reali condizioni economiche. Il Lungo scelse in continuità l’
assessore al bilancio Gian Luigi Passoni bravo, competente e soprattutto conoscitore della
macchina comunale. Chiaretta, viceversa, sempre un po’ Naif: dilettanti allo sbaraglio.
Ora sindacati dei tecnici minacciano scioperi. Legittimo, ma ho paura sia inefficace per la mancanza
di interlocutori. Ovviamente la Sindachessa è gentilissima negli incontri con i sindacati, ma di fatto
non sa cosa fare.
Non sa cosa fare perché tirata per la giacchetta da più parti. Parti il più delle volte in contrasto
tra loro. Poche risorse, poche assunzioni e molti posti da coprire. Se ci fosse stata una pianta
organica il suo compito sarebbe stato facilitato. Ma non c’ è , almeno per ora e, presumo non
ci sarà . Chiara Appendino, su tutte le cose naviga a vista. Del resto non potrebbe farne a meno.
I non fatti, i non risultati lo stanno ( purtroppo ) a testimoniare. Lo dimostra ultimamente l’ accordo – non
accordo con gli antagonisti della cavallerizza. Prefetto e Lei hanno urlato ai quattro
venti vittoria per per l’accordo stipulato. Montanari ( ex vicesindaco)  sorridente
e sornione : “visto che ci sono riuscito?”. Con il piccolo dettaglio che non è vero. Parte degli
antagonisti tiene duro e non sgombera. Che ci stanno a fare le forze dell ordine?
Un patrimonio dell’ Umanità in balia di quattro “artisti” quando va bene e delinquentelli per il resto.

Tali e legittimati proprio dalle
trattative incoraggiate e volute da Chiaretta che dovrebbe risolvere il problema  del
personale del Municipio da Lei non amministrato. La vedo dura. La vedo durissima.

Patrizio Tosetto

La prima neve porta l’inverno

Su Torino e Piemonte prime nevicate giovedì 14 novembre.  La perturbazione in arrivo porterà piogge diffuse e intense, come prevede Arpa – Agenzia regionale per la protezione ambientale e un po’ di  neve a 400-500 metri sulle pianure torinesi, Cuneese e Astigiano, a 600-800 metri altrove, con minime a 8 gradi alla quota di 2000 metri. Condizioni meteo  variabili fino a venerdì con piogge  alternate a parziali schiarite nelle ore centrali della giornata e quota neve a 700-800 metri.

Giovane piemontese dona midollo e salva paziente in Inghilterra

 L’inglese affetto da un grave tumore del sangue

 

500 donazioni di Cellule Staminali Emopoietiche da donatore anonimo in Piemonte

 

Pochi giorni fa, un giovane residente in Piemonte, con un atto di grande altruismo e gratuita solidarietà, ha offerto una concreta speranza di guarigione ad un paziente inglese affetto da una grave patologia tumorale del sangue, donando le cellule staminali emopoietiche del midollo osseo (CSE).   Mario (il nome è di fantasia) è risultato l’unico compatibile tra oltre 37 milioni di donatori iscritti nei Registri Internazionali che si rendono disponibili a donare le loro cellule ad un paziente che non conoscono e di cui probabilmente non sapranno mai nulla.

 

Il prelievo coincide con il raggiungimento del considerevole traguardo di 500 donazioni di CSE a scopo di trapianto per pazienti italiani ed esteri, eseguite in Piemonte in 30 anni di attività. L’internazionalità è uno degli elementi di spicco e di forza di questo programma di medicina globale, che consente di realizzare un processo così complesso ed articolato come il trapianto, con donatore e ricevente che vivono anche in Continenti diversi.

Così, nel 32% delle donazioni avvenute nei Centri Prelievo CSE della Città della Salute di Torino (CSS) – e degli ospedali di Cuneo ed Alessandria – le cellule donate hanno raggiunto il paziente al di fuori dei confini italiani in Europa ed USA per lo più, fino al Brasile ed Argentina, in un tempo massimo di 24 ore dal prelievo.

 

I 500 donatori effettivi sono stati selezionati tra gli oltre 70.000 che in questi 30 anni si sono iscritti al Registro tramite i Centri situati nei Servizi Trasfusionali degli ospedali di Alessandria, Cuneo, Ivrea, Verbania, Vercelli, CSS di Torino ed Aosta, coordinati dal Registro Regionale (il cui referente é la dottoressa Norma Ferrero), con sede presso il Centro Regionale Trapianti (diretto dal professor Antonio Amoroso).

La nostra Regione ha contribuito al 12% delle donazioni totali italiane, collocandosi al terzo posto dopo Lombardia e Veneto, che però contano su una popolazione più numerosa.

 

Nel corso degli anni sono cambiate le caratteristiche dei donatori effettivi. Ad esempio, si è delineata una progressiva riduzione della loro età. Infatti il 70% di coloro che hanno donato nell’ultimo quinquennio ha meno di 35 anni ed il 30% ha addirittura meno di 25 anni, a fronte del 50% e 10% rispettivamente nel decennio precedente. I dati della letteratura scientifica evidenziano che le cellule staminali provenienti da un donatore giovane attecchiscono più rapidamente, favorendo la guarigione del paziente. Pertanto la giovane età del donatore è una caratteristica che favorisce la selezione da parte del Centro Trapianti.

Rispetto al genere, si rileva che il 73% delle donazioni proviene da maschi, pur essendo le femmine presenti nel Registro in percentuale leggermente superiore, lasciando quindi intendere che le caratteristiche dei donatori, in particolare peso e fattori biologici, favoriscono la loro selezione rispetto alle donatrici.

Fino al 2004, inoltre, le CSE erano prelevate solo dalle creste iliache delle ossa del bacino. Dal gennaio 2005 è possibile prelevare le cellule anche dal sangue periferico, con procedura di aferesi, dopo stimolazione del donatore con fattore di crescita. Questa fonte attualmente è utilizzata in circa il 70% delle donazioni.

 

In Italia il programma di donazione di CSE è stato avviato nel 1989 con la creazione del Registro Italiano dei Donatori di Midollo Osseo (IBMDR), presso l’ospedale Galliera di Genova, con l’obiettivo di ricercare soggetti sani, disponibili ad offrire in maniera anonima, volontaria, non retribuita le proprie CSE a scopo di trapianto a pazienti affetti da malattie ematologiche gravi, quali leucemie, linfomi e malattie genetiche, quali la talassemia, che non hanno trovato il donatore compatibile nell’ambito della loro famiglia. La realizzazione del programma è resa difficoltosa dalla necessità di reperire donatori con caratteristiche affini al ricevente per il sistema genetico HLA, che è responsabile del riconoscimento di ciò che è estraneo e quindi del rigetto. Questa regione del nostro genoma presenta dei geni molto variabili, diversi tra un soggetto e l’altro. Le combinazioni tra queste varianti possono essere milioni e solo quando il donatore ha caratteristiche identiche al paziente il trapianto ha una elevata probabilità di successo.

La procedura di ricerca di un donatore non consanguineo è molto complessa e richiede un considerevole impiego di risorse, poiché coinvolge numerosi specialisti e strutture e soltanto dalla sinergia e collaborazione tra le professionalità coinvolte, scaturisce il successo del programma.

Sostegno fondamentale alla realizzazione del programma proviene dalle Associazioni di volontariato, prima tra tutte l’ADMO, che, in collaborazione con l’AVIS e la FIDAS ed altre Associazioni di donatori di sangue, si propone di favorire la cultura della donazione, mediante campagne di informazione e sensibilizzazione.

 

Possono accedere al Registro tutti i soggetti sani di età compresa tra 18 e 35 anni ed in buone condizioni di salute rivolgendosi ad uno dei Centri Trasfusionali della nostra Regione.

Informazioni dettagliate sono pubblicate sul sito web CRT Piemonte: http://www.trapiantipiemonte.it

 

ppb

Via libera ai monopattini elettrici su piste ciclabili e zone 30

Da oggi, mercoledì, i  monopattini elettrici  potranno circolare liberamente sulle piste ciclabili e le zone 30 di Torino, compresa  la Ztl centrale. La notizia è stata data dalla sindaca Appendino e dall’assessora alla Viabilità, Lapietra. E’ così partita la sperimentazione ministeriale sulla micromobilità e la Ztl centrale che  osserverà il limite dei 30 chilometri all’ora. I monopattini circolavano tranquillamente già da giorni ma adesso, con i  cartelli che illustrano le  regole della sperimentazione, i monopattini elettrici sono a tutti gli effetti “legali”.

Sotto la Mole il data center di Tim e Google

Tim e Google realizzeranno  a Torino  un data center. La notizia giunge dall’ad di Tim Luigi Gubitosi, che ha lanciato in città  prima rete live 5G Edge Cloud d’Europa con droni connessi. L’ obiettivo dichiarato  è avere un data center tra i più avanzati d’Europa in un settore che sta crescendo molto velocemente, del 20% l’anno in Italia. “Non posso ancora quantificare l’investimento, sarà un impegno molto importante e faremo molto velocemente”, ha detto l’ad. Soddisfatta la sindaca Appendino.

I cambiamenti climatici danneggiano gravemente l’agricoltura piemontese

I cambiamenti del clima preoccupano gli italiani, tanto che soltanto  l’1% considera la situazione  “poco grave”, mentre per 3  su 4 è “grave” o “gravissima”. La fotografia emerge  dall’indagine Coldiretti/Ixè presentata al Castello di Moncalieri, al convegno ‘L’agricoltura come strumento strategico per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici’ nella prima delle tre giornate di ‘Coldiretti al Castello’. “L’agricoltura – hanno dichiarato  il presidente della Coldiretti Piemonte Roberto Moncalvo e il delegato confederale Bruno Rivarossa – è l’attività economica che più di tutte vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici. Solo in Piemonte l’ammontare dei danni provocati dal maltempo e dai parassiti arriva a 200 milioni di euro”.

Cavallerizza libera dagli occupanti tra un paio di settimane

Raggiunta un’intesa per la  Cavallerizza, il complesso gravemente danneggiato da un incendio doloso nelle scorse settimane. La  Città di Torino, la Prefettura e gli occupanti hanno siglato  un verbale d’intesa che  punta alla ristrutturazione del bene per restituirlo alla cittadinanza. Agli occupanti verrà concessa tutta la settimana per lasciare la struttura e per traslocare i materiali avranno a disposizione anche la settimana successiva.

Sgominata la banda dei ladri di rame. Arrestate 10 persone

Depredavano cavi in tutta Italia, per poi riciclarli. Operazione dei Carabinieri. Sequestrata azienda compiacente
Dall’alba, in Torino e nell’hinterland torinese, oltre 60 Carabinieri del Comando Provinciale di Torino hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip di Torino su richiesta della locale Procura della Repubblica, gruppo criminalità organizzata, comune e sicurezza urbana, nei confronti degli appartenenti ad una banda criminale dedita ai furti di rame e al successivo riciclaggio dello stesso. 10 le persone destinatarie dei provvedimenti restrittivi. Associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione, riciclaggio nonché furto in concorso, i reati a vario titolo contestati dall’A.G.. Le indagini dei militari dell’Arma hanno accertato furti di 44 mila metri di cavi di rame per un valore di oltre mezzo milione di euro, avvenuti prevalentemente ai danni di impianti fotovoltaici del Nord e Centro Italia. I Carabinieri della Compagnia Torino Oltre Dora hanno sequestrato un’azienda della provincia di Torino, attraverso la quale gli indagati riuscivano a stoccare e poi a “ripulire” l’oro rosso. A capo dell’organizzazione i titolari di un’azienda della provincia di Torino. La ditta è ritenuta una centrale di stoccaggio e smistamento del rame rubato e il punto di riferimento per molti predoni dell’oro rosso della provincia di Torino.
Le investigazioni condotte dai carabinieri della Compagnia Torino Oltre Dora sono durate un anno ed è riuscita a dimostrare l’esistenza di un sodalizio criminale, con base operativa a Piscina (TO). I furti di rame sono stati commessi prevalentemente da alcuni rom di un campo nomadi torinesi ai danni di impianti solari fotovoltaici di Narni (TR), Savigliano (CN), Airasca (TO), Cherasco (CN), Otricoli (TR). Sono stati documentati 15 episodi delittuosi
Modus operandi  I titolari della ditta erano i promotori e gli organizzatori del traffico di rame che acquistavano l’oro rosso direttamente dai ladri  e dopo averlo pulito e sguainato, lo rivendevano ad altre ditte per il successivo reinserimento nel mercato lecito. Alla contabile della ditta spettava l’onere di omettere le annotazioni sui registri di carico/scarico dei movimenti in ingresso e uscita dalla ditta, del rame rubato. Ai dipendenti e operai spettava l’incarico di sguainare e triturare il rame al fine di ostacolarne l’eventuale identificazione e trasportarlo agli acquirenti ricettatori. Contestualmente è stato eseguito il sequestro preventivo della ditta e dei beni a essa riconducibili.