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Delitto Caccia, confermato l'ergastolo a Schirripa

E’ stata confermata dalla corte d’assise d’appello milanese la condanna all’ergastolo per Rocco Schirripa, il panettiere 65enne imputato per l’assassinio del procuratore di Torino Bruno Caccia (nella foto) , nel giugno 1983. E’ dunque stata accolta la richiesta del sostituto pg Galileo Proietto per l’uomo accusato di aver fatto parte del gruppo di fuoco uccise il magistrato torinese. La condanna in primo grado era del giugno del 2017. “Sono contenta che sia finita così, ma mi dispiace molto perché mi è sembrato che ci fosse una certa fretta di concludere. Non mi pare sia stato dato di nuovo abbastanza spazio a quello che stava intorno a questo imputato. Questa sentenza conferma la responsabilità di uno dei colpevoli, ora bisogna cercare gli altri”, ha detto all’Ansa  Paola Caccia, figlia del procuratore.

Cirio anti-Chiampa è pronto a candidarsi per il centrodestra

Alberto Cirio, già assessore regionale al Turismo nella Giunta Cota e attuale deputato europeo di Forza Italia molto gradito a Berlusconi e Tajani  può candidarsi alla presidenza della Regione per il centrodestra?

Almeno dal punto di vista giudiziario non ci sono (quasi) più ostacoli. La procura di Torino ha infatti stralciato la sua posizione, archiviandola,  nell’ambito dell’inchiesta sulla Rimborsopoli bis del periodo 2008-2009, quando l’esponente azzurro era consigliere regionale. Anche se il gup potrebbe opporsi all’archiviazione. Si vedrà. Forza Italia da tempo ha fatto il suo nome e anche la Lega, attraverso le dichiarazioni del suo segretario piemontese e capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, ha dato piena disponibilità. Ora Chiamparino ha molto probabilmente  un nuovo avversario da affronatre il 26 maggio, oltre al candidato di M5S Bertola.

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Alberto Cirio: “Sciolgo la mia riserva. Ai leader della coalizione la scelta finale” 

«Ho atteso questo momento per una questione di serietà, perché per me era fondamentale riuscire a dimostrare la correttezza del mio operato  commenta Cirio.  Oggi sono nelle condizioni di sciogliere la mia riserva sulla candidatura per la presidenza della Regione Piemonte. Ho comunicato ai partiti della coalizione – Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia – la mia disponibilità e spetterà ora ai leader nazionali la decisione finale. Voglio però ringraziarli fin d’ora per la fiducia e anche la pazienza avuta in queste settimane. In particolare, ho molto apprezzato le attestazioni di stima del segretario piemontese della Lega e capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, e dell’on. Guido Crosetto. Se lo riterranno, sono  pronto a partire, consapevole che sarà una sfida difficile, perché gli avversari sul campo sono persone perbene e di tutto rispetto. Credo, però, che il Piemonte abbia bisogno di un profondo cambio di marcia. Ha bisogno di velocità. E io le scarpe da corsa le ho già ai piedi, perché per la mia terra non ho mai smesso di correre».

Scarcerati gli antagonisti arrestati per i disordini in città

Sono stati scarcerati gli undici manifestanti  arrestati sabato per i disordini provocati al corteo di protesta in seguito  allo sgombero del centro sociale L’Asilo di via Alessandria

 I manifestanti accusati di devastazione, saccheggio, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, oltre al lancio di ordigni esplosivi e al blocco stradale hanno avuto la riduzione della misura cautelare dalla custodia in carcere all’obbligo di presentarsi ogni giorno in caserma. Verso le 13 di oggi un tram della linea 4 con a bordo un gruppo di antagonisti che stava andando a manifestare in Comune contro la sindaca appendino, da loro definita “sceriffa” è stato fermato dalla Digos. 

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IL COMUNICATO DEL SINDACATO DI POLIZIA FSP

Scarcerati gli anarchici arrestati a Torino, Fsp Polizia: “Purtroppo non è una sorpresa. Vanificato il nostro lavoro. Introdurre il reato di terrorismo di piazza”

 

“Purtroppo non è affatto una sorpresa che gli arrestati per i fatti accaduti a Torino siano stati rimessi in libertà. Sospettati di reati gravissimi tornano tranquillamente alle proprie ‘faccende’ certi, probabilmente, che nulla accadrà loro nonostante abbiano messo a ferro e fuoco una città attentando alla vita degli operatori delle Forze dell’ordine presenti. Così un lavoro di oltre venti ore filate portato faticosamente a termine dai colleghi in quella giornata di ordinaria follia viene praticamente vanificato, perché i danni sono stati fatti, la città, i cittadini perbene e i poliziotti hanno pagato un prezzo altissimo, ma il solito messaggio che purtroppo passa è quello di una risposta dell’ordinamento che sembra quasi non tenerne conto. Continuiamo a ripetere che bisognerebbe introdurre il reato di terrorismo di piazza, che inasprisca le pene, le misure cautelari, gli strumenti di prevenzione, perché quanto accaduto a Torino, come in molti altri luoghi, non è una semplice manifestazione di scalmanati che hanno tenuto un comportamento un po’ sopra le righe. Si è trattato di una delle consuete azioni di guerriglia organizzata, messa in atto per un fine chiaro e preciso: devastare le cose, fare male alle persone, assalire chi portava l’uniforme. Fintanto che non si assumeranno le necessarie ferme contromisure specifiche per situazioni come queste, in cui ci troviamo di fronte criminali pronti a tutto, e di cui abbiamo avuto fin troppe prove, tentare di tamponarne la violenza rimarrà un’azione fine a se stessa. I poliziotti continueranno a tornare a casa con le ossa rotte, i delinquenti si ripresenteranno alla prossima manifestazione più agguerriti che mai. E ora non ci resta che attendere di vedere cosa accadrà nelle prossime ore, perché violenti e sovversivi hanno talmente in conto autorità e autorevolezza dello Stato da aver già programmato una nuova protesta per oggi”.     E’ quanto afferma Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, Federazione sindacale di Polizia, dopo la notizia della scarcerazione con il solo obbligo di firma per gli undici anarchici arrestati dalla polizia sabato scorso a seguito dei disordini scoppiati a Torino durante il corteo contro lo sgombero dell’Asilo di via Alessandria.

 

 

Banda dei lingotti, sequestrate società per 250 milioni

I carabinieri del comando provinciale di Torino hanno sequestrato società per un volume d’affari di 250 milioni di euro . L’operazione si è svolta in collaborazione con i militari dell’Arma di di Cosenza, Milano e Vercelli, nell’ambito di un’inchiesta che ha visto già  l’arresto di sei imprenditori torinesi. E’ stato eseguito un  decreto di sequestro preventivo per  i reati di riciclaggio, auto-riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori per  un totale di 29 società, del settore energetico e consulting finanziario,  per un’ottantina di conti correnti bancari, 25 carte  prepagate, automobili, negozi, contanti e lingotti d’oro per un valore di 2,5 milioni di euro. Tutto è partito dal ritrovamento di lingotti d’oro e contanti per un valore di 1,3 milioni di euro in un  box di un self storage. I carabinieri hanno smantellato un gruppo criminale che, in Italia e all’estero, ha costituito, con identità false, più di 20 società fantasma.

Molinari, Lega: “Analisi costi-benefici non è Vangelo”

“Non realizzarla non la ritengo un’ipotesi percorribile”, dice il capogruppo della Lega alla Camera e segretario piemontese del Carroccio Riccardo Molinari, intervistato da SkyTg24, a proposito dell’analisi costi-benefici sulla Tav. “Su diverse modalità di attuazione dell’opera” aggiunge “si può ragionare. ”E’ un’analisi tecnica come tante altre, non  il Vangelo”.

 

Molinari, Lega: "Analisi costi-benefici non è Vangelo"

“Non realizzarla non la ritengo un’ipotesi percorribile”, dice il capogruppo della Lega alla Camera e segretario piemontese del Carroccio Riccardo Molinari, intervistato da SkyTg24, a proposito dell’analisi costi-benefici sulla Tav. “Su diverse modalità di attuazione dell’opera” aggiunge “si può ragionare. ”E’ un’analisi tecnica come tante altre, non  il Vangelo”.
 

Tav: la Lega che fa, stacca la spina?

Di Ibis
L’ analisi costi benefici sul Tav Torino Lione è solo apparentemente una analisi tecnica sull’utilità o meno dell’opera, è piuttosto una presa di posizione politica del mondo contrario al Tav, dai puri e duri ai difensori delle lobby del trasporto su gomma e autostradale ( infatti compaiono anche i danni che ne possono derivare dal mancato pagamento delle accise sulla benzina e dei pedaggi ) . Le motivazioni ecologiche praticamente scompaiono: non sono considerate sufficienti, eppure gli ecologisti in gran parte militavano nel fronte No tav e si vedono scritto nero su bianco che è poca roba risparmiare il passaggio di migliaia di auto e Tir nella Valle di Susa con conseguenti scarichi venefici e sollevamento di polveri sottili.Come abbiamo già scritto , e come è stato più volte detto , se Cavour, e con lui il Parlamento subalpino ,avessero valutato in base alle potenzialità di traffico dell’epoca non avrebbero mai dato il via libera al traforo del Frejus. Quanti carri e carrozze scavallavano il Moncenisio? Quanti treni andavano da Torino a Genova?
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 E’ evidente che il Tav è l’ultimo baluardo di un movimento 5 stelle che perde vistosamente consensi e cerca di resistere nel ridotto dei puri e duri, mentre si appresta a negare l’autorizzazione a procedere contro Salvini e dovrà così far ingoiare un altro rospo alla sua base intransigente. Non gli resta che il Tav , dovendo cedere a denti stretti su Terzo valico e Tap, pedemontane e trivelle , e via dicendo. Intanto il movimento crolla clamorosamente nei sondaggi (che dicono anche che il 66% degli italiani è favorevole al Tav e solo il 25% e forse meno contrario.) .A Torino i sondaggi danno addirittura i 5 stelle al 13%, il 15% in Piemonte. Anche in Val di Susa si sa che i contrari al Tav sono minoranza. D’altronde la valle ha eletto un senatore leghista e un consigliere regionale favorevole come Ferrentino ( con le preferenze).
Il Piemonte e Torino rischiano grosso: la mancata realizzazione del Tav o il suo snaturamento sarebbero un danno grave e il Presidente Chiamparino ha detto che così “ si mette il Piemonte in un angolo”. In Consiglio regionale le forze favorevoli sono larga maggioranza. SI farà , ora, quel referendum, consultivo finchè si vuole, ma dal forte significato politico che darebbe la voce ai cittadini? A questo punto non si sa proprio come la Lega possa stare al governo: per fare qualche politica assistenzialista, una finta flat tax? Per ricevere i ringraziamenti del dittatore Maduro? Tutto il Nord , con la totalità delle associazioni produttive e la grande maggioranza del sindacato si è espresso. Quanto può durare la politica dell’eterna discussione per rinviare le decisioni? Come dice il proverbio a una certo punto “ i nodi vengono al pettine” e bisognerà decidere o pagarne il prezzo.
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Si è visto come sia ormai mobile l’elettorato italiano, pronto a dare e a togliere il consenso: lo ha pagato Berlusconi ma soprattutto lo hanno pagato la Lega di Bossi , Renzi, ora i 5 stelle. Quanto può durare il gioco delle tre carte di Salvini? La Lega staccherà la spina al governo per tornare alle elezioni? il governo giallo-verde d’altronde non è stato votato dagli italiani. La Lega era nel centro destra e su questa alleanza ha preso voti. Lo stesso centro-sinistra, che pare lentamente riprendersi, non può sostenere un governo con i 5 stelle : troppe le distanze programmatiche e, poi, la politica è impietosa : non si corre in soccorso dei perdenti.

Lo studio del ministero (come previsto) boccia la Torino – Lione

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Il verdetto è che “il progetto presenta una redditività fortemente negativa”. Queste  le conclusioni dell’analisi costi benefici sulla Tav  pubblicata  dal ministero delle Infrastrutture sul proprio sito. Secondo lo studio il saldo tra i costi e i benefici è pari a -6.995 milioni considerando i costi “a finire” (escludendo i soldi già ad oggi spesi) e a -7.949 milioni qualora si faccia riferimento al costo intero. La Tav avrebbe anche un impatto sulle finanze pubbliche degli Stati interessati superiore al totale dei costi di investimento e di gestione, ai quali vanno  sommate le minori accise che “portano il bilancio complessivo da 10 a 11,6 miliardi (flussi attualizzati) nello scenario “realistico” e a 16 miliardi in quello dell’ Osservatorio del 2011”. Commenta il Commissario Straordinario dell’Asse Ferroviario Torino-Lione, Paolo Foietta:  “si tratta di  una analisi truffa, fatta per far quadrare i conti in base a quello che vuole il padrone”.

Gariglio: “Il blocco Tav costa 75 milioni al mese”

Il deputato del Pd Davide Gariglio annuncia di avere “consegnato alla Corte dei Conti Ue la lettera di Telt, la società italofrancese incaricata della realizzazione della Tav, in cui sono quantificati in oltre 75 milioni di euro al mese i danni provocati dal blocco dei lavori e delle gare di appalto”. Il parlamentare dem dice che tale documento non era  ancora stato inviato all’organismo di controllo comunitario, il quale  “potrà quindi appurare ufficialmente che l’immobilismo del governo italiano sta creando spese oltre a quelle già stanziate e programmate che ricadranno purtroppo molto probabilmente sui cittadini italiani”. 

Gariglio: "Il blocco Tav costa 75 milioni al mese"

Il deputato del Pd Davide Gariglio annuncia di avere “consegnato alla Corte dei Conti Ue la lettera di Telt, la società italofrancese incaricata della realizzazione della Tav, in cui sono quantificati in oltre 75 milioni di euro al mese i danni provocati dal blocco dei lavori e delle gare di appalto”. Il parlamentare dem dice che tale documento non era  ancora stato inviato all’organismo di controllo comunitario, il quale  “potrà quindi appurare ufficialmente che l’immobilismo del governo italiano sta creando spese oltre a quelle già stanziate e programmate che ricadranno purtroppo molto probabilmente sui cittadini italiani”.