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Torino-Lione, pubblicati gli ''avis de marchés''

In videoconferenza tra Roma e Parigi il consiglio d’amministrazione di Telt, in la società che si occupa della Torino-Lione  ha dato l’ok all’unanimità alla pubblicazione degli ”avis de marchés” gli inviti a presentare candidatura sugli interventi dei lotti francesi del tunnel di base della Tav. I dieci consiglieri aventi diritto di voto hanno dato voto positivo, in  presenza del rappresentante dell’Unione Europea. La decisione di pubblicare gli avvisi  era stata anticipata dalla società italo-francese nella lettera  al premier Giuseppe Conte, per rientrare nel termine del 31 marzo per la presentazione alla Commissione europea del finanziamento per il 2019.

Sgombero al Moi: tocca alla palazzina blu

Al via da questa mattina la terza tappa dell’operazione di sgombero del Moi, che riguarda la liberazione della palazzina blu, abitata da circa 200 migranti . Nei mesi scorsi l’intervento ha riguardato le  cantine e la palazzina arancione. Lo “sgombero dolce” rientra in un progetto di ricollocazione dei migranti promosso da Prefettura, Questura, Comune di Torino, con la Diocesi, la Regione e la Compagnia di San Paolo. La sindaca Chiara Appendino scrive sui social:   “Le procedure si stanno svolgendo nella collaborazione di autorità e occupanti, che  verranno seguiti in percorsi di inclusione”. Il Ministero dell’Interno ha reso disponibili 800 mila euro da impiegare.

Non piove più: fiumi e laghi in sofferenza

Il caldo insolitamente elevato  di febbraio e di questo principio di marzo preoccupa gli agricoltori piemontesi, a causa della siccitàIl verificarsi periodicamente di eventi estremi, sfasamenti stagionali, piogge brevi ed intense,  il  rapido passaggio dal maltempo alla siccità sono fenomeni dannosi. Intanto il fiume  Po, osserva Coldiretti, “è come in piena estate” e sul  Lago Maggiore rispetto alla media del periodo mancano circa 100 milioni di metri cubi di acqua. Il presidente dell’associazione agricola Roberto Moncalvo esprime timore per le riserve idriche  necessarie per i prossimi mesi. Se torna  il freddo  la vite, le pesche e le albicocche potrebbero essere irreparabilmente danneggiate. Un andamento anomalo che  conferma la presenza cambiamenti climatici per i quali urge adottare, dicono gli agricoltori, un’adeguata azione di gestione del rischio.
 
 

I partiti restino fuori dal comitato delle "madamin"

Di Pier Franco Quaglieni
La manifestazione di oggi per la Tav in piazza Carignano, considerati i tempi molto ristretti in cui è stata programmata, e’ stata un successo. E’ stato importante ritrovarsi sotto Palazzo Carignano sede del Parlamento subalpino e del primo Parlamento italiano che vide Cavour protagonista. Cavour fu lo statista che volle il traforo del Freyus ,sapendo guardare con lungimiranza , a metà Ottocento ,all’Europa e all’Italia futura. I piccoli uomini di oggi non riescono neppure a guardare all’oggi. Sono omuncoli che possono riempire dei loro nomi le cronache contingenti .Cavour era un gigante.  Nota stonata della manifestazione le quattro bandiere radicali di Bonino con un Silvio Viale che non perde mai l’occasione per essere invasivo e inopportuno . Gli organizzatori dovevano imporre di rimuovere le bandiere di partito senza eccezioni. Viale tenta da sempre di trovare il modo di sgomitare ed io stesso sto facendo il suo gioco citandolo. Anche il presidente uscente della Regione non ha saputo essere abbastanza istituzionale: le elezioni regionali sono alle porte.  Le madamine possono essere contente, ma devono essere caute e fermissime nel tutelare l’indipendenza del Comitato che deve restare rigorosamente apartitico in quanto la Tav riguarda tutti e molti dei presenti a questi incontri non sono militanti politici. 
 
 

Tav, botta e risposta tra Salvini e Di Maio

Mentre le madamin tenevano il loro flash -mob pro-Tav  in piazza Carignano, dove lo statista Cavour, insigne uomo di governo sabaudo  avviò il progetto del Fréjus, i governanti italiani di oggi si scambiavano battute sulla Torino-Lione: “Qui nessuno vince o  perde, la Lega governa perché vincano gli italiani”, ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini a proposito della lettera  del premier Giuseppe Conte che intima a Telt – la società italo-francese che si occupa del  treno ad alta velocità di non procedere con i bandi di gara. A Salvini replica Di Maio: “Giocare a chi ha la testa più dura? E’ folklore, folklorismo. Io voglio  dare tranquillità agli italiani e non  sempre tensione. Oggi abbiamo ottenuto un grande successo, il rispetto del contratto di governo che non è un successo per una delle parti politiche ma per tutti gli italiani. E’  rispetto dei soldi delle tasse  pagate: abbiamo chiesto di non vincolare i  soldi degli italiani a un’opera messa in discussione da un’analisi costi-benefici”.

Tav, contrordine: i bandi non partono

Notizie trapelate da Palazzo  Chigi facevano pensare, come riportato da numerosi giornali, ad un via libera ai bandi sulla Tav. Ma dal governo giunge invece notizia che si vada verso un rinvio e che lunedì i bandi  non partiranno. La lettera inviata alla società Telt dal governo  ferma infatti l’approvazione di avvisi per la costruzione del tunnel di base della Torino-Lione.

Azioni legali degli imprenditori se non partono i bandi tav

Se  lunedì non dovessero partire i bandi della Tav le categorie produttive torinesi sono pronte ad intraprendere azioni legali. Lo hanno annunciato i rappresentanti degli imprenditori al termine della riunione con i parlamentari piemontesi. Gli uffici legali delle associazioni di categoria valuteranno  le azioni possibili nell’ipotesi in cui non venissero pubblicati i bandi nei termini previsti, o  messe in atto procedure volte a rallentare o contrastare il completamento dell’iter  della realizzazione dell’opera.

Il Governo stanzia i fondi per le finali Atp

Il sottosegretario Giancarlo Giorgetti ha firmato il decreto del governo che stanzia 78 milioni di euro per le finali Atp a Torino. Commenta l’esponente leghista: ” è un fatto positivo per il nostro sport e anche per le ricadute economiche sul territorio”. Soddisfatta la sindaca di Torino, Chiara Appendino:  “È stata dura ma Torino ci ha creduto fin dall’inizio e seguiremo la vicenda con ancora più attenzione, Torino ci proverà fino all’ultimo come abbiamo già fatto in queste settimane”.

Salvini: "L'opera si farà e il governo va avanti"

Nell’intervista radiofonica su Rtl il ministro dell’Interno Matteo Salvini aggiorna gli ascoltatori sulla vicenda Tav: “Nel contratto c’è la revisione dell’opera che è giusta, si possono tagliare spese, strutture, è giusto chiedere più contributi all’Europa e alla Francia. Non si può fermarla, conto che il buon senso prevalga, la scelta va fatta”. Aggiunge il vicepremier, riferendosi a Di Maio, che gli ha dato dell’irresponsabile ed è contrario all’opera: “Sono coerente e poi Luigi parlava ai suoi. Non mi scandalizzo, ho sempre lavorato per riavvicinare le posizioni, devono partire i bandi, a me interessa quello. Questo Governo andrà avanti, sono contento di quanto ha fatto in questi mesi,”.
 
Clelia Ventimiglia

TAV, la storia infinita di una grande opera

Di Ibis
Non si sa che cosa partorirà la trattativa a oltranza fra la Lega e i 5 stelle sul Tav Torino-Lione. Una trattativa che, comunque vada a finire, ha qualcosa di surreale. Da un lato i 5 stelle contestano quello che in tutto il mondo si va facendo: cioè potenziare le linee ferroviarie veloci per spostare dalla strada alla ferrovia molto del traffico merci e passeggeri, correndo dietro a quelli che sembrano isterismi e superstizioni. Dall’altro la Lega potrebbe piegarsi a qualunque compromesso pur di stare al governo, anche in pratica snaturando l’opera che allora sì diventerebbe uno spreco.
Su tutto aleggia una analisi costi benefici ormai totalmente screditata ( basti leggere gli approfondimenti pubblicati da quotidiani come La Stampa e il Corriere della sera) che non computa fra i benefici nemmeno gli evidenti vantaggi per l’ambiente, con il consenso degli ecologisti più radicali, altro aspetto surreale della vicenda.
E Torino e il Piemonte aspettano con il fiato sospeso, perché rischiano di perdere o veder snaturata una infrastruttura vitale e sfumare migliaia i posti di lavoro nei prossimi 10 anni. Come si sa, la città sprizza salute e se lo può permettere…
Chiarite le responsabilità degli attori attualmente al governo, non si deve dimenticare che  la prima intesa tra Italia e Francia risale al 1992, il primo studio di progetto è del 1996. Della Torino-Lione si parla, dunque, da quasi trent’anni. Se è una sciocchezza dire che allora è un’opera vecchia ( come può diventare vecchio un collegamento veloce che colleghi l’Europa da Ovest a Est?) però qualcuno ha la responsabilità di non averla fatta in un periodo così lungo, tanto che il Tav Torino-Lione doveva già essere in funzione. Pensiamo che il traforo del Frejus fu concluso in soli 9 anni dall’inizio dei lavori e con i mezzi di allora.
Le responsabilità sono di tanti, in primo luogo dei governi che si sono succeduti, che non erano contrari ma se ne occupavano con distratta lontananza. Il Piemonte , d’altronde , proprio in questi anni perdeva peso politico in maniera drammatica. Così si succedevano tavoli di concertazione, di studio, di ascolto, di mediazione con una minoranza esigua di popolazione contraria; così la prima società che se ne occupò “Alpetunnel” non combinò praticamente nulla ( se non dare stipendi a dirigenti delle ferrovie) e mentre la sede francese era a Chambery, quella italiana era a Roma , con una scelta che già la diceva lunga sull’attenzione a un territorio, quello della Vale di Susa , che avrebbe dovuto subito percepire i vantaggi dell’opera in materia di lavoro e investimenti, compensazioni ecc. cc. Invece nulla.
Poi arrivò il buon Virano, che a un certo punto è sembrato proprio ” menare il can per l’aia” e lo fece così bene e così a lungo che l’opera per parte italiana andò avanti a passo di lumaca. Passarono i governi regionali di Ghigo, Bresso , Cota e quelli nazionali di Centro-destra e Centro-sinistra. Ancora tavoli e ancora revisioni, così , come troppo spesso in Italia, il tav Torino-Lione è diventata una eterna incompiuta. In questo modo si è dato fiato a una minoranza rumorosa e talvolta violenta che ad oggi non avrebbe nulla da eccepire usufruendo lei stessa dei vantaggi di questa infrastruttura. La discussione ricorda quella che alla fine degli anni 70 fu fatta a Torino sulla metropolitana: con la giunta di sinistra guidata da Diego Novelli che non la volle fare agitando lo spettro della “banda del buco” e analisi costi benefici ( guarda guarda…) che bloccarono un’opera che oggi più nessuno contesta, ma che fu fatta con 20anni di ritardo. La storia non insegna nulla?