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Gara di solidarietà per ridare braccia e gambe a una bimba

Gli ospedali Regina Margherita e Cto di Torino per restituire mani e braccia ad una bimba gravemente ustionata proveniente dal Senegal, grazie ad una staffetta di solidarietà tutta torinese
 

S. è nata in Senegal 4 anni e mezzo fa. All’età di un anno e mezzo la piccola rimaneva vittima di un grave incidente domestico: durante la preparazione del pranzo, la bambina si avvicinava ad una pentola contenente acqua bollente e cadendo vi immergeva entrambi gli arti superiori ed il torace.La piccola veniva immediatamente condotta e ricoverata presso l’ospedale di Dakar (Université Cheikh Anta Diop de Dakar), dove venivano riscontrate ustioni di 2° e 3° grado profondi. Subito ricoverata nella Rianimazione dell’ospedale, veniva poi trasferita presso il reparto di Chirurgia pediatrica e sottoposta a plurimi interventi chirurgici. Durante gli 8 mesi di ricovero, non potendo la famiglia sostenere le cure mediche a pagamento, uno zio materno, residente a Torino, grazie al prezioso aiuto della Farmacia Palatina di corso Regina Margherita, riusciva a procurare materiale necessario per le medicazioni ospedaliere in Dakar. Nei mesi successivi per la carenza di strutture adeguate e nell’impossibilità di accedere ad altre cure in Senegal, le zone ustionate di S. iniziarono ad evolvere in cicatrici sempre più gravi, che hanno bloccato la maggior parte dei movimenti degli arti superiori inglobando di fatto, anche la mano destra e parte della sinistra in un’enorme cicatrice (come da foto allegate).
Sempre tramite la sopracitata Farmacia Palatina il caso veniva presentato all’Associazione Kaleidos@Torino, che iniziò ad impegnarsi per il trasferimento della piccola presso la Chirurgia pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino, per darle la possibilità di recuperare al meglio l’uso degli arti superiori e delle mani.L’associazione Kaleidos@Torino, tramite il progetto di Accoglienza e Cura, nei due anni successivi grazie ad un tenace sforzo organizzativo e di sostegno alla famiglia, è riuscita a far giungere la bimba e la sua mamma a Torino nel marzo scorso.Subito ricoverata presso il Centro Ustioni del reparto di Chirurgia pediatrica del Regina Margherita (diretta dal dottor Fabrizio Gennari), gli specialisti chirurghi pediatri, in particolare le dottoresse Maria Grazia Cortese, Patrizia Magro e Valeria Malvasio, con il fondamentale contributo del dottor Maurizio Stella, direttore del Centro Grandi Ustionati dell’ospedale CTO e tra i maggiori esperti di trattamento degli esiti cicatriziali da ustione, hanno pianificato il lungo e complesso percorso di cura della bimba.Attualmente dopo i primi due impegnativi interventi chirurgici, S. ha recuperato la possibilità di muovere il braccio e la mano sinistra ed ora, oltre ad un intenso percorso riabilitativo, affronterà ulteriori interventi per poter recuperare al massimo l’uso dell’arto e della mano destra, così che possa tornare alla sua vita di bambina nelle migliori condizioni possibili, grazie non solo alle sinergie professionali che la Città della Salute e della Scienza di Torino può mettere in campo per affrontare problematiche complesse, ma anche a quella forza silenziosa di attenzione umana e volontariato che una città operosa e discreta come Torino riesce continuamente ad esprimere.
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Atp finals, impatto da mezzo miliardo di euro

La sindaca di Torino, Chiara Appendino, padrona di casa alla presentazione, avvenuta  a Palazzo Madama di Torino delle Atp Finals, che si terranno in città dal 2021 al 2025 ha detto: “Siamo felici e orgogliosi: queste le due parole chiave che rappresentano ciò che la città e anche io stiamo vivendo. Torino saprà organizzare un evento meraviglioso. Un  grazie al governo che ha creduto nelle  nostre potenzialità  per lo sport e il tennis. E grazie anche al presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino che ha fatto un grande lavoro silenzioso, alla giunta e al consiglio regionale”. Nei cinque anni “torinesi”, 2021- 2025, le Atp Finals potrebbero superare il numero dei biglietti venduti, circa  900 mila. Saranno in collegamento televisivo 180 paesi e l’impatto economico oscillerà nell’intero periodo tra i 400 e i 500 milioni di euro.

Torino si presenta come capitale del tennis mondiale

ll logo delle Atp Finals, il più importante torneo di tennis dopo il Grande Slam, che sarà di scena dal 2021 al 2025 a Torino, illuminerà questa  sera la Mole Antonelliana,  in occasione della presentazione del torneo, a Palazzo Madama, oggi, con il presidente della Federazione Italiana Tennis Angelo Binaghi,  i sottosegretari Giancarlo Giorgetti e Simone Valente e naturalmente la sindaca di Torino, Chiara Appendino, da sempre appassionata di tennis. Intervengono il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, e della Camera di Commercio, Vincenzo Ilotte.

Salvini apre la campagna elettorale

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Matteo Salvini prima a Biella e poi a Torino ha dato il via alla campagna elettorale della Lega in Piemonte. Il vicepremier e ministro dell’Interno dice a proposito della Tav: “Se in Piemonte vince la Lega, si farà” e poi aggiunge: “una Lega forte a Roma e in Piemonte, significa che la regione sarà collegata al resto d’Europa”. Replica a distanza Chiamparino: “il governo Conte-Salvini-Di Maio, di cui è azionista di maggioranza, ha bloccato tutto”. Il comizio torinese del leader leghista si è tenuto in piazza Carlo Alberto in presenza del segretario regionale del Carroccio Riccardo Molinari e dei candidati alle Regionali.
Clelia Ventimiglia
(Foto cv – il Torinese)
 

Regionali: presentate tutte le liste e il listino di M5S

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Sono 15 le liste presentate per le   Regionali e cinque i candidati presidenti. Massimiliano Panero di Casapound Destre Unite, ad oggi è escluso poiché la commissione elettorale ha bocciato la lista, ma lui farà  ricorso al Tar. Sergio Chiamparino è sostenuto da sette liste del centrosinistra: Pd, Moderati, +Europa Si Tav, Chiamparino per il Piemonte del Sì, Demos, Liberi Uguali Verdi e L’Italia in Comune. Alberto Cirio, assessore nella precedente legislatura regionale di Roberto Cota, è  candidato per il centrodestra, sostenuto da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Udc e Sì Tav Sì Lavoro per il Piemonte nel Cuore. Si presenta alle Regionali anche il Popolo della Famiglia di Adinolfi, con Valter Boero, docente universitario, per la carica di presidente. Intanto il candidato alla presidenza della Regione, Giorgio Bertola, di M5s, ha presentato il proprio listino di candidati e si è detto “orgoglioso di presentare rappresentanti di tutte le otto province, tutte le età e professioni, persone convinte della necessità di un cambiamento sociale. E spero anche sia l’ultima volta che in Piemonte si debba presentare un listino: noi crediamo che i 50 consiglieri debbano essere eletti direttamente dai cittadini”. Nel listino pentastellato  ci sono 7 uomini e 3 donne. La più giovane, Roberta Cavuoti,  ha 26 anni, ed è esperta in materia tributaria e fiscale. Il più anziano è invece Giuseppe Paschetto, professore di matematica di Biella di 64 anni.
 
Clelia Ventimiglia

Il tempo migliora, vento e pericolo valanghe in montagna

Su Torino e Piemonte, dopo le piogge degli ultimi giorni, il tempo migliora. La perturbazione che  ha portato rovesci e temporali sta abbandonando la nostra regione Secondo le previsioni di  Arpa Piemonte, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, si verificherà in queste ore una progressiva attenuazione dei fenomeni e un miglioramento grazie al vento di foehn nelle vallate alpine. Con la pioggia dei giorni scorsi sono saliti i livelli dei corsi d’acqua,  in particolare nel settore settentrionale della regione. Le nevicate in montagna  sono accompagnate dalla ripresa dell’attività delle valanghe. Il pericolo è di grado 4 forte su Alpi Pennine e Alpi Lepontine, e varia da 2 moderato a 3 marcato sul resto della regione.

Sicurezza, sui treni i controlli straordinari per le festività

Il Compartimento Piemonte e Valle d’Aosta ha assicurato, fin dalla chiusura delle scuole, una presenza significativa degli operatori nelle stazioni e sui treni per garantire ai viaggiatori partenze serene e rientri altrettanto tranquilli.

Nel lungo week-end pasquale sono state 1.786 le persone controllate, di cui 622 straniere e 6 indagate in stato di libertà; 198 le pattuglie impiegate in stazione e 57 quelle a bordo treno; 162 i treni scortati e 15 i servizi antiborseggio per il contrasto in particolare dei furti in danno dei viaggiatori. Tre le sanzioni elevate, di cui una al regolamento di Polizia Ferroviaria e due al Codice della Strada.
 
Diverse, circa una quindicina e riconducibili al maggior flusso di passeggeri registratosi in questi giorni, le richieste di Capi treno, in massima parte relative a persone moleste o prive di titolo di viaggio, risoltesi senza strascichi per l’intervento immediato delle pattuglie di Specialità.
 
I servizi svolti nelle due maggiori stazioni di Torino, Porta Nuova e Porta Susa, hanno visto, come preannunciato, l’affiancamento agli Agenti della Polfer, di contingenti del Reparto Mobile e di unità cinofile antidroga e antisabotaggio, resi disponibili dalla Questura.
 
L’attività di prevenzione riguardo alle aggressioni in danno di capi treno, il lungo ponte delle festività, non ha fatto registrare episodi significativi, grazie anche alla sinergia tra Uffici della Specialità dislocati sul territorio regionale. Lo dimostra quanto accaduto nella mattinata della vigilia di Pasqua, lungo la tratta Asti-Alessandria: il capo treno di un regionale proveniente da Torino e diretto a Genova, appena ripartito dalla stazione di Asti, ha richiesto l’intervento della Polfer, tramite il Centro Operativo del Compartimento per un passeggero straniero privo di biglietto che lo aveva spintonato durante il controllo. Gli Agenti del Posto Polfer di Asti hanno immediatamente contattato il Capo Treno e, raccolte le prime informazioni, hanno allertato i colleghi di Alessandria che hanno atteso il convoglio all’arrivo. L’uomo, un nigeriano di 20 anni, irregolare sul Territorio Nazionale, è stato denunciato per resistenza a Pubblico Ufficiale.

Servizi di prevenzione sono stati assicurati anche sui treni da e per la Liguria, con controlli mirati svolti in collaborazione con la Polfer ligure e dispositivi predisposti nelle stazioni di Torino Porta Nuova, Trofarello e Fossano che hanno consentito di attuare un’azione incisiva di contrasto ai comportamenti illeciti sia a bordo treno che negli scali ferroviari. I servizi così rafforzati proseguiranno sino a tutta la prima settimana del mese di maggio.
 

Liberazione: Appendino e Chiamparino critici sulle assenze

CIRIO IN VISITA ALLA PARTIGIANA ERMINIA DI 111 ANNI
Il presidente della Regione, Sergio Chiamparino e la sindaca di Torino, Chiara Appendino criticano l’assenza dei rappresentanti di centrodestra, in particolare leghisti, sulla scia delle decisioni del vicepremier Salvini,  alle manifestazioni per il 25 aprile che, dice Chiamparino “dovrebbe essere la festa di tutti quelli che si riconoscono nella Costituzione. Perciò sono stato molto colpito dalle assenze nelle iniziative istituzionali torinesi. Non è tollerabile che forze politiche che rappresentano la nazione, non sentano il dovere di onorare e ricordare chi è morto per la libertà di cui anche loro usufruiscono”. Secondo la sindaca, certe assenze non sono un bel segnale per le istituzioni che hanno il compito di “non perdere pezzi di memoria e di far sì che certi errori non si commettano  più”. Replica la parlamentare di Forza Italia Daniela Ruffino: “sbaglia Sergio Chiamparino a dare vita al derby presenti o assenti, la tolleranza di cui parla si deve esplicitare in un messaggio che evidenzi  il 25 aprile come festa per la quale migliaia di italiani, di diverso orientamento politico e ideale, hanno combattuto fino al sacrificio supremo della vita.  Esattamente 10 anni fa, da Onna, sulle macerie del terremoto, il presidente Berlusconi lanciò il suo appello alla pacificazione chiamando tutti gli italiani, senza distinzione politica, a festeggiare il 25 aprile”. “Oggi è un giorno importante che celebra la Libertà e la Democrazia nel nostro Paese. Valori che per noi sono scontati, ma per i quali dobbiamo dire grazie a tutti coloro che si sono battuti per la loro conquista. Grazie è la sola parola che mi sento di dire in un giorno che dovrebbe restare fuori dalle polemiche”. Così Alberto Cirio, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Piemonte, che ha commemorato il 25 aprile nella sua Alba (Cuneo), Medaglia d’Oro al Valor Militare per la Resistenza ed è andato a fare visita alla partigiana Erminia  che , afferma il candidato: “con i suoi 111 anni compiuti il 23 aprile non è solo la più longeva del nostro Piemonte, ma anche una testimonianza viva e reale di quei giorni di guerra”.
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Tennis, Atp Finals: vince Torino

E’ fatta: le Atp Finals si terranno a Torino dal 2021 al 2025, è di poco fa la decisione dell’associazione giocatori. Si tratta del più importante torneo professionistico di tennis dopo le quattro prove del Grande Slam  e si disputerà nel capoluogo piemontese che ha battuto le candidature di  Londra, Tokyo, Singapore e Manchester. Si stima tra i 120 e i 150 milioni, ogni anno, il ritorno economico per la città. Negli ultimi nove anni, le Finals hanno portato a Londra oltre due milioni e 300 mila persone con, ogni anno, presenze sempre superiori alle 250 mila e sono state registrate in media 101,9 milioni di visualizzazioni sui canali social, realizzate 10 milioni di riproduzioni video e sono state 96 milioni le persone che hanno seguito l’evento in televisione. Felice la sindaca Chiara Appendino: “Torino is in”, scrive su Twitter. “La chiave del successo di Torino – aggiunge – risiede nella qualità di una proposta eccellente e innovativa”. 

Il senso del 25 aprile

di Marco Travaglini

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Il giorno della Liberazione, che si celebra quest’anno per la 74° volta, è una ricorrenza importante. Ha rappresentato per l’Italia il momento della rinascita. La mia generazione è stata fortunata

Ha potuto apprendere da chi l’aveva vissuto in prima persona lo “spirito del tempo” di quell’epoca drammatica: la tragedia della dittatura fascista, la guerra, l’armistizio dell’8 settembre ’43, l’occupazione tedesca e la Repubblica di Salò, le imprese coraggiose e spesso disperate della Resistenza fino all’arrivo degli alleati e alla Liberazione. Quel 25 aprile rappresentò un momento catartico di rabbia e gioia, di orgoglio, forza e riconquistata dignità. Le testimonianze dirette di coloro che hanno scritto pagine importanti di quel periodo storico, di persone note e meno note che hanno restituito la libertà e la dignità al nostro Paese ci hanno consentito, più dei libri, di conoscere e di assorbire quella grande lezione di speranza e volontà di rinascita. Questa ricorrenza che, negli ultimi anni sembra aver assunto i caratteri ludici di una festa svuotata dai valori veri, ci deve, invece, parlare del sacrificio di tanti uomini e donne, di tanti giovani che ebbero la forza di dire “no” al regime totalitario che stava distruggendo l’Italia, ci deve evocare piccole e grandi storie di persone semplici che diedero la vita per la libertà. La Resistenza si espresse in molti modi. Ne furono protagonisti gli operai che scesero in campo contro la dittatura nel marzo del ’43, astenendosi dal lavoro; i militari che, dopo l’8 settembre si opposero alle forze che volevano sopraffarli e i civili che, in tante città, decisero di unirsi a loro attraverso mille forme di sostegno, solidarietà e appoggio. Fu Resistenza quella di centinaia di migliaia di militari deportati che preferirono una durissima prigionia al ritorno in Italia al servizio della dittatura. Fu Resistenza la spontanea mobilitazione di  gran parte della popolazione e, in particolare, di quella femminile, tesa a salvare e proteggere militari e civili alla macchia, prigionieri alleati evasi dai campi di prigionia, ebrei perseguitati e minacciati di sterminio. E fu punta avanzata della Resistenza la lotta armata delle unità partigiane nelle città, nelle pianure, sulle colline e sulle montagne.
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Il Piemonte racchiude in sé tante di queste storie. Non a caso il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito alla Regione Piemonte la medaglia d’oro al Merito civile per gli esempi di solidarietà umana mostrati dalla popolazione piemontese all’epoca della guerra di Liberazione. Una motivazione importante, che rende onore ai piemontesi: “Le comunità dell’attuale Regione Piemonte, nella loro profonda fede in un’Italia libera e democratica, sconvolte dalle feroci rappresaglie dell’oppressione nazi-fascista, con indomito spirito patriottico contribuirono, offrendo numerosi esempi di generoso spirito di solidarietà umana, alle vicende che, in particolare dopo l’8 settembre 1943, portarono alla liberazione e alla ricostruzione di quel territorio. Fulgido esempio di lotta comune, orientata alla conquista della libertà e della democrazia…”. Nelle città e nelle valli del Piemonte molti giovani rifiutarono di arruolarsi nell’esercito della Rsi ed entrarono a far parte delle brigate partigiane. Sarebbe giusto e importante che i nomi di quei ragazzi che persero la vita, di quei militari che non tradirono il giuramento d’onore, di quegli antifascisti che si opposero e che furono deportati non restassero soltanto segni incisi sulle lapidi e venissero ricordati, senza indulgere nella retorica, come un esempio per le generazioni future. Il passato, le nostre radici, le storie delle generazioni che ci hanno preceduto devono rappresentare un punto di partenza per affrontare le difficoltà del presente e le sfide del futuro, devono essere radici profonde che consentiranno ai giovani di continuare a lottare per un mondo più libero, più giusto che non discrimini nessuno e che conceda un’opportunità di riscatto a tutti. Spesso quella storia non viene rappresentata nel giusto modo, relegandola a un ricordo lontano nel tempo, sfocato e sbiadito come una vecchia foto. Eppure festeggiare il 25 aprile equivale a ribadire l’importanza della lotta di Liberazione come atto fondativo dell’Italia contemporanea, ricordando che i protagonisti di allora si batterono perché tutti potessero diventare e restare uomini e donne liberi.
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Il 25 aprile è un ricordo che può rimanere attuale a patto che si mantengano vivi, presenti e concreti i valori che animarono quella stagione di ribellione e impegno, a partire dai due fondamenti e cioè libertà e giustizia. Cosa sarebbe successo se in Italia non ci fosse stata la Resistenza – di qualsiasi tipo, civile e militare, attiva e passiva – e se la guerra di liberazione fosse stata condotta soltanto dall’esercito vittorioso degli alleati anglo-americani? La fine dell’incubo avrebbe avuto il sapore della disfatta, dell’umiliazione e della vergogna; vergogna della collaborazione, compartecipazione alla sconfitta, corresponsabilità collettiva all’orrore da parte di chi non ebbe il coraggio di opporsi, di protestare, di “scegliersi la parte”, per dirla con Beppe Fenoglio. Non ci sarebbe stato nulla da festeggiare, nessun valore da trasmettere,nessun esempio da mostrare.Invece ricordi e documenti riportano alla mente e agli occhi le immagini di quel 25 aprile del 1945: schiere di giovani, allegri e fieri, che rientravano nelle città convinti di avere riconquistato la patria e il futuro, di essersi riscattati dalla vergogna del regime, di essere tra i protagonisti, sul piano morale e simbolico, della liberazione. L’energia e la speranza caratterizzarono quel periodo, insieme alla voglia di ricostruire e all’orgoglio di potercela fare.
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Oggi, in Italia come in Europa, servono questi valori. Nessun revisionismo potrà mai cancellare le immagini di ragazzi in festa che hanno riconsegnato a tutti una Repubblica libera, lasciandoci in eredità l’orgoglio della nostra cittadinanza e della nostra carta Costituzionale, entrata in vigore nel gennaio del 1948 e universalmente riconosciuta come uno dei testi più belli e più alti sulla libertà e i diritti dell’individuo. Ai quattro angoli del mondo di oggi continuano a ripetersi episodi di violenza e a consumarsi  ingiustizie. Ci sono uomini che perseguitano, torturano, umiliano, uccidono altri uomini e questa è la dimostrazione che non si è imparato nulla dagli orrori e dai lutti del passato. La libertà, la giustizia e la democrazia non sono qualcosa di scontato. Di norma ci si accorge di quanto siano importanti nel momento stesso in cui vengono a mancare. Ecco perchè l’unico vero modo di festeggiare il 25 aprile è quello di ricordare sempre che la nostra possibilità di scegliere, di dire quello che pensiamo, di scrivere quello che sentiamo ci è stata regalata dal sacrificio e dal coraggio di chi seppe scegliere una parte anziché l’altra più di settant’anni fa. Siamo abituati a considerare le nostre libertà quotidiane come qualcosa di scontato, di naturale. In questo giorno denso di significati per il nostro Paese dovremmo fermarci, invece, a riflettere sul destino di coloro ai quali tutto questo è ancora negato, di chi rischia la vita per scrivere il suo “verso”, di chi, umiliato, offeso, schiacciato, ma non vinto, affronta il suo disperato viaggio della speranza per approdare in una terra libera.