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Commercio, in Piemonte fatturato e addetti viaggiano a velocità ridotta

La fotografia scattata dall’Osservatorio sui bilanci delle SRL – Focus Settore Commercio pubblicato dal Consiglio e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti

(www.fondazionenazionalecommercialisti.it)

CRESCONO IN ITALIA FATTURATO (+5,8%) E ADDETTI (+3,3%) MENO IN PIEMONTE: RISPETTIVAMENTE (+4,5%) E (+1,8%)

Il Sud è la macroarea con la performance superiore: gli incrementi di fatturato e e del valore aggiunto sono uguali e i più alti (+6,3%).

 

Cresce ancora, ma rallenta rispetto all’anno precedente, la performance delle SRL nel settore commercio: in Italia nel 2018 sono aumentati gli addetti (+3,3%) e il fatturato (+5,8%) ma in frenata rispetto ai dati dell’anno precedente che registravano un incremento del +4,5% per gli addetti e del +6,5% per il fatturato. Una decelerazione più decisa nel caso del valore aggiunto, la cui crescita si riduce della metà, passando dal +6,5% al +3,5%.  In particolare il Piemonte viaggia ad una velocità ridotta con una crescita del fatturato del +4,5% e degli addetti del +1,8%. Questa la fotografia del comparto scattata dall’Osservatorio sui bilanci delle SRL – Focus Settore Commercio pubblicato dal Consiglio e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti. L’analisi sulla base della banca dati AIDA –Bureau Van Dick ha riguardato i bilanci di quasi 112.000 srl afferenti al settore commercio, pari ad un quarto del totale di srl attive.

Il risultato migliore in termini di fatturato è stato ottenuto tra le Srl del Commercio all’ingrosso (+6,4%) seguite dalle Srl del Commercio e della riparazione di autoveicoli e motocicli (+5%) e da quelle del Commercio al dettaglio (+4,7%). Nessuno registra un calo dei ricavi, solo un comparto, quello del commercio al dettaglio di articoli culturali e ricreativi in esercizi specializzati, registra una crescita inferiore all’1% (+0,8%).

A livello geografico, limitando l’osservazione all’andamento del fatturato e del valore aggiunto e tenendo conto solo delle Srl con patrimonio netto e risultato d’esercizio positivi, le affermazioni migliori relative ai bilanci 2018 si registrano nel Nord-est e nel Sud. Qui, in particolare, la crescita del fatturato e quella del valore aggiunto sono uguali e le più alte (+6,3%). Nel Nord-est, la crescita del fatturato è pari a +6,2%, mentre quella del valore aggiunto è pari a +4,5%. Da segnalare, invece, il calo del valore aggiunto tra le Srl del settore Commercio dell’Italia centrale (-1,9%).  Nel dettaglio, la Campania è la regione dove si registra la migliore prestazione in termini di fatturato (+7,6%), seguita da Abruzzo (+6,7%), Veneto e Lazio ( entrambi +6,6%) mentre la maglia nera va al Friuli Venezia Giulia (+2,7%) preceduta da Toscana (+3,3%) e Sardegna (+3,8%). Relativamente agli addetti la crescita più sostenuta si osserva in Friuli Venezia Giulia (+7,5%) e Puglia (+7%)  che doppiano il dato italiano, negative le variazioni in Molise (-0,6%) e Sicilia (-3,2%)

Per quanto riguarda le classi dimensionali soffrono le piccole aziende. Le microimprese, quelle al disotto dei 350.000 euro di fatturato segnano un calo sia degli addetti (-3,8%) che del fatturato (-2,1%) a fronte di una impennata delle grandi che con un incremento del +6,8% degli addetti e del +8,7% dei ricavi vanno ben oltre la media nazionale.

Torna il Festival del giornalismo alimentare

Torino, 20-21-22 FEBBRAIO 2020:
POLITICHE DEL CIBO, SOSTENIBILITÀ DELLE FILIERE E CIBO DEL FUTURO:
TORNA IL FESTIVAL DEL GIORNALISMO ALIMENTARE


È giunto alla quinta edizione l’appuntamento che riunisce centinaia di professionisti della
comunicazione e dell’informazione in ambito alimentare. Grandi temi di attualità e trend
futuri al centro del dibattito. Comune denominatore: informazione di qualità.
Dal 20 al 22 febbraio 2020, Torino tornerà ad essere capitale del dibattito culturale nazionale sul cibo e
l’alimentazione con la quinta edizione del Festival del Giornalismo Alimentare, che dal 2016 si è
consolidato come una delle manifestazioni di rilievo nazionale, sia del «mondo alimentare» che del
«mondo della comunicazione» e del giornalismo, unico in Europa nel suo genere.
Al Festival si parla di giornalismo e alimentazione da punti di vista anche molto diversi fra loro: il cibo
visto dal giornalismo economico e finanziario; l’informazione sulla sicurezza alimentare; l’informazione
sulla ricerca agroalimentare; il linguaggio del giornalismo enogastronomico; le bufale alimentari nel
web; la comunicazione alimentare verso i bambini; le politiche nazionali sull’alimentazione; legalità e
cibo; la critica e l’attualità delle guide enogastronomiche; la comunicazione delle aziende; l’editoria di
settore…
A Torino, la città delle idee per antonomasia, l’appuntamento richiama ogni anno centinaia di
professionisti dell’informazione alimentare: giornalisti, blogger, aziende, funzionari di
amministrazioni pubbliche, professionisti della sicurezza alimentare, uffici stampa e rappresentanti
di associazioni si incontrano, si confrontano, scambiano esperienze e mettono in rete saperi. Qui
nascono nuove idee e si anticipano i futuri trend della comunicazione legata ai temi alimentari. E
nascono soluzioni per rispondere alle necessità sociali.
Filo conduttore del dibattito sarà come sempre la necessità di una informazione di qualità, a fronte
anche di un pubblico di consumatori sempre più attento, partecipe e preparato, anche grazie ad una
più facile accessibilità ai contenuti, garantita dai nuovi media. Questa facilità di accedere alle
informazioni, che è un incredibile strumento di sviluppo, ha anche un rovescio della medaglia: in rete è
molto facile incappare in informazioni errate, incomplete, superficiali, fuorvianti. Solo un
atteggiamento critico e la capacità di distinguere la validità delle fonti può permettere al consumatore
di avere un ruolo attivo non solo nell’individuare informazioni di qualità, ma anche nella propagazione
di quelle vere e corrette.
Per questo, per la prima volta nel 2020, il Festival aprirà le sue porte anche al pubblico, che avrà
anche l’occasione di incontrare dal vivo alcuni tra i più seguiti personaggi della rete. Tra gli ospiti
dell’edizione 2018 ricordiamo: Lisa Casali, Sonia Peronaci e Benedetta Rossi.
“Il cibo è nella vita di noi tutti, ogni giorno e in numerosi momenti. Il cibo è vita, economia, sviluppo,
solidarietà, benessere, salute, scienza, cultura…e molto altro. Sempre più ci informiamo sul web. E i
confini tra le diverse fonti di informazione sono sempre meno netti. – spiega il giornalista
Massimiliano Borgia, ideatore e direttore del Festival – Il cittadino deve sapersi orientare tra le
diverse fonti e interpretare in modo consapevole le informazioni che legge sui giornali o su un blog. E
abbiamo pensato che aprire al pubblico le porte del Festival possa fornire un contributo importante
nello sviluppo di questo spirito critico e verso la consapevolezza della responsabilità che ciascuno di
noi può avere anche quando decide di condividere un contenuto – corretto o errato – sui social.”
Grazie agli oltre 30 panel di discussione, saranno numerosi i temi sul tavolo della V edizione: le
politiche del cibo, la sostenibilità e sicurezza delle filiere, la ricerca sul cibo del futuro, lo spreco
alimentare, nuovi trend come la “doggy bag” e il “food delivery”. Grande spazio sarà, come sempre,
dedicato all’informazione sulla sicurezza e sui reati alimentari, al made in Italy e al cibo come veicolo di
promozione sociale e culturale. Non mancheranno momenti di confronto sull’informazione vista con
l’occhio della televisione, della radio e delle grandi guide gastronomiche e focus sulle grandi inchieste.
Accanto ai dibattiti, anche quest’anno il Festival proporrà un programma parallelo di stage tecnici e
laboratori di esperienza. Questi saranno momenti formativi organizzati in collaborazione con partner e
sponsor. Saranno a numero chiuso e avranno la finalità di trasmettere consigli utili per il lavoro del
giornalista che scrive, fotografa, filma, posta il cibo. Ma saranno anche momenti di conoscenza
reciproca tra i partecipanti e i curatori degli stage e dei laboratori anche in vista di contatti futuri.
“Stage e laboratori – spiega ancora il Direttore Massimiliano Borgia – si svolgeranno negli stessi orari
dei panel: un modo per «staccare» dai dibattiti e farsi coinvolgere in attività pratiche. Inoltre, così
come avvenuto nella scorsa edizione, il Festival del Giornalismo Alimentare consegnerà i propri
riconoscimenti a giornalisti che, nel corso dell’anno, si sono distinti per il loro lavoro di informazione
e inchiesta in ambito food. Ripeteremo infine anche l’esperienza degli incontri B2B, che ha riscosso
molto successo l’anno scorso, quando per la prima volta abbiamo organizzato incontri tra le aziende
presenti al Festival interessate ad approfondire possibilità e benefici della comunicazione con i
professionisti della comunicazione interessati a sviluppare la propria attività. C’è ancora moltissimo
bisogno di comunicazione sul cibo e ci è parso naturale porci come facilitatori dell’incontro tra
domanda e offerta.”
Con l’obiettivo di far incontrare le diverse professionalità interessate alla comunicazione alimentare,
(Giornalisti, Medici, Veterinari, Biologi, Nutrizionisti, Agronomi, Avvocati e Tecnologi Alimentari)
l’evento è ufficialmente inserito tra quelli validi per acquisire i crediti della formazione obbligatoria
continua dei giornalisti e delle professioni scientifiche e sanitarie.
Per restare aggiornati sulle prossime novità e per pre-accreditarsi alla tre giorni di Festival consultare il
sito www.festivalgiornalismoalimentare.it e i profili social.

Racconto di Natale / LA SECONDA OCCASIONE

Mi chiamo Antonio Gennaio, o almeno questo è il nome che, dieci anni fa, mi hanno dato alcuni di abitanti di Torino perché mi hanno trovato, accasciato nei pressi del Santuario della Consolata, il 17 gennaio, giorno in cui si festeggia Sant’Antonio Abate

Ero svenuto e ricoperto da vecchie cicatrici, come se tanto tempo prima fossi stato avvolto dalle fiamme. Quando mi sono svegliato nella canonica di don Pio non ricordavo nulla: né da dove venissi, né la mia età, nemmeno il mio nome. La mia vita è iniziata quando ho deciso di lasciar andare un passato che non ne voleva più sapere di me e che mi negava nomi, volti, persino dolori.

Avevo un nuovo nome, un giorno nel quale festeggiare il mio compleanno, una camera nella casa parrocchiale, un lavoro come assistente di don Pio: mi ero trasformato in una via di mezzo tra una perpetua, un chierichetto e un giardiniere. Dopo alcuni mesi, grazie ad un progetto di lavoro socialmente utile venni promosso a tuttofare del Comune: mi occupavo di piccoli lavori di giardinaggio e tenevo pulito il cortile della scuola elementare. All’inizio mi fu difficile convivere con il mio aspetto fisico, soprattutto perché temevo le beffe della gente. Non credo di essere mai stato bello, ma di certo le cicatrici dovute all’esposizione al fuoco mi rendevano orribile.

Ero un diverso, un mostro. Tuttavia, non lessi negli occhi delle persone paura, piuttosto una sorta di pietà, non vidi ribrezzo, ma tristezza per la mia condizione di esule senza nome, di apolide senza memoria. Dai bambini della scuola elementare mi giunse l’aiuto maggiore. Iniziarono a inventare storie su di me. Giovanni diceva che ero stato un pilota di Formula 1 scampato ad un incendio, mentre per Giuseppe provenivo dallo spazio. Soltanto Elisabetta interrompeva il suo pensieroso silenzio da bambina adulta, per dirmi: “Non importa da dove vieni. Ti voglio bene perché hai gli occhi buoni”, parole che avevano il potere di commuovermi.

Nel tempo libero per combattere la solitudine aiutavo la locale filodrammatica. Montavo le scenografie, spostavo pannelli, e facevo persino la comparsa. Spesso mi accontentavo di stare tra le quinte. La possibilità di assistere agli spettacoli mi rendeva felice. Gli anni trascorsero rapidi. Le domande sul mio passato continuarono a restare senza risposta. Fu come se Antonio avesse sempre vissuto a Torino, in quelle vecchie vie del Quadrilatero Romano. Ero ormai parte della comunità come il Santuario della Consolata o come Palazzo Barolo. O almeno credevo di esserlo fino a quando il destino decise di beffarsi di me.

 

Nell’autunno del 2019, infatti, i membri della filodrammatica del Quadrilatero decisero che lo spettacolo della Vigilia di Natale quell’anno sarebbe stato straordinario, diverso, originale, nulla a che vedere con i soliti temi triti e ritriti. Dopo settimane di ricerche, studi e discussioni, Luigi, primo attore della compagnia, appassionato di misteri, ebbe un’idea geniale: rendere omaggio al personaggio di Frankenstein, attraverso uno spettacolo teatrale. Proprio a Torino, infatti, nel 1920, Testa aveva realizzato il primo film horror italiano, “Il mostro di Frankenstein”. Certo il soggetto non era proprio natalizio, ma tutti erano stanchi di ripetere, anno dopo anno, le parti dei fantasmi di Scrooge o delle Piccole Donne della Alcott, tanto più che, ormai, i teatri cittadini proponevano da tempo per Natale opere teatrali crudeli come quelle di Agatha Christie. E così all’unanimità venne scelto il capolavoro di Mary Shelley.

 

Il mio inconscio mi trasmetteva messaggi inquietanti e mi tenni, per quanto possibile, lontano dalle prove. Ma il pomeriggio del 24 dicembre fui costretto ad assistere allo spettacolo. Tutti sembravano felici, eccitati. Tutti tranne me. Scena dopo scena, frase dopo frase, mi rendevo conto che era la mia vita, quella sepolta, quella dimenticata, a scorrere sul palco. Adesso sapevo chi ero. Adesso so chi sono: sono la Creatura nata grazie ad un uomo che ha osato sfidare le leggi della natura, che ha voluto sconfiggere la morte, senza sapere che avrebbe causato solo infelicità. Mary Shelley ha trascritto la mia storia e quella del dottor Victor Frankenstein, il mio creatore. Come tutti coloro che vengono al mondo non ero né buono, né cattivo.

Ero soltanto alla ricerca di qualcuno che mi amasse e che mi insegnasse ad amare. Non avevo chiesto io di tornare a vivere, non ero responsabile del mio aspetto deforme. Ma nessuno l’ha compreso. Ho ricevuto solo disprezzo, odio, tormento e ho risposto, infliggendo a mia volta disprezzo, odio e tormento. Ho ucciso e avrei meritato un’ultima definitiva morte.

autunno sul Po

Quando lo spettacolo è terminato, mi sono allontanato in silenzio e ho raggiunto il ponte di fronte alla Gran Madre. Ho deciso di scrivere queste righe per rivelare al mondo la mia identità e la mia dannazione prima di mettere fine alla mia disgraziata esistenza nelle acque del Po. Ma ora che sono arrivato al termine dell’ultimo capitolo mi rendo conto che è difficile lasciare questo luogo, che è difficile congedarsi da questa esistenza che non ho cercato, che non ho voluto, che mi è piombata addosso come un rapace. Qui, a Torino, non mi sono sentito un demone, ma solo un uomo che ha avuto una seconda opportunità. Con il mio scritto, stretto tra le dita, ho osservato l’acqua, la sagoma dei Cappuccini davanti a me, ho sentito i primi fiocchi di neve bagnarmi le guance e per la prima volta in tutte le mie esistenze ho capito di avere un’altra scelta. Ho lacerato la mia confessione.

Lasciamo credere a tutti che la Creatura sia soltanto un parto della fantasia di una giovane inglese, che il demone sia morto su una zattera, piangendo sul corpo del suo creatore. Il dottor Victor Frankenstein e il suo mostro resteranno, per sempre, leggenda. Io sono Antonio Gennaio, nato il 17 gennaio, festa di Sant’Antonio Abate, tuttofare in una scuola elementare di Torino. Nulla di più. Nulla di meno. Tra poco scoccherà la mezzanotte e in questa notte di Natale, insieme al Salvatore del Mondo, rinascerò anch’io. La neve ha cancellato il mio passato. Mi asciugo una lacrima per quel mio papà che mi ha dato la vita, senza riuscire a capirmi. Requiescas in pace, Victor, povero padre mio.

 

Barbara Castellaro

 

 

 

Natale più sicuro sui treni e nelle stazioni. I controlli della Polfer

3473 persone controllate, di cui 1030 stranieri, 83 minori e 813 con precedenti di Polizia.  1 arrestato e 11 indagati, 43 veicoli controllati, 267 pattuglie in stazione e 116 a bordo treno, 292 treni scortati e 14 pattuglie antiborseggio in abiti civili per contrastare i furti in danno dei viaggiatori. 23 servizi lungo linea e 9 di O.P.

Questi i risultati dell’attività settimanale del Compartimento Polizia Ferroviaria per il Piemonte e la Valle D’Aosta.

A bordo di un treno Torino – Bardonecchia, personale della Squadra di P.G. ha proceduto all’arresto di un minore italiano per rapina aggravata ai danni di due viaggiatori.

 

Nella stazione di Torino Porta Nuova, gli Agenti Polfer hanno fermato ed indagato per resistenza a Pubblico Ufficiale e false attestazione sulla propria identità, un ventisettenne della Nuova Guinea che nel cercare di salire a bordo di un treno nella Stazione di Torino Lingotto aveva colpito con un pugno un dipendente Trenitalia e successivamente si è scagliato fisicamente anche contro gli operatori di Polizia intervenuti.

 

Operatori del Nucleo Scorte Compartimentale hanno indagato in stato di libertà due viaggiatori algerini, irregolari sul territorio nazionale,  responsabili di resistenza a pubblico ufficiale ed interruzione di pubblico servizio. I due viaggiatori, al momento del controllo degli operatori Polfer, ponevano resistenza nei loro confronti, azionando il freno di emergenza. I due sono stati poi accompagnati presso l’Ufficio Immigrazione per la verifica circa la regolarità della loro posizione sul territorio nazionale

Nosiglia e il primato del lavoro

L’arcivescovo: “lavoro non è solo un diritto, ma è anche il primo dovere di uno Stato,  di un governo e di ogni altra istituzione che voglia rispondere al suo vero fine di servire il bene comune”.  Così  monsignor Cesare Nosiglia  nell’omelia della Messa della vigilia di Natale davanti allo stabilimento ex Embraco di Riva di Chieri.   “Il lavoro è tornato ad essere il primo problema del territorio e solo uno sviluppo buono e una economia che risponda a criteri etici sono in grado di sostenere la qualità della vita in tutti i suoi aspetti”. Nosiglia propone quindi “un patto sociale e generazionale che guardi al futuro del nostro territorio, valorizzi le imprese che resistono e cercano sbocchi di mercato per affrontare il momento difficile”.

Lavoratori trattati come schiavi. Arrestati imprenditori cinesi

Operazione della Guardia di Finanza di Torino. Peri due l’accusa è sfruttamento del lavoro.

I Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego hanno effettuato diverse perquisizioni in provincia di Torino: Agliè, Cuceglio e Montalenghe i comuni coinvolti, dove hanno accertato che presso l’azienda, le sedi operative ed in alcune case private adibite a laboratori clandestini, gli operai venivano sistematicamente sottoposti a condizioni di lavoro estreme.

Infatti, grazie all’installazione di macchine e attrezzature industriali utilizzate per cucire, sagomare e collaudare oggetti in tessuto e plastica, i due “padroni”, fratello e sorella, W.M. (anni 28) e W.Q (anni 26) originari di Zhejiang (Cina) ma qui in Italia da quando erano ragazzini, facevano produrre ai loro “sottoposti” migliaia di articoli destinati a successive lavorazioni o al mercato estero.

“15 le ore di lavoro giornaliere, ad una temperatura polare viste le condizioni meteo di questo periodo ovvero “bollenti” nel periodo estivo, 5 euro la paga giornaliera (0,30 cent all’ora), senza giorno di riposo ed in stato di clandestinità vista l’irregolarità sul territorio dello Stato di molti lavoratori, essendo per loro scaduto il visto di ingresso per turismo.

Qui, in sintesi la condotta criminosa dei due arrestati, che, come è stato accertato dai Finanzieri impiegavano una trentina di operari in condizioni di schiavitù, approfittando del loro stato di bisogno.

Le retribuzioni, palesemente difforme dai contratti di lavoro, erano corrisposte in maniera sproporzionata rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato, violando anche tutte le norme relativa agli orari di lavoro, ai periodi di riposo ed alle ferie, queste ultime praticamente inesistenti.

Gli operai erano continuamente videosorvegliati, alloggiati in condizioni degradanti in bivacchi ricavati in spazi angusti all’interno del laboratorio dove erano presenti in gran numero animali nocivi.

Solo luce artificiale e non naturale a causa dell’installazione di appositi pannelli che impedivano la visuale all’interno ed all’esterno dei locali. Questa la scena che si è presentata agli occhi dei finanzieri al momento delle perquisizioni.

Per i due imprenditori, in procinto di far perdere le proprie tracce recandosi in Cina, si sono aperte le porte del carcere.

I Baschi Verdi hanno per diversi giorni ascoltato ciò che accadeva all’interno del deposito e nelle degradate abitazioni pertinenti ai luoghi di lavoro;  pedinato e filmato anche alcuni operai (questi ultimi i più fortunati in quanto altri dormivano nel magazzino aziendale) i quali, ottenuto il favore delle tenebre tornavano a casa (appartamento sotto-dimensionato rispetto il numero degli occupanti variabile tra 5 e 7) percorrendo a piedi i campi di grano di Agliè e Montalenghe, lontano dagli occhi di chi avrebbe potuto notarli, unico ristoro per i lavoratori i quali dormivano poche ore in previsione della medesima ed estenuante giornata lavorativa.

Non è bastato ai due trentenni avere istruito a dovere i propri operai sulla versione da fornire in caso di accertamenti in materia di “lavoro nero” da parte degli organi di controllo per garantirsi l’impunità, la gravità dei fatti è stata talmente evidente che nessun altro provvedimento avrebbe interrotto la loro condotta criminosa. Infatti le perquisizioni dei giorni scorsi non sono bastate ad impaurirli, loro stessi nei giorni successivi all’intervento dei “Baschi Verdi” hanno organizzato incontri segreti con gli “operai”, ma lo stato di clandestinità dei loro connazionali non avrebbe loro fornito la garanzia di una “versione di parte”.

I due sono reclusi presso la Casa Circondariale “Lo Russo Cutugno di Torino” in attesa dell’interrogatorio di garanzia dal parte del GIP del Tribunale di Torino e per le valutazioni del magistrato inquirente della Procura della Repubblica di Torino.

Nei provvedimenti emessi dal giudice è compreso anche il sequestro preventivo di Immobili, adibiti a dormitorio per i lavoratori clandestini, attrezzature, macchinari e laboratori clandestini dedicati ad area manifatturiera “non censiti alla Camera di Commercio, automezzi intestati all’azienda coinvolta, uno dei quali un Range Rover Sport, utilizzato per lo spostamento da un luogo all’altro anche dei dipendenti “irregolari”.

Si tratta di una realtà inquietante quella dello sfruttamento e del sommerso d’azienda, eravamo abituati ad altre realtà ed in zone del paese da anni interessate da questo fenomeno dilagante, ma questa volta tocca al Piemonte.

Ora i laboratori sono stati sigillati, non si viene più sfruttati per pochi euro, i Finanzieri hanno chiuso i battenti a questa azienda, la quale adesso, oltre all’Autorità Giudiziaria dovrà rendere conto all’Ispettorato del Lavoro, all’INPS, allo Spresal dell’ASL di Ivrea che commineranno le pesanti sanzioni amministrative per le irregolarità previdenziali e in materia di sicurezza sul lavoro.

La complessa operazione, rientra nel quadro delle attività svolte in via esclusiva dalla Guardia di Finanza quale organo di Polizia Economico Finanziaria a tutela dei lavoratori, della concorrenza e del mercato, ovviamente prezzi più bassi di produzione consentono prezzi più bassi alla vendita, ma in questo caso, il prezzo da pagare in termini di umanità  era troppo altro.

Natale, “effetto Greta: sotto l’albero regali ecosostenibili

Il settore food va a gonfie vele e l’effetto Greta incide positivamente sui regali dei millennials, regali ecosostenibili e innovativi come le ormai immancabili borracce

 

Vanno invece male moda e abbigliamento penalizzati dal ‘Black november’. E’ l’Ascom a riassumere le tendenze del Natale, per il quale si prevede una spesa media fra 250 e 300 euro a famiglia. Analoghe valutazioni secondo  Confesercenti: 275 euro. Indicazioni positive per la ristorazione con un aumento del 10% delle prenotazioni per il pranzo di Natale e il Cenone di Capodanno. Dati positivi anche per le gastronomie con i prodotti tipici  sulla tavola delle famiglie torinesi e come dono ricordo dei turisti (sono +10% le presenze a Torino rispetto al 2018). In crescita dal 5 al 10%  i dati della vendita di pandori, panettoni tradizionali e il panettone salato. Dice Confesercenti che i  torinesi preferiscono i negozi e i mercati, con  alimentari e libri tra i regali preferiti.

Emergenza, un anno di 118. Al via il servizio di immagini dal luogo di intervento

Attività in crescita, ma anche una migliore gestione delle chiamate che permettono agli operatori da un lato e ai cittadini dall’altro una maggiore sicurezza e appropriatezza di intervento

 

IN PIEMONTE IL PRIMO SERVIZIO DI TRASMISSIONE  ALLA CENTRALE OPERATIVA. L’ASSESSORE REGIONALE ICARDI: «OTTIMI RISULTATI, VINCE LO SPIRITO DI SQUADRA»

Alla presenza dell’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, il direttore del Dipartimento Emergenza Urgenza 118 della Regione Piemonte, Mario Raviolo,  all’aeroporto di Levaldigi ha presentato gli ultimi dati del servizio, illustrando la novità del progetto di trasmissione delle immagini dal luogo dell’intervento direttamente alla centrale operativa. Un servizio innovativo, primo in Italia, che può essere attivato dalla stessa persona che effettua la chiamata al 118 dal luogo del soccorso.

Progetto trasmissione immagini dal luogo dell’intervento (anche dal chiamante) direttamente alla centrale operativa

Primo in Italia, il Dipartimento regionale 118 del Piemonte si dota di uno straordinario mezzo di trasmissione immagini dal luogo del soccorso alla centrale operativa. Semplicemente dal cellulare del chiamante si può entrare direttamente in contatto video con la centrale trasmettendo il video del luogo dell’incidente e permettere, in questo modo, a chi gestisce la chiamata dalla Centrale operativa, di valutare al meglio la situazione e dare le corrette informazioni e procedure di primo soccorso al chiamante o altri presenti sul posto. In questo modo si possono effettuare valutazioni più precise fornendo, a chi può soccorrere, un intervento adeguato, corretto e più efficace.

Presentazione attività

Attività in crescita, ma anche una migliore gestione delle chiamate che permettono agli operatori da un lato e ai cittadini dall’altro una maggiore sicurezza e appropriatezza di intervento.

In sintesi, è l’attività del Dipartimento regionale 118 che nella giornata di oggi, 20 dicembre 2019, presenta i dati dell’attività del 2019 e li mette a confronto con gli anni precedenti, dall’entrata in vigore del numero unico dell’emergenza 112 all’attivazione del volo notturno, che ha aumentato le missioni, ma ha anche visto proliferare i siti di atterraggio per il volo notturno, distribuiti su tutto il territorio regionale, finanche in alcuni rifugi alpini.

IL DIPARTIMENTO REGIONALE 118

  • 6 strutture complesse:
  • 4 Centrali Operative Emergenza Sanitaria Territoriale AL/CN/TO/NO
  • Struttura complessa Elisoccorso 118
  • Struttura complessa Maxiemergenza 118 con EMT2
  • Supporto tecnico/farmaceutico/logistico: Dipartimento farmaceutico ASLTO3

I numeri del Dipartimento

  • 316 Medici
  • 524 Infermieri
  • 3 Dirigenti amministrativi
  • 15 Collaboratori amministrativi
  • 14 Operatori tecnici
  • 1 Tecnico informatico
  • 29.000 VOLONTARI DEL SOCCORSO

IL 2019 DEL 118 IN PIEMONTE

Interventi complessivi (terra + elisoccorso)

Numero interventi: 421.328 (proiezione al 31 dicembre)

Chiamate per anno

2015: 634.202

2016: 608.298

2017: 515.835

2018: 462.509

2019: 474.589

In calo e con una maggiore appropriatezza dal 2017 anno di attivazione del numero unico di emergenza 112. Le chiamate vengono gestite e distribuite alle diverse centrali e agli operatori impegnati nei diversi tipi di intervento e alle forze dell’ordine competenti per territorio, filtrando le chiamate e garantendo una maggiore appropriatezza e adeguatezza della risposta del chiamante.

L’aumento percentuale del numero delle missioni per centrale, dal 2015 al 2019, è stato del:

7% quadrante AL -AT

13% quadrante CN

8% quadrante NO –VCO – BI – VC

22% quadrante Torino

ELISOCCORSO

Dal 2013 anno in cui si volava solo in diurno ad ora si osserva un costante lieve aumento delle missioni, che sono passate da 365.914 del 2015 a 421.328 del 2019.

Interventi totali

2013 – 2.140

2015 – 2.628

2016 – 2.838

2017 – 2.998

2018 – 2.987

2019 – 2.955

Grande impegno è stato profuso per reperire aree idonee all’atterraggio notturno. Molto si deve alla volontà e al desiderio dei sindaci di fornire un servizio ai propri cittadini. Al momento attuale le piazzole sono 162 e domenica (se le condizioni metereologiche sono favorevoli) si arriverà a 165 siti atterraggio notturno validati.

Queste le piazzole suddivise per aree sempre parlando di quadrante.

AL: 29

TO: 57

CN: 43

VCO e NO: 31

INCIDENTI SUL LAVORO

2015 – 7.753

2016 – 8.120

2017 – 8.329

2018 – 8.592

2019 – 9.158

Aumento significativo, ma non preoccupante, in quanto perlopiù correlato ad infortuni di bassa gravità.

LA MAXIEMERGENZA

Il Piemonte è l’unica regione Italiana dotata di un ospedale da campo certificato dall’organizzazione mondiale della sanità. E’ una delle 9 analoghe strutture presenti nel mondo. Con questo ospedale ha soccorso gli abitanti del Mozambico dopo il ciclone Idai che ha distrutto le coste mozambicane a fine marzo dell’anno in corso. Due mesi di intensa attività medica e chirurgica terminati con la donazione dell’intera struttura all’ospedale di Beira le cui sale operatorie erano state completamente distrutte dall’uragano. L’ospedale si avvale di medici, infermieri e tecnici provenienti da tutte le aziende sanitarie regionali, mobilizzabili al bisogno a seguito di allerta proveniente dalla Centrale operativa di Bruxelles dal meccanismo europeo di protezione civile.

L’ASSESSORE REGIONALE, LUIGI ICARDI

«I dati del Servizio di emergenza 118 – osserva Luigi Genesio Icardi, assessore regionale alla Sanità del Piemonte – dimostrano in modo evidente la qualità di questo presidio sanitario in Piemonte. Un Dipartimento che ha saputo organizzarsi, ottimizzando le risorse e gestendo al meglio la complessità delle chiamate dal territorio. Molto importante è la dotazione tecnologica delle ambulanze, a cui si aggiunge quest’ultima possibilità di creare un collegamento visivo tra la centrale e il luogo dell’intervento, così come rimane fondamentale la professionalità e la formazione del personale addetto all’emergenza. Una struttura molto bene collaudata, che agisce con lo spirito di una vera squadra di medici, infermieri, amministrativi e tecnici, ai quali offrono il loro fondamentale apporto oltre 29 mila volontari del soccorso. A tutti esprimo la stima e la riconoscenza della Regione».

IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO MARIO RAVIOLO

«L’attività del sistema regionale dell’emergenza urgenza 118 chiude un anno di intensa attività regionale ed internazionale – illustra Mario Raviolo -. A livello regionale i numeri mostrano un lento ma costante aumento delle richieste di soccorso che provengono dai cittadini. Nonostante questo incremento di attività, il sistema si adegua nella risposta quotidiana attraverso una evoluzione tecnologica ed un adeguamento dei mezzi di soccorso territoriali. Nuove forme di risposta con l’utilizzo di auto mediche sono state implementate nell’ultimo anno per gestire situazioni che richiedono rapidità d’intervento e, talvolta, utili domiciliazioni che sgravano così l’iperafflusso nei pronto soccorso. L’introduzione del numero unico di emergenza 112 ha contribuito in maniera determinante nel ridurre il numero di chiamate che impropriamente giungevano alle centrali operative 118, contribuendo in tal modo, ad un efficientamento del sistema e ad un’appropriatezza ancora maggiore della risposta.

Oggi siamo ad una svolta epocale le centrali operative e i cittadini comunicheranno non solo più tramite fonia ma anche attraverso lo scambio di chat e di immagini con l’utilizzo della tecnologia di uso comune come gli smartphone. Il servizio di emergenza 118 sarà così in grado di connettersi in tempo reale con il luogo dell’intervento o lo scenario incidentale per ottenere utilissima informazioni atte a ottimizzare i tempi e il tipo di risposta dei mezzi di soccorso territoriali o aerei.

La struttura di maxi-emergenza 118 regionale, infine, dotata di un ospedale da campo italiano certificato dall’OMS ha svolto nei mesi di aprile e maggio la sua prima missione internazionale in Mozambico a seguito di una richiesta del meccanismo europeo di protezione civile pervenuta dopo devastanti danni causati nel Paese dal ciclone Idai. Sono stati due mesi di intensa attività medica, chirurgica e ostetrico-ginecologica, terminati con la donazione dell’intera struttura all’ospedale di Beira. L’ospedale da campo si avvale di medici, infermieri e tecnici provenienti da tutte le aziende sanitarie regionali, mobilizzabili al bisogno a seguito di allerta proveniente dalla Centrale operativa di Bruxelles».

Giovani da tutto il mondo con Greta il prossimo agosto a Torino

Si terrà a Torino nel mese di  agosto, il raduno internazionale di Fridays For Future

 

La città subalpina, visitata da Greta Thunberg pochi giorni fa , è stata preferita rispetto alla città tedesca di Dresda. La comunicazione ufficiale arriva dai ragazzi attivisti del movimento per la tutela dell’ambiente,  ispirato dalla sedicenne  attivista svedese. Il raduno avrà la durata di cinque giorni, vi parteciperanno giovani da tutto il mondo.

Intesa Sanpaolo apre il nuovo museo della fotografia in piazza San Carlo

A gennaio sarà presentato il progetto della quarta sede delle Gallerie d’Italia

Sarà Palazzo Turinetti, storico edificio e sede legale di Intesa Sanpaolo a ospitare il nuovo museo delle Gallerie d’Italia – Piazza San Carlo a Torino.

Si allarga così al capoluogo torinese la rete delle sedi espositive della Banca, già fortemente radicate a Milano, Napoli e Vicenza. Il progetto delle Gallerie d’Italia in Piazza San Carlo sarà illustrato il 14 gennaio prossimo dal Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli, dal Presidente Gian Maria Gros-Pietro e da Carlo Messina, Consigliere Delegato e CEO, alla presenza della Sindaca di Torino Chiara Appendino, del Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e di altre autorità istituzionali. Il progetto architettonico, firmato da Michele De Lucchi, prevede una destinazione di 6.000 metri quadri complessivi di cui 3.000 riservati alle attività espositive. Il cantiere sarà avviato nei prossimi mesi e avrà una durata di un paio di anni.

Il nuovo museo sarà dedicato principalmente alla fotografia, un’arte che, coniugando l’elemento creativo con la più avanzata tecnologia, gode dell’interesse pieno del pubblico per la sua capacità di rappresentare la storia le trasformazioni della società. Sarà uno spazio dove fotografia e video arte potranno esprimere il loro significato oltre il valore estetico, affrontando i temi cruciali della storia e della contemporaneità. Esporrà una selezione di opere dalle collezioni della Banca, tra cui l’Archivio Publifoto, costituito da circa 7 milioni di scatti fotografici su eventi, personalità, luoghi realizzati dall’inizio degli anni Trenta agli anni Novanta del ‘900 e acquisito di recente da Intesa Sanpaolo.

A questo si aggiungerà un’attività di mostre temporanee di grandi fotografi di respiro internazionale in sinergia con le istituzioni culturali italiane e straniere, in primis quelle torinesi come Camera – Centro Italiano per la fotografia di cui Intesa Sanpaolo è Socio fondatore, il mese del Contemporaneo a novembre e i molti eventi che la Banca sostiene in città, tra cui Teatro Regio, Salone del Libro, Torino Film Festival, MITO Settembre Musica, Torino Jazz Festival, Biennale Democrazia, Torinodanza e altri.

 

(La foto di piazza San Carlo è di Andrea Cherchi)