prima pagina- Pagina 386

Mamma partorisce con cesareo durante l’intervento per salvarle la vista

È stata fatta partorire con un cesareo una giovane mamma durante un intervento neurochirurgico in urgenza per un adenoma ipofisario sanguinante che le stava facendo perdere la vista, presso l’ospedale Molinette di Torino

Ieri sera è stata fatta partorire con un cesareo una giovane mamma durante un intervento neurochirurgico in urgenza per un adenoma ipofisario sanguinante che le stava facendo perdere la vista. E’  successo presso la Neurochirurgia dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. Mamma e neonata sono salve.

La paziente era ricoverata da qualche giorno presso il reparto di Ostetricia ospedaliera 3 dell’ospedale Sant’Anna per un repentino calo della vista. Le indagini radiologiche avevano portato alla luce la presenza di un adenoma ipofisario sanguinante. Un piccolo tumore benigno posto nel centro della scatola cranica stava sanguinando, comprimendo così i nervi ottici. Nonostante le cure mediche il danno visivo era peggiorato nel giro di poche ore.

La decisione di sottoporre urgentemente la paziente ad intervento neurochirurgico e contestuale parto cesareo è stata presa dal dottor Francesco Zenga, neurochirurgo Responsabile della neocostituita Struttura Chirurgia del Basicranio e Ipofisaria del Dipartimento di Neuroscienze (diretto dal dottor Vincenzo Villari) e dalla professoressa Silvia Grottoli, specialista della Endocrinologia (diretta dal professor Ezio Ghigo). I due medici si sono confrontati con i ginecologi della Ostetricia ospedaliera 3 dell’ospedale Sant’Anna per prendere la delicata decisione.

Grottoli e Zenga, specialisti di patologie a carico dell’ipofisi, hanno valutato che la chirurgia fosse l’unica opzione per salvare la vista della paziente. La gravidanza in corso alla 35^ settimana ha però reso necessario programmare anche il parto urgente.

Per questo motivo nel giro di pochissime ore il blocco operatorio della Neurochirurgia della Molinette (diretto dal professor Diego Garbossa) si è trasformato in una sala polivalente per permettere il parto cesareo, l’assistenza intensiva del nascituro e l’intervento neurochirurgico. La paziente è stata prima sottoposta a taglio cesareo dal dottor Paolo Cortese (Direttore facente funzione della Ginecologia e Ostetricia 3) e dalla dottoressa Valeria Accortanzo con l’anestesista dottoressa Evelina Gollo (Direttore della Anestesia e Rianimazione 4 del Sant’Anna). Non appena partorita con successo la piccola Beatrice, di 2185 g, è stata affidata al neonatologo dottor Mauro Vivalda della Terapia Intensiva Neonatale (diretta dal dottor Daniele Farina), che ne ha valutato le ottime condizioni di salute, nonostante il parto prematuro e l’anestesia generale a cui era stata sottoposta la giovane mamma per affrontare gli interventi.

Appena concluso il parto, la dottoressa Eliana Tinetti, anestesista della Anestesia e Rianimazione 2 delle Molinette (diretta dal dottor Roberto Balagna) ha proseguito la sedazione e preparato la paziente per l’intervento neurochirurgico. Sempre nello stesso blocco operatorio e con una tecnica mini-invasiva endoscopica attraverso il naso, il dottor Francesco Zenga ed il professor Giancarlo Pecorari della Otorinolaringoiatria (diretta dal professor Roberto Albera) hanno rimosso completamente il tumore sanguinante che, comprimendo i nervi ottici, stava causando la cecità della paziente.  La perfetta sinergia tra il personale infermieristico delle Molinette e le ostetriche del Sant’Anna ed i giovani medici in formazione specialistica della Neurochirurgia ha reso possibile il completamento dei tre interventi. Cinque Dipartimenti e due ospedali della Città della Salute di Torino hanno agito in urgenza ed in sinergia, nonostante il periodo difficile della pandemia COVID, per salvare la vita e la vista ad una giovane mamma ed alla propria neonata.

La mamma ora sta bene e dopo neppure 48 ore potrà tornare al Sant’Anna e non solo abbracciare la piccola Beatrice, ma soprattutto potrà vederla.

Il bollettino Covid di venerdì 5 febbraio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.00

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 936 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 99 dopo test antigenico), pari al 5% dei 18.810 tamponi eseguiti, di cui 13.786 antigenici. Dei 936 nuovi casi, gli asintomatici sono 313 (33,4%).

I casi sono così ripartiti: 152 screening, 498 contatti di caso, 286 con indagine in corso, per ambito: 36 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 113 scolastico, 787 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 230.966 così suddivisi su base provinciale: 20.611 Alessandria, 11.996 Asti, 7.946 Biella, 31.678 Cuneo, 18.112 Novara, 120.755 Torino, 8571 Vercelli, 8.303 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.163 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.831 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 147 ( + 4 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.021(44 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.010

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.583.989 (+ 18.810 rispetto a ieri), di cui 1.048.983 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 8.973

Sono 22 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui1verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 8.973 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.357 Alessandria, 581 Asti, 371 Biella, 1.057 Cuneo, 746 Novara, 4.080 Torino, 407 Vercelli, 292 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 82 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

209.815 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 209.815 (+749 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 18.333 Alessandria, 10.803 Asti, 7.186 Biella, 29.240 Cuneo, 16.442 Novara, 109.678 Torino, 7.817 Vercelli, 7.572 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.070 extraregione e 1.674 in fase di definizione.

È polemica per i clochard allontanati dal centro di Torino

Sono sette i clochard  identificati nel centro di Torino nel corso  di una operazione della polizia in collaborazione con i civich  in seguito agli esposti di residenti della zona, che hanno denunciato molestie da parte dei senzatetto

I controlli sono stati effettuati  nei portici di corso Vinzaglio, via Cernaia, in piazza Castello e via Viotti. Tre senzatetto irregolari sono stati accompagnati in Questura per accertamenti. Gli altri, molto con precedenti penali, sono stati identificati e allontanati dai loro poveri giacigli per procedere con la sanificazione delle strade da parte dell’Amiat. Sulla vicenda si è scatenato il dibattito tra le forze politiche cittadine.

In Piemonte aumentano le richieste di credito presentate dalle imprese

Cresce anche l’importo medio (+2,9%): con 51.639 Euro il Piemonte si colloca nel 2020 al di sotto della media nazionale (80.941 Euro) Tra le province, Torino, con 47.296 Euro mediamente richiesti, resta al 61° posto assoluto nel ranking nazionale

I timori della pandemia e l’incertezza causata dalla seconda ondata dei contagi, hanno fatto registrare nell’ultimo trimestre 2020 una crescita pari a +9,5% del numero di richieste di credito presentate dalle imprese a livello nazionale rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. L’incremento totale annuo rispetto al 2019 è pari a +24,5%, consolidando una dinamica positiva rafforzatasi nel corso del 2020 dopo che il primo trimestre si era aperto con un segno negativo (-14,7%). Il dato che emerge dall’ultimo aggiornamento del Barometro CRIF rappresenta, in termini assoluti, la migliore performance fatta registrare dal comparto negli ultimi 7 anni.

Le imprese individuali, che rappresentano la componente preponderante del tessuto imprenditoriale italiano, nel 2020 aumentano le proprie richieste del +27,5%, mentre le società di capitali segnano un incremento del +22,6% rispetto al 2019.

Altro dato significativo è rappresentato dall’aumento dell’importo medio richiesto, che nel 2020 si attesta a 80.941 Euro (+22,7% rispetto al 2019) nell’aggregato di società di capitali e ditte individuali. Per le società di capitali l’importo mediamente richiesto è pari a 112.688 Euro (+26,0% rispetto al 2019) contro i 29.834 Euro richiesti delle imprese individuali (+5,1%).

“Il rallentamento del ciclo economico, indotto dell’emergenza sanitaria, ha fortemente condizionato nell’ultimo anno l’andamento dei flussi di cassa delle imprese e quindi anche la dinamica delle richieste di credito – commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF -. Del resto, come emerge da una recente ricerca di CRIF Ratings, quasi la metà delle imprese italiane si è trovata ad affrontare lo shock causato dalla pandemia partendo da situazioni di liquidità già delicate”.

LA SITUAZIONE IN PIEMONTE

Anche in Piemonte la dinamica risulta estremamente vivace, con un boom del numero di finanziamenti richiesti del +33,1% rispetto all’anno precedente.

Considerando il volume complessivo delle richieste in termini assoluti la regione si posiziona al 6° posto nella classifica nazionale (dietro a Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Lazio e Campania), guadagnando una posizione rispetto all’anno precedente.

A livello provinciale si registrano però andamenti estremamente difformi, con una crescita marcata ad Asti e Torino, rispettivamente pari a +41,6% +41,2%, seguite da Biella con +33,6%. Variazioni più contenute ma comunque significative si rilevano a Novara (+16,8%) e a Verbano-Cusio-Ossola (+10,9%).

Province Variazione % interrogazioni

(2020 su 2019)

ALESSANDRIA +24,0%
ASTI +41,6%
BIELLA +33,6%
CUNEO +28,4%
NOVARA +16,8%
TORINO +41,2%
VERBANO-CUSIO-OSSOLA +10,9%
VERCELLI +28,1%
TOT. PIEMONTE +33,1%
TOT. ITALIA +24,5%

Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

Per quanto riguarda l’importo medio dei finanziamenti richiesti dalle imprese, invece, con 51.639 Euro il Piemonte si colloca ben al di sotto della media nazionale (80.941 Euro), a fronte di una crescita del +2,9% rispetto al 2019, quando l’importo medio in regione era stato pari a 50.163 euro. Questo potrebbe derivare sia da una minore tensione sul fronte della liquidità o, più plausibilmente, dalla specificità e dalle dimensioni medie delle imprese attive sul territorio.

Il valore più elevato si registra a Cuneo, con 69.409 Euro mediamente richiesti, seguita da Asti, con 64.287 EuroBiella, con 60.214 Euro, e da Novara, con 55.091 Euro.

Tra le province piemontesi, Torino, con 47.296 Euro mediamente richiesti, resta al 61° posto assoluto nel ranking nazionale. Grande balzo in avanti di Novara, che passa dal 94° al 42° posto.

“L’andamento delle richieste di credito è stato favorito anche dagli strumenti che le istituzioni nazionali hanno attivato nel corso del 2020 per fronteggiare l’impatto sull’economia reale derivante dall’emergenza sanitaria e supportare la liquidità delle imprese. Tra questi le moratorie per la sospensione del rimborso dei contratti in atto e le garanzie statali per favorire l’ottenimento di nuove linee di credito. In questa delicata fase va però sottolineato come la domanda di nuovi finanziamenti sia stata determinata più dalla necessità di far fronte a esigenze di liquidità che da progetti di investimento e sviluppo del business” – conclude Capecchi.

Coronavirus, il bollettino di giovedì 4 febbraio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 807nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 98 dopo test antigenico), pari al 4,6% dei 17.449 tamponi eseguiti, di cui 10.327 antigenici. Degli 807 nuovi casi, gli asintomatici sono 300(37,2 %).

I casi sono così ripartiti: 153 screening, 426 contatti di caso, 228con indagine in corso, per ambito:  32 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 63 scolastico, 712 popolazione generale.  

Il totale dei casi positivi diventa quindi 230.030 così suddivisi su base provinciale: 20.533 Alessandria, 11.963 Asti, 7.929 Biella, 31.590 Cuneo, 18.053 Novara, 120.168 Torino, 8556 Vercelli, 8253 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1163 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1822sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 143 ( 4 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.065 (27 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 9.805

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.565.179 (+ 17.449rispetto a ieri), di cui 1.043.567  risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 8.951

Sono 31 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 2 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 8.951 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.354 Alessandria, 581 Asti, 371 Biella, 1.052 Cuneo, 743 Novara, 4.069 Torino, 407 Vercelli, 292Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 82 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

209.066 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 209.066 (+798 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 18.248 Alessandria, 10.771 Asti, 7169 Biella, 29.171 Cuneo, 16.383 Novara, 109.256Torino, 7.804 Vercelli, 7.532 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.068extraregione e 1.664 in fase di definizione.

Riapre il Castello reale di Moncalieri

Giovedì 4 febbraio riapre al pubblico il Castello Reale di Moncalieri. Ci sono anche gli appartamenti di Vittorio Emanuele II, Maria Letizia e Maria Clotilde tra i luoghi della cultura che, con il passaggio del Piemonte in zona gialla, tornano visitabili dopo il periodo di chiusura iniziato a novembre.

Confermate ovviamente le misure di sicurezza già adottate in precedenza. Ovvero: ingressi contingentati a gruppi guidati (massimo di 8 persone), obbligo di prenotazione on line tramite il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, rilevazione della temperatura corporea, obbligo di mascherina. Le disposizioni nazionali vigenti confermano l’obbligo di chiusura degli spazi museali nei fine settimana: il Castello di Moncalieri sarà di conseguenza visitabile ogni giovedì e venerdì dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17). Biglietto intero: 7€ Ridotto: 5€.

“Dopo oltre tre mesi, riapriamo le porte del nostro Castello – commenta il Sindaco di Moncalieri, Paolo Montagna – ed è una bellissima notizia, un grande segnale di speranza. E’ fondamentale sostenere la cultura in questo momento difficile, perché sarà alla base della nostra ripartenza. E c’è grande voglia di tornare a vivere e frequentare le nostre bellezze. Ringrazio Polo Museale del Piemonte, Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e Carabinieri del 1° Reggimento per il lavoro di squadra che ha garantito la riapertura”.

“Finalmente riprendono le visite alla residenza più amata da Vittorio Emanuele II, e monumento simbolo della comunità moncalierese – la notizia è accolta con soddisfazione dall’assessore alla Cultura e alle Residenze Reali Laura Pompeo – Nell’incertezza che caratterizza questa fase si tratta di un segnale molto positivo, rivolto non solo ai tanti che sono parte attiva delle proposte culturali del territorio, ma alla comunità tutta”. Insieme alle iniziative per rendere fruibile il Parco Storico del Castello, di recente acquisito al patrimonio cittadino, la riapertura degli appartamenti reali va incontro alla voglia di normalità diffusa “e all’entusiasmo del pubblico, che non è mai venuto meno – conclude Pompeo – come dimostrano gli incoraggianti dati di affluenza registrati nelle poche settimane di apertura del 2020, tra luglio e settembre”.

La Brigata alpina “Taurinense” ha assunto il comando del contingente italiano in Libano

Operazione “Leonte” nell’ambito della missione Unifil

La Brigata alpina “Taurinense” ha sostituito la Brigata “Sassari” al comando dell’operazione “Leonte” nell’ambito della missione Unifil, la Forza di interposizione delle Nazioni Unite schierata nel Libano del Sud. La Brigata alpina “Taurinense”, alla sua seconda missione in Libano con i colori delle Nazioni Unite, assume il comando del settore Ovest di Unifil in cui operano 3.800 “caschi blu” di 16 dei 45 paesi contributori alla missione Unifil.

Del contingente multinazionale fanno parte 1.000 militari italiani, 800 dei quali appartenenti alla Brigata alpina “Taurinense” che si schiereranno nel corso delle prossime settimane. Il passaggio di consegne tra il comandante della “Sassari”, generale di brigata Andrea Di Stasio, e il comandante della “Taurinense”, generale di brigata Davide Scalabrin, è avvenuto nella base “Millevoi” di Shama nel corso di una cerimonia presieduta dal capo missione e comandante di Unifil, generale di divisione Stefano Del Col, con la partecipazione dell’ambasciatrice d’Italia in Libano Nicoletta Bombardiere, del capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Salvatore Farina, e di autorità civili e militari libanesi. Nel suo intervento il generale Farina, dopo aver portato il saluto del ministro della Difesa Lorenzo Guerini e del capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, ha tracciato un bilancio dei sei mesi di mandato del contingente multinazionale a guida Brigata “Sassari” e sottolineato lo storico legame tra l’Italia e il Libano, “al quale, con fierezza, siamo legati sin dai tempi della prima missione di pace istituita nel 1978”, ricordando inoltre “l’efficacia dell’intervento negli attimi immediatamente successivi alla tragica esplosione al porto di Beirut del 4 agosto”.  Ha poi posto l’accento sull’importanza del lavoro svolto al fianco delle Forze Armate libanesi (LAF): “Se tutti insieme, peacekeepers dell’Onu e Forze Armate libanesi, continueranno a lavorare congiuntamente, potranno vincere ogni sfida per assicurare pace, stabilità e progresso a questo meraviglioso paese”. Il capo di Stato Maggiore dell’Esercito si è poi rivolto gli alpini della “Taurinense”, esortandoli a proseguire sul solco tracciato dai precedenti contingenti e a dare prova della peculiarità della via italiana nelle operazioni di peacekeeping, “condotte con equilibrio, professionalità, imparzialità, diplomazia, efficacia, credibilità e rispetto. Il consolidato successo della missione Unifil”, ha concluso Farina, “lo si deve alla dedizione, al sacrificio, al senso del dovere e della responsabilità di ciascun peacekeeper, ma soprattutto alla straordinaria capacità di dialogo e di interazione dei militari italiani con tutte le componenti della società presenti nel variegato mosaico libanese”. Apprezzamento e gratitudine agli uomini e alle donne del settore Ovest di Unifil per i “risultati ottenuti sul campo”, sono stati espressi dal capo missione e comandante di Unifil. Quanto alla “situazione fragile” che regna nel Libano meridionale, “considerando il delicato contesto politico, economico e sociale aggravatosi ulteriormente a causa dell’emergenza sanitaria in corso”, il generale Del Col ha definito “straordinari” i progressi della missione nel “Paese dei cedri”, grazie anche al ruolo giocato dai peacekeepers italiani nel garantire, con imparzialità e trasparenza, il monitoraggio della cessazione delle ostilità e la cooperazione strategica con le forze armate libanesi per la sicurezza e la stabilità dell’area, soprattutto lungo la “blue line”, la linea di demarcazione che separa il Libano da Israele. “A cio’ si aggiunge la ricerca costante del consenso unanime della popolazione locale mediante la realizzazione di progetti di cooperazione civile-militare”, ha detto Del Col, nel rispetto della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e della risoluzione 2539 dello scorso 28 agosto che, oltre a rinnovare per un altro anno il mandato di Unifil, “ha gettato le basi per un’ulteriore sinergia tra la missione e le parti verso gli obiettivi del mandato”.

In 80 partecipano a una festa clandestina. Scoperti dalla polizia fuggono in garage

 Organizzata nel pomeriggio per eludere i controlli

Nel pomeriggio di domenica scorsa, ancora vigente la “zona arancione” per il Piemonte, gli operatori del Commissariato di Rivoli sono intervenuti presso un locale sito in corso Francia, formalmente un circolo privato ma di fatto una discoteca, poiché all’interno stava avendo luogo una festa clandestina di circa 80 persone, in violazione delle prescrizioni anti-covid.

La festa era stata organizzata mediante un tam-tam sull’app di messaggistica whatstapp con indicazione del prezzo “10 euro con 1 drink” e le indicazioni delle “giustificazioni” da fornire in caso di controllo: “a trovare il partner” “a fare la spesa”; “sono orari facili” aggiungeva il messaggio di invito riferendosi alle prime ore del pomeriggio. L’invito era stato accolto, e gli avventori per raggiungere l’ingresso secondario del locale, sito nel garage sottostante, avevano sfruttato passaggi nascosti ad occhi indiscreti.

All’arrivo degli operatori del Commissariato di PS Rivoli la scena ha dell’incredibile: circa 80 persone, tutte di età tra i 40 e i 50 anni, che ballano, consumando alcolici senza nemmeno indossare la mascherina. Sorpresi dagli agenti, gli avventori scappano riversandosi nei garage. I partecipanti erano stati avvertiti da un soggetto, collocato presso l’ingresso della struttura, che fungeva da “palo”.

La fuga in massa non ha avuto conseguenze se non giuridiche. Il proprietario, infatti, è stato denunciato, tra i vari titoli, perché il locale, sottoposto poi a sequestro preventivo, non aveva l’agibilità per l’attività in questione. Oltre che per il mancato rispetto delle norme anti covid, il titolare è stato sanzionato amministrativamente per la somministrazione di bevande senza licenza e per la mancanza del titolo volto a esercitare i trattenimenti danzanti.

Il proprietario è stato segnalato all’autorità competente anche in relazione alla disciplina antincendio per le valutazioni del caso.

Covid, il bollettino di mercoledì 3 febbraio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 819 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 140 dopo test antigenico), pari al 4,4% dei 18.699 tamponi eseguiti, di cui 11.574 antigenici. Degli 819 nuovi casi, gli asintomatici sono 336 (41,0%).

I casi sono così ripartiti: 184 screening, 413 contatti di caso, 222 con indagine in corso, per ambito: 36 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 77 scolastico, 706 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 229.223 così suddivisi su base provinciale: 20.484 Alessandria, 11.913 Asti, 7.900 Biella, 31.502 Cuneo, 17.983 Novara, 119.701 Torino, 8528 Vercelli, 8235 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1162 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1815 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 147( 5 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.092(46 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 9.796

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.547.730 (+ 18.699 rispetto a ieri), di cui 1.039.862 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 8.920

Sono 25 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 2 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 8.920 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1349 Alessandria, 581 Asti, 370 Biella, 1048 Cuneo, 741 Novara, 4.053 Torino, 406 Vercelli, 290 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 82 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

208.268 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 208.268 (+ 867 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 18.167 Alessandria, 10.731 Asti,7157 Biella, 29.068 Cuneo, 16.321 Novara, 108.819 Torino, 7788 Vercelli, 7494 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1064 extraregione e 1659 in fase di definizione.

Più di 40 mila i vaccinati nelle Rsa

Sono oltre 40mila le persone vaccinate contro il Covid 19 nelle Rsa del Piemonte, 19 mila sono operatori e 21 mila sono ospiti delle varie strutture.

Questo è quanto emerge dalla relazione del Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive, svoltosi nella quarta Commissione presieduta dal vicepresidente Domenico Rossi.
La relazione – stimolata anche dalle domande dello stesso vicepresidente Rossi e del consigliere Daniele Valle (Pd) – ha illustrato ai Commissari le varie funzionalità della piattaforma di monitoraggio nelle RSA “Covid 19” e la sua evoluzione volta a migliorare il trattamento dei dati.
Nel corso della seduta sono stati presentati anche alcuni dati della piattaforma del Sistema informativo regionale delle vaccinazioni che monitora, oltre alle dodici Asl e le sei Aziende ospedaliere, anche le varie residenze per anziani.
Il dato complessivo emerso è appunto che la maggior parte dei 25 mila dipendenti e buona parte dei 30 mila pazienti delle residenze per anziani sono stati vaccinati contro il Covid 19. Nello specifico, si tratta esattamente di 40.152 vaccinati, di questi 19.012 sono unità di personale mentre, i rimanenti 21.140 sono ospiti delle Rsa