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Consumo del suolo in crescita. Ma in Piemonte meno rispetto al dato nazionale

In Piemonte (dati 2020) il consumo del suolo ammonta a 169.400 ettari, pari al 6,67% della superficie totale regionale (2.540.000 ettari); l’incremento 2019/2020 è stato di 439,40 ettari, in termini percentuali pari allo 0,26%; il suolo procapite per abitante è di 392 metri quadri con un incremento procapite nello stesso periodo considerato equivalente a 1,02 mq/abitanti/anno.

In quinta Commissione (Ambiente) – presieduta da Angelo Dago – è stata audita l’Agenzia regionale per la protezione ambientale del Piemonte (ARPA) sul monitoraggio del consumo del suolo in Piemonte.

Il direttore dell’Agenzia Angelo Robotto ha spiegato che Il consumo di suolo è definito come la variazione da una copertura non artificiale a una copertura artificiale del suolo mentre il sistema di monitoraggio prevede un ampio utilizzo di tecniche di telerilevamento satellitare e di sistemi informativi geografici per l’analisi e la classificazione semiautomatica delle aree interessate.

Il valore percentuale del Piemonte risulta inferiore al dato nazionale, che si colloca al 7,1% e tra i più bassi del Nord Italia e in particolare rispetto alle regioni limitrofe: Lombardia (12,1%), Emilia Romagna (8,9%) e Liguria (7,2%).

Nello specifico, il processo di consumo di suolo segue l’espansione delle aree urbanizzate con caratteri distintivi nelle varie aree della regione, da quelle della conurbazione di Torino e delle altre realtà urbane dei capoluoghi di provincia e dell’eporediese, a quelle a moderata urbanizzazione in molti settori di pianura, nei margini collinari, lungo gli assi vallivi e delle principali vie di collegamento e di comunicazione.

Nel 2020 il monitoraggio ha evidenziato come si sia registrato un incremento di consumo di suolo di 439 ettari rispetto al 2019, terzo valore di crescita nel periodo dal 2015 al 2020. Tale indicatore rivede le stime effettuate nel precedente rapporto incrementandone significativamente i valori.

L’incremento netto  assoluto registrato è stato pari a oltre 400 ettari, il quarto tra quelli misurati su scala nazionale (gli incrementi maggiori sono avvenuti nelle regioni Lombardia, Veneto e Puglia).

A livello provinciale l’incremento maggiore l’ha fatto registrare la provincia di Torino con 162 ettari di nuova impermeabilizzazione dei suoli, secondo maggior incremento rispetto al periodo 2015-2020.  Segue la provincia di Novara con 112 ettari, che ha registrato la variazione maggiore del periodo di studio mentre quella di Cuneo con 80 ettari presenta una controtendenza rispetto alle altre province, così come Asti, Vco e Vercelli.

Sul piano percentuale gli incrementi rilevati vedono le province di Torino e Cuneo rispettivamente allo 0,28% e 0,22%, mentre Asti, Alessandria, Biella e Verbano Cusio Ossola risultano tutti inferiori allo 0,2%. Novara con lo 0,77%  conferma l’andamento rilevato in valore assoluto e si pone come la provincia con maggior aumento del consumo nel periodo 2019-2020.

Nel corso dell’audizione sono intervenuti i consiglieri Alberto AvettaDomenico RavettiDomenico Rossi e Diego Sarno (Pd), Marco Grimaldi (Luv) Sean Sacco (M5s), Valter MarinGianluca Gavazza e Matteo Gagliasso (Lega).

Il bollettino Covid di venerdì 19 novembre

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 538nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 230dopo test antigenico), pari allo 1,0% di 52.757tamponi eseguiti, di cui45.407antigenici. Dei 538 nuovi casi gli asintomatici sono283 (52,6%).

I casi sono così ripartiti: 240 screening, 218 contatti di caso, 80 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa 396.130,così suddivisi su base provinciale: 32.613 Alessandria, 19.040 Asti, 12.480 Biella, 56.893 Cuneo, 30.662 Novara, 211.070 Torino, 14.761 Vercelli, 14.067 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.639 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.905 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 29(-1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono310( + 14rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 6.782

I tamponi diagnostici finora processati sono 9.290.629(+ 52.757 rispetto a ieri), di cui 2.451.774risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.862

Quattro decessidi persone positive al test del Covid-19, uno di oggi, sono stati comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 11.862deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.593 Alessandria, 725Asti, 436 Biella, 1.468 Cuneo, 951 Novara,5.666 Torino, 542 Vercelli, 377 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 104 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

377.147GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 377.147(+ 263rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 30.527 Alessandria, 17.980 Asti, 11.848 Biella, 54.519 Cuneo, 29.318 Novara, 201.469 Torino, 13.952 Vercelli, 13.443 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.529 extraregione e 2.562 in fase di definizione.

Sequestrate due aziende di componenti per auto. Gravi violazioni alla sicurezza sul lavoro

Scoperti oltre 85.000 articoli per auto, tra parti di ricambio in acciaio, accessori e marchi recanti false indicazioni di origine.

La Guardia di Finanza di Torinocoordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo piemontese, ha concluso un’importante operazione a contrasto di una rilevante frode commerciale perpetrata nel settore delle auto ed a tutela della sicurezza sul lavoro.

Oltre 85.000 articoli, tra parti di ricambio e accessori, finiti o in fase di lavorazione e marchi con false indicazioni di origine e provenienza, erano prodotti all’interno di due capannoni siti nella zona industriale di Avigliana (TO): si tratta di marmitte da competizione su strada e da rally, tubi terminali in acciaio e tamponi turbina, tutto materiale destinato al c.d. mondo “Racing”, in buona parte marchiati con indicazioni di origine e provenienza mendaci ovvero pronti per ulteriori illecite punzonature al laser a fibra ottica.

Circa 1,5 km di tubi in acciaio, pronti per essere tagliati, fresati, piegati e montati sulle vetture appartenenti al comparto corse automobilistiche cc.dd. “Racing”, unitamente a oltre 15.000 parti di ricambio in acciaio e accessori per autoveicoli e 70.000 marchi sono stati cautelati dai Finanzieri.

2 responsabili dovranno rispondere davanti all’Autorità giudiziaria di vendita di prodotti recanti false indicazioni di origine e frode in commercio; inoltre, a causa delle gravi omissioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, i due capannoni e oltre 60 macchinari industriali per lavorazioni meccaniche, rinvenuti al loro interno, sono stati oggetto di sequestro preventivo, operato d’iniziativa dalle Fiamme Gialle e, successivamente, convalidato dall’A.G., per mancanza del certificato di conformità dell’impianto elettrico, delle uscite di emergenza, degli impianti antincendio portatili o fissi, della cartellonistica di sicurezza, dei D.P.I. (guanti e occhiali protettivi), della cartellonistica delle vie di fuga, degli impianti di aspirazione nonché a causa della presenza di cavi elettrici nastrati ovvero involucri di protezione non integri.

Il valore complessivo dei beni mobili ed immobili sequestrati è pari a circa 2,5 milioni di euro.

Olimpiadi invernali, la grande occasione persa

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Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo e il governatore del Piemonte Alberto Cirio ci avevano provato a far rientrare Torino nei giochi, anzi nei Giochi olimpici con Milano e Cortina , località che ospiteranno le Olimpiadi invernali del 2026.

Già il sindaco di Milano Beppe Sala aveva fatto capire che il treno per la città della Mole ormai era passato. Ma la doccia fredda e’ arrivata dal presidente del Coni, Giovanni Malagò: “Onestamente siamo fuori tempo massimo” ha dichiarato.

Il danno di immagine ed economico è incalcolabile per la nostra città.  La sindaca Appendino non aveva avuto il coraggio di contrastare i propri consiglieri pentastellati che non volevano le Olimpiadi con le solite tesi all’insegna della decrescita felice, quando sarebbe stato sicuro che Torino, Milano e Cortina si sarebbero aggiudicate insieme i Giochi invernali.

Ci si consola (a parte il pasticcio dei biglietti e delle code) con le Atp Finals di Tennis. Ma un’olimpiade e’ ben altra cosa per importanza e impatto economico. Peccato anche per gli impianti di Torino 2006 destinati ad una ulteriore lenta decadenza.

 

Il bollettino Covid di giovedì 18 novembre

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16,30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 566 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 24dopo test antigenico), pari allo 0,9% di 60.650 tamponi eseguiti, di cui 52.190 antigenici. Dei 566 nuovi casi gli asintomatici sono 308 (54,4%).

I casi sono così ripartiti: 250 screening, 225 contatti di caso, 91 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa 395.592,così suddivisi su base provinciale: 32.568 Alessandria, 19022 Asti, 12.470 Biella, 56.815 Cuneo, 30.626 Novara, 210.754 Torino, 14.747 Vercelli, 14.046 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.636 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.908 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 30(+ 6 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 296 (invariato rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 6.524

I tamponi diagnostici finora processati sono 9.237872(+ 60.650 rispetto a ieri), di cui 2.446.895 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.858

Un decesso di persona positiva al test del Covid-19, non di oggi, è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 11.85deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.593 Alessandria, 725Asti, 436 Biella, 1.468 Cuneo, 951 Novara,5.664 Torino, 540 Vercelli, 377 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 104 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

376.884 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 376.884(+ 298 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 30.502 Alessandria, 17.963 Asti, 11.844 Biella, 54.473 Cuneo, 29.295 Novara, 201.333 Torino, 13.936 Vercelli, 13.442 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.529 extraregione e 2.567 in fase di definizione.

Dati Covid in Piemonte: il confronto tra oggi e un anno fa

I nuovi casi il 17 novembre di un anno fa erano 2.606, nella giornata di ieri sono stati 618. I tamponi effettuati sono passati da 16.131 a 48.888 e la percentuale di positività dal 16% di allora all’1% di oggi. I posti letto occupati di terapia intensiva erano 384 mentre attualmente sono 24 (occupazione al 4%) e quelli di terapia ordinaria che erano 5.150 adesso sono 296 (occupazione al 5%). Ad oggi in Piemonte l’81,4% dell’intera platea over 12 potenzialmente vaccinabile ha il ciclo completo.

I medici di famiglia potranno avere fino a 1800 assistiti

L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA’, LUIGI ICARDI: «VENIAMO INCONTRO ALLE NECESSITA’ DEI CITTADINI»

La Direzione Sanità della Regione Piemonte e le Organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale hanno raggiunto un accordo che consentirà di rendere più agevole e veloce il percorso di assegnazione del medico di famiglia a chi ne risulti sprovvisto a causa della crescente carenza di professionisti del settore.

La novità più rilevante riguarda la possibilità del medico di famiglia di acquisire in carico fino a 1.800 assistiti, in deroga provvisoria al tetto di 1.500 assistiti previsti dal contratto nazionale.

«Prendere in carico più pazienti – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi -, significa venire incontro alle necessità dell’assistito che si trova a fare i conti con la difficoltà di reperire un nuovo medico, quando il proprio va in pensione o cessa comunque l’attività. Un’emergenza nazionale che richiede soluzioni nazionali, ma che, intanto, il Piemonte sta affrontando con tutti i mezzi a disposizione, favorendo al massimo le condizioni di accesso al servizio di assistenza primaria, in attesa delle necessarie determinazioni nazionali».

Tra le altre misure previste dall’accordo, entro il limite del 5 per cento del massimale individuale, il medico di famiglia con autolimitazione del massimale potrà accettare anche i conviventi dell’assistito, con notevole beneficio per l’assistenza familiare.

L’incarico di continuità assistenziale (guardia medica) al medico con doppio incarico di assistenza primaria e continuità assistenziale che abbia superato i 1.200 assistiti, verrà revocato non più dopo sei, ma dopo dodici mesi, in modo da offrire maggiori possibilità al medico e ai pazienti.

Analogo meccanismo andrà a valere anche per i medici di medicina generale che esercitano nelle Rsa, per i quali è sospesa la limitazione d’ufficio del massimale individuale di 40 assistiti per ogni ora di assistenza prestata nelle Rsa, in modo da non penalizzare i pazienti in carico e il lavoro del medico.

Il massimale di assistiti per il medico iscritto al corso di formazione specifica, titolare di incarico temporaneo di assistenza primaria, viene innalzato da 500 a 650, con beneficio immediato per l’offerta del servizio di assistenza primaria.

Infine, viene velocizzato notevolmente l’iter di assegnazione dei medici nelle zone carenti, attingendo direttamente alla graduatoria, qualora il medico assegnatario non apra lo studio nei tempi previsti.

Per rendere più funzionali le nuove procedure ed avere un monitoraggio regionale, le Aziende sanitarie locali garantiranno la redazione e l’aggiornamento semestrale della graduatoria aziendale per incarichi provvisori e di sostituzione.

«Veniamo incontro all’urgente bisogno di non lasciare i cittadini senza medico – commentano i rappresentanti sindacali Roberto Venesia (Fimmg), Mauro Grosso Ciponte (Snami) e Antonio Barillà (Smi) -, rimuovendo incompatibilità e semplificando le procedure di presa in carico degli assistiti. La carenza di medici è un problema drammatico del nostro Paese, non abbiamo la possibilità di risolverlo a livello locale, ma le misure dell’accordo piemontese rappresentano comunque una salutare boccata d’ossigeno, in attesa di soluzioni più strutturali a livello nazionale».

Anche nelle farmacie disponibile la terza dose di vaccino per il personale delle strutture sanitarie

A partire da mercoledì 17 novembre, il personale che opera in presenza nelle strutture sanitarie e socio sanitarie pubbliche e private potrà effettuare la terza dose di vaccino anche nelle farmacie del Piemonte che hanno aderito alla campagna della Regione, dando un utile supporto per il raggiungimento degli obiettivi indicati dal Commissario straordinario.

Dell’elenco, che sarà disponibile sul sito della Regione Piemonte unitamente alla nota inviata a Federfarma ed Assofarm, fanno parte numerose figure professionali: medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, infermieri, veterinari, biologi, odontoiatri, chimici, fisici, farmacisti, personale tecnico sanitario, psicologi, studenti universitari, personale con funzioni riabilitative, etc.

Nelle farmacie la scorsa settimana è iniziata la somministrazione delle terze dosi per la fascia di età compresa tra i 60 ed i 79 anni.

La prenotazione del personale sanitario e socio-sanitario può essere effettuata direttamente in farmacia, mentre per informazioni è possibile consultare il portale www.ilPiemontetivaccina.it.

Ad oggi sommando personale del sistema sanitario e delle Rsa sono circa 75 mila quelli che hanno già fatto la terza dose su una platea complessiva che, via via che matureranno i 6 mesi dalla seconda dose, arriverà a circa 200 mila operatori.

Covid, il bollettino di mercoledì 17 novembre

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.00

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 618 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 248 dopo test antigenico), pari all’1,3% di 48.888 tamponi eseguiti, di cui 40.781 antigenici. Dei 618 nuovi casi gli asintomatici sono 352 (57%).

I casi sono così ripartiti: 276 screening, 253 contatti di caso, 89 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa 395.026, così suddivisi su base provinciale: 32.519 Alessandria, 18.996 Asti, 12.455 Biella, 56.750 Cuneo, 30.574 Novara, 210.439 Torino, 14.724 Vercelli, 13.997 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.635 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.937 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 24 (+ 4 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 296 (+ 9 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 6.263.

I tamponi diagnostici finora processati sono 9.177.222 (+48.888 rispetto a ieri), di cui 2.442.504 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.857

Un decesso di persona positiva al test del Covid-19, non di oggi, è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 11.857 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.593 Alessandria, 725 Asti, 436 Biella, 1.468 Cuneo, 951 Novara, 5.663 Torino, 540 Vercelli, 377 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 104 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

376.586 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 376.586 (+321 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 30.458 Alessandria, 17.948 Asti, 11.841 Biella, 54.424 Cuneo, 29.266 Novara, 201.185 Torino, 13.924 Vercelli, 13.438 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.529 extraregione e 2.573 in fase di definizione.

Rette Rsa: nessun aumento per le famiglie

Nessun aumento delle rette Rsa a carico dei pazienti. Eventuali maggiori costi saranno infatti a carico della Regione in modo da non gravare sulle famiglie con i costi dovuti alla pandemia. La decisione è stata annunciata dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi rispondendo a Monica Canalis (Pd) nel corso dell’illustrazione del Documento di economia e finanza regionale (Defr) in Commissione Sanità, presieduta dal vicepresidente Domenico Rossi.

Icardi ha sottolineato che tutte le regioni si trovano in difficoltà per via delle spese dovute all’emergenza Covid. E ha aggiunto che se il Governo accoglierà la richiesta di 2,2 miliardi di euro da parte delle regioni, il Piemonte potrebbe ricevere i 100 milioni necessari a chiudere i conti in pareggio.

Per quanto riguarda l’edilizia sanitaria ha dichiarato che la Giunta ha approvato venerdì scorso una proposta di delibera sulla riprogrammazione della rete ospedaliera che tiene conto dei nuovi ospedali previsti dal Governo in accordo con Inail e che, entro l’estate, dovrebbe concludersi la bonifica dell’area destinata alla Città della Salute e della Scienza di Torino.

Icardi ha anche ricordato la necessità di potenziare i posti letto per la rianimazione e i servizi per la gestione di un’eventuale nuova pandemia. Si prosegue con il potenziamento dell’assistenza territoriale favorendo la domiciliarità delle malattie croniche e degli non autosufficienti. Si procede poi con lo sviluppo delle Case della salute e delle Medicine di gruppo integrate con la Centrale operativa unica 116117.

Rispondendo a Carlo Riva Vercellotti (Fdi) sulla stabilizzazione del personale medico e sanitario assunto per la pandemia, l’assessore ha sottolineato che la Regione è vincolata dalle decisioni nazionali. Resta il bisogno di personale, anche perché il doppio percorso di accesso ai Pronto soccorso ha portato a impiegare circa il doppio del personale.

Sulle Case di comunità, l’assessore ha risposto a Marco Grimaldi (Luv) che l’Assessorato ha chiesto proposte di ubicazione alle Aziende sanitarie. Tali proposte verranno poi sottoposte ai sindaci e, dopo l’approvazione del Consiglio regionale, la delibera verrà inviata al Ministero.

Condividendo la riflessione di Valter Marin (Lega), l’assessore ha convenuto sulla necessità di riequilibrare la spesa pro capite per i cittadini che abitano nei grandi centri rispetto a chi abita in luoghi con un minor numero di servizi.

Rispondendo a Francesca Frediani (M4o) sulla scarsità di personale sanitario per le donazioni di sangue, Icardi ha sottolineato di aver chiesto al Ministero, in collaborazione con il centro nazionale sangue, una variazione alla normativa per poter ampliare la platea di chi possa svolgere tale servizio.

Ivano Martinetti (M5s), sulle liste d’attesa, ha risposto che i tempi per quelle ordinarie sono rientrate negli standard nazionali mentre per quelle programmate sussistono ancora criticità.

Oltre a Canalis, per il Pd sono intervenuti nel dibattito anche Mario SalizzoniRaffaele GalloDiego Sarno e Valle.

Nella seconda parte della seduta è toccato all’assessore al Welfare Chiara Caucino, che ha illustrato sinteticamente il Defr per le proprie materie di competenza.

Tra le misure più importanti, i progetti di adozione internazionale in Burkina Faso, Colombia e Corea del Sud. In particolare, si prevede di rendere l’adozione internazionale una scelta accessibile a tutti attraverso il contenimento dei costi, cui le famiglie compartecipano attraverso una quota individuata in relazione all’Isee.

Previsti poi sostegni per il sistema piemontese di contrasto alla violenza di genere, per i percorsi di autonomia delle donne e per la rete dei soggetti che operano con gli uomini autori di maltrattamenti. Il Piemonte, ha ricordato, conta 21 centri antiviolenza e 13 case rifugio iscritte all’Albo regionale.

Per quanto riguarda povertà e reddito di cittadinanza si intende promuovere e intensificare la collaborazione tra ambiti territoriali ed enti gestori per un sistema sempre più integrato d’interventi. La lotta contro la povertà e per l’inclusione prevede anche finanziamenti per il recupero, la distribuzione e lo stoccaggio degli alimenti e interventi per i circa 5.000 senza fissa dimora presenti sul territorio regionale.

Continuano le politiche di aiuto e integrazione per i detenuti e i loro familiari rese attraverso una rete di servizi. Il Piemonte ha anche aderito a iniziative della Cassa delle ammende per progetti di giustizia riparativa.

Per quanto riguarda le politiche famigliari s’intendono potenziare i 44 Centri per le famiglie presenti sul territorio e interventi rivolti al benessere socioemotivo dei minori e delle famiglie, utili a prevenire l’insorgere e la cronicizzazione di nuovi disagi dovuti alla pandemia.

A proposito di cooperazione e associazionismo, dal 23 novembre il Registro regionale del Terzo settore trasmigrerà nel Registro unico nazionale del Terzo settore, mentre continua la lotta contro la povertà e per l’inclusione anche con interventi per il recupero, la distribuzione e lo stoccaggio degli alimenti.

Per i senza dimora si promuovono servizi per richiesta residenza fittizia e progetti di housing. La pandemia ha fatto quasi raddoppiare i senza tetto, si stimano circa 5.000 persone stazionanti in regione: per questo si prevede uno stanziamento di 200mila euro.

Nella prossima seduta la Commissione svolgerà il dibattito sulla relazione dell’assessore ed esprimerà il parere consultivo su entrambe le illustrazioni.