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Auto in crisi, Stellantis: stop 500 elettrica fino al 1° novembre. Ma l’azienda promette nuova batteria a Mirafiori

Il futuro dell’auto a Torino sembra sempre più grigio: il gruppo Stellantis ha prolungato il blocco della  produzione della 500 elettrica alle Carrozzerie di Mirafiori fino al prossimo  primo novembre.

Eppure l’azienda conferma che grazie ad un investimento di 100 milioni di euro, nello storico stabilimento torinese presto sarà potenziata la produzione della Fiat 500e “con una nuova batteria ad alto potenziale”,  come riporta il Sole 24 Ore, impiegando  nuove tecnologie per renderla più fruibile  e migliorare l’esperienza della clientela.

Il surplus di sospensione di produzione è stato annunciato  da Stellantis ai sindacati  ed è dovuto alla mancanza di ordini legata all’andamento del mercato elettrico in Europa,  in forte crisi. Nota positiva:  la 500e nei primi due quadrimestri  dell’anno rappresenta il  40% delle vendite nel segmento Ev delle city car – Segmento A in  tutta Europa.

 

Inchiesta Fondazione Crt, nuovi indagati

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Sono due nuovi indagati nell’ambito  dell’inchiesta della procura di Torino sui consiglieri di indirizzo della Fondazione Crt. Si tratta di Davide Canavesio, dimessosi dal Consiglio di amministrazione di CRT lo scorso agosto, presidente delle OGR, e Anna Maria Di Mascio, membro del consiglio di amministrazione di Crt. Gli indagati  sono in tutto dodici.

I droni nel futuro del trasporto di farmaci e campioni di sangue

Lo sviluppo di servizi innovativi abilitati dai droni potrebbe avere un ruolo anche per trasferire velocemente farmaci, campioni biologici, vaccini e sangue. Ma con i voli si potrebbero trasportare pure apparecchiature salvavita e addirittura organi per il trapianto.

Tuttavia, per l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi, che ha risposto all’interrogazione di Monica Canalis (Pd) “future sperimentazioni mediante l’utilizzo dei droni nella Regione Piemonte, potranno essere valutate solo a seguito di un’attenta analisi del rapporto beneficio-rischio, considerata la necessità di garantire la corretta conservazione dei medicinali durante il trasporto”.

Per Riboldi, un’eventuale sperimentazione potrebbe essere destinata a situazioni di eccezionale emergenza in aree particolarmente difficili come quelle montane.

Proprio nella giornata odierna, come ha annunciato l’assessore, si svolge una prova di navigazione facendo base al Cto di Torino.

“La Regione Lazio ha approvato un protocollo d’intesa con l’Ente nazionale Aviazione civile Enac per consentire di utilizzare i droni per trasportare merci, in particolare i medicinali, che necessitano di tempi di spostamento rapidi e certi – ha detto Canalis -. Questa modalità può essere di aiuto nelle situazioni di emergenza, nel trasporto dei salvavita, ma anche per raggiungere le persone con malattie croniche che vivono in aree isolate. Anche in Piemonte erano stati mossi alcuni passi nel 2021 con il progetto Indoor. Ci auguriamo pertanto che la Giunta Cirio vorrà supportare queste sperimentazioni, oltre a farsi parte attiva con il Governo per definire una apposita normativa nazionale”.

Nella seduta odierna, sono poi state discusse altre sei interrogazioni, sempre a firma di Canalis, alle quale ha risposto sempre Riboldi, e riguardanti nell’ordine: la Cascina Pellerina di Torino; i progetti della Giunta per rafforzare i consultori; la prevenzione delle possibili prossime pandemie; i posti letto nelle Rems, le Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza; il futuro dei Servizi pubblici per le dipendenze (Serd).

Vigilantes: la Sala Rossa chiede personale qualificato per la sicurezza della movida

Garantire la sicurezza delle ragazze e dei ragazzi impiegando personale qualificato nei locali della movida a Torino. È quanto chiede la mozione (primo firmatario: Simone Fissolo – Moderati) approvata nella seduta del 30 settembre 2024 dal Consiglio Comunale di Torino (22 voti favorevoli, 3 contrari, 1 astenuti).

Il documento impegna Sindaco e Giunta Comunale a valutare di siglare, nell’ottica della cooperazione interistituzionale, un accordo con la Prefettura, le associazioni dei commercianti e le associazioni del settore sicurezza per garantire la sicurezza delle ragazze e dei ragazzi avendo la garanzia di impiegare personale qualificato nella gestione della vita notturna della Città.

Nel dibattito in Consiglio Comunale, la consigliera Federica Scanderebech (Forza Italia) ha evidenziato che la mozione non individua risorse per far fronte alle richieste avanzate in materia di sicurezza.

Anche per Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) è necessario reperire risorse, che non devono essere messe dai commercianti: non è di loro competenza la sicurezza pubblica – ha affermato.

Ogni soggetto deve fare la propria parte per raggiungere il risultato – ha dichiarato Anna Borasi(PD), evidenziando che è necessario anche collaborare con altre Istituzioni.

Per Silvio Viale (+Europa & Radicali Italiani), che ha annunciato la propria astensione sul provvedimento, bisogna promuovere “notti di qualità”, con pragmatismo, intervenendo per punire chi viola regolarmente le normative.

Serve personale qualificato per garantire la sicurezza e operare in maniera concertata – ha ribadito IvanaGarione (Moderati).

Secondo Fabrizio Ricca (Lega), la proposta è molto generica e non specifica chi deve mettere a disposizione il personale. È poco coraggiosa e non impegna concretamente la Giunta Comunale – ha precisato Ricca, proponendo al primo firmatario di emendare l’atto, prevedendo di elaborare un progettoad hoc, da presentare al Consiglio Comunale.

La Città di Torino deve pagare gli investimenti per il personale: è ingiusto vessare gli esercenti – ha sostenuto Andrea Russi (M5S), annunciando la non partecipazione al voto del suo Gruppo.

Per Ferrante De Benedictis (Fratelli d’Italia) è necessario coniugare l’intrattenimento con la sicurezza, ma in molte aree della città, dove dilagano spaccio e furti, purtroppo – ha spiegato – non succede. Servono risorse e un cronoprogramma certo di interventi – ha concluso.

Il documento chiede l’istituzione di un Tavolo: la soluzione ottimale per non scaricare la responsabilità su singoli soggetti – ha sostenuto Ludovica Cioria (PD), auspicando una politica sui prezzi degli alcolici.

Per Elena Maccanti (Lega) occorre dare concretezza agli atti del Consiglio Comunale.

In conclusione del dibattito, il consigliere SimoneFissolo (Moderati) ha spiegato di condividere tutte le riflessioni fatte in aula, per potersi divertire in città in sicurezza. Dobbiamo migliorare la situazione, aumentando il dialogo – ha affermato.

L’assessore alla Sicurezza, Marco Porcedda, ha spiegato che la Città sta procedendo per gradi, mettendo insieme progetti sequenziali, adeguati alle necessità della città.

Le imprese fanno rete per la partenza dei lavori della Metro linea 2 nel 2026

Oltre 170 imprese piemontesi insieme ad alcuni grandi player internazionali, hanno partecipato ieri a ‘Opportunità per l’economia del territorio’ dedicato all’illustrazione del progetto della Linea 2 della metropolitana di Torino. Organizzato da Unione Industriali Torino, Confindustria Piemonte, Ance Torino in collaborazione con Infra.To l’incontro al Centro Congressi dell’Unione Industriali Torino ha consentito di illustrare non solo le ricadute economiche generate dalla fase di realizzazione delle opere di costruzione e allestimento, ma anche dalla conversione di vaste aree nei quartieri interessati dal tracciato.

La seconda linea della metropolitana è un progetto importante per la nostra città e rappresenta anche un’opportunità per le imprese piccole medie e grandi del nostro territorio, che sono spesso leader di filiere per design, tecnologia e qualità. Ecco perché abbiamo voluto questo evento aperto, affinché la Metro2 faccia sentire tutti, aziende e cittadini, parte di un passaggio decisivo per lo sviluppo della città” ha dichiarato Marco Gay, presidente Unione Industriali Torino, aprendo i lavori.

Siamo orgogliosi di aver organizzato con l’Unione Industriali di Torino e Confindustria Piemonte questo importante incontro, condividendo linee d’azione comuni, perché oggi più che mai occorre unire le forze del mondo industriale per tutelare le esigenze di quello imprenditoriale e far fronte alle difficoltà che la congiuntura economica e la situazione politica internazionale stanno generando” ha dichiarato Antonio Mattio, Presidente Ance Torino. “Parlare concretamente di una seconda linea della Metropolitana, dopo quasi 20 anni dall’inaugurazione della linea 1, è quantomai importante e strategico per il presente ed il futuro di Torino e dell’area metropolitana. L’intervento va considerato fondamentale nella sua globalità: non è solo l’appalto di lavori pubblici, con ricadute e benefici diretti per le imprese esecutrici, ma è una scintilla per avviare il rilancio dell’attività economica di Torino e che auspichiamo possa avere un effetto positivo per le imprese del territorio. A tal proposito, auspichiamo che nelle gare, nel pieno rispetto della normativa, vengano tenute in conto le imprese locali, modulando ad esempio questo intervento e quelli che verranno in lotti funzionali, che tengano distinte le attività tipicamente edili rispetto a quelle relative alla trasportistica, all’armamento ferroviario e alle relative tecnologie. Solo così potranno essere garantite occasioni di lavoro alle piccole e medie imprese, che sono il cuore pulsante del tessuto economico della città” ha aggiunto.

L’assessore all’Urbanistica della Città di Torino, Paolo Mazzoleni, ha spiegato: “La linea 2 della metropolitana rappresenterà per la Città di Torino un punto di svolta nelle politiche di transizione ecologica, implementando in modo importante la rete del trasporto pubblico locale, ma anche dal punto di vista urbanistico in termini di riqualificazione per la zona nord della città, da cui partirà il suo percorso. Il cronoprogramma, dopo la nomina del commissario straordinario da parte del Governo, prosegue verso la realizzazione: a luglio Infra.To ha bandito la prima gara per le prestazioni di supporto al project management dell’opera, un lavoro propedeutico importantissimo.  Questo permetterà di poter mettere a bando entro il 2025 le prossime fondamentali gare per la scelta del sistema di segnalamento e del materiale rotabile e la realizzazione delle opere civili”.

Ci sono 1,8 miliardi per realizzare la linea 2 da Rebaudengo a Porta Nuova, poi ci auguriamo che arrivino, in corso d’opera, anche i 550 milioni per raggiungere il Politecnico: una prosecuzione che metteremo a bando come tratto opzionale. In totale si tratta di oltre 2 miliardi di euro, che però dovranno essere divisi su due grandi voci di spesa: treni e sistema di gestione dei treni (circa 450 milioni) e il resto per le opere civili, le stazioni, gli impianti non di trazione e così via” ha illustrato Bernardino Chiaia, Commissario straordinario per la Metro 2 e presidente di Infra.To. Secondo il Commissario, “innovazione digitale, impiantistica e lavorazioni di precisione, asset management possono essere garantiti anche da piccolissime realtà. Questo incontro serve per avere una visione ad ampio spettro, da questo punto di vista. In Piemonte ci sono tutte le attività ad alta specializzazione che possono essere svolte dalle aziende del territorio: tornelli, ascensori, scale mobili, impiantistica antiincendio, impiantistica di condizionamento, cybersecurity, analisi dei dati di traffico, sbigliettamento, sensoristica e manutenzione predittiva. È un’occasione per valorizzare i produttori torinesi. E se i grandi gruppi si trovano bene, magari li portano con sé anche in occasione dei grandi progetti all’estero”.

Il commissario ha poi lasciato la parola a Fabio Rizzo di Infra.To, che si è focalizzato sulle opere civili, e a Francesco Azzaronesempre di Infra.To che invece ha fatto il punto sulle opere impiantistiche. In chiusura si è parlato degli aspetti collegati all’ambiente e alla sicurezza con gli interventi di Paola Merafinae Fabio Cocito, sempre di Infra.To. C’è poi stata la possibilità di un momento di network per tutti i partecipanti.

Terra Madre – Salone del Gusto chiude i battenti con più di 300mila visitatori

«Cinque giorni fa, quando sono arrivata a Terra Madre, ero convinta di voler fare la maestra d’asilo. L’altro ieri, alla fine della giornata, ho detto a mamma che questa è la prima volta che vedo il nostro prodotto apprezzato: le persone sono curiose di sapere come coltiviamo e trasformiamo ciò che vendiamo. Su questo non avevo mai riflettuto, ma dà così tanta soddisfazione che mi ha fatto pensare che, un giorno, l’azienda potrebbe diventare mia. Magari un agriasilo!». Alice è giovanissima: la mattina va a scuola, al pomeriggio raggiunge il laboratorio dove aiuta a invasettare ed etichettare le creme e le composte di cipolle di Alife, Presidio Slow Food dell’alto Casertano. Sua mamma, Antonietta Melillo, è la referente dei produttori e la persona che, una dozzina di anni fa, ha recuperato i semi dagli anziani del borgo e ha ripreso a coltivare una varietà pressoché scomparsa. «Non si aspettava di sentire quelle mie parole – racconta, gli occhi gonfi di emozione -. Terra Madre mi ha aperto un mondo. Pensavo che tutto si fermasse alla cipolla: coltivata, trasformata, venduta. Mamma dà tutta se stessa per le cipolle. Per anni l’ho vista tornare a casa così stanca da non aver la forza di parlare: adesso sto capendo che dietro a tutto questo c’è un valore. E non solo per noi».

 

Quella di Alice è una delle tante, potentissime, storie di giovani che abbiamo ascoltato a Terra Madre Salone del Gusto, la manifestazione internazionale dedicata alle politiche agricole e a chi nel mondo produce cibo buono, pulito, giusto e sano. Organizzata da Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino, in cinque giorni, dal 26 al 30 settembre, ha coinvolto oltre 300 mila persone al Parco Dora di Torino intorno allo slogan Noi siamo Natura.

 

Petrini chiude Terra Madre, “luogo di dialogo e di pace”

 

«Vorrei che questa edizione di Terra Madre fosse dedicata a due amici, due delegati che erano qua con noi nel 2022: Dror Or, produttore di formaggi israeliano, e Bilal Saleh, produttore di olio palestinese della Cisgiordania. Il 7 ottobre, i terroristi hanno sequestrato Dror e i figli e ucciso la moglie. Dopo qualche mese lui è stato trovato morto, mentre i bambini fortunatamente sono in salvo. Saleh è stato ucciso il 30 ottobre mentre si trovava nell’oliveto, freddato da un colono che gli ha sparato dal villaggio vicino. Terra Madre è un luogo di pace, perché a Torino arrivano persone da tutto il mondo per dialogare. Senza dialogo, senza ascolto, senza rispetto per la diversità non esiste pace». Lo ha detto Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, chiudendo la quindicesima edizione di Terra Madre Salone del Gusto, a Torino.

 

Una pace che non riguarda solo gli esseri umani, ma anche la natura: «Il futuro è qui, oggi, perché a Terra Madre è protagonista un’agricoltura che si occupa dei prossimi secoli, non soltanto dei prossimi mesi – ha affermato Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia –. Migliaia di donne e uomini, contadine, allevatori, pescatori che hanno testimoniato modelli altri, modelli agroecologici che tutelano la biodiversità e sanciscono la necessità della sovranità alimentare. Modelli in grado di garantirci un progresso che intreccia indissolubilmente il benessere umano, con quello animale, con gli ecosistemi».

Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha dichiarato: «Qui a Terra Madre la suggestione del nome racchiude il senso più profondo della manifestazione. Anche nelle epoche antiche la divinità principale era associata al valore della terra e alla sua protezione. Abbiamo lingue diverse, storie diverse, religioni diverse. Una cosa però unisce da sempre il pianeta: viviamo di pesca e di agricoltura. Senza di esse non può sopravvivere nessun popolo e noi immaginiamo che questa debba essere una costante che durerà anche nei prossimi secoli. Tracciare la rotta corretta è la strada che dobbiamo intraprendere. Sviluppare la sicurezza alimentare, dare buon cibo a tutti è la nostra priorità. Enrico Mattei diceva “non voglio vivere da ricco in un paese povero”, io non voglio, e so di avere sintonia in questo con tanti tra i presenti, vivere in una civiltà che pretende di essere ricca, in un mondo che è fatto di poveri».

 

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha dichiarato: «Desidero portare il ringraziamento della Regione a chi ha lavorato per realizzare questo grande evento culturale, che contribuisce a diffondere la cultura che in Piemonte portiamo avanti da sempre, di quel cibo buono, sicuro e giusto che caratterizza le nostre produzioni e garantisce la dignità di tutte le persone che vengono coinvolte nella filiera produttiva. Mi fa particolarmente piacere poi che Terra Madre Salone del Gusto si sia svolta nella stessa settimana del G7: è molto significativo che questo evento abbia avuto un filo diretto con il G7, ovvero il luogo in cui si decidono le politiche agricole del mondo».

 

Il sindaco della Città di Torino Stefano Lo Russo ha dichiarato: «Il cibo, come la musica e lo sport, rappresenta un linguaggio universale in grado di unire le persone e questo appuntamento rappresenta da vent’anni una importantissima occasione di conoscenza e di riflessione su come questo debba essere buono ma anche sostenibile ed etico. La scelta della location di Parco Dora, che accoglie la manifestazione per la seconda volta, si conferma riuscita, non soltanto perché si tratta di una cornice adatta ad ospitare grandi eventi ma anche perché questo luogo, uno dei simboli della rigenerazione urbana e della contaminazione tra culture diverse, è sicuramente in linea con il messaggio che Terra Madre si propone di trasmettere».

Dalla periferia al centro

 

Boschi e aree interne, pastorizia e apicoltura, sono alcuni dei temi che ha messo al centro la 15esima edizione di Terra Madre. Visti come marginali, questi luoghi (oltre il 70% del territorio italiano) e questi mestieri rappresentano in realtà una prospettiva concreta, un paradigma economico e sociale basato sull’accoglienza e la cooperazione. Luoghi dove si pratica l’agroecologia, un approccio alla produzione che tutela e rigenera la biodiversità, i suoli e le acque, in cui gli esseri umani sono parte della natura. 

 

Un’idea di futuro che i visitatori hanno potuto ascoltare dalle parole di 700 relatori dall’Italia e dall’estero intervenuti alle conferenze. Ma anche dalle testimonianze di centinaia di contadini, cuochi, artigiani e attivisti che hanno animato il Mercato italiano e internazionale e i mille eventi in programma. 

 

A Torino, a settembre 2024, Slow Food ha riunito nuovamente il popolo di Terra Madre, che ha animato Parco Dora restituendo alla manifestazione quella vitalità e unicità che non si avvertiva da alcuni anni, a causa del covid e della sua onda lunga. 

 

La moltitudine di Terra Madre si è ritrovata per affermare con forza che il futuro è qui, in un sistema alimentare che non depreda e inquina la natura, ma la rispetta, che non genera iniquità e sfruttamento, ma promuove condivisione e giustizia. Una rivoluzione gentile, culturale e colturale, che parte dal basso, affermando a gran voce che un cibo buono, pulito e giusto per tutte e per tutti è possibile. È una questione di scelte: della politica, delle istituzioni, ma anche di ognuno di noi.

 

I 3000 delegati arrivati a Terra Madre da 120 Paesi nei prossimi mesi condivideranno questo senso di fiducia verso l’umanità e il futuro, riunendosi negli eventi che la rete sta già organizzando in tutti i continenti, dall’Asia al Nord America fino in Europa. 

 

L’impegno di Slow Food non si ferma

 

Il futuro del cibo e dell’agricoltura dipende innanzitutto dalla consapevolezza e dalla capacità di scegliere delle cittadine e dei cittadini di domani. Per questo, proprio oggi, Carlo Petrini lancia l’appello al Governo per inserire l’educazione alimentare nelle scuole italiane (sulla piattaforma Change.org).

 

L’esempio dei giovani di Terra Madre

 

A Torino in questi giorni abbiamo celebrato i 20 anni degli Orti Slow Food a scuola. «Fare l’orto è stato determinante nella costruzione della mia autostima» racconta Simone Diana, 23 anni di Moncalieri (Torino) ricordando la sua esperienza di bambino, come elemento fondamentale per la crescita personale. «È stata una delle esperienze più belle della mia vita» ha raccontato Jacopo Febi, 19 anni di Livorno: «Da bambini era soprattutto un momento divertente, ma oggi riflettiamo su ciò che abbiamo imparato anni fa e ne traiamo insegnamento».

 

Olimpia Maesano, attivista della rete giovani di Slow Food, è impegnata su diversi fronti nel suo territorio. Con la rete Slow Grains ha contribuito a far conoscere nove pani dell’Aspromonte, tra cui il pane di Pellegrina, che viene prodotto solo da donne, comunità molto forte nata grazie ai forni comunitari e che permette di preservare 12 ettari di grani tradizionali. A Torino, Olimpia ha presentato alcune delle buone pratiche territoriali scovate e segnalate dai 150 giovani da tutta Italia che si sono riuniti lo scorso maggio a Roma, all’Anteprima Terra Madre per condividere un’idea nuova di futuro.

 

Tra i tanti giovani protagonisti di questi giorni a Parco Dora c’è anche Ernesto Salizzoni, giovanissimo cuoco dell’Alleanza Slow Food: «È stato bello rivedere gli altri ragazzi della rete giovani di Slow Food» ammette, benché il tempo per godersi l’evento non sia stato molto, dovendo alternarsi nello SlowTruck di Paolo Betti, volto storico dell’Alleanza, nel preparare spätzle, focacce e polente con i Presìdi Slow Food. Una collaborazione, nata ai tempi di uno stage scolastico, che è prima di tutto un’amicizia fondata sulla condivisione degli stessi, imprescindibili, valori ai fornelli.

 

Terra Madre oggi chiude da dove ha cominciato, con la distribuzione su libera offerta di una parte delle meravigliose piantine dell’Orto Slow Food che in questi giorni bambine e bambini, ragazzi e adulti hanno toccato e annusato per scoprire varietà vegetali e fiori amici degli impollinatori. Appuntamento alle 17 nell’Orto Slow Food. Il ricavato sarà destinato al progetto degli Orti.

 

Terra Madre Salone del Gusto dà i numeri

Oltre 300 mila visitatori

80 mila mq l’area complessivamente interessata dall’evento

Mercato

700 espositori

180 Presìdi Slow Food di cui 28 al debutto dall’Italia e dall’estero

tutte le regioni rappresentate

Enoteca

Più di 500 etichette italiane (selezionate dalla guida Slow Wine) e internazionali proposte in degustazione

Partecipano all’evento

3000 delegati della rete di Terra Madre provenienti da 120 paesi

300 studenti partecipano alle attività di educazione di Slow Food

400 buyer e operatori del settore che partecipano grazie al supporto di Invitalia e Ice; partner tecnico BolognaFiere e Gruppo Food.

450 volontari dell’evento e oltre 300 soci Slow Food che vengono dalle Condotte in giro per l’Italia ad animare gli stand regionali

Programma

Oltre 1000 eventi in programma tra cui

250 conferenze

68 Laboratori del Gusto

13 Appuntamenti a Tavola e cene 

Più di 400 appuntamenti in programma negli spazi dei Partner, delle Regioni e delle altre istituzioni presenti all’evento

Circa 50 incontri organizzati dall’Università di Scienze Gastronomiche

Oltre 50 cuochi presenti negli Appuntamenti a Tavola, nella Cucina dell’Alleanza e nei laboratori degli stand regionali e dei Partner, dall’Italia e dall’estero

Cibi di strada e birrifici

17 Cucine di strada

17 Food truck

25 Birrifici artigianali

Aggiudicata la gara da 500 milioni di Euro per il “Parco della Salute”

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Nocivelli ABP si aggiudica la gara da 500 milioni di Euro per il “Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione” di Torino. Ricavi previsti per 1,5 miliardi di Euro

Il progetto, aggiudicato in RTI (Raggruppamento Temporaneo di Imprese) con il Consorzio SIS, ha una durata complessiva di 30 anni per la realizzazione e la gestione delle nuove sedi ospedaliere di Molinette, CTO e Sant’Anna.

 A.B.P. Nocivelli S.p.A., Esco Company leader del settore nelle operazioni di Partenariato Pubblico Privato per la realizzazione di strutture sanitarie e ospedaliere, quotata nel segmento Euronext Growth Milan (Codice ISIN IT0005439861, Ticker ABP:IM), annuncia l’aggiudicazione  della gara per la realizzazione del nuovo “Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione” della Città di Torino, Lotto 1 “Polo della Sanità e della Formazione Clinica e del Polo della Ricerca” al Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI) composto dal Consorzio Stabile SIS S.c.p.A. e dalla stessa A.B.P. Nocivelli S.p.A..

Il progetto, del valore complessivo di 500 milioni di Euro, prevede la costruzione delle nuove sedi ospedaliere di Molinette, CTO e Sant’Anna. Il contratto di PPP (Partenariato Pubblico Privato) avrà una durata di 30 anni, di cui 5 anni di lavori per la realizzazione delle opere edilizie e impiantistiche e i successivi 25 anni di gestione dei servizi a corredo dell’opera. Mentre il Consorzio Stabile SIS si occuperà di eseguire le opere edili, Nocivelli ABP sarà deputata alla realizzazione di tutte le opere impiantistiche.

La gestione dei servizi di facility management e del servizio energia sarà invece affidata ad entrambe le società.

Il valore complessivo dei ricavi attesi per l’intera durata della concessione (30 anni) è di 1,5 miliardi di Euro, comprensivi di oneri finanziari e opere e servizi di competenza sia del Consorzio Stabile S.c.p.A. che di Nocivelli ABP.

Si tratta di un’operazione di importanza strategica anche per Nocivelli ABP che impatterà considerevolmente sul portafoglio della società alla quale, nei trent’anni, competeranno circa 500 milioni di euro tra opere e servizi: 200 milioni di Euro di opere che saranno realizzate nei primi 5 anni e 300 milioni di Euro per i servizi che saranno espletati nei successivi 25 anni di gestione.

Conseguentemente, il backlog di Nocivelli ABP passerà dagli 850 milioni stimati in occasione dell’approvazione del bilancio al 30 giugno 2024 a ben 1,4 miliardi di Euro.

Tenta di uccidere la moglie a martellate e si lancia dal balcone

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Ha preso a martellate la moglie che stava dormendo, a Carignano. Dopo si è fatto cadere dal balcone  al terzo piano del palazzo in cui abitano.  I due sono stati trasportati in ospedale. L’uomo è grave, la moglie non sarebbe in pericolo di vita. Sembra che l’uomo soffrisse di crisi depressive. I carabinieri stanno svolgendo le indagini sulla vicenda.

La logistica del Piemonte guarda a Liguria e Lombardia

La logistica gioca un ruolo importante nel futuro economico del Piemonte che sta affrontando la crisi dell’automotive. L’assessore alla Logistica ed infrastrutture strategiche della Regione Piemonte, Enrico Bussalino è intervenuto  nei giorni scorsi a Palazzo Lombardia, a Milano, in occasione  degli Stati generali della Logistica del Nord Ovest.

Le politiche attivate in questi anni dalla Regione Piemonte, in raccordo con le Regioni partner Lombardia e Liguria, per lo sviluppo di una filiera della logistica e allrealizzazione di grandi infrastrutture, contribuiscono a definire il ruolo centrale del Nord Ovest del nostro Paese nella movimentazione logistica delle merci all’interno del Corridoio Mediterraneo e di quello Reno-Alpi.

Stiamo puntando alla creazione di un sistema retroportuale sul nostro territorio, grazie alle ZLS – zone logistiche semplificate, come interporti, scali ferroviari, piattaforme logistiche, ad integrazione del sistema portuale e retroporto di Genova e dei porti Liguri. Per questo la Regione Piemonte fin dal 2021 si è attivata, attraverso un bando regionale rivolto ai Comuni piemontesi, per individuare ulteriori siti oltre a quelli già individuati nel Piano strategico”.

Sul tema centrale  delle aree retroportuali commenta Bussalino: “Si sta concludendo cosi l’iter per l’ampliamento delle aree retroportuali nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo, perché sono un’opportunità di sviluppo economico e quindi imprenditoriale per i territori locali. Stiamo lavorando per rendere il Piemonte più attrattivo agli investitori internazionali e a conferma di questo ricordo che la multinazionale Silicon Box ha scelto Novara per il nuovo maxi-impianto produttivo per la realizzazione di semiconduttori e microchip, cosi come proseguono gli investimenti di Amazon sul nostro territorio con l’apertura di un nuovo polo ad Alessandria che diventa centrale per la rete di distribuzione in Italia e nel resto dEuropa”.

Primo trapianto in Italia di blocco cuore-fegato salva giovane donna affetta da grave cardiopatia

Primo trapianto in Italia di blocco cuore-fegato salva giovane donna affetta da grave cardiopatia congenita e conseguente malattia epatica, presso l’ospedale Molinette di Torino Nei giorni scorsi, per la prima volta in Italia, è stato eseguito il trapianto di un blocco multiorgano cuore-fegato, presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. A ricevere questo prezioso dono una donna di 38 anni proveniente da Roma, affetta da una grave cardiopatia congenita, che era stata già più volte operata al cuore. La malattia cardiaca malformativa (sottoposta ad indagini emodinamiche dal cardiologo pediatrico dottor Giuseppe Annoni dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino) le aveva causato nel tempo un danno sempre più severo anche al fegato (diagnosticato e curato dall’epatologa dottoressa Silvia Martini dell’ospedale Molinette). Per la gravità delle sue condizioni, la paziente era stata iscritta nella lista nazionale dei trapianti urgenti, gestita dal Centro Nazionale Trapianti (diretto dal dottor Giuseppe Feltrin), in collaborazione con il Centro Regionale Trapianti del Piemonte (diretto dal dottor Federico Genzano), che ha permesso di trovare un donatore idoneo per entrambi gli organi in poco tempo. L’eccezionalità dell’intervento, attentamente pianificato dall’équipe multidisciplinare trapianti di Torino, è stata quella di aver mantenuto la normale connessione del cuore con il fegato, trapiantando il blocco come un solo organo. Questo tipo di trapianto permette di minimizzare i tempi di sofferenza ischemica degli organi prima di essere trapiantati, offrendo così una migliore ripresa della loro funzione subito dopo il trapianto. A fronte di questi vantaggi, è stata però necessaria una perfetta collaborazione e sincronizzazione dei diversi specialisti coinvolti. Una vera e propria miracolosa maratona. Mentre l’équipe prelievo cuore e l’équipe prelievo fegato lavoravano fianco a fianco nella sede del donatore nella vicina Lombardia, a Torino un’altra doppia équipe, formata sempre da cardiochirurghi ed epatochirurghi, preparava la paziente a ricevere il blocco cuore-fegato. Il professor Mauro Rinaldi (Direttore Cardiochirurgia dell’ospedale Molinette), coadiuvato dal dottor Carlo Pace Napoleone (Direttore Cardiochirurgia Pediatrica dell’Ospedale Infantile Regina Margherita), dal professor Massimo Boffini e dalla dottoressa Erika Simonato, isolava ed asportava il cuore malato, mentre, in contemporanea, il professor Renato Romagnoli (Direttore Dipartimento Trapianti e Chirurgia Trapianto Fegato dell’ospedale Molinette) con il dottor Paolo Strignano rimuovevano il fegato, con il supporto anestesiologico del dottor Alberto Orsello, della dottoressa Francesca Momigliano (della Rianimazione 1 diretta dal professor Luca Brazzi) e del dottor Angelo Panio (della Rianimazione 2 diretta dal dottor Roberto Balagna). Quando il campo operatorio è stato liberato per l’impianto e mentre la paziente era mantenuta in vita grazie alla circolazione extracorporea assicurata dalla macchina cuore-polmoni, il blocco cuore-fegato (prelevato dal dottor Giacomo Maraschioni della Cardiochirurgia e dal dottor Damiano Patrono della Chirurgia Trapianto Fegato) è arrivato in sala operatoria per essere trapiantato. I cardiochirurghi e gli epatochirurghi hanno eseguito contemporaneamente i collegamenti vascolari e, una volta ripristinata la circolazione nel blocco multiorgano, sia il cuore sia il fegato hanno immediatamente ripreso a funzionare. La procedura chirurgica è durata oltre dodici ore e si è conclusa con successo. Attualmente la paziente è sveglia, lucida e respira autonomamente, ricoverata presso la Terapia Intensiva della Cardiochirurgia (coordinata dalla dottoressa Anna Trompeo) per la prosecuzione delle cure, in attesa di essere trasferita in reparto di degenza. Senza dubbio da ricordare anche le numerose unità di sangue che sono state utilizzate per permettere questa impresa. Tutto grazie ai donatori della Banca del Sangue e Immunoematologia della Città della Salute di Torino (diretta dal dottor Marco Lorenzi). L’intervento è stato appena presentato in anteprima durante le 36me Giornate Cardiologiche Torinesi. “Questo trapianto innovativo conferma l’eccellenza a livello internazionale della nostra Azienda Ospedaliero-Universitaria. La consolidata collaborazione e coordinazione dei vari programmi di trapianto di organo attivi in Azienda, già abituati ad eseguire trapianti combinati in sequenza, ha permesso di raggiungere questo nuovo ed importante traguardo per una cura sempre più efficace di pazienti gravemente malati. Tutto ciò, sempre grazie alla donazione degli organi e del sangue, necessari per eseguire questi straordinari interventi” commenta il dottor Giovanni La Valle (Direttore Generale della Città della Salute di Torino)