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Riapre al pubblico il Centro Storico Fiat: mostre, eventi e attività di studio

Ha riaperto al pubblico giovedì 12 dicembre il Centro Storico FIAT di via Chiabrera 20, in sinergia con il MAUTO di corso Unità d’Italia 40

 

Sarà il Museo Nazionale dell’Automobile a gestire la riapertura e il programma di eventi evia attività volti a rilanciare un luogo fondamentale per la storia dell’automobilismo e della Città di Torino, con l’obiettivo di restituire alla collettività il patrimonio che conserva. In seguito all’annuncio dato, a proposito dell’opening della mostra “125 volte FIAT. La modernità attraverso l’immaginario FIAT”, dell’accordo programmatico tra Stellantis e MAUTO per la gestione del Centro Storico FIAT, l’edificio di via Chiabrera 20, sede delle prime officine di produzione dell’azienda, ha riaperto le sue porte al pubblico a partire da giovedì 12 dicembre scorso. A questa prima apertura prenatalizia, pensata per i visitatori che vorranno scoprire questo luogo di riferimento per la storia dell’automobilismo durante le festività, seguirà nel mese di febbraio un’inaugurazione ufficiale alla presenza delle autorità. L’accordo prevede l’intervento del MAUTO nel rilancio del Centro Storico FIAT quale parte di un polo espositivo d’eccellenza per la Città di Torino. Tale obiettivo sarà perseguito attraverso l’attivazione di una strategia di promozione e sviluppo culturale della sede storica FIAT, dell’archivio e della collezione storica che conserva. Un programma di mostre, eventi e attività di studio e ricerca volti a intensificare il dialogo tra Università e centri di formazione, consentirà di coinvolgere un pubblico ampio, insieme alla strategia di marketing culturale già avviata dal Museo e finalizzata al racconto della storia dell’automobile e delle sfide future. Il Centro Storico FIAT ha sede in un edificio liberty che fu il primo ampliamento, nel 1907, delle officine di corso Dante, nelle quali nacque l’azienda. Fin dall’inizio è stato teatro di momenti importanti per la storia della FIAT, e ora ospita una collezione di cimeli, modellini e manifesti pubblicitari che coprono l’intera storia aziendale, oltre, ovviamente, alle automobili più significative della storia dell’azienda, dalla 3 ½ HP, la prima vettura prodotta dalla FIAT, alla Eldridge Mefistofele, del 1923, che con la sua silhouette slanciata e la sua mole possente, segna uno dei primi esempi di vettura da record. E poi il primo trattore, il FIAT 702, del 1919, autocarro 18 BL che motorizzò le truppe italiane nella prima guerra mondiale, la Littorina, protagonista del trasporto ferroviario a partire dagli anni Trenta, il Caccia G91, il velivolo disegnato da Giuseppe Gabrielli e adottato in seguito dalla NATO. Tra le automobili ricordiamo ancora la 525 SS , disegnata da Mario Revelli di Beaumont, il prototipo dell’utilitaria del Settecento. Nello stesso edificio è presente anche l’archivio aziendale consultabile su appuntamento. Oltre novemila documenti lineari e cartacei, 400 mila disegni tecnici, 5 mila tra volumi e riviste di automobilismo e storia industriale, più di 6 milioni di immagini, stampe, lastre e negativi, 200 ore di filmati storici. Di particolare interesse il fondo del progettista Dante Giacosa, il “papà” delle utilitarie che hanno motorizzato l’Italia. Nell’ottica di progettare eventi in collaborazione con il MAUTO, il Centro Storico FIAT ospiterà fino a domenica 4 maggio il progetto espositivo “Memorie e conflitti”, spin off della mostra “125 volte FIAT – La modernità attraverso l’immaginario FIAT”, allestita nel museo di Corso Unità d’Italia.

Il Centro Storico FIAT conserva più di 2 mila immagini e 300 faldoni di documenti e volantini lungo tutto il corso del Novecento. Parte di questo materiale è stato raccolto da chi aveva il compito di garantire la sicurezza aziendale: foto scattate da dietro le finestre degli uffici. Colpisce in particolare la collezione di volantini, unica nel suo genere. Giorno per giorno, attraverso i decenni i sorveglianti, con grande cura, hanno annotato e allegato tutti i volantini lanciati, distribuiti o fatti trovare dentro e fuori gli stabilimenti. Qualche volta, su questi volantini, vengono specificate date e ore esatte, quale porta di Mirafiori, quale bagno di operai e impiegati, quale striscione e in quale officina si potessero trovare.

Contributi sono giunti dall’Associazione Culturale Vera Nocentini, dalla Fondazione Studi Storici Gaetano Salvemini, dalla Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci, dal Gruppo Dirigenti Fiat e dall’ISMEL (Istituto per la Memoria e la Cultura del Lavoro dell’Impresa e dei Diritti Sociali). I visitatori potranno accedere al Centro Storico FIAT dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19, acquistando il biglietto online sul sito del MAUTO www.museoauto.com o presso le biglietterie dello stesso, in Corso Unità d’Italia 40 o presso il Centro Storico FIAT in via Chiabrera 20. Martedì 24 dicembre e martedì 31 dicembre orario dalle 10 alle 14, mercoledì 25 dicembre e mercoledì 1 gennaio orario dalle 14 alle 19.

 

Mara Martellotta

Arrestato mentre tenta di rubare duemila litri di gasolio con carte carburante clonate

A seguito del considerevole numero di denunce presentate nelle ultime settimane presso il Centro Operativo  per la Sicurezza Cibernetica  di Torino, gli investigatori della Polizia Postale  hanno tratto in arresto un diciannovenne, colto nella flagranza di reato del possesso e uso indebito di carte carburante clonate, mentre, ad un distributore di benzina dell’hinterland torinese, era intento a rifornire di gasolio due cisterne della capienza di carburante di 1000 litri ciascuna, collocate all’interno di un furgone che conduceva.

L’indagine ha preso l’avvio dall’esame delle tracce informatiche disseminate dal presunto autore negli spostamenti cittadini a bordo del furgone utilizzato per commettere i fatti, comprese quella dell’utilizzo illecito delle carte clonate. Dopo un’attenta ricostruzione delle modalità utilizzate dal presunto autore, sono state effettuate mirate attività di osservazione, che hanno portato all’arresto in flagranza di reato e al rinvenimento di diverse carte carburante “in bianco” pronte all’uso.

L’uomo – su indicazione del PM di turno presso la Procura della Repubblica di Ivrea – è stato collocato agli arresti domiciliari e sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di firma presso i locali organi di Polizia all’esito dell’udienza di convalida.

La clonazione di tali strumenti è realizzata solitamente attraverso l’apposizione di c.d. “skimmer”, lettori di codice che vengono nascosti dai criminali presso le colonnine per il rifornimento self service, in grado di carpire il contenuto della banda magnetica delle carte di pagamento utilizzate dagli utenti, delle quali ottengono anche il PIN videoregistrando il momento in cui viene digitato il codice.

La Polizia di Stato consiglia ai clienti delle reti di distribuzione in modalità self service di prestare sempre particolare attenzione ad eventuali manomissioni delle postazioni bancomat, coprendo sempre con la mano non utilizzata la digitazione del codice segreto abbinato al titolo di pagamento, che si ricorda essere strettamente personale.

Si precisa che il procedimento versa allo stato delle indagini preliminari e che l’indagato deve considerarsi non colpevole fino a sentenza definitiva.

Sciopero di 24 ore: ecco le fasce orarie garantite dei trasporti

A seguito del Decreto emesso dal TAR in data 12 dicembre 2024 lo sciopero nazionale di venerdì 13 dicembre 2024 a cui aderisce l’Organizzazione Sindacale USB per tematiche economico – sociali sarà della durata di 24 ore.

Pertanto il servizio di trasporto pubblico locale sarà garantito nelle seguenti fasce orarie:

  • Servizio URBANO-SUBURBANO, METROPOLITANA, CENTRI DI SERVIZI AL CLIENTE: dalle ore 6.00 alle ore 9.00 e dalle ore 12.00 alle ore 15.00
  • Servizio EXTRAURBANO Servizio bus cooperativo Linea 3971 (tratta Ciriè – Ceres): da inizio servizio alle ore 8.00 e dalle ore 14.30 alle ore 17.30

Sarà assicurato il completamento delle corse in partenza entro il termine delle fasce orarie indicate.

Giochi Mondiali Invernali Special Olympics Torino 2025: “Il futuro è qui”

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Torino,12 dicembre – Il conto alla rovescia è iniziato per i Giochi Mondiali Invernali Special Olympics Torino 2025. Autorità nazionali, regionali e comunali, settore privato e atleti di Special Olympics hanno tutti condiviso lo stesso messaggio: “Il futuro è qui”. Dall’8 al 15 marzo 2025, Torino, Italia, ospiterà i Giochi Invernali, dimostrando l’incredibile potere dello sport nel porre fine all’emarginazione e promuovere inclusione e solidarietà.

Temi al centro della conferenza stampa del 12 dicembre 2024 ai Musei Reali di Torino, in cui i rappresentanti del settore pubblico e privato hanno sottolineato l’importanza dei Giochi Mondiali Invernali Special Olympics 2025 come strumento per contrastare i pregiudizi verso le persone con disabilità intellettive. Una presentazione a cui sono intervenuti, in rappresentanza del Governo, Alessandra Locatelli, Ministro per le Disabilità, Andrea Abodi, Ministro dello Sport e i Giovani, Daniela Santanchè, Ministro del Turismo, e le autorità locali Marina Chiarelli, Assessore al Turismo, Cultura, Sport della Regione Piemonte, Stefano Lo Russo, Sindaco della Città di Torino, Chiara Rossetti, Sindaca di Bardonecchia, Giovanni Cesare Poncet, Sindaco di Sestriere e Massimo Marchisio, Sindaco di Pragelato. Con loro, la Presidente del Local Organizing Committee dei World Winter Games Turin 2025 Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e i rappresentanti di Special Olympics, la Chief Executive Officer di Special Olympics Mary Davis, il Presidente di Special Olympics Italia Angelo Moratti e gli atleti Lorenzo Mancino, Michal Dolinsky e Andrea Tomasoni. E poi i rappresentanti dell’impresa privata, Fabio Spagnuolo di Intesa Sanpaolo e Cristina Camilli di Coca-Cola Italia e Albania.

I Giochi Mondiali Invernali Special Olympics 2025 accoglieranno 1.500 atleti provenienti da 102 Paesi che gareggeranno in otto discipline: sci alpino, sci nordico, danza sportiva, pattinaggio artistico, floorball, snowboard, racchette da neve e short track. Inoltre, saranno coinvolti più di 1.000 coach e delegati, 2.000 volontari, 1.000 media accreditati e circa 100.000 spettatori.

La città di Torino ospiterà le gare di floorball, pattinaggio artistico e short track. Sestriere sarà la sede delle gare di sci alpino e racchette da neve. Bardonecchia ospiterà le gare di danza sportiva e snowboard, mentre Pragelato ospiterà lo sci di fondo. Torino sarà anche sede della Cerimonia di Apertura (8 marzo) e la Cerimonia di Chiusura (15 marzo) dei Giochi, insieme ad eventi aggiuntivi come il Global Youth Leadership Summit, il programma Healthy Athletes, il Motor Activities Training Program e il Young Athletes Program.

Ospitare i Giochi Mondiali Invernali rappresenta un incredibile lavoro di squadra, reso possibile dal Governo Italiano, dalla Regione Piemonte, dai Comuni e dalle aziende che insieme intendono promuovere l’inclusione e il lascito che i Giochi porteranno a Torino, Italia e nel mondo.

Troppo spesso la mancanza di comprensione sulle disabilità intellettive genera paura, esclusione e opportunità mancate. I Giochi Mondiali Invernali metteranno in evidenza la determinazione e il coraggio degli atleti di Special Olympics, mostrando al mondo una prospettiva diversa sulla disabilità intellettiva, favorendo una comprensione più profonda e abbattendo barriere e stereotipi.

I Giochi Mondiali Invernali rappresentano un importante riconoscimento per Special Olympics Italia, che da oltre 40 anni è in prima linea nel cambiamento di mentalità riguardo al potere dello sport nel promuovere l’inclusione sociale delle persone con disabilità intellettiva. Offrire pari opportunità a tutti conduce verso un futuro più luminoso per tutti.

E se da un lato l’aspetto più significativo dell’eredità dei Giochi sarà il cambiamento culturale, con una società più consapevole del valore della diversità, altrettanto importante sarà l’eredità materiale che i Giochi lasceranno ai territori: infrastrutture migliorate, trasporti pubblici più fruibili, impianti sportivi e strutture turistiche più accessibili a persone con disabilità. Il tutto nel rispetto della sostenibilità ambientale, grazie alla stretta osservanza dello Sport Sustainability Framework, progetto cofinanziato dalla Commissione europea.

L’impatto sociale, culturale, economico e sportivo continuerà a influenzare la città di Torino, la Regione Piemonte e le località coinvolte, l’Italia e il mondo intero contribuendo a costruire un futuro in cui l’inclusione sia parte integrante della vita quotidiana. Un futuro che appartiene a tutti. Ma un futuro che è già qui, a Torino: “The future is here”.

Scuole e uffici comunali: riqualificazione energetica, al via i lavori

 

Ci sono scuole, una palestra e sedi di uffici comunali tra gli immobili di proprietà della Città di Torino per i quali la Giunta Comunale, su proposta dell’assessora alla Transizione Ecologica e Digitale Chiara Foglietta, ha approvato interventi di efficientamento energetico e manutenzione impiantistica, nell’ambito del Programma EfficienTO.

Un programma vasto e articolato su 7 anni quello dell’efficientamento degli immobili comunali che, sottoscritto nel 2022 tra Città di Torino e il concessionario Iren, prevede lavori su circa 800 immobili entro la fine del 2029.

In particolare, i progetti definitivi presentati da Iren Smart Solutions licenziati questa mattina riguardano la scuola elementare dell’istituto comprensivo ‘Montevideo’ di via Montevideo 11, la scuola elementare ‘Parato’ di via Aquileia 8, la scuola media inferiore ‘Vico’ di via Tunisi 102, la sede dei servizi Tributari e Catasto e della Soris in corso Racconigi 49 e gli uffici dei Servizi Sociali, la palestra Arcipelago 2 e il centro anziani di via Filadelfia 242.

I lavori in programma comprendono la sostituzione dei serramenti, dei corpi illuminanti presenti con nuovi a tecnologia LED, interventi su impianti di climatizzazione, la posa di pannelli coibenti, l’installazione di valvole termostatiche e di sistemi di controllo e di gestione degli edifici BMS e la realizzazione di impianti fotovoltaici.

Il costo previsto per questi interventi è di 3.901.614,43 euro, importo che sarà a carico di Iren Smart Solutions mediante l’utilizzo dello strumento di finanza di progetto, come previsto dal contratto di concessione stipulato con la Città.

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Il Ministro Bernini  alla Cavallerizza Reale: un simbolo di rigenerazione culturale e urbana tra pubblico e privato

Ieri  il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha visitato la Cavallerizza Reale di Torino, un luogo simbolo di rigenerazione urbana e culturale. Il progetto, promosso dalla Fondazione Compagnia di San Paolo in collaborazione con la Regione Piemonte, il Comune di Torino, l’Università degli Studi di Torino, Fondazione Collegio Einaudi, il Conservatorio Statale Giuseppe Verdi, l’Accademia Albertina di Belle Arti e CDP Real Asset (Gruppo CDP), rappresenta una delle grandi trasformazioni che caratterizzeranno la città del futuro e dal valore complessivo di oltre 200 milioni di euro.

Nel complesso, che vede già insediata l’Aula Magna dell’Università di Torino nel Maneggio Chiablese, la Fondazione Compagnia di San Paolo sarà protagonista del recupero di un’ampia parte del sistema Cavallerizza, ristrutturando la Manica del Mosca e le Pagliere con un investimento complessivo di oltre 80 milioni di euro. La Manica del Mosca ospiterà la nuova sede della Fondazione, con spazi aperti a cittadini e turisti, mentre le Pagliere accoglieranno un hub culturale collegato ai Giardini Reali di Levante.

Nel Maneggio Alfieriano, la Città di Torino ha previsto uno spazio culturale polivalente; accanto, il Corpo delle Guardie ospiterà un Research Node dell’Università di Torino, dedicato ai linguaggi della creatività, alla produzione culturale e alle attività di public engagement rivolte al territorio. Il sistema comprenderà inoltre il Polo delle Arti, un nuovo centro di specializzazione e alta formazione promosso da Accademia Albertina di Belle Arti, Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino e Fondazione Collegio Einaudi. Grazie al supporto della Fondazione Compagnia di San Paolo, che ha permesso di completare la progettazione, il Polo delle Arti ha ottenuto finanziamenti del Ministero dell’Università e della Ricerca per 20 milioni di euro a cui si sommano i 15 milioni per il Corpo delle guardie dove l’Università degli studi di Torino realizzerà spazi per la terza missione. A ciò si aggiunge un contributo di 750 mila euro stanziato dalla Regione Piemonte, utilizzato per l’acquisto dell’immobile da Cassa Depositi e Prestiti, che resta parte del progetto per la creazione di una struttura ricettiva di livello internazionale negli edifici dell’ex Accademia Militare.

Al termine della visita al cantiere il Ministro Anna Maria Bernini ha commentato: “Il Ministero dell’Università e della Ricerca è orgoglioso di sostenere questo progetto, che incarna un autentico percorso di rigenerazione urbana. Un’idea innovativa di recupero di spazi e strutture, lungimirante e ambiziosa, in grado di restituire alla città uno dei suoi tesori: una parte centrale e significativa del centro storico, destinata a trasformarsi in uno dei Poli delle Arti e dell’Innovazione più grandi d’Europa. Un modello virtuoso, non solo di rigenerazione, ma anche di integrazione tra Università e spazio urbano, capace di generare effetti positivi duraturi, sprigionando innovazione, conoscenza e nuove opportunità di formazione”.

“L’obiettivo condiviso da tutte le istituzioni coinvolte – ha spiegato il sindaco di Torino Stefano Lo Russo – è di assicurare una soluzione concreta di riqualificazione e di conservazione del patrimonio storico artistico di un bene tutelato dall’Unesco dal 1997 attraverso un intervento che costituirà un esempio di innovazione urbana e restituirà a Torino un complesso architettonico di grandissimo valore nel suo centro storico”.

«Il progetto di cittadella della cultura che nascerà all’interno della Cavallerizza rappresenta a pieno la volontà del territorio di riqualificare un’area di grande pregio storico e architettonico all’interno del centro cittadino, rendendolo un polo della cultura integrato al resto del tessuto urbano. Un progetto a cui la Regione crede e per il quale, un anno fa, ha approvato con legge lo stanziamento di 750 mila euro per l’acquisto dell’immobile, che era un passaggio indispensabile per attivare gli investimenti significativi arrivati dal Ministero» dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.

“La riqualificazione della Cavallerizza Reale rappresenta per la Fondazione Compagnia di San Paolo una straordinaria occasione per mettere in pratica un modello di filantropia evoluta, che non si limita al sostegno economico, oltre 80 milioni di euro investiti, ma integra competenze specializzate a beneficio del territorio” – ha dichiarato Marco Gilli, Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo. “Questi interventi consolidano Torino come un punto di riferimento culturale, accademico e artistico diventando attrattore di talenti sulla scena nazionale e internazionale e trasformando il complesso storico della Cavallerizza Reale in un centro dinamico e innovativo. La Manica del Mosca diventerà la nuova sede della Fondazione, con grandi spazi aperti alla città e ai turisti, mentre le Pagliere, collegate ai Giardini Reali di Levante, ospiteranno un nuovo hub culturale. “

“La Cavallerizza Reale – ha aggiunto il Rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna – è uno dei grandi progetti attraverso i quali l’Università di Torino fa piena sinergia con il territorio. Sin dai primi passi mossi su questo importante progetto per la città, abbiamo lavorato con tutti i soggetti in campo, pubblici e privati, affinché questo spazio dal grande valore storico e monumentale fosse la sede migliore per la realizzazione di un laboratorio di idee e di linguaggi aperto che si fondi sull’affermazione del valore pubblico del sapere e delle arti. Quello dell’Università di Torino per la Cavallerizza è quindi un progetto culturale che offre alla città un luogo per la ricerca intesa come hub della creatività e della produzione culturale in grado di immaginare e realizzare un nuovo modo di fare cultura in città e per la città”.

Tra i progetti più ambiziosi spicca il Polo delle Arti, un centro d’eccellenza per la formazione artistica interdisciplinare. Grazie al sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, l’Accademia Albertina e il Conservatorio Giuseppe Verdi hanno completato la progettazione del Polo delle Arti, che ha recentemente ottenuto un finanziamento ministeriale di 19 milioni di euro.
Questo progetto mira ad attrarre giovani talenti internazionali nel campo dell’arte e della musica, rafforzando il ruolo culturale e formativo di Torino. Il Polo delle Arti si estenderà su oltre 7.000 mq.
Il complesso accoglierà aule, laboratori, una sala teatrale e dipartimenti dedicati a discipline quali
scenografia, jazz e musica elettronica, coinvolgendo istituzioni prestigiose come l’Accademia Albertina di Belle Arti, il Conservatorio Giuseppe Verdi e il Collegio Universitario Einaudi.

Parallelamente, il Corpo delle Guardie della Cavallerizza, di proprietà della Città di Torino, ospiterà nuovi spazi per l’Università di Torino. Questo intervento, orientato alla sostenibilità e alla flessibilità, prevede l’ampliamento delle aree destinate alla Scuola di Dottorato, con laboratori, spazi coworking e sale conferenze, rafforzando il legame tra formazione e mondo del lavoro.

A novembre la Giunta e successivamente il Consiglio Comunale hanno approvato la variante al Progetto Unitario di Riqualificazione del complesso necessaria a consentire l’attuazione della trasformazione del compendio.

La Cavallerizza Reale, originariamente concepita nel XVII secolo da Amedeo di Castellamonte e successivamente ampliata da Filippo Juvarra e Benedetto Alfieri, rappresenta un elemento chiave
del distretto culturale torinese. Circondata da istituzioni di rilievo internazionale, come il Museo Egizio, il Museo del Cinema, e il Teatro Regio, la Cavallerizza si prepara a diventare un nuovo fulcro per le arti e la cultura a Torino, con una visione innovativa che unisce storia, tecnologia e accessibilità. La riqualificazione della Cavallerizza Reale non è solo un progetto architettonico, ma un simbolo della capacità di Torino di guardare al futuro con una prospettiva sostenibile e inclusiva, in grado di dialogare con il contesto urbano e di rispondere alle esigenze di una società in continua evoluzione.

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Dalla Regione 50 milioni per il sistema sci in Piemonte

Sviluppare, valorizzare e riqualificare. Ecco le tre parole chiave che danno contenuto e sostanza al bando neve della Regione presentato oggi al Grattacielo Piemonte dal presidente Alberto Cirio e dall’assessore alla Montagna con delega al sistema neve Marco Gallo davanti a una platea del mondo dello sci al gran completo. La giunta regionale investe 50 milioni per la riqualificazione del sistema neve piemontese che vuol dire 50 stazioni sciistiche, quasi 300 impianti e oltre 1300 chilometri di piste. In altre parole, il terzo domaine skiable d’Italia. Destinatari gli enti locali piemontesi, primi fra tutti gli 80 comuni interessati da comprensori sciistici. Ma anche le Province e la Città Metropolitana di Torino, le Unioni di Comuni, le forme associative che coinvolgano enti locali anche costituite con lo specifico scopo di partecipare al finanziamento.

«Questo bando è la conferma dell’impegno della Regione per sostenere uno degli asset più importanti del turismo del Piemonte come dimostrano i numeri, ma anche il principale motore economico per molte vallate – dicono il presidente Alberto Cirio e l’assessore Marco Gallo -. Ecco perché questi 50 milioni, lo stanziamento più corposo di un pacchetto complessivo di risorse che si avvicina ai 70 milioni, comprendendo tra gli altri anche i contributi per gli impianti delle Universiadi di Torino, sono un investimento strategico sul futuro delle terre alte. Occorre investire anche per attrarre nuovi capitali dall’estero, come è accaduto con il fondo inglese Icon per le stazioni della Vialattea e di Bardonecchia. Segno che le nostre montagne hanno appeal, come confermano anche i tre milioni di giornate di sci ogni anno, ma per conservarlo devono sapersi innovare, tenere il passo di un settore in continua evoluzione». Mentre l’assessore Gallo anticipa un pezzo di futuro: «Stiamo studiando la formula per lanciare anche in Piemonte il biglietto unico. L’idea è di partire con la sperimentazione il prossimo anno, iniziando da maestri di sci e tesserati Fisi, per testare il format migliore». Sul palco erano presenti tra gli altri Giampiero Orleoni, presidente di Arpiet Piemonte, Sergio Gibelli, vicepresidente di Anef Torino, Roberto Colombero, numero uno di Uncem Piemonte e Francesca Delmastro Delle Vedove, vicepresidente di Anci Piemonte. 

Ecco nel dettaglio il bando neve.

Sei le tipologie di intervento

La prima riguarda le piste e gli impianti di innevamento. Si finanziano la sostituzione, la nuova realizzazione, il miglioramento qualitativo, ambientale ed energetico o il potenziamento delle piste da sci e degli impianti di innevamento programmato, inclusi vasche o bacini di approvvigionamento idrico, incluso l’acquisto di impianti già esistenti, di proprietà pubblica o privata.

La seconda punta a riqualificare gli impianti di risalita. Sostituzione, nuova realizzazione, miglioramento qualitativo paesaggistico, ambientale ed energetico o potenziamento degli impianti di risalita, l’acquisto, ammodernamento ed aggiornamento dei sistemi di controllo accessi incluso l’acquisto di impianti già esistenti, di proprietà pubblica o privata.

La terza include tra gli interventi finanziabili le revisioni generali (escluse quelle quinquennali), le ispezioni speciali, i proseguimenti di vita tecnica e la sostituzione e/o scorrimento delle funi degli impianti di risalita esistenti. La quarta riguarda la dismissione degli impianti di risalita non più utilizzati, una misura assai importante dal punto di vista della tutela ambientale. La quinta l’acquisto di battipista anche usati.

L’ultima tipologia intende potenziare e rivitalizzare il turismo montano sia invernale che estivo investendo per esempio in snow park, percorsi di fun bob estivo e tutti gli interventi che consentono in sostanza di utilizzare gli impianti di risalita nelle stagioni non invernali per la pratica di altri sport.

La ripartizione dei fondi

L’investimento più consistente dei 50 milioni che la Regione destina a questo intervento specifico per il sistema neve va allo sci di discesa: 47 milioni e mezzo pari al 95 per cento dell’investimento. Il rimanente 5 per cento è destinato a potenziare lo sci di fondo (2,5 milioni di euro).

Il Piemonte diviso in tre ambiti

La risorse per lo sci di discesa sono ripartite secondo tre ambiti territoriali. Il primo – l’ambito A – comprende le stazioni della provincia di Cuneo. A loro toccherà il 35 per cento dell’intero investimento. Il secondo plafond – pari al 45 per cento del totale – spetta alle stazioni ubicate nell’area della città metropolitana. Il terzo ambito comprende altre province piemontesi: Biella, Vercelli, il Verbano Cusio Ossola e Alessandria (che ha un’unica stazione: Caldirola): si divideranno il 20 per cento dei finanziamenti. Sono stati fissati alcuni tetti massimi: ai comprensori composti da grandi stazioni non locali potranno andare al massimo 12,5 milioni, per i comprensori formati da stazioni locali o microstazioni il finanziamento non potrà superare gli 8,5 milioni.

I tempi del bando

Da gennaio a luglio, sette mesi per mettere a terra i progetti, candidarsi, ottenere l’eventuale assegnazione. A gennaio (il 20, termine presunto) si apre il bando. Ci sono tre mesi di tempo. I termini scadono il 21 aprile (termine presunto). A fine luglio (21, termine presunto) verrà resa nota l’aggiudicazione dei fondi.

cs

Il Consiglio regionale approva il nuovo Piano dell’Aria

Approvato  in Consiglio regionale con 28 voti favorevoli e 16 contrari l’aggiornamento del Piano per la qualità dell’aria.

La delibera fa riferimento al periodo 2024-2030 e vale circa 4 miliardi di euro, tra cui 2,8 già assegnati sul 2025. Di questi 2,9 miliardi serviranno per la mobilità e i trasporti, 421 milioni per il settore energia, 153 milioni per le attività produttive e 334 milioni per l’agricoltura. In seguito all’approvazione di un emendamento presentato da Nadia Conticelli (Pd), tra le azioni previste dal Piano c’è anche quella “finalizzata a promuovere la libera circolazione sulla rete del trasporto pubblico locale della popolazione under 26 residente o domiciliata in Piemonte”. In generale, per la mobilità il Piano prevede il blocco dei veicoli diesel Euro 5 dal primo ottobre 2025 nei Comuni con più di 30 mila abitanti, limitazioni al traffico e altre misure introdotte dai Comuni per ridurre l’inquinamento nelle aree urbane, la sostituzione di bus e treni inquinanti, il potenziamento del trasporto pubblico locale. Nell’ambito del risparmio energetico c’è l’incentivo alla sostituzione di vecchi sistemi di riscaldamento e la promozione di misure di efficienza energetica per le attività produttive. In campo agricolo e zootecnico, con un emendamento, è stata introdotta la copertura delle vasche dei liquami negli allevamenti e la riduzione delle polveri sottili che derivano dalla combustione all’aperto dei residui vegetali.

L’opposizione ha dato voto contrario. Nelle dichiarazioni di voto Nadia Conticelli (Pd), Alice Ravinale (Avs) e Alberto Unia (M5s) hanno sostenuto che il Piano dell’Aria peserà molto sui Comuni e avrebbe potuto essere più coraggioso, sarà poi declinato in bandi e delibere che dovranno essere ben seguite nel loro percorso. Per la maggioranza è intervenuta la consigliera Gianna Gancia (Lega), che ha apprezzato i contenuti del Piano.

Il presidente della Giunta Alberto Cirio è intervenuto al termine delle dichiarazioni di voto sottolineando il positivo lavoro fatto insieme per arrivare al varo del nuovo Piano di qualità dell’aria: “Abbiamo recepito tutti i nuovi parametri dettati della Direttiva europea e recepiti dalla legge dello Stato, questo è un piano su base scientifica; Arpa Piemonte ci ha assicurato che è in grado di raggiungere gli obiettivi prefissati. Lo abbiamo fatto di concerto con le Province e i Comuni del Piemonte, con cui abbiamo chiarito le singole competenze. Ci aiuterà nella transizione ecologica ed è già operativo. Stiamo lavorando sulla norma per la Tessera dello studente in modo da favorire il trasporto pubblico per i giovani”.

Gli ordini del giorno collegati

Approvati anche i dodici ordini del giorno collegati al Piano Aria: quello presentato dal consigliere Fabrizio Ricca (Lega) che chiede se il governo intenda presentare all’Europa, entro gennaio 2029, una richiesta di proroga dei termini per il raggiungimento dei nuovi limiti di inquinamento, in considerazione delle peculiarità orografiche del Piemonte; i documenti di Claudio Sacchetto (FdI) sul calendario degli abbruciamenti e la copertura delle vasche dei liquami zootecnici; l’Odg di Roberto Ravello (Fdi) che chiede che venga riconosciuta la particolare situazione in cui si trova per questioni geografiche la Pianura padana; quello di Silvio Magliano (Lista Cirio) per l’attivazione di appositi screening per la prevenzione delle malattie respiratorie legate all’inquinamento; il documento di Alessandra Binzoni (FdI) per potenziare le risorse per le Pmi che devono adeguarsi alle norme contro l’inquinamento; l’Odg della consigliera Sarah Disabato (M5s) per il completamento della metropolitana di Torino; quello presentato da Sergio Bartoli (Lista Cirio) per un maggior utilizzo del lavoro agile negli uffici regionali; l’Odg di Alberto Avetta (Pd) per la promozione delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) in Piemonte; il documento di Nadia Conticelli (Pd) per incentivare l’uso dei mezzi pubblici e della mobilità sostenibile; l’ordine del giorno presentato da Fabrizio Ricca (Lega) per la costruzione della nuova Tangenziale o Gronda est di Torino entro la fine della legislatura regionale; il documento presentato da Fabio Isnardi(Pd) per rivedere il calendario degli abbruciamenti dei residui vegetali.

CS

Morti sul lavoro, Piemonte in “zona Gialla”. La manifattura il settore più colpito

IN ZONA ROSSA ASTI: LA PROVINCIA PIÙ PERICOLOSA PER I LAVORATORI

IL COMMENTO AI DATI AGGIORNATI AL MESE DI OTTOBRE 2024

“Con un’incidenza di mortalità inferiore alla media nazionale, il Piemonte si colloca in zona gialla nella mappatura dell’emergenza, ovvero quella in cui subito dopo la bianca si trovano le regioni con un rischio di mortalità meno preoccupante rispetto al resto del Paese. Stiamo parlando di un indice di incidenza di mortalità per milione di lavoratori pari a 22,8, inferiore al dato medio nazionale.” Questo è il commento di Ing. Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega, in merito ai dati sugli infortuni in Piemonte aggiornati al mese di ottobre.

IL RISCHIO DI MORTE IN PIEMONTE, PROVINCIA PER PROVINCIA, DA GENNAIO A OTTOBRE 2024

Per individuare le aree più fragili d’Italia sul fronte della sicurezza sul lavoro, l’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega elabora una mappatura del rischio rispetto all’incidenza della mortalità.

La zona gialla, quella in cui si trova il Piemonte, è la zona che raggruppa le regioni con l’incidenza di mortalità sul lavoro tra le meno elevate a livello nazionale. A fine ottobre 2024, il rischio di infortunio mortale in regione (22,8 morti per milione di occupati) risulta inferiore a quello medio nazionale (27,9).

Per quanto riguarda le incidenze, nel dettaglio, in regione si scopre che Asti si trova in zona rossa con l’indice di incidenza del 66,7. Verbano-Cusio-Ossola, Alessandria e Vercelli si trovano in zona arancione con indici rispettivamente pari a 30,5, 29,5 e 29,0. Cuneo in zona gialla (26,8). Novara, Torino e Biella sono in zona bianca con un’incidenza di mortalità rispettivamente pari a 18,5, 17,6 e 0,0.

L’ATTIVITÀ MANIFATTURIERA È IL SETTORE PIÙ COLPITO IN PIEMONTE

Le Attività Manifatturiere, a fine ottobre 2024, sono in cima alla graduatoria delle denunce di infortunio in occasione di lavoro (4.380).

COS’È L’INCIDENZA DEGLI INFORTUNI?

L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.

A COSA SERVE LA ZONIZZAZIONE REALIZZATA DALL’OSSERVATORIO SICUREZZA E AMBIENTE VEGA?

La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:

Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale.

Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale.

Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale.

Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale.

CS