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L’alleanza del territorio per il cibo sano, accessibile e sostenibile. Ora c’è l’Atlante

Ieri nell’Aula Magna del Palazzo del Rettorato dell’Università di Torino (Via Verdi 8/Via Po 17), è stato presentato alla stampa il nuovo protocollo di intesa “Costruire insieme azioni e conoscenza sul sistema del cibo di Torino e del territorio metropolitano – Atlante del cibo di Torino metropolitana”, avviato nel 2017 da Università di Torino, Politecnico di Torino, Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Camera di commercio di Torino, dal 2020 in partenariato con Città di Torino, Città Metropolitana di Torino, Ires Piemonte e Urban Lab e da quest’anno con la Regione Piemonte.

Nell’occasione è stato presentato il nuovo sito atlantedelcibo.it, completamente rinnovato e aggiornato e realizzato anche grazie al contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo.

Alla presentazione sono intervenuti Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino, Laura Montanaro, Prorettrice del Politecnico di Torino, Bartolomeo Biolatti, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte, Stefano Lo Russo, Sindaco Città di Torino e Città Metropolitana, Enzo Pompilio d’Alicandro, Vicepresidente della Camera di commercio di Torino, Angelo Robotto, Direttore Ires Piemonte ePiero Boccardo, Presidente Urban Lab.

L’Atlante del Cibo è un progetto che analizza, rappresenta e comunica il sistema del cibo di Torino Metropolitana. Per fare questo, raccoglie, produce, elabora e sistematizza i dati e le informazioni disponibili e li restituisce nella forma di un repertorio di rappresentazioni, infografiche, video, testi, mappe, ricerche e articoli, per metterli a disposizione del territorio e renderli funzionali alla progettazione e alla gestione del sistema del cibo. Il cibo viene affrontato con un approccio trasversale e di sistema, flessibile alle molteplici dimensioni spaziali e alle diverse tematiche attraverso cui si relaziona con la città e il territorio.

L’Atlante si propone come strumento partecipato e inclusivo di indagine a supporto delle decisioni e delle azioni sul sistema del cibo, in un’ottica di sostenibilità e giustizia, utile a chi fa ricerca sul sistema del cibo di questo territorio, a chi interviene nella sua progettazione, regolamentazione e valorizzazione, agli attori locali per creare nuove relazioni e a chi è curioso/a di conoscere meglio il sistema del cibo torinese. Per fare questo produce nuova conoscenza e aggrega quella esistente, rendendola accessibile e fruibile.

L’Atlante del Cibo è un progetto avviato nel 2015 dall’Università di Torino, con il Politecnico di Torino, l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e la Camera di commercio di Torino, e formalizzato nel 2017 attraverso il Protocollo di Intesa Costruire insieme azioni e conoscenza sul sistema del cibo di Torino e del territorio metropolitano – Atlante del cibo di Torino metropolitana”. Il primo rinnovo, nel 2020, ha coinciso con l’allargamento del partenariato e il coinvolgimento di Città di Torino e Città Metropolitana, Ires Piemonte e Urban Lab. Questo secondo rinnovo, a luglio 2023, che vede l’ingresso fra i partner della Regione Piemonte, conferma la centralità delle politiche del cibo e rafforza e legittima ulteriormente il progetto anche nella prospettiva di replicabilità su altre aree del Piemonte. Già oggi l’esperienza dell’Atlante del Cibo è stata di ispirazione per altre città e territori che hanno avviato progetti analoghi come a Matera, Roma, la Laguna Veneta, Bari e Palermo.

Gli esiti di questa collaborazione sono visibili sul nuovo sito web dell’Atlante del cibo (atlantedelcibo.it), che raccoglie e rende visibili dati e informazioni sul sistema del cibo di questo territorio e sui processi che lo coinvolgono. Il sito, inoltre, ospita i Rapporti dell’Atlante, che rappresentano lo strumento principale attraverso cui gli esiti dei progetti e delle ricerche che coinvolgono i vari partner vengono comunicati al territorio. A settembre verrà presentato il quarto rapporto, l’esito di una call for paper lanciata nel 2021, rivolta agli atenei, ai centri di ricerca pubblici e privati, agli enti pubblici, alle organizzazioni/associazioni del terzo settore, alle associazioni di categoria con l’obiettivo di mappare e raccogliere la conoscenza prodotta sul sistema del cibo torinese.

I 40 contributi raccolti aiutano a capire in che direzione si sta muovendo la ricerca e la progettualità locale sul cibo e la nutrizione. I paper sono stati articolati in 7 sezioni tematiche che abbracciano la molteplicità di sguardi disciplinari e soggetti coinvolti: sistemi, politiche e progetti; produzione e sostenibilità; stili alimentari, consumi e identità; cibo e scuola; cibo e salute; povertà alimentare; spreco e recupero.

L’impegno dell’Università di Torino, nel quadro dei principi di sostenibilità ambientale e sociale che l’ateneo ha fatto propri – dichiara Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino –avviene in continuità con una molteplicità di iniziative nella ricerca, nella formazione, nella terza missione e public engagement, dall’adesione alle piattaforme EIT Food e EIT Health, ai numerosi progetti di ricerca, al processo Nutrire Torino Metropolitana promosso e avviato nel 2015 in collaborazione con la Città metropolitana di Torino. L’Atlante del cibo si configura come un contesto collaborativo attraverso cui valorizzare le conoscenze e competenze che gli atenei e l’Università di Torino in particolare mettono a disposizione del territorio per costruire e orientare politiche locali del cibo.

“La partecipazione di Politecnico di Torino del Ciboaggiunge la Prorettrice del Politecnico di Torino, Laura Montanaroè coerente con il costante impegno a contribuire ad uno sviluppo fondato su principi di coesione sociale e di sostenibilità; l’Ateneo, anche attraverso le progettualità dell’Atlante del Cibo, potrà perseguire i mandati di inclusione e open innovation di cui al proprio piano strategico “PoliTO 4 Impact”.

“Il cibo è uno dei pilastri fondamentali per la definizione della cultura di una comunità – sottolinea Bartolomeo Biolatti, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo – e rappresentando esso stesso un mezzo di diffusione valoriale, appare evidente che esista un areale del sapere e del fare gastronomico tipico di ogni territorio. La ricerca “Atlante del Cibo” che vede l’impegno dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo dalla sua nascita nel 2017, è uno strumento di mappatura di questo saper fare. Negli anni l’Ateneo si è contraddistinto per il suo lavoro di monitoraggio sui temi dello spreco alimentare, dell’economia circolare applicata al food system, sul rapporto tra cibo e salute, portando in particolar modo avanti, una visione di One Health ovvero di salute dell’umanità fortemente legata a quella del Pianeta. Il sapere che oggi l’Atlante raccoglie e restituisce a una comunità fatta di persone, imprese, enti, istituzioni, è a tutti gli effetti, una leva strategica di supporto alle politiche locali del cibo. Siamo quindi felici di poter continuare a contribuire a questo prestigioso progetto portando il nostro approccio olistico e sistemico alle Scienze Gastronomiche”.

La Regione Piemonte aderisce con convinzione alla rete dell’Atlante del cibo spiega Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte – che da oggi allargherà il suo sguardo e il suo raggi di studi all’intero territorio piemontese, perché il cibo è una componente strategica del nostro tessuto economico che conta oltre 50 mila attività agroalimentari impegnate in tutta la filiera, perché è un fattore di attrazione turistica e una buona parte di chi viene a visitare il Piemonte lo fa anche per l’alta qualità della sua offerta enogastronomica. E poi perché il cibo è un elemento culturale, oltre che un parametro per misurare lo stato di salute della nostra comunità. L’educazione e la tutela della qualità del cibo, e oggi sempre di più la sua sostenibilità, all’interno di un ecosistema che vive profondi cambiamenti, sono elementi sfidanti per chi come me ha l’onore di guidare un’istituzione e strumenti come l’Atlante del cibo, unito al lavoro di ricerca dei nostri atenei, rappresentando un bagaglio prezioso di conoscenza per dare la rotta alla nostra azione di governo.

“Il territorio torinesedichiara il Sindaco metropolitano e della Città di Torino Stefano Lo Russoè da sempre un punto di riferimento per il sistema agroalimentare. Uno strumento come l’Atlante del cibo ci aiuta anche ad avere uno sguardo di prospettiva su tutto ciò che orbita attorno ad uno degli aspetti fondamentali della vita, non soltanto dal punto di vista più concreto ma anche sociale e ricreativo. Su questo tema lavoriamo da tempo con impegno: l'Agenda per lo sviluppo sostenibile della Città metropolitana di Torino e del suo territorio recentemente approvata, ad esempio, individua un’apposita missione che si propone di “Realizzare la transizione verso un sistema alimentare rigenerativo per l’ambiente, sano, inclusivo e accessibile”. Questa è la strada su cui vogliamo continuare a lavorare, di concerto con tutte le altre istituzioni coinvolte”.

L’ente cameraleafferma Enzo Pompilio d’Alicandro, Vice Presidente della Camera di commercio di Torino tra i primi firmatari già nel 2017, prosegue con impegno la partecipazione a questo ampio gruppo di lavoro che analizza tutti i numerosi aspetti legati al concetto del “cibo”: non solo un settore economico di grande rilevanza, con 13mila imprese agroalimentari registrate nel solo torinese e più di 51mila in Piemonte, ma anche un universo dalle molte implicazioni culturali, sociali ed educative, come dimostra ad esempio il nostro recente impegno sul tema delle mense scolastiche e dell’educazione alimentare oppure la crescente attenzione che riserviamo ai temi della sostenibilità ambientale e sociale”.

“Grazie alla sua vocazione interdisciplinareaggiunge Angelo Robotto, Direttore di IRES Piemonte – l’IRES Piemonte potrà offrire supporto e mettere a disposizione la sua esperienza per “connettere” temi specifici: dalle politiche agricole, allo sviluppo rurale, dallo sviluppo sostenibile, al clima e agli stili di vita. L’IRES fornisce supporto alla Regione Piemonte- così come ad altre amministrazioni locali e attori del territorio- per la programmazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche messe in campo: per questo,  la natura multidisciplinare dell’Istituto  può consentire l’inquadramento di temi  come quelli legati all’Atlante del Cibo, in una cornice più generale che tenga conto dell’evoluzione economica e sociale complessiva del nostro territorio, contribuendo anche  a delineare una più ampia visione di scenario”.

“Urban Lab – sottolinea Piero Boccardo, Presidente di Urban Lab– conferma l’interesse e l’impegno a partecipare all’Atlante del cibo, un progetto e una rete capaci di intercettare da vicino, in modo trasversale e multiscalare, coniugando tangibile e intangibile, la nostra mission di raccontare la trasformazione della città e di offrire strumenti di comprensione dei processi urbani”. 

Torino, commercio e nuovo piano regolatore: quali prospettive?

Politiche attive per il commercio, tutela del tessuto imprenditoriale di prossimità, sostegno al valore sociale delle attività tradizionali, strategicità del Distretto Urbano del Commercio. Queste le direttrici emerse dall’incontro  Commercio & Città, laboratorio per la rigenerazione urbana ed economica dei territori”, tra Ascom Confcommercio e gli assessori del Comune di Torino al Commercio Paolo Chiavarinoe all’Urbanistica Paolo Mazzoleni, organizzato dall’associazione del terziario per approfondire i temi del nuovo Piano Regolatore Generale PRG di Torino.

«Stiamo lavorando – sottolinea la presidente di Ascom Confcommercio di Torino e provincia Maria Luisa Coppa per invertire la rotta della desertificazione commerciale e per restituire alle vie della città servizi, vivacità, bellezza e sicurezza. Per questo motivo abbiamo voluto portare la discussione sul futuro Piano Regolatore di Torino nella Casa del Commercio. Vogliamo dare il nostro contributo alla realizzazione di un Piano Regolatore che dia prospettiva ad una città in divenire e che tenga conto di uno scenario molteplice, dove il commercio è uno degli elementi, ma non l’unico. Pensiamo alla necessità di collegamenti logistici di alto livello, di connessioni dirette, di un aeroporto e stazioni ferroviarie funzionali, di una TAV da completare con urgenza. Guardiamo allo sviluppo delle Università e al loro impatto sulla composizione sociale urbana. Vediamo un turismo che si sta consolidando e che ha bisogno di strutture ricettive di livello per attirare fasce alto spendenti, mentre i centri cittadini non devono essere stravolti dagli airbnb. Il nuovo Piano Regolatore dovrà dare risposte innovative a tuttociò».

«Il rilancio del commercio locale è sicuramente una delle nostre priorità – spiega l’assessore al Commercio del Comune di Torino Paolo Chiavarino – i negozi di vicinato sono infatti un elemento fondamentale della nostra città perché contribuiscono all’identità dei quartieri, li mantengono vivi e offrono la possibilità di socializzare oltre a risultare un importante presidio per la sicurezza del territorio. Lo dimostrano le molte iniziative realizzate e in via di realizzazione dalla Città di Torino – sottolinea l’Assessore – che vanno proprio nell’ottica del sostegno all’economia di prossimità, si pensi ad esempio allo stesso Distretto Urbano del Commercio e ai futuri bandi per le imprese finanziati nel quadro del PN Metro Plus, in particolare per le periferie».

«L’attuale Piano Regolatore – commenta l’assessore all’Urbanistica del Comune di Torino Paolo Mazzoleni – ha consentito negli anni la trasformazione di Torino in molte sue parti, contribuendo in modo determinante a liberarci dalla rappresentazione monoculturale di città-fabbrica. È evidente che oggi uno strumento pensato negli anni Novanta non risponde più alle esigenze delle città. Il piano, dunque, dovrà avere i propri cittadini al centro. Obiettivo fondamentale sarà la valorizzazione dei quartieri e la loro centralità come elemento di riequilibrio territoriale, a partire dal ruolo delle Circoscrizioni. Le trasformazioni avranno a cuore il sostegno al commercio e all’economia di vicinato, anche e soprattutto come elemento di coesione sociale e presidio di sicurezza. In questa chiave anche la valorizzazione dei mercati come occasioni di garanzia del territorio».

Tra le linee di indirizzo del nuovo Piano Regolatore spicca la valorizzazione dei quartieri come elemento di riequilibrio territoriale attraverso il sostegno del commercio, dell’economia di vicinato e dei mercati intesi anche come presidi del territorio.

Numerosi i temi sul tavolo, a partire dalla necessità di politiche attive per il commercio condivise con le associazioni di categoria. Al primo posto il bilanciamento dei servizi commerciali del territorio, necessario per tutelare le attività tradizionali dalle ondate di concorrenza sleale delle grandi catene e dei centri commerciali. «Siamo per la tutela a favore di tuttispiega la presidente Coppa -, ma è evidente che oggi la situazione è fortemente sbilanciata a vantaggio delle grandi catene e dei centri commerciali, a partire dalle agevolazioni sugli oneri. In un’epoca in cui si parla di “città dei 15 minuti“, di tutela della prossimità e di sostenibilità ambientale, è indispensabile adottare misure efficaci per difendere le piccole imprese. La grande distribuzione, spesso basata su speculazioni immobiliari, ha un impatto negativo sulle attività locali, che ne subiscono le conseguenze senza adeguati strumenti di difesa.

La pandemia Covid-19 ha evidenziato il valore sociale e culturale dei negozi locali, oltre a quello economico. Pertanto, chiediamo che queste imprese siano riconosciute come una vera e propria rete di servizi economici essenziali.

La città sta cambiando e i grandi cantieri, tra cui quello futuro per la Metro 2, provocano mutazioni nelle abitudini di acquisto che influenzano pesantemente la vita del tessuto commerciale. Inoltre, ci sono aree in profonda trasformazione, come l’ex area Westinghouse in centro congressuale, che cambieranno le dinamiche urbane».

«Torino deve fare delle scelte chiaresostiene la presidente Coppa – riguardo agli insediamenti di grandi e medi distributori. Nel Piano Regolatore guarderemo perciò, con particolare attenzione proprio agli spazi dei mall, per i quali chiediamo che venga posto un limite di buon senso.

Ascom è a disposizione, come sempre, per mettere le sue conoscenze a servizio del Comune con l’obiettivo di fare di Torino una città dove si vive bene».

Preoccupa anche la tendenza all’aumento dei cambi di destinazione d’uso, che trasforma sempre più spesso i negozi vuoti in garage e in abitazioni, alterando così il tessuto commerciale locale, fiaccando l’attrattività dell’area e influenzando negativamente la qualità della vita nella comunità. Secondo i dati raccolti da FIMAA, l’associazione degli agenti immobiliari aderente ad Ascom Torino, risulta che il 50% dei proprietari di negozi sfitti chiede un cambio di destinazione d’uso. Un negozio su due rischia di scomparire per sempre.

Quali le soluzioni? Indicazioni interessanti arrivano dalle esperienze illustrate da Luca Tamini, professore del Politecnico di Milano e direttore del laboratorio di urbanistica commerciale: Brescia, Parma, Bergamo, Piacenza e Milano rappresentano best practise di come le amministrazioni hanno declinato l’economia di prossimità utilizzando gli strumenti di governo del territorio. L‘architetto Elena Franco, esperta nella sperimentazione del dialogo tra portatori di interessi, ha inoltre illustrato i vantaggi dei Distretti Urbani del Commercio quali intersezioni tra urbanistica e autonomia, strumenti di integrazione pubblico-privato.

Uno strumento già attivo e in fase di sviluppo a Torino è proprio il Distretto del Commercio Urbano DUC, nato nel 2021 grazie all’impegno della Regione Piemonte, della Città di Torino, di Ascom Confcommercio Torino e Provincia e delle altre associazioni di categoria, con l’obiettivo di promuovere e sostenere il commercio di prossimità, quella fitta e insostituibile rete composta da migliaia di negozi, bar, ristoranti e di tutte quelle attività che aiutano a mantenere viva la città fornendo un servizio essenziale per chi abita, lavora e visita Torino. L’area del Distretto di Torino include il centro storico e altre zone limitrofe che comprendono piazza Vittorio e i Murazzi, Porta Palazzo e l’ambito di Borgo Dora, San Salvario, Vanchiglia e gli assi commerciali di via Sacchi e via Nizza, piazza Statuto. Un’area che ospita circa 7.800 esercenti, più di 200 attività ricettive, 1.690 esercizi pubblici di somministrazione, oltre ad alcune centinaia di attività di servizi alla persona. «I DUC – conclude la presidente Coppa – sono luoghi pubblici-privati, che devono interessare non solo l’Assessore al Commercio, ma anche quello all’Ambiente, all’Urbanistica, alle Politiche Sociali. E lo sguardo si potrebbe allargare, in realtà, a tutti gli ambiti di competenza dell’Amministrazione Comunale. I DUC creano veri e propri centri commerciali naturali, dove le attività di qualità diventano un valore anche per il turismo, oltre che per i cittadini».

Valutazioni ambientali più snelle, Piemonte più competitivo

Il Consiglio regionale approva la nuova legge

L’assessore all’Ambiente Marnati: «Con questa legge il Piemonte sarà più attrattivo e competitivo»

Approvata dal Consiglio regionale la nuova legge sulle valutazioni ambientali (Valutazioni Impatto Ambientale, Valutazione Ambientale Strategica e Autorizzazione integrata ambientale) il cui obiettivo è quello non solo di semplificare, attraverso un testo molto più snello, ma dare anche maggior chiarezza normativa ed evitare l’eccessiva proliferazione di norme e permettere l’applicazione uniforme dei vari procedimenti (VIA, VAS e AIA) sul territorio regionale.

 «Massima semplificazione, chiarezza normativa, più trasparenza – commenta l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati – Così il Piemonte diventerà più attrattivo e competitivo, ci saranno ricadute positive sia sul regime delle imprese sia nei confronti dei cittadini. Grazie alla sburocratizzazione si permette alle imprese di agire con maggior celerità.  Con questa legge investire in Piemonte sarà economicamente più vantaggioso rispetto a molte altre regioni italiane che hanno oneri di istruttoria molto più elevati rispetto ai nostri, e, per le pubbliche amministrazioni, gli oneri saranno gratuiti».

Alberi corso Belgio, sì ai lavori ma con nuove modalità

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L’intervento di corso Belgio si farà ma con nuove modalità e tempi diversi. Lo ha spiegato l’assessore al Verde Francesco Tresso precisando che i fondi originariamente previsti sui finanziamenti REACT-EU (Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa) per l’intervento di rinnovo dell’alberata, verranno destinati ad altri progetti di riforestazione in ambito cittadino, riservando all’intervento di corso Belgio i fondi nel frattempo resisi disponibili sulla linea PON METRO PLUS.

Questo aspetto amministrativo offre la possibilità di considerare le richieste espresse dalla cittadinanza nel corso degli ultimi incontri pubblici, rivolte a ridurre al minimo i disagi conseguenti all’intervento nel periodo estivo e ad individuare nuove soluzioni che prevedano di intervenire per tratte, anche nell’ottica di contenere l’impatto provocato da un unico cantiere che interessi tutto l’asse viario.

“Ribadendo la bontà del progetto di rinnovo –precisa Tresso- che guarda in avanti per consentire la conservazione dell’alberata per le future generazioni garantendo migliori condizioni di vita per gli alberi stessi, i maggiori tempi a disposizione consentono di ripercorrere un percorso di maggiore concertazione nella ricerca di possibili soluzioni alternative, che valutino diversi fattori da considerare, quali il mantenimento di adeguate condizioni di sicurezza degli alberi o la riduzione dei posti auto”.
Le diverse soluzioni progettuali saranno oggetto di specifici incontri già a partire dal prossimo mese di settembre, in modo da redigere un nuovo progetto in tempi rapidi per poter poi procedere con una nuova fase autorizzativa che precede l’assegnazione dei lavori.
Nella ricerca di una possibile mediazione che non allontani eccessivamente la fase di realizzazione, l’amministrazione comunale ipotizza di eseguire un primo lotto di lavori limitato ai primi due isolati (da corso Tortona a via Andorno), senza abbattere gli alberi ritenuti non a rischio di crollo, realizzando un filare disallineato (perché i nuovi impianti devono essere pensati più distanti dalla sede tranviaria) e valutando l’eventualità di una riduzione dei posti auto contenuta, proprio perché si interviene su soli due isolati (su uno sviluppo complessivo pari a oltre 1 chilometro e mezzo.
La realizzazione di questo lotto iniziale potrà essere eseguita già in autunno.

A Torino Airport il più grande impianto fotovoltaico su tetto in un aeroporto italiano

  • A regime l’impianto produrrà il 12% del fabbisogno di energia elettrica annuale dello scalo

  • In un anno verranno risparmiate oltre 400 tonnellate di CO2 all’anno, l’equivalente di oltre 13.500 alberi piantati

  • L’installazione rientra tra le azioni del programma Torino Green Airport

Caselle Torinese, 11 luglio 2023 – L’aeroporto di Torino compie un altro passo verso la decarbonizzazione. È entrato in funzione oggi a Torino Airport il più grande impianto fotovoltaico su tetto in un aeroporto italiano, costituito da 3.651 moduli che coprono una superficie complessiva pari a 6.454 metri quadri (pari all’incirca all’estensione di un regolamentare campo da calcio).

Il nuovo impianto fotovoltaico sarà in grado di generare a pieno regime, 1.585 MWh di energia elettrica in un anno. Con questa taglia, il sistema è in grado di soddisfare fino al 12% del fabbisogno annuale dello scalo aeroportuale, ovvero fino al 60% circa del consumo orario in una giornata assolata.

I pannelli fotovoltaici sono stati installati sulla copertura del terminal passeggeri, sul tetto dell’edificio dedicato al BHS-Baggage Handling System e su quello di una palazzina situata in area tecnica.

L’energia elettrica prodotta dall’impianto con la potenza del sole consentirà all’aeroporto di Torino di evitare l’emissione di 406 tonnellate di CO2 all’anno, l’equivalente di 13.552 alberi.

Grazie a una longevità fino a 40 anni e a un indice di prestazione molto elevato, i moduli fotovoltaici installati sono tra i più efficienti sul mercato: i moduli sono infatti progettati per produrre il 60% di energia in più a parità di spazio per oltre 25 anni, offrono un’alta resistenza meccanica agli agenti deterioranti e non generano il fenomeno dell’abbagliamento.

La realizzazione e il collaudo in tempi rapidi del nuovo impianto sono stati resi possibili anche grazie al ruolo e all’impegno dell’Enac a favore della decarbonizzazione del settore e, in particolare, alle recenti Linee Guida elaborate dall’Ente che hanno semplificato il procedimento amministrativo per gli impianti fotovoltaici aeroportuali, agevolandone l’iter di autorizzazione.

Elisabetta Oliveri, Presidente di Torino Airport, ha commentato: “Con l’inaugurazione di oggi Torino Airport dà ulteriore concretezza al proprio piano di sostenibilità e conferma l’impegno ‘Change is possible’ del Gruppo SAGAT. La messa in funzione del nuovo impianto fotovoltaico segna un momento importante di avanzamento nella realizzazione del nostro piano industriale, di cui sostenibilità e innovazione tecnologica sono due fondamentali pilastri, insieme alle molte altre azioni volte a mitigare gli effetti del cambiamento climatico che stiamo realizzando e che confermano l’eccellenza dell’aeroporto di Torino sul fronte della sostenibilità”.

Andrea Andorno, Amministratore Delegato di Torino Airport, ha sottolineato: “Siamo molto orgogliosi di aver realizzato questa nuova opera infrastrutturale, che segna l’inizio del percorso di autoproduzione dell’energia necessaria all’aeroporto. Il nuovo impianto fotovoltaico rappresenta un altro passo nel nostro impegno di riduzione delle emissioni: questa energia verde, combinata alla crescente flotta di mezzi e attrezzature aeroportuali che stiamo via via elettrificando, fa parte di un percorso ben definito della nostra transizione green. Siamo felici di poter contribuire all’azzeramento delle emissioni del comparto, certi che tutta l’industria dell’aviazione proseguirà rapidamente su questa strada”.

Pierluigi Di Palma, Presidente Enac ha dichiarato: “L’inaugurazione di oggi rappresenta un’altra tappa del processo di decarbonizzazione del settore del trasporto aereo. Un percorso che vede coinvolti tutti gli aeroporti italiani e che conferma l’impegno di Enac per la riconciliazione tra il trasporto aereo e l’ambiente. Diamo piena attuazione, pertanto, alla missione dell’Enac che prevede lo sviluppo dell’equa competitività nel rispetto dell’ambiente. L’Ente sta mettendo in campo ogni sforzo per agevolare la semplificazione dei processi autorizzativi che permetteranno agli aeroporti di compiere la transizione verso forme di decarbonizzazione, di riduzione CO2 e di limitazione dell’impatto sull’ambiente”.

Presenti all’inaugurazione dell’impianto fotovoltaico, anche il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’Assessora alle Attività Produttive della Città di Torino Gianna Pentenero.

Il nuovo impianto fotovoltaico rappresenta un avanzamento del percorso di sostenibilità ambientale ‘Torino Green Airport’, la roadmap di sostenibilità ambientale lanciata nel 2021 che comprende tutti gli interventi già implementati dall’aeroporto di Torino, in via di realizzazione e pianificati per il futuro, con l’obiettivo di raggiungere l’azzeramento delle emissioni sotto il proprio controllo con largo anticipo rispetto alla scadenza del 2050.

Tra le iniziative più rilevanti già avviate, la sostituzione dei veicoli aeroportuali con mezzi full electric che effettuano le operazioni di assistenza agli aeromobili, rendendo possibile un processo di turnaround 100% green, a cui si è aggiunta anche l’entrata in servizio di un’ambulanza elettrica.  Un altro tassello significativo del percorso ‘Torino Green Airport’, è stato il conseguimento nel 2022 della certificazione ambientale ACA-Airport Carbon Accreditation Level 3 ‘Optimisation’. Infine, come partner del progetto europeo TULIPS dedicato all’innovazione a fini di sostenibilità ambientale nell’industria aviation, Torino Airport ha già installato un primo impianto fotovoltaico come parte di una smart grid presso la caserma dei Vigili del Fuoco dell’aeroporto.

Come vanno i saldi? Le riflessioni dei commercianti

Maria Luisa Coppa, presidente Ascom Torino: «Non basta più la sola vendita, occorre trovare elementi innovativi che coinvolgano nuovamente la clientela. Troppo rischiosa l’idea di eliminare i saldi».

 

 Dopo il primo fine settimana di saldi estivi, iniziati giovedì scorso 6 luglio, Ascom Confcommercio Torino e provincia raccoglie il sentiment degli imprenditori e avvia una riflessione sull’intero sistema delle promozionistagionali.

«È presto per dare un giudizio sull’andamento dei saldi – commenta la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa ma è evidente che i primi giorni si sono svolti in linea con le aspettative degli imprenditori, senza particolari picchi e meglio sabato e domenica rispetto a giovedì e venerdì. Abbiamo raccolto direttamente il riscontro sulla partenza dei saldi e i temi su cui maggiormente ci si concentra sono quelli di un avvio tardivo e in un giorno infrasettimanalecommercialmente poco attraente. È importante considerare che ci sono ancora molti giorni a disposizione e gli acquisti potrebbero essere rimandati ad un momento successivo».

«Negli ultimi anni – prosegue la presidente Coppa, i commercianti hanno manifestato una sempre minore soddisfazione riguardo ai saldi. Alcuni ne chiedono addirittura l’abolizione. Le ragioni sono molteplici: dalla continua concorrenza di scontistiche on line al moltiplicarsi di occasioni tipo ‘Black Friday, da pre-saldi sempre più massicci al cambio di abitudini di consumo, dalla flessione del potere di acquisto delle famiglie fino a elementi estremamente contingenti come il mal tempo o il troppo caldo. A fronte di una molteplicità di motivazioni e di una sola esigenza degli imprenditori, che è quella di incentivare gli acquisti di fine stagione, riteniamo sia giunto il momento di avviare una seria riflessione su come rendere nuovamente attraenti queste promozioni. Tale riflessione deve coinvolgere le imprese, gli esperti del settore, l’Amministrazione comunale e tutti gli stakeholder. Ascom si propone come capofila di questo processo di valutazione e, naturalmente, di proposta per farci trovare pronti, auspichiamo, già per i prossimi saldi. Non basta più la sola vendita, occorre trovare elementi innovativi che coinvolgano nuovamente la clientela. Troppo rischiosa l’idea di eliminare i saldi».  

Startup innovative, Torino nella TOP-5 con 538 realtà ad alto contenuto tecnologico

In Piemonte 779 realtà ad alto contenuto tecnologico, in lieve aumento rispetto al 2021

Diego Pastore (Presidente Giovani Imprenditori di Confartigianato Imprese Piemonte): “A queste aziende non mancano coraggio e voglia di fare impresa. Continuare a impegnarsi per creare le condizioni favorevoli per innovazione, ricerca e sviluppo”.

Nel primo trimestre 2023, in Piemonte risultano registrate e attive 779 Startup innovative, in aumento di 2 unità rispetto al 1° trimestre 2022, quando erano 777. Un aumento non osservato a livello nazionale: nel primo scorcio di quest’anno operano 14.029 aziende, in diminuzione di 333 unità rispetto allo stesso periodo del 2022.

La Lombardia rimane la regione in cui è localizzato il maggior numero di startup innovative: 3.750. Seguono il Lazio (1.832), la Campania con 1.398, l’Emilia-Romagna (1.041).

Torino, con 538 start up innovative risulta nelle top 5 delle province a livello nazionale. Prima in classifica è Milano con 2.669 start up innovative, seguono Roma con 1.667, Napoli 736 ed infine Torino con 538.

Le startup innovative sono giovani aziende ad alto contenuto tecnologico, con forti potenzialità di crescita, iscritte nella sezione speciale del Registro delle Imprese, che hanno come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di un prodotto o servizio ad alto valore tecnologico.

 Sono questi i dati dell’analisi su questa tipologia di impresa realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato, su dati 2022-2023 UnionCamere-Infocamere, Istat e Ministero del Lavoro.

“Anche nei quasi tre anni di pandemia –afferma Diego Pastore, Presidente Giovani Imprenditori di Confartigianato Imprese Piemonte – queste hanno continuato la loro avventura imprenditoriale dando continuità alla rigenerazione del tessuto produttivo. I dati, in leggero aumento, dimostrano come anche in questa regione le idee imprenditoriali non manchino e come le nuove, e giovani, micro e piccole imprese siano attente alla potenzialità del cambiamento. Queste, infatti, pur di migliorare, sono pronte a sperimentare il più possibile i propri prodotti o servizi innovando il processo produttivo, nuovi materiali, perfezionamento di strumenti già esistenti, dispositivi tecnologici avanzati. Intuizioni che possono apportare un valido contributo e garantire una maggiore competitività alle imprese”.

“Grazie a questa costante attività di miglioramento –rimarca Pastore– cresce la propensione a individuare soluzioni creative e l’utilizzo di nuove tecnologie. Per questo l’artigianato del Piemonte contribuisce a mantenere elevata la qualità del made in Italy. Il futuro dell’artigianato non può trascurare le startup innovative e Confartigianato sta presidiando le opportunità che consentono ai nuovi imprenditori di innovare prodotti e processi produttivi. Per questo ribadiamo come sia fondamentale che la Politica regionale continui a impegnarsi per creare le condizioni favorevoli all’innovazione e alla nascita e allo sviluppo di nuove aziende nell’ottica di fornire un contributo rilevante alla crescita dell’economia e dell’occupazione, specie quella giovanile, favorendo la diffusione di conoscenza nel sistema imprenditoriale. Una sfida quotidiana che ha come protagonista il patrimonio intellettivo e creativo delle nostre imprese artigiane”.

Per quanto riguarda la distribuzione nazionale per settori di attività, il 76,7% delle startup innovative fornisce servizi alle imprese come la produzione di software e consulenza informatica, per il 40,2%, l’attività di Ricerca e Sviluppo per il 14,1%, l’attività dei servizi d’informazione per 8,5%. Il 15,1% opera nel manifatturiero: su tutti la fabbricazione di macchinari al 2,8% e la fabbricazione di computer e prodotti elettronici e ottici al 2,2%. Infine, il 3,1% opera nel commercio.

Nella classifica di sindaci e governatori Lo Russo scende e Cirio sale

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Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo è sceso al 47º posto tra i sindaci italiani nella classifica Governance Poll2023, realizzata dall’Istituto demoscopico Noto Sondaggi per il Sole 24 Ore. In Piemonte la sindaca di Cuneo, Patrizia Manassero è invece  all’ottavo posto, nella top ten.

 

Per quanto riguarda i governatori, Alberto Cirio, presidente del Piemonte aumenta di gradimento e sale al sesto posto.

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, è  il sindaco più amato d’Italia con un consenso del 65%, superando Marco Fioravanti di Ascoli Piceno (64,5%) e Antonio De Caro di Bari (64%).Primo tra i governatori  Stefano Bonaccini dell’Emilia Romagna forte del 69%, piazzatosi al primo posto davanti a Luca Zaia del Veneto.

Parcheggiatore abusivo minaccia automobilisti a Porta Nuova

Il Commissariato di PS Barriera Nizza con l’ausilio dell’UPGSP arresta un uomo quarantacinquenne di origini marocchine gravemente indiziato del reato di tentata estorsione e danneggiamento aggravato e lo denuncia all’Autorità Giudiziaria per non aver ottemperato al foglio di via obbligatorio emesso dal Questore di Torino.

Una coppia dopo aver parcheggiato la propria auto di fronte la stazione di Porta Nuova lato via Nizza si dirige verso il parchimetro ma viene raggiunto da un soggetto che con fare minaccioso pretende la quota della sosta.

Non vedendo soddisfatte le proprie richieste il marocchino si allontana e prende da terra un sanpietrino e un bastone minacciando la coppia di consegnargli il denaro.

Un militare dell’Esercito accortosi della lite in atto si frappone tra le parti per evitare che la situazione degeneri, mentre la donna compone l’112 NUE.

Nel giro di pochi minuti giunge sul posto la Volante del Commissariato, raggiunta immediatamente Volante dell’UPGSP specializzata per il trasporto fermati, visto l’atteggiamento violento e molesto del quarantacinquenne che, infatti, in auto comincia a dare testate e calci contro il plexiglass divisorio e la portiera, danneggiandola.

A seguito di accertamenti a carico del marocchino risulta la misura di prevenzione del foglio di via obbligatorio dal comune di Torino con divieto di ritorno, emessa dal Questore per un periodo di tre anni grazie all’attività svolta dalla locale Divisione Anticrimine che ne ha evidenziato la pericolosità sociale.