“La lista civica in vista delle elezioni regionali è un progetto politico credibile se è espressione dei territori, degli amministratori locali e soprattutto di settori culturali e sociali che non sono direttamente riconducibili ai partiti. Solo così il ‘civismo’ può portare un contributo decisivo e qualificante per il governo della Regione Piemonte e per essere un fattore di novità e di cambiamento.
Sotto questo versante, la potenziale lista del Presidente Cirio può rappresentare un elemento di novità e di rinnovamento della stessa politica, recuperando al voto e alla partecipazione elettorale cittadini e mondi vitali che probabilmente continuerebbero a rifugiarsi nell’astensionismo.
Per questi motivi l’area popolare centrista scommette su questo tentativo civico e, al tempo stesso, politico ed amministrativo”.
Giorgio Merlo, Dirigente nazionale Tempi Nuovi-Popolarti uniti.
Rifondazione (non) dà il benvenuto a Salvini
SALVINI: NON SEI IL BENVENUTO!
Incontro di Forza Italia sul tema Giustizia
Forza Italia organizza lunedì 18 dicembre 2023 alle ore 20.30, nella sede di via Barbaroux 43 a Torino un incontro dedicato all’approfondimento dello spinoso tema della giustizia. “È noto – commenta il coordinatore cittadino azzurro Marco Fontana – come Forza italia sia stata sempre in prima fila per una riforma giusta del sistema giudiziario italiano. Avremo l’occasione di ascoltare direttamente dal nostro viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, come si sta muovendo il Governo su questo fronte”.
La doppia sfida dei Popolari centristi
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
La necessità di riscoprire il Centro da un lato e di rilanciare “la politica di centro” dall’altro è diventato quasi un imperativo nella vita pubblica italiana. E questo non solo perchè il Centro è sempre più necessario ed indispensabile nella politica del nostro paese ma anche, e soprattutto, perchè è l’unica strada per ridare credibilità d autorevolezza alla politica e per spezzare la violenta ed innaturale deriva bipolare che mina alle fondamenta la stessa qualità della nostra democrazia. Ma anche per il Centro, soprattutto alla vigilia di una doppia sfida elettorale, arriva il momento di un rinnovato impegno e anche di una scelta netta e precisa.
Innanzitutto si deve ripartire dal livello comunale e regionale. E cioè, dal rinnovo di moltissimi comuni e di alcune Regioni che andranno al voto. Ed è proprio ripartendo dal basso, come del resto ci ha insegnato la miglior cultura cattolico popolare, che si legittima la presenza politica e culturale del Centro. È persin inutile aggiungere al riguardo che l’apporto, soprattutto a livello comunale, dei cattolici popolari è decisivo e qualificante per costruire coalizioni e alleanze con una spiccata cultura di governo. Un apporto, quello dei cattolici popolari e sociali, che è presente e radicato nei territori anche se, purtroppo, non ancora strutturato in una forma partito autonoma e organizzata. Tuttavia, ripartire dal basso, cioè dal primo livello istituzionale comunale, significa anche rilanciare la qualità della democrazia e, al contempo, creare le condizioni per formare e consolidare una nuova classe dirigente.
In secondo luogo le elezioni europee. Lo sforzo, oggi più che mai, è quello di lavorare per far convergere in una unica lista le formazioni, i gruppi, i movimenti, i gruppi e i partiti che dichiarano di riconoscersi in una politica e in un progetto centrista. Superando le ridicole e grottesche divisioni o, peggio ancora, i rancori e le vendette di matrice personale. Del resto, è appena sufficiente gettare uno sguardo alle esperienze politiche del passato per rendersi conto che i grandi partiti, e le rispettive classi dirigenti, sapevano sempre anteporre gli interessi generali alle ripicche personali e alle stupide pregiudiziali. Atteggiamenti, questi, che evidenziano solo un comportamento profondamente impolitico destinato, di conseguenza, a far saltare un progetto politico. E cioè, un comportamento che evidenzia l’esatto contrario rispetto ai solenni pronunciamenti pubblici. Occorre, quindi, accelerare il processo di unità di tutte le forze centriste in vista del delicato ed importante appuntamento europeo. Senza ulteriori divisioni, spaccature, frammentazioni e pregiudiziali di qualsiasi genere.
Ecco perchè, adesso, occorre concentrare l’attenzione sul prossimo turno elettorale consapevoli che solo attraverso un buon risultato delle forze e dei partiti centristi si potrà mettere in discussione quel “bipolarismo selvaggio” che era e resta il nemico più insidioso se si vuole rilanciare la qualità della politica e spezzare quella ingessatura e rigidità ideologica sempre più logora ed insopportabile.
Giorgio Merlo
“Migliorando”, nuovo impulso per il territorio
La presidente Laura Pompeo “Sarà un incubatore di idee e di progetti concreti”
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Nasce l’Associazione “MIGLIORANDO”, un’iniziativa che si propone di mettere a sistema le energie e le competenze di coloro che, sul territorio, si dedicano alla promozione di progetti innovativi in ambito politico. L’annuncio ufficiale il 14 dicembre al Teatro Juvarra di Torino.
L’Associazione MIGLIORANDO si pone come obiettivo principale quello di promuovere iniziative e progetti volti a migliorare la qualità della vita sul territorio, con un focus specifico su sicurezza, lavoro, ambiente, cultura, trasporti e transizione digitale. La nascita di questa nuova realtà rappresenta un passo significativo verso la creazione di un contesto in cui le diverse competenze possano convergere per il bene della comunità.
Tra i componenti del Comitato direttivo, alcuni consiglieri comunali di Torino, Angelo CATANZARO, Pietro TUTTOLOMONDO, Alberto SALUZZO, alcuni amministratori locali dell’area metropolitana come Raffaele RIONTINO, presidente del Consiglio comunale di Nichelino e Rossana SCHILLACI, capogruppo Città metropolitana di Torino.
“È un privilegio e una sfida per me questo ruolo per un’associazione che mette insieme molte forze del territorio ed è incubatrice di idee – puntualizza la presidente Laura POMPEO L’obiettivo è valorizzare ciascuno e le comunità, far crescere i saperi, confrontarci all’interno e all’esterno di una squadra che parte già grandissima. Convinti che, solo se migliori te stesso, puoi migliorare l’ambiente in cui vivi. L’impegno, la visione e il coraggio sono le caratteristiche principali dell’associazione che si fonda… migliorando!”
Il primo passo dell’Associazione sarà la definizione delle linee guida per l’attuazione dei progetti e la raccolta di idee innovative dalla comunità. Sono già stati fissati gli incontri per i tavoli tematici che partiranno a gennaio. Si comincia da:
-Trasporto pubblico e mobilità sostenibile
-Il ruolo dell’Europa
-Transizione digitale e intelligenza artificiale
-Sanità
-Lavoro
Il coinvolgimento attivo dei cittadini è fondamentale per il successo di questa iniziativa, e MIGLIORANDO si impegna a essere un punto di riferimento aperto a contributi e suggerimenti.
Per ulteriori informazioni e per partecipare attivamente all’Associazione MIGLIORANDO, è possibile scrivere alla mail associazione.migliorando@gmail.com
Associazione Migliorando
Il Green Deal europeo è stato proposto tanto come strategia verde quanto come strategia industriale. In Azione consideriamo ineludibile l’obiettivo di lungo termine delladecarbonizzazione, ma abbiamo espresso in ogni sedemotivate e circostanziate critiche sulle modalità di implementazione. Riteniamo infatti inefficace e persino nociva la scelta della Commissione e del Commissario al Green Deal, Frans Timmermans, di varare una serie diregolamenti e direttive che fissano obiettivi di medio termine (il pacchetto così detto Fit for 55) che -per ampiezza e scadenza temporale- sono sproporzionati rispetto a un realistico tasso di sostituzione tecnologica, e per questo all’atto pratico irraggiungibili, poiché insostenibili dal punto di vista economico e sociale. Il Green Deal implica, infatti, unaprofonda trasformazione della produzione industriale, dellemodalità di approvvigionamento energetico, della gestione dei rifiuti e molto altro ancora, che impatteranno notevolmentesulle nostre filiere produttive, determinando il fallimento di alcune, la crescita di altre e la creazione di nuove, e perciò in definitiva cambieranno gli stili di vita e il benessere di milionidi cittadini europei. Tutte queste “transizioni” vanno implementate, o rimarranno solo vuoti slogan ideologici. “Far accadere le cose”, non solo declamarle, è l’impegno fondativo di Azione. Affinché i vantaggi che la Commissione europea ha da subito associato al Green Deal, in termini di spinta all’innovazione tecnologica, crescita economica e nuovi posti di lavoro in industrie ‘verdi’ europee, possano davvero concretizzarsi, l’implementazione di tutto il processo, il “come” della transizione, è determinante. Come dire che l’aspetto più complicato della transizione non è la qualità degli obiettivi finali, da tutti inevitabilmente condivisi, ma sono le tappe della transizione stessa.
Una profonda trasformazione industriale come quella propostadal Green Deal ha bisogno di tempo, investimenti, personale qualificato con nuove competenze, un mercato che assorbal’offerta di tecnologie ‘verdi’ in modo da remunerare quegliinvestimenti.
L’edilizia, la produzione e gestione dell’energia, l’automotive sono solo alcuni esempi di settori che richiedono una profondatrasformazione per la quale è cruciale la disponibilità di profili professionali adatti. La questione delle nuove competenze è ormai comune a molti settori economici, tanto che in maggio 2023 la Commissione Europea ha lanciato ‘L’anno europeodelle competenze’ (the Year of Skills).
L’implementazione sostenibile ed efficace del Green Deal sarà uno dei temi più importanti per il prossimo mandato del Parlamento e della Commissione europea, rispetto al qualeAzione ha già espresso posizioni solide, documentate einnovative, che dovrà ora valorizzare nel modo più ampiopossibile, in modo da potenziare il suo ruolo di riferimentocompetente sia per il settore business/industriale che per quanti si avvicinano al mondo del lavoro in Italia enecessitano di istruzione e formazione in un’ottica europea.
Quali opportunità il Green Deal, se implementato con maggior realismo, può offrire alle imprese e all’industria italiane, aglistudenti, ai giovani e ai lavoratori in generale? Quali sono le sfide che dobbiamo affrontare per restare competitivi in un contesto internazionale in crescente tensione?
Per discutere di questo, il Dipartimento tematico Energia eAmbiente, in collaborazione con i Dipartimenti Trasformazione Digitale, Imprese, Istruzione e Formazione, organizza e offre a tutti gli interessati il
WEBINAR
Green Deal, trasformazioneindustriale e nuove competenze qualisfide e quali opportunità per l’Italia,
18 dicembre 2023, ore 18:00,
Per partecipare: us02web.zoom.us/j/82668952712
Programma
Ianno’ su Vannacci: “una cena all’incontrario”
“Faziosità e cialtroneria hanno colpito un evento che aveva un fine prettamente solidaristico. Annullare la cena organizzata dai Lions Club Torino Taurasia, che sarebbe servita a raccogliere fondi da devolvere alla cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale Regina Margherita, è stata veramente un’azione di pessimo gusto. E’ stata una “cena all’incontrario”, che ha impedito di raccogliere una quota di 10 euro a persona, che rientrano nei principi dei Lions, un’associazione etica fondata sul donare spontaneamente lavoro, tempo e denaro. Tutto questo grazie ad ideologie, che hanno fatto perdere un bel contributo all’ospedale pediatrico. I bambini malati ringraziano!”
Pino Ianno’
Torino Libero Pensiero
Osservatorio Usura
La ricerca, sostenuta dal Consiglio regionale del Piemonte, presenta la fotografia del rischio corso dal territorio e dagli attuali meccanismi di tenuta sociale, per cercare nuovi strumenti di osservazione, analisi e intervento operativo.
“Come molte dimensioni della vita sociale, anche l’indebitamento sta rapidamente cambiando segno nella società piemontese – spiega Gianluca Gavazza componente dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Piemonte delegato all’Osservatorio sui fenomeni di usura estorsione e sovraindebitamento -. La ricerca del 2023, svolta con il sostegno del Consiglio regionale del Piemonte per il tramite dell’Osservatorio Usura, prende il via da una sollecitazione della Fondazione Operti, che da sempre attiva nell’Educazione Finanziaria e nel Microcredito, ha valutato opportuno dotarsi di maggiori strumenti di “osservazione, analisi, intervento operativo” con l’obiettivo di prevenire il più possibile il sovraindebitamento delle persone. Questa indagine si è concentrata sui lavoratori dipendenti, che nella maggior parte dei casi “rischiano di precipitare in condizioni di grave difficoltà” economica a causa della richiesta della cessione del quinto dello stipendio o perché sottoposti a provvedimenti di pignoramento”.
Giovedì 14 dicembre presso Cascina Fossata a Torino è stata presentata la ricerca “VITE A DEBITO”, un’indagine sull’indebitamento di lavoratrici e lavoratori piemontesi.
“Dall’indagine è emerso che l’indebitamento dei dipendenti è un problema su cui le aziende e gli enti pubblici si devono sempre più confrontare e dai dati raccolti si evince che la maggior parte di richieste di cessione del quinto e di pignoramenti coinvolgono il personale operaio e della grande distribuzione organizzata, la fascia d’età più interessata è compresa tra i 41 e 55 anni, mentre non si rilevano nelle richieste differenze significative fra i generi – precisa Gianluca Gavazza, consigliere regionale del Piemonte -. Emerge una netta predominanza di richieste di cessioni del quinto, 77% a fronte di un 23% di atti di pignoramento. I settori merceologici che hanno lavoratori maggiormente indebitati sono il settore manifatturiero, la GDO seguiti dal settore automotive”.
“Le principali motivazioni dell’indebitamento sono il bisogno di liquidità immediata per far fronte a spese ingenti o straordinarie, le forti crisi economiche, spesso dovute a separazioni, e la tendenza all’acquisto a rate, che nei casi reiterati, sommati ai forti tassi d’interesse delle finanziarie, crea problemi di sovraindebitamento” conclude il consigliere regionale del gruppo Lega Salvini Piemonte.
La ricerca, sviluppata su base regionale, ha previsto la raccolta di dati quantitativi, con la somministrazione di un questionario auto-compilato ad un campione di imprese associate ad AIDP; un approfondimento qualitativo attraverso interviste strutturate ad alcuni responsabili delle risorse umane e un seminario di confronto tra rappresentanti di aziende ed enti che sul territorio si occupano di problemi legati all’usura e all’indebitamento.
I partner sono: FONDAZIONE OPERTI, AIDP, Associazione Italiana per la Direzione del Personale (Gruppo Regionale Piemonte e Valle d’Aosta), LABINS, Laboratorio di Innovazione Sociale in collaborazione con La scialuppa CRT Onlus – Fondazione Antiusura, la Fondazione San Matteo “Insieme per l’usura”.
Dal seminario sono anche emerse alcune possibili soluzioni per far fronte al problema: l’importanza di predisporre una formazione continua per i lavoratori e lavoratrici e le aziende; sull’educazione finanziaria al fine di prevenire situazioni di indebitamento e migliorare il benessere dei dipendenti; stabilire delle partnership tra le aziende e la rete esterna di supporto costituita da banche, fondazioni antiusura e altri servizi al fine di orientare e fornire assistenza al personale in casi di sovraindebitamento e favorire iniziative congiunte; aumentare, attraverso la comunicazione, la conoscenza dei diversi servizi di welfare aziendali legati all’educazione finanziaria ed economica; una maggiore collaborazione, attraverso tavoli di lavoro, tra aziende ed enti pubblici del territorio sul tema del benessere finanziario.
Bel convegno della FISMIC sulla industria piemontese, sala strapiena all’hotel Fortino. Che il sindacato non pensi solo alle rivendicazioni salariali ma pensi al futuro del settore e’ una cosa molto importante.
La Torino che non voleva più dipendere solo dalla industria dell’auto e che voleva affrancarsi dalla One Company Town, come ripetutamente annunciato da Fassino e in un libro dell’ex Sindaco Castellani e dell’ex Ministro Damiano, avrebbe dovuto capire prima che turismo, cultura e loisir non bastavano a pareggiare ciò che si stava perdendo.
L’ex Ministro Damiano nel suo intervento ha ammesso lealmente che i risultati non sono stati pari alle attese. La sinistra che amministra Torino da 30 anni, a parte i cinque anni della Appendino , pare non avere ancora capito e ascolta con molto fastidio chi come il sottoscritto fa il rendiconto economico e sociale.
Come ha detto Banca d’Italia , dal 2001 al 2019 Torino ha perso ben 18 punti di PIL rispetto a Milano, Bologna e le Città italiane più competitive. La sinistra, come fanno i bravi amministratori di azienda, avrebbe dovuto tenersi il patrimonio industriale e aggiungerci Turismo, cultura e loisir. Peggio, lo scorso anno Lorusso insieme al PD hanno votato a favore della scelta europea in base alla quale in futuro si produrranno solo auto elettriche. Con l’auto elettrica l’Italia perderebbe la metà delle aziende dell’indotto e perderebbe quasi 100.000 posti di lavoro. Questo perché nel l’auto elettrica vi è la metà dei componenti prodotti dalle aziende dell’indotto. Inoltre tecnici autorevoli come il Rettore del Politecnico, Guido Saracco, dice di non impiccarsi solo alla soluzione elettrica. In chiusura Di Maulo ha parlato di continuare a produrre le Panda che oggi si costruiscono a Pomigliano e le 500 che si producono a Mirafiori.
I dati di questi giorni ci dicono che le esportazioni piemontesi tengono grazie alla industria dell’auto e della meccanica.
Difendere l’industria dell’auto vuol dire difendere un settore che avrà cambiamenti e innovazione e che potrà attrarre una parte importante dei neolaureati torinese e piemontesi.
Ecco perché il Paese deve auspicare che il Piano del Ministro Urso di voler riportare la produzione di auto a 1 milione di unità abbia successo perché questo vorrebbe dire aumentare la crescita economica e il lavoro in tutto il Paese, Torino compreso.
Ecco perché ho partecipato con interesse al convegno esponendo le tesi che ho appena raccontato.
Mino GIACHINO
Responsabile piemontese trasporti e logistica di FDI