POLITICA- Pagina 637

Battisti: mozione della Lega per chiedere estradizione di altri 50 terroristi protetti all’estero

“Battisti deve essere il primo di una lunga serie. La Lega presenterà una mozione alla Camera per sollecitare con determinazione l’estradizione degli oltre 50 terroristi condannati in via definitiva e latitanti in Francia Nicaragua, Argentina, Cuba, Algeria, Libia, Angola”. Così il capogruppo alla Camera della Lega Riccardo Molinari (nella foto piccola a sinistra) e il deputato Daniele Belotti primo firmatario della mozione. “La svolta impressa dal nuovo governo brasiliano – sottolineano i due deputati del Carroccio – può segnare la fine delle vergognose protezioni garantite da alcuni Stati stranieri, in particolare la Francia, a terroristi condannati a pene definitive, molti all’ergastolo. I familiari delle vittime di questi terroristi stanno attendendo da fin dagli anni 70 e 80 di avere giustizia e lo Stato non può permettersi di vedere le proprie condanne, per lo più definitive, assolutamente disattese per la copertura politica offerta da autorità estere. Tra i terroristi in latitanza in Francia – concludono Molinari e Belotti -, figurano diversi condannati all’ergastolo come le ex brigatiste Simonetta Giorgieri e Carla Vendetti, entrambe condannate all’ergastolo nel processo Moro ter e chiamate in causa anche per i delitti D’Antona e Biagi, i Br Sergio Tornaghi e Marina Petrella, mentre in Nicaragua risulta latitante Alessio Casimirri, su cui gravano ben 6 ergastoli per il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro”. 

Nel nome del popolo

Sul fatto che la Manifestazione pro Tav sia riuscita non ci sono dubbi. Agli incalliti del No a tutto non rimane che ululare alla luna disquisendo del dito e volutamente accorgersi che indica la luna piena. Ora si apre la fase due: referendum
Matteo Salvini risponderà con un vecchio slogan coniato da Enrico Berlinguer, la Lega partito di lotta e di governo. Paragone azzardato per i tempi e la distanza dei protagonisti . Chiaramente un paradosso che evidenzia  che qualcosa non funziona. I leghisti sono stati tirati per i capelli e obtorto collo hanno dovuto partecipare. Ma loro sanno che la cosiddetta commissione del Ministero è solo fuffa.  Nel mentre Luigi Di Maio straparla definendo scienziati i membri della commissione. In questa sua eterna competizione con Castelli e Toninelli su chi la dice più grossa. Loro imperturbabili continuano nel riempirsi la bocca di “noi parliamo in nome del Popolo”. Illudendosi ed illudendo. Ma loro non sanno, si sa. Altra cosa ( appunto ) sono i Leghisti, che  non si possono permettere di non sapere.  Sanno che il punto non è si Tav o No Tav ma se rescindere o non rescindere il contratto con l’ Europa o mantenere gli impegni . Insomma non c’ è partita e l’opera si finirà .Cari alternativi state perdendo tempo e la perdita di tempo avrà un costo che ogni italiano pagherà. Per il resto tutto ampiamente previsto. In piazza oltre a tanta gente anche tutte le forze politiche. A vario titolo sindaci e presidenti di Regione. Tutto il Nord e non solo. Confesso che questi manifestanti mi sono simpatici, ma non per si Tav. Seppure indirettamente fanno giustizia di una arbitraria definizione : parlare a nome del popolo. Arbitraria perché volutamente astratta e fuorviante e dunque solo e semplicemente ideologica buona per fare propaganda e non politica. Ricordi di studi universitari: il prof Alessandro Garrone, 1977. Non solo un prof ma un Guru del laicismo culturale politico di  formazione liberal democratica con chiare simpatie per Giuseppe Mazzini, scherzando sosteneva che l’espulsione di Mazzini dalla prima Internazionale era una delle poche cose che capiva degli adepti di Carlo Marx. Il padre del pensiero repubblicano italiano negava lo scontro di classe motivandolo (appunto) sulla inscindibilità del Popolo. Questo non può essere unico proprio perché formato da singoli e differenti individui portatori d interessi diversi. Altra cosa sono i cittadini? Il riferimento al risorgimento non è casuale. Come è stato importante ancorché simbolico ricordare Camillo Benso Conte di Cavour. Corsi e ricorsi della storia  di noi torinesi. Vero che il referendum è del tutto inutile sul piano pratico. Ora il consiglio regionale lo deve indire, almeno sarà palese che i cittadini votando massicciamente per il si dimostreranno che i No Tav sono solo quattro gatti. Altro che parlare a nome e per conto del popolo. A mala pena rappresentano se stessi, producendo infiniti danni che dovremo pagare noi, tutti gli italiani.
Patrizio Tosetto
(foto di Piero Chiariglione)

Anche la politica faccia la sua parte per l’Auxilium

“Serve il supporto di tutti affinché questo fiore all’occhiello cittadino resti ai vertici dello sport nazionale”

Auspico che l’attuale situazione dell’Auxilium si sblocchi e che si risolva in modo da garantire un futuro ad alto livello per il basket torinese, sia che ciò avvenga tramite un positivo accordo con il gruppo romano sia che ciò sia reso possibile tramite l’ingresso di nuovi soci a supporto dell’attuale proprietà. Sarebbe imperdonabile perdere un patrimonio quale quello rappresentato dall’Auxilium. Invito dunque la Sindaca e l’Amministrazione tutta a spendersi a favore dell’Auxilium. Questa realtà dello sport torinese deve restare ai vertici. Il mio appello è anche rivolto agli imprenditori del territorio, affinché valutino seriamente, in caso di mancato accordo, la possibilità di acquisire quote cooperando con la proprietà di Antonio Forni, dimostrando così il loro amore per Torino e per la sua offerta sportiva. L’augurio è anche che Fiat resti parte integrante e sostanziale del progetto. La storia del basket a Torno è gloriosa ed è parte integrante dell’altrettanto gloriosa storia sportiva della città. Anche con i risultati sportivi dell’Auxilium la nostra città acquisisce lustro e visibilità a livello nazionale e internazionale. 

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino

RITIRO DELEGHE ASSESSORA PATTI, ARTESIO (TORINO IN COMUNE – LA SINISTRA): “CAMBIARE TUTTO PERCHÉ NULLA CAMBI”

Nei giorni scorsi si riferiva di una mozione di sfiducia di “tutte” le opposizioni verso l’Assessora all’Istruzione. Non erano “tutte”, Torino in Comune non le aveva sottoscritte. Per più ragioni: le opposizioni nel tempo hanno chiesto le dimissioni di Pisano, di La pietra e ora di Patti e non pare granché in quanto costruzione di un’alternativa la pratica del tiro al piccione, di volta in volta su ogni singola emergenza, lo afferma la consigliera di Torino in Comune Eleonora Artesio.

Più importante però il fatto che le debolezze contestate alla ex Assessora Patti hanno più padri e sicuramente una madre. La riduzione delle tariffe per la ristorazione scolastica, a partire dalla delibera proposta da Torino in Comune, è stata affossata dall’Assessore Rolando. I disservizi dei trasporti scolastici e per disabili hanno visto l’Assessora Patti sovraesposta rispetto agli altri referenti della Giunta e certamente non sostenuta da una Sindaca che si é fatta fotografare in solidarietà coi manifestanti, ma mai  ha ritenuto di prendere le redini nelle trattative con Tundo, ovvero di far valere la responsabilità pubblica rispetto alle irresponsabilità di un privato. Non sono mancate le ingenuità e gli errori da parte dell’Assessora uscente, ad es. nelle relazioni  coi dirigenti scolastici sulle vaccinazioni o sul pasto domestico o sui cambi sede come per la scuola di via Tollegno e puntualmente li abbiamo denunciati. In questi trenta mesi però la pratica del capro espiatorio per coprire debolezze della Giunta e di chi la guida è stata utilizzata troppe volte, dalla rimozione dell’ex Assessore all’Ambiente Giannuzzi ai due portavoce della Sindaca. La mozione di “tutte” le opposizioni (meno qualcuna) ha dato una mano a continuare così.  La maggioranza 5 Stelle oggi ha rifiutato la procedura di urgenza alla mozione delle opposizioni, consentendo alla Sindaca di giocare di anticipo. Le opposizioni che hanno sottoscritto la mozione rivendicheranno il merito di aver obbligato la Sindaca a un atto dovuto. Chi decide veramente in Giunta e in maggioranza continuerà indisturbato: cambiare tutto perché nulla cambi, fino al prossimo incidente e al successivo assessore “debole” al quale “tutte” le opposizioni non faranno mancare una mozione di sfiducia, conclude Artesio.

RITIRO DELEGHE ASSESSORA PATTI, ARTESIO (TORINO IN COMUNE – LA SINISTRA): "CAMBIARE TUTTO PERCHÉ NULLA CAMBI"

Nei giorni scorsi si riferiva di una mozione di sfiducia di “tutte” le opposizioni verso l’Assessora all’Istruzione. Non erano “tutte”, Torino in Comune non le aveva sottoscritte. Per più ragioni: le opposizioni nel tempo hanno chiesto le dimissioni di Pisano, di La pietra e ora di Patti e non pare granché in quanto costruzione di un’alternativa la pratica del tiro al piccione, di volta in volta su ogni singola emergenza, lo afferma la consigliera di Torino in Comune Eleonora Artesio.

Più importante però il fatto che le debolezze contestate alla ex Assessora Patti hanno più padri e sicuramente una madre. La riduzione delle tariffe per la ristorazione scolastica, a partire dalla delibera proposta da Torino in Comune, è stata affossata dall’Assessore Rolando. I disservizi dei trasporti scolastici e per disabili hanno visto l’Assessora Patti sovraesposta rispetto agli altri referenti della Giunta e certamente non sostenuta da una Sindaca che si é fatta fotografare in solidarietà coi manifestanti, ma mai  ha ritenuto di prendere le redini nelle trattative con Tundo, ovvero di far valere la responsabilità pubblica rispetto alle irresponsabilità di un privato. Non sono mancate le ingenuità e gli errori da parte dell’Assessora uscente, ad es. nelle relazioni  coi dirigenti scolastici sulle vaccinazioni o sul pasto domestico o sui cambi sede come per la scuola di via Tollegno e puntualmente li abbiamo denunciati. In questi trenta mesi però la pratica del capro espiatorio per coprire debolezze della Giunta e di chi la guida è stata utilizzata troppe volte, dalla rimozione dell’ex Assessore all’Ambiente Giannuzzi ai due portavoce della Sindaca. La mozione di “tutte” le opposizioni (meno qualcuna) ha dato una mano a continuare così.  La maggioranza 5 Stelle oggi ha rifiutato la procedura di urgenza alla mozione delle opposizioni, consentendo alla Sindaca di giocare di anticipo. Le opposizioni che hanno sottoscritto la mozione rivendicheranno il merito di aver obbligato la Sindaca a un atto dovuto. Chi decide veramente in Giunta e in maggioranza continuerà indisturbato: cambiare tutto perché nulla cambi, fino al prossimo incidente e al successivo assessore “debole” al quale “tutte” le opposizioni non faranno mancare una mozione di sfiducia, conclude Artesio.

Tav – Locatelli (Prc): “le motivazioni della seconda manifestazione Si Tav? Una boiata pazzesca”

“Francamente le ragioni addotte dai promotori della seconda manifestazione Si Tav a carattere nazionale di sabato a Torino – dichiara Ezio Locatelli, segretario provinciale Torino e componente la segreteria nazionale Prc – suonano alquanto patetiche. Senza la Torino-Lione, ovvero di un’opera che autorevoli studiosi hanno dimostrato essere inutile e fonte di un immane spreco di denaro pubblico, “l’Italia perderebbe la più grande occasione di rilancio dei prossimi decenni”. Quasi una questione di vita o di morte per il nostro Paese. Una boiata pazzesca che dice della vacuità di argomentazione della cordata trasversale di politici, amministratori, industriali del Nord promotori della manifestazione pro Tav il cui solo interesse, in realtà, sono gli appalti miliardari. Sergio Chiamparino, il Pd, unitamente alla Lega e alle altre forze di destra, sono parte integrante di questa cordata mossi dall’idea di un ritorno di consenso elettorale.  Il progetto della Torino-Lione, in assenza di previsioni di traffico che la giustifichino, era e rimane uno scandalo tanto più a fronte della possibilità di realizzare un potenziamento della linea storica esistente. Le forze di governo la smettano di barcamenarsi, di fare melina, di continuare a dire tutto e il contrario di tutto per meri giochi di potere. Rendano subito trasparenti i risultati dell’ultima analisi costi benefici effettuata dalla commissione esperti anche se, in verità, di analisi che hanno smentito l’utilità dell’opera ce ne sono state a iosa.  La Torino Lione, com’è stato ribadito nella grande manifestazione dell’8 dicembre scorso, molto semplicemente non s’ha da fare!”

Lega in piazza per la Tav. Appendino: “Fa sorridere”

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“La Lega non ha mai avuto dubbi: la Tav va realizzata, perché è una risorsa preziosa per lo sviluppo strategico dell’economia piemontese, e di tutto il paese. Nel caso la valutazione costi/benefici, nelle mani del Ministro delle Infrastrutture Toninelli, dovesse dare esito negativo, siamo pronti a sostenere un referendum consultivo che dia la parola, e la decisione finale, ai piemontesi”.  Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, ma anche segretario della Lega in Piemonte, sul tema è perentorio, anche se non accetta strumentalizzazioni ‘anti-Governo’: “Siamo pronti a sostenere con forza le ragioni dei Sì Tav, anche sabato in piazza Castello a Torino, a fronte della dichiarata scelta di apoliticità del comitato promotore della manifestazione”.  “Ma guardiamo anche oltre – continua Molinari – con concretezza e senza accettare lezioni e strumentalizzazioni pre elettorali da parte di chi in questi anni il Piemonte lo ha invece fortemente paralizzato e indebolito su diversi fronti: dalla logistica allo sviluppo delle infrastrutture, dalla sanità ai trasporti”. Replica la sindaca di Torino, Chiara Appendino:  “fa sorridere il fatto che vada in piazza un alleato che ha sottoscritto un contratto di governo che dice chiaramente che c’è un accordo su rivedere interamente l’opera. Prima di manifestare per il sì dovrebbe rispettare il contratto e aspettare l’analisi”.

Lega in piazza per la Tav. Appendino: "Fa sorridere"

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“La Lega non ha mai avuto dubbi: la Tav va realizzata, perché è una risorsa preziosa per lo sviluppo strategico dell’economia piemontese, e di tutto il paese. Nel caso la valutazione costi/benefici, nelle mani del Ministro delle Infrastrutture Toninelli, dovesse dare esito negativo, siamo pronti a sostenere un referendum consultivo che dia la parola, e la decisione finale, ai piemontesi”.  Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, ma anche segretario della Lega in Piemonte, sul tema è perentorio, anche se non accetta strumentalizzazioni ‘anti-Governo’: “Siamo pronti a sostenere con forza le ragioni dei Sì Tav, anche sabato in piazza Castello a Torino, a fronte della dichiarata scelta di apoliticità del comitato promotore della manifestazione”.  “Ma guardiamo anche oltre – continua Molinari – con concretezza e senza accettare lezioni e strumentalizzazioni pre elettorali da parte di chi in questi anni il Piemonte lo ha invece fortemente paralizzato e indebolito su diversi fronti: dalla logistica allo sviluppo delle infrastrutture, dalla sanità ai trasporti”. Replica la sindaca di Torino, Chiara Appendino:  “fa sorridere il fatto che vada in piazza un alleato che ha sottoscritto un contratto di governo che dice chiaramente che c’è un accordo su rivedere interamente l’opera. Prima di manifestare per il sì dovrebbe rispettare il contratto e aspettare l’analisi”.
 
Clelia Ventimiglia

L’incognita Tav pesa sulla politica

Siamo oltre l’incompetenza per planare decisamente nella più totale malafede. Il governo si è impegnato. Il  10 gennaio il decreto attuativo per la riforma della legge Fornero e sul reddito di cittadinanza viene rinviato alla prossima settimana. In compenso la bozza della relazione sulla Tav è arrivata sul tavolo del governo. Con una incredibile novità (almeno per il sottoscritto) Successivamente un’ altra commissione valuterà gli aspetti legali, se è possibile rescindere e quanto costa. Follia allo stato puro. O per meglio dire una colossale presa in giro a  360 gradi, con buona pace della ministra grillina inventrice dei 370 gradi. La logica avrebbe voluto che la valutazione fosse unica, possibile conclusione della vicenda delle commissioni. La prima quasi interamente composta da tecnici contrari all’opera suggerisce di fermare i lavori. La seconda : dal loro punto di vista non è opportuno fermarli. Punto e a capo. Vi ricordate Toninelli e Di Maio dopo il crollo del ponte Morandi cosa dichiaravano? Tra 15 giorni revochiamo la concessione delle autostrade agli attuali gestori. Altra balla clamorosa. Oggi con una ulteriore aggravante. Il Presidente del Consiglio Conte che si tira fuori dalla disputa, agnostico. Abbiamo il massimo del governo che non sa Tecnicamente questa si chiama follia istituzionale. Gli schieramenti sono chiari. Se il responso del governo sarà negativo l’ultima carta che si stanno giocando i leghisti sarà il referendum per tutto il Nord. Dove se mai avvenisse l’ esito  positivo per l’opera sarebbe scontato. Insomma: tutta fuffa per arrivare alle elezioni europee ed amministrative di maggio. Ma per qualcuno la decisione sul da farsi è dietro l’angolo.Sono i sì Tav che si sono convocati di nuovo per sabato. Cosa fare concretamente per la prosecuzione dell’ opera? Se fidarsi di chi pur dicendo di essere a favore di fatto fa pastetta con i pentastellati a cui rimane solo come alleanza la sinistra sbrindellata di anarcoidi e centri sociali. Di mettersi in proprio. O di fidarsi del Chiampa. Ho avuto un lungo colloquio con esponenti di articolo UNO: Anche loro non sanno bene che pesci prendere. In generale, s’ intende. In Piemonte finirà che saranno con Sergio Chiamparino. Ovviamente se li vorrà. Oggi sostengono : la vicenda Tav non può e non deve essere dirimente. Scusate, ed allora che cosa dovrebbe essere dirimente? Oggi in Piemonte come per tutto il Nord questa è la questione. Persino il presidente della Lombardia dichiara senza esitazioni : faremo (se necessario) il referendum. Zaia non ha dubbi sull’utilità dell’opera. Forse Di Maio non è molto ferrato in geografia. Ma Salvini avendo studiato qualcosa conosce il Nordest ed anche l’ Emilia Romagna ci sta e se interpellata voterà compatta sì. Dunque, cari Piemontesi, diamoci una mossa. Noi Savoia non possiamo essere da meno degli amici Lombardo Veneti di tendenza austroungarica. La Tav si farà. Speriamo di pagare il meno possibile per la ignavia di questi mesi di pura e semplice follia.
Patrizio Tosetto

L'incognita Tav pesa sulla politica

Siamo oltre l’incompetenza per planare decisamente nella più totale malafede. Il governo si è impegnato. Il  10 gennaio il decreto attuativo per la riforma della legge Fornero e sul reddito di cittadinanza viene rinviato alla prossima settimana. In compenso la bozza della relazione sulla Tav è arrivata sul tavolo del governo. Con una incredibile novità (almeno per il sottoscritto) Successivamente un’ altra commissione valuterà gli aspetti legali, se è possibile rescindere e quanto costa. Follia allo stato puro. O per meglio dire una colossale presa in giro a  360 gradi, con buona pace della ministra grillina inventrice dei 370 gradi. La logica avrebbe voluto che la valutazione fosse unica, possibile conclusione della vicenda delle commissioni. La prima quasi interamente composta da tecnici contrari all’opera suggerisce di fermare i lavori. La seconda : dal loro punto di vista non è opportuno fermarli. Punto e a capo. Vi ricordate Toninelli e Di Maio dopo il crollo del ponte Morandi cosa dichiaravano? Tra 15 giorni revochiamo la concessione delle autostrade agli attuali gestori. Altra balla clamorosa. Oggi con una ulteriore aggravante. Il Presidente del Consiglio Conte che si tira fuori dalla disputa, agnostico. Abbiamo il massimo del governo che non sa Tecnicamente questa si chiama follia istituzionale. Gli schieramenti sono chiari. Se il responso del governo sarà negativo l’ultima carta che si stanno giocando i leghisti sarà il referendum per tutto il Nord. Dove se mai avvenisse l’ esito  positivo per l’opera sarebbe scontato. Insomma: tutta fuffa per arrivare alle elezioni europee ed amministrative di maggio. Ma per qualcuno la decisione sul da farsi è dietro l’angolo.Sono i sì Tav che si sono convocati di nuovo per sabato. Cosa fare concretamente per la prosecuzione dell’ opera? Se fidarsi di chi pur dicendo di essere a favore di fatto fa pastetta con i pentastellati a cui rimane solo come alleanza la sinistra sbrindellata di anarcoidi e centri sociali. Di mettersi in proprio. O di fidarsi del Chiampa. Ho avuto un lungo colloquio con esponenti di articolo UNO: Anche loro non sanno bene che pesci prendere. In generale, s’ intende. In Piemonte finirà che saranno con Sergio Chiamparino. Ovviamente se li vorrà. Oggi sostengono : la vicenda Tav non può e non deve essere dirimente. Scusate, ed allora che cosa dovrebbe essere dirimente? Oggi in Piemonte come per tutto il Nord questa è la questione. Persino il presidente della Lombardia dichiara senza esitazioni : faremo (se necessario) il referendum. Zaia non ha dubbi sull’utilità dell’opera. Forse Di Maio non è molto ferrato in geografia. Ma Salvini avendo studiato qualcosa conosce il Nordest ed anche l’ Emilia Romagna ci sta e se interpellata voterà compatta sì. Dunque, cari Piemontesi, diamoci una mossa. Noi Savoia non possiamo essere da meno degli amici Lombardo Veneti di tendenza austroungarica. La Tav si farà. Speriamo di pagare il meno possibile per la ignavia di questi mesi di pura e semplice follia.
Patrizio Tosetto