POLITICA- Pagina 383

Mpp: “È il momento della responsabilità!”

SUL PNRR PER GLI ENTI LOCALI E’ IL MOMENTO DELLA RESPONSABILITA’

Il Governo ha dato un indubbio cambio di passo sulla predisposizione dei piani per l’impiego dei fondi provenienti dall’Unione Europea con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

La quantità notevole di miliardi in arrivo deve essere investita in progetti di ampio respiro e non perdersi nei famosi “mille rivoli” della Pubblica Amministrazione, anche perché questi fondi non sono un generoso regalo delle istituzioni europee ma un prestito che finiremo di pagare nel 2058.

Parlamentari di lungo corso si sono sbottonati in indiscrezioni secondo cui nelle ultime settimane i palazzi romani vedono un continuo viavai di faccendieri e rappresentanti di svariati gruppi di interesse; si sa, il boccone è molto appetitoso e l’attenzione deve restare ai massimi livelli.

Il testo del 28 maggio che ha stabilito tempi, metodi e il famoso “chi fa cosa” può essere un importante aiuto ad evitare che il poderoso piano di finanziamenti comunitari venga sperperato; in esso si offrono grandi opportunità unite a precise responsabilità ai territori e agli Enti Locali e tutti noi siamo chiamati a prestare la massima attenzione.

Nel testo leggiamo che “in caso di mancato rispetto da parte delle Regioni, delle Città metropolitane, delle Province o dei Comuni degli obblighi e impegni finalizzati all’attuazione del PNRR, il Presidente del Consiglio dei Ministri, nel caso in cui sia a rischio il conseguimento degli obiettivi intermedi e finali del PNRR e su proposta della Cabina di regia o del Ministro competente, assegna al soggetto attuatore interessato un termine non superiore a 30 giorni per provvedere”.

In poche parole, il gioco si fa serio, governo e autonomie locali devono marciare di pari passo ed i progetti seri, realizzabili e coerenti con la visione del Piano saranno finanziati, diversamente arrivederci e grazie.

L’auspicio è che la voglia di uscire da questa crisi sanitaria, sociale ed economica porti tutti , Governo ed Enti Locali, a lavorare nella stessa direzione per non sciupare questo importante piano di aiuti che ha visto, per la prima volta, le diverse anime dell’Unione Europea marciare compatte ed accantonare le storiche differenze di vedute.

 

Massimo Iaretti – consigliere comunale – Presidente MPP

Gigi Cabrino – consigliere comunale aderente a MPP

Il lento tramonto del populismo

Che il populismo sia una delle cause principali del decadimento etico della democrazia e della crisi della politica, è ormai un dato di fatto. Pochi continuano a considerare il populismo – anti politico, manettaro, giustizialista e demagogico – come una risorsa su cui continuare ad investire.

 

Il tutto, come ben sappiamo, accompagna la crisi del grillismo e la parabola politica ed elettorale declinante del partito di Grillo e forse di Conte lo conferma in modo persin plateale.
Ora, però, al di là di questa fotografia, peraltro oggettiva, resta un particolare non affatto trascurabile. Ovvero, il populismo – che poi è degenerato nel più bieco trasformismo opportunistico politico e parlamentare – continua a circolare prepotentemente nel sottosuolo della società italiana e, purtroppo, anche nel comportamento di molti partiti che restano ancorati a quella prassi. Del resto, un partito come i 5 stelle – che, a tutt’oggi, nessuno sa bene cosa sia se non un partito di potere e di sistematica occupazione del potere – difficilmente può rinunciare a quei totem ideologici che l’hanno contraddistinto sin dall’inizio pur avendo abbandonato progressivamente, come tutti sanno, quasi tutti i caposaldi costitutivi dell’ideologia grillina. E il populismo, come il giustizialismo manettaro – al di là delle simpatiche “scuse” di Di Maio – restano gli ultimi baluardi prima di scomparire definitivamente dall’orizzonte politico contemporaneo. Ma il problema si aggrava ulteriormente quando ci si allea con un partito dichiaratamente e manifestamente populista. Perchè è difficile, oggettivamente, battere il populismo con tutte le sue degenerazioni quando si stringe un’alleanza politica e di governo con un partito del genere. Semplicemente non si può, pena mettere in discussione la valenza stessa della alleanza politica ed elettorale.
Ecco perchè il dibattito attorno al populismo è destinato a restare centrale nella politica e nella cultura del nostro paese. Certo, ormai ne conosciamo i suoi limiti e le sue oggettive pericolosità. Ma è altrettanto indubbio che il verbo populista è ormai radicato nella cultura politica italiana anche se le mode sono sempre passeggere e momentanee. E dopo le mode, di norma, ritorna la politica. Quella con la P maiuscola, come si suol dire. Ma non sempre la traiettoria è lineare e coerente. A volte, le degenerazioni che hanno raggiunto le radici della nostra democrazia sono più salde di come appare e difficilmente vengono sradicate nel breve tempo. Sono, cioè, destinate a restare saldamente piantate nel terreno della contesa politica concreta.
Compito di chi si oppone culturalmente, politicamente ed eticamente alla deriva populista, demagogica, anti politica e giustizialista è quella di mettere in campo una iniziativa larga e diffusa che sia in grado di isolare questa malapianta che ha causato enormi danni al tessuto stesso della nostra democrazia. Se qualcuno pensa, dopo molti anni, che si può ancora rinnovare la politica, riqualificarne il suo ruolo e rilanciare la salute della nostra democrazia convivendo con la deriva populista, corre il serio rischio di consolidare questa deriva nel futuro. Con tanti saluti alla credibilità della politica e alla stessa solidità delle nostre istituzioni democratiche.

Giorgio Merlo

La politica traccheggia mentre le periferie piangono

Sulle primarie del PD una cosa è certa: se vince Lo Russo sarà una vittoria mutilata.  Difficile, se non impossibile che qualcuno arrivi oltre il 50 %. Poi il gioco a chi arriva secondo condizionerà il primo. Tradotto:  se sarà secondo Tresso, candidata vice sindaco la Curti. Enzo Lavolta punta ad essere il numero uno e basta.  Il resto non gli interessa. Sullo sfondo il solito problema: che ne facciamo dei pentastellati?

Abbastanza chiara la strategia di Grimaldi oramai leader incontrastato della sinistra sbrindellata: condizionare con Tresso Lo Russo imponendo al primo turno l’accordo con i pentastellati,  o perlomeno quello che rimane dei grillini nostrani.  Non che a livello nazionale  vada meglio. A ottobre si conteranno i voti e vedranno il da farsi. Per ora non riescono neanche ad avere i loro iscritti da Casaleggio Junior. Chi non ha dubbi è Alberto Nigra.  Oramai veterano di una politica che non c’è più. Lui vorrebbe fare l’accordo con Damilano.  Gli obbietta Lubatti: non possiamo stare con i leghisti e Forza Italia. Nigra controbatte: infatti io voglio fare l’accordo con il civico Damilano.  Il resto non mi importa.  Ma non è il solo.  Sicuramente c’è la Fregolent,  ma non è l’unica. Mauro Marino ha, decisamente,  il dente avvelenato. Intanto, nel centrodestra tifano per un accordo al primo turno tra PD e pentastellati.  “In questo modo vinciamo al primo”.  Se poi vince Enzo Lavolta,  alle primarie, è fatta. E le nostre care periferie, fanno ciò che fanno da venti anni: piangono.  Traditi da tutti,  e con la voglia di votare a destra.  Magari ci scappa qualcosa.
Poi, anche qui,  il reddito di cittadinanza serve  ai più nel comprarsi il telefonino di ultimo grido.  Meccanismo semplice quello di eludere la legge.  Semplicemente si va da un verduriere compiacente.  Si trattiene il 10 % dell’ importo e, inventandosi una spesa che non c’è,  ridà i soldi in contanti che servono per comprare telefonini o televisori. Se avviene ciò nella nostra sabauda capitale,  pensate un po’ nel resto dell’ Italia.  Ma non è finito.  Ad 80 km Vercelli.  In 3000 hanno ottenuto il reddito di cittadinanza.  Monitorati 1000 e il 10 % non ne aveva diritto.  Dunque se si proietta questo dato a livello nazionale si fanno presto i conti di quanti soldi si sono buttati via. È l’Italia,  ed in questo caso il Piemonte,  bellezza.  Indubbiamente è difficile,  molto difficile governare questo paese.  Una classe politica è prodotta da una società civile corrotta.  Ed anche questo non è una novità.  Così si capisce fino in fondo una parte dei grillini.  Erano solo livorosi ed arrabbiati perché invidiosi. Con il solito dubbio finale: ma adesso che arrivano un sacco di soldi dall’Europa,  come ci comporteremo? Dovremmo essere,  almeno per una volta,  virtuosi.
Duretta, no ? Ma non impossibile.
Patrizio Tosetto

Tav: Fregolent (Iv),  ok a commissariamento, Italia volta pagina

“L’annuncio del Ministro dei Trasporti Giovannini sul prossimo commissariamento della tratta nazionale della Tav rappresenta un passo in avanti decisivo,

richiesto da tempo da Italia Viva, per completare l’opera nei tempi stabiliti e per non perdere gli ulteriori finanziamenti messi a disposizione dall’Unione Europea. Anche sulla Torino – Lione con il Governo Draghi l’Italia sta recuperando il tempo perso dal precedente esecutivo”: è quanto dichiara Silvia Fregolent, capogruppo Iv della Commissione Ambiente di Montecitorio, sulla riunione di maggioranza sulle infrastrutture

Lega, norme anti-Covid: aperti i confini

“Eliminate grazie al pressing della Lega le assurde restrizioni anti Covid che impedivano ai cittadini svizzeri di entrare nel Vco e viceversa.

Una vittoria che abbiamo ottenuto battendoci per una giusta causa, sia a Torino sia a Roma”. Lo dichiara il presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni, commentando l’ordinanza del ministro alla Salute Speranza grazie alla quale sarà d’ora in poi consentito di varcare le frontiere a chi risiede entro 60 chilometri dal confine, per un massimo di 24 ore e senza fare tamponi. “I commercianti del Vco erano ingiustamente penalizzati da una norma che era assente nel resto dell’Europa – dice Preioni – e ora potranno finalmente tornare a lavorare in sicurezza anche con il turismo proveniente dalla Svizzera, che tradizionalmente rappresenta una parte importante degli introiti nel nostro territorio”

Comune di Torino, confronto Fb con sinistra Ecologista

Un confronto  si svolgerà in diretta  sulla pagina Facebook di Sinistra Ecologista oggi alle ore 14:

Sinistra Ecologista e Francesco Tresso incontrano Eleonora Artesio per ripercorrere i cinque anni di impegno in Consiglio Comunale e riflettere sulle idee e le proposte per immaginare una Torino migliore.
Parteciperanno:

– Eleonora Artesio
– Francesco Tresso (candidato alle primarie del centrosinistra)
– Federica Patti
– Jacopo Rosatelli
– Alberto Re.
La diretta sarà trasmessa a questo link.

Torino Tricolore in Barriera contro lo spaccio

Torino Tricolore torna in strada contro spaccio e degrado, questa volta in Barriera di Milano.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO  Il presidio statico, con i residenti, si è svolto nella serata di ieri in Largo Giulio Cesare angolo Corso Palermo. Presente anche il comitato “Noi di Barriera” di Alberto Barona e altri comitati storici del quartiere. In piazza circa 100 persone.
“Questo quartiere sta diventando uno dei ritrovi più frequentati da
pusher e tossico dipendenti”. Dichiara Matteo Rossino, portavoce di
Torino Tricolore, “i residenti sono stanchi di fare esposti totalmente
ignorati dalle forze dell’ordine. Per questo abbiamo deciso di scendere
in strada con loro”.
“Durante la pandemia – continua Rossino – gli spacciatori hanno agito
indisturbati. Noncuranti di restrizioni e coprifuoco. L’amministrazione
comunale, pensando di risolvere il problema, ha installato telecamere
nelle vie principali. L’unico risultato che ha ottenuto è stato lo
spostamento delle attività illecite nei vicoli limitrofi. Quindi più
nascosti, lontani da occhi indiscreti.”
“Come se non bastasse gli abitanti della zona sono costretti a subire,
quotidianamente, fenomeni di accattonaggio molesto. Da parte di alcuni
rom, che si aggirano indisturbati nel quartiere. Tutto ciò è davvero
inaccettabile quindi non potevamo esimerci dall’intervenire. Le
periferie – conclude Rossino – vanno riqualificate. Non solo a ridosso
delle elezioni alla spasmodica ricerca di consensi. Sono quartieri
importanti tanto quanto il centro storico, e chi ci abita merita
considerazione, tutela e rispetto.”
Alle dichiarazione del portavoce di Torino Tricolore fanno eco quelle di
Alberto Barona, rappresentante del comitato Noi di Barriera: “Da anni
combattiamo contro l’abbandono di questo quartiere e abbiamo accolto con
gioia il sit-in di questa sera. Per questi motivi siamo scesi in strada,
con Matteo e con tutti i residenti che storicamente lottano per
riprendersi Barriera di Milano. E affrontano, senza scoraggiarsi,
l’immobilismo delle istituzioni locali, del tutto assenti e
disinteressate alla periferia Nord torinese.”

Italexit presenta Verra candidato sindaco

Nella giornata di giovedì 3 giugno Italexit ha presentato ufficialmente la candidatura di Ivano Verra per le elezioni comunali di Torino. Alla conferenza hanno preso parte, oltre allo stesso Verra, Luciano Bosco e Roberto Mossetto in qualità, rispettivamente, di Responsabile del Piemonte e Segretario Politico della sezione torinese del partito.

Riceviamo e pubblichiamo – Verra intende proporsi ai torinesi come l’unica reale alternativa nello scenario politico torinese: «Destra e sinistra ormai viaggiano a braccetto: oltre a sostenere il Governo Draghi, anche a Torino sembrano esserci le condizioni per una coalizione allargata. Questo può significare solo una cosa: la loro impostazione politica è perfettamente sovrapponibile. I torinesi però hanno bisogno di nuove proposte e, soprattutto, di un progetto politico privo di ambiguità che li aiuti a ritrovare fiducia». Le parole chiave di questa candidatura saranno lavoro, commercio locale, sicurezza, innovazione e urbanistica: «A Torino manca una visione strategica di lungo periodo, con un’amministrazione che ha paura di rendersi protagonista attiva nelle dinamiche sociali ed economiche del territorio. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: abbiamo una Torino a due velocità, dove chi resta indietro è spacciato. Penso alle persone che non riescono più a trovare un lavoro, ai quartieri che sono stati abbandonati alla delinquenza e al degrado, alle piccole imprese che vengono strangolate da tasse, burocrazia e concorrenza sleale straniera».

Il candidato sindaco ha quindi concluso esponendo i prossimi appuntamenti sul territorio: «Da domani avvierò una serie di incontri con i cittadini, le imprese, le associazioni delle varie circoscrizioni: percepisco una forte voglia di cambiamento e Italexit è l’unico soggetto in grado di assecondarla. Il 19 giugno il Senatore Gianluigi Paragone sarà in visita a Torino: un’occasione fondamentale per portare le nostre istanze locali anche nelle aule parlamentari».

L’assemblea regionale del Popolo della Famiglia

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Sabato 5 giugno in via Torricelli 30, a Torino, alle ore 17 avrà luogo l’assemblea regionale del Popolo della Famiglia Piemonte. Sarà l’occasione perché i numerosi tesserati, simpatizzanti, amici si ritrovino in presenza e conoscano più da vicino la realtà di questo giovane movimento, candidato a diventare partito, non appena l’elettorato nazionale ne avrà compreso la portata innovativa e risolutiva.

Il PdF tocca le questioni chiave, la difesa della vita, la difesa della famiglia, quel baluardo che garantisce la protezione dei deboli, la risorsa del coraggio e della fiducia, quanto mai necessari in tempi tristi come i nostri.

Il PdF parteciperà anche quest’anno, come 5 anni fa, alla sfida elettorale: cresciuto, rinvigorito e sempre più convinto che solo accogliendo e difendendo la maternità, le piccole imprese famigliari, le giovani coppie, potremo rilanciare la produttività italiana e tener testa, con l’intelligenza e l’operosità che distingue la nostra gente, al progetto mondialista che punta ad annullare l’unicità della persona e le radici della nostra cultura.

Interverranno in diretta il Presidente nazionale Mario Adinolfi ed il Coordinatore nazionale Nicola Di Matteo; presiederà, in presenza, Lucianella Presta, Coordinatore regionale del Piemonte.

Costanzo (Misto): Inaccettabile escalation morti sul lavoro

“La tragica morte sul lavoro dell’operaio della Margatelli Ferroviaria di Rodallo fa salire a 14 le vittime sul lavoro nell’area metropolitana di Torino in questa prima parte di 2021.

 

Sono cifre inaccettabili e non degne di un paese civile. Credo che l’emergenza vada presa di petto: non promettendo un migliaio di ispettori in più, peraltro insufficiente, ma pianificando un vero e proprio piano nazionale che metta in campo tutte le iniziative possibili in termini di formazione sulla sicurezza, di prevenzione e di rispetto delle normative.

 

Per tutti questi motivi ho interrogato il Ministro Orlando. Mi auguro di ricevere presto risposta”. Così in una nota la deputata torinese Jessica Costanzo (Misto).