POLITICA- Pagina 372

Mario Draghi e la pochezza di quel che resta dei partiti

Il professore Marco Revelli proprio non ci sta e lancia i suoi strali contro la cosiddetta deriva autoritaria rappresentata da Mario Draghi.

Professore molto bravo, indubbiamente, ma rappresentante di quella gruppetteria di estrema sinistra che non ha digerito la de industrializzazione del nostro paese e di Torino. Ma non è l unico, si intende.  Lo stesso filosofo  Massimo Cacciari da alcuni mesi parla di deriva autoritaria prodotta dal covid.
Mario Draghi avrebbe espropriati ruolo e funzioni del parlamento e dei partiti. Ammesso e non concesso che ci sia un fondamento di verità, ribalterei il concetto.
Mario Draghi è arrivato perché parlamento e partiti da decenni, troppi decenni,  non avevano ruolo e funzione perché non funzionavano. La democrazia si nutre di rappresentanza, indubbiamente. Ma anche di competenze e dunque di capacità di risolvere i problemi. E qui la classe politica difetta moltissimo. A Torino chi non si fa prendere in contropiede è la Giorgina Meloni. Convocati in città  tutti i suoi dal Piemonte. Lei non voleva fare la fine di Matteuccio Salvini che ha fatto una magra figura. Lui abituato alle folle oceaniche mastica amaro. E oramai, anche per lui  è chiaro il fatto che ci sono 2 o 3 Leghe diverse . Ci sono fascisti ed antifascisti. E non basta. Ora anche il suo adetto stampa, pardon il suo ex addetto  stampa pare inguaiato con la giustizia per presunte questioni di spaccio di droga. E non finisce qui. Ci sono no vax e ci sono sì vax. Chi non vuole mischiarsi con i Pride è il candidato di centro destra Damilano. La vita va così, in Svizzera voto favorevole al referendum: il matrimonio  tra lo stesso sesso sarà permesso. E Lo Russo è certo : sono ad un passo da Damilano. Scusate la cacofonia. Sicura è una cosa : se la destra a Torino non vince ora butta via la chiave per decenni. E’ pure arrivato il Ministro Giorgetti. I bene informati sostengono che è Giorgetti il vero Vate di Damilano. Ha anche un altro importante supporter: il fratello. Attivo nelle aziende di famiglia ma anche grande tessitore di rapporti in Italia e non solo. Diciamocelo , continua ad essere lui il favorito per la poltrona di Sindaco. E ci sono I miei ” amiconi ” comunisti. Va beh,  le solite sette o otto sigle . E che sarà mai…..
Qui si sprecano le adesioni. Persino Ken Loach non ha dubbi: se votasse a Torino voterebbe il Prof D’Orsi. Bontà sua.  E io sono, come al solito, molto curioso di come andrà a finire. Manca poco. Solo un po’  di pazienza… e che diamine. Anche se , mi sa, tanto fumo e poco arrosto. Anzi , direi tanto rumore per nulla. Ed anche qui per la creatività c’è posto.
Potere al Popolo. Rifondazione Comunista, Pci,  PC d’Italia. Mancano solo i trozkisti. Ma no scusate … ci sono anche loro. Sinistra anticapitalista. E ho detto tutto. Tanto rumore per nulla. E poi tanta confusione  Troppa confuzione. Per tutto questo io continuo nel preferire Mario Draghi. Non mi sembra un golpista. Viceversa la sua pacatezza è garanzia per l’Italia e l’Italia sa dare garanzie all’estero. In particolare in Europa. Stavolta, caro Marco Revelli ti sei sbagliato. Ti sei proprio sbagliato. Capita. Non è una tragedia. Sbagliare è umano. Perseverare è diabolico. E noi torinesi non ci possiamo permettere simili diavolerie.

Patrizio Tosetto

“Insieme” per le Elezioni Amministrative 2021

Riceviamo e pubblichiamo i comunicati stampa e i taccuini elettorali delle forze politiche, delle liste e dei candidati alle elezioni comunali: scrivere a redazioneweb@iltorinese.it

INSIEME non partecipa alle elezioni amministrative di ottobre nelle grandi città.

Il progetto del partito è di diventare un punto di aggregazione elettorale alle politiche del 2023, e stiamo
lavorando alla costruzione del programma e della rete territoriale. Questa è oggi ancora troppo
debole per sostenere da sola gli oneri organizzativi della presentazione delle liste, e INSIEME si è
limitato a dare in alcune delle principali città al voto una lettura della realtà con proposte sulle cose
da fare, essenziali per un “partito di programma” come il nostro.
Così è stato fatto anche a Torino, dove il gruppo locale – che nelle prossime settimane si costituirà
ufficialmente in “Centro di presenza di Torino metropolitana” – ha elaborato e presentato ad aprile
un documento con le “Proposte per Torino”, alcune delle quali (decentramento,
automotive nel post- FIAT, housing sociale , disagio giovanile, welfare di comunità ) sono state approfondite in successive riunioni pubbliche sul web.
In merito all’imminente tornata elettorale, prendiamo atto che a Torino vi è uno scenario di
bipolarismo estremo. Partiti e forze civiche con cui avremmo volentieri iniziato un percorso di
confronto e collaborazione, hanno dimostrato nei fatti di aderire alla logica bipolare che rifiutiamo e
intendiamo scardinare. Avendo un chiaro programma politico, lavoriamo per diventare punto di
riferimento per una fascia di elettorato responsabile che non si riconosce nell’attuale offerta dei
partiti e si rifugia nell’astensione o vota il meno peggio, “turandosi il naso” alla Montanelli.
La coalizione di destra del candidato civico Paolo Damilano e quella di sinistra del PD Stefano Lo
Russo, secondo i sondaggi, dovrebbero intercettare il voto di circa l’85% di chi andrà a votare, in un
testa a testa che poco ci appassiona. Senza entrare nel merito della valutazione dei due candidati a
sindaco – che conosciamo con pregi e difetti – esprimiamo un duplice giudizio politico. Da un lato
riteniamo che la dimensione civica di Damilano uscirà schiacciata dai partiti della coalizione, Lega
e Fratelli d’Italia in primis, distanti da noi come cultura e valori e che, in più, a Torino esprimono
una classe dirigente imbarazzante. Dall’altro, il centrosinistra imperniato sul PD non ha imparato
nulla dalla disfatta di Fassino cinque anni fa, e mantiene logore logiche di apparato, con gruppi
arroccati in difesa del potere residuo; le esperienze civiche sono ormai “istituzionalizzate” e paghe
del ruolo di “satelliti”, alcuni speranzosi solo di ottenere qualche strapuntino.
L’alternativa a un tale fallimentare bipolarismo non sta ovviamente nel populismo del Movimento 5
Stelle, che si è sgonfiato rapidamente anche dove si presentava con il sorriso e l’educazione – come
a Torino con la sindaca Appendino –, e ha contribuito all’ulteriore decadimento della città e al
distacco del capoluogo dal suo ampio territorio metropolitano. E neppure possono interessarci come
alternativa di voto i tanti partitini comunisti o candidati di movimenti protestatari come i no-vax.
Così INSIEME non dà a Torino indicazioni di voto, e promette solamente di impegnarsi nei
prossimi mesi per costruire quella seria e credibile alternativa al sistema dei partiti personali,
sempre meno considerati dall’elettorato ma tenuti insieme dalla logica bipolare permessa dal
maggioritario: un sistema elettorale da superare per uscire dalla scadente stagione politica dei
nominati – con il servilismo che predomina sul merito – restituendo ai cittadini la piena sovranità
grazie al proporzionale con preferenze multiple.
Alessandro Risso
Coordinatore Insieme Torino metropolitana
www.insieme-per.it
Per contatti scrivere a
insieme.torino.2021@gmail.com

Salvini in Barriera di Milano a Torino

Riceviamo e pubblichiamo i comunicati stampa e i taccuini elettorali delle forze politiche, delle liste e dei candidati alle elezioni comunali: scrivere a redazioneweb@iltorinese.it

Mercoledì 29 settembre Matteo Salvini e Riccardo Molinari alle ore 18 a Torino e alle ore 21 a Novara a sostegno dei candidati sindaco Damilano e Canelli

 

Mercoledì 29 settembre alle ore 18  il Segretario Federale della Lega, sen. Matteo Salvini, accompagnato dall’on. Riccardo Molinari, Presidente dei Deputati della Lega in Parlamento, e Segretario della Lega Piemonte, ritorna a Torino per un incontro con i cittadini in Barriera (Corso Palermo, angolo via Sesia) per chiedere un voto per la Lega alle prossime elezioni comunali del 3 e 4 ottobre, a sostegno del candidato sindaco del centro destra Paolo Damilano.

Successivamente, alle ore 21 sempre di mercoledì 29 settembre, Matteo Salvini e Riccardo Molinari saranno a Novara (Piazza delle Erbe) a sostegno del sindaco di Novara, Alessandro Canelli, che si ricandida alla guida della città, appoggiato da tutto lo schieramento di centro destra.

Udu Torino: le proposte degli studenti per i candidati alle amministrative

  “SOLO ALZANDO LA VOCE”

Caro direttore, siamo  studenti e studentesse torinesi, pendolari e fuorisede che vivono quotidianamente gli spazi universitari. Eppure, siamo molto altro: siamo giovani che vivono i quartieri, gli spazi di aggregazione e culturali della città. Allo stesso modo viviamo in prima persona la transizione al mondo del lavoro e le problematiche della crisi ambientale. L’appuntamento delle elezioni amministrative di Torino, che si terrà a ottobre 2021, sarà un momento fondamentale per la nostra città, soprattutto per alcune tematiche da sempre complesse.

Torino ha dimostrato negli ultimi anni una forte crescita universitaria, soprattutto in termini di numeri: ad oggi sono circa 120.000 gli studenti e le studentesse provenienti dai due maggiori Atenei della città a fronte di circa 850.000 residenti.

Come Unione degli Universitari di Torino abbiamo una risposta critica, spesso legata alle politiche comunali e metropolitane portate avanti negli ultimi anni. Crediamo che si possa e si debba fare di più: proprio per questo nasce la piattaforma “Solo alzando la voce”, il cui titolo vuole essere una provocazione per far luce su tematiche urgenti sulle quali è necessario che la prossima giunta comunale abbia voce in capitolo con idee chiare e davvero per tutti e tutte.

“La pandemia ha fatto emergere molte delle criticità di questa città, sia per la comunità studentesca, sia per i cittadini e le cittadine”, dichiara Lorena Cannata, coordinatrice metropolitana dell’Unione degli Universitari – UDU Torino. “Proprio per questo non potevamo restare in silenzio: la nostra piattaforma di proposte ai e alle candidate di queste elezioni amministrative non è solo una richiesta di ascolto, ma anche un invito a ripensare un’agenda politica da troppo tempo assente su alcune tematiche”.
“Abbiamo dedicato questo documento alle politiche giovanili, ai servizi studenteschi, alla gestione dei quartieri e delle periferie, dei trasporti pubblici e a nuove idee su spazi d’aggregazione e politiche di inclusività”, continua Cannata. “E’ proprio su questi temi che invitiamo le candidate e i candidati ad accogliere la nostra piattaforma e a sottoscriverla. Come sindacato studentesco ci auguriamo che molte di queste proposte diventino realtà, anche e soprattutto dopo la campagna elettorale.”
UDU  Torino

Evi, Mossa e Appendino a sostegno di Sganga

Oggi 26 settembre alle ore 17, Eleonora Evi, eurodeputata dei Verdi europei e co-portavoce nazionale di Europa Verde, sarà a Torino, al Punto verde di via San Paolo 169, insieme alla sindaca Chiara Appendino, alla candidata sindaca Valentina Sganga e a Tiziana Mossa, co-portavoce di Europa Verde Piemonte, “per ribadire l’impegno del partito in favore del territorio e la necessità di portare anche in Italia l’onda verde europea che con coerenza e coraggio manda avanti quel percorso di transizione ecologica necessario per rilanciare l’economia nazionale in un’ottica di sostenibilità ambientale.”

Merlo: Ora si parli anche del Sindaco metropolitano

Basta con il localismo delle campagne elettorali.

“C’è un elemento curioso che caratterizza questa tornata di campagna elettorale in provincia di Torino e che continua, misteriosamente, ad essere snobbato. Si tratta del ruolo che dovrà declinare, dopo il voto di Toinro, il cosiddetto ‘Sindaco metropolitano’. Sindaco, cioè, di quella ‘Città metropolitana’ frutto e conseguenza della sciagurata e pessima legge firmata da Del Rio nel lontano 2014. Un ente, diciamocelo con franchezza, che non è mai decollato, e che, purtroppo non è stato affrontato adeguatamente nè dalla gestione Fassino e nè, tantomeno, da quella di Appendino. Gestioni politiche e amministrative, entrambe, che sono state caratterizzate da un sostanziale ed esclusivo ‘torinocentrismo’.

Ora, è singolare che nel dibattito che accompagna la campagna elettorale per il rinnovo dei sindaci in molti Comuni – soprattutto quelli della seconda cintura torinese – questo tema sia sostanzialmente scomparso ridudecendo il tutto ad un confronto puramente e squisitamente localistico, al di là dei richiami propagandistici e retorici. L’assenza di un’attenta e puntuale riflessione politica sul ruolo della ‘Città metropolitana’ e sulla sua figura di guida politica dell’intera ex Provincia di Torino rischia, al di là di tante chiacchiere, di consolidare il ruolo del tutto marginale di questi territori. Spiccano, al riguardo, territori come la città di Pinerolo – dell’intero pinerolese – che ambisce a svolgere un ruolo di punto di riferimento di un intero comprensorio e poi il tutto viene circoscritto ad un confronto politico puramente municipalistico e confinato nella sua cinta daziaria.

Sarebbe auspicabile che, almeno nella parte finale della campagna elettorale, la qualità del dibattito politico e amministrativo salisse di tono. A PInerolo come in molti altri comuni dell’hinterland torinese. Anche perchè senza una valorizzazione e una definizione precisa del ruolo e della funzione della ‘Città metropolitana’, le aree della seconda cintura torinese, in particolare i territori montani più legati ad una vocazione turistica, saranno destinati veramente a giocare un ruolo marginale e del tutto periferico rispetto ad uno sviluppo complessivo del territorio.

E quindi, ruolo del ‘Sindaco metropolitano’, funzione della ‘Città metropolitana’ e definirne, al contempo, i rispettivi compiti. Senza questo confronto di merito, almeno per i comuni della seconda cintura torinese, il dibattito politico e amministrativo è destinato a restare sterile e del tutto provinciale, nel senso peggiore del termine”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.

Candidati al Comune di Roma: ci sono anche 32 piemontesi

Una candidata al Campidoglio, nata a Torino, ha quasi 92 anni 

Per il Comune di Roma e per i suoi quindici Municipi corrono candidati nati in tutte le regioni italiane, ad esclusione della sola Valle d’Aosta. Dominano i meridionali, quasi mille in tutto: il gruppo più nutrito è quello dei 340 campani (110 per il Comune, 230 per i Municipi), seguito da 216 calabresi (62 per il Campidoglio e 154 per i Municipi) e 183 pugliesi (40 e 143). Quindi 126 siciliani (37 e 89), 52 lucani (10 per il Campidoglio) e 16 molisani. Particolarmente presenti anche gli abruzzesi: sono 97 tra Comune e Municipi. I sardi sono 40.

Ad effettuare il mini-censimento, estrapolando i dati, è stata l’associazione culturale “Forche Caudine”, lo storico circolo dei molisani a Roma, che pubblica le schede riferite a tutte le regioni sul proprio sito (www.forchecaudine.com).

Per le altre regioni, 94 sono coloro che sono nati in Lombardia, 82 toscani, 49 emiliano-romagnoli, 40 veneti, 39 marchigiani, 39 umbri, 33 liguri, 32 piemontesi e 22 friulani. Infine quattro in rappresentanza del Trentino-Alto Adige.

Per il Piemonte la provincia più rappresentata è Torino, seguita da Cuneo, quindi Alessandria e Novara. Certamente il dato più curioso è l’età di una candidata al Comune: i quasi 92 anni (a marzo) della signora Nelly Patroncini, nata a Torino nel 1930. La più giovane è invece Aurora Deriu, 23 anni, nata ad Alessandria.

Infine in netta crescita, rispetto alle precedenti amministrative, coloro che sono nati all’estero: sono oltre trecento, con i romeni quale gruppo più numeroso. “Un quadro che rispecchia le dinamiche sociali in atto nella capitale e, in fondo, in tutta Italia – commenta Giampiero Castellotti, presidente dell’associazione culturale.

Tutti i dati:
https://www.forchecaudine.com/https-www-forchecaudine-com-curiosita-candida=
ti-al-comune-di-roma-quasi-2-000-i-non-romani-in-testa-campani-e-calabresi/

Fratoianni in Piemonte per le Comunali

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On. Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana)   sabato 25 settembre  Novara, Pinerolo, Rivalta, Nichelino, Torino

Il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni sarà  sabato 25 settembre in Piemonte per una serie di iniziative pubbliche.

Dalle ore 10.30 sarà a Novara presso il Mercato Coperto (Viale Dante Alighieri) , per sostenere la lista di Novara in Comune. Per l’occasione si raccoglieranno anche le firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa Popolare “Next generation tax”, per un fisco più equo e progressivo. Alle ore 12.30 pranzo di sostegno alla lista e presentazione dei candidati, presso il Circolo Operaio Agricolo Bicocca (via Sforzesca 99).

Quindi  a  Pinerolo alle  ore 16 al Teatro del Lavoro in Via Chiappero 12, dove verrà presentata la lista di Pinerolo in Comune che sostiene la  candidatura di Silvia Lorenzino a sindaca.
A Rivalta (Torino) alle ore 18 al Bicigrill Parco Nigra (via Piossasco 81) a sostegno della lista “InSIeme con Muro”.
E poi Nichelino alle ore 19, aperitivo a sostegno della lista “Nichelino in Comune” al circolo Primo Maggio in via S. Francesco 56.
Infine a Torino al Cap 10100 (Corso Moncalieri 18) alle ore 21: “Andrà tutto bene se tutto cambierà: il lavoro e la giustizia sociale dopo la pandemia”. Giuseppe Provenzano (vice segretario nazionale del PD) dialoga con Nicola Fratoianni (Segretario di Sinistra Italiana) intervistati da Rosa Fioravante, Anita Marafioti e Alessandra Quarta.

 
Fratoianni domenica 26 settembre sarà in Campania e lunedi 27 settembre in Calabria
Lo rende noto l’ufficio stampa di SI 

Verri chiede una regia pubblica per le fondazioni culturali

 Una regia pubblica per dare efficacia al lavoro cruciale che le Fondazioni fanno nella cultura a Torino. Una regia necessaria per rilanciare il ruolo internazionale della città dopo il decennio di stanca seguito al boom olimpico del decennio 1997-2007.

Una riforma nelle corde del centrosinistra, perchè il candidato del centrodestra Paolo Damilano ne avrebbe I titoli, ma sconta di avere alle spalle una coalizione che chiuderebbe la città all’innovazione. E’ l’asse principale del lungo colloquio concesso alla ‘Dire’ da Paolo Verri, manager culturale, direttore del Salone del libro di Torino dal ’93 al ’97, direttore generale e tra i principali artefici di Matera 2019 capitale della cultura. Oggi è candidato al Consiglio comunale di Torino nella lista civica ‘Torino Domani’ che sostiene Stefano Lo Russo.
Non si può parlare di cultura a Torino senza parlare di fondazioni. “Ci sono fondazioni di tipo diversissimo- specifica Verri-. Le fondazioni di origine bancaria hanno svolto un grandissimo ruolo di supplenza prima e di protagonista poi. Ci sono le fondazioni culturali specifiche e fondazioni che nascono da parte dei privati per mettere a sistema depositi, redditi e passioni di un certo tipo”. Tuttavia, “in questi ultimi anni è mancata totalmente una regia. Credo che tra i primi compiti della prossima amministrazione ci sarà quello di chiamare tutte queste fondazioni, fare un punto della situazione su quali sono le attività che hanno svolto fino ad ora e concertare quelle del futuro. Prendiamo, per esempio, la programmazione della Compagnia di San Paolo per i prossimi 5 anni: è un programma interessantissimo, ma non deve essere semplicemente concepito come qualcosa che i soggetti culturali studiano per avere dei fondi, deve essere condiviso dal punto di vista socio-culturale”.

Insomma, mancando “una regia pubblica forte, sia a livello comunale che regionale”, succede che “ciascuno va anche molto bene per conto suo, ma la città non si riconosce”. E quindi “per quanto queste cose funzionino non si sente più quell’orgoglio che c’era dieci anni fa. Perché? Perchè non c’è una vera condivisione, non c’è un luogo in cui tutti insieme si presenta cosa si vuole fare e dal quale si esce con un menù condiviso, che tutti conoscono”.
La proposta forte di Verri sulle fondazioni impatta sul lungo e faticoso dibattito sulla cultura come nuova grande vocazione di Torino. “E io credo che abbia funzionato benissimo per circa
dieci anni”, dice Verri. “La cultura ha avuto uno sviluppo enorme tra il 1997 e il 2007. Per arrivare al 2008, l’anno in cui la città era diventata la prima capitale mondiale del design, battendo la concorrenza perfino di Milano”. E poi? “Diversi fattori concreti. Come la crisi economica del 2008 ha acuito il debito provocato dalle infrastrutture parallele alle Olimpiadi.
Il debito della città non è dovuto alle Olimpiadi, ma alla scelta di trasformare la città in maniera potente in quella occasione. E poi la decisione di seguire un modello produttivo automobilistico datato”. Così, prosegue Verri, “C’è stato un momento di stop tra il 2009 e il 2019. Oggi è il momento di ripartire con un’idea di cultura molto diversa”.

Che dire di quanto fatto dall’amministrazione uscente? “Purtroppo, nell’ultimo quinquennio, ci si è messi in testa che tutta una serie di azioni che erano state avviate nei primi anni 2000 non andavano bene. Poi però verso la fine le posizioni si sono ribaltate: con l’appellarsi ai grandi eventi come unico modo per parlare ai cittadini e renderli soddisfatti di vivere in città. La legislatura Appendino si è aperta con un no secco a un certo modello olimpico e si è conclusa con un sì deciso alle Atp Finals come momento di visibilità della città”.
Quanto alle elezioni imminenti, Verri è in una lista che appoggia Lo Russo, ma Paolo Damilano viene dalla presidenza della Film Commission, una istituzione culturale con una buona fama. Non potrebbe essere l’uomo giusto per occuparsi di cultura?
“Penso che tutti e due i candidati principali abbiano un’ottima conoscenza di quale sia la programmazione culturale che in questo momento c’è in città. Ma credo che la compagine guidata da Stefano Lo Russo abbia le idee un po’ più chiare di come gestirla, perché ha delle competenze amministrative molto più forti e molto più specifiche”.

Ma soprattutto Lo Russo ha dalla sua parte “una tradizione di soggetti e di persone con una forte capacità di innovare. Dove innovare significa anche essere aperti alle nuove suggestioni del mondo. Questa innovazione deve passare soprattutto da una presenza di cittadini italiani di seconda e di terza generazione che devono essere più protagonisti”.
Dall’altra parte, fatta salva “la stima che ho per Paolo Damilano”, invece “la compagine che lui rappresenta dal punto di vista politico, specialmente a livello nazionale, porta avanti una forma di chiusura al futuro”. Insomma, sintetizza, “Dal punto di vista culturale i due candidati sono in una certa misura entrambi preparati, ma gli schieramenti di cui fanno parte fa sì che uno uno sia aperto e inclusivo e l’altro tenda alla chiusura e a un ulteriore ripiegamento della città su se stessa”. Mentre, aggiunge, “noi dobbiamo mettere in moto un meccanismo per avere più cittadini nuovi possibile. Perché abbiamo una città che sta invecchiando rapidamente e quindi dobbiamo fare produzioni e contenuti culturali adatti a questi nuovi giovani che arriveranno dal resto del mondo. Dobbiamo far sì che Torino sia leader di una
visione nuova della società. E che la cultura sia un modello fondante di questo nuovo modello sociale”.

La Torino che immagina Verri deve “far partecipare più gente giovane possibile. E creare un palinsesto più comprensibile e più fruibile. Le iniziative piccole o piccolissime sono state tante, ma trovo che spesso ci fosse più attenzione a chi voleva produrre che al pubblico. Siamo ancora a dei modelli culturali tradizionali e non c’è stato un significativo cambiamento. A livello internazionale negli ultimi dieci anni si sono viste delle trasformazioni nei modelli
culturali, mentre Torino è rimasta un po’ ferma”.
Ma quali sarebbero gli interventi prioritari in fatto di politica culturale? Verri dice di “mettere nell’agenda della dieta culturale anche il tema della scienza e dell’innovazione tecnologica”. E poi soprattutto “lavorare in maniera diffusa e non concentrare gli eventi culturali in pochi posti tradizionali. Bisogna, come nell’esperienza recente che ho fatto a Matera, co-creare insieme ai cittadini. Che divengano protagonisti di contenuti insieme agli artisti, agli scienziati, agli operatori dei media”.

L’obbiettivo è “che i cittadini possano usare meglio il patrimonio culturale della città per capire che vivere a Torino è una condizione di vantaggio competitive rispetto ad altre città non soltanto italiane, ma del mondo. Tutti devono essere in condizione di partecipare ad attività che facciano riflettere sul perché si sta al mondo, dove sta andando il mondo e che ruolo ciascuno di noi ha dentro esso. Queste cose le dice soltanto la cultura, per questo non deve essere più un settore separato ma permeare tutta la vita pubblica”.
E, aggiunge il manager culturale, “deve essere anche la base per trovare nuovi posti di lavoro, perché non si ha lavoro senza una base di conoscenza molto forte”. Verri fa un esempio: “Io adesso sono fuori dalla Tech Week alle Ogr. Chi non ha tutta una serie di competenze entra dentro questo spazio meraviglioso, dove si presenta il meglio di quello che sarà il lavoro del futuro, e non capisce niente, perchè non ha le basi culturali. Il nostro compito è dare più cultura diffusa e varia, non soltanto umanistica”.

«Agenzia DIRE»