POLITICA- Pagina 105

Auto, Ruffino (Azione): “I lavoratori del Piemonte pagano la crisi. Il Governo dov’è?”

”La presidente Meloni e Adolfo Urso, ministro rottamatore del “Made in Italy”, non stanno toccando palla nella grave crisi dell’automotive che ha investito il Piemonte. Lo storico marchio Lear, fabbrica produttrice di sedili per auto, si prepara a dichiarare in esubero 300 lavoratori, sui 430 di fatto in cassa integrazione dal 2013, per i quali neppure esiste la possibilità degli ammortizzatori sociali.

È solo l’ultimo anello di una catena il cui apice è l’annunciata vendita dello stabilimento Maserati di Grugliasco. La mancanza di prospettive industriali per Lear, che opera sempre a Grugliasco, rimane tale anche nella previsione dei nuovi modelli Maserati, prodotti a Mirafiori, che non dovrebbero superare le 70 unità giornaliere di produzione. Di fronte a uno scenario tanto pesante per i lavoratori, con onde d’urto che investiranno tutto l’indotto del sistema auto, dal governo non è venuta una sola iniziativa. Presenterò nelle prossime ore un’interrogazione urgente al ministro del Made in Italy, denominazione sempre più surreale per un ministero che assiste silente allo svuotamento del sistema industriale italiano e al suo trasferimento all’estero.

Il ministro dovrà spiegare quali iniziative industriali pensa di mettere in campo per salvaguardare la produttività della Lear; quali interventi saranno attivati per evitare il licenziamento dei 430 lavoratori, tutti altamente qualificati nel loro settore; se il governo intende sviluppare una strategia di tutela per quelle isole produttive dell’automotive altamente qualificate, come Lear, ipotizzando anche interventi di sostegno da concordare eventualmente in sede Ue”

Così Daniela Ruffino (Azione), deputata piemontese.

Olimpiadi, Valle (Pd): “Governo batta un colpo”

«Il presidente del Coni Giovanni Malagò ha ribadito oggi che c’è ancora uno spiraglio sulla pista da bob di Cesana, ma quello che manca è un impegno serio del Governo Meloni. Non basta fare dichiarazioni, servono garanzie. Tutto il territorio chiede a gran voce di rendere Cesana, la valle di Susa ed il Piemonte protagonisti dell’evento olimpico. Una richiesta condivisa dai diversi livelli amministrativi e dalle differenti forze politiche. È ora che il Governo Meloni batta un colpo e le dichiarazioni di Malagò sono un’occasione per capire le reali intenzioni dell’esecutivo».

 

Daniele Valle

Vicepresidente del Consiglio Regionale

Forza Italia, convegno a Torino: “Il risparmiatore al centro”

Forza Italia promuove venerdì 10 novembre 2023 alle ore 21.00, nella sede di via Barbaroux 43 a Torino un incontro dedicato all’approfondimento del DL Asset e in particolare al tema degli extraprofitti. “È noto come Forza italia sia stata capofila per difendere i risparmiatori e quindi pensiamo che sia un argomento utile da approfondire”, dice il coordinatore Marco Fontana. L’incontro è aperto al pubblico.

Ruffino (Azione): “Riqualificare area ex Gondrand”

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione), deputata piemontese e vice presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle periferie:
     Lo sgombero dell’area ex Gondrand è stato un atto importante da parte del prefetto Donato Giovanni Cafagna. La politica degli sgomberi deve però accompagnarsi a una politica celere di riqualificazione delle aree prima occupate. In questo senso l’amministrazione comunale, d’intesa con le istituzioni competenti, deve mettere in campo una strategia che guardi oltre l’emergenza e inserire il recupero delle aree abbandonate in una più generale visione della politica urbanistica.
     Il potenziamento delle forze dell’ordine, con l’arrivo atteso di 166 fra agenti di polizia, guardia di finanza e carabinieri, potrà accelerare gli sgomberi delle troppe aree occupate rispetto alle quali il Comune non deve farsi cogliere impreparato per la successiva riqualificazione e destinazione d’uso. Gli sgomberi sono solo il primo atto il cui senso sarà compiuto quando l’amministrazione e le istituzioni competenti sapranno valorizzare gli immobili liberati.

Sicurezza, FdI: “Lacrime di coccodrillo di Lo Russo”

AMBROGIO-RAVELLO: “GRAZIE A GOVERNO MELONI CAMBIO DI PASSO, LO AMMETTE LUI STESSO SENZA RENDERSENE CONTO”.
È paradossale che il Sindaco di Torino, lo stesso che ha sempre negato un problema di sicurezza e degrado, ora scriva a Piantedosi chiedendo che il Governo lo aiuti: la sensazione è che si tratti di lacrime di coccodrillo”. Ad affermarlo Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia.
“La domanda – incalza Roberto Ravello, dirigente regionale di FdI – a questo punto è lecita: il problema sicurezza c’è o non c’è a Torino? Non lo chiedo solo al Sindaco, ma a tutte le forze politiche che lo sostengono e che hanno sempre parlato di ‘percezione’ e di ‘ falso allarme’, spesso voltando la testa dall’altra parte. Perché, sia chiaro, ammettere l’esistenza di un problema, è il primo passo per risolverlo. Il secondo potrebbe essere quello di tirare fuori dal cassetto in cui è stato nascosto il protocollo sulla sicurezza sottoscritto nel 2019”.
“La stessa lettera del Sindaco – continua la Ambrogio – richiama i due importanti blitz condotti in Barriera di Milano nell’ultimo mese e certifica il netto cambio di passo nella lotta a spaccio, delinquenza e degrado grazie all’attenzione che il Governo Meloni pone sul tema e, naturalmente, all’instancabile lavoro delle forze dell’ordine e della Questura. Forse il Sindaco Lo Russo non se n’è nemmeno accorto. Un Governo che ha incrementato gli organici di oltre duemila unità, che ha rilanciato l’operazione ‘Strade Sicure’ con ulteriori 400 militari, concentrati soprattutto nelle stazioni, e che ha appena stanziato 5 miliardi di euro per il rinnovo dei contratti pubblici, ivi compresi quelli delle forze dell’ordine. Stiamo facendo in pochi mesi quello che altri non hanno fatto in anni: le letterine, francamente, lasciano il tempo che trovano.

Fine vita, Ass.Coscioni: “Attendiamo avvio discussione”

 La Regione Piemonte dichiara ammissibile la proposta di legge popolare “Liberi Subito”

 

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Dopo l’esito positivo del controllo delle oltre 11.000 firme da parte del Consiglio regionale del Piemonte, che ha certificato il raggiungimento della soglia necessaria al deposito della proposta di legge sul “suicidio assistito” Liberi Subito, è arrivata nelle scorse ore anche la comunicazione della ammissibilità della proposta elaborata dall’Associazione Luca Coscioni da parte della Regione. Il testo mira a definire tempistiche e procedure certe per le persone malate in possesso delle condizioni dettate dalla Consulta con la sentenza 242/2019, evitando loro anche un calvario giudiziario quando ostacolate da ostruzionismi delle aziende sanitarie locali, come avvenuto in queste giornate nel Lazio a Sibilla Barbieri, malata oncologica che si è recata in Svizzera per ottenere la propria morte volontaria medicalmente assistita con l’accompagnamento del figlio e l’aiuto di Marco Perduca attraverso l’associazione Soccorso Civile guidata da Marco Cappato.

La Regione Piemonte, come già fatto da Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo e Friuli Venezia Giulia, ha ritenuto che le norme contenute nella proposta di legge rientrino nelle sue competenze e siano rispettose della Costituzione italiana. Oltre a queste anche Sardegna, Puglia e Marche hanno depositato la Proposta di legge, ma tramite l’iniziativa di alcuni consiglieri regionali, così da rendere non necessaria la raccolta firme. Analoga proposta è stata depositata in Basilicata grazie all’azione dei Comuni e raccolte firme sono in corso in Lombardia e Toscana.

Dichiarazione di Davide Di Mauro dell’Associazione Luca Coscioni e Coordinatore per la Pdl Liberi Subito in Piemonte “Ringrazio tutti i consiglieri regionali, sia di maggioranza che di opposizione, ma anche tutte quelle persone che si sono spese per giungere ad un esito favorevole del voto e aver così adottato senza reticenze l’unica decisione possibile: la dichiarazione di ammissibilità della nostra proposta di legge. Attendiamo ora con urgenza l’avvio della discussione per dotare anche la Regione Piemonte di una legge rispettosa della sentenza 242/2019 della Corte costituzionale e che garantisca tempi e procedure certe per chi intende richiedere al Sistema Sanitario Regionale la verifica delle proprie condizioni di salute al fine di accedere all’aiuto medico alla morte volontaria. Anche dal Piemonte oggi il pensiero va a Sibilla Barbieri, ai suoi figli e alle persone che, disobbedienti, mettono a rischio la propria libertà per aiutare gli altri”.

 

La discussione su analoghe proposte di legge è già stata avviata in Friuli Venezia Giulia, Basilicata, Veneto e nei prossimi giorni verrà avviata nelle Marche.

L’ACCESSO ALLA MORTE VOLONTARIA ASSISTITA IN ITALIA

In assenza di una legge nazionale che regolamenti l’aiuto alla morte volontaria, ovvero l’accesso al suicidio assistito, in Italia questa scelta di fine vita è regolamentato dalla sentenza numero 242 del 2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato\Antoniani, che ha legalizzato l’accesso alla procedura ma solo a precise condizioni di salute delle persone da verificare con modalità indicate dalla Corte, in assenza delle quali si applica il precetto penale senza le modifiche introdotte dal giudicato costituzionale.

La Consulta ha disposto, con una sentenza di incostituzionalità parziale dell’articolo 580 del codice penale, che la persona malata che vuole accedere all’aiuto alla morte volontaria (suicidio assistito) deve essere in possesso di determinati requisiti: che sia capace di autodeterminarsi, affetta da patologia irreversibile, che tale malattia sia fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che la persona reputi intollerabili e che sia dipendente da trattamenti di sostegno vitale.

Questi requisiti, insieme alle modalità per procedere, devono essere verificati dal Servizio Sanitario Nazionale con le modalità previste dalla legge sulle Dat agli articoli 1 e 2 (Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento, 219/17), previo parere del comitato etico territorialmente competente.

APPROFONDIMENTO – LA PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE LIBERI SUBITO

Nonostante la possibilità di ottenere questo tipo di aiuto, il Servizio Sanitario non garantisce tempi certi per effettuare le verifiche e rispondere alle persone malate che hanno diritto di porre fine alla propria vita. Così le persone che intendono interrompere la propria vita rimangono in attesa di ASL e Comitati Etici territoriali che, per svolgere le loro funzioni di verifica delle condizioni, possono impiegare mesi. Un tempo che molte persone che hanno bisogno di essere aiutate a morire non hanno. Per questo, nel rispetto delle competenze territoriali, l’Associazione Luca Coscioni ha promosso a livello nazionale la campagna “Liberi Subito” con raccolta firme per proposte di legge regionali che garantiscano il percorso di richiesta di suicidio medicalmente assistito e i controlli necessari in tempi certi, adeguati e definiti.

Finora Regione PiemonteAbruzzo, Veneto, Emilia Romagna e Toscana, hanno ritenuto che le norme contenute nella proposta di legge rientrino nelle loro competenze e siano rispettose della Costituzione italiana. Oltre a queste anche Sardegna, Puglia e Marche hanno depositato la pdl, ma tramite l’iniziativa di alcuni consiglieri regionali, così da rendere non necessaria la raccolta firme. Analoga proposta verrà depositata in Basilicata e Lazio, grazie all’azione dei Comuni. Friuli Venezia Giulia invece hanno visto il deposito della proposta popolare ma attende ancora l’ammissibilità. Nelle prossime settimane raccolte firme analoghe partiranno in Toscana e Lombardia.

Qui lo scenario nazionale completo.

I CASI CELEBRI IN ITALIA, I DISCRIMINATI, LE DISOBBEDIENZE DI “MARCO CAPPATO E SOCCORSO CIVILE”

Sono cinque gli italiani che hanno ricevuto il via libera per la morte volontaria assistita in Italia con il supporto dell’Associazione Luca Coscioni: Federico Carboni (nelle Marche) e la signora Gloria (in Veneto), che in seguito hanno confermato la propria volontà ricorrendo alla tecnica. Mentre Stefano Gheller (in Veneto) e “Antonio” (sempre nelle Marche) e la signora “Anna” (in Friuli Venezia Giulia) dopo il “semaforo verde” da parte del Comitato etico sono ora liberi di scegliere il momento più opportuno per confermare le proprie volontà o eventualmente attendere o modificare le proprie intenzioni iniziali.

Oltre a loro, numerosi invece, perché potenzialmente discriminati dalla sentenza della Corte costituzionale, sono i connazionali ancora costretti a emigrare in Svizzera, tra quelli assistiti da Marco Cappato e i “disobbedienti civili” iscritti a Soccorso Civile. Oltre a Sibilla Barbieri si ricordano Elena (Veneto), Romano (Lombardia), Massimiliano (Toscana) e Paola (Emilia Romagna), le cui condizioni di “dipendenza da trattamenti classici intesi di sostegno vitale” potrebbero essere potenzialmente riconducibili a una interpretazione restrittiva della sentenza della Consulta. Motivo per cui dopo l’aiuto fornito da Marco Cappato, Felicetta Maltese, Chiara Lalli, Virginia Fiume, assistiti dall’Avvocata Filomena Gallo e dal collegio legale dell’Associazione Luca Coscioni, hanno esposto i fatti alle autorità competenti, affinché la magistratura chiarisca se l’aiuto fornito a queste persone malate rientra nell’area di non punibilità previsto dalla Corte costituzionale con la sentenza Cappato. I tribunali coinvolti stabiliranno se la condizione di queste persone malate siano elementi che rientrano nell’area di non punibilità definita con sentenza 242/19 della Corte costituzionale.

Altri poi vorrebbero accedere alla morte volontaria assistita e sono in attesa della verifica delle condizioni, ma son finiti intrappolati nelle sabbie mobili delle lungaggini burocratiche e vittime del reato di “tortura” da parte dello Stato (attualmente è nota la vicenda di Laura Santi in Umbria) e costretti a un interminabile percorso nei tribunali contemporaneo e direttamente proporzionale a un peggioramento delle condizioni di salute.

Infine vi sono casi come Fabio Ridolfi e Giampaolo costretti a rinunciare al lungo e faticoso percorso scegliendo loro malgrado il ricorso alla sospensione delle terapie e una lenta morte sotto sedazione profonda con distacco della nutrizione e dell’idratazione, un epilogo che non avrebbero desiderato.

Rai, Gallo (pd): “Mi sarei aspettato più impegno dalla Regione”

“Che cosa intende fare la Giunta regionale per rilanciare il Centro di Produzione Rai di Torino? Ogg  in sede di sindacato ispettivo, ho posto questa domanda all’Assessore regionale alla Cultura per fare chiarezza sul futuro della Rai in Piemonte” spiega il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Lo storico Centro di Produzione di via Verdi, infatti, sta conoscendo, da tempo, un profondo declino con conseguente importante diminuzione occupazionale (circa il 50% dell’organico in 10 anni): il personale andato in pensione non è stato sostituito e, nonostante la sede Rai possa contare su professionalità che la renderebbero un centro di eccellenza, le attività assegnate sono diminuite. A tutto questo dobbiamo aggiungere la scelta di spostare trasmissioni di Torino verso altre sedi” prosegue l’esponente dem.

“Ritengo fondamentale – afferma Gallo – una rinnovata interlocuzione tra la politica piemontese e i vertici Rai per ottenere garanzie sul futuro della produzione televisiva e di fiction sul nostro territorio: dobbiamo tutelare le centinaia di dipendenti Rai piemontesi, ma anche le decine di pmi dell’indotto della produzione radio-televisiva. Il ruolo di Torino, infine, deve essere evidenziato nel prossimo contratto di servizio da approvare entro la fine dell’autunno e nel piano industriale”.

“L’Assessore regionale alla Cultura, purtroppo, ci ha confermato soltanto quello che sappiamo già: è prevista la continuazione di un un’interlocuzione, che dura ormai dal 2022, da parte della Regione per continuare un percorso che consenta di capire in quale direzione voglia andare la Rai. Mi sarei aspettato, invece, almeno l’impegno a richiedere con forza alla Rai di prevedere nuovi investimenti che consentano il rilancio di uno storico servizio che deve essere sostenuto, sia attraverso il potenziamento occupazione che attraverso l’assegnazione di nuove produzioni” conclude Gallo.

Magliano: Giochi 2026, Bob a Cesana soluzione migliore per tutti

La speranza di vedere alcune gare delle Olimpiadi Invernali 2026 in Piemonte è ancora viva ed è una prospettiva che mi fa piacere ben oltre il desiderio campanilistico di vedere coinvolto il Piemonte in questo grande evento di interesse mondiale: Cesana è l’ipotesi migliore dal punto di vista economico, organizzativo, logico e tecnico. Ci fa piacere la determinazione del Presidente Cirio e la coesione di gran parte delle forze politiche per il raggiungimento dell’obiettivo, nella convinzione condivisa che non avrebbe alcun senso “cedere” all’estero alcune delle gare dei prossimi Giochi. Abbiamo inoltre l’opportunità, che non possiamo perdere, di rimediare in pur piccola parte all’assurdo “no” ai Giochi che risale agli anni dell’Amministrazione Appendino.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

 

Lear, Grimaldi (Verdi Sinistra): “Il disimpegno di Stellantis travolge tutto l’indotto”

“Alla scomparsa del polo Maserati segue inesorabilmente il rischio di una drammatica crisi per la Lear di Grugliasco. Gli ammortizzatori finiranno il 31 dicembre come la produzione dei sedili delle Maserati Ghibli e Quattroporte endotermiche. I modelli Gran Cabrio e Gran Turismo ibridi garantiranno lavoro per poche decine di lavoratori sugli attuali 420. La dirigenza ha il dovere di far conoscere il suo progetto per Grugliasco, se ne ha uno. D’altra parte i sedili si continueranno a produrre anche se le macchine non avranno motore endotermico, basterebbe smettere di frenare sulla transizione raccontando falsità. La progressiva fuga di Stellantis continua a produrre drammi sociali senza che il gruppo se ne assuma alcuna responsabilità. E le rappresentanze sindacali degli operai della Lear hanno chiesto il 20 luglio al MIMIT l’apertura di un tavolo di crisi e ancora non hanno ricevuto risposta” – così il Vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi.

Ruffino (Azione): “Da Taranto a Grugliasco senza politica industriale”

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione):
     La chiusura annunciata dello stabilimento Maserati di Grugliasco è solo l’ultimo capitolo, almeno si spera, dei fallimenti registrati dal governo Meloni sulla politica industriale. Viene da credere che le responsabilità del governo siamo per certi versi superiori a quelle della proprietà della Maserati. Il ministro Urso non poteva scegliere denominazione peggiore per il suo ministero: da quando la destra governa l’Italia il “Made in Italy” è sempre più “made abroad”. Dossier scottanti (Tim, Ilva di Taranto, caso Marelli e, da ultimo, la Maserati) sono pieni di polvere sul tavolo del ministro. Il governo non tocca palla mentre per vicende meno importanti i governi europei, penso a Francia e Germania, mobilitano i ministri competenti e i rispettivi premier. Urso sgrana discorsi uno dopo l’altro ma l’industria dell’auto emigra, Taranto non si capisce quale futuro avrà e di Tim, e della fibra, si ignora il destino.