LIFESTYLE- Pagina 90

La Via del Tè inaugura una nuova boutique nella suggestiva galleria Subalpina

Il 18 gennaio scorso la Via del Tè ha celebrato l’apertura della sua nuova boutique nella suggestiva galleria Subalpina. Costruita nel 1873, dall’architetto Pietro Carrera e inaugurata l’anno successivo, la galleria è un esempio raffinato di architettura ottocentesca, ispirata ai passaggi parigini. Con una lunghezza di 50 metri, una copertura in vetro e ferro battuto e un’altezza che raggiunge i 18 metri, la galleria unisce eleganza storica e modernità, creando un ambiente perfetto per una boutique. Il nuovo punto vendita sostituisce la boutique di via Carlo Alberto, inaugurata nell’ottobre del 2016, con uno spazio più ampio e una maggiore offerta di prodotti. Il negozio è un piccolo gioiello, caldo e accogliente, grazie agli elementi iconici dei negozi La Via del Tè con un delicato arredamento in verde Caledon e la carta da parati della Camellia Sinensis, la pianta del tè, oltre a raffinati mobili in stile Liberty.

Il vero protagonista, tuttavia, è il prodotto. Le varie linee di tè, presentate in eleganti confezioni che si trasformano in veri e propri oggetti d’arredo, arricchiscono l’ambiente con il loro calore e la loro personalità. Nella boutique sarà possibile acquistare una vasta gamma di tè in lattina, filtri e sacchettini, oltre a confezioni regalo, accessori per la preparazione e tè sfuso in foglia intera.

Il concept del negozio è fortemente rappresentato da un fil rouge, fare cultura sul mondo del tè e trasmettere la passione per quella che è più di una semplice bevanda, un rituale, un’esperienza sensoriale sociale e intima, un alleato prezioso per il nostro benessere quotidiano.

Un elemento distintivo è la visione laterale, arricchita da un elegante rosone in vetro realizzato da un artigiano toscano, che riproduce la pianta del tè, l’aromatica, un angolo dedicato ai profumi, con flaconi in vetro contenenti essenze di tè. Un samovar è sempre pronto a offrire un tè di benvenuto a tutti i visitatori, mentre il servizio Take away consente di sorseggiare bevande, tè e tisane passeggiando.

La Via del Tè ha creato una miscela per omaggiare la galleria che la ospita, la miscela Liberty, ispirata al dolce tradizionale piemontese, il bunet al cioccolato . Un mix ricco di tè neri provenienti da India, KKenya e Sri Lanka, arricchiti di bucce di cacao, zucchero cristallizzato, mandorle e fiordaliso bianco, che rievoca il profumo avvolgente del dessert. La miscela sarà disponibile soltanto nello store di Torino sia per l’acquisto sia per l’assaggio.

La Via del Tè è nata a Firenze nel 1961 dall’intraprendenza di Alfredo Carrai che, affascinato dal mondo del tè, ha accettato di introdurre e divulgare il consumo e la cultura di questa antica bevanda, la più bevuta al mondo dopo l’acqua.

 

Mara Martellotta

 

Alla scoperta del Friulano

Attraverso le espressioni dei Colli Orientali del Friuli

Lunedì 20 gennaio 2025 presso la sede del AIS Piemonte in via Modena 23 a Torino c’è stato un appuntamento dedicato al Friulano.
Un viaggio vero e proprio alla scoperta della profondità e bellezza del Friulano (ex Tocai) in 6 espressioni diverse dei Colli Orientali del Friuli, con il supporto dei dati e di un sistema di mappature di oltre 5000 vigne, costruito dal Consorzio Friuli Colli Orientali e Ramandolo ( circa 200 soci con 16 referenze a testa ) .
Una degustazione immersiva capace di far capire come questo grande vitigno sia il più fedele traduttore del terroir.
Un percorso intenso che ci ha fatto comprendere la storia e le espressioni enologiche specifiche dei Colli Orientali del Friuli condotto con competenza e simpatia dal brand ambassador sommelier AIS Matteo Bellotto.
In abbinamento alla degustazione sono stati serviti prosciutto San Daniele e formaggio Montasio.
Alcune note tecniche :
Oggi in tutto il Friuli ci sono circa 30.000 ettari piantati di 66 varietà vitivinicole.
Nel 1820 erano 305 . L’Età media degli impianti è per il 68% superiore ai 50 anni .
Il Friulano è il Vino dell’intimità tra amici.
Vino bandiera della regione, è un vitigno autoctono del Friuli di origini antichissime, con documenti scritti che risalgono a oltre due secoli fa. (Vino completamente diverso dal Tokay ungherese, ottenuto dall’assemblaggio di uve Furmint, Hàrzevelu e Muscat lunelu , il cui nome sta ad indicare una precisa area geografica.)
A causa di una sentenza della Corte Europea, il nome Tocai Friulano è stato perso ed è stato sostituito con il sinonimo “Friulano”.
Colore: paglierino dall’intensità variabile, presenta sfumature verdognole.
Profumo: delicato, gradevole che ricorda i fiori di campo e di mela verde.
Gusto: al gusto asciutto, intenso, vellutato, generalmente con acidità moderata. Caratteristico finale di mandorla amara.
Abbinamenti: eccellente come aperitivo, ottimo con antipasti magri come il prosciutto crudo, minestre in brodo, sul pesce e sulle carni bianche.
Temperatura di servizio: 10-12 °C. (Per Matteo Bellotto una regola da applicare per la giusta temperatura di servizio sarebbe
Per il Bianco Grado Alcolico -3
Per il Rosso Grado Alcolico +3
Colli Orientali hanno più di 2000 ettari vitati con 23 varietà e 6 sottozone.
I territorio della DOC “Friuli Colli Orientali” è costituito da tre macrotipologie di terreno con diversa origine:
  • Depositi alluvionali: trattasi di terreni autoctoni derivati da alterazione chimica (ferrettizzazione) della parte superficiale dei terreni  prevalentemente ghiaiosi, trasportati e deposti dalle correnti fluvio-glaciali durante l’ultima glaciazione wurmiana. Il substrato litologico che ha dato origine alle terre ferrettizzate è costituito per lo più da materiali calcarei e calcareo-dolomitici provenienti dagli alti bacini dei fiumi che operarono il trasporto, il deposito e il rimaneggiamento del materiale clastico.
  • Depositi detritici (eluvio-colluviali): derivano essenzialmente dai processi di disgregazione ed alterazione della facies marnoso-arenacea del flysch (variamente limoso-argillosi e sabbiosi). La composizione fisica e chimica varia in funzione delle percentuali degli elementi marnosi e arenacei costituenti la roccia d’origine. Il contenuto in calcare è compreso tra il 5 % ed il 15 % della terra fina; il calcare attivo è pressochè assente, come pure è da considerarsi nullo il potere clorosante.
  • Flysh marnoso-arenaceo: questa tipologia di terreno di origine eocenica contraddistingue tutti i profili collinari della denominazione ed è costituita da un alternanza di marne (argille) ed arenarie (sabbie). Localmente questo terreno viene chiamato “Ponca”.
In degustazione
 
La Sclusa 12 viti di Zorzettig Gino e Figli s.s.a.
Spessa di Cividale ( UD) 2023
Vigna del 2010 , 12 biotipi con dna di vigne di 100 anni . 6 mesi sui lieviti. Solo acciaio.
Al naso: fiori bianchi
In bocca: elegante, fresco sentore di sambuco sottile, finale sapido.
Zorzenone Leorino Cividale del Friuli (UD) 2022
Vigne di 85 anni, 4 ettari, situati in una conca fredda , 15% della raccolta appassita in cassette ( una sfida eroica per la buccia fine del Friulano ), Tocai giallo di collina .
Al naso: sentore di muffa, caldo
In bocca: fresco acidità laterale, mentolato elegante e sappi nel finale
Antico Broilo di Duri’ Giovanni Battista Prepotto (UD) 2023
Vigne di 70 anni , fermentazione spontanea,
1 settimana macerazione sulle bucce poi fermentazione In tini troncoconici , pressatura soft , tutto biologico .
Al naso: sentori di viola e rosa, erbe Mentolate, liquirizia
In bocca: bocca piena, data da pH basso, mentolato molto largo con un bellissimo finale
Castello Santanna di Cumini Loreta Spessa di Cividale ( UD) 2021
Vigna di oltre 100 anni , 32 giorni di macerazione in anfora, tre anni in anfora, fermentazione spontanea, zero filtrazione .
E’una zona molto fresca e ventilata.
Al naso: macerato, balsamico complesso, sentori di erbe alpine, sentori di tisana di acacia, miele, fiori gialli .
In bocca: bocca complessa, piena, alcol e sentori di mentolato nel finale .
È quello che si abbina meglio col prosciutto San Daniele.
Visintini di Visintini Oliviero Como di Rosazzo ( UD )Italia 2020
Vigne di 80 anni ,Vino biologico, zona calda, macerazione sulle bucce in anfora . Tocai giallo.
Tappo Diam 30 molto chiuso, quindi necessita di pazienza per poterlo degustare bene .
Al naso: elegante e sottile
In bocca: sentori di sambuco, alcol pronunciato, ma un fantastico equilibrio nel finale.
Stroppolatini Ante Bellum Riserva 2018 Gagliano Cividale del Friuli (UD)
Presenti dal 1868 , 2 ettari Vigna del 1899 , terrazzamenti lavorati a mano, Tocai giallo
Zona calda , ottima maturazione ha consentito di fare la Riserva
6gg macerazione sulle bucce poi solo acciaio
Alla vista : dorato quasi passito
Al naso : fiori bianchi ( acacia e tiglio ) , spezie dolci, sentori di tostato e nocciola, erbe alpine
In bocca: bella freschezza, mentolato complesso, sentori di sambuco
MONVIERT Vermouth
Vermuth da uva Verduzzo, dalla buccia durissima, vendemmia tardiva vicino al Ramandolo, terreno molto calcare.
Al naso: fantastico arancio, Assenzio dolce sentori di cacao e spezie dolci
In bocca: lineare, preciso, sentori dolci dati dall’Assenzio e nel finale amaricante. Tannico perché deriva da vino poco filtrato e mantenuto grezzo per dare un’incidenza maggiore.
Alla prossima !
LUCA GANDIN

La nuova proposta della caffetteria della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo: Stella Café

Riparte con una proposta completamente rinnovata la caffetteria della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, situata in via Modane 20, a Torino, nell’edificio progettato dall’architetto Claudio Silvestrin, nell’area ex industriale della Fergat. La nuova proposta della Stella Café è stata affidata a POP UP location wow, agenzia di Fabrizio Bocca che gestisce gli spazi eventi più scenografici della città, e prevede un servizio di caffetteria, pranzi, aperitivi e il brunch del weekend ideale per famiglie, coppie e amici. L’idea è quella di creare una proposta continuativa che si adatti a proposte diverse, e che ora la possibilità di prendersi una pausa tra arte e relax, coniugando l’assaggio di qualcosa di buono e la visita alla preziosa collezione della Fondazione. Come tutte le location gestite da POP UP, Stella Café non sarà solo uno spazio aperto al pubblico, ma anche a disposizione per eventi privati, piccole feste, pranzi aziendali, così come sono gli altri spazi della struttura, icona della riqualificazione urbana torinese in chiave artistica. Nel menù inclusivo di Stella Café, oltre alla caffetteria e il bar, adatti a colazioni, merende, pranzi e spuntini, troviamo tra le proposte piatti vegetariani, vegani, menù baby e un ricco brunch nel fine settimana.

La scelta di materie prime, come nella filosofia degli spazi gestiti da POP UP, è già metà dell’opera, sia in termini di ricerca che di lavorazione. Tra le priorità assolute del locale vi è la valorizzazione dei prodotti del territorio. La cucina è affidata al giovane chef Flavio Cumali, con una lunga esperienza in Italia e all’estero. La carta dei vini è stata selezionata con cura per accompagnare ogni tipo d’occasione dalla responsabile del bar e barlady Giulia Giacomelli, la guida di uno staff tutto al femminile con Irina e Aurora. L’apertura è dal martedì al venerdì a pranzo, mentre sabato e domenica il brunch è il grande protagonista, accompagnato dall’offerta dell’aperitivo serale.

Oltre a gustare cibi genuini e sorseggiare drink, gli ospiti potranno prendersi tempo per visitare la collezione della Fondazione e le mostre temporanee in allestimento. Nella sede della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, impegnata dal 1995 a favore dell’arte e della cultura contemporanea, si può disporre di uno spazio polifunzionale che, insieme alla caffetteria, rappresenta un luogo ideale per eventi standing fino a 250 persone, o placée fino a 150 persone, in grado di ospitare meeting, piccoli rinfreschi, incontri riservati e piccole esposizioni. È anche disponibile un’aula auditorium strutturata per un totale di 144 posti più una sala adiacente di 56 posti collegate a circuito chiuso, con la possibilità di collegarsi in videoconferenza. La sala ristorante può ospitare eventi placée fino a 100 persone.

 

Mara Martellotta

Liquorificio Spirito Reale, un negozio esclusivo apre a Torino

Apre a Torino, nella suggestiva cornice della Galleria San Federico, il Liquorificio Spirito Reale

Nella storica e suggestiva cornice anni Trenta della Galleria San Federico, a Torino, aprirà prossimamente il Liquorificio Spirito Reale, un negozio esclusivamente dedicato alla degustazione e vendita di spirits del marchio. Due vetrine affacciate sulla storica galleria attirano l’attenzione dei passanti ed invitano a varcare l’imponete portone di ferro battuto per scoprire il mondo di Spirito Reale.

All’interno gli appassionati di spirits vengono accompagnati in un viaggio sensoriale tra amari, liquori, gin, vodka, bitter e Vermouth di Torino, che parte dalle distillerie del gruppo, con sede a Moriondo Torinese, dove vengono studiati, concepiti e realizzati tutti i prodotti del brand e che conduce in Galleria San Federico, dove campeggia la scritta “Liquorificio”, sottolineando il forte legame con il luogo in cui nasce l’offerta di Spirito Reale. L’ampio assortimento, dedicato non solo ai professionisti ma a tutti gli amanti degli spirits, è stato realizzato anche grazie alla consulenza di Fulvio Piccinino, esperto del settore, che ha supervisionato il team di lavoro con preziosi contributi storici e di gusto. Gli ingredienti di alta qualità scelti da fornitori locali, la cura e l’attenzione del laboratorio analisi interno ed il controllo puntuale e curato del processo produttivo costituiscono le solide basi su cui poggia la visione innovativa di Spirito Reale e garantiscono prodotti premium quality ispirati alla tradizione liquoristica torinese ed italiana.

“Ad ognuno il suo gusto, tutti con lo stesso Spirito”: la possibilità di degustare e la gioia di scegliere in base al proprio gusto. Questa è l’essenza del brand e l’assoluta novità del format del Liquorificio. Il brand sabaudo dal mood pop ha una forte identità visiva: un’unica bottiglia dal design riconoscibile che si differenzia in base al colore per identificare le singole referenze, tutte proposte in tre formati: 100 ml, 200 ml, 500ml. Diretto, autentico, cool e divertente Spirito Reale si propone come un brand per tutti, sempre al passo con i tempi, dove ognuno trova qualcosa di suo gusto in una comunità unita dallo stesso spirito.

Il Liquorificio Spirito Reale è un angolo tranquillo dove poter degustare, scoprire e riscoprire le fragranze all’interno dei prodotti: cannella, pompelmo rosa, caffè, menta, spezie, lampone, pesca, millefiori, agrumi, violetta, liquirizia, amarena, camomilla, passando ovviamente per i grandi classici italiani e internazionali, dal limoncello alla genziana, dal London Dry gin al Fernet. Nello spazio di Galleria San Federico, a partire dal mese di febbraio, Spirito Reale organizzerà serate dedicate guidate da esperti del settore, occasione per conoscere le referenze della gamma o assaggiare i cocktail realizzati dal brand ambassador Eric Maccario, bartender del Buddha Bar di Montecarlo che, grazie alla sua freschezza, eleganza e creatività, ha interpretato lo spirito del brand con cocktail originali o rivisitazioni di quelli tradizionali in chiave innovativa. Spirito Reale è anche un posto dove vivere l’arte. Una delle vetrine di Galleria San Federico sarà sempre dedicata ad un artista. Attualmente ospita un’opera del torinese Max Petrone che ha rappresentato in chiave pittorica i valori del brand grazie all’uso di colori energici, pennellate forti e di impatto per esprimere fantasia, colore ed energia.

Mara Martellotta

 

www.spiritoreale.it

Torna il Salone del Vino, un percorso lungo un anno

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 Un percorso lungo un anno. La terza edizione della fiera dedicata al patrimonio vitivinicolo del Piemonte torna con il grande evento del Salone del Vino di Torino dal 1° al 3 marzo 2025 alle OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino dando il via a un ricco calendario di eventi diffusi che proseguiranno tutto l’anno nei territori del vino, nei mesi successivi della fiera, coinvolgendo cantine per conoscere e attraversare il DNA del Piemonte.

Il Salone del vino di Torino si amplia e cresce, raddoppiando anche i propri spazi espositivi all’interno delle OGR con oltre 500 cantine attese. Un’unica grande location dove il pubblico di appassionati, operatori e operatrici del settore, ma anche semplici curiosi, potranno conoscere, degustare e acquistare le migliori etichette.

 

La terza edizione del Salone del Vino di Torino sarà quindi una nuova occasione per incontrare da vicino i produttori e le produttrici del territorio, ascoltare storie e farsi guidare dai sommelier alla scoperta di tante diverse etichette per arricchire le proprie conoscenze sul mondo del vino con un ricco programma di talk, incontri e mostre.

 

Riconfermati anche quest’anno gli appuntamenti OFF del Salone del Vino di Torino realizzati in collaborazione con le numerose realtà del territorio, dalle Grandi Cene all’interno dei migliori ristoranti della città fino alle degustazioni e agli eventi esclusivi per avvicinarsi, con gusto, al lungo weekend della cultura e dell’arte vitivinicola piemontese.

Temporale imprevisto sul lago d’Orta

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Chi se lo aspettava, questo temporale. Quando abbiamo messo in acqua la barca, verso le nove, il cielo era sereno. Qualche nuvola sopra le Quarne e un po’ di vento di tramontana da nord-ovest. Il callo del Giacinto non dava problemi e, a suo dire, quel suo barometro molto personale non l’aveva mai tradito.  Eppure, sentendo la radio, le previsioni non  erano poi così buone. Infatti, alle 7,20 in punto, avevo sentito al “Gazzettino Padano” il mattinale del Centro Geofisico Prealpino di Varese. “ Il vento, dal monte al piano, può portare improvvisi sbalzi di temperatura che, in casi eccezionali, potranno determinare fenomeni temporaleschi nella fascia prealpina di nord-ovest”, aveva detto l’erede del professor Furia, imitando la sua inconfondibile voce un po’ raspa. Non c’era giornata che, almeno per me, non s’aprisse con le loro previsioni atmosferiche.

Tra l’altro il nostro metereologo, classe 1924, seduto alla sua scrivania dalla quale ogni santo giorno alla sette della mattina dettava ai lombardi e ai piemontesi dei laghi le previsioni del tempo, non aveva perso un colpo fino alla fine dei suoi giorni. Preciso come un orologio svizzero anticipava le evoluzioni del meteo, concludeva il suo intervento augurando ai radioascoltatori “pensieri positivi, nonostante il tempo“. La sua scomparsa ci aveva resi più soli e tristi anche se il servizio continuava con chi aveva raccolto la sua eredità. Stando a quanto avevo sentito alla radio, ero perplesso ma mi sono fatto convincere da Giacinto che aveva già ottenuto il consenso di Giuanin. Così, in tre, ci siamo mossi dall’imbarcadero di Oira, remando a turno. La barca era quella di Giacinto: la “Carpa Dorata”. Eravamo davanti alla Qualba, la nostra acqua Alba, famosa per il colore e la limpidezza delle sua acque e qualcosa già non andava. Il cielo si stava rannuvolando sulle nostre teste. “Se vègn nìul vérs Bagnèla tò su l’umbrèla”, si raccomanda sempre il signor Barzaccheri, altro noto metereopatico in grado di avvertire la pioggia che, come tutti sanno, arriva quasi sempre da ovest, dall’alpe Sacchi. Dunque, stiamo in campana: se il cielo si rannuvola dalle parti di Bagnella e Brolo, conviene tenere a portata di mano l’ombrello perché non si sa mai. E’ quello che sta accadendo e noi siamo in barca, non sulla terraferma. Giuanin mostra uno sguardo preoccupato e anche Giacinto non è più così baldanzoso. Sta per scoppiare un temporale di quelli che ti raccomando e, per quanto ci si possa dar da fare coi remi, non saremo mai a riva in tempo per schivarlo. L’aria sta diventando elettrica, carica. S’avverte persino pizzicare sulla pelle. Il cielo ha cambiato ancora umore: la nuvolaglia da bianco sporco è diventata grigio piombo, con alcune striature nere come la pece. L’abbassarsi improvviso della pressione atmosferica sembra volerci comprimere, schiacciandoci sul fondo della barca. L’acqua inizia a muoversi.

Le onde si fanno sempre più veloci e aggressive. Mamma mia, questo che soffia è  il Marescon, la peggior inverna che ci possa essere. Le raffiche violente hanno scacciato la tramontana e percorrono il lago come una scopa, spazzandone la superficie. Il tuono annuncia il lampo e il lampo saetta la sua energia scaricandosi in acqua, a qualche centinaio di metri da noi. Uno, due, dieci lampi secchi come una bastonata. Giacinto mormora le sue preghiere, preoccupato soprattutto per la barca che non ha ancora finito di pagare. Giuanin, passato dalla paura all’eccitazione, s’alza in piedi e canta come un ossesso: “Turbini e tempeste io cavalcherò, volerò tra i fulmini per averti.. Meravigliosa creatura, sei sola al mondo; meravigliosa paura di averti accanto..”. Roba da finire insieme ai matti; ci mancavano solo le canzoni della  Giannini, in mezzo a questo bordello! Uno trema, l’altro canta e io mi metto ai remi prima che venga giù l’ira di Dio. Quello del callo che non sbaglia mai, Giacinto, mormora “Santa Barbara e San Simòn, vardén da la lòsna e dal tròn” ( Santa Barbara e San Simone, guardateci dal fulmine e dal tuono, ndr). L’altro, matto come un cavallo, canta come un juke box e dalla Nannini è passato a Cuori in Tempesta per poi finire con Bréva e Tivàn di Davide Vandesfroos. Gli piace, la trova indicata e non smette di ulularla al vento: “E la barca la dùnda e la paar che la fùnda, che baraùnda vèss che in mèzz al laagh… Ma urmài sun chè… in mèzz al tempuraal, tuìvess föe di bàll che a mi me piaas inscì…”. 

Il ritmo del mio vogare è quasi da gara. Noncurante della fatica, con il cuore che mi scoppia nel petto e il fiato corto, approdo a Ronco di Pella, sfinito. Il cielo si è rotto e l’acqua scende a secchiate sul lago che ha preso il colore dell’incudine che il fabbro tiene in bottega. In breve la pioggia si trasforma in grandine e i goccioloni diventano cicchi ghiacciati grandi come noci. Siamo al riparo, sotto al tettoia della signora Erminia. Peccato non sia in casa. La sua ospitalità, in casi come questi, è graditissima. La “Carpa Dorata”, ormeggiata alla belle e meglio, non può ripararsi e subisce l’ingiuria della grandine. Giacinto piange come un bambino e maledice quel callo che lo ha tratto in inganno. “Quando torniamo a Omegna me lo vado a far raschiare via, questo giuda traditore”, mormora tra le lacrime. Io ho i brividi perché, oltre ad essere bagnato fino alle ossa mi sento stanco come un asino. L’unico eccitato è Giuanin che canticchia ancora, ma sottovoce. I nostri sguardi poco amichevoli l’hanno quasi convinto a dare un taglio a tutta quell’allegria senza ragione.
 

Marco Travaglini

Utilizziamo al meglio il nostro tempo

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Parte 2

Usare bene il nostro tempo non significa assolutamente diventare super produttivi, ne’ tantomeno eliminare tutti quei momenti di svago, di riposo, e anche di ozio e di “cazzeggio” che ci aiutano a rilassarci e a stare meglio con noi e con gli altri.

Di tutto ciò il nostro corpo e la nostra mente hanno un grande bisogno. Piuttosto un uso consapevole del tempo che abbiamo a disposizione significa eliminare gli sprechi di tempo, per averne a disposizione una maggiore quantità per ogni nostra attività, riposo compreso, appunto.

L’errore più comune è quello di considerare tempo sprecato quello che trascorriamo a rilassarci. Non esiste cosa più sbagliata, perché senza il riposo non è possibile riuscire a raggiungere nessuno degli obiettivi che ci proponiamo. Ogni volta che decidiamo di prenderci una giusta pausa non sottraiamo tempo a nulla.

È un nostro bisogno “ricaricare le batterie”, per ripartire più pieni di energia di prima. Non rinunciamo ai momenti di relax, che invece devono diventare consapevoli e, se possibile, unici. Molte nostre giornate sono particolarmente faticose e ci meritiamo un premio: un momento di rilassamento e di “coccole”, appunto.

E’ un uso intelligente del nostro tempo, perché non ce ne stiamo togliendo, ma ci regaliamo un tempo di qualità! La giusta via consiste nell’individuare ed eliminare quelle attività superflue che ci fanno sprecare tempo prezioso. Dobbiamo invece comprendere qual’é davvero il tempo che sprechiamo.

Dove va a finire, in quali occasioni, con quali abitudini negative, e quali sono le attività totalmente inutili che lo assorbono maggiormente. Per poi scoprire come sia possibile eliminarle o ridurle effettivamente al minimo, usando al meglio le nostre ore per fare ciò che veramente desideriamo e ci fa stare bene.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it

Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.

Potete trovare questi e altri argomenti dello stesso autore legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.

 

Contro l’”analfabetismo funzionale” torna il latinorum…

E, colpo di scena, pure le poesie a memoria

Non solo il latino ma anche la geografia, la storia con attenzione a quella dell’Occidente e, udite, udite, le famigerate poesie a memoria alle elementari. Insomma , dopo anni in cui la scuola ha visto smarrire sempre di più il suo ruolo, anche, appunto, a causa di programmi scolastici annacquati, ora si cerca di correre ai ripari per arginare il cosiddetto “analfabetismo funzionale”, quello, tra l’altro, di cui ci si accusa vicendevolmente nei commenti sui social, ignorando che frequentemente, chi attribuisce all’interlocutore questa condizione, ne è vittima egli stesso. Perchè gli analfabeti funzionali sono, insospettabilmente, fra noi. Ecco le nuove indicazioni del Ministro dell’Istruzione e Merito Valditara

Leggi l’articolo su lineaitaliapiemonte.it:

https://www.lineaitaliapiemonte.it/2025/01/16/leggi-notizia/argomenti/lineaitaliapiemonteit/articolo/contro-l-analfabetismo-funzionale-torna-il-latinorum-e-colpo-di-scena-pure-le-poesie-a-memo.html

Sauze d’Oulx, il balcone delle Alpi

Una famosa meta sciistica invernale, ma anche un luogo dove passare meravigliose giornate all’aria aperta durante le stagioni calde.

Ad un ora di strada da Torino, Sauze d’Oulx e’ situata in alta Val di Susa, a 1500 metri di altitudine. E’ raggiungibile in auto e in treno e si collega alla Francia attraverso il famoso tunnel del Frejus, il primo traforo delle Alpi, lungo 12.233 metri.

Da dicembre ad aprile e’ una delle stazioni sciistiche più grandi della Vialattea, un comprensorio internazionale composto da 8 località, 212 piste e 69 impianti di risalita. Nelle stagioni piu’calde le piste si tramutano in prati meravigliosi dove e’ possibile fare suggestive passeggiate, pic nic, ed escursioni sia a piedi che in bicicletta. Per i bikers esistono diversi percorsi e sentieri che si incrociano assicurando, non solo tanto divertimento per appassionati di tutti i livelli ed eta’, ma anche viste straordinarie grazie ai suoi paesaggi sempre diversi e dai colori magnifici. Per coloro che hanno piu’ esperienza, con una bici da downhill, si puo’ provare il Sauze Bike Park, mentre, se si vuole prolungare l’attivita’ all’aria aperta e’ possibile partecipare ad una esperienza unica all’Avventure Village, un parco ricco di attrazioni, come il ponte tibetano e diversi percorsi a tema.

Sauze d’Oulx offre anche un centro storico molto caratteristicocon diversi luoghi di interesse da visitare come la chiesa di San Giovanni Battista del XVI secolo, con un campanile simil-romanico e una bella fontana di pietra montana al suo fianco, la cappella di Sant’Antonio Abate (a Jouvenceaux) e tutta un serie di stradine ricche di abitazioni montane, di negozi tipici, di artigianato e di locali dove fermarsi per fare una pausa e godere del paesaggio riposante e verdeggiante.

Nei dintorni di Sauze e’ possibile visitare i laghi di  Laune,all’interno del Parco del Gran Bosco di Salbertrand, un’area protetta istituita nel 1980 per proteggere gli abeti bianchi e rossi e i pini cembri presenti nel territorio, e il lago di Orfu’, un bellissimo specchio d’acqua dal colore ceruleo.

Per gli amanti del fuori strada, invece, Sauze d’Oulx fa parte dell’ Alpi Motor Resort, una rete di strade sterrate ex-militari che si snodano attraverso valli, altipiani, borgate e alpeggi. 

Questo tesoro denominato il Balcone delle Alpi e’ un luogo adatto a tutti, offre la possibilita’ di intraprendere differenti attivita’, sia sportive che di relax, regala paesaggi straordinari a temperature miti, che in estate si aggirano tra i 15 e 20 gradi; anche il palatosara’ molto soddisfatto grazie al cibo delle golose pasticcerie e dei locali e ristoranti sempre pronti a fare allegri aperitivi e ottime cene. Cosa comprare per portare con se’ il sapore di questo luogo delizioso?

Sicuramente il liquore ai mirtilli, il miele, la polenta, i canestrelli, le paste di meliga, una bottiglia di vino di ghiaccio, di rosso Bacuet o di bianco Baratuciat.

MARIA LA BARBERA