Magnifica Torino / L’arco olimpico visto dal tetto del Lingotto
Le ricette della tradizione: agnolotti di pom matan
A cura di piemonteitalia.eu
Leggi la ricetta ⤵️
https://www.piemonteitalia.eu/it/enogastronomia/ricette/agnolotti-di-pom-matan
“Tutta colpa di quel francese..”. Eriberto si era espresso in modo netto,deciso. La principale responsabilità di quant’era capitato a quei due disgraziati, a suo parere, era di Jules Verne. Del resto non tutti quelli che avevano letto i romanzi del fantasioso scrittore bretone, veri e propri capolavori immortali, si erano ispirati a tal punto da cimentarsi in qualche analoga impresa per conto proprio
Eriberto era convinto che Gilberto e Roncolino erano rimasti folgorati da “Il giro del mondo in ottanta giorni” a tal punto da volersi cimentare in qualcosa di simile, seppur su scala ridotta. Così era nata quell’idea balzana che recava discutere tutto il paese. Gilberto Treossi, lungo come una pertica e magro come uno stuzzicadenti, faceva coppia fissa con Marcello Ronconi,detto “roncolino”, basso e mingherlino. I due si barcamenavano con qualche lavoretto,guadagnando quel tanto che occorreva per assicurarsi almeno un pasto al giorno e un fiasco di vino per il piacere del palato. Vivevano d’espedienti, vestendosi con quanto veniva loro offerto dalle Dame di San Vincenzo.Le notti le passavano nel fienile del geometra Baroveri che, da persona generosa qual’era, non negò mai quel povero giaciglio, consentendo ai due di dormire anche nella larga mangiatoria della stalla quando veniva la stagione più fredda. Quando non erano impegnati nelle loro piccole attività e non avevano la testa annebbiata dalle bevute, si recavano nella piccola biblioteca dell’oratorio dove, seduti sulle due sedie impagliate vicino alla finestra,leggevano i libri a disposizione.Entrambi avevano frequento la scuola fino alla quinta elementare e sapevano leggere e far di conto. La vita per loro – come diceva Don Luigi, tirando un lungo sospiro – “non era stata benevola ma nonostante tutto erano due bravi cristiani”. Fu proprio la lettura del romanzo di Verne, uno dei più famosi del narratore di Nantes, a far scattare la scintilla nella testa di Gilberto. Roncolino, messo a parte della trovata, si dichiarò immediatamente d’accordo.
***
Nella storia i due protagonisti, Phileas Fogg – tipico gentlemen inglese – e Passepartout, il suo cameriere francese, si erano impegnati per scommessa a compiere il giro del globo in ottanta giorni. Un’impresa che, tra colpi di scena e vicende a volte drammatiche e spesso grottesche, giunse a buon fine. Verne, nella stesura del racconto, si era ispirato ad una storia vera, che aveva visto protagonista l’americano George Francis Train nel 1870. E perché loro non potevano fare altrettanto, impegnandosi a fare il giro d’Italia con il triciclo del panettiere Delgradi che Gilberto di tanto in tanto usava per consegnare il pane a domicilio? Non era forse quella un’impresa degna di nota? Tanto più che al panettiere quel vecchio triciclo serviva ormai poco o niente, sostituito da un più moderno e rapido motorino. Assicuratisi l’assenso del Delgradi per l’uso del mezzo a pedali al quale aggiunsero un secondo sellino, così da poter star comodi in due, utilizzando il piano di carico della parte posteriore per caricarvi i necessari vettovagliamenti, i sacchi a pelo e una cerata con la quale ripararsi in caso di maltempo, mancava solo il “capitale” per l’avvio del viaggio. Era evidente che si sarebbero arrangiati, strada facendo, e che la forza motrice delle loro gambe non necessitasse di spese per i rifornimenti come per un auto o altro mezzo di locomozione a motore. Bastavano un pasto, un poco di riposo e una dose di vinello per garantire le pedalate che avrebbero eseguito a turni intervallati. L’idea questa volta venne a Don Luigi. Il parroco, per corrispondere alle necessità della chiesa e dell’oratorio, ricorreva a delle raccolte di denaro sotto forma di libera elargizione in cambio delle immaginette raffiguranti Santa Maria Assunta. Perché non stamparne alcune raffiguranti i due in posa davanti al triciclo con la scritta “Diamo una mano a due ardimentosi cicloturisti impegnati a portare il nome della nostra città in giro per l’Italia con coraggio, fede e passione” ? L’idea piacque, la frase un po’ meno. Alla fine venne scelta, per accompagnare la foto, una più sobria “Due concittadini sulle strade d’Italia. Sostegno popolare all’impresa sportiva”. Non fu facile raggiungere una discreta somma ma con l’aiuto di tante persone di buon cuore e con la benedizione di Don Luigi, “l’ardita impresa” poté contare su quasi trecento mila lire che per l’epoca non erano tantissime ma nemmeno una cifra disprezzabile.
***
Terminati gli ultimi preparativi, recuperate due tenute da ciclista d’antan che il negozio di articoli sportivi, caccia e pesca del commendator Rutigliani teneva in cantina, l’allampanato Treossi e l’esile Roncolino decisero di iniziare il viaggio con un giro tra i paesi limitrofi per far conoscere se stessi e soprattutto l’onerosa e impegnativa avventura alla quale, baldanzosamente, si apprestavano. Ne avrebbero approfittato anche per qualche bevuta d’incoraggiamento.La signora Rosa,titolare della merceria sulla piazza,ciondolò il capo con aria sconsolata:“Oh, cara Madonna; se iniziano così più che partire finiranno piegati sulle gambe, vedrete..”. Roncolino e Treossi in quanto a ciucche dure e perse erano dei veri intenditori e conoscevano bene l’ebbrezza, quella sensazione d’instabilità, di tremore alle gambe e giramento di testa che dà il vino delle osterie quando si alza troppo il gomito. Capitava abbastanza spesso di sentirli raccontare di quando, per esaudire un voto dopo un lungo ricovero in ospedale di Roncolino, erano saliti alla chiesetta della Madonna della Neve, sul sentiero che dalle ultime case del paese s’inerpica sul monte. Doveva essere una toccata e fuga, giusto il tempo di un padrenostro per poi ridiscendere in città e invece erano stati via tre giorni e due notti. Lo stesso Don Luigi, passate le prime ventiquattrore, ne aveva denunciato la scomparsa ai carabinieri, temendo il peggio. Le ricerche durarono quasi due giorni, battendo palmo a palmo i boschi della zona quando, per scrupolo, la squadra di volontari guidata dal sacrestano Sisto li aveva scovati in una cascina, ubriachi come una botte, intenti a ronfare come due locomotive a vapore. Si erano scolati tre bottiglioni di quel vinello asprigno,ottenuto dalla spremitura dell’uva americana di Costante del Brich. Quest’ultimo li teneva nascosti nel sottotetto del fienile, da anni in disuso dopo aver vendute le sue due vacche a un allevatore di un paese vicino. Limitandosi a fare la vita del pensionato, si recava di tanto in tanto a meditare nella vecchia stalla, accompagnando i pensieri con qualche bicchiere. Aver confidato quel piccolo e innocente segreto al Treossi gli costò il prosciugamento della riserva di “carburante”. A risvegliare i due, in quell’occasione ci pensò il sacrestano con un bel secchio d’acqua in testa , gelida come la mano di un morto, e una randellata ciascuno sulla schiena, di quelle che lasciano i lividi per un bel po’. Dunque, come si diceva, di stravizi e libagioni lo spilungone e il mingherlino se ne intendevano.
Caricato a dovere il triciclo, eseguiti gli scatti di rito alla partenza secondo i desideri di Franchino che teneva molto ad esibire le sue qualità nel fissare gli eventi sulla pellicola in formato 6×6 della sua fotocamera Rolleiflex, partirono. Dal piccolo pubblico formato da conoscenti e curiosi partì un applauso e i due, visibilmente commossi, ricambiarono con ampi sorrisi.
***
L’accordo prevedeva che ai pedali si sarebbero alternati e il primo turno toccò a Gilberto che, in fase di spinta, mise in mostra una bella pedalata rotonda.Dopo qualche centinaio di metri, lasciatesi alle spalle le ultime case del borgo, puntarono l’erede del velocipede verso la prima osteria. La “tappa” era motivata dal bisogno di farsi, prima del viaggio, uno o due bicchieri da Gino, all’osteria dei Passeggeri. “Non si può partire a stomaco vuoto, no?!”, affermò Treossi con un’aria sorniona, aumentando il ritmo. Evidentemente i bicchieri furono ben di più di quelli pronosticati e bastò un rapido sguardo per capire in che stato erano i due all’uscita dall’osteria. Sostenendosi uno con l’altro, malfermi sulle gambe e in precario equilibrio, s’appollaiarono sul triciclo e con qualche difficoltà si rimisero in cammino. L’intenzione dei “gemelli del litro”, prima d’intraprendere la loro avventura ciclistica, era di compiere una sorta di via crucis delle osterie, con partenza da Gino per poi visitare, a seguire, tutti i ritrovi canonici. Le papille gustative e l’olfatto erano da sempre la loro bussola. Così, alternando il vino ai piatti tipici ( “se non si mette qualcosa sotto i denti, viene il brucior di stomaco”, teorizzò Roncolino) lasciarono evidenti tracce del loro passaggio alla Casa del Popolo (barbera e salame affettato), all’omonima istituzione del paese vicino (ancora barbera ma con bruschette e sottaceti), alla Società operaia( dolcetto d’Alba e trippa in umido), nei circoli del Gallo, degli Imbianchini e di San Carlo ( barbera nei primi due, Fara e un goccio di Gemme nel terzo, accompagnati da salumi e formaggi). Passato il ponte sul fiume,nei pressi della vecchia ciminiera del cotonificio, parcheggiarono il triciclo accanto al muro di cinta, entrando con passo sempre più incerto al Dopolavoro dei ferrovieri, una sorta di “cima Coppi” del loro giro alcolico. All’uscita, i due professionisti del mezzolitro, traballanti e insicuri, inforcarono il tre ruote e sbandando pericolosamente a destra e sinistra, sparirono in direzione della provinciale. Gli abitanti del paese non tardarono molto ad avere loro notizie. Per l’esattezza il giorno dopo la partenza, a meno di una decina di chilometri dall’ultima sosta al Dopolavoro, furono trovati in fondo a un fosso da un metronotte che aveva finito il suo turno di lavoro. Completamente ubriachi, erano usciti di strada e solo l’erba alta e la poca profondità della roggia in secca avevano ridotto al minimo i possibili danni della caduta. I più pensarono che comunque, nella malaugurata ipotesi che fossero finiti nel lago, non avrebbero corso il rischio di affogare per la semplice ragione che erano tanto “pieni” che nei loro corpi non ci sarebbe stato posto neppure per una goccia in più. Soprattutto se , conoscendoli bene, si fosse trattato – vade retro Satana – di quel liquido inodore, insapore e incolore chiamato acqua.Finì così l’avventura di Gilberto e Roncolino che, a parte il denaro speso in libagioni, dovettero restituire quanto avevano in tasca a Don Luigi che si affrettò a versarlo nelle esangui casse della parrocchia, accompagnando l’obolo con tre Avemarie e due Paternostri. Ripresisi dagli eccessi alcolici e dai postumi dei brutti mal di testa, Treossi e Ronconi tornarono a frequentare la biblioteca dell’oratorio ma abbandonarono la lettura dei romanzi di Verne. Avevano scoperto un altro autore interessante, un tal Emilio Salgari che narrava di corsari delle Antille e delle Bermuda, pirati della Malesia e avventure ai quattro angoli dal mondo. Chissà se ne trassero qualche spunto in seguito. Noi non lo sappiamo e a essere del tutto sinceri non lo vogliamo nemmeno sapere.
Marco Travaglini
Partners sbagliati: perché li scegliamo?
PRIMA PARTE – Nel corso dei miei colloqui di counselling e di coaching, con una certa frequenza i clienti mi raccontano di problematiche legate ai loro rapporti con il partner. E spesso si arriva a comprendere che il disagio ha qualcosa a che fare con le effettive motivazioni con le quali lo hanno scelto.
Che molte volte nascondono bisogni inconsapevoli, squilibri esistenziali, confusioni emotive, che determinano in gran parte la scelta. A volte è lo stesso partner che, nel corso del tempo e per i più svariati motivi, si rivela una persona diversa da quello che sembrava nei primi tempi della relazione.
Ma nella maggior parte dei casi siamo noi a commettere qualche iniziale e fatale errore di valutazione. Vediamo quindi insieme alcune dinamiche errate che condizionano negativamente la scelta. La prima è quello che io chiamo “il rimbalzo”.
Nel caso, ad esempio, in cui abbiamo vissuto una precedente relazione piuttosto burrascosa e instabile, con un partner dotato di un carattere forte e imprevedibile, sarà facile avere la tentazione di scegliere un successivo partner decisamente (e troppo), tranquillo, prevedibile e magari un po’ noioso… E viceversa…
Cerchiamo cioè uno squilibrio per risolvere un precedente squilibrio. E difficilmente la nuova relazione avrà vita faile e lunga… Un’altra dinamica di scelta sbagliata è legata a fatto che talvolta scegliamo per una serie di bisogni di cui in genere non siamo assolutamente consapevoli.
Il bisogno di riscattarci, o di sanare una ferita, il desiderio di ritrovare una parte di noi stessi, o di trovare protezione, sicurezza e accudimento, di incontrare qualcuno che (spesso soltanto apparentemente…) abbia le nostre stesse caratteristiche o quelle di qualche persona della nostra infanzia. (Fine prima parte)
.
Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Facebook Consapevolezza e Valore
Rubrica su “IlTorinese”: STARE BENE CON NOI STESSI
Miradolo, visita al parco del castello
TORINO OVER
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, 65 sono gli anni quando si diventa anziani.
Un’altra metodologia utilizzata per parlare delle diverse fasi dell’anzianità è stata la suddivisione in quattro sottogruppi, “giovani anziani” (persone tra i 64 e i 74 anni), anziani (75 – 84 anni), “grandi vecchi” (85 – 99 anni) e centenari
Ma sono convinta che siano fattori molto individuali, ci si può sentire vecchi superati i 40 anni , mentre ci sono ottantenni che
potrebbero competere con dei 30enni per energia e determinazione.
Ma per evitare queste suddivisioni più scientifiche che reali noi tratteremo tutti come over indipendentemente dallo spirito di ognuno di voi…
Ci sono però delle soglie di età per ottenere alcuni vantaggi.
Ad esempio esenzione ticket sanitario si ottiene al superamento del 65esino anno di età e un reddito familiare non superiore ai €36.151.98 annui , con una semplice autocertificazione presso l’ ASL o online sul sito Tu Salute Piemonte si può richiede il codice di esenzione E01.
Anche per ottenere vantaggi sui mezzI di trasporto con Gtt la soglia è 65 anni e quattro fascie in base al reddito
Annuale “Over A” – Gratuito (spese pratica € 3,00) in possesso di certificazione ISEE valida non superiore a € 7.000,00.
Annuale “Over B” – € 118,00
In possesso di certificazione ISEE valida compresa tra € 7.000,01 e € 12.000,00.
Annuale “Over C” – € 155,00
ISEE valida compresa tra € 12.000,01 e € 20.000,00.
Annuale “Over D” – € 188,00
in possesso di certificazione ISEE valida compresa tra € 20.000,01 e € 50.000,00
Gli abbonamenti validi sulla rete urbana di Torino per un anno dal mese di rilascio sono caricati sulla carta Bit con microchip , così come è possibile richiedere l’abbonamento Over 65 mensile al costo di € 20,00 con isee entro i € 50.000.
GABRIELLA DAGHERO
Al Forte di Fenestrelle si può partecipare al più grande gioco di ruolo d’Italia tipologia Terra di Mezzo” il 31 agosto e l’1 settembre
Sabato 31 agosto e domenica primo settembre è fissato l’appuntamento a Fenestrelle per gli amanti di un tempo mitico con “La Terra di Mezzo”, che consente di vivere in un mondo fantastico dove draghi e umani convivono, e dove a regnare è la magia, con paesaggi incredibili e personaggi mitologici, oltre a tracciati popolati da creature fantastiche. La Terra di Mezzo consente ai visitatori di vivere nel più grande universo fantasy d’Italia, e sarà possibile girarlo liberamente attraverso un percorso in cui si indosseranno i panni dei propri eroi preferiti, diventando parte attiva della narrazione. Ci si potrà trasformare in elfi, guerrieri, fate, maghi e streghe, ascoltare le note dell’arpa celtica e sorseggiare idromele. Terra di Mezzo è visitabile presso il Forte di Fenestrelle sabato 31 agosto e domenica 1 settembre a partire dalle ore 11. Si richiede il biglietto stampato in formato digitale, risultando valido per la giornata selezionata. Non è necessario effettuare prenotazione.
Mara Martellotta
Le selezioni di Miss Italia Piemonte e Miss Valle d’Aosta 2024 si sono concluse mercoledì 28 agosto scorso nella splendida cornice di Barbaresco, terra patrimonio dell’UNESCO, la medesima che l’anno scorso ha incoronato Francesca Bergesio, Miss Italia attualmente in carica.
Il tour di Mirella Rocca ha toccato in tre mesi circa 24 località e le iscrizioni del casting sono state da record. Francesca Spinelli è stata proclamata Miss Piemonte, ha 19 anni ed è di Viù, 1.83 di bellezza ed eleganza, e Chiara Frezza, Miss Valle d’Aosta, ha 22 anni ed è di Carmagnola. Entrambe sono torinesi.
Francesca e Chiara accederanno direttamente alla finale nazionale e all’Academy di Miss Italia in programma nelle Marche, il 4 settembre a Fano.
Francesca, oltre ad essere imprenditrice con la famiglia nel settoredella ristorazione sogna di fare cinema, mentre Chiara studia management imprenditoriale e vorrebbe realizzare un suo brand.
La cerimonia è avvenuta nella piazza principale e vi hanno partecipato migliaia di persone, tra cui in prima fila il sindaco Mario Zoppi, che ha fortemente voluto l’evento per il secondo anno consecutivo, ospiti d’onore Francesca e Chiara. Le ragazze hanno sfilato per Barbaresco già dal mattino e sono stati ospiti della celebre cantina della famiglia Giacosa, tra i produttori più importanti del Piemonte.
“Sono soddisfattissima anche di questa edizione di Miss Italia, che ha registrato in Piemonte un record di numeri per quanto riguarda la partecipazione delle ragazze. Nel corso dell’estate abbiamo attraversato la regione per un totale di 24 tappe, portando bellezza e divertimento – spiega Mirella Rocca agente regionale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta- Dopo aver vinto lo scorso anno, spero di ripetere il trionfo anche nel 2024. Le ragazze sono state selezionate e preparate direttamente da me, dal primo casting alle finali. Ho scelto le migliori, miss belle e preparate. Ognuna di loro possiede un talento, cantano, ballano, recitano e sono riuscita a mettere in scena il musical Grease. Fosse stato per me le avrei premiate tutte”.
Mara Martellotta
|
|
Pigiama party all’Ikea di Collegno
IKEA Torino invita tutti a un grande pigiama party di fine estate, dando il via a un anno dedicato all’importanza di un buon sonno
Sabato 31 agosto si terrà un evento all’insegna del divertimento e di offerte speciali. Dresscode? Rigorosamente in pigiama.
Una buona notte di sonno è essenziale per una vita quotidiana migliore. Dormire bene e dedicare al riposo il tempo necessario è fondamentale per ricaricare le batterie, migliorare la concentrazione e affrontare le giornate con energia e vitalità. Una recente ricerca del report Life at Home di IKEA rivela infatti che il 55% delle persone considera il sonno come l’attività più importante per il proprio benessere a casa. Tuttavia, numerosi studi dimostrano che un adulto su due dichiara di essere insoddisfatto del proprio sonno, il che influisce sul funzionamento quotidiano e sulle prestazioni lavorative.
Per celebrare l’importanza di un buon riposo, IKEA ha pensato di organizzare un grande evento che coinvolgerà tutti i suoi store, in Italia e nel mondo, e invita grandi e bambini a prenderne parte: sabato 31 agosto le persone che visiteranno il negozio di Torino indossando il pigiama avranno la possibilità di partecipare ad attività speciali e trovare interessanti offerte. Un team di esperti accompagnerà i visitatori alla scoperta dei vantaggi di un buon sonno, condividendo consigli su come dormire meglio e prestare attenzione al proprio benessere.
Tutti coloro che si presenteranno in pigiama riceveranno un buono sconto da spendere il giorno stesso in negozio e una colazione gratuita per iniziare la giornata con energia.
Per i bambini la giornata sarà ancora più speciale: colazione e menù bimbi a pranzo gratuiti, ma soprattutto iniziative pensate apposta per loro. Dall’incontro con l’orso mascotte FABLER, di cui potranno ricevere in omaggio una piccola riproduzione, alla possibilità di vivere, direttamente nel reparto IKEA dedicato ai più piccoli, l’attimo più atteso prima di andare a dormire, la favola della buonanotte. Un momento magico pensato per stimolare la loro fantasia.
Per festeggiare questa occasione inoltre, a Torino saranno allestiti punti selfie in cui i clienti potranno scattare foto e immortalare momenti divertenti e originali da condividere sui social.
Per maggiori informazioni: ikea.com/it