LIFESTYLE- Pagina 77

Educare alla Bellezza: “Ma di quale benessere stiamo parlando?”

Mercoledì 29 novembre alle Gallerie d’Italia di Torino si terrà dalle 9.00 alle 16.00 l’incontro “Ma di quale benessere stiamo parlando?”rivolto a docenti, scuole, Università, ASL, operatori teatrali e culturali.
 

Realizzato nel contesto del progetto Educare alla Bellezza di Hangar Piemonte – Agenzia per le trasformazioni culturali dell’Assessorato alla Cultura della Regione Piemontel’appuntamento fa parte di un percorso lungo un anno fatto di laboratori nelle scuole, incontri di formazione e ricerca, webinar, percorsi di accompagnamento con esperti e culminerà in un convegno finale a novembre 2024.

Educare alla Bellezza, infatti, è un progetto che mette in dialogo il mondo della scuola, dell’arte e della cultura a partire da una domanda chiavein che modo il linguaggio e i luoghi delle arti e della cultura possono rappresentare un valore e un senso per la scuola, oggi?

La risposta è in divenire e l’appuntamento del 29 novembre sarà l’occasione per esplorare parole e pratiche artistiche per una riflessione condivisa sul benessere anche grazie all’ampio corpus esistente di evidenze dell’impatto delle arti sul benessere/salute fisica e mentale e di come attraverso le arti sia possibile affrontare problemi complessi per i quali non vi sono ancora soluzioni adeguate.

 

Il seminario prevede anche un momento di lavoro di gruppo attorno alla domanda “Che cosa posso fare io domani in classe?”. e i partecipanti saranno guidati nel percorso di riflessione da Doriana Crema (formatrice e coreografa), Maria Mamone (formatrice e performer) e Norma Nardi (graphic recorder), con la partecipazione speciale di Abdullah Miniawy (artista e performer).

Partecipazione aperta a artisti, docenti e operatori sanitari, iscrizione a questo link: https://forms.gle/RVaRby6Vp7nad6xd9. Ogni evento di Educare alla Bellezza è accreditato singolarmente sulla piattaforma S.O.F.I.A. per la formazione continua degli insegnanti.

Educare alla bellezza è un progetto, promosso dalla Fondazione Piemonte dal Vivo in collaborazione con la Fondazione teatro Ragazzi e Giovani Onlus, a cura di Hangar Piemonte in collaborazione con DoRS Regione Piemonte-Centro di Documentazione Regionale per la Promozione della Salute e Università di Milano Bicocca. Il seminario è realizzato con la partecipazione di MAO – Museo d’Arte Orientale.

Le foto di Solano e Gigli

Magnifica Torino / Due scatti di Vincenzo Solano immortalano il Duomo di San Giovanni e i suoi dintorni. Giampaolo Gigli, invece,  ci propone una suggestiva foto “fuori dalle mura” torinesi che ritrae il Monviso

Due pasticceri meridionali vincono una “Mole di Panettoni”

Francesco Mastroianni

Due pasticceri meridionali vincono con i loro panettoni le rispettive categorie della 12esima edizione di una “Mole di Panettoni”. La kermesse dedicata al protagonista della tavola natalizia, che è tenuta a all’Hotel principi di Piemonte e che ha designato i migliori maestri lievitisti di quest’anno.

Per la categoria “Panettone tradizionale di scuola piemontese”, basso e con glassa, finiscono sul podio:

– Al primo posto, la pasticceria pugliese “Millevoglie” di Alberobello con il maestro lievitista Cosimo Caradonna,

– Al secondo posto, il maestro lievitista Sergio Scovazzo del piemontese “Forno Grano” di Santena;

– Al terzo posto, il maestro Paolo D’Errico della pasticceria torinese “Farina&club bakery”.

Tripudio dell’albicocca, quest’anno per la categoria “Panettone creativo” vengono premiati:

– Al primo posto, il maestro lievitista Francesco Mastroianni della pasticceria calabrese “Casa Mastroianni” di Lamezia Terme, con il panettone creativo cioccolato e albicocca;

– al secondo posto il maestro lievitista Roberto Moreschi della pasticceria lombarda Roberto Pastry e Bakery da Sondrio, Chiavenna, con il panettone creativo caffè e albicocca;

– Al terzo posto, il maestro lievitista Enrico Murdocco del forno torinese Tellia Lab, con il panettone all’albicocca e gocce di cioccolato

Nella categoria “Panettone tradizionale di scuola milanese”, alto e con glassa, si distinguono:

– Al primo posto, il maestro lievitista Valerio Giovannozzi della pasticceria marchigiana Crystal di Porto San Giorgio, a Fermo;

– al secondo posto, il maestro lievitista Roberto Moreschi della pasticceria lombarda Roberto Pastry e Bakery di Sondrio, Chiavenna;

– Al terzo posto il maestro lievitista Marco Voci della pasticceria torinese i “Frutti del Grano” di Collegno.

I vincitori della 12esima edizione di Una mole di panettoni sono stati scelti da una giuria di esperti composta da: Giovanni Dell’Agnese, Massimiliano Prete, Giuseppe Gandolfo, Matteo Baronetto, Leo Rieser, Andrea Rastelli, Anna Mastroianni e Franco Ugetti. La Giuria ha assegnato ai panettoni, arrivati in forma anonima, un punteggio da 1 a 10 in base a vari criteri, tra cui: peso di un 1 kg (tolleranza di 100 gr. in eccesso e 50 gr. in difetto compreso il pirottino), aspetto generale, forma, aroma, cromia, alveolatura, palatibilità, acidità, retrogusto e cottura.

 

Sabato 25 novembre alle ore 9.45 all’Hotel Principi di Piemonte avrà luogo il taglio del nastro che inaugurerà la kermesse alla presenza dell’assessore al Commercio Paolo Chiavarino, in rappresentanza del sindaco di Torino. Saranno inoltre presenti altri rappresentanti di istituzioni cittadine, mentre a nome dei lievitisti presiederà il Cavaliere del Lavoro Nicola Fiasconaro. Alle ore 10 si svolgerà invece la premiazione ufficiale.

“Ecco perché sto con Cristina Seymandi”

Parla il saggista cattolico Maurizio Scandurra, opinionista de ‘La Zanzara’ di ‘Radio24’ in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne.

Ci sono casi che fanno riflettere sulle cose. Specie su quelle di un mondo folle sempre più alle prese nel cercare di attuare quella che, al di là delle transizioni di ogni tipo in atto, credo sia la più ardua: il rispetto della Persona.

Nonostante i progressi compiuti e la strada percorsa, il cammino appare alquanto lungo, ancora. E, talvolta, anche irto. Al punto che viene difficile pensare che, in concreto, sia mai iniziato.

Si fa ovunque un gran parlare di parità di genere, briefing & meeting per il maggiore coinvolgimento della figura femminile in sé anche negli organici d’impresa. Ma i fatti, dove stanno?

E’ un po’ come guardare al traguardo, ignorando la partenza. Vagheggiando sulla conseguenza senza tener conto della causa. Cercare il domani prescindendo dall’oggi.

La vicenda di Cristina Seymandi mi ha toccato particolarmente. In un’estate infuocata per via di un clima impazzito, che bisogno c’era di arroventarlo ancora di più? Portando alla ribalta un modello di coppia del tutto antitetico a quel sano e producente equilibrio che dovrebbe essere il carburante sicuro di ogni relazione realmente tale?

Ed ecco che la dicotomia s’insinua, pericolosa e altrettanto contagiosa, laddove dovrebbe invece regnare incontrastatamente sovrana l’armonia. Rubandole il posto. Cambiando il passo, modificandolo profondamente. Mentre il palcoscenico si sdoppia, le platee pure.

Da un lato una donna oggetto di una intollerabile ignominia. Dall’altro, tutt’altro?

Da un lato il silenzio di una persona composta, elegante, intelligente. Dall’altro, tutt’altro?

Da un lato una torinese che evita di prestare il fianco a un vorticoso giro di giostra. Dall’altra, forse,  tutt’altro, con la discreta Città della Mole pronta a improvvisarsi, suo malgrado e tout court, nel più chiacchierato dei salotti romani.

Da un lato un’imprenditrice moderna, in linea con i tempi. Una self-made-woman proprio per questo ancor più meritevole di menzione. Dall’altro un contesto finanziario dalle radici lontane cui, probabilmente, il successo degli altri – o meglio, “delle altre”, dell’altra – dà fortemente fastidio.

Sarebbe stato un connubio perfetto, se vi fosse stato tutt’altro: magari, semplicemente sciacquando il bucato in casa. Facendo memoria e tesoro della sapienza elementare, comune a ogni dignitosa civiltà, che ricorda invece come in Amore vincono sempre buonsenso, correzione fraterna e reciproco perdono, e mai il potere. Evitando, forse inconsapevolmente, di alimentare la promozione di uno stereotipo maschile totalmente in contraddizione con le premesse del 25 Novembre.

Parafrasando il grande Antonio Lubrano, “La domanda sorge spontanea”: “Ma come facevi a stare con Segre?”. Se l’è chiesto pure Roberto Dagostino (come testualmente racconta oggi 23 novembre in edicola sul quotidiano ‘La Stampa’ il collega Fabrizio Accatino), fotografato con la raggiante Seymandi alla prima nazionale del suo docufilm ‘Roma, Santa e Dannata’.

Cara Cristina, scusami se, forse troppo confidenzialmente, mi permetto di evitare il “Lei”. Desidero chiederTi perdono per i peccati mesti di noi uomini.

Invidiosetti, miseri. Permalosi, e talvolta fin troppo macchinosi.

Dì questa volta Tu, se puoi, una preghiera accorata per la nostra redenzione. Per la nostra Salvezza. Perché possiamo cambiare, fintantochè abbiamo respiro.

Siamo ancora in tempo. Sono certo che il buon Dio Ti ascolterà.

Maurizio Scandurra

Maison Gioia, i bijoux di Emily e Chiara

Emily Grosso (Social Media Manager) e Chiara Girivetto (Visual Merchandiser), due giovani amiche chiuse in casa durante il periodo del Covid, hanno iniziato un po’ per gioco, un po’ per passare il tempo, a creare bijoux particolari, molto creativi e fra qualche mese, il loro progetto “Maison Gioia” compirà cinque anni.
“Maison” perché ogni più piccolo dettaglio dei loro bijoux viene fatto in casa e “Gioia” perché la nonna di Emily la chiamava “Gioia”, ed è proprio stata nonna Valeria, meravigliosa sarta, l’ispiratrice di una parte della Collezione.
Durante il periodo Covid, Emily si ritrova fra le mani le scatole di bottoni che nonna Valeria cuciva amorevolmente sulle sue creazioni, e prova a smontare degli orecchini aggiungendo dei bottoni, il risultato è più che accettabile.  Contemporaneamente la sua amica Chiara con dell’argilla polimerica da forma a braccialetti e orecchini proprio come quelli che si usano moltissimo negli USA.
Nascono così due collezioni: i bijoux con i bottoni, molti dei quali vintage, provenienti anche dall’estero, soprattutto da Parigi e Nizza e quelli realizzati con resina e argilla polimerica.
Le Collezioni che si sono susseguite in questi anni sono molte e tutte bellissime, da quella dedicata a S.Valentino, a quelle di Natale, altre realizzate ispirandosi alla serie Bridgerton e alla serie Mercoledì: orecchini, collane, anelli e braccialetti.
Se vi ho incuriosito potete vedere i bijoux sul loro canale Instagram: maisongioia_torino, e su www.etsy.com; spediscono dappertutto e a Torino consegnano personalmente. Oppure, se siete da quelle parti, il Centro Estetico in corso Casale 298 a Torino ospita le collezioni Maison Gioia.
Se invece volete conoscere personalmente Emily e Chiara potete incontrarle sabato 2 dicembre dalle 10.00 alle 18.00 al Bite Market da Combo ( vintage, second hand, piccolo artigianato) in corso Regina Margherita 128 a Torino, dove fra le altre cose esporranno i nuovi bijoux della Collezione di Natale, tanto oro, argento, rosso e glitter !
Didia Bargnani

De Wan: i foulard dedicati alla Turandot

Nasce una serie limitata di foulard dedicati alla Turandot, ispirati alla pittura di Roberto De Wan, torinese di nascita, milanese di adozione

 

Bellissima, contraddittoria estremamente contemporanea, Turandot viene rievocata da Roberto De Wan, torinese di origine, milanese di adozione, in occasione del centenario della morte di Giacomo Puccini, nei suoi 150 foulard limited edition, dedicati all’eroina di un’opera lirica così affascinante da interessare critici quali Rolando Bellini e Angelo Mistrangelo.

Quest’ultimo ha scritto: ”De Wan consegna alla pittura il vibrante racconto di una ieratica Turandot, che trasmette la forza dei propri sentimenti e la magia di un amore rivelato”.

Unitamente ai quadri ad olio che la raffigurano, realizzati dal pittore designer, i foulard saranno presentati il prossimo lunedì 20 novembre in orario 15-18 presso l’atelier De Wan in via Manzoni a Milano e poi a Torino.

Al vernissage interverranno Alberto Veronesi, presidente del Comitato promotore per le celebrazioni del centenario del compositore Giacomo Puccini, autore di quest’opera, Daniela Javarone, presidente dell’Associazione milanese della Lirica e l’artista performer Erica Tamborini che, indossando i nuovi accessori De Wan, coinvolge non soltanto gli amanti della musica, ma anche quelli dell’arte e della moda, in un messaggio universale di pace per le prossime festività.

I foulard saranno esposti in modo permanente al Museo Storico dell’Arma di Cavalleria di Pinerolo e saranno presti disponibili nelle sedi di Torino e Montecarlo e alla galleria d’arte contemporanea Battaglia di Brera, unitamente a un piccolo omaggio esclusivo.

Il quadro Scala 2024 è quello del quale è tratto uno dei foulard della collezione “Turandot Anniversary”, in tema con le tele sullo sfondo realizzate da Roberto De Wan

 

Mara Martellotta

Le piccole cose fanno le grandi cose!

LIBERAMENTE di Monica Chiusano

Siamo sempre troppo abituati o ancor peggio assai viziati …nel considerare di poter raggiungere i desideri “solo” con l’aiuto di una condizione agiata cospicua e attiva per la loro realizzazione, senza neppure mai sperare, in mancanza di questa, di poterci arrivare tramite risorse a volte ancor più utili e determinanti.
Certo, il Dio denaro aiuta enormemente, ma pochi sono coloro che si soffermano innanzitutto a pensare che il potere della mente, nell’entusiasmo del raggiungimento di ciò che davvero sogniamo di avere, possa in qualche modo estrapolare l’innovazione del valore esecutivo della nostra immaginazione, al fine di ottimizzare la risoluzione del nostro obiettivo.

Proviamo quindi ad immaginare di realizzare con un briciolo di fantasia il parco dei divertimenti a noi più consono.
Microscopici saranno inizialmente i suoi protagonisti, come l’area dedicata al loro divertimento…ma se utilizzeremo quella impercettibile ma grandiosa simulazione per stimolare il nostro cervello e la nostra fantasia , alimenteremo di gran lunga la realizzazione più veritiera del nostro volere e non solo della nostra speranza !

….Un modo come un’altro per non deprimere troppo gli stati di fatto delle ossessioni e delle paure di non riuscire mai a concludere ciò che la volontà più fantastica ci sussurra.

Inseguiamo i nostri sogni, ma fuggiamo dalle ossessioni, non importa come, non importa per quanto tempo, ma facciamolo, sempre !
I sogni liberano la mente e incentivano le sue risorse incredibili, le ossessioni la imprigionano e la rendono immobile dinnanzi alla salvezza di poter vivere e gioire innanzitutto di noi stessi.

Marco Bani di Vol.To: comunicare il volontariato

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RITRATTI TORINESI

Il Centro Servizi Vol.To ETS– spiega Marco Bani, giornalista pubblicista, che fa parte del suo Consiglio Direttivo con le deleghe alla comunicazione, alla scuola e ai rapporti con le piccole associazioniè un’associazione riconosciuta del Terzo Settore di secondo livello (un’associazione di associazioni) composta da circa 150 organizzazioni socie.

Appena andato in pensione sono entrato a far parte del Consiglio Direttivo di Vol.To, mi pareva il passaggio più naturale dopo gli anni lavorati in Telecom, perché sin dalla mia gioventù, ho fatto volontariato passando la domenica pomeriggio in Barriera di Milano a far compagnia ai ragazzi delle case popolari e poi con l’Associazione “Il Cammino” occupandomi a seguire ed aiutare i ragazzi delle famiglie del quartiere, nell’espletamento dei loro compiti scolastici. Ho sempre partecipato, da volontario, alla giornata della Colletta Alimentare ed alla raccolta farmaci del Banco Farmaceutico.

Il Centro Servizi Vol.To è finanziato attraverso il Fondo Unico Nazionale alimentato dai contributi delle fondazioni di origine bancaria.  Il suo compito principale è quello di supportare edaiutare le associazioni, erogando servizi di supporto tecnico ed informativo e tutto ciò che può risultare utile nell’espletamento delle loro attività, al fine di promuovere e rafforzare la presenza ed il ruolo dei volontari in tutti gli Enti del Terzo Settore che sono 1350 circa, i cui i volontari mettono a disposizione tempo e competenze per promuovere la cultura, tutelare il patrimonio artistico del territorio e accrescerne la fruibilità, rispondere ai bisogni delle persone in condizioni di fragilità, tutelare i diritti, migliorare e umanizzare i servizi sanitari, occuparsi degli animali e dell’ambiente”.

Vol.To offre l’opportunità a cittadini, imprese, istituzioni e scuole di vivere pienamente l’esperienza della solidarietà, aiuta gli aspiranti volontari a trovare l’organizzazione giusta, mediante un servizio gratuito  di orientamento, si occupa di Volontariato aziendale creando percorsi per i dipendenti; orienta e accompagna chi è interessato alla costituzione di una nuova associazione; supporta enti pubblici e privati per i progetti di Servizio Civile (siamo iscritti all’Albo del Servizio Civile Universale a livello nazionale) e nel coinvolgimento dei giovani che nel 2023 sono stati circa 150; lavora con le scuole e la comunità educante per la partecipazione sociale, la crescita umana e il benessere dei bambini/e e ragazzi/e.

“Il volontariato – precisa Marco Bani è un caleidoscopio a 360 gradi, di cui il 60% circa è un volontariato di tipo sanitario, di assistenza ospedaliera, ai malati ed alla disabilità; vi sono i volontariati ecologici, dell’ambiente, della protezione civile, dedicatiai ragazzi con difficoltà nell’aiuto al post scuola, i volontari animalisti, di aiuto agli anziani, utilissimo durante il Covid, per raggiungere gli anziani soli, un’altra forma altrettanto preziosa è  quella culturale e afferente i musei, volto alla diffusione della cultura..

Concludendo ricorda Marco Bani – che il volontariato non è un hobby, un passatempo effimero, il volontariato richiede costanza, determinazione, sensibilità e spirito di sacrificio. Sembra strano, ma fare il volontario arricchisce per primo chi decide di farlo, perché fa incontrare realtà stupende, dove la  gratuità, parola ormai desueta, la fa da padrona. Si può affermare che una vita spesa in aiuto agli altri è una vita più piena, quindi pensateci a dare anche solo una piccola parte del vostro tempo per gli altri.

Mara Martellotta

Il Piemonte in tre giorni. Esperienza tra fritto misto, bagna cauda e bollito

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

24-26 novembre

Venerdì 24 novembre

Al Piemonte, la regione dove si mangia meglio in Italia secondo il Gambero Rosso, L’Osteria Rabezzana dedica tre menu a tema tipici da degustare in tre differenti serate: venerdì 24 novembre fritto misto alla piemontese; sabato 25 novembre bagna cauda e domenica 26 novembre bollito.

Fritto misto alla piemontese

Fegato burro e salvia, rigatoncino trifolato, salsiccia in umido

Milanese di vitello, milanese di pollo, costoletta di agnello, melanzane, zucchine, cavolfiori, funghi porcini, radicchio, animelle, granelle, cervella, filoni, rane

Il dolce fritto dell’Osteria

Costo: 45 euro (vini inclusi)

Sabato 25 novembre

Bagna Cauda

Cestino di verdure crude, verdure cotte, salsicca di Bra, insalata di trippa, uova di quaglia

Bunet

Costo: 38 euro (vini inclusi)

Domenica 26 novembre

Bollito

Antipasto misto alla piemontese: tomino elettrico, acciughe al verde, giardiniera, vitello tonnato, carne cruda battuta al coltello

Bollito piemontese, 7 tagli: muscolo di vitello, coda di vitello, lingua di vitello, scaramella di vitello, testina di vitello, gallina, cotechino, accompagnati con salsa di mele, salsa rossa, salsa verde, rafano e mostarda

Verdure lesse

Bunet

Costo: 45 euro (vini inclusi)

Per i bambini il menu prevede: prosciutto crudo, agnolotto al pomodoro, cremino alle nocciole, acqua o una bibita al prezzo di 25 euro

I menu a tema sono validi venerdì 24 e sabato 25 a cena e domenica 26 a pranzo.

Per l’occasione non si effettua il servizio alla carta.

I vini sono inclusi (una bottiglia ogni due persone): Grignolino, Roero Arneis e Spumante Brut Rabezzana

 

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it