LIFESTYLE- Pagina 77

Coppa deliziosa alle fragole

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Fragole che passione!  Offriamo a fine pasto ai nostri ospiti questo scenografico dolce delizioso e di semplice realizzazione

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Dosi per 4 persone:

½ Kg.di fragole

1 Banana

4/5 biscotti savoiardi

2 bicchierini di limoncello

200 ml di panna da montare

Crema pasticcera

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Sul fondo di una coppa in vetro trasparente mettere i savoiardi spezzettati bagnati con 1 bicchierino di limoncello (allungato con un bicchierino di acqua). Preparare una crema pasticcera con 3 tuorli, ½ litro di latte, 1 bustina di vanillina, 20gr. di farina, 60 gr.di zucchero e 1 bicchierino di limoncello. Lasciar raffreddare.

Tagliare le fragole ben pulite e la banana a fettine. Iniziare a decorare la circonferenza della coppa con le fette di fragole, quando terminato mettere le restanti fragole nella coppa livellando la superficie e procedere nello stesso modo con la banana.

Montare la panna con un poco di zucchero a velo.

Stendere sullo strato di banane la crema pasticcera raffreddata e completare con uno strato di panna montata. Decorare a piacere.

PaperitaPatty

 

Empatia. Sentire, comprendere e accettare gli altri senza giudicare

“Ti capiva fin dove volevi essere capito, credeva in te fin dove ti sarebbe piaciuto credere in te, e ti assicurava di avere ricevuto da te esattamente l’impressione migliore che speravi di dare” diceva Francis Scott Fitzgerald. Questa è l’empatia, l’ inestimabile capacità di accogliere e sentire l’altro, di comprendere le sue emozioni e conoscere la sua esperienza senza calarsi nel giudizio o attivare una valutazione. 

E’ una facoltà abbastanza in controtendenza con il contemporaneoin contrasto con uno scenario sociale e culturale dove l’autocelebrazione, la continua competizione e l’egocentrismo sono le nuove virtù di riferimento e dove ascoltare l’altro anteponendo i suoi bisogni ai nostri, seppur episodicamentesembra un indicatore di  antiquata debolezza. Tuttavia qualcosa si è mosso, proprio in questo ultimo periodo questa gentildonna vestita di altrui sensazioni e conoscenza si è presentata alla nostra porta. L’esperienza di questo virus vissuta in condivisione,  la chiusura, il senso di impotenza, l’incertezza e il disorientamento che questo “veleno” ha portato con sé hanno stimolato la nostra capacità di  “coinvolgimento empatico”. Eravamo tutti lì, e parzialmente lo siamo ancora, a riorganizzarci la vita, il tempo, il lavoro, praticando rinunce e aspettando pazientemente che tutto finisse. Questa avventura ci ha costretto a “sentirci” di più, ci ha messo in una inedita posizione di comprensione.

Sapevamo perfettamente cosa provavano gli altri, in che situazione fossero, quali erano le difficoltà giornaliere da affrontare, sia emotive che pratiche. Bisogni, speranze, frustrazioni e nuove strategie di sopravvivenza ci hanno unito inevitabilmente e collocato sulla stessa lunghezza d’onda.Ecco cosa è l’empatia, non solo la capacità di “mettersi nei panni dell’altro”, ma avere ugualmente cognizione di ciò chel’altro sta vivendo, possedere le informazioni necessarie che ci garantiscano di poter  comprendere appieno la sua condizione di vita. Non solo implicazioni di tipo emotivo o sentimentali dunque, ma anche un impegno di tipo cognitivo, come afferma Lori Gruen autrice del bellissimo libro “La terza via dell’empatia”, e un lavoro continuo di aggiustamento e “calibrazione” del nostro esercizio empatico.

Pensare infatti che l’attività percettiva di cui siamo detentori sia innata o  esclusivamente connaturata è un errore, quest’ultima necessita di un lavoro giornaliero di ricerca, di sintonizzazione e rivisitazione, questo per non cadere in una eccessiva complicità sensoriale, tipica delle persone molto sensibili, o scadere, al contrario, nella completa e mancata identificazione e immedesimazione con il prossimo. Questa “percezione morale” va alimentata dunque, nutrita e sviluppata. Una mano ce la possono dare gli animali afferma la Gruen,che, capaci molto più di noi di entrare in comunione percettiva con i loro simili, sono in grado di partecipare emotivamente alla loro vita soddisfacendo così bisogni di assistenza e vicinanza. La loro spiccata  predisposizione allosservazione del comportamento altrui e la conseguente spinta all’ identificazione li rende maggiormente empatici degli appartenenti alla categoria del genere umano.

Dalla nostra storia recente dunque, dai fatti che ci hanno reso protagonisti involontari e impauriti, si rende necessario comprendere che abbiamo bisogno di empatia, di reciprocità, di scambio emotivo e conoscitivo. Al netto di ogni retorica e lungi dal conseguimento di facili adesioni cariche di sentimentalismi, dobbiamo convincerci che viaggiare abbandonati sul nostro binario, escludendo dalla nostra vita ogni corrispondenza con l’altro da noi, non può che portaci ad una malinconica solitudine.

Maria La Barbera

Entertainment Center di Beinasco. Flash apre le porte del divertimento a Torino

A pochi passi da Torino apre Flash Beinasco, il nuovo entertainement Center che rivoluziona gli spazi per il retail con un’offerta più ampia dedicata alla socializzazione, allo svago e al divertimento. Flash Beinasco è un luogo dove trovare piste da bowling interattive, un kartodromo indoor da 3.700 mq comprensivo anche di un’area food e arcade, negozi, spazi dedicati al gaming e al fitness oltre al più grande ristorante di sushi della città. Un nuovo modello di centro commerciale pensato per chi vuole arricchire il proprio tempo libero e quello della famiglia.

Il progetto sviluppato dal Gruppo Building e gestito da Odos Servizi, riflette crescente interesse verso luoghi destinati ad attività culturali e ricreative che superino l’acquisto di beni di consumo nell’intenzione di spesa con gli italiani. Come evidenziato da recenti indagini, in particolare le generazioni più giovani si stanno allontanando dalla ricerca di uno status attraverso il consumo, privilegiando esperienze capaci di offrire appagamento personale e benessere emotivo. Per rispondere a queste tendenze è nato Flash Beinasco, un luogo dove il fitness, il shopping e la felicità potranno fondersi in un’unica esperienza. Situato strategicamente lungo strada Torino, una delle principali arterie d’accesso al capoluogo sabaudo, con i suoi oltre 18 mila mq coperti, Flash Beinasco è una vera e propria oasi dell’intrattenimento, facilmente raggiungibile da tutta l’area metropolitana torinese per servire circa 1 milione e mezzo di persone. Dietro questo progetto innovativo vi è la visione del Gruppo Building, realtà consolidata nella costruzione di centri commerciali in Italia e all’estero. Con Flash, il Gruppo conferma il suo impegno nel modi di disegnare e vivere le città, creando spazi che uniscano un’architettura a misura d’uomo e d’ambiente, a una migliore qualità della vita.

“Flash rappresenta la nostra idea di come dovrebbero evolversi gli spazi commerciali nel futuro, attenti ai bisogni della gente – afferma Luca Boffa, CEO del Gruppo Building – abbiamo pensato a un luogo dove le persone possano venire non solo per fare acquisti, ma per vivere esperienze coinvolgenti. Dobbiamo ridefinire gli spazi urbani per adattarli ai cambiamenti sociali, a partire dai luoghi del commercio fino ad arrivare agli spazi civili e privati e per il tempo libero, con l’obiettivo di migliorare la vita quotidiana. L’entertainment center Flash Beinasco si prepara ad accogliere oltre 7 milioni di visitatori l’anno, offrendo una vasta gamma di servizi e attività. Il divertimento è garantito dall’innovativa sala bowling, Xgamer interactive bowling, dotata di 14 piste con percorsi luminosi e animazioni, e dall’emozionante esperienza di K1 Speed, con i go-kart elettrici per chi cerca un tocco di adrenalina. Per il benessere della forma fisica, i visitatori possono contare sui centri del benessere Just woman e Fit Active, e su centro odontoiatrico Dentalpro. Tra i ristoranti presenti spiccano MIk Sushi e RIS – storie di riso, perfetti per gli amanti della buona cucina. Lo spazio dedicato allo shopping include marchi come Shun Fa, Action, Boxeur des Rues, Lukito e Pepco, mentre per la cura della casa e della persona è presente uno store di “Acqua & Sapone”.

“Flash Beinasco, acronimo di Fitness Life Style Adventure Shopping Happiness, non è solo una galleria commerciale, ma un autentico centro di intrattenimento e svago – dichiara Luca Verpelli, AD Odos Servizi – grazie a una visione chiara e innovativa Flash intende puntare sulla qualità del tempo trascorso al suo interno offrendo un ambiente ricco di stimoli, capace di rispondere alle esigenze di un pubblico in trasformazione e sempre più eterogeneo. L’obiettivo è che il centro diventi un punto di riferimento per la comunità e per il territorio , capace non solo di soddisfare bisogni pratici ma di contribuire al benessere di chi lo frequenta”.

Mara Martellotta

Quell’8 marzo Anni 6O tra fiori alla maestra e fiabe di sinistra

L’8 marzo ha segnato la mia vita profondamente… e da quando mi ricordo non era così popolare all’ inizio degli anni 60: “roba da comunisti” insomma, e persino trovare le mimose era una impresa. Tant’è che mia madre le ordinava prima dalla fioraia: missione portare i fiori alla maestra.
Ammetto, che vergogna. Alla Gabelli superavamo i mille alunni. Ebbene l’unico che si presentava con i fiori ero io. Diversità, di una diversità marcata fino al midollo. Dopo ne sarei diventato orgoglioso… ma molto tempo dopo. Mia madre era una femminista ante litteram. Iscritta alla Udi, Unione donne italiane. Non mi ricordo se il giornale Noi donne fosse settimanale o mensile. Mi ricordo di Atomino, atomo impazzito e diventato per l’impazzimento pacifista. Inventato dal quel genio intellettuale di Gianni Rodari.  Fiabe di sinistra, incredibile, no? C’erano anche le fiabe di sinistra, ma forse tutte le fiabe sono di sinistra perché finiscono bene. Prima del 68 col cavolo che gli studenti universitari o medi disertavano le lezioni per partecipare al corteo dell’8 marzo.
Ero un ragazzino e vedevo  nelle ragazzine la loro bellezza, soprattutto belle dentro. 1975, Patrizia responsabile di zona Vanchiglia della Fgci. Innamoramento a prima vista. Durò non tanto ma  fu intenso. O Antonella che  ebbe ” l’ardire ” di diventare mia moglie e Madre di Alice. Gonnellone a fiori e zoccoli olandesi, stile “io sono più a sinistra di te”, Patrizio. Ed ancora adesso critica, amabilmente, il mio moderatismo. Si usciva dalla adolescenza. Tutto il bello diventava possibile. Con cortei non solo per urlare ma anche per parlare e conoscersi. Magari scambiarsi i numeri di telefono o raccontarsi l’ultima riunione, l’ ultima assemblea a scuola o l’incredibile emozione nell’essere entrati nella fabbrica dove gli operai non volevano essere licenziati.
Crescere ed andare al corteo con la figlia Alice. Crescere vedendo che i tempi cambiavano e le cose non erano come le avevamo sperate. Poi nel 92 conobbi Paola, attuale moglie che mi ha “regalato” Sara. Paola bellissima e giovanissima e nel 93  lei stava a Biella ed io a Torino. Euroflora, e quell’ anno feci recapitare una pianta di mimose alla suocera Olga. Immancabile telefonata di ringraziamenti. Sai, mi disse Olga: qui in casa non si usa regalare mimose all’8 marzo. Con Paola ho aggiunto alle mimose un’orchidea.  Mi sono imborghesito?
Forse….o….magari  si, mi sono proprio imborghesito vedendo prima Alice e poi Sara a laurearsi a pieni voti. Sono stato e sono un uomo fortunato. Ma, forse,  non solo. Magari per quello che mi è stato possibile un buon compagno. Una cosa è certa: ho cercato di essere un buon padre. E gli ottimi risultati di Alice e Sara mi confortano. E loro mi hanno superato in bellezza e capacità. Forse  anche perché quella piccola donna di nome Maria, mia madre, mi mandava a scuola con le mimose per la maestra. Anzi , più precisamente mi mandava a scuola per la donna maestra. Per apprendere un mondo dove donne e uomini erano e dovevano essere uguali con uguali diritti. Finendo:  grazie a tutte  ” le mie donne” che mi hanno reso migliore di quello che ero.
Buon 8 marzo per tutte le donne. Per le palestinesi e le israeliane. Alle donne ucraine e donne russe. Retorica? No voglia di continuare a dire: per un mondo migliore con l’eguaglianza. Continuare a volere un mondo diverso da quello che è. E soprattutto fare qualcosa affinché questo mondo migliori.
L’8 marzo è una piccola occasione per ripetersi: cambiamo questo mondo per i nostri figli.
PATRIZIO TOSETTO

Lei non sa chi sono io

Questa frase, caduta per nostra fortuna in disuso, ha espresso per decenni l’italica abitudine di far valere il proprio peso, la propria posizione anche quando, in realtà, ci sarebbe stato da nasconderla perché colti in fallo, per aver dato un pessimo esempio di comportamento o altro.

Spesso erano i politici, dal piccolo Sindaco fuori sede al parlamentare, al sottosegretario o portaborse di questo o quel ministro che, ipso facto, si sentivano superiori ai comuni mortali.

Io ho sempre sostenuto che tutti i cittadini, a condizione di esserne in grado giudizialmente e culturalmente, dovrebbero svolgere un mandato in uno qualsiasi degli àmbiti politici del nostro Paese.

Da consigliere di circoscrizione (o Municipalità che dir si voglia) a consigliere comunale, da Sindaco a consigliere regionale fino a parlamentare, non solo è dovere di tutti i cittadini partecipare alla gestione della res publica, ma permetterebbe loro di capire “da dentro” come si svolga l’amministrazione del Paese, quali difficoltà incontri quasi quotidianamente un amministratore pubblico.

Lo vedo sulla mia pelle: cittadini che, non conoscendo il codice degli appalti (o ignorandone l’esistenza) pensano che per aggiustare una strada sia sufficiente chiamare un’impresa e, al termine, effettuare un bonifico per il pagamento; oppure credono che il Sindaco sia un monarca assoluto che può decidere autonomamente e che qualsiasi cosa i sudditi chiedono sia realizzabile.

Il ritorno all’insegnamento dell’educazione civica è un primo, minimo, tentativo di avvicinare i cittadini allo Stato, alla politica intesa come sintesi dei poteri legislativo ed esecutivo (e di conseguenza giudiziario), all’impegno in prima persona.

Decenni di spese incontrollate, evasione da Guinness dei primati, disinteresse dei cittadini fanno si che ogni anno lo Stato stringa i cordoni della borsa salvo, all’improvviso, erogare bonus come se fosse Natale per poi lamentare un aumento del debito pubblico ed un aumento dell’inflazione.

Ecco perché se ognuno partecipasse alla gestione dello Stato con l’accortezza che ogni casalinga pone nella gestione del proprio ménage familiare, se i professionisti ponessero nello svolgimento della loro carica elettiva lo stesso impegno e serietà profusi nel loro impiego privato, d’incanto la macchina statale, nelle sue varie declinazioni e derivazioni, migliorerebbe di colpo.

Ma è opportuno che tutti i cittadini maggiorenni, in possesso di requisiti “normali” ma di dimostrata capacità di analisi, di comprensione dei problemi, con una minima conoscenza del diritto amministrativo degli enti locali partecipino attivamente a turno, per esempio un mandato quinquennale ciascuno, in una sorta di “do ut des”: partecipo alla gestione dello Stato, in cambio godo di ciò che lo Stato mi fornisce (strade, sanità, sicurezza, istruzione, ecc).

Altrimenti, ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti, il rapporto è sbilanciato: pochi fanno tutto, troppi pretendono molto, e le due parti non si pareggiano mai.

Trovo entusiasmante che in alcuni Comuni sia stato costituito un “consiglio comunale” dei ragazzi, con Sindaco e tutto il resto che partecipano ad alcune iniziative del Comune, imparano a vivere in politica ed apprendono la complessità della macchina amministrativa.

In alternativa avremo da un lato cittadini sempre più insoddisfatti, per colpa della scarsa o inesistente conoscenza del funzionamento della politica e, dall’altro, amministratori subissati di critiche, richieste impossibili, a rischio di commettere errori continui perché alcuni cittadini, anziché essere tutt’uno con le istituzioni, diventano nemici dai quali difendersi.

La Costituzione, approvata il 27 dicembre 1947 ed entrata in vigore il 1° gennaio 1948 è una delle più belle al mondo; per redigerla furono chiamati anche alcuni linguisti perché venisse scritta in un linguaggio semplice, comprensibile, anziché nel solito politichese col quale troppo spesso ci scontriamo.

Sono solo 139 articoli più 12 norme transitorie: se…. la leggessimo almeno una volta?  Sono certo non provocherebbe reazioni avverse, anzi !

Sergio Motta

Tour Vespucci. Anche se non abbiamo il mare…

Il Piemonte non ha il mare, ma i piemontesi possono muoversi e non perdere l’occasione di visitare il Veliero più longevo. L’Amerigo Vespucci infatti farà tappa in mediterraneo nei prossimi mesi, dopo il secondo giro attorno al mondo approda nei porti accessibili: dopo l’eccezionale accoglienza a Trieste toccherà altri 16 porti del mediterraneo.
È un’esperienza unica sia salire sul Veliero 94 enne che  visitare la recentissima Nave Trieste gioiello del 2024 unità d’assalto della Marina Militare L9890 anfibio multiruolo. Il Gigante che accompagna la Vespucci in questo tour .

Per garantirsi un posto, bisognerà accedere al sito ufficiale www.tourvespucci.it. Una volta aperte, le prenotazioni saranno probabilmente soggette a disponibilità limitata, quindi si consiglia di monitorare gli aggiornamenti ufficiali e di prenotare il prima possibile.

Le prossime  tappe
Venezia: dal 27 al 31 marzo
Ancona: dall’1 al 3 aprile
Ortona: dal 4 al 6 aprile
Durazzo (Albania): dall’8 all’11 aprile
Brindisi: dal 12 al 15 aprile
Taranto: dal 16 al 22 aprile
Valletta (Malta): dal 25 al 29 aprile
Porto Empedocle: il 30 aprile
Reggio Calabria: dal 3 al 6 maggio
Palermo: dal 7 all’11 maggio
Napoli: dal 13 al 17 maggio
Cagliari: dal 19 al 24 maggio
Gaeta: dal 26 al 29 maggio
Civitavecchia: dal 30 maggio al 3 giugno
Livorno: dal 4 all’8 giugno
Genova: il 10 giugno

GABRIELLA DAGHERO

I dialoghi sugli investimenti: parliamo di cedole

Tornano i dialoghi sugli investimenti, sotto forma di vignette, del consulente finanziario Riccardo Ferrero. Parliamo di cedole questa volta, quella quota di interessi che viene corrisposta a chi detiene azioni o obbligazioni. Cedole che possono essere pagate con frequenza annuale o semestrale e anche ogni tre mesi. Un modo per integrare la pensione o la busta paga. Ma attenzione… avverte l’esperto.

Cartoccio di pesce al forno, sano e gustoso

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Eccovi una proposta per un secondo profumato ed appetitoso

Ricco di importanti proprieta’ nutritive, buono e gustoso, il pesce e’ uno dei protagonisti della dieta mediterranea. Fritto, a vapore, al forno puo’ essere preparato in tanti modi diversi, ma se cercate una ricetta semplice, veloce e dietetica che racchiude il sapore del mare eccovi una ricetta per un secondo profumato ed appetitoso.

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Ingredienti per una persona:

1 trancio di pesce a piacere

1 patata

1 carciofo

4 pomodori datterini

capperi, olive taggiasche denocciolate, pinoli q.b.

1 cucchiaio di olio evo

1 pizzico di timo

sale q.b.

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Tagliare la patata a rondelle e il carciofo a fettine, sistemarli a strati su di un foglio di carta forno, aggiungere il trancio di pesce, coprire con i capperi, le olive tagliate a meta’, i pinoli e i pomodorini a pezzi. Cospargere il tutto con un pizzico di timo, poco sale, l’olio evo. Chiudere il cartoccio con uno spago da cucina, appoggiarlo su una teglia da forno e cuocere a 200 gradi per 20 minuti circa. Servire caldo.

 

Paperita Patty

Just the Woman I am, a Bardonecchia raddoppia con il “weekend rosa”

Anche quest’anno l’Amministrazione Comunale di Bardonecchia scende in campo per la ricerca con l’edizione 2025 di Just the Woman I am.

Un appuntamento che, a Bardonecchia, si svolgerà sabato e domenica con un vero “weekend rosa”.

Sabato 8 marzo, Festa della Donna, dalle 10 alle 12, nel Foyer del Palazzo delle Feste, si svolgerà, infatti, “Longevity Fitness. Sostieni la ricerca”, con lezioni di yoga, pilates, tonificazione e meditazione.

Domenica 9 marzo, invece, alle 14,30, dal Palazzo delle Feste partirà la camminata non competitiva di 5 km a sostegno della ricerca universitaria sulla salute e sul cancro.

“Siamo felici di aver organizzato anche quest’anno, a Bardonecchia, l’appuntamento con Just the Woman I am. – dice il sindaco Chiara Rossetti – Un momento importante per la ricerca che, edizione dopo edizione, è cresciuto anche sul nostro territorio a livello di attenzione e di numero di partecipanti. Ci auguriamo che l’edizione 2025 possa vedere aumentare ulteriormente i presenti e confermiamo, ancora una volta, il nostro impegno per la prevenzione, la ricerca, un corretto stile di vita”.