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Le parole d’ordine del Natale e del Capodanno a Casa Vicina sono:
famiglia, sostenibilità e creatività.
Due menù che riprendono i piatti della tradizione con incursioni “preziose” e “green”
per un’esperienza sensoriale unica
Torino – In occasione delle festività Casa Vicina celebra due importanti valori quali la “famiglia” e la “sostenibilità” che in questo periodo assumono un significato ancora più forte e importante. Due i menù tematici caratterizzati ciascuno dal connubio di ricette della tradizione con piatti nuovi realizzati sia durante il 2023 come “Selene” (per l’esperienza gourmet natalizia) sia per questi momenti unici di condivisione con i propri cari come il “Gambero profumato alla limonaria e olandese di corallo”.
Il menù di Natale, composto da 7 portate, abbina i sapori antichi piemontesi alla raffinatezza ed eleganza del mondo del design: l’antipasto “Selene”, infatti, è stato ideato dallo Chef Claudio Vicina in occasione delle cene tematiche organizzate in collaborazione con l’art designer Roberta Verteramo le cui opere della Linea SELENE sono state fonte di ispirazione. “In linea con l’idea di dare nuova vita e valorizzare i materiali “di scarto o meno nobili”, siamo partiti da una materia povera, i fegatini di pollo, e li abbiamo arricchiti come lavorazione aggiungendo la parte grassa così da ottenere un paté ricco e gustoso al pari di un fegato grasso tradizionale. Successivamente, lo abbiamo impreziosito con delle nocciole IGP Piemonte e ricreato l’effetto curvo con riflessi di lamelle di tartufo nero.” commenta lo chef.
La Cena della Vigilia e il Pranzo di Natale 2023
Aperitivo di benvenuto con micro fritto misto piemontese
Bagna Caoda da bere e focaccia di farro integrale
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Selene: Patè di fegatini di pollo, nocciole tostate e tartufo nero
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Il Bollito Fritto
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Agnolotti pizzicati a mano al sugo d’arrosto
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Zuppetta di carciofi spinosi sardi profumata alla maggiorana
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Terrina di cappone di Morozzo, marroni e tartufo nero
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New Bicerin di Torino
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Montebianco alla canavesana
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Il nostro Panettone
Piccola Pasticceria
Prezzo a persona: 140,00 euro (bevande escluse)
Posti limitati. Necessaria la prenotazione
I piatti dedicati ai festeggiamenti della notte di San Silvestro raccontano l’anima sostenibile e green oltre alla visione internazionale dello chef e di Casa Vicina. Alcune delle materie prime, come la limonaria e le rose, provengono dal giardino dellafamiglia Vicina. Una volta in cucina vengono lavorate per esaltarne le proprietà organolettiche e i vari sentori.
In merito al “Gambero profumato alla limonaria e olandese di corallo” lo chef sottolinea “Portiamo in tavola una proposta biologica che valorizza non solo la coda, ma anche il carapace. Mariniamo il gambero a bassa temperatura con la limonaria che coltiviamo noi e della quale seguiamo tutto il processo dalla raccolta all’essiccatura e liofilizzazione. Un ingrediente perfetto per insaporire l’olio di marinatura e per guarnire il piatto. In abbinamento proponiamo l’olandese di corallo realizzata con la parte interna della testa del gambero emulsionata con l’uovo e burro a filo per ottenere una salsa che esalta il gusto del crostaceo. La spolverata finale di limonaria, come dicevo, è fondamentale per amplificare l’esperienza olfattiva.”.
“Il sorbetto alla rosa candita”, grazie al suo sapore delicato e alla freschezza al palato, accompagna gli ospiti nel passaggio tra le portate principali e i dolci. “Anche i petali utilizzati in questa ricetta provengono da rose, di varietà rosso porpora, di nostra produzione. L’abbiamo scelta per la sua ruvidità al palato, la consistenza carnosa e il profumo eccezionale. Le rose vengono marinate, per estrarre il colore nello sciroppo. I petali che rimangono sono poi passati allo sciroppo di canditura e successivamente essiccati e macinati. La polvere ottenuta verrà stesa a velo sul sorbetto per esaltarne il gusto e la cromaticità.”commenta lo chef.
La Cena di S. Silvestro 2023
Aperitivo di benvenuto con stuzzichini
Bagna Caoda da bere e focaccia di farro integrale
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Gambero profumato alla limonaria e olandese di corallo
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Uovo in crosta di pane brioche e Tartufo Bianco d’Alba
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Risotto affumicato alle ostriche e champagne, gelato al pepe aromatico
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Zuppetta di cardo gobbo di Nizza M.to al tartufo nero
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Spigola pescata con zabajone al vermut, patate al sale nero e acqua di mare
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Sorbetto alla rosa candita
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Dolci assaggi al cucchiaio
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Pralineria e Marron Glacé
Prezzo a persona: 230,00 euro (bevande escluse) – Brindisi di Mezzanotte incluso
Posti limitati. Necessaria la prenotazione
DETTAGLIO GIORNI DI APERTURA/CHIUSURA NEL PERIODO DELLE FESTIVITA’:
RISTORANTE CASA VICINA
Il Ristorante Casa Vicina racchiude in sé ben 121 anni di storia all’insegna di una continua ricerca dell’eccellenza che unisca tradizione e innovazione. Gli attuali titolari sono Stefano Vicina, Claudio Vicina e sua moglie Anna Mastroianni. Da qualche anno, inoltre, sono entrate a far parte del team anche le figlie di Claudio e Anna. Laura e Silvia sono infatti l’ultima di ben 5 generazioni della Famiglia Vicina, che si dedica da sempre con passione all’arte della ristorazione. Il ristorante, nel corso degli anni, ha ottenuto molteplici riconoscimenti dalle maggiori guide enogastronomiche, tra cui Guida Michelin, L’Espresso e il Gambero Rosso.
Casa Vicina è sito al 3° piano di Green Pea in Via E. Fenoglietti 20/B – Torino.
www.casavicina.com – ristorante@casavicina.com – Facebook: @casavicina – Instagram: casavicina
Ristorante Casa Vicina – Green Pea – www.casavicina.com
CESANA TORINESE – Neanche la bufera che si è abbattuta sabato sulla Pandorata ha fermato la voglia di iniziare alla grande la stagione invernale a Cesana.
Sabato 9 dicembre infatti, al momento delle premiazioni del concorso fotografico indetto dalla Pro Loco “Per Cesana”, su Cesana si è abbattuta una tormenta di pioggia e neve che ha reso la cerimonia finale qualcosa di epico. Ma nonostante il clima,piazza Vittorio Amedeo era gremita per la Pandorata proposta dalla Pro Loco “Per Cesana” e dal Gruppo Alpini di Cesana ed animata dalla musica riscaldante di Tato Dj. Grandi i numeri dei partecipanti al concorso fotografico prenatalizio proposto anche quest’anno dalla Pro Loco. Quest’anno il tema era “Rosso di sera” ed una sessantina sono stati partecipanti. Grandi i numeri delle votazioni on line su facebook che hanno raggiunto oltre un migliaio di like. Soddisfatta la presidente della Pro Loo Doriana Casse: “Siamo veramente molto soddisfatti del successo dell’iniziativa del concorso fotografico e della Pandorata. I partecipanti al concorso sono cresciuti alla grande dopo il già confortante successo dello scorso anno. Siamo arrivati a 60 partecipanti con una qualità di foto in lizza molto alta. E anche le votazioni on line sono andate alla grande con la vincitrice Tamara che ha conquistato 254 like e con centinaia di persone che si sono collegate alla nostra pagina per vedere e votare le foto in concorso. La Pandorata con l’ormai collaudata formula di stretta collaborazione con il Gruppo Alpini è andata alla grande e neanche il maltempo ci ha fermato. Un grazie quindi agli Alpini, ai partecipanti al concorso, a Tato Dj che ha animato la serata, ai giudici e ai giurati da casa. È stata una bella festa che ha dato il via ad una stagione che tutti auspichiamo alla grande per Cesana”.
Il weekend dell’Immacolata ha portato anche a Cesana Torinese le nuove luminarie natalizie, inaugurate anche in piazza Vittorio Amedeo dalla foto dei vincitori del concorso fotografico sotto la grande palla luminosa che da il benvenuto dinanzi al municipio.
Il weekend dell’Immacolata ha visto anche l’inaugurazionedell’ormai attesissimo Presepe della frazione Bousson. Anche quest’anno l’Associazione Contempora presenta il Presepe di Bousson “La via degli Antichi Mestieri di Montagna” che rimarrà visitabile sino al 31 gennaio 2024 lungo le vie di Bousson.
In occasione del weekend dell’Immacolata la “Casa delle Lapidi” di Bousson ha riaperto eccezionalmente al pubblico con la mostra temporanea “Scrivere in guerra” a cura dell’Associazione Contempora. Il museo sarà nuovamente aperto dal 27 dicembre al 7 gennaio 2024 con orario pomeridiano 15.30-18.30
Il Sindaco Roberto Vaglio traccia un primo bilancio di questa apertura stagionale: “”Non possiamo che essere soddisfatti. Erano anni che non si assisteva ad un inizio stagione così vivo. Per l’intero weekend dell’Immacolata abbiamo avuto il pienone ovunque ed un boom di presenze anche sulle piste. Le iniziative in paese sono state molto partecipate e miglior inizio non potevamo chiedere. Un grazie quindi va a tutti coloro che hanno lavorato per dare il miglior benvenuto possibile ai nostri turisti che attendiamo sempre così numerosi anche nelle prossime settimane”.
Magnifica Torino / Il Lungo Po dal parco del Valentino
MANGÉBIN – IL PIEMONTE IN TAVOLA
Il Piemonte è una terra che vanta un’autentica cultura enogastronomica con prodotti unici ed una sapiente tradizione artigianale profondamente radicata nella sua storia e gente.
Ed è proprio per valorizzare ed esaltare questo patrimonio che nasce “MANGÉBIN – il Piemonte in tavola” un progetto di Città di Torino, Turismo Torino e Provincia, Ascom, Confesercenti con il sostegno della Camera di commercio di Torino e il supporto creativo di MDAComunicazione.
È un circuito di 51 ristoranti della cucina tipica piemontese di Torino e della sua provincia che propongono nei propri menù le ricette tradizionali del Piemonte e i vini regionali con l’obiettivo di offrire ai turisti e ai residenti un’esperienza culinaria autentica.
Alla base del progetto la considerazione di come sia costantemente in aumento il numero dei viaggiatori che scelgono la meta delle vacanze avendo come principale obiettivo l’esperienza enogastronomica. L’enogastronomia è tra i principali driver che sostengono l’immagine del Belpaese a livello mondiale, insieme alla moda ed al turismo, un trend che avvantaggia l’Italia, a patto che si migliori l’accessibilità dell’offerta”.*
“E’ un’intelligente azione sinergica tra Enti, Istituzioni e operatori della ristorazione che attraverso un’offerta enogastronomica di qualità e con copertura capillare del territorio torinese consente a turisti e cittadini di scoprire piatti tradizionali ed eccellenze del Piemonte con la garanzia di ingredienti di qualità a chilometro zero – afferma l’assessore al commercio Paolo Chiavarino -. È una preziosa opportunità di stimolo a un consumo di cibo di livello, con ricadute economiche sugli operatori del settore e sul tessuto provinciale torinese.”
Gli esercizi che hanno aderito al progetto – selezionati in collaborazione con le associazioni di categoria Ascom e Confesercenti – garantiscono i seguenti requisiti: almeno il 60% dei piatti offerti dovranno essere tradizionali della cucina piemontese, utilizzando ingredienti locali e almeno il 60% dei vini serviti dovranno essere di provenienza piemontese, di cui almeno il 10% dovrà provenire dalla provincia di Torino.
Come dichiarato da Enzo Pompilio d’Alicandro, Vicepresidente della Camera di commercio di Torino: “Il progetto si basa su un sempre più intenso dialogo tra ristoratori ed esercenti da un lato e produttori enogastronomici locali dall’altro, perché nei menu e nelle carte dei vini siano sempre proposte le eccellenze del territorio: Mangèbin nasce per arricchire l’offerta e segnalare ai turisti una selezione di locali che propongono la tipicità della nostra cucina abbinata ai migliori vini locali, garantendo un’autentica esperienza di gusto piemontese“.
Maria Luisa Coppa, Presidente di Ascom Confcommercio Torino e Provincia sottolinea che “la tipicità è certamente un trend e proprio per questo sono indispensabili regole che tutelino chi lavora bene rispetto a chi segue solo una moda. Quello presentato oggi è un primo nucleo di ristoranti, che potrà ampliarsi, tenendo sempre conto che ‘tipicità’ non vuol dire solo tradizione storica, ma anche innovazione e rivisitazione dei nostri piatti tipici, con l’accortezza di rispettare un disciplinare che, in questo caso, abbiamo costruito insieme“.
“L’idea di organizzare un circuito verificato di ristoranti tipici – sottolinea Fulvio Griffa, Presidente di Asso Turismo Confesercenti – è nata da una proposta degli operatori della ristorazione e si propone di presentare ai turisti una ampia scelta di piatti della nostra tradizione culinaria e di vivere un’esperienza unica“.
Il progetto prevede lungo il corso dell’anno la definizione di Weekend Tematici durante i quali verrà celebrato un piatto iconico della tradizione piemontese. Il primo weekend che coincide con il Ponte dell’Immacolata (dall’ 8 al 10 dicembre) sarà dedicato ai Tajarin. Ogni ristorante dovrà quindi proporre la pasta fresca all’uovo dell’antica tradizione piemontese come piatto principe.
“Siamo sicuri che tale iniziativa – sottolinea Marcella Gaspardone, Dirigente di Turismo Torino e Provincia – pensata e ideata soprattutto per coloro che giungono in visita nel nostro territorio contribuisca a far conoscere la nostra tradizione e, nel contempo sia garante di qualità dei piatti proposti nel rispetto della cucina tipica piemontese“.
Sul fronte della comunicazione, Turismo Torino e Provincia ha attivato tutti i suoi canali. Il progetto è presente in home page sul sito www.turismotorino.org tradotto anche in inglese e francese; è stata inoltre definita una campagna di comunicazione online e offline per evidenziare il circuito; per i locali aderenti saranno previsti dei corsi di formazione per garantire la conoscenza e la promozione accurata dei piatti e dei vini piemontesi; ogni ristorante sarà riconoscibile attraverso una vetrofania.
I LOCALI ADERENTI
Torino
AL GUFO BIANCO / ALBERGO RISTORANTE SAN GIORS / ANTICA BRUSCHETTERIA PAUTASSO / ANTICA TRATTORIA “CON CALMA” / ANTICA TRATTORIA DEL SOLE / ANTICHE SERE / ANTICO BALON /ARCADIA / BALLATOIO – BISTROT DI RINGHIERA / BARBAGUSTO / BISTROT TURIN / BORGIATTINO FORMAGGI / CASA BROGLIA / ENOTECA ROSSO RUBINO / GOUSTO’ RISTORANTE EMPORIUM / GUARINI / I SAPORI DEL PIEMONTE / LA BADESSA / LE FANFARON BISTROT / LE VITEL ETONNE’ / MARTINET / OSTERIA AL TAGLIERE / OSTERIA LE PUTRELLE / OSTERIA RABEZZANA / PEPINO 1884 / PORTO DI SAVONA / RISTORANTE BELVEDERE / RISTORANTE DEL CIRCOLO DEI LETTORI / RISTORANTE DEL DUOMO BICERIN / RISTORANTE LAROSSA / SAN TOMMASO 10 / TRATTORIA DECORATORI E IMBIANCHINI
Fuori Torino
ANTICA LOCANDA DELL’ORCO (Rivarolo Canavese) / ANTICA TRATTORIA MONVISO (Carmagnola) / / CA’ PRAUDIN (Valchiusa) / COSTA LOURENS (Torre Pellice) / FERMATA ALPI GRAIE (Groscavallo) / / FORESTERIA DI MASSELLO (Massello), GEAT VAL GRAVIO (San Giorio di Susa) / L’FOUIE (Bardonecchia) / LA LOCANDA DEL CONT (Santena) / LA TABLE DLOUZ AMIS (Oulx) / LES MONTAGNARDS (Balme) / OSTERIA DAL MERLO (Sant’Ambrogio di Torino) / OSTERIA LA CADREGA (Moncalieri) / RISTORANTE CENTRO (Cercenasco) / RISTORANTE HOTEL CELESTINO (Piobesi) / RISTORANTE L’INCONTRO (Valchiusa) / RISTORANTE SAN MICHELE (Avigliana) / TRATTORIA BEL DEUIT (Baldissero Torinese) / SCUDO DI FRANCIA (Agliè)
*Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2023 curato da Roberta Garibaldi
PER INFO E PRENOTAZIONI
www.turismotorino.org/mangebin
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In piazzetta Reale è stato acceso anche quest’anno il boschetto di abeti in occasione delle iniziative natalizie volute dalla Città di Torino.
E’ appena passata la festa dell’Immacolata, avete onorato la tradizione e fatto l’albero di Natale? Avete addobbato casa con ghirlande, lucine e festoni?
Bene! Avete fatto la felicità del vostro gatto!
Su Instagram si vedono migliaia di video di gatti che distruggono alberi di Natale. Gatti che si lanciano su abeti addobbati e staccano palline e decorazioni varie. Gatti che pianificano la distruzione del simbolo natalizio. Gatti che scappano con le ghirlande in testa, facendo impazzire i proprietari. E’ molto divertente, ma a volte anche pericoloso.
Non vogliamo rovinarvi le feste, ma se avete a casa un gatto, soprattutto se cucciolo, il rischio che possa ingerire piccole decorazioni c’è e non è così remoto.
Se vedete il gatto ingerire qualcosa, chiamate il vostro veterinario. Se, infatti, l’ingestione è avvenuta da poco, è possibile indurre il vomito.
Non tutti i materiali sono radiopachi, cioè visibili con una radiografia, quindi non sempre si ha la sicurezza che ci sia il corpo estraneo, dove sia e soprattutto se sia in grado di essere espulso.
Se il vostro gattino smettesse di alimentarsi, cominciasse a vomitare e ad essere mogio, l’ingestione di corpo estraneo è una possibilità da valutare attentamente, soprattutto se in casa sono presenti elementi che richiamano la sua attenzione, come appunto le decorazioni natalizie.
Uno dei corpi estranei più pericolosi è quello lineare, ovvero il filo, che sia di spago, di lana o elastico. Il filo può avere un capo in un punto dell’intestino e l’altro molto più avanti o indietro, incastrandosi può creare il cosiddetto “intestino a fisarmonica”.
La valutazione di cosa fare è molto delicata, a volte si riesce, lavorando con i giusti farmaci, la fluidoterapia e un attento monitoraggio, a non intervenire chirurgicamente. Altre volte, purtroppo, si esegue una chirurgia o, se la struttura veterinaria ne è in possesso e se la situazione lo consente, si può provare a rimuovere il corpo estraneo con l’endoscopio.
Ovviamente l’albero di Natale è una scusa per parlare dell’argomento, un corpo estraneo può essere ingerito in varie situazioni e vale anche per i cani. I cuccioli sono i soggetti più a rischio, perché più propensi a masticare per gioco e più tontoloni. Anche gli adulti possono ingerire corpi estranei, ma è una condizione da tenere sotto controllo perché può essere indicativo di stress o malessere.
Altra pratica che può essere messa in atto per noia, malessere o gioco è quella di masticare cavi elettrici e i cavi delle lucine di Natale sono una tentazione.
Quindi se non volete far saltare l’impianto prima del cenone, o peggio trascorrerlo al pronto soccorso veterinario, fate particolare attenzione ai vostri pet!
La rete (quella per antonomasia) ha compiuto il quarto di secolo di quasi onorata carriera e, su tale arco di tempo, è ora possibile fare alcune valutazioni.
Possiamo parlare sicuramente di un evento epocale come pochi altri nella nostra storia: giusto per citarne alcuni pensiamo all’invenzione della scrittura che permise di trasmettere ai posteri il pensiero o gli atti di una persona o l’invenzione dell’agricoltura che permise di selezionare alcune specie a danno di altre, decidere dove far crescere questa o quella varietà e, di conseguenza, consentì un’alimentazione diversa rispetto a quella carnivora dei primitivi; oppure la civiltà del ferro, quando l’uomo poté dotarsi di armi ed attrezzi da lavoro più adattabili alle proprie esigenze.O, ancora, la civiltà industriale quando la produzione in serie modificò la vita di tutti, allontanando la forza lavoro dalle campagne, ridimensionando il peso dell’agricoltura (e, in parte, del commercio) e sviluppando le città sede di aziende produttive.
La diffusione di massa dell’informatica domestica e, con essa, lo sviluppo dei social hanno modificato totalmente la società: nascita di nuovi linguaggi, veri e propri slang per addetti ai lavori (kit, keep in touch = restiamo in contatto, CUL8R, see you later = ci vediamo più tardi) e, soprattutto, la nascita delle emoticon, faccine che da sole esprimono un’emozione ma che standardizzano i messaggi.
Complice la pandemia e la nascita dello smart working ecco che la rete ha modificato le abitudini di lavoro, istruzione, medicina, adempimenti burocratici, banche, lettura, informazione e così via.
Tutto questo ha un costo che, come vedremo è decisamente alto: impoverimento del linguaggio, analfabetismo funzionale in aumento, calo del QI nelle ultime generazioni invertendo la tendenza all’aumento tipica dell’evoluzione sociale.
Il costo maggiore, però, a parere mio è stato nella diffusione senza controllo delle cosiddette fake news: notizie totalmente false diffuse allo scopo di generare traffico sui social o di fingere di essere stati i primi a lanciare una notizia. Quante volte è stata annunciata la morte di questo o quel personaggio famoso che, entro breve, smentiva assicurando di godere di una salute almeno buona.
Il segreto della diffusione di tali social è stata, innanzitutto, la loro gratuità e, non da meno, il naturale interesse morboso delle persone per il gossip, la possibilità di ritrovare amici di vecchia data, commilitoni e compagni di scuola che, altrimenti, sarebbe stata preclusa. Sulla gratuità alcuni social hanno fatto un punto d’onore: sarà gratuito per sempre.
Questa valutazione a distanza di 25 anni l’hanno effettuata, però, anche i social stessi per motivi, ovviamente, diversi.
Quando la rete nacque, i fondatori concordarono sul fatto che nessuno doveva pagare nulla: sarebbe stata la pubblicità a coprire i costi e generare utili; nobile intento, salvo che i costi sono necessariamente aumentati tra misure di sicurezza, sanzioni per infrazioni alla privacy, potenziamento dell’hardware ed altro e, dunque, è aumentato il ricorso alla pubblicità; in più, come dire di no ad una vagonata di soldi che quotidianamente entra nelle casse dell’azienda?
Cosa si sono dette le aziende (che in realtà si contano sulle dita di una mano in tutto il mondo)? Ora la gente è assuefatta all’uso dei social, non concepirebbe più una vita senza di essi, ma noi abbiamo promesso che sarebbero stati gratuiti per sempre. Come unire le due esigenze? Con una strategia di marketing che ha funzionato in altri campi ecco la soluzione: te lo lascio per sempre gratuito, così com’è; oppure puoi scegliere la versione senza pubblicità pagando pochi dollari al mese. Considerando che solo in Italia il più famoso di questi ha ben 35.700.000 utenti, chiaro che un contributo anche solo di 5 euro al mese, farebbe confluire nelle sue casse la bellezza di 2 miliardi 142 milioni di euro ogni anno. E stiamo parlando della sola Italia.
Calcolando che gli iscritti attivi sono complessivamente 3 miliardi, è palese che un introito di 180 miliardi di lire l’anno sicuri sarebbero meglio degli introiti da pubblicità, che dipendono dal numero di visualizzazioni ed altri parametri.
Noi italiani, in particolare, siamo tra i più dipendenti da social: partendo dal totale di 59 milioni, escludendo i minori che non potrebbero avere il profilo, i detenuti, gli anziani non interessati al web, i disabili gravi, gli istituti di vita consacrata e pochi altri, significa che circa il 90% di chi può attivare un profilo social lo ha attivato.
Per ora siamo alla campagna di informazione sulla possibilità di scelta ma l’opzione tra gratuito e a pagamento sta arrivando.
Conoscendo un po’ la società italiana so che moltissimi opteranno per la versione senza pubblicità; fin quando non comunicheranno i prezzi, tuttavia, non è possibile avanzare ipotesi.
Una domanda, però, sorge spontanea: in un momento di crisi economica con aumento dell’inflazione, riduzione degli stipendi, disoccupazione perché le persone continuano a spendere ogni mese 5 euro di qua, 7,99 di là, 12 per quell’altro servizio, 25 per seguire una tipa su un sito di fans pur in presenza di redditi normali o anche inferiori: sono tutte spese indispensabili? Scarsa propensione al risparmio? Prodigalità?
Certo, se le cause esclusa la prima riguardano un numero importante di soggetti è l’intera società ad essere in pericolo; se, infatti, i prodotti acquisiti sono di produzione estera andranno ad aumentare il PIL di quel Paese, con tutto ciò che ne deriva.
E’ una lezione che dovrebbe giungere alle nuove generazioni proprio dai genitori che, però, sono i primi ad avere bisogno di essere educati: chi controlla il controllore?
Sergio Motta