Utilizzando come lente di ingrandimento le immagini dei cinegiornali del tempo, la serata del 10 febbraio intende approfondire le vicende dell’esodo giuliano‐dalmata e del confine orientale d’Italia
“Un tormentato dopoguerra”. L’esodo giuliano-dalmata nei cinegiornali”. Con questo titolo, mercoledì 10 febbraio, alle 20,15, al Cinema Massimo Tre di via Verdi a Torino, verranno proiettati documenti storici per il Giorno del Ricordo. L’iniziativa è promossa dall’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza, l’Archivio nazionale cinema d’impresa, la Fondazione Vera Nocentini, l’Istituto piemontese per la storia della Resistenza in collaborazione con il Museo nazionale del cinema, l’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, la Città Metropolitana di Torino e il Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale piemontese. Alla serata interverranno Nino Boeti, Vice Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte;Antonio Vatta, Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia;Paola Olivetti, Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza;Marcella Filippa, Fondazione Vera Nocentini;Sergio Toffetti,Archivio Nazionale Cinema d’Impresa. Utilizzando come lente di ingrandimento le immagini dei cinegiornali del tempo, la serata intende approfondire le vicende dell’esodo giuliano‐dalmata e del confine orientale d’Italia. Una pagina della storia italiana inserita nel tormentato dopoguerra europeo, segnato da trattati di pace e spostamenti forzati di popolazione. Intrecciando realtà e propaganda i cinegiornali fissano i riflessi e le sfumature dell’esodo connettendo le partenze e gli arrivi degli esuli, e il loro difficile inserimento nella complessa realtà dell’Italia del dopoguerra. Le sequenze, frutto di un montaggio di filmati provenienti dal prezioso patrimonio dell’Istituto Luce e dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, dedicano particolare attenzione alla Questione di Trieste che scuoterà la storia nazionale fino al 1954, quando, dopo la firma del Memorandum di Londra, la città giuliana torna definitivamente a far parte del territorio italiano.
Marco Travaglini
Anche la scienza conferma che ridere fa bene alla salute ed aumenta il nostro benessere e la forma fisica, perché si bruciano calorie
Il 13 settembre del 1963, si spegneva Elvira Berrini, “mamma Pajetta”.Lo stesso giorno di settembre in cui, 25 anni fa,cessava di vivere anche il maggiore dei suoi figli, Giancarlo. Elvira, nata nel 1887, era figlia di un ingegnere, dipendente delle Ferrovie e di una contadina. Appena conseguito il diploma di maestra elementare, preferì lasciare Roma – era cresciuta tra la Capitale e Torino – per insegnare a Taino, il piccolo paese lombardo sulle pendici collinari della sponda “magra” del lago Maggiore, di cui la famiglia era originaria. Quando si trasferì a Torino, dove sposò l’avvocato Carlo Pajetta, insegnò nel popolare e operaio Borgo San Paolo, il “borgo rosso”. Qui divenne amica e compagna di lotta di Camilla Ravera e qui nacquero i suoi primi due figli, Gian Carlo e Giuliano. Il terzo e ultimo, Gaspare, nato a Taino il 27 giugno del 1925, morì giovanissimo in combattimento contro i nazifascismi a Megolo, in Val d’Ossola, il 13 febbraio 1944. 
antifascista. Dopo la Liberazione, Elvira fu consigliere al Comune di Torino e assessore alla Pubblica Istruzione. Attivissima nel suo partito, il Pci, e nell’Unione Donne Italiane, presidente dell’Istituto piemontese per la storia del movimento di Liberazione, fu sicuramente tra le donne più popolari del Piemonte nel secondo dopoguerra. Colpita da un grave male, lo combatté vanamente per due anni e, alla sua morte, venne sepolta nella stessa tomba che il giovane Gaspare divideva con l’amico Aldo Carletti, nel piccolo cimitero di Megolo. Nello stesso luogo all’ombra del Cortavolo dove, nel tempo, l’intera famiglia Pajetta si è riunita per sempre.
L’angolo del Private Banker /
LE FASI DI RIBASSO DEI MERCATI POSSONO DIVENTARE MOMENTI INTERESSANTI. Le fasi di discesa sono uno dei momenti naturali di un Mercato al rialzo: è normale, direi persino salutare, assistere a più di una correzione nel corso di un Mercato rialzista. Uno storno dei Listini azionari è spesso un buon momento per investire in azioni, perché le valutazioni delle Società diventano più appetibili e chi decide di comprarle ha maggiori possibilità di realizzare rendimenti al di sopra della media al momento del rimbalzo di Mercato. Alcuni dei peggiori ribassi a breve termine sui mercati azionari sono stati storicamente seguiti da rimbalzi e nuovi massimi.
In programma alcuni incontri di prestigio sul tema del florovivaismo
PIANETA CINEMA / 

XIII edizione. Direzione scenica a cura di Francesco Sgrò e Riccardo Massidda.
VIDEO DI TOMMASO AROSIO. VIOLINO DI VALENTINO CORVINO