LIFESTYLE- Pagina 457

Una manovra per la vita

bimboLezione gratuita sulle manovre di disostruzione in caso di soffocamento nei bambini

 

ASL TO2 – Replica martedì 16 settembre alle 17,30 al Teatro Stalker di Torino, sino alle ore 20.00, la lezione gratuita sulle manovre di disostruzione in caso di soffocamento nei bambini organizzata da SALVAMENTO ACADEMY PIEMONTE, associazione di Istruttori di Primo Soccorso accreditati dalla Regione Piemonte, e ASL TO 2. Le prenotazioni sono già aperte via mail a: info@salvamentoacademypiemonte.it.  Affrettatevi a dare la vostra adesione, il precedente appuntamento ha registrato l’overbooking!

 

Visualizza il programma dell’evento

 

(Ufficio stampa Asl To2)

Una manovra per la vita

bimboLezione gratuita sulle manovre di disostruzione in caso di soffocamento nei bambini

 

ASL TO2 – Replica martedì 16 settembre alle 17,30 al Teatro Stalker di Torino, sino alle ore 20.00, la lezione gratuita sulle manovre di disostruzione in caso di soffocamento nei bambini organizzata da SALVAMENTO ACADEMY PIEMONTE, associazione di Istruttori di Primo Soccorso accreditati dalla Regione Piemonte, e ASL TO 2. Le prenotazioni sono già aperte via mail a: info@salvamentoacademypiemonte.it.Affrettatevi a dare la vostra adesione, il precedente appuntamento ha registrato l’overbooking!

 

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(Ufficio stampa Asl To2)

A proposito di matrimonio e famiglia

Il «matrimonio tra donne» dei Nuer non si può considerare un’unione omosessuale: avveniva quando una donna era sterile, per questo motivo era costretta a separarsi dal marito e tornava a vivere con i propri fratelli

 

MATRIMONIO OLD

Il matrimonio è un’istituzione in continuo cambiamento e rinnovamento: i matrimoni tra donne, di cui i politici discutono e che dividono le masse, non sono una “bizzarria” dei tempi moderni, bensì una realtà che il grande antropologo Evans Pritchard ha riscontrato negli anni Trenta  tra i Nuer della Nigeria.

 

Vi sembra assurdo? Non lo è. La famiglia stessa non è altro che il prodotto sociale di determinate condizioni socio culturali e varia da zona a zona del mondo, sorprendendoci con casi particolari che ribaltano la concezione occidentale di famiglia.

 

Erano gli anni della prima guerra mondiale quando il fondatore dell’antropologia sociale britannica, Bronislaw Malinowski, studiò una popolazione delle isole Trobriand, Papua Nuova Guinea.

 

E scoprì che in quelle isole non esisteva una vera e propria paternità come la intendiamo noi, bensì due paternità distinte e complementari. Se dal punto di vista affettivo l’individuo più presente era il padre biologico, per quanto riguarda l’autorità era lo zio paterno ad occuparsi dei nipoti: era lui a educare i figli della sorella, sempre lui che trasmetteva eredità e diritti politici, nonché le ricchezze. Quindi, per quanto possa sembrarci bizzarro ,in questa società matrilineare era lo zio il padre effettivo, e il padre naturale era solo un compagno di giochi, una figura affettiva che non aveva un briciolo di autorità.

 

L’antropologia culturale ha sempre sottolineato come la famiglia nucleare basata sull’unione coniugale eterosessuale non sia “la famiglia” bensì “una ” famiglia, uno dei tanti tipi che si presentano agli occhi di chi ne studia le varie forme.

 

Eppure sia Benedetto XVI che George W. Bush (nel 2004) hanno difeso la  “naturalità ” della famiglia eterosessuale, suscitando dure reazioni da parte del mondo antropologico , dalle critiche serrate  dell’American Anthropological Association  fino al professor Francesco  Remotti, che ha scritto una lettera ideale indirizzata al papato (Contro natura, Laterza, già citata, n.d.r.), nella quale  documenta l’esistenza divari tipi di famiglia, nelle società asiatiche, oceaniche, africane, americane ed europee, portando esempi illuminanti che non corrispondono al modello abitativo rappresentato da madre, padre, figli.

 

Ecco un esempio di famiglia che vi sorprenderà. Tra i Nuer del Sudan studiati negli anni Trenta da Edward Evans-Pritchard, si trovavano anche famiglie basate sulla coresidenza di due donne e dei loro figli.

 

Il «matrimonio tra donne» dei Nuer non si può considerare un’unione omosessuale: avveniva quando una donna era sterile, per questo motivo era costretta a separarsi dal marito e tornava a vivere con i propri fratelli. A quel punto iniziava a comportarsi come loro, diventava “un uomo”  vero e proprio, al punto che i fratelli le cercavano una giovane moglie con cui poteva  finalmente generare dei figli che la chiamavano «padre» (grazie a un donatore esterno). Altra particolarità Nuer?

 

I Nuer praticavano il “matrimonio con il fantasma” : se un uomo moriva prima di generare figli, la moglie poteva unirsi sessualmente con uno dei suoi fratelli, dando vita a figli consideratiin tutto  e per tutto i figli del fratello defunto.

 

Chiudiamo con il pensiero del professore Pier Paolo Viazzo, docente di antropologia presso l’Università di Torino : in realtà tutte le famiglie, seppur profondamente diverse, presentano un denominatore comune : “ovviare alla solitudine dell’individuo”. ( Pier Paolo Viazzo, La famiglia, Milan, Università Bocconi Editore, 2007)

 

Federica Billone

 

Pinerolo città degli artigiani

artigianatoNei gazebo allestiti davanti al sagrato della Cattedrale e nelle vie che la costeggiano sono ospitati i testimoni di un artigianato che ha radici antiche

 

Tutto il centro storico di Pinerolo è invaso dagli espositori per il tradizionale appuntamento di fine estate: la rassegna dell’Artigianato del Pinerolese che ogni anno attira oltre 100.000 visitatori provenienti da tutta la Regione. Si inizia in piazza del Duomo dove trovano spazio le esperienze artigiane: nei gazebo allestiti davanti al sagrato della Cattedrale e nelle vie che la costeggiano sono ospitati i testimoni di un artigianato che ha radici antiche. Piazza Facta, come ormai da tradizione, è il salotto delle istituzioni, mentre Piazza Cavour è dedicata ai giovani, agli scultori e all’enogastronomia di qualità. Largo Lequio è l’area dedicata alla green economy con gli esperti nell’utilizzo dell’energia solare, nel montaggio delle centraline d’allarme, nei cablaggi delle reti. In via Savoia, via Trento, via Duca degli Abruzzi trova spazio la creatività di chi, trovandosi a metà strada fra artigianato artistico e la passione dell’hobbista, rappresenta un anello importante fra i due mondi. E per finire piazza Marconi torna ad ospitare l’area food & beverage, un’occasione per degustare espressioni di cucine diverse.

 

(www.piemonteitalia.eu)

Flop dei bar causa pioggia: incassi a metà

BICEA causa del maltempo, le casse di baristi e gelatai registrano un calo del 40% e l’utilizzo dei dehors è del 50% in meno

 

Maledetta pioggia. Oltre a rovinare l’estate a molti turisti, ha causato danni irreparabili ai bar e alle gelaterie torinesi. Le tasse dei dehors sono piuttosto elevate (oltretutto, di recente, il Comune le ha aumentate del 2,5%) e riuscire a recuperare gli incassi perduti sarà un’ardua impresa. Pare, infatti, che a causa del maltempo, le casse di baristi e gelatai registrino un calo del 40% e l’ utilizzo dei dehors è del 50% in meno. Per questa categoria di commercianti, se l’estate va male è praticamente impossibile rifarsi nel resto dell’anno. Tra l’altro, a fronte di una clientela la cui riduzione è stimabile intorno al 20%, le aperture di caffè e ristoranti sono in crescita in ogni quartiere cittadino facendo sì che la concorrenza sia aumentata in modo considerevole. E così alcuni locali si sono visti costretti a diminuire le ore di lavoro ai propri dipendenti. Come se non bastasse la crisi, ci si è messa pure la pioggia.

 

(Foto: il Torinese)

Dai Taurini ai Toret, una lunga storia

torinese tutto web toretfarò2Cosa collega allora il nome della nostra città al toro? Nulla, se non un’assonanza con la parola: infatti, la radice indoeuropea taur è legata al greco oros cioè montagna, al sanscrito sthur , massiccio o robusto, ed anche alla parola celtica thor, che significa monte. Dunque Torino” città delle montagne”

 

Il toro e Torino: riprodotto sullo stemma , “calpestato” come portafortuna sotto i portici di piazza San Carlo, il possente animale è una figura ricorrente e familiare a noi sabaudi.Il nome Torino significa dunque “città dei tori”? Ebbene no. Secondo gli storici, l’ origine della denominazione è dovuta alla presenza sul territorio dei Taurini, tribù celto-ligure  che nel II secolo a.c. occupò la valle del Po piemontese;  lo storico greco Polibio scrisse che i Taurini stabilirono il loro centro principale nella zona fra il Po e la Dora Riparia, corrispondente all’attuale Vanchiglietta ma allora denominata Taurasia.  Taurini, Taurasia, Julia Augusta Taurinorum come colonia romana voluta da Giulio Cesare e successivamente ampliata da Augusto, quindi nei secoli Torino.

 

 Cosa collega allora il nome della nostra città al toro? Nulla, se non un’assonanza con la parola:infatti, la radice indoeuropea taur è legata al greco oros cioè montagna, al sanscrito sthur , massiccio o robusto, ed anche alla parola celtica thor, che significa monte. Dunque Torino ”città delle montagne”, da quanto affermano le fonti storiche. Ma ormai il toro è entrato nella nostra tradizione, e rimane il simbolo per eccellenza : emblematico  è il caso dei Toret o Toretti, disseminati per la città e molto amati dagli abitanti e non, tanto da essere indicati su Tripadvisor fra le migliori attrazioni turistiche  torinesi (al 12° posto su 137 posti recensiti).

 

 Dal 2012 esiste anche un’associazione a tutela delle fontanelle verdi, “I love Toret”, che promuove la loro adozione gratuita: ciascuno può scegliere una delle 800 fontane presenti sulla mappa e prendersene cura, contribuendo così alla tutela di un piccolo ma importante pezzo di storia di Torino.
 Per maggiori informazioni circa il progetto, consultate il sito www.ilovetoret.it

 

Federica De Benedictis

 

(Foto: il Torinese)

Pesi e massofisioterapia, un incontro possibile

schienaUna pratica utile nelle terapie per la gestione delle algie della zona lombare

 

 Il mal di schiena oggi affligge un numero di persone in continua crescita.E’ un dato di fatto di cui prendere atto e anche i numeri non danno conforto: dai 30 ai 50 anni il 60 % circa della popolazione italiana segnala di aver  avuto almeno un episodio di mal di schiena durante gli anni. Almeno un episodio appunto; la recidivita’ di tali eventi e’ invece purtroppo la norma, e la sintomatologia delle algie che affliggono il rachide e’ da considerarsi altamente invasiva, tanto che il generico mal di schiena e’ oggi ritenuto altamente invalidante a livello sociale anche per le assenze dal lavoro che provoca, subito dopo la flogosi delle vie aeree.

 

Ragionando sulla localizzazione del problema, si e’ visto che le zone cervicali, toraco – dorsali, lombari, sacro – coccigee sono interessate in misura percentualmente diversa e tale differenza e’ dal nostro punto di vista assolutamente interessante perche’ evidenzia come, ancor oggi, la posizione in ortostatica non sia ancora stata riassorbita dall’ uomo dopo millenni: la zona cervicale e la lombare infatti, essendo curve lordotiche di compenso, sono quelle maggiormente interessate da dolori diffusi o localizzati.

 

In particolare la seconda puo’ essere ricondotta a quattro cause piu’ frequenti:

 

Un assetto posturale alterato ( legato a fattori strutturali o relativi all’ apparato muscolare )

 

Un’ alterazione funzionale e degenerativa delsistema muscolo – legamentoso ( muscoli troppo corti ma anche troppo lunghi; legamenti lassi )

 

Alterazioni strutturali a carico del segmento di movimento ( degenerazione discale e delle articolazioni interapofisarie, processo spesso interdipendente )

 

Indebolimento della struttura ossea ( ad esempio nell’ osteoporosi )

 

A cio’ dovremmo aggiungere come eziopatogenesi, condizioni individuali, ambientali, sociali. Molto sappiamo di tale disturbo, ma nell’ arco degli anni, l’ osservazione degli operatori ha individuato anche le modalita’ di insorgenza della lombalgia; essa infatti puo’ essere acuta o cronica, ma anche e soprattutto nella forma di lombo – cruralgia o di ,lombo – sciatalgia. Nelle ultime due, la concomitanza delle terapie fisiche ( tens, ionoforesi, correnti diadinamiche ), della terapia manuale ( la tecnica del massaggio terapeutico ) e del lavoro attivo / passivo di chinesiologia sul campo portano spesso a felicissimo esito per il paziente.

 

Posso personalmente riferire come soprattutto in quest’ ultima condizione, le percentuali di miglioramento anche nei casi di compromissione trofica / motoria importante a livello degli arti inferiori ( ad esempio con erniazioni localizzate nella zona l5 / s1, l3 – l4… ) sia davvero sbalorditivo sotto il profilo della qualita’ della vita per il paziente, a dimostrazione del fatto che la cooperazione di diverse figure tecnico – professionali in team di lavoro ( chinesiologo, massofisioterapista, osteopata ) sia sempre vincente. Capite dunque come, delle 841 cause di mal di schiena realmente individuate ( sibilla, 1995 ), meno di 200 siano da ricondursi a problemi specifici del rachide ( Nachemson et al. ).

 

Cosa fare sul campo per chi allena / tratta pazienti lombalgici ?La back school spinge molto sull’ informazione innanzitutto: impariamo come siam fatti, come funzioniamo, automatizzando movimenti corretti e posizioni idonee. Insegniamo anche a rilassarci, andando cosi’ a colpire un’ altra causa del problema ( lo stress ), magari con tecniche di respirazione ( vedi alexander e la tecinca delverrouillage ), di autocoscienza, di ricerca personale ( ottimo il training autogeno ). Quando il nostro allievo avra’ compiuto questo primo iniziale percorso, andremo sul campo. La sospensione – appoggio frontale alla spalliera con piede in appoggio ( per le persone mature ), servira’ come esercizio cardine.

 

Proseguiremo dunque con le mobilizzazioni e con gli esercizi in flessione o in estensione della colonna. Per chi si fosse stupito circa l’ uso da parte mia del sostantivo “ estensione “ in caso di lombalgia, beh, vi invito a considerare un aspetto della questione spesso dimenticato: il mal di schiena a livello lombare puo’ essere anche causato da rettilineizzazioni del tratto rachideo in questione o da una sua inversione ( gulp ! ). La lordosi non e’ una curva dannosa, e mckenzie con il suo operato a livello posturale ha avuto il merito di allargare la visuale sul problema: molte algie in chi ne soffre, scompaiono quando il paziente deambula dopo la posizione seduta, riformando appunto la fisiologica lombare !

 

Largo dunque alle anteroversioni del bacino, alle retroversioni, alle mobilizzazioni della colonna in flessione ma anche in estensione, e soprattutto allo stretching finale con la maggior varieta’ possibile di allungamenti conosciuti ( soprattutto su muscoli che turbano la statica e la dinamica della colonna provocando retrazioni o compensi: alludo a ischio – crurali, gran dorsale, grande pettorale ). Il tutto senza dimenticare gli esercizi di rinforzo per tutto il corpo: ottimo il lavoro in modalita’ a circuito del tipo ” total body “ , con attenzione ai lavori in allungamento completo e contrazione incompleta che spesso devono essere somministrati a chi ha dolenzia: un occhio di riguardo alla respirazione addominale completa e profonda e alle contrazioni isometriche da abbinarvi.

 

Il gioco e’ fatto ? No, ma gestire gia’ casi piu’ seri come questi vi qualifichera’ sicuramente come tecnici preparati e coscienziosi.   

 

dott.  Paolo Roccuzzo

Chinesiologo, massofisioterapista

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stamina, a Matera giudice ordina ripresa trattamento

vannoniA favore di Daniele Tortorelli, di 7 anni. Il bimbo, di Matera, è malato di Niemann Pick

 

Stop and go continui nella vicenda Stamina. Ora il giudice del lavoro del Tribunale di Matera, Antonio Marzario, ha accolto un’istanza degli avvocati Pizzilli e Barone e ha così ordinato agli ‘Spedali civili’ di Brescia di riprendere il trattamento con cellule staminali a favore di Daniele Tortorelli, di 7 anni. Il bimbo, di Matera, è malato di Niemann Pick. L’ordinanza stabilisce la somministrazione della 6/a infusione, che era stata sospesa dopo il sequestro deciso dalla Procura di Torino, delle cellule per il trattamento di Davide Vannoni.

Folle d’amore le manda 20mila sms: arrestato

Aveva anche duplicato la chiave del portone della ex

telefono

Il troppo amore e’ un amore malato. Non solo: costituisce reato. In 8 mesi, da dicembre dello scorso anno ad agosto, un 36enne di Collegno ha inviato alla sua ex fidanzata qualcosa come 20 mila sms . Con una sola improbabile speranza: chiederle di tornare con lui. L’uomo, autentico grafomane sentimentale, è stato arrestato sotto casa della donna a Torino  dove – come se non bastassero le molestie telefoniche –  stava mettendo  bigliettini d’amore nella buca delle lettere. I carabinieri hanno  anche scoperto che l’innamorato era riuscito a duplicare la chiave del portone e  aveva lasciato in più occasioni poesie scritte. Adesso dovrà  rispondere di atti persecutori.

Federica, dal Piemonte una Ragazza per il Cinema

fedrica2FEDE4FESDE3Le 15 ragazze, hanno anche sfilato con abiti e accessori di stilisti emergenti. Presidente di giuria, il regista Giorgio Risi

 

 

Sono state 15 le Miss che domenica 31 agosto hanno sfilato al Borgo Medievale del Valentino per guadagnare la finalissima nazionale del concorso Una Ragazza per il Cinema 2014 che si terrà dall’1 al 7 di settembre nella magica cornice del Teatro Antico di Taormina. 

 

Mirella Rocca, talent scout e responsabile della manifestazione per Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta, ha guidato le sue ragazze durante tutto il percorso selettivo, mettendo in risalto il talento di ognuna , che nel corso della serata e’ stato poi sottoposto all’esame della giuria che ne ha decretato la vincitrice. Le concorrenti hanno potuto così,avere l’occasione di mostrare il loro lato artistico a registi e produttori, e partecipare ad un momento di spettacolo vero e proprio. Durante la serata infatti, si sono alternate voci canore e momenti danzanti. 

 

Le 15 ragazze, hanno anche sfilato con abiti e accessori di stilisti emergenti. Il Presidente di giuria, il regista Giorgio Risi, insieme agli altri componenti tra cui il regista teatrale Antonio Sarasso e il produttore Federico Messina, noi de il Torinese, attori e designer, hanno incoronato dopo varie dimostrazioni di talento, bellezza e portamento, la reginetta che rappresenterà il Piemonte alla finalissima di Una Ragazza per il Cinema 2014.

 

Federica Martina (nelle foto di Facebook) , diciotto anni, e’ la vincitrice del titolo di Una Ragazza per il Cinema 2014 regione Piemonte e competerà per il titolo nazionale. Occhi puntati dunque, sulla nuova Miss piemontese.

 

Clelia Ventimiglia