LIFESTYLE- Pagina 457

La ricetta di Cota contro la crisi

Una nuova azione che inserisce nel solco delle  politiche per combattere la crisi del sistema industriale piemontese. La Regione cerca in tutti i modi di rilanciare la competitività con iniziative nei settori della ricerca, dell’innovazione e dell’internazionalizzazione, mentre lo Stato centrale – dice Cota – si occupa di altro invece di disporre sgravi fiscali capaci di ridare slancio a determinati settori

 

COTA RIl presidente Roberto Cota e l’assessore al Lavoro e Formazione professionale, Claudia Porchietto, hanno illustrato  agli organi di informazione la delibera, approvata durante l’ultima riunione della Giunta regionale, che dispone la prosecuzione per il 2014 del progetto per la creazione di imprese innovative e spin off della ricerca pubblica ed estende i servizi erogati dagli incubatori universitari pubblici con sede legale ed operativa in Piemonte alle aziende che intendono avviare un’attività economica che abbia come valore aggiunto l’innovazione sociale.

Per il finanziamento si ricorre all’utilizzo della somma di 1.300.000 euro disponibile nel Fondo rotativo per la nascita e lo sviluppo di iniziative di lavoro autonomo e creazione di impresa, operativo presso Finpiemonte.

 

“Si tratta – ha sottolineato il presidente Cota – di una nuova azione che inserisce nel solco delle nostre politiche per combattere la crisi del sistema industriale piemontese. Come Regione cerchiamo in tutti i modi di rilanciarne la competitività con iniziative nostre nei settori della ricerca, dell’innovazione e dell’internazionalizzazione, mentre lo Stato centrale si occupa di altro invece di disporre sgravi fiscali capaci di ridare slancio a determinati settori”.

 

“La novità della delibera – ha evidenziato l’assessore Porchietto – consiste nel dare priorità di valutazione nell’accesso ai finanziamenti alle imprese innovative che propongono nuovi processi, prodotti e modelli volti a superare un problema con il valore aggiunto dell’innovazione sociale, ovvero che hanno come obiettivo la qualità della vita, la solidarietà e il benessere delle persone, oltre al miglioramento della competitività economica. Un tema che si inserisce bene nella nuova programmazione dei fondi strutturali europei 2014-2020 e che interpreta coerentemente gli orientamenti comunitari”.

 

Avranno infatti accesso ai percorsi i ricercatori di provenienza accademica (dipendenti di atenei o enti pubblici di ricerca o dottorandi/contrattisti/studenti su un tema specifico oggetto dell’impresa da costituire) ed i soggetti che propongono un progetto di innovazione sociale (devono avere età inferiore o eguale a 40 anni, essere in possesso di un diploma di scuola superiore ed avere un curriculum coerente con il progetto presentato). La delibera dà inoltre continuazione all’attività realizzata dagli incubatori universitari pubblici, finanziata con 6.250.000 euro stanziati nell’ambito del programma operativo del Fondo sociale europeo 2007-2013 e raccoglie la richiesta di collaborazione sull’innovazione sociale formulata dal Comune di Torino.

 

Tra il 2009 e il 2013, nell’ambito del Progetto spin off, gli incubatori universitari hanno ricevuto circa mille idee di impresa e, al termine del processo, sono state avviate oltre 60 start up, che hanno ricevuto da Finpiemonte un contributo a fondo perduto finalizzato alla copertura delle spese di avvio. Tra queste, figurano imprese innovative piemontesi che hanno vinto i premi più prestigiosi confrontandosi con analoghe realtà di altre Regioni o Paesi:

 

– la Niso Biomed, che ha ideato un innovativo dispositivo automatico di endoscopia chimica che apporta un miglioramento delle diagnosi e della riduzione dell’invasività nella diagnostica nei settori della gastroenterologia e della prevenzione dei tumori, ha vinto nel 2013 il premio nazionale Startup dell’anno e nel 2014 il Leonardo italiano e l’UK-Italy innovation award;

– la Xaluxi srl, che sviluppa e commercializza una linea innovativa di dispositivi di illuminazione a led che garantiscono il risparmio energetico grazie alla regolazione automatica della luce, emessa in funzione di quella ambientale, si è aggiudicata è stata il vincitore assoluto del Premio nazionale Innovazione 2013;

– la Scloby, con lo sviluppo e commercializzare di un nuovo punto cassa cloud per commercianti e ristoratori fruibile tramite tablet, smartphones e computer, ha ottenuto nel 2013 il premio speciale Microsoft al Premio nazionale Innovazione ed è arrivata prima su 800 partecipanti al Webit Congress;

– la Epinova Biotech, che sviluppa substrati polimerici per sostituti epiteliali ad uso sanitario, ha ottenuto nel 2013 il Premio Gaetano Marzotto.

 

Gianni Gennaro

Ufficio stampa Regione Piemonte

(Foto. il Torinese)

Un 8 marzo di cultura

A Torino aderiscono all’iniziativa Palazzo Reale, Palazzo Carignano, Galleria Sabauda, Armeria Reale, Villa della Regina, Museo Egizio e Museo del Cinema, Galleria di arte moderna  e Museo delle arti orientali, Castello di Rivoli

 

MimosaUna festa della donna all’insegna della cultura, questa del 2014. Per tutte le donne l’ 8 marzo ad ingresso gratuito in numerose dimore storiche e musei della regione.  

 

A Torino aderiscono all’iniziativa Palazzo Reale, Palazzo Carignano, Galleria Sabauda, Armeria Reale, Villa della Regina, Museo Egizio e Museo del Cinema, Galleria di arte moderna  e Museo delle arti orientali, Castello di Rivoli.

 

Nel resto del Piemonte:  Castello di Racconigi, Abbazia di Vezzolano e di Fruttuaria, Forte di Gavi, Castello Ducale di Agliè, Archivio di Stato di Alessandria. Ad Agliè, infine,  verrà presentata la storia a fumetti dedicata al Castello.

Maternità e infanzia nella Torino ottocentesca

Fin dal 1871 la Provincia di Torino, per prima in Italia, curò l’assistenza all’infanzia  “illegittima”: trovatelli, esposti, bambini riconosciuti dalla sola madre. Venne creato ’Istituto Provinciale per l’Infanzia e la Maternità, denominato  Ospizio dell’infanzia abbandonata. Fin dalle origini l’organismo si caratterizzò  per le sue scelte innovative, a partire dalla soppressione della ruota degli esposti

 

 

palazzo cisternaUn 8 marzo speciale, quest’anno, a Palazzo Cisterna, sede storica dell’amministrazione provinciale. La ricorrenza sarà celebrata rievocando la storia della condizione femminile ed infantile. Verranno, infatti, ripercorse le prime tappe della tutela dell’infanzia e della maternità nella Torino ottocentesca.

 

Fin dal 1871 la Provincia di Torino, per prima in Italia, curò l’assistenza all’infanzia  “illegittima”: trovatelli, esposti, bambini riconosciuti dalla sola madre. Venne creato l’Istituto Provinciale per l’Infanzia e la Maternità, denominato  Ospizio dell’infanzia abbandonata. Fin dalle origini l’organismo si caratterizzò  per le sue scelte innovative, a partire dalla soppressione della ruota degli esposti, in anticipo di oltre cinquant’anni sulla legislazione nazionale.

 

A seguito della dismissione dell’immobile da parte della Provincia – si apprende dal sito web dell’amministrazione www.provincia.torino.it – le lapidi e le statue che hanno costellato la lunga vicenda dell’Istituto Provinciale per l’Infanzia e la Maternità sono state rimosse dalle sale del complesso edilizio di corso Giovanni Lanza 75, ultima sede del brefotrofio, per essere ricollocate a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, la sede storica e aulica della Provincia.

 

“Quelle iscrizioni sul marmo e quelle statue, – spiega il Presidente Antonio Saitta – non potevano certo andare disperse, perché sono la testimonianza tangibile di una lunga storia di sofferenza, ma anche di coraggio e di riscatto sociale per tanti bambini e tante mamme. Testimoniano inoltre la lungimiranza degli amministratori della Provincia, i quali compresero che la tutela della maternità e dell’infanzia abbandonata doveva diventare una priorità politica ed amministrativa, lasciandoci una lezione morale e politica la cui validità è intatta, a 143 anni di distanza”.

 

La cerimonia di scoprimento delle targhe e delle statue provenienti dalla sede di corso Lanza avverrà  sabato 8 marzo alle 11 a Palazzo Cisterna e sarà accompagnata da una serie di letture sulla vita e le opere di Giulia Falletti di Barolo, fondatrice a Torino del primo rifugio per ragazze madri, a cura di Monica Todi del gruppo storico “Ventaglio d’argento”.

 

A seguire, per iniziativa della Consulta permanente Consiglieri e amministratori della Provincia di Torino, nella Sala Consiglieri sarà presentata la pubblicazione di Maria Valeria Galliano dedicata ad Anna Rosa Gallesio Girola, la prima donna eletta in Consiglio Provinciale nel dopoguerra, che fu Assessore provinciale all’assistenza per 19 anni. 

 

(Foto: il Torinese)

Parità di genere anche in Regione?

Il documento del Consiglio comunale chiede che – così come la legge nazionale prevede per le elezioni comunali il principio della doppia preferenza eventuale purché la seconda sia di genere diverso dalla prima – il medesimo meccanismo sia introdotto nella nuova legge elettorale regionale

 

 

palazzo civico

 Approvato  dal Consiglio Comunale di Torino all’unanimità (28 voti favorevoli su 28 consiglieri presenti) un ordine del giorno (primo firmatario: Giuseppe La Ganga) che chiede a Sindaco e Giunta comunale di “assumere un’urgente iniziativa, eventualmente coinvolgendo l’Anci Piemonte, nei confronti del Consiglio regionale affinché nella nuova legge elettorale si dia attuazione al principio di parità”.

 

In particolare, il documento chiede che – così come la legge nazionale prevede per le elezioni comunali il principio della doppia preferenza eventuale purché la seconda sia di genere diverso dalla prima – il medesimo meccanismo sia introdotto nella nuova legge elettorale regionale.

 

(M.Q.) – Ufficio stampa Consiglio Comunale – Foto: il Torinese

La Mole si mostra

E’ un itinerario costruito da carte, fotografie, guide e giornali appartenenti  all’Archivio Storico della Città, per rendere omaggio alla Mole e ripercorrerne i 150 anni, dalla prima pietra posta nel 1863. La sua storia inizia nel 1862 quando la comunità ebraica acquistò il terreno in Via Montebello (allora contrada del Cannon d’oro) decidendo di  realizzare una Sinagoga

 

mole cromaturaNe ha passate di tutti i colori il simbolo di Torino per antonomasia, la Mole Antonelliana. Qualche decennio fa, nel 1953,  un nubifragio abbatté addirittura la guglia, fortunatamente senza causare vittime.  La mostra ‘Esplorando tra le carte’, prorogata fino al 18 aprile, nello spazio espositivo di via Barbaroux 32, ripercorre la lunga storia del monumento.

 

E’ un itinerario costruito da carte, fotografie, guide e giornali appartenenti  all’Archivio Storico della Città, per rendere omaggio alla Mole e ripercorrerne i 150 anni, dalla prima pietra posta nel 1863. La sua storia inizia nel 1862 quando la comunità ebraica acquistò il terreno in Via Montebello (allora contrada del Cannon d’oro) decidendo di  realizzare una Sinagoga per celebrare l’emancipazione concessa da Carlo Alberto

 

I lavori della ristrutturazione si sono conclusi definitivamente nel 1987. La struttura è oggi dotata di un ascensore panoramico, in vetro e acciaio sorretto da funi metalliche:  all’altezza del tempietto si ammira un indimenticabile panorama su Torino e sulle Alpi. Dal 2000  l’edificio è sede del Museo Nazionale del Cinema.

 

(Foto: il Torinese)

Il Piemonte com’era negli anni Settanta

Le immagini vennero scattate nel decennio compreso fra il ‘70 e l’80 del secolo scorso, quando iniziò l’attività della Regione Piemonte.Gli anni delle proteste di piazza e del terrorismo, dei progressi industriali trainati da Fiat e Olivetti, dell’emancipazione femminile e del boom edilizio, dei primi esodi estivi e dei pantaloni a zampa di elefante

memorie

Uno spaccato autentico della società piemontese – perché le immagini non ingannano – in un centinaio di scatti fotografici dell’Archivio storico del Consiglio regionale. E’ quello offerto dalla mostra fotografica Memorie in bianco e nero. Il Piemonte com’era, quando nacque la Regione. Le immagini vennero scattate nel decennio compreso fra il ‘70 e l’80 del secolo scorso, quando  iniziò l’attività della Regione Piemonte.Gli anni Settanta delle proteste di piazza e del terrorismo, dei progressi industriali trainati da Fiat e Olivetti, dell’emancipazione femminile e del boom edilizio, dei primi esodi estivi e dei pantaloni a zampa di elefante. L’esposizione si articola in 16 sezioni che individuano diversi temi di natura economica, sociale, culturale in grado di illustrare non solo la vita di tutti i giorni, ma anche alcuni episodi salienti,come le calamità naturali e l’esposizione della Sindone del 1978.

 

“La mostra non intende tanto celebrare la nascita dell’ente Regione, quanto invece offrire una testimonianza, benché parziale, della società piemontese in quella delicata fase storica”, ha dichiarato Valerio Cattaneo, presidente del Consiglio regionale. “Un’epoca caratterizzata da radicali cambiamenti economici e culturali in tutta Italia, che hanno visto il Piemonte protagonista, soprattutto come luogo in cui il passato e la voglia di futuro si incontravano e si scontravano con prepotenza, contribuendo, nel bene e nel male, all’affermazione di un cambio di mentalità, di valori, di stili di vita”.

“Per l’esposizione abbiamo attinto all’archivio del Consiglio regionale, che custodisce migliaia di immagini, gestibili oggi facilmente in digitale e siamo lieti di condividerle perché sono un patrimonio pubblico”, ha affermato Domenico Tomatis, direttore Comunicazione Istituzionale dell’Assemblea regionale.

Ecco le sezioni della mostra:

Sui banchi di scuola, la crescita del numero di donne che lavorano rende sempre più prezioso per le famiglie il ruolo della scuola materna. Sale il grado di alfabetizzazione e anche l’accesso all’università è liberalizzato.

Moda, costume e società, Le grandi griffe cominciano a fare concorrenza ai piccoli artigiani e ai pregiati atelier sartoriali torinesi e la moda si afferma sempre più come fenomeno di massa.

In fabbrica, costruttori di futuro, Fiat e Olivetti: due realtà industriali che segnano la storia economica e sociale del Piemonte. Qui si esprimono le lotte sindacali e i modelli innovativi di borganizzazione del lavoro, ma si costruiscono anche i grandi progressi della meccanica e dell’elettronica.

La città cresce e cambia volto, si espandono i confini della città e si aprono nuovi cantieri dove sorgeranno quartieri residenziali, fabbriche e centri direzionali

Le idee scendono in piazza, la contestazione operaia, che scoppia nel ‘68 unendosi alle

rivendicazioni studentesche, utilizza potentemente lo sciopero e la protesta di piazza per richiamare l’attenzione sulla contrattazione salariale e i diritti dei lavoratori. Ma la protesta si estende anche ai valori della società del tempo (referendum sul divorzio del 1974 e per la depenalizzazione dell’aborto del 1978).

La vita nei campi, nonostante l’abbandono delle campagne da parte di molti, chi resta beneficia dei progressi della meccanizzazione e si fa garante della qualità dei grandi prodotti della terra piemontese: in primis grano, riso, vino, carni

Si parte? I treni affollati di emigranti in arrivo dal sud trasportano molti sogni e aspettative. Ma il viaggio diventa anche una nuova occasione si svago a portata di (quasi) tutti

Periferie umane, negli anni del boom edilizio e della modernizzazione permangono isole di povertà e di degrado

In carrozza!, tram, corriere, treni scandiscono più che in passato la quotidianità di molti piemontesi, mentre l’auto diventa il simbolo della libertà e delle vacanze

Progressi in sanità, è un periodo di boom demografico ma anche di migliorie della ricerca e della diagnostica medica.

Disastri naturali, le alluvioni e i danni del maltempo, in città come in campagna

Le mani e le macchine, il lavoro femminile in fabbrica, in ufficio e a domicilio

Il sacro lino, l’ ostensione della Sindone del 1978

Morando, un poeta col pennello, la mostra del pittore alessandrino avvenuta nel 1976 a Palazzo Lascaris, a Torino

Palazzo Lascaris, la nuova casa dei piemontesi, gli scatti dell’inaugurazione della sede del Consiglio regionale, nel settembre 1979

Ritratti di ieri, intensi volti di giovani e anziani

Sull’ultimo pannello è presente un monitor per la proiezione in loop di un filmato Rai del 1980 con interviste ai consiglieri protagonisti della prima legislatura regionale.

Memorie in bianco e nero. Il Piemonte com’era, quando nacque la Regione.

Nella galleria Belvedere di Palazzo Lascaris,  via Alfieri 15, visitabile fino all’11 marzo. (Alcune delle foto esposte, nella rubrica ALBUM del Torinese)

Prezzi migliori per i farmaci ospedalieri

La parola d’ordine è: centralizzare gli acquisti in campo sanitario. I risparmi ottenuti consentiranno di mantenere un buon livello del servizio.

salute

Il Piemonte è la Regione che, attraverso la società di committenza Scr,  ha spuntato i prezzi migliori per l’acquisto di farmaci a uso ospedaliero. A dirlo è l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture nell’analisi territoriale comparativa che misura le performance delle Regioni italiane in materia di acquisti di farmaci. L’analisi, più in generale, è stata condotta su un campione di farmaci non coperti da brevetto selezionando 39 stazioni appaltanti in 18 Regioni. Gli indicatori presi in esame riguardano rispettivamente la posizione (rango) della stazione appaltante, per ciascun farmaco, nell’ordinamento dei prezzi di acquisto trasmessi dalle amministrazioni e il rapporto tra prezzo di acquisto della stazione appaltante e un prezzo arbitrariamente fissato (in questo caso specifico il prezzo mediano). Rispetto all’indicatore riferito alla posizione, i prezzi di acquisto aggiudicati da Scr Piemonte, per singolo farmaco, sono mediamente i più bassi, quindi il Piemonte risulta la Regione con la miglior performance nella classifica stilata dall’Avcp. Inoltre, rispetto all’indicatore del prezzo in relazione al prezzo mediano ottenuto dalle stazioni appaltanti, il Piemonte si colloca tra le prime 3 Regioni d’Italia, a conferma dell’impegno per la razionalizzazione e il contenimento della spesa sanitaria, mediante gare centralizzate.

Gli ultimi provvedimenti regionali assunti vanno proprio nella direzione di centralizzare, sempre di più, gli acquisti in campo sanitario, con il potenziamento delle funzioni della società di committenza e il ridisegno organizzativo delle aziende sanitarie. I risultati sono stati accolti con grande soddisfazione dai vertici di Regione e Scr. Agostino Ghiglia, assessore regionale con delega alle Società partecipate, ha dichiarato che “il fatto che Scr risulti tra le realtà italiane più efficienti ed efficaci in ottica di razionalizzazione della spesa sanitaria, oltre ad essere motivo d’orgoglio, rafforza le scelte effettuate a livello di governance e di rilancio operativo dell’ente.”.

Ugo Cavallera, assessore regionale alla Sanità, ha osservato che “l’assessorato sta lavorando per ridurre la spesa farmaceutica, uno degli impegni che abbiamo assunto con la predisposizione dei programmi operativi 2013-2015. L’analisi comparativa, seppur riferita ad un campione limitato, dimostra che è possibile conseguire risparmi significativi. L’orientamento è quello di procedere sempre più nella direzione di centralizzare gli acquisti in campo sanitario, con il potenziamento delle funzioni della società di committenza. I risparmi ottenuti consentiranno, a regime, di mantenere il buon livello del servizio sanitario regionale riconosciuto dalle recenti valutazioni del Ministero della Salute con le verifiche sugli adempimenti dei Livelli essenziali di assistenza”.

(Ufficio stampa Regione Piemonte)

Stati generali contro la violenza sulle donne

La mozione del Comune indica nella violenza nei confronti delle donne una vera e propria emergenza nazionale che richiama alla necessità di azioni di contrasto e protezione delle vittime con il sostegno dei Centri Antiviolenza esistenti, e la pianificazione della prevenzione dal punto di vista culturale

palazzocivico

Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità la mozione, presentata da Lucia Centillo, Laura Onori, Domenica Genisio, Marta Levi e Fosca Nomis, che impegna Sindaco e Giunta, in relazione alla violenza nei confronti delle donne, a organizzare gli Stati Generali della Città e a dare piena applicazione alla Convenzione “No more” firmata dalla Città di Torino in data 15 gennaio 2013. Con il medesimo atto si invitano la Regione Piemonte e il Governo Nazionale ad organizzare gli Stati generali anche a livello Regionale e Nazionale.

 

La mozione indica nella violenza nei confronti delle donne una vera e propria emergenza nazionale che richiama alla necessità di azioni di contrasto e protezione delle vittime con il sostegno dei Centri Antiviolenza esistenti, e la pianificazione della prevenzione dal punto di vista culturale. L’atto richiama, oltre alla Convenzione “No more” i precedenti della Convenzione di Istanbul, la Legge Regionale n. 16 del 26 maggio 2009 che prevede l’istituzione di centri antiviolenza

 

con case rifugio, la Legge Regionale n. 11 del 17 marzo 2008 che istituisce un fondo di solidarietà per il patrocinio legale alle donne vittime di violenza e maltrattamenti e l’esperienza del coordinamento cittadino contro la violenza nei confronti delle donne come strumento di partecipazione e responsabilità collettiva a sostegno delle azioni e delle politiche della città e della Provincia di Torino.

 

Ufficio stampa del Consiglio comunale (S.L.)

La Sanità piemontese ha la qualità certificata

Si salvano più vite, ci sono dei tempi di risposta migliori sulle patologie più importanti e questo avendo risparmiato 400 milioni grazie alla riorganizzazione dei servizi. La riconversione degli ospedali ha fatto sì che si intervenga in modo appropriato con ricoveri mirati a seconda della casistica, migliorando la qualità dell’assistenza

sanita

L’analisi dei dati del Piano nazionale esiti, elaborato dall’Agenas per conto del Ministero della Sanità, dimostra che nel complesso la sanità piemontese è di ottimo livello e che nel 2012 è stato possibile salvare centinaia di persone in più rispetto al 2009 grazie all’efficacia delle terapie e alla concentrazione degli interventi complicati negli ospedali più adeguati.

I dati del Pne, che consente di “misurare” in maniera oggettiva la qualità dei servizi sanitari regionali e delle strutture ospedaliere, sono stati illustrati  dal presidente della Regione, Roberto Cota, dall’assessore alla Sanità, Ugo Cavallera, e dal direttore regionale della Sanità, Sergio Morgagni.

 

“Si salvano più vite, ci sono dei tempi di risposta migliori sulle patologie più importanti e questo avendo risparmiato 400 milioni grazie alla riorganizzazione dei servizi, secondo il piano di rientro che ci è stato imposto appena insediata la Giunta: la verità è che la nostra riforma funziona e tutti i dati lo confermano – ha dichiarato Cota – Le ottime performance del nostro servizio sanitario sull’infarto miocardico acuto, per citare come esempio uno dei dati più significativi, dimostrano l’efficacia del nostro sistema 118 unito a strutture di riferimento in grado di intervenire su ogni tipo di emergenza o complicanza: se nel 2009 si portavano gli infartuati in 45 ospedali, molti dei quali evidentemente inadeguati, oggi li si trasporta nei 28 più attrezzati. E i dati dimostrano che questa riorganizzazione ha già salvato tante vite, a dispetto delle polemiche di chi cerca di strumentalizzare la sanità per ragioni politiche o di chi cerca di difendere il suo piccolo centro di potere. La nostra riforma, a conti fatti, sta costruendo un servizio sanitario regionale moderno, efficiente e che salva molte vite in più”.

 

“In base agli ultimi dati del 2011 – ha proseguito Cavallera – il Piemonte era sopra la media nazionale nella griglia dei livelli essenziali di assistenza. Oggi abbiamo voluto dare atto del buon lavoro complessivo di tutta la sanità regionale. La riconversione degli ospedali ha fatto sì che si intervenga in modo appropriato con ricoveri mirati a seconda della casistica, migliorando la qualità dell’assistenza. Siamo impegnati nella sfida dei programmi operativi e per ciascun settore abbiamo definito quello che abbiamo in animo di fare. Mi auguro che venga considerato lo sforzo profuso in una situazione difficile, determinata da condizioni pregresse che i tavoli ministeriali non hanno potuto fare altro che certificare. Anzi, occorre apprezzare lo sforzo di tutte le componenti volto a concentrare le risorse per garantire un efficace servizio ai cittadini”.

 

L’analisi ha preso in considerazione gli esiti relativi alle malattie che, con elevata frequenza, determinano ricoveri ospedalieri e necessitano di assistenza territoriale successiva al ricovero ad esclusione delle neoplasie per le quali il Pne non rende disponibili i dati della serie temporale 2007-2012. Si tratta, in particolare, delle malattie cardiovascolari (infarto miocardico acuto, valvulopatie cardiache, scompenso cardiaco congestizio), delle malattie cerebrovascolari (ictus), delle malattie dell’apparato respiratorio (broncopneumopatia cronica ostruttiva riacutizzata); dei traumi (frattura del collo del femore, frattura della tibia-perone). Il Pne esamina otto indicatori relativi all’infarto miocardico acuto (IMA), sei dei quali sono principalmente correlabili alla qualità dell’assistenza ospedaliera, misurando la mortalità a 30 giorni, mentre due possono essere messi in relazione principalmente alla qualità dell’assistenza territoriale (specialistica ambulatoriale, medici di medicina generale, farmaci, assistenza domiciliare), misurando la mortalità e le complicanze ad un anno. Per quanto riguarda le valvulopatie cardiache e lo scompenso cardiaco congestizio, sono disponibili i dati relativi alla mortalità a 30 giorni, così come per l’ictus, la Bpco riacutizzata e le fratture del collo del femore e della tibia-perone che, pertanto, esprimono principalmente misure del livello qualitativo riferito all’assistenza ospedaliera.

 

Per le malattie cardiovascolari (infarto miocardico acuto, valvulopatie cardiache, scompenso cardiaco congestizio) il confronto tra i dati del 2012 è sostanzialmente positivo per il Piemonte rispetto alla situazione del 2009 ed anche rispetto alla media delle altre regioni. Positivo anche il raffronto per quanto riguarda la cura dell’ictus. Per le malattie dell’apparato respiratorio (broncopneumopatia cronica ostruttiva riacutizzata) il dato è leggermente negativo rispetto all’Italia, ma comunque in miglioramento sul 2009 ed è comunque linea con le altre aree del Nord Italia dove vi sono analoghe condizioni ambientali e climatiche. In discesa anche i tempi di attesa per gli interventi chirurgici per le fratture del collo del femore e della tibia-perone. Va rilevato che questi risultati sono stati ottenuti in presenza di una diminuzione della spesa corrente del servizio sanitario regionale, passata dagli 8,5 miliardi del 2009 agli 8,2 miliardi del 2012.

 

(Ufficio stampa Regione Piemonte)

Dietetica e Nutrizione Clinica: il Piemonte tra le eccellenze nazionali

Il progressivo aumento delle malattie croniche e degenerative, che richiedono interventi ad elevata complessità clinico assistenziale, pone l’esigenza di organizzare risposte integrate, centrate sui bisogni dei pazienti e di chi li assiste

dieta

Se la sanità è spesso caratterizzata da inefficienze e lunghe liste d’attesa, a maggior ragione vanno riconosciute le eccellenze che, a dire il vero, nella nostra regione non mancano. Una di queste è senza dubbio La rete della strutture di dietetica e nutrizione clinica della Regione, davvero all’avanguardia a livello nazionale. La conferma si è avuta nel corso del 3° convegno nazionale sulla nutrizione artificiale nella vita e alla fine della vita che si è svolto di recente a Torino, presso il Politecnico, promosso da Cittadinanzattiva.

 

Il progressivo aumento delle malattie croniche e degenerative, che richiedono interventi ad elevata complessità clinico assistenziale, pone l’esigenza di organizzare risposte integrate, centrate sui bisogni dei pazienti e di chi li assiste, unitarie nel modo in cui vengono erogate. Una di queste risposte è, appunto, rappresentata dalla Nutrizione Artificiale. Quando necessario, deve essere proseguita dall’ospedale al domicilio, riducendo i costi globali del trattamento e influendo sensibilmente sulla qualità di vita del paziente. Il Piano Sanitario Nazionale 2003-2005 aveva evidenziato la necessità di garantire ad ogni paziente un intervento adeguato dal punto di vista nutrizionale a livello territoriale ed ospedaliero.

 

 “La Regione Piemonte – afferma l’Assessore alla Sanità, Ugo Cavallera – aveva immediatamente recepito il disposto del Piano Sanitario Nazionale individuando, sin dal 2003, i centri ospedalieri della propria Rete regionale delle Strutture di Dietetica e Nutrizione Clinica, aggiornata e formalizzata nel 2010, con il preciso scopo di ottimizzare la nutrizione artificiale ospedaliera e domiciliare, sia per quanto attiene all’età pediatrica, sia all’età adulta”. Ancora oggi, il Piemonte è all’avanguardia nei percorsi di Nutrizione Clinica, sia dal punto di vista assistenziale, sia da quello gestionale ed organizzativo. Nell’ottica dell’assistenza in rete, in base alla quale il paziente non deve mai essere abbandonato nel suo percorso, ma ha bisogno di essere costantemente seguito ed accompagnato in ogni fase della sua malattia, la Rete di Dietetica e Nutrizione Clinica copre l’intero territorio regionale e offre assistenza trasversale ad ogni ambito di malattia, in cui il controllo nutrizionale del paziente è essenziale alla sua guarigione.