Ogni angolo di mondo è evocativo, alcuni più di altri, ogni sapore ha il suo gusto, l’amaro è solo l’interpretazione fisica del ricordo per cui si è stabilito che qualcosa non fosse più parte di noi. Così ogni scelta è preceduta dalla familiarità che la condiziona, ogni luogo a suo modo è quel che realmente rappresenta e nel contempo la proiezione del vissuto di ognuno.

E quel winebar in via Corte d’Appello, 13 è un po’ quel che si dice la ricostruzione di una memoria infante. Ambiente minimale, gli scaffali alle pareti su cui sono disposti i vini, per regione, rievocano un po’ quella cantina dove mio nonno lasciava le bottiglie verde scuro a riposo. Sul soffitto, a far luce, sono stati applicati dei lampadari realizzati con cesti di damigiane e tutto è ridotto all’essenziale. Siamo sempre coinvolti e distolti da un’infinità di distrazioni, dalla fretta di dover inseguire e perseguire, quante volte si può dire di aver assaporato, senza che fosse un gesto
standardizzato dalla routine? Trovo che l’essenzialità dei colori e delle forme che strutturano Vinolento, ristorante, enoteca e winebar in centro Torino, siano riusciti a intrappolare il gusto. Pochi tempi di attesa per poter gradire di quei piatti, curati nell’estetica e nel sapore. Consiglio di provare la caponata, la cucina è riuscita a superare quella che al primo anno di università preparava la mamma siciliana di una cara amica e si sa quanto la Sicilia sia madre della prelibatezza. L’abbinamento ravioli robiola e menta risottati al porro, le creme di zucca, castagne e zenzero e quel favoloso tortino al cioccolato sono alcune delle portate deliziose del posto. Il personale cordiale e ben preparato ha accompagnato la cena con la descrizione di alcuni dei 600 vini di cui dispone la cantina, con particolare attenzione per vini bio e naturali, una varietà di sensazioni distillate in un calice e un caffè sul finale, in modo da placare lo scontrarsi di memorie sul palato. Vinolento ha un suo sito web, per chi volesse approfondire, ma consiglio di rallentare con la frenesia e trovare il tempo di sperimentarlo in prima persona… Buon appetito!
Alessia Savoini
Alla sede Unitre – Corso Trento 13, Torino
Dal 29 novembre prende il via un progetto, cui aderiscono, l’Unione montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone, il Comune di Lanzo, l’Istituto Albert e CNA, in collaborazione con Ouverture Impresa Sociale e la start up HOC, per sperimentare sul territorio delle Valli di Lanzo la realizzazione di una piattaforma informatica geolocalizzata
inserite gratuitamente nella piattaforma Foodetector contribuendo a creare uno strumento di promozione e valorizzazione dei prodotti tipici considerati.La terza fase di “formazione in tema di comunicazione” riepilogherà il lavoro svolto dagli studenti, analizzando in particolare i risultati ottenuti nelle relazioni fra di loro e con le imprese coinvolte. A tutto questo seguirà un convegno, organizzato con le istituzioni coinvolte e con l’Istituto Albert, per la presentazione dei risultati conseguiti con il progetto, su come i territori sono rappresentati su internet a livello geografico e turistico e quali possano essere le azioni da intraprendere al riguardo.“Si tratta di una lodevole iniziativa – commentano la Presidente Tina Assalto e l’Assessore all’Agricoltura Gianni Castagneri – che va nella direzione di un maggior coinvolgimento delle scuole e degli operatori economici del territorio nei confronti di un settore, quello della produzione agro-alimentare sostenibile e della sua promozione, che risulta essere sempre più strategico per rivitalizzare l’economia valligiana e la sua identificazione nei confronti del grande pubblico, sempre più attento alla provenienza e alla genuinità di ciò che consuma”.















Molti non sanno che l’origine di tante attività del Fitness è Torino. Chi vi scrive, ad esempio, è colui che ha per primo inventato e codificato ed esportato tutta l’attività di Fitness in acqua in Italia e nel mondo
Al suo ritorno in Italia, si confronta con la nostra realtà (sigh…), e incrocia un direttore di impianto che prima ancora di farlo lavorare, discute sul prezzo dicendogli che per quella cifra richiesta dovrebbe avere almeno un nome straniero!!! Incredibile è dire poco. Ma Beppe ovviamente non molla, e la sua esperienza spazza in fretta quella nuvola passeggera e da tanti anni lavora in Torino dando il meglio di sé. E allora gli chiedo che cosa pensi della realtà di oggi, degli insegnanti che a lui e a quelli come lui devono la creazione della professione di insegnante in palestra, e la sua risposta è laconica ed efficace: ” Alcuni mancano di identità propria, non curano la propria personalità, copiano ma non sono in grado di essere sé stessi”. Di cosa avrebbero bisogno? “Viaggiare di più, conoscere, acquisire più consapevolezza di quello che esiste e di ciò che c’è stato: guardare indietro per andare nel futuro!”
Si è conclusa a Torino la seconda edizione della rassegna dedicata alle tecnologie indossabili, unica presente in Italia.
cult per il mondo dell’alta pasticceria. Un grande panettone in formato extra-large, 10 kg di bontà assoluta: è questa la sorpresa che Nicola Fiasconaro ha in serbo per sabato pomeriggio e che propone in degustazione ai visitatori del suo stand. Un’occasione unica per assaporare fino in fondo il frutto della maestria di uno dei più grandi pasticceri italiani che, insieme ai fratelli Fausto e Martino, ha saputo trasformare l’azienda di famiglia da piccola realtà locale a indiscusso punto di riferimento internazionale. Tutto ciò mantenendo una spiccata connotazione di artigianalità e uno stretto rapporto con il proprio territorio.