Dal Centro di Autoformazione, umanizzazione e Efficienza Aziendale, nato su iniziativa di Marco Casalegno, titolare del Relais Rocca Civalieri a Quattordio (Al), Roberto Rossi, human coach, propone alcune pillole ispirate all’ ”etica del coraggio”, che impronta il suo metodo di autoformazione

Pillole di Roberto Rossi da Rocca Civalieri
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La sfida più dura e lunga della nostra vita la giochiamo quando siamo chiamati a perdonare e abbiamo bisogno di umiltà e coraggio per farlo.
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Finché sei aperto al mondo e lo rispetti hai la tua vita in mano: sta e te non fartela rubare e non perderla.
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Negli ultimi istanti della nostra esistenza ci rimangono il rispetto, l’autostima, la dignità che abbiamo amato e difeso con coraggio.
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I risultati di qualsiasi cosa si vedono quando capisci che c’è ancora molto da fare ma non ti spaventi.
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A volte capisci che c’è bisogno di te perché chi hai aiutato è tornato a “vivere” nuovamente.
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Saper gestire i vari passaggi generazionali non è facile, non siamo esperti, ma possiamo avere del buon senso e tramutarlo in un valore.
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I nostri problemi non possono essere sempre ignorati o sottovalutati, restare “rigidi” non ci aiuta a risolverli. Cambiare vuol dire essere fortunati perché ci consente di affrontare i problemi e dare qualcosa agli altri: la nostra testimonianza.

















tante volte nella geometria delle tue vie; mi sono domandata come fosse possibile che in una città che conta 870.702 abitanti ci fosse così tanto silenzio.
proposito di cena, quando ho realizzato l’esistenza di una cosa chiamata “apericena”, i miei occhi sono diventati giganti come quelli di un bambino davanti ad un giocattolo nuovo. Con una decina di euro circa avrei potuto bere e mangiare quello che volevo. Utopia. Ancora oggi ho difficoltà a moderarmi e lo si nota dalla pila di piatti che c’è al mio tavolo e a quanto sia più lunga di quelle presenti sugli altri tavoli. Mi sono sentita grande nelle aule della tua università, quando, tra i libri, sognavo ciò che sarei diventata.
Mi sono sentita potente quando poi ho stretto tra le mani quella pergamena. Ho giocato ad essere radical chic bevendo il bicerin nei tuoi bar e ho imparato il gusto minimal degli abiti che ti piacciono tanto, poche linee, pochi colori; l’essenziale. Ho dimenticato l’esistenza dei tacchi, perché tu vai vissuta passeggiando, a piedi o con l’aiuto del tram. Una città grande, ma che sembra tanto piccola. Tutto ha il suo posto. E il mio posto me lo sono pian piano trovato anche io. Certo è cara Torino che un po’ mi hai illuso. Promettevi grandi sogni e speranze, una stabilità tanto bramata, e poi? Figlia anche tu di un Paese che i sogni li sta bruciando, ti stai a poco a poco rialzando, ma ancora sguazzi nella precarietà. Ma io non ti abbandono. Io le vedo le tue risorse. In te
vedo l’idea, vedo l’ingegno, vedo l’iniziativa. Vedo una città che si rinnova continuamente, pur restando sempre la stessa. Vedo menti fertili. Vedo giovani, tanti giovani che ti scelgono, ti raggiungono da ogni parte del mondo e con te restano. Sei una città che accoglie, non una città da cui si fugge. Sei una città che protegge. Sei una madre ferma e decisa, a volte dura, ma che ascolta. Coccoli con le tue luci soffuse e le tue piazze eleganti e, ad ogni avversità trovi la soluzione per fronteggiarla. Perché si sa, a Torino piove, ma ci sono portici che ti coprono ovunque; perché si sa, a Torino sono tutti “freddi” e poi trovi calore ovunque e in chiunque.
Il rosa del tuo cielo al tramonto che colora il Po e la collina che su di esso si affaccia è stata la cornice di tante mie riflessioni e decisioni. È lì, seduta su una panchina dei murazzi, che ho scelto chi e cosa amare. Ed è lì che ho scelto di nuovo te. Io ci sono Torino, continuerò a regalarti le mie energie, la passione che mi muove nel fare le cose, continuerò a guardare attraverso i tuoi occhi. Come la Mole: una punta che si innalza verso il cielo e, senza presunzione o eccessiva imponenza, lo domina, mi hai insegnato a non perdere mai di vista l’obiettivo, a continuare ad inseguirlo con caparbietà, ma in modo umile e delicato.Tenendomi stretta le mie origini e l’amore che ho per la mia terra, ti dico grazie. Grazie per avermi accolta. Per accettare le mie “diversità” e per farmi sentire parte di te senza snaturarmi. Grazie per avermi adottata. Io ti amo di un amore che non è di sangue, che è partito dalla testa, ma a poco a poco è entrato nelle viscere.
Quasi 20 mila i Babbi Natale che hanno preso parte al tradizionale grande raduno organizzato ogni anno a Torino da Forma onlus
raccolti almeno 30 mila euro che andranno al pronto soccorso dell’ospedale infantile. All’evento e’ intervenuta a portare il saluto della città la sindaca Chiara Appendino. Anche Ediliziacrobatica” – con i suoi tecnici specializzati nella ristrutturazione di palazzi e monumenti con la tecnica della doppia fune di sicurezza – , ha regalato momenti di gioia ai bimbi: supereroi dei fumetti, da superman all’uomo ragno, si sono calati lungo le pareti dell’ospedale.



Per festeggiare il primo compleanno di Fiorfood, da venerdì 2 a domenica 4 dicembre sotto le volte di Galleria San Federico verranno offerte, dalle 16 alle 18, degustazioni di panettone e dolci Fiorfiore. Domenica pomeriggio, dalle 15:30 alle 19, alla festa si aggiungeranno anche le note musicali della Gatsby Orchestra con un repertorio dancing Anni ’30.
ma vivere un’esperienza completa, provando direttamente l’eccellenza di alcune linee e abbinando a prodotti di qualità una cucina di qualità. Parallelamente volevamo valorizzare i produttori del territorio, dando loro l’occasione di una vetrina centrale che da soli non avrebbero potuto avere”.
“Capodanno in salotto” con Samuel Romano (frontman dei Subsonica), la band Planet Funk con il suo rock-electrodance-psichedelico, i giovani torinesi Niagara, Victor Kwality, Mangaboo, il rapper Ensi, e la musica di Krakatoa dj set friends. 

