Sono passati ormai diversi anni dal momento in cui i ballerini quali Don Lurio e Heather Parisi, la compianta Sidney Rome e altri ancora, si presentavano al pubblico delle prime palestre di Fitness e lo conquistavano creando con le loro lezioni l’illusione di ballare tutti insieme in un incredibile mix di Varietà, circo Barnum e anche una piccola parte di accademia di danza. Questi incredibili mix sono ormai un fugace ricordo per chi li ha vissuti, eppure sono i primordi degli scontri del Big Bang Epocale delle palestre che ha permesso a tutti coloro che a vario titolo operano nei centri di fitness di proporre le prime lezioni di aerobica, e poi, supportate da varie attrezzature , le altre modalità di ballo.

Ma esiste ancora il ballo nel “fantomatico” mondo del Fitness, o si è ridotto a pura energia fisica condensata in esercizi a tempi di musica? Potremo dire che sicuramente il ballo nel mondo del fitness è diventato da precursore di ogni attività a quasi ultima ruota del carro, e questo è un po’ forse quello che potremmo definire “un segno dei tempi”. Con questo intendo dire che mentre una volta la gente provava piacere nell’imparare cose nuove e migliorarsi in quello che apprendeva, ora, lo stress quotidiano e le preoccupazioni incombenti talvolta superano i livelli di “voglia di faticare” con la testa. Le recenti attività del fitness sono composte da alta energia da “spremere” e sudore da dispensare intorno a sé, ma sempre senza dover troppo pensare alle attività che si stanno eseguendo. Questo conduce ad una fatica notevole associata ad un senso di benessere nello scaricare tensioni pre-esistenti grazie al quale ogni attività non può essere altro che definita positiva, ma forse il senso della poesia nel movimento decade. Non c’è differenza nella difficoltà nel percorrere una maratona o effettuare una gara di pattinaggio artistico, ma sono due proposte di disciplina diverse. Ma la danza nel fitness esiste? Sì, ma bisogna volerla eseguire. Il movimento coordinato a tempo di musica è un ottimo esercizio ma non è ancora danza.
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Saper interpretare il brano che si ascolta o eseguirlo nelle movenze giuste non è facile. Difficile è infatti condurre il movimento in maniera adeguata alle richieste di natura artistica ed estetica. In questo nasce il mix del fitness che permette a tutti di “muoversi” e la danza che a pochi permette di “ballare”… . E allora, affinché la danza prevalga, l’allievo e l’allieva non devono accontentarsi di quello che sanno fare, ma devono osare guardarsi e tirare al limite la propria gestualità in modo da far avvicinare, quando non coincidere, l’immagine che hanno di sé e quello che appare nello specchio.. . E in tutto questo ha una parte fondamentale anche chi insegna, che deve essere una guida non solo nell’eseguire ma nel saper fornire le giuste “coordinate” per eseguire il movimento: l’insegnante migliore non è solo una persona che si muove bene (pur se fondamentale), ma è colui o colei che fa muovere bene anche tutti i suoi allievi, e questo sì che è altrettanto difficile. E’ un intrigante mix di fantasia e tecnica, di simpatia e severità, di preparazione delle musiche da proporre e attenzione ai particolari. E’ un patrimonio di pochi, anzi pochissimi, anzi …forse di meno ancora.
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E allora, che voi siate parenti di “Bolle”, o danzatori alle prime armi, sappiate che il Vostro limite siete Voi, quando Vi accontentate di quello che fate, di quello che non volete migliorare, di quando quello che vedete Vi soddisfa solo in parte e non cercate di fare ancora meglio, perché pensate che non ne valga la pena. Ma voi non ballate per gli altri, voi lo fate per voi stessi, e allora perché non amarsi al massimo? Un antico adagio mistico dice di amare il prossimo come sé stessi…e allora, se mi è permesso e dall’alto non mi arriverà un fulmine, proverò a traslarlo in altro linguaggio “ballerino”… “Ama il tuo prossimo ballo come te stesso, non accontentarti, tira al limite, trova la gioia nell’espressione del tuo corpo e aggrazia il tuo movimento e rendilo simile alla poesia”. Ma per fare questo bisogna avere guide sicure e voglia nell’anima. Se le trovate, se l’avete, allora siete pronti per raggiungere la Vostra Scala!
Paolo Michieletto
pronunciate da chi si aggira fra i banchi alla ricerca del tempo passato. Come non divertirsi nel sentire definire” libertine” le ceramiche Liberty o “ mobili resurrezione” i mobili restaurazione; non mancano perle da parte degli espositori che scambiano gli oggetti art decò come appartenenti all “ art grecò” oppure chiamano “ tavolo cappuccino” un tavolo fratino. Esilarante il cartello esposto con la scritta “ costruisco su ordinazione mobili antichi del 600 e del 700”. Tante le amenità elencate con la consapevolezza che la componente di “ divertissement” rende ancor più piacevole e gioioso il clima del mercatino che, pur nell’ebrezza nel rintracciare l’oggetto ricercato da anni, mantiene sempre una punta di nostalgia del tempo che non ritorna più. Il tutto colto con leggera e bonaria ironia dell’autrice che non dimentica il preminente ruolo di ricercatrice e propone un affascinante excursus sulla storia dell’antiquariato a partire dagli antichi Egizi, Greci, Romani per arrivare ai giorni nostri. A conclusione un utile glossario definito con sentore poeticamente Leopardiano “ una piccola bussola per navigare nell’oceano infinito dell’antiquariato”

Lunedì 19 dicembre ore 9:00/13:00 Ospedale Le Molinette, Corso Bramante 88/90, Torino
l’iniziativa nell’ambito del Bando Open 2015. Da settembre anche IBS.it, la più grande libreria italiana online, sostiene il progetto come sponsor tecnico con una fornitura di 15 ebookreader che saranno dati in prestito nei punti di consultazione attivi sul territorio della Circoscrizione 8. 

“Cocò e il mondo della moda” è una pratica pubblicazione, realizzata dall’Associazione Donna d’Arte che, partendo dalla forma del racconto, consente di addentrarsi in un settore da sempre sotto i riflettori: la moda
cambiamenti che hanno portato l’industrializzazione prima, la tecnologia poi. Infine la chiusura ha uno spazio appositamente dedicato alla fantasia che, nel mondo della moda, è un tassello fondamentale. Nella pubblicazione (ogni riferimento all’immortale Cocò Chanel è puramente casuale) Rita Corino,
nata a Torino, ma oggi residente a Casale Monferrato, riesce a trasferire, anche per chi è a digiuno di nozioni nel settore, il suo carico di esperienza maturata in diversi anni nell’industria dell’abbigliamento e nel mondo della moda, a Torino e Milano. Ed è sicuramente una lettura consigliabile non solo per chi vuole approcciare ad esso, ma anche arricchire la propria cultura generale. Per informazioni ed ordinazioni, telefonare al numero 339/2393461 o allo 0142/590395 o per posta elettronica arteemoda.cesip@gmail.com
Domenica 11 dicembre 2016, in occasione della Giornata Internazionale della Montagna, promossa dalle Nazioni Unite e nata ufficialmente nel 2003, il Museo Nazionale della Montagna di Torino propone un ricco programma di attività
Alla serigrafia saranno dedicati i due laboratori organizzati durante la giornata. Al mattino, il serigrafo e pittore Maurizio Rivetti condurrà un workshop che offrirà al pubblico adulto la possibilità di sperimentare questa tecnica, realizzando un ex libris dedicato alla Giornata Internazionale della Montagna. Al pomeriggio, i bambini saranno coinvolti in un laboratorio di serigrafia. La giornata si propone pertanto di avvicinare grandi e piccoli al patrimonio museale e intende ribadire la funzione educativa del museo quale spazio appartenente alla collettività, nell’ottica di una fruizione attiva e condivisa delle sue collezioni. Durante il pomeriggio, alle 16,30 verrà presentata l’opera Monviso, che lo scultore Riccardo Cordero ha realizzato e donato al Museo in occasione del 150° anniversario della fondazione del CAI. La scultura, creata impiegando materiali alpinistici della ditta CAMP, installata negli spazi delle collezioni permanenti del Museo, sarà presentata al pubblico dall’autore.
Presentazione dell’opera Il Monviso, realizzata e donata al Museo dallo scultore Riccardo Cordero in occasione del 150° anniversario della fondazione del CAI. La scultura sarà installata nell’Area Espositiva permanente del Museo.
Stefania Mairano ha fatto di una passione, quella per l’arte e in particolare per la ceramica, il fil rouge della sua nuova vita, dopo un passato ventennale da impiegata amministrativa. In realtà l’arte l’ha sempre incuriosita,
Mairano adotta è detta “raku”, le cui lontane origini provengono dalla terra dell’Impero del Sol Levante e solo recentemente introdotta in Occidente. Nel corso del procedimento l’oggetto è estratto incandescente dal forno, consentendo di ottenere un effetto decorativo con riflessi metallici e cavillatura. La paper clay si ottiene, invece, con la sospensione della carta di argilla. Un altro materiale utilizzato dalla ceramista è la terra refrattaria, accanto alla smalto, ricoperto con uno strato di terra.
Ceramica di Castellamonte, giunta alla sua 56esima edizione, e ospitata a Palazzo Botton in piazza Marconi. Quest’anno è stata riproposta, per la sesta edizione consecutiva, anche la Mostra del gioiello ceramico, nell’ambito della quale la nostra ceramista ha esposto alcune delle sue creazioni. Un altro appuntamento che la ceramista ha avuto con il pubblico torinese è stato quello in occasione dell’esposizione di alcuni suoi pezzi presso la galleria d’arte Paola Meliga, in via Maria Vittoria 46/d, a Torino. 