LIFESTYLE- Pagina 421

Al Regio una grandiosa Aida firmata dal regista William Friedkin

regio aida

Gianandrea Noseda dirigerà Aida a fianco del regista premio Oscar per “The Exorcist” e “The French Connection”

 

Aida di Verdi, terz’ultima opera del grande compositore, andata in scena per la prima volta nel 1871 al Teatro del Cairo. Nessun titolo poteva essere più adatto per celebrare sia la riapertura del Museo Egizio torinese sia l’inaugurazione della nuova stagione lirica 2015-16 del Teatro Regio di Torino. Insomma un modo sinergico di intendere la cultura, in cui le varie espressioni artistiche si fondono in una simbiosi perfetta. Mercoledì 14 ottobre prossimo, alle 20, il maestro Gianandrea Noseda,  che ha già diretto l’Aida al teatro Marinskij e alla Scala di Milano,  per la prima volta sarà sul podio dell’Orchestra e del Coro del teatro Regio a dirigere Aida, a fianco di un famoso regista, Premio Oscar, William Friedkin (nella foto). Per il terzo anno consecutivo il teatro Regio aprirà,  così,  la sua stagione con un capolavoro di Verdi, diventato il simbolo stesso dell’eccellenza dell’ente lirico torinese.

 

“Ciò che il viceré vuole è un’opera egiziana esclusivamente storica.  Le  scene saranno basate su descrizioni storiche, i costumi saranno disegnati avendo i bassorilievi dell’alto Egitto come modello”. Queste le parole che, nell’aprile del 1870 l’archeologo francese Auguste Mariette scriveva al direttore del Theatre de l’Opera Comique di Parigi,  Camille du Locle. L’opera egiziana che così fermamente voleva Isma’il Pascia’, chedive’ d’Egitto,  diventerà Aida. Nell’evocare un’epoca e un luogo lontani dalla propria cultura, Verdi si è basato sull’autorevolezza accademica e sulla concezione storica dell’egittologia,  anche se quest’ultima, secondo alcuni critici, come il Said,  autore di “Culture and Imperialism”, non è in effetti l’Egitto. Il tentativo di “Aida” di rappresentare l’identità di un popolo incarnarebbe,  invece, la “versione ufficiale che, in quegli anni dell’Ottocento,  l’Europa forniva dell’Egitto”. Verdi, figlio di una civiltà contadina, uomo concreto e conservatore, per quanto artista innovativo perfettamente inserito nel contesto europeo,  crede, tuttavia,  profondamente nella regola trinitaria Dio-Patria-Famiglia, dove il padre incarna la Legge che rappresenta Dio in terra. Non cerca una cultura dell’altrove o una  fuga dalla cultura di appartenenza, e, per questo motivo, inventa il colore locale di sana pianta, senza ricorrere a temi etnici locali ricavati dalla musica egiziana o araba. Per creare un’atmosfera di lontananza,  storica più che geografica, utilizza mezzi che sono interni all’orchestra classica e al bagaglio tonale tradizionale, quali un ampio uso dei semitoni e della salmodia chiesistica.

 

Firma la regia di questa Aida William Friedkin, cresciuto nei quartieri malfamati di Chicago e asceso al pieno successo con “The French Connection” (Il braccio violento della legge) nel 1971, ottenendo 5 premi Oscar e 3 Golden Globe.  Analogo successo con The Exorcist,  premiato con 2 Premi Oscar e 4 Golden Globe. Aida in questo allestimento sarà interpretata da un soprano originario dell’Arkansas, Kristin Lewis, al suo debutto al Regio, la cui prima interpretazione di questa opera verdiana risale al 2006, al Cairo. Anita Rachvelishvili interpreterà il ruolo di Amneris, segnando il ritorno della mezzosoprano al Regio dopo la indimenticabile Carmen del 2012. A interpretare Radames sarà il tenore Marco Berti, già conosciuto dal pubblico del Regio in una serie di ruoli, quali don José,  Polline,  Cavaradossi. 

 

 (Foto: il Torinese)

 Mara Martellotta

Weekend con Officine Corsare

Le serate partono dalle 21.30. Ingresso riservato ai soci Arci

 

 

officine corsareUna settimana con ampi spazi dedicati alla musica quella delle Officine Corsare: si inizia già da giovedì 1 ottobre con il concerto dei Twee, talentuosa formazione torinese dall’anima pop, con sfumature blues, swing e venature retrò. La programmazione prosegue venerdì 2 ottobre, quando sul palco saliranno NonostanteClizia e Intercity per presentare i rispettivi nuovi album usciti nel corso del 2015. Nel dettaglio gli alessandrini NonostanteClizia eseguiranno dal vivo i brani tratti dal disco d’esordio “La Stagione Animale” (Ala Bianca/Warner), prodotto da Riccardo Tesio con la collaborazione di Gianni Maroccolo, e quelli del fortunato EP “Bang!” (Venus Dischi), che nel 2013 li ha resi artisti del mese su MTV New Generation. Gli Intercity, formazione bresciana, presenteranno il nuovo album “Amur” uscito il 21 settembre, e che segue i due acclamati dischi “Grand piano” (2009) e “Yuhu” (2012). A seguire il djset organizzato dal collettivo “Studenti Indipendenti” dal titolo “Un Party Bollente”. La settimana corsara si conclude infine sabato 3 ottobre con il djset universitario di TANTAROBBEATdragoni per una notte.

 

 

 

Giovedì 1 ottobre: Twee live set – ingresso libero

Venerdì 2 ottobre: NonostanteClizia + Intercity release party – contributo associativo di 3 euro

Sabato 3 ottobre: TANTAROBBEAT dragoni per una notte – ingresso libero

 

 

SUL WEB: www.officinecorsare.org

 

 

“Il destino era già lì”: Paola Agosti fotografa

Accompagnò Nuto Revelli nelle sue interviste alle testimoni femminili per la stesura de “Il mondo dei vinti” e “L’Anello forte”

 

AgostiRimane aperta fino all’8 ottobre nei locali dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico del Consiglio regionale (via Arsenale 14/G), la mostra fotografica “Il destino era già lì”, curata dalla Fondazione Nuto Revelli onlus. Trentacinque immagini in bianco e nero scattate da Paola Agosti (figlia di Giorgio Agosti, magistrato e partigiano membro del comando regionale di Giustizia e Libertà che fu primo questore della Torino liberata). La fotografa accompagnò Nuto Revelli nelle sue interviste alle testimoni femminili per la stesura de “Il mondo dei vinti” e “L’Anello forte”, pubblicato da Einaudi esattamente 30 anni fa.

 

All’inaugurazione è intervenuta Paola Agosti con Marco Revelli presidente della Fondazione intitolata al padre Nuto, e con Alessandro Dutto e Maria Peano delle edizioni Araba Fenice che ha pubblicato il catalogo della mostra.L’esposizione, con ingresso libero, è aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 16.

 

 

Info: tel. 011.5757444

wwww.cr.piemonte.it

"Rights on the Movie", proiezioni gratutite per riflettere

Al Cinema Romano di Torino fino al 24 novembre

 

 

SELMAIl Comitato regionale per i Diritti Umani promuove la rassegna cinematografica “Diritti al Cinema”, presso il Cinema Romano di Torino, 6 ottobre – 24 novembre 2015. Ecco il programma

 

Martedì 6 ottobre ore 20.00
Gabrielle, un amore fuori dal coro
di Louise Archambault (Canada 2013, 104 min.)

 

Affetta dalla sindrome di Williams, Gabrielle è una giovane donna animata da una contagiosa gioia di vivere e con uno straordinario dono per la musica. Ha incontrato Martin, il suo ragazzo, al centro ricreativo dove cantano insieme in un coro e da allora sono inseparabili. Gabrielle fa di tutto per dar prova di autonomia e guadagnare la propria indipendenza, lottando contro i pregiudizi.

 

Martedì 13 ottobre ore 20.00
Le cose belle
di Agostino Ferrente,Giovanni Piperno (Italia 2013, 88 min.)

 

L’esperienza umana di Silvana, Adele, Enzo e Fabio si colloca nella dimensione reale, in una città, Napoli, che ha assunto i contorni inquietanti di un luogo in declino per le faide camorristiche, l’emergenza rifiuti, la crescita dell’immigrazione e le conseguenti dinamiche sociali e umane. Le cose belle : i sogni di quattro ragazzi e ciò che vorrebbero essere.

 

Martedì 20 ottobre ore 20.00 

Io sto con la sposa
di Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande, Khaled Soliman Al
Nassiry(Italia, Palestina 2014, 89 min.)

 

Io sto con la sposa mette letteralmente in schermo un matrimonio e il suo corteo di invitati mai così partecipi. Perché i cinque protagonisti di questa avventura sono in fuga dalla guerra e dal loro Paese fiaccato dalla belligeranza. Palestinesi e siriani sopravvissuti ai marosi, sbarcati a Lampedusa e decisi a raggiungere ‘creativamente’ la Svezia.

 

Martedì 27 ottobre ore 20.00
Timbuktu
di Abderrahmane Sissako (Francia, Mauritania 2014, 97 min.)

 

A poca distanza da Timbuktu, dove domina la polizia islamica impegnata in una jihad in cui divieto si aggiunge a divieto, una famiglia vive tranquilla sulle dune del deserto. Il giorno in cui il loro pastore dodicenne si lascia sfuggire la mucca preferita che distrugge le reti di un pescatore nel fiume che scorre tra la sabbia, tutto però muta tragicamente. L’animale viene ucciso: sarà l’inizio di una lotta contro il sopruso.

 

Martedì 3 novembre ore 20.00
Selma
di Ava Duvernay (Gran Bretagna, 2014, 127 min.)

 

Nel 1965 un gruppo di manifestanti, guidati dal reverendo Martin Luther  King, scelsero la cittadina di Selma in Alabama, nel profondo sud degli Stati  Uniti, per manifestare pacificamente contro gli impedimenti opposti ai cittadini afroamericani nell’esercitare il proprio diritto di voto. Un episodio storico, cartina di tornasole della battaglia per i diritti civili in America. (uscito nel febbraio 2015).

 

Martedì 10 novembre ore 20.00
Non accettare sogni dagli sconosciuti
di Roberto Cuzzillo (Russia, Italia 2015)

 

Nel corso di una competizione sportiva a San Pietroburgo, dopo che in Russia sono state appena approvate le leggi anti-gay volute da Putin, Massimo, un nuotatore italiano, conosce un suo coetaneo russo, Vladimir che lavora come interprete nella delegazione italiana. I due si innamorano, ma purtroppo dovranno scontrarsi con gli stereotipi machisti di ieri e di oggi.

 

Martedì 17 novembre ore 20.00
Mateo
di Maria Gamboa (Colombia, Francia 2014, 86 min.)

 

Mateo è un adolescente che vive solo con la madre e subisce il fascino dello zio Walter, arricchitosi come strozzino, violento e senza pietà. Per evitare di venire espulso da scuola, Mateo accetta di frequentare un corso di teatro, condotto da un prete che sta cercando di aiutare la comunità ad uscire dalla paura e dalla connivenza con la criminalità. Solo allora aprirà gli occhi sullo zio.

 

Martedì 24 novembre ore 20.00
Difret. Il coraggio di cambiare
di Zeresenay Berhane Mehari (Etiopia,Usa 2014, 99 min.)

1996. In un villaggio nell’area di Addis Abeba la quattordicenne Hirut viene rapita e violentata da colui che la pretende come sposa .La ragazzina riesce a fuggire impossessandosi di un fucile e uccidendo il suo sequestratore. Solo Meaza Ashenafi, avvocato e leader dell’associazione Andenet  accetterà di assisterla.

 

Le proiezioni sono a ingresso gratuito .Gli inviti per le proiezioni sono in distribuzione presso Aiace Torino (dalle 15.30 alle 18.30, dal lunedì al venerdì) :
per il film Gabrielle, un amore fuori dal coro a partire dal 29 settembre
per il film Le cose belle a partire dal 7 ottobre
per il film Io sto con la sposa a partire dal 14 ottobre
per il film Timbuktu a partire dal 21 ottobre
per il film Selma a partire dal 28 ottobre
per il film Non accettare i sogni dagli sconosciuti a partire dal 4 novembre
per il film Mateo a partire dall’ 11 novembre
per il film Difret.Il coraggio di cambiare a partire dal 18 novembre

I film verranno proiettati presso il Cinema Romano, Galleria Subalpina 30.

 

Per Informazioni rivolgersi a :
Comitato regionale per i Diritti Umani
Consiglio Regionale del Piemonte
Via Alfieri 15 | tel. 011.5757079
diritti.umani@cr.piemonte.it www.cr.piemonte.it
AIACE Torino Galleria Subalpina 30 | tel. 011.538962
aiacetorino@aiacetorino.it | www.aiacetorino.it

Francia e Svizzera respingono i migranti alla frontiera e li rimandano in Piemonte

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ProfughiMa qual è la situazione dell’accoglienza dei migranti nella nostra regione? I dati più aggiornati si riferiscono al 7 settembre: in Piemonte ne erano presenti 6.873. Il giorno dopo è stato richiesto alle Prefetture di provvedere all’accoglienza di ulteriori 1.781

 

Sono 44 i profughi respinti ieri e rientrati nel Vco e altri 55 migranti sono stati fatti rientrare in Italia  dalla polizia di frontiera francese di Vallorbe, al confine tra Svizzera e Francia. Anche la Confederazione elvetica ne ha già rimandati in Piemonte parecchi.  Il  nuovo gruppo di migranti respinti è stato consegnato dalle autorità svizzere alla polizia di Domodossola da dove avevano cercato di superare il confine in treno. Nel gruppo anche alcune famiglie siriane e un cittadino armeno che ha chiesto asilo politico.

 

Ma qual è la situazione dell’accoglienza dei migranti nella nostra regione? I dati più aggiornati si riferiscono al 7 settembre: in Piemonte ne erano presenti 6.873. Il giorno dopo è stato richiesto alle Prefetture di provvedere all’accoglienza di ulteriori 1.781, secondo le quote spettanti ad ogni provincia, in base ai criteri definiti dal Tavolo di coordinamento regionale. Questi prevedevano la distribuzione del 40% su Torino e provincia e del restante 60% sul resto del Piemonte. Dunque, a Torino ne spetterebbero 712, ad Alessandria 217, a Cuneo 296, a Vercelli 88, a Novara 186, ad Asti 110, a Biella 91, al VCO 81. 

 

Intanto l’assessore all’Immigrazione Monica Cerutti ha illustrato in Consiglio regionale lo stato dell’accoglienza in Piemonte: “L’incremento degli arrivi, come spesso abbiamo ripetuto, deve tenere conto della differenza tra il numero di persone che viene assegnato al nostro territorio e il numero di persone che effettivamente si ferma”, ha puntualizzato Cerutti, che ha poi chiarito che esistono dei criteri numerici sia per quanto riguarda la ripartizione dei migranti, secondo i quali il Piemonte deve accogliere circa il 7% degli arrivi sul suolo nazionale.Il numero di richiedenti asilo coinvolge anche il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) che è gestito direttamente dai Comuni: in Piemonte sono titolari di strutture Sprar 25 Comuni delle province di Torino, Alessandria, Asti e Biella, che ospitano complessivamente 831 persone per lo più di una forma di “accoglienza diffusa”, organizzata in piccoli nuclei in appartamento. “È chiaro che all’interno del piano che la Regione sta mettendo a punto – ha sostenuto l’assessora – l’obiettivo è quello di fare in modo che con il nuovo bando Spar tutte le province siano titolari di progetti e che man mano l’accoglienza attivata dalle Prefetture muti trasformandosi in accoglienza Sprar”.

Arresti eccellenti, le Fiamme gialle all'Asl Torino 1 per le forniture informatiche

Nei guai anche due soci di una azienda di Genova che si era aggiudicata le commesse pubbliche

 

guardia_finanza_Nuovi arresti da parte della guardia di finanza, a Torino, nell’inchiesta sugli appalti per l’informatica della Asl Torino 1. Sono finiti ai domiciliari, con l’accusa di turbata libertà degli incanti e falso ideologico, un dirigente e un funzionario dell’azienda sanitaria, il legale rappresentante di una ditta di prodotti audio e due soci di una azienda di Genova che si era aggiudicata le commesse pubbliche. Nell’ambito della stessa inchiesta, lo scorso febbraio erano già state arrestate altre nove persone.

Con Bach alla scoperta dei luoghi della memoria

L’iniziativa è stata realizzata grazie al sostegno del Consiglio Regionale del Piemonte – Comitato Resistenza e Costituzione

 

bach“Unconventional Bach”, quattro appuntamenti musicali alla riscoperta di inconsueti luoghi di memoria, sulle note delle Suite per violoncello solo di Johann Sebastian Bach. Ecco le date:

 

giovedì 1 ottobre, ore 18,30 – Museo diffuso della Resistenza, corso Valdocco 4/a

 sabato 3 ottobre, ore 18,30 – Teatro di Torino, via Verdi 29

giovedì 8 ottobre, ore 18,30 – Sinagoga, piazzetta Primo Levi

sabato 10 ottobre, ore 18,30 – Rifugio Antiaereo di piazza Risorgimento, via Rosta angolo via Buronzo

 

L’iniziativa è stata realizzata grazie al sostegno del Consiglio Regionale del Piemonte – Comitato Resistenza e Costituzione   e con la collaborazione di  Città di Torino, Comunità Ebraica di Torino,  RAI – CPTV Torino

“Nasce nell’acqua ma muore nel vino”, parole e canti della risaia

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Attorno ad un tavolo, un breve momento di ristoro si trasforma in una rincorsa di parole che, dal lontano 1914, attraversano il Ventennio, le risaie, la povertà del dopoguerra e l’emigrazione

 

Si è svolto, nel tardo pomeriggio di domenica 27 settembre, nella cornice del cortile interno del Castello Consortile di  Buronzo (Vc), lo spettacolo teatrale di Assemblea Teatro “Nasce nell’acqua ma muore nel vino”, incentrato sulle parole e i canti della risaia. L’iniziativa, promossa nell’ambito de “La strada per Corti e Cascine” realizzato da Provincia di Vercelli, Camera di Commercio di Vercelli e Strada del Riso Vercellese di Qualità in collaborazione con il Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte, ha visto sulla scena Manuela Massarenti, accompagnata dai canti eseguiti da Valeria Benigni, Paola Lombardoe Betti Zambruno. Dopo i saluti del sindaco di Buronzo, Emiliano Giordano, e del Vice Presidente del Consiglio regionale, Nino Boeti, lo spettacolo – molto apprezzato dal folto pubblico – ha ricostruito ( sui testi della scrittrice Laura Pariani) le storie di mondine  e risaie, emigrazione e lavoro. Storie che hanno riportato, con amarezza e ironia, le fasi della monda, il fascismo, la guerra e la fuga dai campi, gli anni ’50 e il nord Europa per trovare il lavoro che in Italia mancava. Uno spettacolo molto bello che ha seguito i tempi di preparazione di un buon risotto e che attraverso i profumi ha condotto i numerosi spettatori nella realtà della storia. Così, attorno ad un tavolo, un breve momento di ristoro si trasforma in una rincorsa di parole che, dal lontano 1914, attraversano il Ventennio, le risaie, la povertà del dopoguerra e l’emigrazione. Sono le immagini, quasi in bianco e nero,  di un’Italia povera dove le donne – tra il vercelelse e il novarese – andavano a mondare, a strappare il riso all’acqua, svegliandosi presto e lavorando a schiena curva fino al tramonto per pochi soldi. Immagini anche di lotte, emancipazione, riscatto e dignità. La protagonista del racconto, Nives,  si narra così, di fronte ad un piatto di riso, cotto alla piemontese, con un bel bicchiere di vino, perché – come suggerisce lo stesso titolo dello spettacolo- “il riso nasce nell’acqua ma muore nel vino!”.

 

Marco Travaglini

Al Forte di Bard gli scatti di Sebastiano Salgado

La mostra del più celebre fotografo documentarista vivente è dedicata alla terre incontaminate del pianeta  

 

Forte di BardPer gli amanti della fotografia è d’obbligo una tappa  al Forte di Bard, dove è ospitata fino al 30 settembre prossimo la mostra dal titolo “Genesi”, dedicata all’opera di Sebastiano Salgado.  Il progetto comprende  ben  245 fotografie frutto del viaggio fotografico che l’artista ha compiuto nei cinque continenti per documentare,  con immagini in bianco e nero,  la rara bellezza del nostro patrimonio unico, il pianeta. Genesi è l’ultimo grande lavoro di Sebastiano Salgado, il più importante fotografo documentario del nostro tempo, nato nel 1944 ad Aimores,  nello Stato brasiliano di Minas a Gerais.

 

“Il nome Genesi – ha spiegato Salgado –  nasce dalla mia esigenza di ritornare, per quanto possibile,  alle origini del pianeta, all’aria,  all’acqua e al fuoco da cui si è originata la vita; alle specie animali che hanno resistito all’addomesticamento, e a quelle tribù remote che vantavano stili di vita primitivi e incontaminati. Con il mio lavoro intendo dimostrare come era la terra senza uomini e senza donne, e come l’umanità e la natura per lungo tempo siano riuscite a coesistere in quello che è stato definito equilibrio ambientale”.

 

Salgado ha realizzato queste fotografie andando alla ricerca di quelle parti del mondo ancora incontaminate, nel corso di otto anni di lavoro, compiendo oltre trenta reportage, in cinque parti del globo, il Sud del pianeta, con l ‘Argentina,  l’Antartico,  le sue isole, poi l’Africa.   Nella terza parte Salgado compie un viaggio nelle isole definite “il santuario del pianeta”, che costituiscono una biodiversità particolarissima, come il Madagascar, la Papua Nuova Guinea e i territori degli Irian Jaya.  Il viaggio nell’emisfero Nord del mondo comprende regioni fredde come il Colorado, mentre la quinta e ultima sezione è quella riservata all’Amazzonia, sia in Brasile, sia nel Venezuela. Le immagini di Salgado colgono popolazioni ancora incontaminate come gli Yanomani e i Cayapo dell’Amazzonia brasiliana,  i Pigmei delle foreste equatoriale del Congo settentrionale, i boscimani del deserto sudafricano del Kahalari e le tribù Himba del deserto della Namibia. L’esposizione si pone anche come un grido di allarme per il pianeta Terra e uno stimolo per i visitatori a promuovere una salvaguardia della natura e a continuare a combattere per preservare quelle terre del pianeta rimaste ancora incontaminate. In mostra su può anche vedere il film su Sebastiano Salgado.

 

Mara Martellotta

De profundis per la Celid: muore un altro pezzo di storia torinese?

palazzo nuovo

I sigilli  per l’amianto a Palazzo Nuovo, il cui punto vendita garantiva alla cooperativa di oltre 40mila soci , almeno il cinquanta per cento del fatturato, hanno portato alla cessazione dell’attività  anche le librerie del Politecnico e della Facoltà di Economia e Commercio

 

Chiude definitivamente i battenti la Celid. I sigilli per l’amianto  a Palazzo Nuovo, il cui punto vendita garantiva alla cooperativa di oltre 40mila soci , almeno il cinquanta per cento del fatturato, hanno portato alla cessazione dell’attività  anche le librerie del Politecnico e della Facoltà di Economia e Commercio . Al momento la liquidazione pare l’unica soluzione al vaglio del Consiglio d’Amministrazione, e oltre agli undici dipendenti che rischiano la disoccupazione , si va incontro anche ad una dispersione di patrimonio culturale, di competenza e di servizio che dopo oltre 40 anni di attività creerà una lacuna al settore dell’editoria e ai suoi utenti, studenti e professori. Saranno comunque smaltite le rimanenze durante gli ultimi giorni di attività.

 

Su questo tema abbiamo raccolto le dichiarazioni dell’Amministratore Delegato Vanda Cremona : ” In effetti prima dell’infausto 17 aprile 2015, data nella quale Palazzo Nuovo e’ stato dichiarato inagibile ,  la nostra cooperativa, con l’impegno dei soci,portava avanti il lavoro, anche se è’ innegabile la crisi dell’editoria. Il rapporto tra Universita’ e cooperativa e’ sempre stato solidale e forte, ma la decisione di metterci in liquidazione e’ stata una sorta di protezione. Ci tengo a sottolineare che e’ stata una scelta sofferta anche da parte del Rettore.  La reazione della città e’ stata straordinariamente solidale ,e anche per questo ci sentiamo in difficoltà, perché il nostro tipo di servizio e’ unico nel suo genere. Un ruolo non facilmente sostituibile. L’assenza delle librerie Celid e’ un problema per tutti, per gli studenti, i professori nonché’  per i dipendenti.  Ci stiamo interrogando su ciò che possiamo fare, per poter garantire un futuro a Celid, che ha oltretutto contribuito a far conoscere il patrimonio della nostra città  nella quale è’ importante occuparsi di far crescere il ruolo dei libri .

 

Credo che ne’ l’Universita’ ne’il Politecnico vogliano perdere il patrimonio Celid . Tutti coloro che hanno amato i libri sono passati alla Celid. Ad oggi stiamo ancora tentando di trovare una soluzione ,noi non vorremmo ammainare la bandiera . La mia solidarietà va anche ai colleghi editori che hanno dovuto chiudere. Fare il libraio e’ una passione e  il sostegno e i sentimenti positivi dei cittadini nei nostri confronti ci emozionano e ci danno la forza per continuare a cercare soluzioni .” 

 

 (Foto: il Torinese)

Clelia ventimiglia