LIFESTYLE- Pagina 417

LE NUOVE DOG-MAMY

cane passegginotetiPUNTI DI (S)VISTA /
 
di Tersilla Garella
 

Ho visto passarmi davanti una ragazza giovane, che avrà avuto sì e no la mia età, mentre spingeva un passeggino. A un certo punto, da questo passeggino è caduto un oggettino rosa che io mi sono precipitata a raccogliere, credendo fosse un ciuccio. Immaginate quale sgomento e quale collasso mi siano presi quando, rialzandomi, mi sono trovata davanti due chihuahua assetati di sangue che dal passeggino mi ringhiavano contro perché avevo in mano un loro giocattolo

Fino a qualche anno fa la distinzione era semplice: chi aveva un cane e chi no. Oggi, invece, le cose si sono un po’ complicate. Ci sono da un lato i padroni di cani di taglia medio-grande e dall’altro i padroni di cani di taglia piccola. Ma fin qui nessun problema.

È l’essere stata spettatrice della scena che ho immortalato nella foto ad avermi causato qualche scompenso, a dirla tutta. Sì, perché l’altro ieri ero tranquillamente seduta su una panca al centro commerciale Le Gru, quando ho visto passarmi davanti una ragazza giovane, che avrà avuto sì e no la mia età, mentre spingeva un passeggino. A un certo punto, da questo passeggino è caduto un oggettino rosa che io mi sono precipitata a raccogliere, credendo fosse un ciuccio. Immaginate quale sgomento e quale collasso mi siano presi quando, rialzandomi, mi sono trovata davanti due chihuahua assetati di sangue che dal passeggino mi ringhiavano contro perché avevo in mano un loro giocattolo.

Sarei voluta cadere in ginocchio e urlare alla ragazza: “Perché, perchéééé???”. Gridare che era un abominio. Che questo era uno dei motivi per cui l’Isis farebbe bene a trucidarci tutti senza pietà. Ma con sforzo erculeo mi sono ricacciata in gola il tutto e sono riuscita a trattenermi. Nel frattempo, quelle sue due creaturine, placatesi, mi osservavano come nell’antica Roma i patrizi osservavano i plebei, e come oggi baby George osserva sprezzante la massa di sudditi.

Lungi da me asserire che i cani siano solo cani e debbano essere trattati come tali, senza essere degnati di considerazione o rimanendo legati ad una catena tutto il giorno. È sacrosanto e doveroso ritenerli a tutti gli effetti membri della famiglia, viziandoli e coccolandoli. Ma, santo cielo, est modus in rebus! Ci sono cani di piccola taglia che hanno più impermeabili e vestitini di quanti ne abbia mai avuti io nell’armadio in tutta la mia vita. Carini eh, per carità, ma ridicoli tralasciando peraltro il lato economico, che fa rabbrividire al solo pensiero- E se ci fate caso, il fenomeno degli abitini e degli accessori è limitato ai cani piccoli. Non si è mai visto un molossoide di quaranta kg con il collare di brillantini. Questa moda deplorevole colpisce i cagnolini in quanto probabilmente più atti ad essere considerati surrogati di bambini. Ma per quello scopo hanno inventato i bambolotti di ultima generazione che -pensate un po’- fanno anche i bisognini.

Lasciate stare i cani. Fateli correre felici nei prati. Lasciate che si sporchino giocando nelle pozzanghere. Un cane sporco di fango è un cane felice. Un cane trasportato su un passeggino è un cane frustrato.

Mens sana in corpore sano

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Al mattino, la prima cosa da fare è e rimane sciacquarsi il viso che presenta dopo una notte di riposo comunque residui di trucco, sporcizia da rimuovere: fattori che non donano alla nostra faccia una buona immagine. Prima scelta da effettuare, per ottenere una pulizia perfetta della superficie e rimuovere le cellule morte, consiste nella scelta del detergente

Mens sana in corpore sano non dovrebbe essere una citazione da spendere solo nei salotti, ma una linea guida nella nostra quotidiana cura della pelle e del corpo questione assai meno onerosa di quanto si creda. Perché, siamo sincere, se si ricavano quei minuti preziosi per darsi una sistematina comprensiva di make up si dovrebbe fare altrettanto per struccarsi e pulire adeguatamente il viso. Perché una pelle sana conferisce luminosità, pulizia e freschezza.

Al mattino, la prima cosa da fare è e rimane sciacquarsi il viso che presenta dopo una notte di riposo comunque residui di trucco, sporcizia da rimuovere: fattori che non donano alla nostra faccia una buona immagine. Prima scelta da effettuare, per ottenere una pulizia perfetta della superficie e rimuovere le cellule morte, consiste nella scelta del detergente. Acquistare il prodotto giusto non è affatto scontato: andate in farmacia e sottoponetevi a un test per verificare quale sia quello che fa per voi. I saponi, per quanto siate attente, risulteranno sempre aggressivi e tenderanno a inaridire la pelle.

Dopo aver pulito a fondo con il detergente, procedete con un tonico che svolge la funzione di rinfrescare la pelle e di riequilibrare il ph velocemente. Stendete poi la vostra crema idratante e lasciate che venga assorbita. Anche su questo tema, abbiate la costanza di sperimentare e provare ad alternare prodotti differenti in base alla stagione e ai cambiamenti a cui andrete incontro. La pelle del viso non potrà risultare la stessa a 30, 40, 50 anni o in gravidanza. Ad ogni età la sua crema idratante. Un consiglio: sottoponetevi una volta alla settimana a un trattamente che nutra l’epidermide. Basta una maschera fatta in casa perché la vostra pelle si riaccenda.

Sul mercato, qualora vi misuraste con l’offerta presente, cercate comunque di preferire creme altamente idratanti. Inoltre cercate di abbinare a una buona base prodotti di concezione più moderna come le BB o CC cream che abbinano vitamine a idratazione, protezione e colore. Sugli occhi cercate di stendere antirughe specifici per alleviare i segni del tempo che iniziano a manifestarsi ai lati sulla palpebra mobile. Solo dopo queste piccole operazioni che diventeranno celeri una volta tradotte in routine potrete passare al trucco. E per il corpo? Se avete l’abitudine di farvi una doccia al mattino, non dimenticate di usare una crema specifica che renderà la pelle più elastica.

La sera, care amiche, le cose non si semplificano ma di certo godiamo dell’alleato tempo che, quando si tratta di queste piccole abitudini, ha la sua parte. Fondamentale sarà struccarvi bene il viso con prodotti atti a rimuovere il make up: sceglieteli in base alla tipologia di cosmetici che avete usato dedicando particolare attenzione, quando si tratta di pulizia alla tipolia (waterproof, ad esempio). Detergente e tonico giusti sono alleati indispensabili perché la pelle abbia un aspetto sano, oltre che gradevole.

(www.dilei.it)

LA DIASPORA DEL TESTOSTERONE

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PUNTI DI (S)VISTA /

di Tersilla Garella

 
Cresciute a pane e Walt Disney, all’inizio cerchiamo il principe azzurro, in seguito l’infame che ci fa piangere, ma poi no, stiamo troppo male e torniamo a volere il bravo ragazzo. Se ci guardiamo intorno è una disfatta su tutta la linea. Il maschio alfa con l’ego smisurato romperà pure, ma per favore riprendetevi

Ieri, fermandomi per un giro da Sephora in via Roma, mi sono imbattuta – mio malgrado- in una scena terrificante. Una ragazza accompagnata dal fidanzato che usava quest’ultimo come consigliere di make up, chiedendogli quale colore di fondotinta scegliere e quale mascara preferisse. Come fosse la sua migliore amica con qualche pelo in più. Tocca ammettere che anche noi donne abbiamo una piccola parte di responsabilità in questo sfacelo di portata apocalittica.

Sì, perché cresciute a pane e Walt Disney, all’inizio cerchiamo il principe azzurro, in seguito l’infame che ci fa piangere, ma poi no, stiamo troppo male e torniamo a volere il bravo ragazzo, però no dai, la storia non è abbastanza travagliata e tutti i film insegnano che non esiste vero amore senza qualche intoppo.

Sì, forse li abbiamo leggermente disorientati. E adesso la situazione è quella che è. Se date un rapido sguardo al web, capirete di cosa io stia parlando. Fino a qualche anno fa eravamo abituate a foto di uomini sexy, con lo sguardo seducente. Ebbene, pare si siano rincretiniti tutti. A partire da quel figo di Banderas che si è rinchiuso nel mulino a parlare con Rosita.

Durante la mia indagine, quattro sono i soggetti tipo che sono rimasti impressi – ahimè- nella mia mente. All’ultimo posto, l’uomo che cerca di simulare uno sguardo magnetico ed ammaliante, quasi sempre con il cielo plumbeo a far da sfondo, come fosse il protagonista di “Cime tempestose”. Senza invece rendersi conto di essere un morto di fuffa qualsiasi.

Al terzo posto, c’è l’uomo che si fa il selfie ravvicinato indossando gli occhiali da sole polarizzati, con lo scopo di mostrare il paesaggio riflesso nelle lenti.  Almeno allontanati un po’ dalla fotocamera. Riesco a vederti i peli nel naso.

Al secondo posto, il pavone esibizionista che sceglie la suspense e non mostra il proprio volto, ma solo i propri addominali. Come se avere la tartaruga scolpita lo rendesse automaticamente appetibile. Da donna non so se essere più sconcertata pensando alla scarsa considerazione che uno così possa avere del mio cervello o all’idea che magari qualche volta questa sua trovata geniale del muscolo esibito abbia pure funzionato.

E al primo posto troviamo lui. Quello che si fa il selfie con la boccuccia, facendo finta di mandare un bacio a chissà chi. Molto probabilmente alla mamma, la sua unica fan.
Insomma, se ci guardiamo intorno è una disfatta su tutta la linea. Il maschio alfa con l’ego smisurato romperà pure, ma per favore riprendetevi.

Mirafiori regina del gusto con "In Vino veritas"

L’ingresso è gratuito, per la degustazione basterà munirsi di ticket (al costo di 2 euro) alle casse centrali
 
 
VINO
 

‘In vino veritas’ è la prima festa del vino e dello street food, dal 19 al 21 febbraio, presso gli spazi Mrf in corso Settembrini 178, nelle  ex aree industriali di Mirafiori. Presenti 45 cantine vinicole italiane con più di 60 etichette e  35 food truck. La festa, con il patrocinio del Comune di Torino, è organizzata da To Business Agency, che ha promosso l’International Street Food Parade di giugno a Parco Dora con più di 100 mila visitatori. L’ingresso è gratuito, per la degustazione basterà munirsi di ticket (al costo di 2 euro) alle casse centrali.

Racchettinvalle 2016 torna a Pragelato

Una due giorni di festa per celebrare il decennale Olimpico
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Racchettinvalle 2016, in programma a Pragelato domenica 21 febbraio prossimo, sarà la prima edizione della manifestazione a essere gestita e organizzata dalla Team Marathon, la nuova società nata dalla Turin Marathon di Luigi Chiabrera, che continua a gestire la parte immobiliare della società presso la Cascina Marchesa. Racchettinvalle 2016, a dieci anni esatti dalle Olimpiadi invernali di Torino 2006, torna a Pragelato, la cittadina montana in cui vide la luce e la cui ultima edizione era stata nel 2012. Lo scorso anno si era svolta, invece, al Sestrieres. Nella gara agonistica sono iscritti alcuni protagonisti dell’edizione passata, tra cui Stephan Ricard, che si è laureato, poche settimane fa, per la seconda volta, campione iridato della disciplina, dimostrando le sue qualità agonistiche nella corsa con le racchette da neve. Nel 2014, infatti, ha vinto l’edizione dei Campionati mondiali in Svezia. A Pragelato Ricard, nativo di Gap, nelle Hautes Alpes francesi, ha sempre trovato un terreno fertile, entrando perfettamente in sintonia con la corsa piemontese e alternandosi sul podio con atleti del calibro dell’altoatesino Gerd Frick. A difendere i colori azzurri quest’anno sarà Fulvio Ghidini, bergamasco, arrivato 13 esimo alla gara iridata 2016. In campo femminile al via la vincitrice dello scorso anno, Mirella Bergamo, giunta a inizio febbraio nella gara di Vezza d’Oglio nelle primissime posizioni. Racchettinvalle avrà luogo nella seconda giornata di un ricco programma che vuole festeggiare il decennale olimpico.

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Sabato 20 febbraio, alle 10, tutto inizierà con il ritrovo presso il Centro olimpico del fondo, dove avverrà l’accoglienza dei volontari che hanno prestato servizio nel 2006 e che, per l’intera giornata, potranno usufruire di uno Skipass Edition giornaliero per il fondo. Alle 14 aprirà Casa Pragelato, centro logistico della manifestazione, dove saranno consegnati agli iscritti i pettorali e i pacchi gara, e dove sarà possibile effettuare le nuove iscrizioni, sia per la sezione competitiva sia per quella non. Alle 16.30 avrà luogo la cerimonia con la partecipazione della Fanfara della Brigata Alpina Taurinense, quindi l’inaugurazione di una targa commemorativa e la successiva collocazione del braciere olimpico. Alle 18.30 sarà la volta della fiaccolata tricolore cui seguira’ un rinfresco presso lo stadio del fondo.Casa Pragelato aprirà domenica 21 febbraio, alle 8.30. Alle 11 prenderà il via la manifestazione, corsa- camminata agonistica, lungo un percorso che si snoda per otto chilometri. Le famiglie e i partecipanti potranno godere di un paesaggio mozzafiato lungo un percorso molto interessante sia dal punto di vista tecnico, sia naturalistico. Sarà anche presente un’animazione di musica dal vivo, con Monelli Antonelliani, che hanno imposto una cifra stilistica piuttosto nota, battezzata Funny Musica Parody. Intanto Team Marathon sta già progettando una seconda manifestazione, ormai collaudata da metà del Duemila, “Tutta Dritta”, in programma a Torino il 10 aprile prossimo. Si tratta di una corsa che si snoderà per 10 km da piazza San Carlo a Stupinigi.

 

Mara Martellotta

Il sogno al servizio delle aziende

Anche sapere che la prima auto guidata dal Presidente degli Stati Uniti Barack Obama è stata una Fiat Strada di colore rosso suscita una serie di stimoli: ricordi, italianità nel mondo, prestigio del passato, esempio nel futuro, sogni di successo e così via. Il nome dell’automobile suonerà strano ai lettori, si tratta di una Fiat Ritmo. La Ritmo debuttò al Salone dell’automobile di Torino del 1978. Nei mercati di lingua inglese, il nome fu cambiato in “Strada”, questa scelta è stata compiuta per ragioni di pronuncia

di Paolo Pietro Biancone*

OBAMA RITMO

Non stupisce il successo di Automotoretrò, il salone dedicato al motorismo storico e alle auto da corsa, conclusosi nei gorni scorsi a Torino. Sono circa 63.000 i visitatori che hanno affollato gli spazi del Lingotto Fiere e dell’Oval e testimoniano un’attenzione evidente al passato, come memoria, ricordi, desideri e sogni. E poi diffusione del made in Italy e della sua storia attraverso la storia delle moto e delle auto. Gli uomini che oggi hanno dai 40 ai 50 da bambini hanno fantasticato e giocato con le macchinine regalate e molti di loro sono soddisfatti nel rivederle in formato orginale; sono felici nel poterne acquistare una che ricorda “l’età dei giochi e della spensieratezza”.

Anche sapere che la prima auto guidata dal Presidente degli Stati Uniti Barack Obama è stata una Fiat Strada di colore rosso suscita una serie di stimoli: ricordi, italianità nel mondo, prestigio del passato, esempio nel futuro, sogni di successo e così via. Il nome dell’automobile suonerà strano ai lettori, si tratta di una Fiat Ritmo. La Ritmo debuttò al Salone dell’automobile di Torino del 1978. Nei mercati di lingua inglese, il nome fu cambiato in “Strada”, questa scelta è stata compiuta per ragioni di pronuncia. L’auto in questione è stata una delle più vendute all’estero fin da quando fu lanciata sul mercato nel lontano 1978 per prendere il posto della Fiat 128 di cui richiama le sospensioni a ruote indipendenti MacPherson davanti, l’ impianto frenante di tipo misto mentre il cambio manuale poteva essere a 4 o 5 marce. Nel1979 fu nominata seconda auto dell’anno classificandosi alle spalle della Simca Horizon, vettura prodotta dalla stessa Chrysler. L’automobile fu da subito disponibile sia a tre porte che a cinque, ed era si presentava al mercato in due allestimenti ovvero L e CL  e  in tre  versioni, ognuna differente dall’altra: Ritmo 60, Ritmo 65 e Ritmo 75. Un  tocco di “modernità” alla vettura fu dato dall’assemblaggio automatizzata,con l’uso di robot, di buona parte dell’autovettura. Dopo il grande successo riscontrato con le varie versioni della vettura, nel 1980 la Fiat lanciò la Ritmo D, con un motore a gasolio di 1714 cm3 con una potenza di 55 CV, e  sempre nello stesso anno esordirono sulle strade sia la Ritmo Cabrio subito accompagnata dal modello della Ritmo Abarth. P.

Stimolare i sogni è un approccio corretto di crescita e di motivazione: da un punto di vista aziendale, sognare è il primo passo per individuare gli obiettivi, saperli orientare e gestire, quindi, la propria attività, il proprio pensare per obiettivi. È il giusto comportamento dei manager: lavorare per obiettivi. E per di più, il sogno di bambino può aiutare le imprese in due modi: in primo luogo, a sviluppare il concetto del lavoro per obiettivi (ottieni un risultato così hai un “regalo”); dall’altro, a investire nella comunicazione rivolta ai bambini, il cui riflesso è immediato, ma anche futuro. Lo slogan è: lavorare per obiettivi aiuta a raggiungere i sogni delle persone e delle aziende.

* Director of the European Research Center for Islamic Finance

Editor in Chief European Journal of Islamic Finance

Department of Management

University of Turin

Approvata la legge contro la violenza sulle donne

consiglio lascarisCon questa norma viene ampliato il quadro delle disposizioni già esistenti per l’inserimento o il reinserimento socio-lavorativo delle donne vittime di violenza

Il Piemonte ha la sua legge contro la violenza sulle donne. Nella seduta del 16 febbraio, infatti, è stato approvato a maggioranza (contrari i gruppi FI e Fratelli d’Italia) il disegno di legge “Interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza ed ai loro figli”, presentato dall’assessora Monica Cerutti.

Con questa norma viene ampliato il quadro delle disposizioni già esistenti per l’inserimento o il reinserimento socio-lavorativo delle donne vittime di violenza, per la sperimentazione di interventi per gli autori della violenza, per la formazione degli operatori dei servizi, per le azioni di sensibilizzazione e prevenzione del fenomeno nell’ambito del lavoro, del sistema scolastico, educativo e del tempo libero, con una costante e specifica attenzione anche alla presenza di eventuali minori vittime di violenza assistita.

Al netto dei fondi statali – che non possono essere inseriti a causa del principio della “competenza rinforzata”, recentemente entrato in vigore – lo stanziamento proposto dalla Giunta regionale è di 500mila euro.La discussione generale è terminata con gli interventi dei consiglieri del Gruppo M5S Giorgio Bertola, Francesca Frediani eMauro Campo, che hanno sostenuto come servano supporti non solo in termini di risorse, ma anche a livello culturale – come l’educazione sentimentale e l’educazione sessuale –  lamentando nel contempo l’uso discriminatorio della donna nel campo della pubblicità e del marketing.

Sono poi stati discussi e votati i tredici emendamenti che erano stati presentati: approvati i cinque a firma dell’assessora Cerutti, respinti i rimanenti dei consiglieri di Forza Italia, tutti di merito.Sono stati i consiglieri Claudia Porchietto e Francesco Graglia (Fi), proprio durante la discussione degli emendamenti e la votazione dei ventinove articoli, a parlare di “surrettizio tentativo di inserire in modo strumentale le politiche gender all’interno della legge contro la violenza sulle donne”.

“Una legge sulla difesa delle donne dovrebbe contenere misure per la sicurezza, di sostegno reale alla maternità, di contrasto della discriminazione sul luogo di lavoro e di aiuto socio- assistenziale a chi ha subito violenze. Invece si è di fronte ad un elenco di iniziative, più o meno utili, e, soprattutto, senza alcuna copertura finanziaria” ha ribadito anche Gianluca Vignale (Fi).

Per Stefania Batzella (M5S) “la criticità di questo ddl che noi sosteniamo, sono però le risorse limitate”.Nelle dichiarazioni di voto, Batzella e Nadia Conticelli (Pd) hanno ribadito le posizioni dei loro gruppi sul testo approvato.

 
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Ecco le erbe per curare raffreddore e mal di gola

Dal coriandolo all’echinacea, ecco le proprietà benefiche delle comuni erbe aromatiche per sconfiggere l’influenza e i mali di stagione

neve1Le erbe aromatiche che utilizziamo normalmente in cucina non sono soltanto dei semplici condimenti, ma dei veri e propri antibiotici naturali. La natura ci offre tutti i medicinali e i rimedi di cui abbiamo bisogno per prevenire e trattare i disturbi più comuni, a partire dal raffreddore e dal mal di gola, per arrivare all’influenza. Le erbe aromatiche e officinali vengono impiegate in erboristeria e dalla medicina naturale sotto forma di oli essenziali, infusi, tisane e preparati curativi.

Ad esempio la salvia può essere usata per preparare collutori per disinfettare il cavo orale, mentre l’infuso aiuta la digestione. L’olio essenziale di rosmarino è uno dei più potenti antibiotici naturali. E’ adatto soprattutto per il trattamento delle malattie da raffreddamento e può essere utilizzato fresco o secco come condimento anche ogni giorno. Inoltre, secondo i più recenti studi scientifici, il rosmarino migliora la memoria.

Invece la lavanda ha proprietà antinfiammatorie, antibatteriche e antifungine. Migliora i disturbi digestivi e agisce in modo efficace contro il mal di testa, oltre che in caso di infezioni.L’eucalipto è tra le erbe fondamentali nella cura delle malattie respiratorie e da raffreddamento. Ha proprietà antibatteriche ed espettoranti. E’ utile in caso di raffreddore, febbre, sinusite, tosse, influenza e artrite.

 
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Come scegliere lo shampoo: ingredienti da evitare

capelli shampo bellezzawww.dilei.it

 

Tensioattivi, conservanti, coloranti e addensanti dannosi: vi insegniamo a leggere le etichette, riconoscerli e starne alla larga

 

 

Negli ultimi anni è cresciuta moltissimo l’attenzione, da parte dei consumatori ma anche delle case produttrici, nella scelta dello shampoo e dei prodotti per capelli in generale, balsami, maschere e tinture. Non ci si fida più, e giustamente, di pubblicità spesso ingannevoli: l’utente vuole sapere cosa contengono realmente i prodotti che si mettono in testa. La cosa più importante è imparare a leggere l’etichetta. Ovvero la lista degli ingredienti, comunemente denominata INCI (International nomenclature of cosmetic ingredients).

 

 

Intanto, sappiate che l’ordine degli ingredienti corrisponde alla loro quantità nel prodotto. Ai primi posti avremo quindi quelli che sono presenti in dosi maggiori. È li che dobbiamo controllare che non ci siano prodotti pericolosi. Perché anche se ammessi per legge, alcuni ingredienti sono sconsigliabili, per l’uomo e l’ambiente.

 

Prima di andare ad elencare gli ingredienti pericolosi uno ad uno, vi diciamo le due cose fondamentali da fare nella scelta di shampoo e balsamo, e la lista riassuntiva degli ingredienti da evitare, da stampare e tenere sempre con voi.

 

1. Cercare shampoo che non contengano ammonium lauryl sulfate, sodium lauryl sulfate o sodium laureth sulfate, i tensioattivi più diffusi, aggressivi e nocivi (leggi sotto). L’alternativa è cercare shampoo che utilizzano una forma più lieve di detergente come il sodium lauryl sulfoaccetate e il sodium lauryl solfosuccinate. Questi shampoo non fanno tanta schiuma come gli shampoo che contengono Sls o Sles più aggressivi, ma detergono efficacemente i capelli e il cuoio capelluto, senza stressare i vostri capelli.

2. Cercare un balsamo che non contenga dimeticone (leggi sotto). Una delle migliori alternative è trovare un balsamo che utilizzi l’acido 18-methyleicosanoic (18-MEA). Questo è uno dei lipidi con cui i nostri capelli si coprono naturalmente. Quando i nostri capelli crescono, il18-MEA è incorporato in loro e agisce come un isolante naturale che aiuta a bilanciare l’umidità del fusto del capello, aumenta l’integrità del fusto e dona una naturale lucentezza.

INGREDIENTI DA EVITARE NEL VOSTRO SHAMPOO (in ordine alfabetico)

Alcohol (quando è uno dei primi quattro ingredienti della lista)
Ammonium lauryl sulfate
Diethanolamine (Dea)
Dimethicone
Formaldehyde
Lanolin
Mineral oil
Parabens (methylparaben, propylparaben, per esempo)
Petroleum
Polyethelyne glycol (anche chiamato PEG/polyethelyne, o polyoxyethelyne)
Propylene glycol
Sodium chloride
Sodium laureth sulfate
Sodium lauryl sulfate (Sls)
Synthetic colors (spesso FD&C o D&C seguito da un colore e un numero)
Synthetic fragrance o parfum
Triethanolamine (Tea)

E ora andiamo a conoscerli nel dettaglio e a capire perché sono nocivi.

TENSIOATTIVI
Il Sodium Laureth Sulfate è il tensioattivo più diffuso negli shampoo. È molto efficace per togliere lo sporco e fare schiuma, ma è fortemente aggressivo, se non bilanciato con la presenza di betaine. Non è cancerogeno, ma a lungo andare distrugge i capelli, spogliandoli degli oli essenziali di cui hanno bisogno per rimanere in buona salute, indebolendo le proteine e arrestando la crescita dei capelli sani. In pratica i prodotti contenenti Sls hanno un potere di pulizia totale, però rovinano i capelli.
Ammonium lauryl sulfate e Sodium Lauryl Sulfate. Altri detergenti aggressivi che in molti shampoo causano la formazione della schiuma che vediamo spesso negli spot pubblicitari per capelli. L’ideale sarebbe cercare uno shampoo che non contenga questi ingredienti

 

CONSERVANTI
Dmdm hydantoin, imidazolidinyl, diazolidinyl urea. Sono dei conservanti che a contatto con l’acqua rilasciano formaldeide, cancerogena e sensibilizzante. L’eccessiva esposizione alla formaldeide, che si trova in alcuni shampoo, può causare la perdita di alcuni capelli Methylchloroisotiazolinone, methylisotiazolinone. Sono dei conservanti molto tossici per l’ambiente acquatico e irritanti Parabeni. Utilizzati per prolungare la duratura di un prodotto medio per la cura dei capelli, i parabeni come il metilparaben e il propilparaben, sono sostanze chimiche note per la loro natura tossica. I parabeni irritano non solo la pelle, provocando un cattivo aspetto del cuoio capelluto, ma possono anche influenzare l’equilibrio ormonale e provocare la perdita dei capelli.

 

COLORANTI o SYNTHETIC COLOR
I colori artificiali sono ampiamente utilizzati nei prodotti per capelli per scopi estetici. Questi ingredienti spesso appaiono come FD&C o D&C seguiti da un colore e da un numero. I pigmenti colorati possono causare sensibilità alla pelle con irritazione del cuoio capelluto

 

ADDENSANTI
Sodium Chloride
. Meglio conosciuto come sale da tavola, il cloruro di sodio è usato come addensante in shampoo e balsami contenenti sodium lauyil sulfate. Può causare cute secca e prurito, oltre alla perdita di capelli. Inoltre dovrebbe essere evitato dalle persone che stanno utilizzando trattamenti alla cheratina perché annulla il beneficio più velocemente.
Polyethelyne Glycol. Chiamato anche PEG/polyethelyne o Polyoxyethelyne, questo ingrediente è incluso negli shampoo come agente addensante. Spoglia i capelli e la pelle della loro umidità naturale.
Diethanolamine (Dea) e Triethanolamine (Tea). Contribuiscono a conferire cremosità allo shampoo. I prodotti contenenti Dea o Tea possono causare irritazione del cuoio capelluto e reazioni allergiche e anche distruggere tutte le cose buone nei capelli (come la cheratina) rendendo i capelli secchi, fragili e senza vita.

 

ALCOL
Quasi tutti i prodotti per capelli contengono una qualche forma di alcol, che può asciugare i capelli se si trova in alte concentrazioni. State alla larga da shampoo con l’alcool elencato come uno dei primi quattro ingredienti, in quanto ciò significa che ce n’è più del solito nel prodotto.

 

ANTIGELO
Propylene Glycol
. Conosciuto anche come l’antigelo che si usa in auto, il propylene glycol è un ingrediente comune in shampoo e altri prodotti per la cura personale per proteggere il prodotto dal gelo durante il trasporto e lo stoccaggio. Può irritare la pelle, provocando reazioni allergiche e altera la struttura della pelle.

 

PROFUMI
Synthetic Fragrance o Parfum. Questo di solito rappresenta una miscela complessa di decine di sostanze chimiche. In un profumo sono utilizzate circa tremila sostanze chimiche. Molti profumi sono irritanti e possono causare irritazioni al cuoio capelluto.

 

ADDITIVI PER LISCIARE CAPELLI RICCI O CRESPI

Lanolin, Petroleum e Mineral Oil. Questi ingredienti sono ampiamente utilizzati in gel e maschere formulate per capelli ricci e non offrono reali benefici idratanti. In realtà appesantiscono solo i capelli e non permettono che gli oli naturali prodotti dal cuoio capelluto vengano assorbiti dal fusto del capello.
Dimethicone. Il dimeticone è un polimero sintetico e una forma di silicone con due gruppi metilici attaccati (da qui il nome Di -meticone). Di solito è usato come sigillante in prodotti per la pelle e per i capelli per coprire le superfici in modo da sigillare l’umidità e agire come un additivo allisciante e che conferisce consistenza. Si trova in moltissimi balsami liscianti, aticresco. Può causare irritazione alla pelle e al cuoio capelluto, screpolature, eruzioni cutanee, bruciore e prurito. Non permette alla nostra pelle e al cuoio capelluto di respirare, con conseguente aumento di acne e irritazioni ai follicoli dei capelli, causando la perdita dei capelli. Ad oggi, la ricerca sta cercando di capire se è legato all’insorgenza di tumori agli organi interni. Non è ancora stata dimostrata, ma conviene comunque acquistare trucchi, creme, shampi e balsami senza dimeticone.

 

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Le auto d’epoca tra storia, sogno e business

auto moto reautomotoretroCosa spinge a investire in auto d’epoca? Sicuramente un investimento economico (le auto ultratrentennali, tra l’altro, non sono soggette a bollo auto e hanno diritto a sconti sull’assicurazione obbligatoria) con buone performance che riesce a strappare dei margini di guadagno, ma anche un investimento sociale ed emotivo, perché ti porta a condividere questa passione anche con altre persone, altrettanto appassionate, attraverso i famosi raduni

 

di Paolo Pietro Biancone*

 

Il titolo di Torino come capitale dell’auto d’epoca non è solo merito dell’Automotoretrò, di cui è in corso in questi giorni la 33° edizione. Torino ospita tre importanti musei permanenti di auto d’epoca, su 26 presenti in tutta Italia. I dati non ci stupiscono, considerata la storica alleanza tra la Città e le case automobilistiche italiane. Promuovere le auto d’epoca è valorizzare la cultura (heritage) del passato per pensare al futuro. I dati di adesione sono interessanti: solo il Museo dell’Automobile nel 2015 ha avuto 180mila visitatori. E in questi giorni sono nella vetrina di Automotoretrò 14 marchi presenti e numerosi anniversari da festeggiare, tra cui spiccano i 50 anni dell’Alfa Romeo Spider (il mitico Duetto), gli 80 della Fiat Topolino e i 70 anni dell’icona Vespa Piaggio.

 

Cosa spinge a investire in auto d’epoca? Sicuramente un investimento economico (le auto ultratrentennali, tra l’altro, non sono soggette a bollo auto e hanno diritto a sconti sull’assicurazione obbligatoria) con buone performance che riesce a strappare dei margini di guadagno, ma anche un investimento sociale ed emotivo, perché ti porta a condividere questa passione anche con altre persone, altrettanto appassionate, attraverso i famosi raduni. Quelli più diffusi sono quelli di eleganza. In più, guardare una auto d’epoca è come ascoltare una vecchia canzone che muove ricordi, emozioni e sogni.

 

La classifica delle auto d’epoca più vendute di sempre fa riflettere: scorrendo la lista dal basso e quindi alla quinta posizione troviamo subito un mito degli anni 70 prima ed 80 dopo, la Ford Escort, il cui debutto risale agli anni 60, in particolare al 1968, quando fu presentata nel corso del Salone di Bruxelles che in quegli anni era ancora un punto di riferimento per il mercato internazionale delle quattro ruote.

 

Al quarto posto troviamo un altro mito delle quattro ruote, il Maggiolino: quest’auto, ancora così presente e diffusa sulle nostre strade, conta già quasi un secolo di vita. La sua nascita la si deve, infatti, a Ferdinand Porsche nel 1934 e muove i suoi primi passi in un momento storico non proprio felice da ricordare visto che fu a suo tempo l’auto ufficiale dei gerarchi nazisti. Nella sua lunga “carriera” il Maggiolino ha saputo scrollarsi di dosso questa “mala fama” ed è, anzi, diventata, quasi per un contrappasso degno del migliore degli sceneggiatori, uno dei simboli di due decenni, gli anni 60 e 70 che si pongono socialmente e culturalmente in completa antitesi con l’ideologia nazista. Oggi il Maggiolino non è più in produzione; l’ultimo esemplare è stato prodotto da una stabilimento messicano della Volkswagen nel 2003.

 

Al terzo posto delle auto (divenute ormai d’epoca, riferendoci ovviamente alle prime generazioni di questi modelli) è un’altra Volkswagen, la Golf, la cui prima serie venne sfornata in Germania nel 1974. Piccola curiosità come poche altre volte è successo la prima serie della Golf ebbe un successo tale che fu prodotta per 9 anni di seguito.Al secondo posto troviamo, invece, un modello che noi italiani conosciamo molto poco; è la Ford F-Series. Per intendersi si tratta di uno dei tipici pick-up che abbiamo visto in chissà quanti film americani. Ed in effetti sono oltre sessant’anni che la storia della Ford F-Series si accompagna a quella degli Usa. Una Storia che inizia per l’esattezza nel 1948 e che oggi nel 2015 ancora sopravvive con la 12-esima rivisitazione.

 

Infine, in cima alla classifica delle auto d’epoca più vendute di sempre troviamo una giapponese; al Toyota Corolla. In Italia abbiamo imparato a conoscere questa affidabile famigliare dagli anni 80 ma in realtà il suo primo modello compirà 50 anni il prossimo anno. Si stima che dal 1966 ne siano stati venduti oltre 37 milioni in tutto il mondo; ed altri ancora ne verranno venduti. Non soltanto le Ferrari o le Lamborghini di una volta, dunque, ma anche quelle per cui ti giravi quando eri bambino e ti sembravano inavvicinabili: ora sono offerte a buon mercato costa relativamente poco mantenerle e soprattutto mantengono il valore nel tempo.

 

Le Case automobilistiche oggi puntano sull’heritage per spingere i prodotti moderni. Questo perché se l’uso dell’heritage è ben fatto, serve moltissimo: creare dei ponti tra vetture-icona e vetture moderne è utilissimo; trasportare i valori dell’epoca sulle auto moderne funziona molto, bisogna solo farlo nel modo giusto. Ogni marchio dovrebbe capire quali sono le icone che gli vengono riconosciute dalle persone, utilizzando la cultura dell’auto d’epoca come una leva di comunicazione e sviluppo.

 

* Director of the European Research Center for Islamic Finance

Editor in Chief European Journal of Islamic Finance

Department of Management

University of Turin