LIFESTYLE- Pagina 30

La gestione ottimale delle nostre energie / 2

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Seconda parte 

E’ possibile trovare i modi per non essere in carenza di energie, per dosarne l’uso evitando inutili sprechi, e adottare i molti metodi attraverso i quali possiamo “ricaricare le pile”, ridando al nostro corpo e alla nostra mente la migliore efficienza possibile?

Possiamo ottenere che il nostro livello energetico sia costantemente buono, evitando inutili ed eccessivi sprechi di energia e cercando e utilizzando molteplici occasioni per riacquistare energia? Iniziamo a valutare le situazioni che ci fanno spendere inutilmente troppa energie.

E consideriamo attraverso quali comportamenti le possiamo evitare. Ansia e stress sono due condizioni in grado di far uscire da quel “serbatoio”immaginario, di cui abbiamo parlato nel precedente post, una quantità impressionante di forze.

Ci stressiamo spesso perché chiediamo troppo a noi stessi, spinti dalle nostre esagerate ambizioni, dai nostri eccessivi bisogni e dalle nostre paure, accollandoci compiti emotivi, cognitivi o sociali difficilmente tollerabili e che ci portano a un problematico dispendio di energie.

E’ necessario prenderne consapevolezza per avviare un opportuno cambiamento. Molte persone, poi, non sono neppure consapevoli di essere ansiose e del loro livello di ansia, e conducono un’esistenza continuamente accompagnata da una sorta di “sordo rumore di fondo”.

La loro ansia perenne. Stress e ansia sono i due pincipali “nemici” divoratori di energie, che spesso ci impediscono di godere appieno della nostra esistenza. Avremo modo prossimamente di dedicare alcuni articoli su questo Foglio alla gestione ottimale di ansia e stress

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it

Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.

(Fine della seconda parte)

Potete trovare questi e altri argomenti dello stesso autore legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.

Libri in soffitta

Da una statistica di pochi anni fa è emerso che gli italiani sono tra i peggiori lettori in Europa, con una media di meno di un libro a testa all’anno.

Questo significa che, facendo la media con me che ne leggo almeno venti l’anno, c’è qualcuno che ne legge uno ogni vent’anni.

E’ evidente che, rispetto a qualche decennio fa, qualcosa si sia guastato: disaffezione nei confronti della cultura, deviazione verso altri mezzi (PC, TV, smartphone), incapacità della scuola di trasmettere passione per la lettura.

Gli effetti si sono manifestati in breve tempo e sono sotto gli occhi di tutti: incapacità di confrontarsi con idee diverse dalle nostre, analfabetismo funzionale (in Italia il 70% degli adulti non comprende il significato di un testo), incapacità di mandare a memoria un testo anche breve.

Eppure, la cultura è alla portata di tutti; a parte gli e-book ormai reperibili ovunque a costo zero, tutte le città hanno librerie che vendono libri usati a 2-3 euro: se davvero uno vuole, rinunciando a qualche sigaretta o a qualche caffè ogni settimana, scegliendo con più attenzione cosa mettere nel carello della spesa può reperire i due-tre euro, anche solo una volta al mese, e leggere almeno un libro.

E’ impossibile non trovare un genere di proprio gradimento: dalle biografie ai romanzi, dai saggi alle guide turistiche, ai manuali ci sono migliaia di titoli che aspettano soltanto di essere letti.

E che dire del book crossing, quella pratica ormai presente in tutti i Comuni, per cui una persona può prendere un libro gratuitamente e riportarlo dopo averlo letto, oppure prenderne uno mentre se ne lascia un altro, senza contare che ogni Comune, anche piccolo, ha un sua biblioteca civica oltre a biblioteche tematiche, o Nazionali, o storiche che si possono frequentare gratuitamente per leggre in loco o che consentono di portare i libri a casa.

E’ evidente che non sia la mancanza di disponibilità a generare il fenomeno della non lettura, quanto piuttosto quello della mancanza di volontà, della cattiva abitudine di non leggere.

In casa mia, fin da piccolo, ed in quella dei miei nonni paterni, i libri sono stati sempre presenti; alle scuole medie, inoltre, il compianto Professor Pastore, docente di italiano, latino, storia e geografia ci invogliava a leggere un libro alla settimana, portati da lui o da noi, e poi ci chiedeva un riassunto. Nessuno era esentato dal quel “volontariato”.

Se i genitori togliessero il cellulare ai bambini al ristorante e dessero loro un libro, anche solo da colorare sarebbe già un primo avvicinamento ai libri; se quegli stessi genitori riprendessero la sana abitudine di leggere un libro a letto ai pargoli anziché rimbecillirli dando loro lo smartphone o lasciandoli da soli per potersi immergere nella tv spazzatura avremmo una serie di vantaggi che non sto ad elencare.

Diventare genitori è un diritto, non un obbligo e, in quanto diritto, occorre meritarlo. Il QI in calo per la prima volta nell’evoluzione umana, è la dimostrazione che questo non si trasmetta geneticamente (o, almeno, non solo) perché ho conosciuto persone intelligentissime nate da genitori molto, molto meno intelligenti dei figli; usare la calcolatrice anziché sforzarsi di compiere calcoli anche elementari mentalmente o, tutt’al più, con carta e penna, non dover più mandare a memoria poesie o brani, non scrivere più i temi a scuola hanno avuto come unici risultati un impoverimento del lessico, l’analfabetismo funzionale e, appunto, un calo del QI.

Pensate che bello stipulare un contratto capestro con una controparte che non comprende cosa vi sia scritto: a parole parlo di una cifra e di alcune prestazioni, nel contratto indico tutt’altro. Oppure che dovendo leggere la propria cartella clinica non comprende se la situazione sia grave e quanto.

Una volta i genitori erano fieri di avere un figlio laureato, o ufficiale di una forza armata, o calciatore famoso; non sarebbe bello, oggi, avere almeno un figlio colto?

Sergio Motta

Il Mongetto di Vignale si degusta da Biraghi

Nel cuore della città, nel salotto di Torino una istituzione che ti porta a conoscere chicche gastronomiche ricercate sul territorio.
Anche se è prevista pioggia, passeggiando sotto i portici potrai gustare le specialità di un azienda agricola del Monferrato esattamente il Mongetto di Vignale Monferrato sarà con i suoi prodotti in degustazione da Biraghi, già famoso per il suo eccellente gelato al latte a 2 euro potrai anche degustare confetture, bagna cauda, saline e specialità uniche da portare sulla tua tavola.
Il Mongetto: prodotti tipici piemontesi e del Monferrato

Il Mongetto è una cooperativa a conduzione familiare che, dal 1981, si impegna ogni giorno per selezionare e trasformare i prodotti della terra, mantenendo viva la tradizione delle vecchie ricette piemontesi del territorio del Monferrato , come conserve, sottoli, mostarda, antipasto piemontese, bagna cauda e tanto altro ancora.

In una bellissima posizione tra i saliscendi delle vigne che caratterizzano il territorio, e strettamente legata ad esso, il Mongetto arricchisce il territorio di Vignale con uno spirito produttivo che sposa le filosofie di Slow Food, Eataly e di tutte le nuove piccole e grandi rivoluzioni sulla qualità e il cibo, mantenendo standard produttivi di altissima qualità, creatività nelle ricette, e rispetto della buona cucina piemontese.
L’appuntamento è per domenica dalle 9 alle 19 in piazza San Carlo 188.

Gabriella Daghero

I Torinesi e la Pizza

SCOPRI – TO   ALLA SCOPERTA DI TORINO

Un Legame Inossidabile tra Tradizione e Innovazione

Torino, città ricca di storia, cultura e innovazione, è anche un luogo dove la tradizione culinaria gioca un ruolo fondamentale nella vita quotidiana. Una delle passioni che unisce i torinesi è senza dubbio la pizza. Sebbene la capitale del Piemonte non possa vantare la stessa fama di Napoli o Roma in quanto a tradizione pizzaiola, qui la pizza è tanto amata quanto reinterpretata. Dalla sottile crosta napoletana alla più spessa e croccante versione romana, passando per alcune varianti che rispecchiano il carattere torinese, Torino ha saputo integrare la cultura della pizza nel proprio DNA gastronomico.
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La Passione per la Pizza a Torino: Tra Tradizioni Napoletane, Romane e il Tocco Torinese.
Per molti torinesi, la pizza è un rito che si consuma con amici e famiglia, ma anche un’occasione per esprimere la propria identità gastronomica. Qui, infatti, coesistono diversi stili che rispecchiano la varietà dei gusti locali, ma anche le influenze di altre città italiane.
Le pizzerie più celebri della città si differenziano per il tipo di preparazione e ingredienti, ma tutte hanno un comune denominatore: la qualità. Se da un lato molti locali torinesi propongono la pizza napoletana, con il suo impasto morbido e il cornicione alto e soffice, dall’altro non mancano pizzerie che si ispirano alla tradizione romana, con una base croccante e più sottile, perfetta per chi ama una pizza leggera ma saporita. La pizza napoletana resta comunque una delle più amate: il forno a legna, la mozzarella di bufala, il pomodoro San Marzano e l’olio extravergine di oliva sono gli ingredienti irrinunciabili. Tra i locali più apprezzati troviamo “Pizzeria Da Remo”, un angolo di Napoli nel cuore della città, che porta avanti la tradizione con passione e maestria.
Ma anche la pizza romana ha trovato terreno fertile a Torino, grazie a pizzerie come “La Piazzetta”, che con la sua base croccante e ingredienti di alta qualità ha conquistato i cuori di molti torinesi. In questo caso, la caratteristica distintiva è la leggerezza dell’impasto, che rende la pizza particolarmente digeribile, pur mantenendo una ricchezza di sapori indiscutibile.
Tuttavia, c’è anche chi ha deciso di proporre una pizza che rispecchia l’anima torinese: un impasto leggermente più alto, morbido ma croccante, che viene spesso arricchito con ingredienti tipici della regione. Un esempio perfetto di questa “pizza torinese” è quella di “Pizzeria La Piazzetta”, dove l’uso del castelmagno o del tartufo piemontese conferisce un tocco davvero unico alla preparazione. Nel corso degli anni, le pizzerie di Torino sono diventate sempre più sofisticate, evolvendo dalle tradizionali pizzerie da strada, dove la pizza veniva consumata velocemente, a veri e propri locali gourmet che offrono esperienze culinarie complete. Molti torinesi ora sono alla ricerca non solo di una buona pizza, ma di un’intera esperienza gastronomica che coinvolga tutti i sensi. Gli abbinamenti con vini locali come il Barbera o il Dolcetto sono diventati un must per chi cerca l’eccellenza anche nel bicchiere, oltre che nel piatto.
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Le Pizzerie più Famose della Città: Un Viaggio attraverso Stili e Gusti che Raccontano la Capitale del Piemonte.
Le pizzerie storiche di Torino, come “Gino Sorbillo”, che ha recentemente aperto un suo locale in città, portano con sé tutta la tradizione napoletana, ma si inseriscono perfettamente nel panorama gastronomico locale attraendo sia turisti che residenti. La pizza napoletana di Sorbillo, morbida e saporita, è fatta con ingredienti selezionati e la cottura nel forno a legna la rende ancora più autentica. Per chi desidera vivere una vera e propria esperienza napoletana, il locale di Sorbillo è una tappa obbligata.
D’altra parte, “Ciro”, con il suo stile romano, è il punto di riferimento per chi cerca una pizza più sottile e croccante. Da Ciro, la cottura è perfetta, l’impasto saporito e le combinazioni di ingredienti sono pensate per soddisfare tutti i gusti, da quelli più tradizionali a quelli più audaci. La versione romana della pizza, infatti, è perfetta per chi ama una base che, pur restando leggera, risulti particolarmente croccante. Non possiamo dimenticare “Pizzium”, un locale che ha rivoluzionato il concetto di pizza a Torino, mescolando diverse tradizioni regionali in una proposta unica. Qui la pizza è un viaggio attraverso le diverse scuole di pensiero: dall’impasto napoletano alla croccantezza della romana, passando per accostamenti di ingredienti che esaltano la varietà della cucina piemontese. La scelta degli ingredienti è curata nei minimi dettagli, e ogni pizza racconta una storia che unisce il meglio delle tradizioni gastronomiche italiane.
La crescente passione per la pizza torinese è accompagnata anche dall’innovazione: non è raro, infatti, trovare pizzerie che offrono varianti creative, come impasti integrali, senza glutine, o con farine speciali. Alcuni locali, ad esempio, hanno cominciato a sperimentare farine biologiche o a lunga lievitazione, che donano alla pizza un sapore più complesso e una digeribilità migliore. Questo è il caso di “Spiller”, che oltre alla tradizione, propone soluzioni innovative per i torinesi più attenti alla salute e al benessere.
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Una tradizione che si rinnova: Testimonianze di Torinesi Appassionati
Per capire veramente quanto i torinesi amino la pizza, basta ascoltare le parole di chi, ogni settimana, si dedica alla ricerca della migliore pizza in città. Marta, una torinese doc, racconta: «Per me, la pizza è un momento di felicità. È uno dei pochi piatti che riesce a mettermi d’accordo con tutti, perché ognuno può scegliere il suo tipo di pizza preferita».
E così, in città, la pizza diventa più di un semplice piatto, diventa il simbolo di una tradizione che si rinnova, adattandosi ai tempi ma mantenendo sempre un forte legame con la cultura culinaria che ne ha fatto uno dei piatti più amati al mondo.
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NOEMI GARIANO

“All’ombra dei ciliegi in fiore” ai giardini della Reggia di Venaria

I giardini della Reggia di Venaria si tingono di rosa con la fioritura dei ciliegi. Si tratta di uno scenario mozzafiato con un ricco programma di iniziative legate alla musica, allo sport, al divertimento e alla convivialità. La stagione della rinascita torna ad animare i giardini della Reggia, generando un’esplosione di colori e profumi nei giardini con l’avvio delle fioriture dei ciliegi, dei peri e dei meli, uno spettacolo da non perdere per gli amanti della natura. La Reggia celebra il rigoglioso ritorno della primavera con un ricco programma di iniziative nei mesi di marzo, aprile e maggio che verranno ospitate nei suoi giardini.

Sabato 22 e sabato 29 marzo le attività inizieranno con sedute di pilates e yoga flow; domenica 23 e 30 marzo si inizierà invece con la musica la mattina alle 11, e il pomeriggio alle 15.30 con il concerto tra i ciliegi dell’Ensemble di ottoni e percussioni del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. Alle 15.30 attività per adulti e bambini con pilates e yoga flow e yoga bimbi. Sia al sabato che alla domenica sono previsti spettacoli di danza alle 14 e alle 16, oppure dalle ore 14 alle ore 18 è possibile dedicarsi alla pittura con “Dipingere la natura en plein air”: gli artisti dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino dipingono en plein air e i visitatori potranno cimentarsi con i cavalletti a disposizione nei giardini. Questa attività è disponibile per tutta la settimana. Dalle 15 alle 18 per i bambini si propone il laboratorio di origami “Ciliegi di carta”, il sabato si può concludere la giornata con un aperitivo, mentre il pranzo è previsto per domenica 23 marzo (in caso di maltempo rimandato a domenica 30 marzo. In caso di maltempo tutte le attività verranno svolte all’interno del piano nobile della Reggia). Durante il weekend del 22 e 23 marzo, inoltre, il Centro di Conservazione e Restauro della Venaria Reale aprirà le proprie porte al pubblico gratuitamente per celebrare i suoi vent’anni di vita. Dalle 10 alle 18 i professionisti del Centro accoglieranno i visitatori per condividere la propria passione e il proprio impegno nella conservazione del patrimonio culturale.

Info: lavenaria.it

Mara Martellotta

Follia in Fiore nel chiostro della Certosa Reale di Collegno

Nel chiostro della Certosa Reale di Collegno approda la XVI edizione della mostra mercato, a cura di Orticola del Piemonte, per festeggiare l’inizio della primavera con prodotti agroalimentari, artigianato e fiori. A fare da cornice all’evento saranno diverse iniziative solidali, culturali, folkloristiche e didattiche organizzate dalla Città di Collegno in collaborazione con le associazioni del territorio. Con il ritorno della primavera, torna anche “Follia in fiore” sabato 22 e domenica 23 marzo, dalle 9.30 alle 18.30 presso l’affascinate chiostro della Certosa Reale di Collegno. Promossa dalla Città di Collegno, in collaborazione con Orticola Piemonte, è rivolta a un pubblico di famiglie, appassionati e curiosi, oltre agli amanti della natura in tutte le sue forme. Una vera e propria festa della primavera cui partecipano 70 espositori, tra artigiani e produttori agricoli, a cui si aggiungono alcuni florovivaisti, che animeranno il chiostro della Certosa Reale di Collegno, dove un tempo i padri certosini coltivavano le erbe officinali, e che fu trasformata nel corso dell’Ottocento in una delle strutture psichiatriche più grandi d’Italia. Importante sarà la presenza dei produttori agricoli del territorio con le loro eccellenze agroalimentari, un’offerta ricca e variegata di sapori che andrà dalle proposte salate come taralli e formaggi, prodotti da forno, prodotti di agricoltura organica fino allo zafferano e all’aglio di Caraglio, a quelle dolci come miele e nocciole, ma anche biscotti, zenzero, frutti disidratati e delizie alle rose. Non mancheranno vini, liquori e diverse tipologie di infusi, tisane e succhi di frutta.

Piccole realtà artigiane metteranno in luce la bellezza degli appartamenti e dei giardini della Certosa Reale con ceramiche, terrarium, vasi realizzati con le pietre, quadri e borse in tessuto, ma anche bijoux, gioielli artigianali, prodotti di cosmetica naturali come olio, saponi e creme per il benessere del corpo. Non mancherà una rappresentanza di florovivaisti piemontesi che esporranno proposte floreali finalizzate a evidenziare la bellezza dei balconi e dei giardini che le ospiteranno.

Ricco, come da tradizione, il programma di “Follia all’orto”, un insieme di iniziative ludico didattiche e solidali pensate per i più piccoli, grazie alla collaborazione con l’Orto che cura, laboratorio di agricoltura sociale didattica ambientale, gestito dalla cooperativa sociale Il Margine di Collegno, e che si terranno nel piazzale della cooperativa in piazzale Avis 3.

Dall’esposizione dei manufatti realizzati nei centri diurni della cooperativa, allo scambio di giochi per bambini in modalità swap party, fino ai numerosi laboratori artistici ed esperienziali dedicati ai più piccoli e finalizzati a far conoscere meglio il mondo della natura e a interagire con lei.

Esporranno le loro opere, realizzate nei laboratori di creatività, all’interno del chiostro, durante entrambe le giornate, la cooperativa Chronos di Rivoli e la Raf di Collegno, due associazioni del territorio che si occupano di servizi assistenziali finalizzati a persone con disabilità psicofisica. Nella giornata di domenica spazio al laboratorio musicale inclusivo “D’altrocanto”, all’esibizione di sbandieratori e musici dell’associazione Cigno Nero e al laboratorio di serigrafia.

L’ingresso è di 2 euro, entrata libera per minori di anni 14 e accompagnatori di disabili. L’accesso alla manifestazione è da via Martiri XXX Aprile 30. Maggiori informazioni sul sito www.orticolapiemonte.it o sui canali social di “Follia in fiore”.

Mara Martellotta

Le maschere del riso alla San Giuseppe

Le Maschere del Riso alla San Giuseppe. Sabato 22 marzo, nell’ambito della 76esima edizione della Mostra Nazionale di San Giuseppe al Polo Fieristico Riccardo Coppo di Casale Monferrato si terrà, dalle ore 16, un incontro di maschere storiche interregionale che costituirà una vera e propria novità. Oltre alla Corte di Madame Di Castelbelforte (Mantova) già presente dalla mattina interverranno il Bicciolano e la Bella Majin storici (Vercelli), il Conte di Casalino (Novara), il Papà del Gnocco (Verona) e i casalesi Gipin e Catlinin.

Poiché tutte le maschere saranno provenienti da territori risicoli l’evento si chiamerà ‘Maschere del Riso’ che è una coltura presente in tutti i territori. L’evento si svolge con la collaborazione del Centro Nazionale di Coordinamento delle Maschere Italiane nato a Parma con sede operativa a Verona. Verrà previsto un incontro con gli organi di informazione. Per info tel. 370 3017529

A To Dream tornano i mercatini di primavera e di Pasqua

Dal 22 marzo al 27 aprile sboccia l’artigianato tra i porti dell’Urban District  

 A grande richiesta, a To Dream, il più grande Urban District del Piemonte e punto di riferimento per shopping, ristorazione, intrattenimento e green life, tornano i mercatini dell’artigianato.

Da sabato 22 marzo a domenica 27 aprile, gli iconici portici del centro commerciale faranno da scenografia alle otto casette degli artigiani locali, in cui sarà possibile acquistare gioielli fatti a mano, accessori moda, magliette, borse, sciarpe dai colori vivaci e incensi profumati. Non mancheranno tante irrinunciabili delizie per il palato, come dolci e pasticceria, inclusa quella siciliana, brezel croccanti e liquori artigianali, oltre a quadri e tanto altro.

I visitatori avranno un’occasione speciale per i loro acquisti e le idee regalo in vista della Pasqua e potranno  immergersi in un’atmosfera unica, dove l’arte e la creatività saranno protagoniste.

Con questa iniziativa, To Dream – Urban District torinese conferma il suo impegno nel valorizzare gli artigiani locali e nel sostenere le realtà del territorio piemontese, con l’aggiunta di un’esperienza autentica e coinvolgente per tutti i suoi visitatori e una forma di ulteriore arricchimento commerciale, capace di dare valore alla passione e al talento di tanti professionisti.

Il 74% degli studenti universitari dorme meno di quanto dovrebbe

Da una recente ricerca, che ha coinvolto 600 studenti del Corso di Laurea di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino, emerge che il 74% degli studenti universitari dorme meno di quanto raccomandato dall’Associazione Mondiale di Medicina del Sonno ed il 19% soffre di disturbo del ritmo circadiano con posticipo di fase (gufi patologici). Questo è un disturbo caratterizzato dalla tendenza ad andare a letto ed addormentarsi più tardi rispetto alla media della popolazione con ipnotipo normale (intermedi) o anticipato (cosiddette allodole), con necessità di protrarre il sonno nella mattinata quando possibile. Il disturbo, trattabile mediante tecniche non farmacologiche, è statisticamente associato ad una peggiore qualità di vita in termini di stress percepito (74 vs 60% dei soggetti gufi patologici rispetto ad intermedi ed allodole), affaticamento diurno (54% vs 44%), qualità del sonno (74% vs 49%), sonnolenza patologica (24 vs 17%), sintomatologia ansiosa (moderata-grave 20% vs 10%) e depressiva (moderata-grave 23% vs 10%). I gufi patologici presentano infine un profitto scolastico meno buono in termini di media ponderata (-1 punto) e voto di maturità (- 4,5 punti) rispetto alle allodole ed agli intermedi.
La ricerca è stata coordinata dal Centro di riferimento regionale per i disturbi del sonno (responsabile professor Alessandro Cicolin) della Città della Salute e della Scienza di Torino e Dipartimento di Neuroscienze Rita Levi Montalcini e dal Dipartimento di Psicologia (diretto dalla professoressa Daniela Converso) dell’Università di Torino.
I risultati dello studio confermano l’importanza di un buon sonno non solo per la salute fisica e mentale ma anche per l’efficienza scolastica e lavorativa, esattamente il contrario del proverbio che recita “Chi dorme non piglia pesci”…
Il sonno è un bisogno fondamentale per la vita e per il benessere fisico e mentale, come l’acqua, il cibo, l’aria… E’ infatti coinvolto nei processi che regolano attenzione, memoria ed emozioni, ormoni e funzione cardiovascolare.  Non può sorprendere quindi che numerose evidenze scientifiche dimostrino che le alterazioni del sonno, in termini di quantità o di qualità, rappresentino un fattore di rischio per infarto, ictus, diabete, obesità, cancro e demenza.
La Giornata mondiale del sonno (World Sleep Day 2025) focalizza l’attenzione proprio sull’importanza del riposo per una buona funzionalità diurna e per la salute in generale. A Torino la Giornata prevede incontri pubblici nelle principali piazze (San Carlo, Carignano e Carlo Alberto in data sabato 22 marzo) ed ospedali (Molinette, Regina Margherita e CTO, venerdì 28 marzo) ed un incontro con gli esperti del settore e le Associazioni dei pazienti (sabato 29 marzo presso l’Aula magna dell‘ospedale Molinette di Torino (corso Bramante 88). L’evento rappresenta anche un’occasione per la popolazione ed i pazienti per incontrare le Associazioni nazionali del settore: RLS-Italia (sindrome delle gambe senza riposo), AIPAS-APS (sindrome delle apnee nel sonno) e la neonata Protocolloinsonnia (insonnie). Infine la notte del 22 marzo vedrà la Mole Antonelliana illuminata di azzurro per augurare a tutta la popolazione torinese un sereno e soddisfacente riposo!