Si è chiusa domenica 14 aprile alle 19.30 la 25° edizione di Torino Comics; il salone ha registrato 56.000 visitatori, confermando i numeri del 2018
I sold out: fumettisti, youtuber e doppiatori
Altissima l’affluenza nell’area editoriale agli stand delle case editrici come Tunuè, BD, Magic Press, Shockdom, Dark Zone, Niente da dire, Cronaca di Topolinia, e Star Shop. Lunghissime file di lettori e fan per le sessioni di disegni e autografi degli autori più amati, come Fraffrog, RichardHTT, Bigio e Odde (Shockdom), Boban Pesov, Felinia e Ribosio, Alessandro Mazzetti (Magic Press), Paolo Eleuteri Serpieri (Star Shop), Micol Beltramini e Gea Ferraris (BD), Enrico Orlandi (Tunuè).
Migliaia di giovanissimi hanno affollato lo Youtuber village, dove fin dalla prima mattina di sabato e domenica si sono create lunghe code per incontrare le star più amate del web, in particolare Cartoni Morti, LaSabri, Dinsieme, Crushthetube e il trio formato da Simone Paciello, Amedeo Preziosi e Riccardo Dose.
Grande successo anche per le due conferenze sul doppiaggio, che ha visto protagonisti sul palco del padiglione 2 le voci del mondo Marvel – Spiderman, Captain Marvel – e di Game of Thrones: Alex Polidori, Sara Labidi, Marco Guadagno, Stefano Crescentini, Letizia Ciampa, Elena Perino e Francesco Venditti.
Le competizioni cosplay. Più di 350 partecipanti alle sfilate tra sabato e domenica
Si è svolta sabato 13 aprile a Torino Comics la tappa italiana delle qualificazioni dell’International Cosplay League, competizione mondiale a cui partecipano cosplayer qualificati da Paesi di tutto il mondo. Le finali si svolgeranno a settembre a Madrid, in occasione dell’evento Japan Weekend.
A giudicare i concorrenti, una giuria tutta al femminile di esponenti di primo piano del mondo cosplay internazionale: la super ospite Hannah Alexander, costume designer di grande fama, i cui modelli di abiti vengono riprodotti dai cosplayer di tutto il mondo.Eleo Cosplay e Chèr Macabre, le due italiane vincitrici – categoria coppia – delle finali mondiali dell’ICL 2018, e Like Linda, seconda nella categoria singoli sempre all’ICL 2018 alle finali di Madrid; completa il parterre Dani Foca, espertissima cosplayer specializzata in armature tratte da videogiochi.
La vittoria è andata ad Alberta Avanzi, che ha impersonato Sister of battle della serie Warhammer 40k. Al secondo posto Paula Capilla, che ha vestito i panni di Julietta Necromancer da Sakizo
Superpremio Cosplay 2019: Massimo Pietrasanta vola al London Film and Comic Con
Domenica 14 si è svolto il classico cosplay contest, che premia l’abilità “artigiana” del concorrente, la sua capacità di immedesimarsi nel ruolo scelto e le sue doti interpretative e di simpatia, in una sfida all’ultimo abito per l’assegnazione dei premi. Nella giornata di domenica si sono alternati sul palco più di 300 cosplayer, in gara per aggiudicarsi il premio per miglior singolo (maschile e femminile), miglior coppia, miglior gruppo, fino al superpremio finale, un viaggio a Londra e un due pass per visitare il London film and Comic Con. Il vincitore quest’anno è stato Massimo Pietrasanta, che ha vestito i panni di Necromancer dal videogioco Diablo 3.
Videogames: a Torino la tappa di qualificazione dei campionati italiani di Call of Duty e PES.
Torino Comics ha ospitato la terza tappa delle qualificazioni dei campionati nazionaliCPC – Champions Pro Circuit (per professionisti) e CVL – Champions Virtual League (per amatori) di Call of Duty. Le competizioni si sono svolte nelle giornate di sabato e domenica su 40 postazioni Playstation 4: il podio per professionisti ha visto il team Duality sul gradino più alto, seguito da Avocy e Vnom.
Si è svolta a Torino Comics, domenica 14 aprile, anche la prima tappa del Pes Italian Championship, il primo Campionato Italiano di Pes – celeberrimo videogioco sul calcio – per PS4, organizzato da HEL in collaborazione con la community Calciatori Brutti. Il campionato è suddiviso in 5 tappe di qualifica più una Grand Final. Ogni tappa ha come premio una console PS4. Il vincitore, oltre a qualificarsi per la Grand Final, è stato inoltre insignito di giocatore ufficiale della Community di Calciatori Brutti.
E' arrivata la Primavera, il mondo è in fiore
“Parlami di Dio, dissi al mandorlo. E il mandorlo fiorì” scriveva il poeta greco Kazantzais
E’ questo che accade in primavera, tutto fiorisce e rivive, gli alberi, la natura, la vita in ogni sua espressione.In questa stagione di meravigliosa rinascita, vitalità e rinnovamento sono riconoscibili ovunque, nei colori dei paesaggi, nell’aria mite che lentamente ci fa svestire, non solo dagli indumenti invernali ma anche da uno spirito grigio e spento tipico della stagione fredda, e poi ancora dalle strade più popolate, dai dehors dei bar e dei ristoranti affollati dagli avventori, dalle vetrine dei negozi dove brillano abiti che simulano la natura vivace e colorata. Insomma tutto ci parla di questo nuovo inizio, dell’equinozio dell’emisfero boreale cominciato, come d’abitudine, il 21 marzo. In molte parti del globo il messaggio della natura è forte e presente, ma ci sono luoghi dove questo inizio, questo ciclico risveglio è maggiormente eloquente ed esprime tutta la sua potenza destando lo stupore di ognuno di noi e regalandoci forti emozioni. Tra i posti più incredibili per l’esplosione dei colori primaverili troviamo l’Olanda. Il Keukenhof Garden, ad Amsterdam, diventa un variopinto tappeto di colori e la vista dall’alto delle coltivazioni dei tulipani, arrivando in aereo, ci offre uno spettacolo unico: un immenso velluto multicromatico di eccezionale bellezza. A Tokyo in Giappone, i ciliegi, sakura in giapponese, sbocciano a migliaia dando vita ad una incantevole visione, suggestiva e magica. La città, moderna ed efficiente, si orna di rosa e ha inizio l’hanami, un rito nato intorno al 1300, che in lingua giapponese vuol dire ammirare i fiori. Nella Foresta Blu, in Belgio a mezzora da Bruxelles, l’azzurro intenso delle campanule fiorite, generalmente da metà di aprile, crea uno sfondo meraviglioso, una scena fiabesca in mezzo ai boschi dove si possono fare gradevoli passeggiate, anche guidate. La Provenza, nel sud della Francia, nella zona di Gordes dove è possibile visitare la splendida Abbazia di Sénanque, ci delizia, fino a settembre inoltrato, con i suoi campi color lilla e profumati di lavanda ma anche con la Strada della Mimosa, un percorso giallo intenso, che va arriva a Grasse. Da visitare assolutamente il Jardin méditerranéen di Domaine de Rayol. Nella vicina Austria, a Wachau, gli albicocchi in fiore regalano una scena straordinaria. Le campagne si macchiano di bianco e rosa producendo un effetto visivo di toni e sfumature davvero singolare. In Italia la primavera ci incanta con splendide fioriture, un tripudio di colori da nord a sud, per celebrare la bella stagione che arriva, il freddo che va il letargo, il clima di prosperità e letizia. Una località famosa per la bellezza vivacissima dei suoi giardini lussureggianti è Villa Taranto a Verbania, in Piemonte. Piante e fiori di tutti i tipi, aiuole curate, il labirinto delle dalie, le ninfee e le bellissime azalee, il tutto decorato da fontane di raffinata eleganza, vere e proprie opere d’arte. A Cisterna di Latina, nel Lazio, sorge il Giardino di Ninfa, un parco di bellissimi esemplari provenienti da tutto il mondo che decorano i ruderi del vecchio borgo medievale. Tra le iniziative più interessanti Parchi letterari, per visitare e guardare il giardino con gli occhi narranti di importanti scrittori. In moltissime zone della Sicilia troviamo invece le profumatissime zagare d’arancio, simbolo del matrimonio, ma anche di limone, cedro e bergamotto. Sono piccoli fiori bianchi che vengono utilizzati nella preparazione di profumi ed essenze che vantano diverse proprietà e che donano a questa terra, unica e ricca di storia e tradizioni, un aroma dolce ed evocativo.
Maria La Barbera
Una Mole di olio
Matilde Sclopis Gambaro e Laura Severi De Palma Presentano la manifestazione”UNA MOLE DI OLIO”. E’ la prima edizione della manifestazione a Torino dedicata all’ ingrediente più prezioso della nostra tavola. E’ uno dei vanti del Bel Paese, leader nella produzione mondiale di questo pregiato alimento. L’ evento si terrà sabato 18 e domenica 19 maggio dalle ore 11.00 alle ore 20.00 con ingresso libero , presso il Museo del Risorgimento italiano, cornice prestigiosa ricca di fascino e storia, nel cuore del centro torinese. Unica nel suo genere in Piemonte, “Una Mole di Olio” vuole essere occasione di degustazioni e vendita al pubblico, nonché un’opportunità per esplorare i suoi usi e impieghi attraverso l’esperienza sensoriale e la competenza di produttori e addetti ai lavori provenienti da tutta Italia. Il direttore artistico (agronomo e giornalista enogastronomico) Alessandro Felis organizzera’ una serie di attivita’ durante l’evento:
- – Una Mole di Incontri: eventi didattici, degustazioni guidate, momenti di cultura del cibo.
- – Extra Mole Ristoranti: I produttori verranno messi in contatto con i ristoranti piu’ rinomati della citta’ per creare menu’ gourmet dedicati all’olio.
- – Una Mole di Degustazioni: durante la settimana che precede la manifestazione saranno calendarizzate degustazioni a tema negli esercizi commerciali selezionati dall’ASCOM di Torino.
Nelle scorse edizioni delle Manifestazioni Una Mole di (panettone, cioccolato, pane etc.) hanno partecipato circa 15.000 visitatori.
Messer Tulipano omaggia Leonardo
In occasione delle celebrazioni leonardesche, che ricorrono quest’anno, rende omaggio a LEONARDO DA VINCI (Vinci, 15 aprile 1452 – Amboise, 2 maggio 1519), grande pittore, scultore, inventore, ingegnere militare, scenografo, anatomista, pensatore, uomo di scienza, considerato uno dei più grandi geni dell’umanità
Da sabato 13 a domenica 21 aprile nel percorso di visita di Messer Tulipano si potranno osservare la replica del dipinto dell’Annunciazione a lui attribuito e il suo modellino di aliante, ricostruito da un esperto, nel corsodella giornata di domenica 14 aprile. Leonardo da Vinci compare raffigurato anche sul soffitto di uno dei saloni visitabili all’interno del Castello diPralormo: in uno dei medaglioni affrescati con la tecnica a “grisaille”, e raffiguranti famosi letterati, architetti, pittori e artisti si riconosce anche Leonardo. Infine, per tutta la settimana, in omaggio al grande personaggio, tutti i visitatori che si chiamano “Leonardo” potranno entrare gratuitamente a MESSER TULIPANO!
EVENTI COLLATERALI
SABATO 13 APRILE
Ore 16.00: “Pastori di anime, cacciatori di erbe” conversazione a cura di Fabrizio Bottelli, direttore del Giardino Botanico di Oropa. Un racconto sui religiosi che, oltre aver consacrato la loro vita alla fede cristiana, si sono anche appassionati all’esplorazione della natura e in particolare allo studio della botanica. Lo spirito missionario ha da sempre spinto i pastori di anime verso nuovi continenti dove, oltre a predicare e diffondere il Vangelo, hanno contribuito ad arricchire le conoscenze naturalistiche relative a diversi paesi esotici come testimoniato dalle collezioni (soprattutto erbari) conservate in molti istituti religiosi. Il motivo dell’interesse per la botanica da parte dei religiosi probabilmente derivava dalla contemplazione delle bellezze naturali del creato unita all’osservazione dell’ambiente circostante sia in luoghi sconosciuti all’arrivo in continenti lontani, sia nel percorrere a piedi i viottoli di campagna e di montagna per raggiungere i parrocchiani nelle borgate sperdute. Va ricordato inoltre che l’approfondire la conoscenza delle piante medicinali per alleviare le sofferenze delle persone malate ha sempre fatto parte della tradizione conventuale e ancor oggi molte preparazioni erboristiche utilizzano immagini di frati e abbazie quasi a garanzia della qualità del prodotto. Al termine della conversazione degustazione di tisane a base di erbe.
Nel corso della giornata: dimostrazioni di acquerello botanico e di intaglio del legno.
Per i più piccoli:
– Pista dei trattorini a pedali per piccoli agricoltori a cura di New Holland.
– Nel corso della giornata attività a cura della libreria La Farfalla di Snipe.
DOMENICA 14 APRILE
Nel corso della giornata:
– Esposizione nel parco, in occasione del raduno del Club Alfa Romeo Duetto, di un’Alfa Romeo Duetto di famiglia modello “osso di seppia” del ’68.
– Dimostrazioni di acquerello botanico e di intaglio del legno.
Nel pomeriggio: esibizione di danze storiche di epoca risorgimentale in costume del gruppo Storico Historia Subalpina.
Per i più piccoli:
– Pista dei trattorini a pedali per piccoli agricoltori a cura di New Holland.
– Nel corso della giornata attività a cura della libreria La Farfalla di Snipe.
– Ore 15.00 e 16.30 circa: attività “La moda di un seme” a cura di ArteNa.
Il seme col manto alato, quello ad uncino, quello che esplode. La natura si esprime nelle sue strategie più vincenti e nella sua elegante fantasia. Noi sappiamo imitarla? Un momento di gioco dedicato ai bambini dai 5 anni in sù per scoprire il modo dei semi, i loro decori e i loro stratagemmi di disseminazione.
Al via la 25° edizione di Torino Comics
Dal 12 al 14 aprile Lingotto Fiere ospita la 25° edizione di Torino Comics, la fiera dedicata a fumetto, games, videogames e cosplay. Torino si prepara ad accogliere oltre50.000 appassionati di fumetti, manga, anime, cinema, game&videogame, oltre naturalmente agli immancabili cosplayer
L’area commerciale&comics ospita editori, distributori, fumetterie, autoproduzioni e proposte di gadget e oggettistica a tema, per cosplayer e non solo, realtà del mondo dei videogames e dei giochi da tavolo e di ruolo. Tra le case editrici presenti: Tunuè, BD, Magic Press, Shockdom, Cronaca di Topolinia, Dark Zone, No lands Comics, Lavieri, Star Shop distribuzione, 001, Manfont e Acheron books.
Presenti inoltre sei aree tematiche che propongono attività e animazioni durante tutti e tre i giorni di evento:
- Torino Cosplay, dedicata al mondo dei cosplayer, con il palco per le competizioni e numerose attività, dai concerti al karaoke;
- Area videogames, con postazioni dedicate a tornei nazionali sui migliori videogiochi del momento;
- Area youtuber&creator, dove i più giovani potranno incontrare alcuni dei talent più famosi del momento;
- Area entertainment, con percorsi e gare a tema, come la pista go-kart, le Escape Room e molte altre aree divertimento;
- Area games, dove tutti i giorni è possibile cimentarsi in giochi di carte, di ruolo e in scatola;
- Area Lego, con oltre 600 metri quadri di esposizione dedicati ai leggendari mattoncini.
Il programma: live performance, mostre, workshop, conferenze.
Sono attesi a Torino più di 100 ospiti provenienti dal mondo del fumetto, del cosplay, del doppiaggio e del gaming, oltre agli youtuber, star del web amate dai giovanissimi; gli ospiti saranno protagonisti di incontri, presentazioni, workshop di disegno, sketch e sessioni di autografi e foto per i fan.
Tra gli ospiti confermati del mondo dei comics: Paolo Eleuteri Serpieri, maestro del fumetto western italiano; Pasquale Ruju, Dante Bastianoni, Gino Vercelli; Boban Pesov, Felinia e Ribosio, Manfredi Toraldo, Emanuele Manfredi, Sergio Cabella, RichardHtt e Fraffrog.
A Torino Comics viene presentato un progetto alternanza scuola-lavoro che coinvolge alcuni studenti delle scuole torinesi nella creazione di una graphic novel sul tema della deportazione nella Seconda guerra mondiale.In area disegnatori sono in programma più di 30 worskshop dedicati a diverse tecniche e tematiche: dalla teoria della luce al ritratto fantasy, dal character design alla prospettiva, dalle tecniche per inchiostrazione, acquerello e sfumatura all’illustrazione applicata al fumetto. Dalla collaborazione con DZ Edizioni e Amnesty International debutta in fiera l’Area performance, uno spazio in cui alcuni dei più importanti artisti italiani del mondo del fantastico, dei videogiochi e del fumetto si esibiranno dal vivo per tre giorni e realizzeranno le loro opere su una tematica importante e attuale come quella dell’odio. Le opere prodotte durante i giorni di Torino Comics saranno consegnate ad Amnesty International e poi messe all’asta.
I doppiatori del mondo Marvel e di Game of Thrones
Anche quest’anno sarà presente una nutrita schiera di voci celebri del mondo del cinema e delle serie tv, con un focus particolare sulla celeberrima serie tv Game of Thrones e sul mondo Marvel. Sono in programma sul palco cosplay due conferenze, sabato 13 e domenica 14 aprile alle ore 13, in cui i doppiatori sveleranno al pubblico aneddoti e curiosità sui loro doppiaggi più famosi. Tra gli ospiti confermati: Sara Labidi – Arya Stark in Game of Thrones; Marco Guadagno – Dottor Armin Zola nei film su Captain America; Elena Perino, Carol Denvers – Captain Marvel; Alex Polidori alias Spider-man;Letizia Ciampa – Daenerys Targaryen in Game of Thrones, nonché Hermione nella saga di Harry Potter; Francesco Venditti alias Deadpool; Stefano Crescentini – Mysterio, nel film Spider-man: Far from Home.
Le competizioni cosplay
Sabato 13 Torino Comics ospita la tappa italiana dell’International Cosplay League,competizione a cui partecipano cosplayer qualificati da paesi di tutto il mondo. Verranno selezionati un singolo, che verrà giudicato solo ed esclusivamente per la fattura del costume e degli accessori, e una coppia, che verrà valutata per il costume e l’esibizione su palco. I vincitori di Torino avranno l’opportunità di partecipare alla finale di Madrid in programma a settembre in occasione del Japan Weekend. Domenica 14 aprile si svolge la classica sfilata competitiva, con oltre 300 partecipanti previsti. Numerose le categorie in concorso, dal miglior costume maschile e femminile al miglior gruppo, dalla migliore interpretazione al miglior accessorio. Il superpremio finale di quest’anno è un viaggioper due persone al London Film and Comic Con.
Area Lego: oltre 600 metri quadri di esposizione, workshop e costruzione libera
Grazie alla collaborazione con Piemonte Bricks LUG, a Torino Comics sarà allestita una grande area dedicata ai mattoncini più famosi del mondo. In più di 600 metri quadrati di esposizione verranno presentate opere appartenenti alle tematiche più disparate: un grande diorama comunitario con molte ambientazioni e parti in movimento, veicoli Technic, braccia robotiche indossabili, scene tratte da cartoni animati, film western, di fantascienza (con grandi diorami a tema Star Wars) e d’avventura. Immancabili le opere ispirate al mondo dei fumetti e dei supereroi. Presenti inoltre tre aree tematiche:“Scegli e Crea”, in cui dei set saranno messi a disposizione per essere costruiti seguendo le istruzioni; “Pick & Build” di costruzione libera; area workshop, a tema “costruiamo insieme un supereroe”.
Youtuber&Creator: 20 talent in arrivo a Torino
Alcune delle star più amate di youtube – e non solo – saranno ospiti quest’anno a Torino Comics: tra i protagonisti dell’area ci saranno, sabato pomeriggio, nove youtuber che curano la rubrica live Facce di Nerd, che si occupa appunto di argomenti tipici della cultura “nerd”, dai fumetti al cinecomics. Sabato e domenica ospiti di punta saranno il trio di youtuber-cantanti Simone Paciello, Amedeo Preziosi e Riccardo Dose; Andrea Lorenzon, creatore del canale Cartoni morti; e LaSabri, la regina di youtube con oltre 2 milioni e mezzo di followers.
Videogames: tornei nazionali di CPC e PES.
Torino ospita la terza tappa delle qualificazioni dei campionati nazionali CPC – Champions Pro Circuit (per professionisti) e CVL – Champions Virtual League (per amatori) di Call of Duty, in programma sabato e domenica. Domenica è prevista anche la prima tappa del Pes Italian Championship, campionato italiano di uno dei più famosi videogiochi sul calcio per Playstation, organizzato da HEL in collaborazione con la community Calciatori Brutti.
(foto Fabio Daro’)
Torna la Color Run
Quattro gli appuntamenti in calendario: Torino, Parma, Lignano Sabbiadoro e Milano
Radio Italia la nuova radio Partner / Lega Italiana Fibrosi Cistica il Charity Partner
Run & Love, questo il binomio ideale per spiegare The Color Run, la regina di tutte le fun race, una corsa tutta sentimento. Non a caso il suo nuovo tour 2019 sarà tutto ispirato al tema LOVE, un mood lanciato a inizio anno a livello internazionale che accompagnerà anche l’edizione italiana, che si snoderà tra la primavera e la fine dell’estate. La corsa non competitiva, nata negli Stati Uniti nel 2011 per promuovere il benessere psico-fisico e organizzata in Italia da RCS Sports & Events – RCS Active Team, ritorna infatti per il settimo anno consecutivo con quattro tappe ufficiali, ciascuna delle quali metterà a disposizione dei color runner un percorso lungo 5 km ricco di colori, schiuma, bolle, musica, festa e tanta allegria. Si partirà da Torino il 18 maggio in Piazza d’Armi, dove il tour ritorna dopo un anno di pausa (ultima edizione settembre 2017). Dopo il Piemonte ecco l’Emilia Romagna, con la prima volta di Parma in calendario il 9 giugno, per una grande festa in concomitanza con la chiusura delle scuole. Irrinunciabile la Sunset Edition a Lignano Sabbiadoro il 27 luglio, quarto appuntamento consecutivo per questa rinomata località della provincia di Udine, che ospita l’unica tappa The Color Run sul mare. Il gran finale a Milano il 14 settembre, all’interno del Parco Experience (ex area Expo), dopo la grande partecipazione dello scorso anno che ha visto protagonisti oltre 10.000 runner, con la sua apertura straordinaria e l’incantevole spettacolo dell’Albero della Vita. The Color Run è un format-evento di grande successo che aggrega ed entusiasma un pubblico sempre più vasto. Una corsa inimitabile, che vanta quasi 400.000 partecipanti in Italia dal 2012. Un consenso e una popolarità sottolineate non solo dai grandi numeri ma dalla nascita, in questi ultimi anni, di numerosi tentativi d’imitazione. Il mood 2019, LOVE, parla dell’amore dei partecipanti per la corsa ma anche per lo stare insieme con gli affetti più cari e condividere momenti unici. La The Color Run è infatti pensata per le famiglie e l’attenzione per i più piccoli bambini è di anno in anno sempre maggiore. Grazie al contributo dei numerosi Partner vengono organizzate tante attività sin dai giorni antecedenti ciascuna tappa. Obiettivo comune: il divertimento, la condivisione di un’esperienza sana e positiva. Tra le novità più interessanti del 2019 vi è, senza dubbio, l’ingresso di una nuova radio Partner. Radio Italia sarà infatti l’emittente radiofonica ufficiale di The Color Run#LoveTour, che seguirà e accompagnerà i partecipanti con la sua musica e scandirà il ritmo dei vari momenti della giornata. A cambiare quest’anno sarà anche il Charity Partner della manifestazione, rappresentato stavolta dalla Lega Italiana Fibrosi Cistica con un contributo organizzativo prezioso e attivo al fianco di RCS Sports & Events, grazie alla partecipazione dei suoi numerosi Testimonial. “Lo sport, per le persone affette da fibrosi cistica, è sinonimo di terapia e benessere. Insieme a The Color Run possiamo quindi migliorare la qualità della loro vita, delle loro cure e richiamare l’attenzione su questa grave malattia genetica che toglie il respiro ma non la gioia di vivere”, afferma Antonio Guarini, Vicepresidente della Lega Italiana Fibrosi Cistica Onlus (LIFC).
IL FORMAT
Si corre per 5 km, dallo start al traguardo si arriva completamente colorati. Il percorso è ricco di punti divertimento, a ogni chilometro viene associato un colore oppure un punto schiuma e un punto bolle. Finita la corsa si torna al Villaggio, centro nevralgico della manifestazione, per una grande festa dove si attenderanno i partecipanti per continuare il divertimento con musica, animazione e i famosi color blast ovvero il lancio delle polveri colorate dal palco verso il pubblico che trasformerà l’atmosfera sino al tramonto o sino alle sera.
LE ISTITUZIONI E I PARTNER THE COLOR RUN
Comune di Torino, Comune di Parma, Città di Lignano Sabbiadoro, Comune di Milano e Arexpo.
eBay // ODDO // Radio Italia // La Gazzetta dello Sport. Charity Partner: Lega Italiana Fibrosi Cistica
ALCUNE CURIOSITA’. The Color Run rappresenta la più grande “running series al mondo”. Presente in oltre 50 paesi e in 200 città, il format ha coinvolto dal suo debutto oltre 6 milioni di persone. Nelle sei edizioni italiane: 39 sono state le tappe complessive di cui 13 le province coinvolte (Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Rimini, Reggio Emilia, Roma, Torino, Trento, Trieste, Venezia, Verona e Udine), 185.000 i km percorsi dai color runner, 35 mila i race kit consegnati. Lo scorso anno il 21% dei partecipanti aveva un’età inferiore ai 13 anni mentre il 44% un’età compresa tra i 14 e i 30 anni.
Messer Tulipano compie 20 anni
Al Castello di Pralormo
Messer Tulipano, il grande evento botanico nel parco del Castello di Pralormo annuncia ogni anno la primavera con la straordinaria fioritura di 100mila tulipani e narcisi. Il piantamento è sempre rinnovato nelle varietà e nel progetto-colore, ed ospita tante varietà curiose. La manifestazione coinvolge tutto il parco, progettato nel XIX secolo dall’architetto di corte Xavier Kurten, artefice dei più importanti giardini delle residenze sabaude. Nei grandi prati sono state create aiuole dalle forme morbide e sinuose, progettate ponendo particolare attenzione a non alterare l’impianto storico e prospettico. Le aiuole dunque “serpeggiano” tra gli alberi secolari, mentre nel sottobosco occhieggiano ciuffi di muscari, di narcisi e di giacinti.
EVENTI COLLATERALI E APPUNTAMENTI
Conversazione “LA FOLLIA DEI TULIPANI”
a cura di Maria Lodovica Gullino, Davide Pacifico e Consolata Pralormo
Domenica 7 aprile, ore 11
Davide Pacifico illustrerà con l’aiuto di immagini e filmati l’appassionante storia, l’origine e le caratteristiche dei tulipani, la struttura e le tecniche di ibridazione, le famiglie create dagli ibridatori, curiosità e aneddoti su questi incredibili fiori.
Consolata Pralormo lo affiancherà proseguendo con il racconto dell’incredibile storia della tulipomania che travolse l’Olanda nel XVII secolo. Inoltre l’ideatrice e organizzatrice di Messer Tulipano racconterà come viene progettato e realizzato il piantamento di bulbi nel parco del Castello che quest’anno per il ventennale dell’evento è stato di 100.000 bulbi, completamente rinnovati nelle varietà e nel progetto-colore.
Infine Maria Lodovica Gullino completerà la conversazione annunciando il Festival sulla Salute delle Piante che avrà luogo nel 2020 con un approfondimento sulle malattie delle piante, soffermandosi in modo particolare sui virus che ne alterano l’aspetto originario e che, nel caso dei tulipani, li rendono screziati e magnifici.
La nuova proposta dei ‘Salotti del Benessere’
La terra grama e il “rosso generoso”
“Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12..La guerra contro l’Austria-Ungheria che, sotto l’alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 Maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta…L’Esercito Austro-Ungarico è annientato.. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza… Firmato:Armando Diaz”
Il “bollettino della vittoria” l’aveva sentito leggere ad alta voce dal dottor Giubertini. Il medico condotto, tra una visita e l’altra, non mancava mai l’appuntamento con il quartino di vino e il mazzo da quaranta delle carte da scopa. La Società di Mutuo Soccorso si trovava all’angolo tra la strada principale e la viuzza che conduceva al Municipio. Dietro al bancone, intento a mescere il vino, l’oste occupava gran parte dello spazio, grande e grosso com’era. Alvaro, per tre lunghi anni aveva servito la Patria, passando da un fronte all’altro, schivando il piombo austriaco dai monti del Cadore fin giù nelle golene del Piave.Non sapeva nemmeno lui come aveva fatto a portare a casa la pelle. E per di più intera, senza nemmeno una ferita grave se s’escludeva quello sbrego sul gluteo sinistro che gli era stato impresso da una fucilata presa di striscio, partita dallo schioppo di un fuciliere imperiale del Kaiser sul Monte Piana, nelle Dolomiti di Sesto. Non doveva essere tra i migliori tiratori di Cecco Beppe, per sua fortuna. Nonostante la ferita,aveva tenuto la posizione e s’era guadagnato una medaglia di bronzo,per altro non richiesta. Sentir raccontare con tanta enfasi della guerra uno come il dottore che aveva schivato il fronte,restando nelle retrovie,al servizio medico dello Stato Maggiore,gli provocava acidità di stomaco.Avrebbe voluto alzarsi, schiaffeggiarlo e cacciarlo fuori dall’osteria ma quello era pur sempre il medico condotto e lui solo un contadino di montagna che la guerra aveva reso ancor più povero di quanto già non fosse. Così,tenendo a freno la lingua,svuotò il bicchiere e s’alzò dal tavolo,salutando con un cenno del capo gli altri avventori.Fuori l’aria era fredda.Scendeva dalla Val Chiusella e era talmente brusca da far rabbrividire. Per fortuna s’era portato appresso,uscendo di casa,il pastrano che aveva trovato in quella malga sull’altipiano dove si era rifugiato durante una delle giornate più difficili di quella brutta guerra.Non seppe mai a chi fosse appartenuto e nemmeno cosa avesse indotto il legittimo proprietario a lasciare incustodito quel prezioso capo di vestiario. Una fuga improvvisa o una disgrazia? Chissà. Non era di foggia militare e non portava mostrine.
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Fatto sta che quell’inaspettato rinvenimento gli fu molto utile e lo considerò alla stregua di una vera e propria grazia piovuta dal cielo.Cessate le ostilità tornò a casa dopo un lungo viaggio dove alternò alle rare tradotte ferroviarie le più frequenti e lunghe marce a piedi. In paese trovò rovine e miseria.I suoi vecchi, Albino e Giuditta, erano morti all’inizio dell’ultima estate di guerra. Se n’erano andati a distanza di pochi giorni l’uno dall’altra. La cascina era in pessime condizioni e il terreno stava andando in malora. La campagna attorno a Pavone era sempre stata generosa con chi non avesse paura di spaccarsi la schiena nel lavorarla ma in quei tempi grami anche la terra era diventata avara. Pareva caduta preda di una maledizione che l’aveva resa micragnosa, dura come pietra,con quelle zolle che resistevano alla zappa come le teste chiodate di crucchi dalle Dolomiti al Carso. Si preparava un Natale amaro. Di pace, finalmente, ma anche di fame. Nei primi tempi si era fatto aiutare da un suo zio. Orgoglioso com’era, patì molto quella situazione nonostante il fratello del padre fosse una persona buona e generosa.Dissodò il campo, seminò quel poco che aveva, imbastì persino delle novene perché anche la fede,che pure non l’aveva mai visto così attento ai precetti, poteva aiutare in frangenti come quelli, scansando scoramento e disperazione.Raccolte in qualche sacco le patate seminate in quel terreno ostico, aveva provato a venderle a Bairo ma era stato accolto con ostilità da un gruppo di tirapere ,i tirapietre. Era quello, in parola e nei fatti, il soprannome di quelli che,come abitudine non propriamente ospitale,accoglievano i forestieri a suon di pietre.Ridevano, quei pazzi. E gridavano “a l’é bianch ‘me la coa dël merlo”,è bianco come la coda del merlo. Alludevano al fatto di averlo conciato per le feste,impaurendolo.Altro che vender patate! L’avevano fatto nero ed era già tanto l’esser riuscito a scappar via. Non erano anni facili da nessuna parte e il Canavese non faceva differenza. Imperversavano le rivalità tra gli abitanti dei vari paesi. Per uno di Foglizzo, paese dei mangia rane (ij cagaverd ) era dura andar d’accordo con quelli di San Giusto Canavese che chiamavano, poco amichevolmente, ij singher ,gli zingari. E ij biàuta-gambe , i dondola-gambe, cioè i fannulloni di Rivarolo ironizzavano – ricambiati con gli interessi – sui gavasson di Ozegna, simulando i colli ingrossati dalla tiroide. Un certo rispetto se l’erano guadagnati quelli di Rivara,ij strassapapé,gli “stracciacarte“. Apparivano agli occhi dei più come persone ben fornite degli attributi giusti grazie a una lontana leggenda secondo la quale nel lontano ‘500,durante la stesura di un atto notarile,un cittadino strappò il documento dalle mani del notaio e lo distrusse davanti ad una piccola folla.
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L’avido notaio aveva la pessima ma per lui redditizia abitudine di riportare cifre maggiorate in favore dei suoi conti,ingannando i poveri contadini, spesso analfabeti e incapaci a far di conto. Una storia, come tante altre, che veniva raccontata e tramandata da quelli di Favria, ij tajastrass, quelli che ti tagliavano i vestiti addosso, facendosi allegramente i fatti altrui.Alvaro, a testa bassa, continuò la sua lotta con quella terra taccagna.Per ottenere un minimo di raccolto dovette impiegare il massimo degli sforzi,dimostrandosi molto più generoso di quanto non fosse quella campagna che lo strizzava come un cencio, rubandogli fino all’ultima stilla di sudore.Un giorno, al mercato di Ivrea, mentre cercava delle sementi e una gerla nuova per il fieno necessario ai pochi conigli che aveva iniziato ad allevare, incontrò Giovannino Bedini, anch’esso contadino, proprietario di un po’ di terra dalle parti di Torre Balfredo.Originario del vercellese e non più giovane d’età,Giovannino si era piegato la schiena fin dai tempi dell’infanzia aiutando i genitori nel ricavare da quella terra poco generosa il minimo che servisse per vivere.O meglio, per sopravvivere. Eppure,a detta dei più (e bastava uno sguardo attorno ai suoi campi per trovare conferma) le rese non erano poi così malvage. Forse dipendeva da lui la scarsa capacità di far fruttare le semine tra quelle zolle scure. Per di più un vecchio zio di nome Giacomone gli aveva lasciato in eredità alcuni filari di vigna sulla serra morenica di Piverone, poco distante dalla sponda nord occidentale del lago di Viverone.I due contadini, seduti al tavolo dell’osteria della Pesa, discussero a lungo e dopo il terzo “mezzino”,Bedini avanzò una proposta. Se Alvaro fosse stato dell’idea, a suo dire, avrebbero trovato un modo per aiutarsi a vicenda.Come? Dando una mano a Giovannino nel tentativo di ottenere da quel terreno una miglior resa. Così i due,diventando soci e lavorando nella vigna, si sarebbero divisi i proventi della vendita dell’uva che, finita la vendemmia,avrebbero consegnato alla cantina sociale. Alvaro accettò, ormai sfinito dai tentativi di ricavare qualcosa di buono da quel suo terreno quasi sterile.In poco tempo il sodalizio diede a entrambi delle buone soddisfazioni. A parte la società della vigna, gli altri lavori erano pagati a giornate e rendevano bene ad Alvaro.
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La produzione,copiosa e di qualità, suddivisa tra verdure, frutti degli alberi (per lo più ciliegie,pesche e susine) e persino dei fiori, nella piccola serra che era stata impiantata, era tale da soddisfare le necessità dei negozietti che richiedevano i loro prodotti. Ad Alvaro,dopo aver masticato tanta rabbia e fatica per un tozzo di pane,pareva che la sfortuna avesse imboccato un’altra strada, allontanandosi da lui. Anche Giovannino era contento. La signora Gina, proprietaria dell’emporio, pagava la merce con una puntualità da far invidia a uno svizzero e così pure la fioraia, il gestore del Osteria del Sirio e la cantina sociale.Ma furono le vigne a far scattare il colpo di fulmine e l’idea. Come se in testa avesse avvertito lo schiocco di una bocciata al volo, Giovannino subì un vero e proprio colpo di fulmine, una sensazione d’innamoramento a prima vista talmente forte che gli salì un nodo in gola fino a costringerlo a gorgogliare,tra le lacrime,la sua immensa felicità. I lavori nel vigneto erano impegnativi in tutte e quattro le stagioni. Ogni giorno c’era qualcosa da fare,nella vigna o nella piccola cantina che era stata ricavata accanto al fienile della cascina dei Bedini. Potature, innesti, lavori d’aratura tra i filari per far respirare le zolle eliminando le erbacce, accorciamento dei tralci troppo lunghi. E poi, quando l’uva era matura, la vendemmia. Tutta a mano, grappolo per grappolo. In cantina,dove il mosto fermentava e il vino dell’anno prima s’imbottigliava, quel moto perpetuo impegnava Alvaro, taciturno e sgobbone come sempre, a fianco di Giovannino al quale non difettava mai l’entusiasmo.Era talmente contento il buon Bedini che Alvaro non se la sentì di esternare i suoi dubbi e le perplessità. L’uva diventò così vino, il “loro” vino. Non tanto ma nemmeno poco, di due qualità diverse, raccolta in un paio di tini acquistati nell’astigiano e successivamente nelle quattro botti di media taglia. Giovannino sosteneva si trattasse di un prodotto straordinario. Assaggiandolo provava una punta di commozione e le lacrime gli rigavano il volto arrossato.Con la sua voce stentorea, tra un singulto e l’altro, ripeteva incespicando nelle parole: “Sono due vini buonissimi. Uno è piccolo e brioso e l’altro è grosso e muto. Mescolati danno un vino che farebbe resuscitare un morto”. E beveva, soddisfatto.Provarono a imbottigliarlo e ne ricavarono quasi quattrocento fiaschi da due litri e mezzo, come s’usava a quel tempo.Il primo l’assaggiarono per festeggiare l’evento, destinando i restanti alla vendita. L’etichetta molto semplice che fecero stampare in una tipografia di Strambino raffigurava un grappolo d’uva sormontato da una scritta in blu: “Rosso generoso”. E anche il prezzo stabilito fu generoso, “da osteria” come precisò Giovannino.In poco meno di due settimane, tra locande e osterie con mescita, “piazzarono” tutta la loro produzione. Quel vino giovane incontrò subito il favore di molti. Fresco e piacevole al palato, andava giù che era una bellezza,accompagnando salumi e tomini,acciughe al verde e larghe fette di polenta.Solo i più esperti tra i bevitori storsero il naso,preferendo evitare quel vino troppo fermentato.
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I problemi sorsero quasi subito,con grandi fughe degli avventori verso i servizi alla turca o al riparo di qualche boschetto.Quel vino, scendendo allegro e vivace negli stomaci e negli intestini,provocava spiacevoli e dolori inconvenienti.E così, il “Rosso generoso” ebbe – dal punto di vista commerciale – vita breve. Il povero Giovannino , terreo in volto, non prestò ascolto alle critiche di quegli “ignorantoni selvatici” che avevano “la bocca come il sedere” e non capivano “un accidenti di come doveva essere un buon vino”, abituati com’erano a “bere qualunque cosa l’oste mettesse loro davanti al naso”. Fatto sta che i due soci ebbero comunque da discutere per un giorno e una notte interi. Cosa accadde davanti al camino del cascinale non si seppe con precisione ma è certo che quel giorno coincise con la fine della carriera di commercianti di vino di Anselmo e Giovannino. Quest’ultimo decise di curare quel po’ di vigna per produrre vino per sé,“alla faccia di quei bifolchi”. Alvaro, abbandonati i filari, continuò a svolgere il suo lavoro nei campi. I due si spiegarono e il buon Bedini comprese le ragioni che avevano indotto il contadino a tacere il suo parere pur nutrendo dubbi sul loro vino. “Non che fosse cattivo, per carità. Ma era troppo giovane e non ancora pronto per l’imbottigliamento ma tu,Giovannino, eri talmente contento che non ho trovato il coraggio di contraddirti”.Bedini interpretò l’intenzione di non turbare la sua felicità come una prova d’affetto e d’impagabile amicizia. Così il sodalizio tra i due continuò, consentendo a entrambi di sbarcare il lunario, ricavando persino qualche soldo da “mettere in cascina”, sottintendendo una certa dose di buonsenso. Così come si fa con il fieno per assicurare il cibo agli animali nelle stalle durante l’inverno, così si doveva fare pensando a quanto questi denari potevano tornar utili più avanti.Un piccolo investimento quotidiano per i periodi di “magra”, aiutava a non farsi trovare impreparati. E con tutto quello che era capitato ai due, in guerra e in pace, diventati sempre più amici con il passare degli anni, era quanto mai necessaria una certa dose di saggezza.
Il verde che purifica
Non solo belle e decorative, ma anche utili e protettive. Le piante sono una risorsa magnifica per la salvaguardia della nostra salute, sono in grado di catturare infatti alcune sostanze dannose per il nostro organismo, eliminare cattivi odori, come quello delle sigarette, mantenendo l’aria di casa salubre. La loro funzione ornamentale, come le notevoli proprietà balsamiche che aromatizzano i nostri ambienti, fanno di questi organismi vegetali dei fedeli compagni che ricambiano cure e attenzioni con apprezzabili cortesie che favoriscono la salute. Anche la Nasa si è interessata a questo tema confermando la capacità di alcune piante di eliminare fino al 73% delle sostanze tossiche presenti nell’aria. Ogni pianta svolge un compito specifico nella sua azione depurativa per esempio l’Azalea, pianta dai meravigliosi colori originaria del Giappone e della Cina, filtra la formaldeide. L’Edera, il vivace rampicante verde, assorbe l’odore lasciato da pitture e inchiostri, ma anche il benzene contenuto nei detersivi. Inoltre è una pianta che arreda moltissimo soprattutto se si ha spazio per farla crescere ed espandere sulle pareti. L’Anthurium, dalle foglie a forma di cuore e fiori colorati e bianchi, può rimuovere una importante dose di ammoniaca ma anche di toluene (impiegato per il trattamento di vernici e colle) e xilene (solvente per gomme e cuoio). Il Ficus Benjamin, molto utilizzato negli appartamenti ma anche negli uffici oltre che per la sua piacevolezza anche per la sua facilità nella cura, è tra i migliori agenti nella rimozione degli allergeni provocati dalla presenza di mobili e tappeti. L’Aloe Vera, pianta africana facilissima da coltivare: poca acqua e tanta luce, è in grado di eliminare ben il 60% del benzene contenuto in vari prodotti in uso quotidianamente come i detergenti chimici. Non dimentichiamo inoltre le sue proprietà medicinali, è infatti un antinfiammatorio, un cicatrizzante, un idratante ma anche un antibatterico e gastro protettivo. Il Falangio, molto resistente e indicato per chi non ha propriamente il pollice verde, filtra anche l’ossido di carbonio oltre al benzene e alla formaldeide. La Palma di Bamboo, piccola e graziosa pianta che produce piccoli fiori e frutti, è molto utile per combattere le esalazioni di trielina, un pericoloso agente cancerogeno spesso usato nei prodotti sintetici per il lavaggio a secco e nei solventi. Infine la Dracaena, conosciuta come il Tronchetto della Felicità, oltre a filtrare l’aria dalle sostanze nocive già citate, è abile a ridurre l’ansia, la tristezza e lo stress. E’ molto utile anche contro il mal di testa e il bruciore agli occhi e grazie alla sua capacità di assorbire anidride carbonica mentre emette ossigeno ha effetti positivi sulla concentrazione e sulla produttività.
Maria La Barbera