LIFESTYLE- Pagina 276

Londra al femminile nella guida di Elisa Pasino

Londra… per Virginia Woolf Londra era un incanto, per Gilbert Keith Chesterton un mistero, oggi è di fatto una città sconfinata in continuo fermento

Se volete scoprirla anche nei suoi angoli meno noti e turistici, non partite senza la guida -fresca di stampa- “Londra al femminile” di Elisa B.Pasino (Morellini editore) che la presenterà al Circolo dei Lettori di Torino lunedì 12 novembre alle ore 18.La giovane giornalista giramondo -direttore responsabile di “I like.it magazine” e dell’ufficio stampa dell’università IULM- ha un suo blog di viaggi “Valigia a due piazze” seguitissimo, ed ora, dopo il successo dei precedenti “Prêt a partir. Tutti i consigli per una viaggiatrice perfetta” e “New York al femminile”, vi suggerisce come, quando, dove e cosa scoprire della capitale inglese in questo vademecum che è in vendita anche all’Italian bookshop di Kensington, a Londra.Non la solita guida turistica, piuttosto una compagna di viaggio che vi segnala scorci inediti della città e scoperte fatte in prima persona dall’autrice. Quindi procuratevi una copia, prenotate un volo per questa città facilmente raggiungile (circa due ore di aereo da Milano), fate una valigia da Londoner, armatevi di impermeabile e ombrello, attraversate la Manica e via all’avventura.La scelta delle mete segnalate è davvero ampia: da quelle famose ad altre più nascoste e imperdibili. A voi la scelta della Londra che più vi si addice, tra tour classici in 10 tappe, musei, gallerie, spazi culturali e artistici, mercati e mercatini, shopping a tutti i livelli e per tutte le tasche, dove bere, mangiare e dormire, cosa leggere…e ancora tanto altro sciorinato in modo chiaro e facilmente consultabile in poco più di 200 preziosissime pagine.

Innanzitutto come muoversi in città? Con uno dei simboli   londinesi, i double decker ovvero gli autobus rossi a due piani che iniziarono a circolare nel 1829 trainati da cavalli. Oggi ovviamente sono motorizzati con due le linee in servizio: i Routemaster che fanno parte dell’English Heritage. La linea 15 (Trafalgar Square –Tower Hill) e la 9 (Royal Albert Hall-Aldwich) ideale per il pub craw, ovvero il giro dei bar, alcuni anche storici, in cui bere birra. Nel libro sono elencate linee non storiche ma interessanti di double decker (da quelle dei musei a quelle dei parchi, passando per London antica e quella elegante). Da autentici inglesi potrete anche sorseggiare ottimo tea nel tour di un’ora del Bakery Afternoon tea bus tour(dura un’ora e tocca alcuni degli angoli più noti della città). Decisamente più cari, ma da prendere almeno una volta per spostarsi, i black cab, i famosi taxi neri che potete fermare per strada alzando un braccio. Tra le tante destinazioni suggerite dall’autrice eccone alcune super consigliate.I villaggi di Londra. E già… perché Londra è tante città in una; è cresciuta inglobando comunità e sobborghi nati nel tempo intorno al nucleo centrale. Ed ecco allora Londra e i suoi villaggi, ognuno particolare a modo suo, con un centro e un’anima che lo definiscono: vivere qui è piacevole, lontano dal traffico del centro, ma senza sentirsi in periferia. Il libro vi segnala angoli pittoreschi, mercati e aree verdi.

 

I Mews. Sono le strade laterali delle vie principali, in cui nei tempi andati c’erano stalle, rimesse per le carrozze e fienili. Le mews house oggi più in voga   sono nella zona di Notting Hill (si, proprio quella del film cult del 1999 con Hugh Grant e Julia Roberts). Per orientarvi al meglio, nel libro c’è l’elenco completo. Secondo l’autrice tra i mews più belli ci sono: a Fitzrovia,Warren Mews; a Kensington, Atherstone Mews; a Westbourne Green, Saint Lukes Mews.

Case più antiche. Sono in stile georgiano e concentrate in Fournier Street, a Shoreditch, (alle spalle di Old Spitalfields Market). In questa zona ricca di storia si trasferirono a inizi 700 gli ugonotti francesi, seguiti nei secoli da ebrei e poi bengalesi. Curiosità: per gli appassionati di Jane K.Rowling c’è una casa in perfetto stile Harry Potter.

 

Giardini segreti. Oltre ai famosissimi Kensington Gardens e Hyde Park, Londra è uno scrigno prezioso che racchiude altri giardini gioiello. Ecco alcune chicche da non perdere. Chelsea Physic Garden, il più antico orto botanico inglese che risale al 1673: un piccolo paradiso con la prima aiuola rocciosa al mondo ed oltre 5000 piante provenienti da tutte le latitudini del globo terrestre. E’in Royal Hospital Road e per entrare dovete suonare un campanello.

Poi sono da scoprire anche Postman’s Park (non lontano da St Paul Cathedral) con le targhe che ricordano gli atti eroici di gente comune; e il Phoenix Community Garden (si può anche riservare per eventi privati) creato negli anni 80 e unico dei 7 community gardens della zona sopravvissuto fino ad oggi grazie all’impegno di un gruppo di volontari.

 

Vecchi cinema dove bere e mangiare guardando un film. Tra i 10 suggeriti dalla scrittrice spicca l’Electric Cinema di Portobello Road aperto dal 1910 in un edificio in stile barocco con facciata di pietra e colonne ioniche. Entrate e non perdetevi l’emozione di occupare una delle postazioni

-tutte con abat-jour che si accende a inizio e a fine ripresa- appoggiate comodamente i piedi sull’apposito cubo e ordinate il pasto al cameriere di sala che ve lo servirà. What else?

Columbia Road Flower Market, in East London, nel distretto di Bethnal Green. E’ l’affollatissimo mercato dei fiori della domenica, particolarmente di moda tra i Londoners

negli ultimi 2 anni. Qui la gamma floreale è vastissima, i banchetti vengono montati già alle 5 del mattino e restano aperti fino alle 3 del pomeriggio: tutte le sante domeniche, che piova, nevichi o sia festa. E sempre la domenica, li vicino, potete fare una puntata al Brick Lane Market e all’Old Spitalfields Market: al coperto e tutti i giorni, meta perfetta per ripararsi dal maltempo tenendo presente che il giovedì è dedicato all’antiquariato, mentre la domenica agli artigiani e ad oggetti di design.

 

London Street Art, ancora in East London, se ad attrarvi è l’arte di strada -in continuo divenire- e la sorprendente creatività dei murales, prendete spunto dal libro per un coinvolgente e indimenticabile Walking Tour. Non perdetevi il famoso “His Master’s Voice” disegnato da Banksy alla birreria Cargo o le scritte “Happy” e “Scary” realizzate da Ben Eine (nome d’arte di Ben Flynn) creatore di un famoso alfabeto decorato. E girovagando nelle traverse di Brick Lane potete passeggiare tra graffiti giganteschi che rivestono interi palazzi.

 

Locali che piacciono alle donne e luoghi da selfie, in primis caffè e pasticcerie diventati location imperdibili sia per Londoners che turiste. Vale la pena l’ingresso del Peggy Porschen Cakes a Belgravia dove lasciarsi tentare da un cupcake e mettersi in fila per una foto davanti alla porta decorata da fiori finti declinati a seconda delle stagioni e delle varie feste (da zucche e scheletri per Halloween al tradizionale rosso natalizio). Sempre per la sensibilità femminile, assolutamente da non perdere, è il paradiso fiorito in terra di Petersham Nurseries (a Richmond nell’affascinante borgo affacciato sul fiume ed ora anche a Covent Garden). Incantevoli luoghi poliedrici che sono serra, ma anche mille altre cose… ristorante, caffè e sala da te. Assolutamente consigliati a chi non può fare a meno della più avvolgente e tipica atmosfera English countryside.

 

Ovviamente questi sono solo alcuni spunti ….a voi scoprire il resto di “Londra al femminile” e fare buon viaggio.

 

Laura Goria

 

 

 

 

Gnocchi di semolino, sani e nutrienti

Ideali per ogni occasione, gli gnocchi di semolino non richiedono particolari abilità, sono nutrienti, sani e realizzati con ingredienti di facile reperibilità. 
Un piatto classico con il sapore di “una volta”. 
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Ingredienti 

1lt. di latte fresco intero 
250gr. di semolino 
100gr. di parmigiano 
120gr. di burro 
2 tuorli 
Sale q.b 
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Versare il latte con un pizzico di sale in una casseruola e portare a ebollizione. Versare a pioggia il semolino, abbassare la fiamma e mescolare fino ad ottenere una polenta. Togliere dal fuoco e sempre mescolando, aggiungere 50gr. di burro, 50gr. di parmigiano e i tuorli uno alla volta. Versare il composto su un vassoio inumidito con acqua fredda e stenderlo con una spatola inumidita fino allo spessore di un centimetro. Lasciar raffreddare poi tagliare a quadri/tondi.  Imburrare una pirofila, sistemare gli gnocchi a file sovrapposte, condire con il burro rimasto e il parmigiano.  Gratinare in forno per 15 minuti a 200 gradi. Servire subito.

Paperita Patty 

Risotto classico ai funghi porcini

porcini-riso-ciboL’autunno e’ il momento migliore per gustare i funghi freschi. Il porcino e’ tra i funghi il piu’ conosciuto ed apprezzato per il suo sapore e profumo inconfondibili. Un classico della nostra gastronomia e’ il risotto ai funghi porcini che vi propongo questa settimana, un piatto autunnale che profuma di boschi ma al contempo raffinato, aromatico e semplice da preparare.

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Ingredienti:

 

350gr. di riso per risotti

500gr. di funghi porcini freschi

50gr. di burro

50gr. di parmigiano grattugiato

1 piccola cipolla bianca

1 spicchio di aglio

1 lt. di brodo vegetale

1 bicchierino di vino bianco

2 cucchiai di prezzemolo tritato

Sale q.b.

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Pulire delicatamente i funghi privandoli da tutte le impurita’. In una padella antiaderente fondere il burro, aggiungere la cipolla e l’aglio tritati e lasciar appassire. Aggiungere il riso e tostare per qualche minuto poi, sfumare con il vino bianco, mescolare bene e aggiungere il brodo vegetale caldo poco alla volta. A meta’ cottura aggiungere i funghi tagliati a tocchetti, salare e mescolare bene. A cottura ultimata aggiungere il parmigiano, il prezzemolo e servire caldo.

 

Paperita Patty

Quando s’andava in tram da Intra a Omegna

tram-intra-3Per più di tre decenni, dal 1910 al 1946, era possibile raggiungere il lago d’Orta dal lago Maggiore viaggiando comodamente in tram. Questo grazie alla tramvia Intra-Omegna, linea a scartamento normale  che copriva il tragitto di venti chilometri con nove fermate ed era gestita dalla Savte, la “Società Anonima Verbano per la Trazione Elettrica”. Il materiale rotabile era stato ricavato dalle motrici usate per la ferrovia sopraelevata costruita per l’Esposizione del 1906 di Milano, che collegava – a sette metri d’altezza e per poco più di un chilometro e mezzo – le due aree principali: il Parco Sempione e la Piazza d’Armi (l’attuale zona Fiera). Infatti, terminata l’Esposizione che – in omaggio al traforo del Sempione, inaugurato l’anno prima – era stata dedicata ai trasporti, gran parte di quel  materiale venne acquisito dalla Savte che aveva in programma l’ambizioso progetto della tranvia tra i due principali centri del Cusio e del Verbano.

tram-intra2

Impresa di tutto rispetto che, divisa in vari tronchi , si concretizzò  nel giro di alcuni anni. Il progetto iniziale prevedeva un collegamento tra la stazione ferroviaria di Fondotoce e la città svizzera di Locarno. Vari enti, tra cui la Banca Popolare di Intra, s’impegnarono dal punto di vista finanziario ma il progetto venne ripensato, realizzandolo solo parzialmente e con grande ritardo, tra Pallanza a Fondotoce. La tranvia fece il suo primo viaggio su questo tragitto il 16 Ottobre 1910. Ma si trattava , come scrissero i giornali dell’epoca, dell’attuazione “di una minima parte del grandioso programma che la Spett. Società Anonima Verbano ha tracciato e si ripromette di esaurire non oltre l’autunno prossimo“. In realtà, il secondo tratto fino ad Omegna fu aperto nel gennaio del 1913 e , successivamente, furono posati i binari per il proseguimento da Pallanza all’imbarcadero di Intra. tram-intra-4L’ipotizzato prolungamento fino a  Cannobio, a ridosso del confine con l’elvetico Canton Ticino, non fu però mai realizzato. La giornata della tranvia era articolata con 22 coppie di corse tra i due capolinea e alcune limitate al segmento Gravellona – Omegna. Nel ’39 la Savte si rese conto della necessità di operare un restauro delle infrastrutture e dei tram, ma lo scoppio del secondo conflitto mondiale rese impossibile la fornitura dei materiali per la necessaria manutenzione. Terminata la guerra i problemi legati al funzionamento della tranvia si palesarono in tram-intratutta evidenza e la Savte immaginò di abbandonarla per privilegiare il trasporto su strada. Fu ipotizzata la trasformazione in filobus, ma la linea venne definitivamente chiusa nei primi anni’50, sostituendola “in via provvisoria” con il trasporto automobilistico. E, come tutte le cose provvisorie, la scelta della “gomma” diventò definitiva e segnò il tramonto della tranvia. Le uniche rotaie su cui sferragliarono ancora dei convogli fino ai primi anni ‘80, seguendo il vecchio tracciato per un breve tratto, collegarono la ferriera  omegnese della Pietra, ex Cobianchi, alla stazione ferroviaria di Crusinallo.

Marco Travaglini

Family Dress chiude Dreamers

Si è conclusa con la performance Family Dress la terza edizione di Dreamers, fiera di moda indipendente e di ricerca a cura di Barbara Casalaspro e Ludovica Gallo Orsi, che si è tenuta presso gli spazi di Toolbox da giovedì 1 novembre ad oggi
Un momento performativo di danza contemporanea che ha visto i ballerini della scuola torinese di danza Mcf Belfioeredanza e i volontari tra il pubblico indossare i 34 capi del maxi abito collettivo Family Dress e sfilare nei corridoi della fiera in nome di una moda più consapevole, portatrice di bellezza, valori etici, innovazione, rivolta a tutte le persone interessate allo stile, alla storia e soprattutto al futuro. Consapevolezzasostenibilità e riuso sono stati d’altronde i concetti sviluppati da questa edizione, intitolata “Re-wear”, approfonditi nei talk di questi giorni che hanno registrato grande partecipazione da parte del pubblico, come testimonia l’incontro “Out of fashion” con Benedetta Barzini che registrato il tutto esaurito in sala. Tutto esaurito anche per i workshop rivolti ai più piccoli La mia scarpa dei sogni a cura di Fondazione Ferragamo e I vestiti dell’avvenire a cura di Art Enfant. Grande partecipazione per il workshop a cura del team di Fashion Revolution Italia intitolato  What my clothes say about the garment industry!  La parte fieristica ha ottenuto un grande riconoscimento da parte del pubblico e degli addetti ai lavori per l’alta qualità dei brand selezionati e l’unicità dei prodotti presentati e provenienti da tutti Italia.

Cervere, Caraglio e Farignano alla conquista di Palazzo Lascaris

“Ieri ho accolto con piacere a Palazzo Lascaris, a Torino, i Sindaci, i Presidenti delle Pro Loco e dei Consorzi, che organizzano le Fiere “San Nicolao e dei Puciu” di Farigliano, di “Aj a Caraj” di Caraglio e del Porro di Cervere. Sono lieto e fiero di aver dato la possibilità, in qualità di Vice Presidente del Consiglio Regionale, di presentare nel Capoluogo piemontese i prodotti d’eccellenza della terra cuneese, frutto della dedizione e della passione dei nostri agricoltori. Un importante momento di incontro con i media per avvicinare simbolicamente Torino al Cuneese, valorizzando il lavoro degli amministratori dei piccoli Comuni e dei volontari che animano le iniziative del nostro territorio”. Così Franco Graglia, Vice Presidente del Consiglio regionale del Piemonte commenta l’iniziativa tenutasi ieri a Torino. Aggiunge Graglia: “La speranza è che altri comuni del territorio raccolgano l’opportunità di sfruttare una vetrina prestigiosa, come quella del Consiglio regionale del Piemonte, per valorizzare al meglio le fiere e i prodotti tipici del territorio. Personalmente mi impegnerò a fare da cassa di risonanza al riguardo”.

Sapori d’autunno: la crema di zucca

Un alimento povero di calorie che ben si presta alla preparazione di innumerevoli piatti sia dolci che salati

 

ZUCCA CIBOLa zucca regina d’autunno. Colore acceso, polpa carnosa, sapore morbido, dolciastro e delicato; tutto questo e’ la zucca, un alimento povero di calorie che ben si presta alla preparazione di innumerevoli piatti sia dolci che salati. Questa che vi propongo e’ una deliziosa e sostanziosa zuppa che vi coccolera’ nelle fredde sere d’inverno.

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Ingredienti:

1,5 kg. di zucca decorticata

2 belle patate

150 gr.di riso

500ml di latte intero

burro, sale, noce moscata q.b.

50gr. di parmigiano grattugiato

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Pelare zucca e patate, tagliarle a tocchetti e cuocere a vapore con poca acqua. Quando saranno cotte, frullarle con parte del latte. In una pentola portare ad ebollizione il rimanente latte, unire il passato di zucca, un bicchiere di acqua ed il riso. Aggiustare di sale e cuocere a fuoco basso mescolando sovente. Quando il riso sara’ cotto unire il burro, la noce moscata ed il parmigiano. Aggiungere eventualmente altro latte caldo se troppo densa. Servire subito.

Paperita Patty

Svizzerine vegetariane di ceci

SVIZZERE

Veloci da preparare con ingredienti semplici per soddisfare i gusti di tutta la famiglia

La ricetta di oggi e’ un’alternativa originale e leggera ai tradizionali hamburger di carne qui sostituita completamente dai ceci ricchi di gusto e nutrimento per un risultato davvero goloso, veloci da preparare con ingredienti semplici per soddisfare i gusti di tutta la famiglia.

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Ingredienti (4 svizzerine da circa 150gr.cad.)

 

2 scatole di ceci al naturale sgocciolati

50gr. di scalogno

5 cucchiai di parmigiano grattugiato

1 piccola patata lessa

1 uovo intero

un ciuffo di prezzemolo

pochi aghi di rosmarino

noce moscata, olio evo, sale, pepe q.b.

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Sgocciolare i ceci e frullarli con tutti gli ingredienti, Con le mani unte di olio formare le svizzerine (oppure utilizzare gli appositi stampi per hamburger) adagiarle su carta forno con un filo di olio. Cuocere in forno a 200 gradi per 30 minuti, girandole a meta’ cottura. Queste “svizzerine” vi faranno apprezzare le qualita’ di questi semplici legumi.

Paperita Patty

Ha da passa’ ‘a nuttata

Quel 31 ottobre del 1984 in cui moriva Eduardo De Filippo

 

eduardo 1Ne è passato del tempo da quel 31 ottobre del 1984 in cui moriva Eduardo De Filippo. Drammaturgo, attore teatrale e cinematografico, regista e sceneggiatore, grande poeta: Eduardo  è stato tra  i massimi esponenti della cultura italiana del Novecento. Di personalità schiva, burbera, lontana dalle mondanità , ha avuto un grande pregio: teneva in grande considerazione i giovani. Ne sapeva riconoscere il valore e il potenziale, dando a molti una chance. Non sopportava i furbetti o i meschini. Ricordarlo è importante. Oggi più che mai.

Con una riflessione più larga. C’è chi ha scritto che il Paese uscirà  da questa crisi come da una guerra. In parte lo dicono i dati, le analisi, le previsioni.Ma ancora di più lo dice la dignità ferita di molti. Se è così tanto più bisogna tornare a quello spirito di riscossa civile che segnò la stagione della Ricostruzione dopo l’ultima vera guerra che gli italiani hanno vissuto. Pensando a questo e pensando al teatro di Eduardo, viene alla mente un episodio, una storia particolare, che parla di lui ma , al fondo,  parla anche di noi. Il 25 marzo del 1945 al San Carlo di Napoli  andò in scena la prima rappresentazione di Napoli Milionaria.

La storia è nota. C’è Gennaro Jovine, che è un uomo perbene. E’ andato in guerra e quando torna a casa trova la moglie che si è arrangiata e ha fatto un po’ di denaro con la borsa nera. E il resto della famiglia più o meno lo stesso: la figlia maggiore è incinta di un soldato americano. L’altro figlio traffica con piccoli furti e persino la più piccola è stata contagiata dal clima. Il terzo atto è quasi una storia a sé. La bambina più piccola è malata, molto, e serve una medicina che non si trova in tutta Napoli. Il medico dispera quando entra il vicino – un uomo che Amalia ha rovinato con l’usura – e che adesso è lì con la medicina in mano. E il dialogo è duro. Lei gli chiede cosa vuole in cambio. Lui le risponde che non può restituirgli la vita che gli ha tolto e quindi in cambio non vuole nulla. Ma le apre gli occhi sull’oscenità di quel suo arricchimento.eduardo 2

Poi consegna la medicina al dottore e se ne và. Per Amalia è il crollo di un mondo. O anche il risveglio da un incubo. Così quando rimangono soli, marito e moglie, finalmente Eduardo (Gennaro) parla e le dice quello che pensa. Di quella brama di ricchezza, di quei biglietti da mille accumulati sulle disgrazie degli altri. Glieli butta sul tavolo e le dice “vedi, a me queste mille lire non mi fanno battere il cuore. E a te? Com’è che te lo fanno battere?”.  C’è del moralismo? Forse, ma può starci nel teatro di Eduardo. Ma il talento è talento, e stupisce. E allora Amalia, che si è svegliata dal suo sonno, risponde. Poche frasi ma c’è tutto. Lei si chiede “Ma che cosa è successo?Che cosa ha travolto così le nostre vite, le cose che avevamo, principi semplici ma puliti – e ripete – ma che è successo?”. Sono le battute finali. Il figlio torna a casa perché non è andato a rubare; la figlia maggiore terrà il bambino e Gennaro finalmente può darsi coraggio con quella battuta immortale sulla notte che deve passare (“Ha da passa’ ‘a nuttata” ). Per la bambina, per la sua famiglia, per il Paese. Eduardo ha scritto che il terzo atto lo recitò impaurito e in un silenzio assoluto.

E racconta che calato il sipario il silenzio proseguì per qualche secondo. Dopo esplosero “un applauso furioso” e un “pianto irrefrenabile”. Piangevano tutti, attori, comparse, il pubblico, gli orchestrali nel golfo mistico. E anche Raffaele Viviani che era corso ad abbracciare il Maestro perché aveva interpretato il “dolore di tutti”. La domanda banale è chissà come sarebbe oggi avere Eduardo tra di noi. Lui o qualcuno capace come lui di mettere in prosa la stessa domanda: ma che è successo? Come è accaduto che un paese con la nostra storia e cultura abbia perduto la rotta? E che chi ha avuto o ha il potere , abbia pensato di poter fare a meno del popolo, magari perché abbagliato dal potere stesso? Però – e crediamoci –la “nottata” deve finire, anche per noi, ora. E con un tempo nuovo  – crediamoci – si dovranno riconquistare i principi e l’onestà, come la famiglia Jovine.

Marco Travaglini

 

 

 

Deliziosi dolcetti alle pere 

Un dessert semplice e genuino realizzato con le pere. Un guscio di morbida frolla con un ghiotto ripieno di pere e cioccolato, un connubio davvero irresistibile. 
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Ingredienti 

300gr. di farina 
80gr. di burro 
80gr. di zucchero 
3 pere Kaiser 
2 uova 
1 bustina di lievito per dolci 
2 cucchiai di cacao in polvere 
1 pizzico di sale 
Zucchero a velo q.b. 
Scorza di limone grattugiata 

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Impastare nel mixer la farina con il burro a pezzetti, unire 60gr. di zucchero, 2 tuorli, la scorza di limone, lievito, un pizzico di sale. Dividere l’impasto in due parti e con il mattarello, stendere in due sfoglie sottili.  Foderare con una sfoglia una teglia rettangolare imburrata ed infarinata. Distribuire le pere affettate sottilmente, spolverizzate con lo zucchero rimasto e il cacao in polvere. Ricoprire con la seconda sfoglia, spennellare con l’albume rimasto ed infornare a 180 gradi per 50 minuti. Sformare subito e tagliare in piccoli rettangoli. Quando i dolcetti si sono raffreddati, cospargere con zucchero a velo. 

Paperita Patty