LIFESTYLE- Pagina 23

Lasagne ai sapori dell’orto

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Una lasagna vegetariana “light”, priva di besciamella. Un piatto leggero e delicato composto da pochi e semplici ingredienti

 

Vi propongo un primo piatto dal gusto solare, una lasagna vegetariana “light”, priva di besciamella. Un piatto leggero e delicato composto da pochi e semplici ingredienti dal sapore gustoso. Una versione piu’ leggera della classica lasagna. Verdure sfiziose che creano un gusto ricco senza l’utilizzo di carne in un morbido incontro di sapori. Perfetta per la primavera e l’estate, elegante delicata, squisita per tutti.

 

Ingredienti:

 

1 confezione di pasta fresca per lasagna (pronta in forno)

2 melanzane

4 zucchine

2 confezioni di sottilette “fila e fondi”

Sugo di pomodoro q.b.

Basilico q.b.

Olio evo q.b.

 

Preparare un sughetto di pomodoro (fresco o pronto) con aglio, cipolla, basilico e sale. Cuocere lasciandolo abbastanza liquido. Grigliare le melanzane e le zucchine precedentemente lavate ed affettate. Ungere una teglia da forno, versare sul fondo tre cucchiai di salsa di pomodoro e stendere bene. Sistemare le sfoglie di pasta sino a coprire il fondo, fare uno strato di melanzane, sale, sottilette a pezzi, salsa e un filo di olio. Proseguire con le altre sfoglie alternando melanzane e zucchine sino ad esaurimento degli ingredienti. Infornare a 200 gradi per circa 30 minuti.

 

Paperita Patty

Autunno, la stagione dell’arricchimento

Come cambiano i comportamenti  e lo stato mentale durante la stagione dorata.

Ogni stagione porta con se’ cambiamenti nelle abitudini e anche nella nostra psicologia.

Come accade a molti animali che utilizzano i diversi cicli dell’anno per migrare o per andare in letargo, anche gli  umani sono soggetti a trasformazioni,  fisiologiche ed emotive, che impattano sulla  psiche causando, per esempio, un abbassamento del tono dell’umore che e’ dovuto anche ad una minore esposizione ai raggi solari. Il cosidetto “winter blues”, infatti, che determina una limitata produzione della serotonina,  non e’ piu’ un fenomeno legato alle regioni del nord del nostro globo, ma interessa tutte le latitudini.

 Un altro sintomo della stagione che ci porta verso il freddo, che colora di giallo e rosso lo scenario che viviamo, e’ l’aumento dell’appetito e il diminuire dell’ attivita’ fisica . Si fa quindi meno esercizio e  si ingeriscono piu’ calorie con la complicita’ canaglia dell’umidita’ che ritarda il senso di sazieta’.

Una interessante manifestazione legata al periodo che ci porta verso il Natale e’ l’aumento della disponibilita’ verso l’altro. L’autunno e l’avvicinarsi delle feste, infatti,  pare abbia un effetto sulla nostra volonta’ di aiutare il prossimo tant’e’ che le donazioni caritatevoli, in questo lasso di tempo, aumentano del 14%, diventiamo tutti piu’ buoni e sappiamo anche perdonare di piu’ (sarebbe auspicabile che questo durasse tutto l’anno).

Durante l’autunno, poi, (cosi’ come in inverno) le prestazioni cognitive, la capacita’ di concentrazione e di attenzione migliorano molto al contrario di quello che avviene nelle stagioni calde in cui la mente vola maggiormente e si e’ piu’ spensierati e proiettati verso le vacanze.

E’ vero che in autunno ci puo’ essere un aumento della malinconia dovuta al clima e all’arrivederci al periodo delle vacanze, tuttavia e’ altrettanto certo che questa stagione corrisponde al momento giusto per un nuovo principio,  per una rinascita interiore  e quindi per un inizio di una ritrovata energia  cosi’ come ci ricorda  l’etimologia del termine stesso che si collega al verbo latino augere che vuol dire aumentare e arricchire. Questa stagione dunque non rispecchia nessun declino bensi’ corrisponde ad periodo ricco di frutti, ad un momento in cui qualcosa muore, ma che fa spazio al rinnovamento, al futuro e alla creativita’.

Finché ci sarà l’autunno, non avrò abbastanza mani, tele e colori per dipingere la bellezza che vedo.
Vincent van Gogh

Maria La Barbera

Il senso di responsabilità è benessere

Diventare responsabili di noi stessi, vivere con pieno e armonioso senso di responsabilità è, fondamentalmente, una dichiarazione d’amore e di profondo rispetto verso se stessi, perché significa imboccare finalmente la strada che porta al pieno controllo del nostro personale potere.

Sono convinto che uno dei compiti fondamentali di ogni individuo sia proprio quello di avere, per quanto possibile, il governo dei propri pensieri e delle proprie azioni. E, di conseguenza, la responsabilità di chi e di come siamo. Non è un traguardo facile, è una meta per cui occorrono anche impegno e determinazione.

Ma il cui raggiungimento porta veramente ad un profondo e solido benessere personale. Perché quel traguardo ci permette di vivere pienamente in armonia con i nostri valori, i nostri desideri e i nostri bisogni. Qualcuno forse si chiederà come sia possibile trovare e percorrere la strada che porta a quel traguardo.

Naturalmente, e come potrebbe essere diversamente…, il primo passo consiste nella consapevolezza dei benefici che porta con se’ il saperci assumere la piena responsabilità del nostro essere e agire. Sappiamo bene che ogni traguardo può essere perseguito e raggiunto solo avendo piena consapevolezza dei vantaggi che ne derivano.

È questo che ci permette di perseverare nei nostri sforzi, che ci regala motivazione e intento, che ci fa stringere i denti quando il cammino si fa più impervio e tortuoso. Saranno poi certamente di valido aiuto le sensazioni di ritorni positivi che riceveremo man mano che pensieri e azioni saranno determinati e connotati dal senso di responsabilità.

Quando percepiremo i notevoli miglioramenti nel rapporto con noi stessi, con le persone che frequentiamo, con l’ambiente circostante. Queste sensazioni saranno da una parte la conferma di aver imboccato la strada giusta e dall’altra lo stimolo a perseverare nell’agire con pieno senso di responsabilità.

(Fine seconda e ultima parte).

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Facebook Consapevolezza e Valore

Autore della rubrica de Il Torinese
“STARE BENE CON NOI STESSI”.

Sformatini di cavolfiore viola con salsa al parmigiano

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Un’idea deliziosa per gustare il cavolfiore. Ideale come antipasto o contorno, sono facilissimi da preparare e raffinati da presentare.

Ingredienti per 8 sformatini

1 cavolfiore viola
3 uova intere
30gr.di parmigiano grattugiato
100ml di panna liquida fresca
Sale, pepe, burro

per guarnire
Parmigiano grattugiato
Latte
Nocciole tostate

Cuocere a vapore il cavolfiore. Quando cotto, lasciar raffreddare poi frullare in mixer con le uova, il parmigiano, il sale ed il pepe.
Imburrare 8 stampini da creme caramel, versare il composto e cuocere a bagnomaria coperto con un foglio di alluminio per circa 30/40 minuti. Preparare la salsa facendo fondere il parmigiano con poco latte o panna liquida e tritare le nocciole. Servire lo sformatino capovolto nel piatto nappato con la salsa e spolverizzato con il trito di nocciole. Servire tiepido.

Paperita Patty

Sessualità vs. religione

In una società bacchettona come quella italiana, complice la presenza dello Stato Vaticano quale enclave nel nostro territorio, il sesso viene quasi sempre visto come un atto deprecabile, vietato, peccaminoso e conducente all’inferno, luogo che nessuno ha mai capito cosa sia dopo quel visionario di Dante Alighieri circa settesecoli fa.

Alcune settimane fa è mancata Laura Fezia, una persona che avevo conosciuto da poco ma che aveva saputo ritagliarsi un posto di tutto rispetto nelle mie amicizie e tra quanti mi aiutano nella comprensione di alcuni eventi.

Con Laura avevamo compreso quale meccanismo sia stato messo in atto dalla Chiesa cattolica, ma anche da altre fedi, per esercitare il controllo sui fedeli.

Senza entrare nel merito di dogmi o encicliche è palese che, alla luce delle evidenze scientifiche, il sesso debba essere sdoganato da causa di tutti i mali a rimedio per alcuni di essi, da fonte di ogni peccato a bisogno primario dell’essere umano alla pari di mangiare, bere e dormire.

E’ dimostrato che l’eiaculazione frequente evita il ristagno di germi nella prostata, riducendo il rischio di insorgenza dei tumoriin essa, ed aumenta la produzione di testosterone.

Nelle donne, invece, l’orgasmo (come negli uomini) porta alla produzione di alcuni ormoni ed altre sostanze quali endorfine, ossitocina e dopamina. Le endorfine, in particolare, grazie al loro effetto analgesico possono combattere i dolori mestruali, e non solo quelli, ed anche in questo caso occorre rivedere le consuetudini che imponevano l’astensione da ogni forma di sesso durante le mestruazioni.

Non è un mistero per nessuno che il sesso sia, in condizioni normali e tra soggetti consenzienti, piacevole, gratificante, un modo per unire la coppia, per dimenticare stress, tensioni, preoccupazioni; ecco, dunque, spiegato (almeno in parte) perché proprio sul sesso si siano concentrate le invettive di molte religioni, che vedevano nel piacere sessuale un vero nemico, un’attività che avrebbe distolto i fedeli dalla pratica religiosa.

Se avessero detto “quando siete liberi dal lavoro oziate a letto col vostro partner e copulate come non ci fosse un domani” probabilmente la messa della domenica mattina alle 9 sarebbe andata deserta, e anche molte altre. Se avessero detto di concentrarsi sulla costruzione della famiglia attraverso l’unione anche fisica, carnale sicuramente i fedeli avrebbero posto meno fervore nelle pratiche religiose. Di sicuro i sacerdoti, non più votati al celibato (il voto di castità non è obbligatorio), avrebbero compreso meglio i meccanismi che regolano una famiglia, il rapporto tra coniugi e tra i genitori ed i figli, mentre ora parlano per “sentito dire”.

Sono certo che, tra adulti dotati di capacità di giudizio, ciò che è giusto e ciò che non lo è possano essere decisi autonomamente, senza bisogno di imposizioni dall’alto, senza che nessuno si erga a “Deus ex machina” nel darci il suo assenso o negarcelo.

Non riesco ad immaginare un Dio che rende piacevole l’atto sessuale attraverso le sensazioni che si provano durante l’orgasmo e che, al contempo, dica “ecco che ti ho fregato! Pensavi fosse cosa buona e giusta ed invece ora ti punisco”.

E che dire della prostituzione, da sempre considerata come un crimine, al punto che alcune persone che hanno come dirimpettaia una prostituta non la salutano per punirla? Ora che sta comparendo anche in Italia la figura del sex giver, cioè l’aiutante che permette ai disabili di raggiungere l’orgasmo anche solo manualmente, distingueremo chi fa sesso con i sani (prostituta) da chi, giustificato, lo fa con i disabili (operatore sociale)?

Considerando che la Chiesa cattolica nel giro di un secolo sarà un lontano ricordo di ciò che è ora, perché non avvantaggiarsi cominciando a ragionare con la propria testa?

Sergio Motta

Vertorano, l’autore tv che ha amato Torino

Scopri –To   ALLA SCOPERTA DI TORINO
Armando Vertorano, scrittore, autore televisivo e teatrale si è fatto conoscere per il suo ruolo di autore del programma televisivo l’Eredità su Rai 1. Armando ha passato molti anni a Torino e la ricorda con noi de “Il Torinese” come una delle città che ama di più.
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L’INTERVISTA
D: Ciao Armando, benvenuto a “Il Torinese”, tu hai origini campane e ti sei trasferito a Torino a soli 24 anni per un master al Virtual Reality e Multi Media Park, restandoci fino al 2006 l’anno delle Olimpiadi Invernali. Cos’è per te Torino?
R: Torino è stata il mio grande amore! Sono nato e cresciuto in provincia di Salerno e all’inizio ero terrorizzato all’idea di trasferirmi in una grande città del Nord. Del cuore sabaudo ho adorato il fermento culturale, i teatri, c’era modo per me di entrare in contatto con quella realtà che tanto amavo e per cui studiavo. E poi la meraviglia di via Po, le bancarelle di libri, l’internazionalità. Ricordo il periodo delle Olimpiadi come molto speciale, in città c’era gente da ogni parte del mondo, eventi e concerti dappertutto, era bellissimo. Sono rimasto circa due anni, per il master e poi per uno stage in Rai.
D: A Torino hai lavorato allo sviluppo di alcuni progetti cinematografici, ma qualche anno dopo ti sei dovuto trasferire a Roma.
 
R: Sì, cercavano un redattore per un nuovo quiz televisivo. All’inizio ero molto in dubbio, poi decisi di tentare. In effetti a livello lavorativo le cose cominciarono a girare, dopo il primo lavoro cominciarono a propormene altri, poi nel 2007 mi chiamarono per L’Eredità dove sono rimasto per diversi anni, sempre come redattore. Poi ancora ci sono stati Avanti un altro e Caduta libera per Endemol, e insomma piano piano sono cresciuto e da redattore sono diventato autore.
D: Nonostante tutti questi successi immagino che tu punterai ancora più in alto, qual è il tuo sogno?
R: Lavorare su programmi diversi, trovare nuove sfide, mi piacerebbe tanto realizzare un programma di divulgazione culturale, cosa che un po’ già faccio collaborando con alcune riviste online, ma sarebbe bello portarla in tv. Oggi la cultura tende a starsene troppo sul piedistallo, gli intellettuali si prendono terribilmente sul serio e questo tende ad allontanare chi non si sente parte di quel “circolo”. Invece bisognerebbe trovare il linguaggio e le chiavi giuste per raggiungere tutti, chi l’ha detto che con la cultura non si possa intrattenere?
D: A proposito di cultura, scrivi per una rivista, “Limina”, nel quale parli di rivoluzione, hai mai fatto una rivoluzione nella tua vita?
R: Sì, la prima quando ho iniziato a studiare Scienze Della Comunicazione; all’epoca, a differenza di oggi, era una laurea non molto conosciuta e mi chiedevo se potesse essere la strada giusta. L’altra mia piccola rivoluzione personale è stata appunto lasciare la mia città per venire a Torino, dove non conoscevo quasi nessuno. Anche quando non si cambia il mondo, delle micro-rivoluzioni sono necessarie di tanto, un sovvertimento delle nostre certezze e delle nostre zone comfort, altrimenti il rischio è quello di restare immobili.
D: A che età hai capito che volevi fare questo mestiere e come sei approdato a Banijay, la famosa società di produzione?
R: Non subito, perché da giovane volevo fare lo scrittore, il regista cinematografico o teatrale, avevo tanti sogni e a dire il vero snobbavo un po’ la televisione. Poi però quando ho iniziato a lavorarci mi ci sono appassionato e non l’ho più lasciata. Ho iniziato a lavorare per Banijay quando ancora si chiamava Magnolia, a Roma, nel 2007. Il mio nome girava tra i giovani scribacchini dell’epoca, un po’ perché avevo fatto altri lavori, un po’ perché avevo inondato qualsiasi società di produzione con copie del mio curriculum.
D: Se dovessi cenare con tre artisti di qualunque epoca quali sceglieresti?
R: Frank Zappa perché stimo molto il suo pensiero e la sua musica, è uno che non si è mai accontentato, è diventato famoso senza diventare schiavo del sistema, è sempre rimasto coerente con sé stesso. Poi Woody Allen per il suo lavoro, separandolo quindi dal Woody Allen persona, che non giudico, mi ha sempre ispirato per come mischia ironia, cultura, provocazione e introspezione.
Il terzo, tornando alla musica è Peter Gabriel perché anche lui si è sempre trasformato professionalmente ma mantenendo intatta la sua natura di uomo curioso, aperto al mondo, e questo nell’arte, come nella vita, è fondamentale.
D: So che insieme a Marco Salvati e a Roberta Fiore guidi il podcast “Se telefonando” raccontando di telefonate che hanno fatto la storia, c’è stata una telefonata nella tua esperienza che ti ha cambiato la vita?
R: Si, la ricorderò per tutta la vita. Prima di arrivare a Roma provai ad entrare nella tanto ambita Accademia di recitazione e regia Paolo Grassi di Milano. Mi preparai come mai prima, studiai l’impossibile, certo di poter entrare a studiare con loro. Feci la prova e rimasi ad attendere i risultati. Il giorno del mio compleanno, ero in treno verso Roma per fare i primi colloqui con le redazioni tv, decisi che avrei mollato tutto se mi avessero preso alla Paolo Grassi, ma non avevo ancora avuto novità. Decisi di chiamarli direttamente io per chiedere l’esito del provino, ma mi dissero che non ero stato preso. Lì mi crollò il mondo addosso e capii che la mia strada sarebbe stata un’altra.
D: Ci racconti qualche novità sull’Eredità?
R: Il bello di questo programma, a cui lavoro ormai da anni, è che riesce a cambiare senza cambiare mai del tutto, mantiene intatta la sua identità di momento rassicurante della giornata, in cui ci si può rilassare dopo il lavoro, giocando e magari imparando qualcosa di nuovo. Quest’anno cambieremo la dinamica di alcuni giochi, come quella del triello che abbiamo reso più avvincente, facendo in modo che ciascuno dei contendenti possa restare in gioco e provare a salvarsi fino all’ultimo. Al timone ci sarà sempre il grande Marco Liorni, mentre sono cambiate le “professoresse”: al posto delle uscenti Naomi Buonomo e Michelle Masullo – grandi professioniste a cui auguro davvero tutto il bene e la fortuna del mondo – ci saranno le altrettanto brave Linda Pani e Greta Zuccarello. Insomma, sarà un’edizione niente male, a cui stiamo lavorando e lavoreremo tanto, speriamo vi piaccia!
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NOEMI GARIANO

Mezze penne con crema di zucca: non solo ad Halloween

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Un irresistibile primo piatto autunnale per chi ama la zucca. Condimento semplice, cremoso, avvolgente con un tocco  croccante di mandorle e nocciole. Equilibrato nei sapori e super goloso!
Ingredienti per 4 persone:
320gr. di pasta tipo mezze penne
600gr. di zucca decorticata
25gr. di parmigiano grattugiato
25gr. di mandorle
25gr. di noci sgusciate
1 spicchio di aglio
Prezzemolo
Sale, pepe, noce moscata, olio evo
Cuocere la zucca a vapore, lasciar scolare bene. In un mixer sminuzzare le noci, le mandorle e l’aglio. Aggiungere la polpa di zucca, il parmigiano, l’olio, il sale, il pepe e la noce moscata grattugiata. Mescolare bene, scolare la pasta, condire unendo un mestolino di acqua di cottura nel caso risultasse asciutta. Servire subito.
Buon appetito!
Paperita patty

“Canone Occidentale”, la linea di vermouth ispirata a tre luoghi iconici torinesi

Nasce a Torino un nuovo tipo di Vermouth superiore, lanciato sul mercato dal team di Rodia, azienda torinese di spirits. Il suo nome è “Canone Occidentale”, canone come punto di riferimento e occidentale come Piemonte, il territorio dove il Vermouth è nato e cresciuto più di duecento anni fa. Si tratta di un vermouth squisitamente e intrinsecamente piemontese, realizzato con il 100% di vino prodotto sul territorio più di quanto preveda il disciplinare del vermouth di Torino superiore, e con erbe coltivate e raccolte localmente. In questo modo nascono le tre varianti di vermouth presentate da “Canone Occidentale”, ognuna dedicata a una diversa zona di Torino. La prima è il vermouth rosso “Canone occidentale”, qualità piuttosto rara, realizzata utilizzando un vino rosso, il Langhe DOC Dolcetto. La preparazione aromatica contiene tre diversi tipi di artemisia: absynthium, pontica e vallesiaca. A questi vanno ad aggiungersi salvia solare, hyssopus officianalis e centauria benedicta, tutti di origine piemontese. Ne nasce un vermouth capace di fondere gusti esotici di radici, cortecce e fa e di cacao a sentori più famigliari, come quello della nocciola piemontese. Il simbolo del Vermont rosso “Canone Occidentale” è un ottagono, un omaggio alla piazza torinese che ospita il mercato di Porta Palazzo, fusione di culture, gusti e colori.

Il vermont bianco “Canone Occidentale” è prodotto con vino bianco Cortese, con una preparazione aromatica contenente tre tipi di artemisia: absynthium, poetica e vallesiaca, cui sia aggiunge una preparazione aromatica di menta piperita piemontese e lavanda francese. Il simbolo del vermouth bianco “Canone Occidentale” è un quadrato, che si ispira al quadrilatero romano e alla sua antica piazza delle erbe, oggi piazza Palazzo di Città.

Il vermouth Extra Dry “Canone Occidentale”, prodotto con vino bianco Cortese, contiene gli aromi classici dell’artemisia e della centauria benedicta, con note di camomilla e sambuco, che gli conferiscono un profilo floreale inusuale. L’ispirazione del simbolo di questo vermouth è il triangolo, dedicato al parco del Valentino, con i suoi giardini all’italiana, ricchi di fiori e piante, creati da Maria di Savoia – Nemours.

Tre luoghi di Torino raccontano la miglior storia del vermouth. “Canone Occidentale” verrà presentato al pubblico con una speciale serata l’8 novembre alle 19 presso l’ex caserma dei Vigili del Fuoco, trasformata in polo di aggregazione sociale e culturale nel cuore di Porta Palazzo, “Combo”. Sarà l’occasione per degustare questo vermouth circondati da musica e festa, con una cocktail list ideata per l’occasione dall’ospite della serata: il bartender Michele Marzella che, dopo anni di esperienza nel settore della miscelazione, ha avviato l’attività di liquorista, collaborando con produttori d’eccellenza del vermouth.

Ingresso libero.

 

Mara Martellotta

La solidarietà si sposa al Tartufo Bianco d’Alba nella XXV Asta Mondiale

 

Domenica 10 novembre, al castello di Grinzane Cavour, solidarietà e Tartufo Bianco d’Alba si sposeranno in occasione della prestigiosa Asta Mondiale del Tartufo Bianco di Alba.

Si tratta di un appuntamento che non celebra soltanto il più pregiato diamante della terra, in abbinamento ai grandi vini delle colline delle Langhe, Roero e Monferrato,  ma anche lo spirito della solidarietà che, come un sottile fil rouge, lega persone e luoghi in un abbraccio globale.

Nello scenario suggestivo del castello di Grinzane Cavour, sito specifico del patrimonio dell’Umanità e tutelato dall’Unesco, l’asta diventa occasione per sostenere cause benefiche e far risplendere la bellezza di un territorio unico al mondo, in una contesa improntata alla generosità con le altre sedi in collegamento da tutto il mondo. 

Ospiti di eccezione e appassionati si ritroveranno per condividere non solo il valore di uno dei tesori dell’eccellenza enogastronomica piemontese, ma anche quello di un gesto che fa del bene e che arricchisce chi lo compie.

A festeggiare le nozze d’oro tra il celebre fungo ipogeo e la solidarietà, è atteso un “parterre de rois” d’eccezione,  formato dalla conduttrice televisiva Caterina Balivo, affiancata dal curatore gastronomico Paolo Vizzari.

Dal 1999 ad oggi la cifra totale di raccolta dei fondi benefici ha superato i 6,8 milioni di euro, destinati a iniziative solidali in Italia e nel mondo.

Anche quest’anno i lotti più pregiati del Tuber Magnatum Pico andranno all’incanto, in abbinamento ai grandi formati di Barolo DOCG, Barbaresco DOCG e dei vini dei produttori aderenti al Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba, Langhe e Dogliani, in occasione dell’evento organizzato dall’Enoteca Regionale Piemontese Cavour, grazie al supporto della regione Piemonte, dell’Enit, Agenzia Nazionale  Italiana del Turismo, dell’Ente Turismo Langhe Monferrato e Roero, della Fiera del Tartufo Bianco di Alba, del Centro Nazionale studi Turtufo e dell’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei vini d’Alba.

I lotti dell’Asta saranno impreziositi anche dai maxi panettoni “made in Piemonte”, di 10 e 20 kg, della ditta Albertengo, storica azienda di Torre San Giorgio, nel Cuneese, che ogni anno produce un milione e mezzo di lievitati da ricorrenza. Livia e Massimo Albertengo omaggeranno gli ospiti delle sedi internazionali collegate con Grinzane Cavour, con un tris di mini panettoni all’albicocca, di Moscato e tradizionale glassato.

L’Asta mondiale del Tartufo Bianco di Alba celebra, in collaborazione con Alba Music Festival, l’anniversario del centenario della morte di Giacomo Puccini. Si tratta di un’occasione per commemorare, in un contesto di prestigio internazionale, uno dei più grandi compositori italiani della storia che, come nessun altro, è riuscito a influenzare la musica a lui contemporanea. Alcune sue arie famose come “Nessun dorma”, “E lucean le stelle”, “Recondita armonia” sono presentate dalla possente voce di Michele Mauro, artista del coro “Teatro alla Scala” di Milano, e si intrecciano con le eccellenze del territorio, celebrando gli alti valori dell’Italia.

Accanto a Caterina Balivo e Paolo Vizzari, una new entry d’eccezione sarà Lillo Petrolo, attore, umorista, regista e musicista che animerà l’asta con il suo talento,  la sua ironia e il suo carisma.

Debutto all’asta anche per l’attore, comico e conduttore televisivo Luca Bizzarri, noto per il suo ruolo nel duo “Luca e Paolo”, capace di regalare momenti satirici che uniscono attualità e umorismo ad uni stile ironico e pungente. Accompagnata dall’attore e regista astigiano Andrea Bosca, sarà presente anche Anna Foglietta, attrice teatrale televisiva cinematografica,  già madrina della 77esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Restando nel mondo dell’arte cinematografica l’Asta ospiterà anche Stefania Rocca, attrice apprezzata per la sua profondità interpretativa che, con il suo fascino e la sua dedizione alla recitazione, si è ritagliata un posto di rilievo nel panorama cinematografico e televisivo italiano e straniero. Sarà anche presente Daniel Mc Vicar, noto per il suo ruolo di Clarke Garrison in Beautiful.

Gioca praticamente in casa il Maestro panificatore Fulvio Marino, albese, noto al grande pubblico grazie alla sua partecipazione al programma televisivo “È sempre mezzogiorno”, condotto da Antonella Clerici su RAI 1, dove tiene una rubrica dedicata alla panificazione e alle ricette di pane, pizza e focaccia. Direttamente dal piccolo schermo anche Vittorio Brumotti, ciclista italiano e conduttore televisivo, campione di bike trial e noto inviato del programma Striscia la notizia. Insieme a molti altri ospiti, anche personaggi di spessore legati al mondo dello sport, il Poeta del Gol Claudio Sala, idolo del tifo granata e la figlia dell’i dimenticato “Mondo”, allenatore del Torino, Clara Mondonico.

L’Asta Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba accresce la sua vocazione internazionale con il ricchissimo parterre di collegamenti in diretta. Quattro le prestigiose location confermate: Hong Kong, Singapore, Vienna e Francoforte, che vedranno aggiungersi una new entry di assoluto livello, Bangkok.

In un evento organizzato dall’Ente Turismo Langhe, Monferrato Roero, in occasione dell’asta e in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia,  l’Enit, l’ICE, la metropoli di Seoul sarà protagonista di un collegamento internazionale per la promozione del Piemonte  e delle unicità delle colline dell’Unesco. Il collegamento,  nell’ambito delle iniziative per la candidatura della Cucina italiana a diventare patrimonio immateriale dell’Unesco, avverrà da High Street Italia,  struttura multifunzionale articolata su quattro piani e inaugurata nel dicembre 2019 a Garosu-gil, Seoul, con l’intento di promuovere il “made in Italy” e la cultura italiana in Corea, per la prima volta a beneficio di tutti gli addetti del settore e pubblico generale.

Guardando all‘aspetto solidale,  l’importo raccolto all’Asta presso il Castello di Grinzane Cavour sarà devoluto per il sostegno a iniziative di assoluto valore caritativo.

Di certo proseguirà la collaborazione con l’Associazione Every Child in my Child Onlus che persegue finalità di solidarietà sociale promuovendo attività, iniziative ed eventi destinati al finanziamento di progetti a sostegno dell’infanzia per tutti i bambini che vivono situazioni di estremo disagio a causa di guerre, calamità, povertà,  emarginazione  e malattia. Un’attenzione particolare sarà dedicata all’associazione Emiliano Mondonico, all’Ospedale Nord Kinangop, alle Associazioni del territorio e al sostegno diretto a famiglie in grave difficoltà. 

Torna l’ennesima asta che da vent’anni unisce Italia e Hong Kong. Quest’anno l’evento, ospitato presso il prestigioso ristorante Mandarin, sotto l’egida del Console generale d’Italia a Hong Kong, Carmelo Ficarra, si preannuncia più speciale che mai. Matteo Morello, del ristorante Castellana, Angelo Agliè di Tosca, di Angelo Aglianò Ritz Carlton e i talentuosi chef Robin Zavou e Matthew Reuther del Mandarin Oriental prepareranno creazioni culinarie di eccellenza. L’asta non è solo un momento di piacere per il palato ma anche un’occasione per fare del bene: il ricavato verrà devoluto all’istituto Mother’s Choice.

Art, di Daniele Speringhio, a Singapore, tornerà a essere protagonista dell’evento in presenza dell’ambasciatore italiano a Singapore, Dante Brandi. Il ricavato di questa raccolta verrà destinato all’unica clinica veterinaria di Singapore, con un programma di adozione, sensibilizzazione, educazione e ricongiungimento degli animali smarriti con i loro proprietari.

Per il terzo anno consecutivo, Vienna sarà fra le protagoniste dell’evento benefico organizzato dalla delegazione austriaca dell’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini di Alba. Quest’anno la sede dell’evento sarà la prestigiosa ambasciata d’Italia a Vienna, ospitata nello storico palazzo Metternich, grazie alla disponibilità dell’ambasciatore Giovanni Pugliese.

Dopo l’esordio della scorsa edizione, torna anche il collegamento con Francoforte, città dinamica, cosmopolita e sensibile al richiamo del Tartufo Bianco d’Alba, protagonista indiscusso dell’asta mondiale. La location scelta è il ristorante Brighella, un misto di tradizioni italiane, ospitalità e fantasia che da oltre trent’anni celebra il Tartufo Bianco d’Alba con una settimana dedicata alla solidarietà e alla promozione del Piemonte. 

Questa edizione dell’asta vedrà anche il prestigioso debutto di Bangkok con un evento da “Le mille e una notte”, organizzato presso il ristorante Riva del fiume, ospitato presso il Four Seasons di Bangkok, al 14⁰ posto della “50 Best” che premia i migliori hotel del mondo. 

La XXV edizione dell’asta mondiale si potrà seguire in diretta streaming sulla pagina Facebook del castello di Grinzane Cavour www.facebook.com/castellogrinzanecavour.

Mara Martellotta 

Le pericolose conseguenze dell’effetto alone

Nel continuo intento di farci risparmiare tempo e fatica (ecco come nasce l’esperienza, ma purtroppo anche certi schemi mentali difficili da sradicare) il nostro cervello a volte sbaglia, nel suo tentativo di semplificarci la vita. Facendoci arrivare a determinazioni e conclusioni rapide.

In tal modo certamente risparmiandoci ogni volta un faticoso e lungo lavoro di ponderazione e di valutazione, ma talvolta semplificando eccessivamente la realtà. È certamente questo il caso dell’effetto alone. Nella nostra vita questa dinamica ci si ritorce contro a volte con conseguenze davvero molto gravi.

Conoscendo l’esistenza dell’effetto alone e le dinamiche che ne derivano, possiamo però anche essere in grado di sfruttarle a nostro favore, usandolo consapevolmente. Sia per valutare in modo più veloce e corretto le altre persone, o certi oggetti (pensiamo agli inganni da effetto alone di molta pubblicità…) in molteplici situazioni.

Ma anche di esprimere al meglio noi stessi attraverso il modo in cui ci presentiamo nei vari ambienti, in modo da suscitare le reazioni a noi più favorevoli… Specialmente negli ultimi tempi il fenomeno dell’Effetto Alone è stato analizzato anche relativamente al settore commerciale e del marketing dei prodotti, poiché esso condiziona il nostro giudizio.

È la percezione che abbiamo anche sui prodotti, in special modo quelli appartenenti a uno specifico brand (o marchio o linea di prodotti). Per via di questa ingannevole distorsione mentale, le case produttrici più famose e prestigiose in genere godono di un sostanziale vantaggio. Nel senso che che beneficiano del fenomeno Effetto Alone quando lanciano un nuovo prodotto.

Nel caso in cui la marca venga percepita con un giudizio positivo dai consumatori. Se in precedenza la casa produttrice ha commercializzato un prodotto di successo, gli acquirenti tenderanno ad estendere il giudizio positivo dato al prodotto precedente anche sul nuovo prodotto, pur non sapendo ancora nulla delle sue caratteristiche.

(Fine della seconda parte)

Potete trovare questi e altri argomenti legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it

Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.