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Da Milano a Torino la moda diventa sostenibile

Al via i preparativi per le grandi sfilate autunnali, la Fashion Week a Milano e Hoas a Torino, la sezione dedicata alla moda sostenibile con protagonisti brand di eccellenza, come Romeo Gigli e Alviero Martini

 

La moda italiana non conosce soste e, dopo il grande successo riscontrato da Pitti Immagine Uomo di Firenze, si sta organizzando per le sfilate attese nel prossimo autunno con la Fashion Week di Milano e Hoas di Torino. Il nostro  Paese, dopo la forzata sosta dei mesi passati e la vittoria sportiva da poco conseguita, è  pronto a riprendersi il ruolo di capofila nel panorama internazionale, proprio partendo dal sistema moda.

Farà da apripista l’evento meneghino, in programma dal 22 al 28 settembre prossimi, con la presentazione delle collezioni uomo donna primavera/estate 2022, seguito, a fine novembre, da Hoas, “History  of a style”, evento tutto torinese, in programma al Lingotto dal 25 al 28 novembre prossimi. Questa seconda edizione presenterà un focus sulla moda sostenibile e, in particolare, sulla tematica della salvaguardia del pianeta.

Apertura di eccezione di Hoas sarà rappresentata il 25 novembreprossimo da un convegno promosso sul tema della moda sostenibile, in collaborazione con Assomoda, alla presenza del segretario generale Massimo Costa. Ad esso parteciperanno stilisti e le maggiori istituzioni piemontesi che hanno concesso il patrocinio all’evento.

Tra i primi grandi brand figurano Gai Mattiolo, Romeo Gigli, Petrelli Uomo, Anton Giulio Grande e il piemontese doc Alviero Martini. I grandi stilisti terranno a battesimo tanti fashion designer emergenti e anche nuovi brand che li affiancheranno nelle sfilate, tra cui Saverio Maggio, che ha già  scattato all’interno della Mole Antonelliana, sede del Museo Nazionale del Cinema di Torino, uno shooting a tema green, che rappresenta un evento molto atteso tra i blogger, gli influencer, le celebrity e i grandi buyer.

Il tutto avverrà nei novemila metri quadrati del padiglione principale della struttura fieristica del Lingotto, che verranno allestiti per ospitare quattro intense giornate di sfilate di moda, che si protranno dal primo pomeriggio fino alla sera, ambientazioni a tema green e padiglioni dedicati anche dell’automotive,  al cinema e alla televisione.

Quest’anno figura anche una significativa collaborazione con il Gambero Rosso per quanto concerne il food.

L’evento è organizzato da Hoas Group di Domenico Barbano e Mirella Rocca, con il patrocinio di Assomoda, Comune di Torino, Regione Piemonte ; la regia delle sfilate è affidata a Gianluigi Resta e la direzione artistica a Bros Group Italia.

Mara Martellotta

Il sentiero delle vite

INAUGURAZIONE 

Domenica 29 nuovo percorso nel Vallone del Fronteglio

 

La montagna regala momenti unici e indimenticabili che contribuiscono a migliorare il nostro stato d’animo e la nostra salute. Lo sanno bene i tanti appassionati che frequentano e percorrono la rete sentieristica.

Tuttavia se ci soffermiamo a riflettere sull’origine dei sentieri che utilizziamo, il pensiero va agli uomini e alle donne di un tempo che li aprivano in mezzo alla vegetazione, li curavano e li mantenevano con muretti a secco di sostegno, pavimentazione e canaline per fare in modo che l’acqua piovana non se ne impossessasse.

 

Probabilmente i sentieri sono antichi quanto lo è la vita dell’uomo sulle montagne; proprio agli uomini che abitavano queste borgate si deve la rete sentieristica che tuttora noi utilizziamo nel nostro tempo libero.

Passi di fatica, sudore, freddo, pioggia e neve. Passi pesanti, trasportando legna da ardere, carbone, frutti della terra, prodotti acquistati o barattati durante fiere e mercati, letame, foglie.

Passi di festa per partecipare a balli e ricorrenze che nel calendario contadino non potevano mai mancare.

Passi sacri per assistere all’immancabile messa domenicale e alle ricorrenze legate al ciclo della vita come matrimoni, battesimi e funerali.

Poco rimane di quell’epoca vicina eppure ormai lontanissima dalle nostre consuetudini.

Oltre ai sentieri, allo sguardo dell’escursionista rimane qualche abitazione traballante, qualche pilone votivo, muretti a secco che tenacemente resistono al tempo che passa. Tra qualche anno poco o niente rimarrà di queste borgate abbandonate e allora è giusto che sopravviva almeno il ricordo di alcune esistenze di donne e uomini che popolarono questi monti e a cui dobbiamo i sentieri che percorriamo durante il nostro tempo libero.

Un tributo insomma ai nostri antenati per non dimenticare e per riflettere su un modello di vita semplice, essenziale, da cui prendere in parte esempio per praticare la famosa sostenibilità di cui oggi tanto si parla.

 

 

 

Il progetto del sentiero tematico del Vallone del Fronteglio nacque nel maggio del 2020, subito dopo il primo lockdown. Improvvisamente la privazione della libertà di movimento fece apprezzare i nostri boschi, i sentieri a due passi da casa. Venne allora l’idea di valorizzare questi tracciati e di disegnare dei percorsi facilmente fruibili.

In Val Sangone ci sono sentieri a centinaia, per diversi chilometri di sviluppo, ma spesso ciò che manca è un percorso che anche i meno esperti possano praticare conoscendo i tempi, le distanze, il punto di arrivo.

 

Le bacheche vogliono fornire quindi una chiave di lettura del paesaggio soffermandosi questa volta non su flora e fauna ma sulle esistenze di coloro che popolarono queste montagne.

Ogni bacheca contiene un’introduzione sulla località in cui ci si trova e brevi aneddoti di vita quotidiana, semplici ma significativi, tratti da racconti, foto e acquerelli di persone nate e cresciute nelle borgate e valli della “Comba di Fronteglio”.

L’invito è a percorrere il sentiero senza fretta in ogni stagione.

Dal punto di vista naturalistico la ricchezza del percorso consiste nella varietà degli ambienti che si incontrano: faggete, boschi di roverelle, radure per arrivare poi alla quota massima (1150 mt) dove troviamo pascoli attorniati da rododendri, larici e ginepri.

Si percorre per intero il vallone del Rio Fronteglio: all’andata il lato ad inverso ed al ritorno il lato ad indiritto esposto al sole.

Il sentiero è vario e non annoia mai. Per l’escursionista inoltre non mancano aree attrezzate (borgata Baronera e Colletto del Forno), fontane (Pontepietra, Borgata Savoia, Colletto del Forno, Case Gros).

 

“Speriamo che l’allestimento di questo itinerario sia un contributo per la valorizzazione e la tutela delle montagne di Giaveno, le quali non hanno cime famose di richiamo internazionale, ma che se ben conosciute e promosse possono attrarre un turismo di escursionisti e di bikers interessati ai nostri sentieri. Noi ci crediamo. Non resta che auguravi buona gita”, dicono dall’Associazione Valsangone Turismo che insieme al Cai e al Forum di Protezione Civile ha ideato e realizzato il percorso, in accordo con l’Amministrazione e grazie al prezioso contributo (ricordi di famiglia, testi, foto e acquerelli) degli abitanti ed eredi degli abitanti delle borgate.

 

“Le nostre montagne sono la nostra ricchezza; ringraziamo le Associazioni che se ne occupano e le rendono fruibili al pubblico. Nei boschi e sui monti si trova il benessere più autentico. È importante anche la memoria di chi ha vissuto in montagna”, commentano il Sindaco, Carlo Giacone, e l’Assessore al Turismo, Edoardo Favaron.

 

Il programma della giornata di domenica 29 agosto prevede l’inaugurazione alla presenza delle autorità alle 9,30 presso borgata Pontepietra. Alle 10 partenza per l’escursione guidata lungo tutto il sentiero fino al Colletto, ritorno alle 17 (pranzo al sacco). Occorre prenotare al numero 334 1057494 (costo 10 euro a persona; l’incasso verrà utilizzato per la manutenzione del sentiero).

(foto archivio)

Latte? No, latti! A ogni razza il proprio formaggio

Vacche, pecore, capre… da ogni angolo d’Italia arriva un cacio diverso, simbolo di biodiversità. In attesa di conoscerli e assaggiarli a Cheese 2021, ecco un gustoso ripasso

 

Il programma in aggiornamento è su cheese.slowfood.it

Qui le più belle immagini della scorsa edizione e le grafiche dell’edizione 2021

 Qui la cartella stampa completa

Il latte non è tutto uguale ed è per questa ragione che è bene declinarlo al plurale: parlare cioè di latti. In Italia, in commercio, ci sono quelli di vacca, di capra, di pecora, di bufala e di asina. Tanti latti, dunque, e quindi tanti formaggi differenti. A Cheese 2021 proviamo a raccontarveli, grazie al lavoro e alla passione di pastori, casari e affinatori che ogni giorno tramandano storia, competenze e sapori. Nell’attesa che il più grande evento internazionale dedicato ai formaggi a latte crudo e alle forme del latte cominci (è in programma a Bra, in provincia di Cuneo, dal 17 al 20 settembre 2021) vi proponiamo allora un viaggio tra alcuni formaggi che rappresentano una tradizione, identificano una comunità e un luogo, i suoi pascoli e la sua storia, e che devono molto a razze locali, in alcuni casi ingiustamente considerate minori.

 

I formaggi di pecora: dalla Sardegna alle Langhe

 

Cominciamo dal fiore sardo dei pastori, Presidio Slow Food: si tratta di  un formaggio a latte crudo e intero munto da pecore di razza sarda, una razza autoctona antichissima nota per la qualità del proprio latte. Il latte di una sola mungitura, senza alcun trattamento, viene posto in caldaia e coagulato con caglio in pasta di capretto o agnello; quindi si procede alla rottura della cagliata. Si forma il pecorino collocando la massa in stampi a forma di tronco-cono detti pischeddas. Il fiore sardo stagiona per un paio di settimane vicino a braci che danno un lieve sentore di fumo e poi in locali dove le forme sono appoggiate a terra per alcuni mesi.

 

Altro formaggio, altra isola: spostiamoci in Sicilia per scoprire la vastedda della valle del Belìce, l’unico formaggio di pecora a pasta filata, riconosciuto Presidio Slow Food. Protagonista, in questo caso, è la pecora della valle del Belìce, diffusa in particolar modo nelle province di Agrigento e Trapani ma presente in tutta la regione e anche nella vicina Calabria. Una curiosità su questo formaggio: il nome deriva dal termine dialettale vasta, cioè “guasta, andata a male”: i casari della zona, infatti, lo idearono per recuperare i pecorini che presentavano difetti, facendoli filare ad alta temperatura.

 

In Toscana, adesso, per conoscere la pecora massese: vello grigio piombo, pelo nero lucido, corna scure a spirale, occhi accesi e sporgenti, la si trova in Emilia, in Liguria e naturalmente in Toscana: sulle montagne pistoiesi, in particolare, resistono produttori che fanno il pecorino seguendo interamente la tradizione: pecore in alpeggio, latte crudo e caglio naturale. Curiosi di assaggiarlo? È un Presidio Slow Food.

In provincia di Cuneo, nella zona delle Langhe, vive invece una pecora dal manto bianco, senza corna e con le caratteristiche orecchie portate in avanti e verso il basso: è la pecora delle Langhe, una razza ormai in via di estinzione inserita nell’Arca del Gusto di Slow Food, a cui dobbiamo la tuma, un formaggio di forma cilindrica, dal peso che oscilla tra i 200 e i 300 grammi, privo di crosta e la cui pasta è di colore bianco paglierino, morbida.

 

Tra Sicilia e Lombardia, sulle tracce dei formaggi di capra

 

La capra orobica è una razza Presidio Slow Food: il suo latte viene utilizzato per formaggi tradizionali a latte crudo come il matuscin della Valtellina, il formagìn della Valsassina e la roviola della Val Brembana. È una capra rustica, caratterizzata dalle corna imponenti, in grado di vivere e pascolare lungo i pendii impervi delle Alpi orobiche, nelle provincie di Sondrio, Bergamo e Lecco.

Mille chilometri più a sud vive un’altra capra dal latte eccellente: la girgentana, che deve il nome al vecchio nome della città siciliana di Agrigento (Girgenti). Come riconoscerla? Semplice, guardando le corna: quelle della girgentana sono inconfondibili, a spirale. Il suo latte, grazie all’ottimo equilibrio tra grasso e proteine, viene utilizzato per la tuma ammucciata.

 

Concludiamo il tour tra le capre italiane (e i loro derivati) dando uno sguardo alla garganica, originaria dell’omonimo promontorio pugliese. Presidio Slow Food, con il suo latte si producono il canestrato e il cacioricotta. La capra garganica viene allevata allo stato brado ed è immediatamente riconoscibile: merito del pelo lungo, liscio e nero corvino, della testa caratterizzata dal ciuffo e della lunga barba sotto il mento e dalle corna un po’ appiattite lateralmente.

Vacche: non esiste solo quella bianca pezzata di nero

Se pensiamo alle vacche, è probabile che la nostra immaginazione ci restituisca l’immagine di una mucca bianca con grandi macchie nere: bene, quella è la vacca di razza frisona olandese. In Italia, però, ce ne sono di tutti i colori! Innanzitutto la vacca grigio alpina (Presidio Slow Food), concentrata soprattutto in provincia di Bolzano e di Trento con qualche presenza in Veneto e Friuli Venezia Giulia, che per secoli è stata allevata dalle popolazioni locali soprattutto in contesti marginali ed estremi come quelli dei masi di alta quota: è infatti in grado di adattarsi perfettamente alle dure condizioni ambientali di queste regioni montane, rivelandosi la razza ideale per l’economia rurale di montagna. Quali formaggi regala? Quelli di malga: alcuni più magri perché si privilegia la lavorazione del burro, altri a crosta lavata, perché durante la stagionatura vengono inumiditi con acqua salata.

 

Spostiamoci in Piemonte per conoscere la razza bovina pezzata rossa d’Oropa (inclusa nell’Arca del Gusto di Slow Food), stretta parente della valdostana. Si adatta bene alle difficili condizioni ambientali del pascolo montano e svolge un’importante azione di tutela ambientale e del paesaggio, oltre ad assicurare il latte con cui si produce il burro a latte crudo dell’Alto Elvo, Presidio Slow Food.

 

Chi non ha mai assaggiato il Parmigiano Reggiano? Eppure molti non sanno che, fino al secondo dopoguerra, le regine incontrastate del Parmigiano Reggiano erano due razze autoctone: la bianca modenese e la rossa reggiana. Dagli anni Cinquanta, poi, sono state sostituite dalla razza frisona , famosa per la produttività e con le mammelle perfette per la mungitura meccanica. Sia la bianca modenese che la rossa reggiana producono latti le cui caratteristiche risultano eccellenti per la produzione del Parmigiano Reggiano, eppure il numero di capi si è drasticamente ridotto: entrambe sono riconosciute da Slow Food, la prima è tutelata dal Presidio e la seconda è inclusa nell’Arca del Gusto.

Concludiamo il nostro tour virtuale nel sud Italia, parlando della vacca di razza podolica e del caciocavallo, il formaggio simbolo della tradizione casearia meridionale ed emblema della tecnica “a pasta filata”. Si tratta della tecnica messa a punto nei secoli per garantire conservabilità e salubrità ai formaggi di latte vaccino. Slow Food ha due Presìdi sui caciocavalli da latte di razza podolica: uno nel Gargano e uno in Basilicata.

Cheese, la manifestazione internazionale dedicata alle forme del latte, si terrà a Bra (Cn) dal 17 al 20 settembre 2021 ed è organizzata dalla Città di Bra e da Slow Food con il sostegno della Regione Piemonte. Considera gli animali è il tema della tredicesima edizione, un focus sul regno animale e la varietà di connessioni con le azioni dell’uomo. Senza di loro infatti non esisterebbe l’infinita biodiversità casearia che tocchiamo con mano ogni due anni a Bra. Straordinaria già oggi l’attenzione nei confronti dell’evento – che si garantisce con il consueto programma, nella massima sicurezza – sia da parte dei protagonisti di Cheese che da parte del mondo della ristorazione e dell’ospitalità del territorio. Cheese 2021 è possibile grazie al supporto di moltissime realtà, pubbliche e private, che credono in questo progetto. Tra tutte, ringraziamo i main partner: BBBell, BPER Banca, Consorzio del Parmigiano Reggiano, Egea, Pastificio Di Martino, Quality Beer Academy (QBA) e Reale Mutua.

Tutti gli eventi della Fiera del peperone

Gli spettacoli della 72^ Fiera Nazionale Del Peperone di Carmagnola con ARTURO BRACHETTI, GIUSY FERRERI, THE KOLORS, SAGI REI e tanti altri

 

dal 27 al 30 agosto “Il Foro Festival”

Belle Époque il 27– Giusy Ferreri il 28 – Sagi Rei il 29 – The Kolors il 30

Eventi a pagamento – Accesso tramite Green Pass

 

dal 31 agosto al 5 settembre spettacoli in Piazza Italia

Il 2 settembre ARTURO BRACHETTI

Eventi gratuiti – Area spettacoli con varchi d’ingresso e controllo del Green Pass

 

www.fieradelpeperone.it

 

Dopo l’edizione “Speciale e Diffusa” del 2020, arriva al traguardo dei 72 anni la più grande manifestazione fieristica italiana dedicata a un prodotto agricolo che torna a riproporre, come da tradizione, 10 giorni di eventi gastronomici, culturali ed artistici per tutti i sensi e per tutte le età.

Gli spettacoli si svolgeranno nella grande area di Piazza Italia con i concerti a pagamento de “Il Foro Festival” dal 27 al 30 agosto e spettacoli gratuiti dal 31 agosto a fine manifestazione con principale ospite ARTURO BRACHETTI che il 2 settembre si presenterà con la frizzante intervista “Arturo racconta Brachetti”.

“Il Foro Festival” partirà con il Belle Époque Show del 27 agosto e proseguirà con  concerti di GIUSY FERRERI il 28 agosto, di SAGI REI il 29 agosto – con opening act di Badvice Dj + Gino Latino + Tuttafuffa Dj Crew – e dei THE KOLORS il 30 agosto.

 

 

ORARIO FIERA: da lunedì a venerdì: ore 18 ● 24 | sabato e domenica ore 10 ● 24

INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO:
Ufficio Manifestazioni – Tel. 011.9724222/270 – cell. 3343040338

 

Dopo l’edizione “Edizione Speciale e Diffusa” dello scorso anno,  la Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola torna con un cartellone di proposte molto vicino ai fortunati format pre-Covid.

 

La 72^ edizione è in programma dal 27 agosto al 5 settembre 2021 e proporrà 10 giorni di eventi gastronomici, culturali e artistici con esperienze creative e coinvolgenti per tutti i sensi e per tutte le fasce di età in un’area espositiva di oltre 10.000 mq con 8 piazze dedicate, di cui 6 enogastronomiche, 2500 posti a sedere e oltre 200 espositori di cui 100 alimentari. Carmagnola, città ricca di storia e di manifestazioni tradizionali legate alla cultura popolare locale, verrà fatta scoprire ai visitatori attraverso molti eventi, mostre ed allestimenti pensati per farne conoscere e valorizzare il grande patrimonio architettonico e culturale.

 

I principali spettacoli sono in programma in una grande arena allestita all’interno del Foro Boario di Piazza Italia.

Nelle piazze enogastronomiche e nelle aree spettacolo allestite in spazi delimitati – come in Piazza Italia – gli ingressi saranno contingentati attraverso varchi di ingresso nei quali verrà richiesto il Green Pass.

Non verrà richiesto il Green Pass nelle aree non delimitate e senza varchi d’ingresso – come per esempio alcune aree street food – ma l’organizzazione del Comune di Carmagnola informerà i visitatori, con apposita segnaletica, dell’esistenza dell’obbligo della certificazione verde e ricordando che, come da disposizioni governative, in caso di controlli a campione da parte delle Forze dell’Ordine il soggetto privo di certificazione sarà sanzionabile.

Nelle situazioni con grande affluenza di pubblico e visitatori l’organizzazione richiederà anche l’uso della mascherina.

 

IL FORO FESTIVAL

Il Foro Festival nasce nel 2018 da un’idea dei ragazzi della Consulta Giovanile Carmagnolese, operante sul territorio dal 2012, come evento collaterale di rilievo della Fiera.

Il format propone eventi e concerti a pagamento con artisti di rilievo nazionale in una grande arena all’interno del Foro Boario di Piazza Italia, da cui il nome del festival.

Dopo la pausa del 2020 dovuta all’emergenza sanitaria, il festival torna dal 27 al 30 agosto 2021 con quattro appuntamenti: il Belle Époque Show – cena animata con spettacoli di burlesque, live piano e dj set – nella prima serata a partire dalle ore 20:00, il concerto di GIUSY FERRERI il 28 agosto alle ore 21:45, di SAGI REI il 29 agosto alle 21:30 con opening act di Badvice Dj + Gino Latino + Tuttafuffa Dj Crew e dei THE KOLORS il 30 agosto alle 21:45.

Il biglietto di ingresso del Belle Epoque Show è di € 30,00 con cena compresa, per Giusy Ferreri è di € 20,00, per The Kolors è di € 15,00 e per Sagi Rei di € 10,00.

I biglietti dei concerti sono acquistabili di persona  in vari punti prevendita del territorio e presso le casse del Festival nelle serate dei concerti (se ancora disponibili), online su ciaotickets.com, quelli di Giusy Ferreri e The Kolors anche su ticketone.it, nel caso in cui ce se sia ancora disponibilità.

Per il concerto di Sagi Rei, info point e prevendite anche tramite whatsapp al numero 3277636452.

Per il “Belle Époque Show” occorre telefonare ai numeri 342 804 4609 e 331 335 5931.

 

GLI EVENTI E GLI SPETTACOLI GRATUITI IN PIAZZA ITALIA

Il grande palco di Piazza Italia ospiterà altri eventi gratuiti in tutte le altre serate, dal 31 agosto al 5 settembre.

Il principale ospite sarà ARTURO BRACHETTI nella serata del 2 settembre con “Arturo racconta Brachetti”, un’intervista frizzante tra vita e palcoscenico in cui la leggenda del quick change, l’uomo dai mille volti che in un battito di ciglia (o forse due) è capace di trasformarsi in mille personaggi, si racconta in una serata speciale fatta di confidenze, ricordi e viaggi fantastici.

Fregoli, Parigi e le luci della Tour Eiffel, Ugo Tognazzi, le ombre cinesi, Paolo Poli, la donna ignifuga, il Paradis Latin, e le mille fantasie di un ragazzo che voleva diventare regista o papa, prendono vita in un’intervista frizzante al confine tra vita privata e palcoscenico a tu-per-tu con il pubblico. Sarà come entrare nel dietro le quinte della vita di Arturo Brachetti, parlando dei suoi debutti, dei viaggi intorno al mondo, della vita quotidiana, delle “mille arti” in cui eccelle e altro ancora. Brachetti nella sua veste di showteller, un raccontatore di spettacoli, parte dal racconto della sua storia e dal solaio in cui tutto è iniziato e attraverso pillole e aneddoti di storia del varietà, del teatro, delle arti circensi, l’artista italiano, senza maschere e senza trasformismi, ci farà scoprire perché è la realtà immaginata quella che ci rende più felici…

Il 31 agosto è in programma “Mi ritorni in mente”, un omaggio a Mogol e Battisti a cura della Cooperativa Arte e Musica, spettacolo nato da un’idea del polistrumentista e voce del gruppo Francesco Zino che ha vinto un bando ministeriale grazie al quale è stato rappresentato in numerosi eventi e festival italiani.

Il 1° settembre è la volta di “BeatlesStory”, un live show multimediale che, attraverso un magico viaggio, ripercorre l’intera storia dei Beatles dal ‘62 al ‘70, in un concerto con oltre 40 dei loro più grandi successi eseguiti da Claudio Iemme, Patrizio Angeletti, Roberto Angelelli e Armando Croce.

Il 3 settembre il cartellone propone “Ti porto dove c’è musica” con Piero Vallero e la Labirinto Orchestra, un concentrato di stili e diversi generi – da Elvis Presley alle più recenti Hit, passando attraverso ai Pooh, Battisti e Ramazzotti, toccando Phil Collins, Billy Joel e Barry White – esplorando le forme più disparate di espressioni musicali, in un concerto sempre in evoluzione da 25 anni a questa parte.

Il 4 settembre arriva la “eXplosion Band in concerto”, il primo Energy Disco Show italiana in due ore di spettacolo senza pause in cui le migliori hit internazionali ed italiane di genere dance, pop, rock, latino e funky, che ci hanno fatto scatenare dagli anni 80 fino ad oggi, sono impreziosite da acrobatiche coreografie, repentini cambi d’abito, una scintillante scenografia e soprattutto tanto tanto coinvolgimento.

Domenica 5 settembre si comincerà alle ore 16 con la tradizionale “Festa di Re Peperone e la Bela Povronera” , un evento con decine di personaggi e maschere del Piemonte presentato da Sonia De Castelli e Elisabetta Gedda, per concludere la sera con il concerto della Società Filarmonica di Carmagnola intitolato “#Tuttinsieme”.

 

LE ALTRE PROPOSTE DELLA FIERA

In un’area espositiva di oltre 10.000 mq, con 8 piazze dedicate di cui 6 enogastronomiche, 2500 posti a sedere e oltre 200 espositori, sono numerose le altre proposte di un ricco cartellone a cavallo tra gusto, cultura e attualità, con degustazioni, workshop, show cooking, cene a tema, street food, talk show, iniziative solidali, area bimbi, una grande rassegna commerciale e altro ancora.

Con tanti ospiti – tra i quali TINTO, GINO SORBILLO E PAOLO MASSOBRIO – questa sarà anche la seconda edizione anti-spreco alimentare grazie alla partnership con l’azienda Cuki che fornirà migliaia di piatti in alluminio prodotti con materiale riciclabile al 100%  e di Cuki Save Bag distribuite ad espositori ed esercenti della città.

Per il terzo anno consecutivo inoltre, la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro ONLUS è charity partner con diverse iniziative dedicate a promuovere e sostenere le sue attività, tra le quali alcune belle proposte del progetto Pep-Revolution di Fata Zucchina dedicato alla salute dell’uomo e del pianeta.

Maggiori informazioni in www.fieradelpeperone.it 

 

 

Tutti gli eventi sono gratuiti, ad eccezione degli eventi de “Il Foro Festival”

Chi organizza La 72^ Fiera Nazionale Del Peperone

La Fiera Nazionale del Peperone è organizzata dal Comune di Carmagnola in collaborazione con la Pro Loco.

La gestione organizzativa e la selezione degli espositori sono a cura dell’agenzia Totem di Chiavari (GE).

 

I due “soci”

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Un torinese (acquisito) a Finale Ligure/Pillole di spiaggia

Di Gianni Milani

“Sono proprio gentili questi due ragazzi!”. Un attimo di pausa. “Peccato tutti quei tatuaggi… Sono soci, eh!”. Abbozzo un impacciato sorriso. A parlare é un’arzilla signora diversamente giovane, Palmira, in attesa della sua 85esima primavera, cuneese di Langa e mia vicina di ombrellone, incredibile dispensatrice di garbate e granitiche verità. I giovani di cui Palmira parla sono i due tatuatissimi ragazzotti stesi al sole su due lettini posti a fianco dei nostri bunker-ombrelloni. Azzardo: “Soci? Hanno un’attività in comune?”. ” Ma no – risponde lei – quasi stizzita per il mio, a suo parere, improvviso rincoglionimento”. ” Soci! É chiaro no?”. Faccia stupita la mia. “Due mariti!!”. Ah, bè! Riabbozzo un sorriso di partecipe condivisione. ” Mai visto due ragazzi così a modo e gentili” continua lei. ” A l’e’ propri ‘n piasi’ parleie ansema” continua in stretto cuneo-piemontese”. ” As ved che s’volu propi bin!”. Antica, magnanime saggezza langarola. Le sorrido. La signora ha proprio capito tutto. Da sola. Senza stucchevoli e inutili simposi culturali o vocianti diatribe TV oggi più che mai di moda. ” E quando due si vogliono bene…”. Sospensione. Condivido. ” Peccato – conclude – tutti quei tatuaggi!”.

Gavettone Day

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Un torinese (acquisito) a Finale Ligure/Pillole di spiaggia

 

Di Gianni Milani

Ferragosto edizione 2021. Anche quest’anno é andata! Solito copione. Stessa spiaggia, stesso mare. Ed eccoci, per fortuna, al giorno dopo. Negli occhi e nelle orecchie flash d’immagini e voci che sono quelle ripetute a copione nel tempo. Banali, perfino un po’ tristi, sotto regie cafonare degne del miglior Oscar Pettinari, il tipico “coatto” romano inventato in “Troppo forte” dal mitico Verdone. Primissima mattina, la calata dai pullman sul lungomare di frotte multiformi e variopinte dei bagnanti in gita di giornata provenienti (con tanto di vu’ cumpra’ e “bottega” appresso) dai paesi limitrofi o dall’entroterra ligure. Borse-frigo, cibarie varie, canotte varie, infradito vari, facce varie, palloni e palloncini e salvagente vari, cappelli e cappellini fra i più improbabili e multiuso. Corsa alla spiaggia libera che in un attimo diventa occupata. Meglio occupatissima. Distanziamento? Parolona grossa. Ed ecco in un baleno, il nuovo panorama vista mare: ombrelloni e ombrellini infilzati a terra, una galleria di asciugamani stesi al sole, lettini e sdraio e sedie per i nonni, cagnolini (povere bestie) guinzagliati alle gambe di tavolini traballanti che stanno in piedi sfidando inspiegabilmente la forza di gravità. E subito i primi sonori scappellotti ( tanti altri ne seguiranno) ai ragazzini che ogni mezzo minuto corrono – manco fossero Jacobs – in acqua, mentre le mamma iniziano fin da subito, quasi fossero in pieno cucinino di casa, a preparare la “tavola”, con figlie e fidanzati e padri spaparanzati al sole. Tutt’altra musica nei Bagni privati a fianco. Non fosse che anche lì cominciano a veleggiare nell’aria strane occhiatine e occhiatacce. Ci siamo! Comincia a montare la strana voglia ferragostana. La voglia del gavettone. Rito secolare. Ahinoi, intramontabile. Si cominciano a caricare pistole e mitragliette di plastica. E a sparare. ” Ma cazzarola, é gelida quest’acqua! Cominciamo?”. In un attimo é tutti contro tutti. I primi ad impugnare le armi (incredibile!), signori- giovinotti che vanno dai 40/50 in sù. Scatenati, mirano come ossessi a ridanciane damigelle dai costumi impercettibili e ai compagni di “scopone”. “Ma basta, papà, smettila!”, urla con vergogna una ragazzina al “firmatissimo” genitore (avvocato, manager, imprenditore, politico, amico forse di quel famoso onorevole del Papete?). E lui manco per niente. Fino all’ora di pranzo. I bagni di svuotano. Quasi. Fatta eccezione per i martiri dell’abbronzatura che timbrano il cartellino alle dieci e per otto ore filate a flirtare con il sole non li smuove più nessuno. Nella spiaggia libera, intanto, é un corpo a corpo alle vettovaglie, con paninari famelici che a 40 gradi all’ombra mangerebbero pure minestroni bollenti e polente conce, bimbi giustamente piagnucolanti e risate e risate e acqua e birra, birra tanta birra. Poi ci saranno altri tuffi. Appena mangiato? Ma chissenefrega. E’ Ferragosto. Non esistono regole. Appuntamento finale nei Bagni privati alle 18. Sarà guerra totale di gavettoni. Bagni contro bagni. Tutti contro tutti Il lungomare diventerà campo di battaglia. Senza pietà. Penso proprio di rientrare in hotel verso le 17,30. Massimo massimo 17,45. ” Ma che bella giornata”, cantava nel ’68, con toni dememenzial-ironici, Ugolino, al secolo Guido Lamberti. Proprio una bella giornata!

Green Pass Free: a Torino si gioca all’aperto nella Urban Escape Room

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Il Green Pass non è obbligatorio per giocare nelle Escape Room, quando sono all’aperto.  La capitale sabauda, città magica per eccellenza, propone infatti “Il lato oscuro”: un gioco di enigmi da risolvere attraverso una full immersion in cultura, tradizioni e divertimento.  Si può giocare a ferragosto. Di giorno e notte. Per torinesi e non

Spiegano gli organizzatori: ““Il lato oscuro”: è la risposta per gli amanti delle Escape Room, per lo più giovani e ancora non vaccinati, che potranno giocare anche a Ferragosto. Si tratta infatti di un’escape room che abbatte gli spazi fisici per immergere i giocatori in una avventura all’aperto, nella Torino Magica. Ideato da Wesen srl (www.wesen.it) “Il lato oscuro” consente di scoprire la città giocando: 90 minuti alla ricerca di dettagli architettonici e storici straordinari, sui quali cittadini e turisti difficilmente posano lo sguardo, su un percorso di 1,5 km che si snoda nel cuore di Torino”.
Passeggiando per la città, i partecipanti vengono calati in una storia fatta di leggenda e realtà che parte da Piazza Carlo Emanuele II, più nota come Carlina, nomignolo che, si dice, nel XVII secolo fu dato al duca di Savoia, per i suoi modi affettati. Qui, durante l’occupazione francese, veniva posta la ghigliottina e si narra che vi aleggi ancora lo spirito della “bela Caplera”, prima vittima della storica lama, adultera e assassina del marito. È lei la protagonista del gioco: una catena di enigmi da risolvere attraverso intuito, attitudine all’osservazione e capacità di fare squadra.
In piazza Carlina i partecipanti diventano esploratori e vengono guidati in un panorama affreschi, elementi architettonici, particolari come un diavolo che fa la guarda all’attacco di un idrante… dettagli che si possono notare passeggiando, osservando l’ambiente a vari livelli: pavimento, altezza occhi, alzando lo sguardo verso l’alto. Storia dell’urbanistica, dell’arte, passato, presente, leggende: tutto si mescola in una narrazione appassionante che tiene i giocatori “incollati” all’architettura, alle tradizioni, alla vita di Torino.
La magia a Torino è scolpita nelle facciate dei palazzi, nei monumenti, nelle fontane e l’Urban Escape Room è un modo diverso di guardare la città. «L’abbiamo ideata come opportunità per vivere Torino da turisti pur abitandoci e di scoprirla giocando, di giorno o di notte – spiega Marta Colangelo, fondatore di Wesen – Oggi si conferma una proposta di intrattenimento valida proprio perché svolgendosi completamente all’aperto, non occorre esibire il green pass, che invece è indispensabile nelle 3 Escape Room al chiuso che abbiamo in via Po 30».
Per giocare: prenotazione obbligatoria t. 3887308828 info@mysteryhouse.it  www.mysteryhouse.it

Il peperone quadrato della Motta nuovo Presidio Slow Food

Piatto iconico di Lidia e Guido Alciati, simbolo dei paradossi dell’agroindustria per Carlo Petrini, è oggi rilanciato da tre giovani orticoltori e dal Comune di Costigliole d’Asti

Le prime fonti scritte sulla sua coltivazione nella piana alluvionale del fiume Tanaro risalgono al 1914, quando un concorso della Società Orticola Astigiana ne evidenzia la produzione da parte di numerosi orticoltori di Costigliole d’Asti e di alcuni comuni vicini. Da lì in avanti è stato un crescendo, fino ad arrivare ai 40-50 mila quintali degli anni ‘60 e ‘70, quando la zona della Motta era orgogliosamente soprannominata “piccola California”. Poi il declino, con gli orti rigogliosi sostituiti da altre culture. Finalmente, oggi, si può parlare di una nuova rinascita del peperone quadrato della Motta di Costigliole d’Asti che diventa Presidio Slow Food.

 

Quella di questo ortaggio, tanto pregiato quanto delicato, è una storia antica che negli anni ha appassionato cuochi, gastronomi, contadini, tecnici e ricercatori e che è stata raccontata oggi, sabato 7 agosto, in una conferenza ospitata a Costigliole. È stato il sindaco Enrico Cavallero ad accogliere, tra gli altri, Stefano Scavino, referente dei produttori del Presidio, Carlo Petrini, presidente di Slow Food e lo chef Ugo Alciati, figlio di Guido e Lidia Alciati, dello storico ristorante Da Guido, di cui quest’anno ricorrono i 60 anni dalla nascita. Ed è proprio dai ricordi di questi ultimi che vogliamo partire oggi con questo racconto che segna un pezzo della storia gastronomica del Piemonte, e non solo.

La sapienza e la tenacia dei cuochi che lo hanno reso famoso

 

Quadrangolare la forma della bacca, gialla o rossa, generose le dimensioni, spessa e carnosa la polpa, e poi quel gusto intenso, ma dolce e delicato, dato dall’elevato contenuto zuccherino, con cui Lidia Alciati, la grande cuoca del ristorante Da Guido, ha incantato avventori provenienti da ogni dove, richiamati dal suo peperone quadrato farcito con tonno, capperi, acciuga, e condito con un po’ di maionese e una goccia di aceto di vino bianco.

 

A scovare i migliori prodotti per lei era il marito Guido: «Fin dai primi anni ‘60, quando il ristorante ha aperto, mio papà andava in giro per le campagne dell’astigiano con l’intento di convincere i piccoli produttori della zona a non abbandonare la coltivazione di varietà locali rare e di qualità. Alcune, dopo gli anni dell’oblio ce l’hanno fatta e hanno segnato una svolta per il loro territorio, come il cardo gobbo di Nizza Monferrato, oggi Presidio Slow Food. Il peperone quadrato si è un po’ perso per strada ma speriamo che oggi con questo riconoscimento riesca a ripercorrere quelle stesse orme» ricorda Ugo Alciati, chef e patron del ristorante Guido da Costigliole.

 

L’intuizione del gastronomo: da qui nasce l’ecogastronomia che ha rivoluzionato l’azione di Slow Food

 

I peperoni quadrati d’Asti, una varietà carnosa, profumata e gustosa, non erano quasi più prodotti nella zona. […] Incontrai un contadino, mi confermò che appunto là, fino a pochi anni prima, si coltivavano quei magnifici ortaggi. Ma ora non più e mi disse in dialetto: «Non conviene, gli olandesi costano meno e nessuno ce li compra più, i nostri! Danno lavoro ed è tutta fatica buttata al vento!». […] Per me quel giorno fu la data d’inizio ufficiale dell’ecogastronomia: la materia prima dev’essere coltivata e prodotta in maniera sostenibile, la biodiversità e le tradizioni alimentari e produttive locali vanno salvaguardate a tutti i costi.

 

È da questo estratto del libro Buono, pulito e giusto (Einaudi, 2005) in cui Carlo Petrini, presidente di Slow Food, parla di una sua esperienza del 1996, che emerge il legame e l’affetto speciale per questa varietà di peperoni. «Oggi, dopo 25 anni, sapere che il peperone quadrato della Motta rientra a pieno titolo tra i Presìdi Slow Food, è per me motivo di grande orgoglio e appagamento. Il fatto che proprio questo ortaggio, che ho portato nel mondo come simbolo dei paradossi dell’agroindustria, torni a rappresentare valori buoni, puliti e giusti e in piena armonia con tradizioni alimentari e produttive, significa che nessuno sforzo è stato vano, e che la strada segnata da Slow Food in questi anni è quella giusta da perseguire, anche per le nuove generazioni di contadini disposti a impegnarsi in un’agricoltura più pulita e sostenibile» dichiara Carlo Petrini.

 

Il messaggio dei giovani: quelli che credono in un futuro più etico e più prospero

 

Ed è proprio un giovane contadino, già protagonista di un altro Presidio Slow Food piemontese, il carciofo astigiano del Sorì, che si è lasciato ispirare da questo brano, battezzando la sua azienda agricola Duipuvrun. «Avevo letto il libro di Carlo e mi aveva colpito questa storia, inoltre avevo un ricordo d’infanzia, di quando andavo con i nonni al mercato a comprare i peperoni». E così, fin dal 2015, Stefano Scavino, oggi trentatreenne, decide di investire una parte del suo ettaro, coltivato con metodo biointensivo, su questa varietà, ma i semi della cultivar tradizionale non sono così facili da identificare. L’unica soluzione diventa rivolgersi alla Banca del Germoplasma dell’Università di Agraria a Grugliasco: «Mi diedero una piccola quantità di semi che cominciai a coltivare. Nel 2017 ho partecipato a un bando dell’Unione europea che sosteneva la valorizzazione degli ecotipi locali, insieme al Cnr, all’Università di Agraria e all’Agrion di Manta, presentando sia il carciofo che il peperone. Per due anni, grazie al loro apporto scientifico e agronomico abbiamo selezionato le piante in campo per migliorare la resa e la resistenza alle malattie» continua Stefano. Oggi i semi di peperone frutto del lavoro di selezione in campo nell’orto dell’azienda Duipuvrun sono stati messi a disposizione del vivaio Casto che ha prodotto i piantini per l’anno in corso e dell’azienda di Giorgio Austa che ha aderito al progetto.

«Se dovessi esprimere un auspicio, vorrei che l’istituzione del Presidio fosse un messaggio diretto ai giovani, affinchè capiscano che si può avere un ruolo in questo mondo anche facendo il contadino e utilizzando metodi agroecologici». Inoltre, ci racconta Stefano, fare squadra consente di investire in ricerca agronomica, di avere quantitativi di prodotto più elevati e di aumentare i margini di profitto: «È importante che il peperone del Presidio ricominci a essere utilizzato dai ristoratori e bottegai della zona, che sono i primi ambasciatori, ma è pur vero che se la produzione aumenta si possono conquistare altri mercati: un mio cliente di Londra che acquista il carciofo del Sorì aspetta già da un po’ il peperone quadrato della Motta, spero quest’anno di riuscire a spedirgli il primo lotto».

 

L’impegno delle istituzioni per la rinascita di un territorio e di una comunità

 

Chi non si è lasciato scappare tutto questo patrimonio storico e culturale, oltre che agricolo, sono il sindaco di Costigliole d’Asti Enrico Cavallero e la sua amministrazione, che si è adoperata per avviare il Presidio Slow Food e rilanciare il peperone quadrato della Motta. «Ho sempre fortemente creduto in questo peperone, l’unico autoctono della sua categoria. Il tutto è iniziato quasi 13 anni fa quando del peperone si era quasi perso il seme e se oggi ne celebriamo la rinascita, lo dobbiamo al lavoro di selezione fatto in questi anni con Stefano e gli altri orticoltori pionieri della produzione, che con grande soddisfazione abbiamo presentato in questa giornata. Quello che abbiamo cercato di fare, insieme all’assessore all’agricoltura Alessandro Borio e agli amici orticoltori della Motta, è sostenere e promuovere un’operazione comunitaria in sintonia con Slow Food e con la filosofia amministrativa, che ci porta a essere attenti, in modo concreto, alla valorizzazione e alla qualità dei nostri prodotti. Sono convinto che questo primo raccolto permetterà di mettere basi solide per un più ampio progetto di rilancio complessivo del comparto orticolo, con interventi mirati ad agevolare lo sviluppo delle imprese presenti, che sicuramente genererà un indotto utile a mantenere vivo il prodotto» sottolinea il sindaco Enrico Cavallero.

 

Il peperone quadrato della Motta di Costigliole d’Asti è il 37esimo Presidio Slow Food piemontese, grazie anche al grande lavoro che il coordinamento regionale di Slow Food Piemonte e Valle d’Aosta sta facendo sui territori per il recupero di produzioni e varietà a rischio estinzione.

 

Area di produzione

Comune di Costigliole D’Asti (frazione Motta e aree limitrofe)

Presidio sostenuto da Comune di Costigliole d’Asti

Pragelato, un’estate ricca di eventi

Iniziative e manifestazioni. Un’offerta turistica plurale.

“Seppur nel rigoroso rispetto di tutte le normative sanitarie, l’estate pragelatese è ricco di eventi, iniziative e manifestazioni. È un’offerta turistica plurale e che punta a valorizzare le eccellenze che caratterizzano questa località olimpica. Le feste religiose delle varie borgate sono accompagnate da una rilettura storica e culturale di quelle suggestive località da parte di vari esponenti locali. Sempre per quanto riguarda le borgate campeggia l’iniziativa ’Frazioni fiorite’ dove una giuria assegnerà i primi tre premi alle borgate più ricche di fiori. Venerdì 6 agosto nella piazza Pragelatesi nel mondo ci sarà la manifestazione annuale ‘Gusta Pragelato’ e Beer & food, prodotti locali spiegati e illustrati ai cittadini. Domenica 8 agosto sarà il momento degli intagliatori del legno che subiranno diverse opere del settore. All’interno di questa iniziativa ci sarà anche una panchina che verrà installata e dedicata a Patrick Negro e Cala Cimenti, due alpinisti scomparsi recentemente. Arte e cultura proseguono per tutto il mese di agosto: alla galleria Tinber la mostra di Michele Baretta dove si possono ammirare le opere del celebre artista piemontese. Prosegue, intanto, la Fiera del Libro presso la Palestra Comunale.

L’11 agosto presso la Chiesa parrocchiale si terrà il concerto annuale ‘Altenote’. Alla sera cinema all’aperto. Il 14 agosto è previsto il Concerto d’Opera nella Piazza Pragelatesi. A Ferragosto la Fiera in Piazza del mercato e alle 11 Santa Messa officiata dal Vescovo di Pinerolo, mons. Derio Olivero, nel prato attiguo alla piazza Pragelatesi nel mondo.

Una vasta gamma di iniziative, eventi e manifestazioni che si possono scorrere e visionare presso l’Ufficio Turistico di Pragelato”

Cheese ti dà Appuntamento a Tavola

Anche per questa edizione tornano le storiche cene ospitate dal  ristorante Garden dell’Albergo dell’Agenzia e dal ristorante Battaglino

 

Il programma in aggiornamento è su cheese.slowfood.it

 

Gli Appuntamenti a Tavola sono, storicamente, tra gli eventi di Cheese più attesi, e anche quest’anno il programma che bolle in pentola non è da meno.

 

Quattro gli eventi in programma per la tredicesima manifestazione internazionale dedicata alle forme del latte organizzata da Slow Food e dalla Città di Bra (Cn) dal 17 al 20 settembre. Per apparecchiare le tavole più variegate, coinvolgono chef rinomati e giovani promesse della ristorazione, per approfondire la conoscenza del mondo dei latticini e dei formaggi o per esplorare con l’assaggio temi come il recupero e l’abbattimento degli sprechi alimentari e le interconnessioni tra ecosistemi diversi, come le terre alte e le terre d’acqua, le montagne e il mare.

 

Le cene si tengono a Bra, presso il ristorante Battaglino, e a Pollenzo, presso il Ristorante Garden dell’Albergo dell’Agenzia, giovedì 16, venerdì 17, domenica 19 e lunedì 20 settembre.

La preview: 16 settembre ore 20 – Appuntamento a Tavola con l’osteria Ai Due Platani e il Parmigiano Reggiano

A volte, potremmo essere portati a pensare che i formaggi naturali siano prodotti misconosciuti, produzioni piccole, nomi ignoti ai più. Invece, a smentire questa percezione, spicca il nome del Parmigiano Reggiano, con tutta probabilità il formaggio italiano più noto nel mondo. Ed è proprio il Parmigiano il protagonista della cena allestita dall’osteria Ai Due Platani di Parma che conferma da sempre il simbolo più importante della Guida Osterie d’Italia, la Chiocciola con cui si segnalano le migliori osterie del paese. Ai Due Platani, la tradizione è di casa, con piccole innovazioni seguite con maestria dai cuochi in cucina. Pronti, dunque, a degustare un menù in cui il re dei formaggi è il protagonista indiscusso, insieme agli altri prodotti e alle ricette che rendono grande il territorio, dai salumi ai cappelletti fino ai vini delle cantine della stessa regione.

19 settembre ore 20 – L’Alleanza dei Cuochi e le vie della transumanza in Calabria

 

La pratica della transumanza, in Calabria, ha costituito una delle forme più antiche, e di più lunga durata, di economia naturale. Come in gran parte delle campagne collocate nel bacino del Mediterraneo, essa deve essere sorta – secondo il modulo della transumanza orizzontale, svolgentesi cioè tra montagna e pianura alle stesse latitudini – dalle necessità di alimentare una massa di bestiame che difficilmente poteva contare su condizioni agrarie e climatiche di allevamento stanziale. Così Piero Bevilacqua descrive in un suo saggio la pratica della transumanza nella regione protagonista di questo appuntamento. A raccontarcela coi loro piatti e i prodotti che meglio la esemplificano tre cuochi dell’Alleanza Slow Food, dal nord al sud, da San Sosti ad Albi a Cardeto. La tana del ghiro, La pecora nera e Il tipico calabrese vi danno Appuntamento a Tavola, e non si può mancare.

20 settembre ore 20: in Liguria – L’incontro tra il mare e l’entroterra nella cucina di Marco Visciola

È il nome di innumerevoli ristoranti, pizzerie e alberghi in tutta Italia. Ma è anche il “riassunto” che meglio esprime, forse, l’essenza della cucina ligure, che è fatta appunto di mare e monti, di pesce e prodotti dell’entroterra, di un connubio felice e un’interconnessione continua tra ecosistemi diversi, le terre d’acqua e le terre alte. Per dipingerla in una cena imperdibile, Marco Visciola, talentuoso chef del Marin di Eataly Genova, quasi a creare un connubio tra Cheese e Slow Fish. In pochi anni Marco ha conquistato il palato dei buongustai e, oggi, è un punto fermo della cucina di qualità genovese e non solo. A lui il compito di raccontare la sua cucina attraverso piatti di mare con influenze dell’entroterra ligure. Preparatevi a essere sorpresi con il suo mare e monti!

17 settembre ore 20 – L’Appuntamento a Tavola presso il Ristorante Battaglino di Bra: il formaggio circolare e la cucina del recupero secondo Ivan Milani

Quest’anno a Cheese diventa protagonista dei nostri Appuntamenti a Tavola anche uno dei luoghi del cuore di Slow Food, il Ristorante Battaglino di Bra! Suo ospite, Ivan Milani, chef in continua evoluzione, mai pago di novità e scoperte, con un’idea di cucina che muta nel tempo grazie alle influenze che respira, si misura con il concetto di recupero. Recupero che inizia dal pane a lievitazione naturale, che di forme di recupero ne ha in sé ben due: la scotta ottenuta dopo aver prodotto prima il formaggio e poi la ricotta sostituisce l’acqua nell’impasto; inoltre il miso di pane, prodotto con il pane avanzato, che conferisce al lievitato una complessità aromatica incredibile. Sempre a tema, il dessert è una torta di pane raffermo servita con un mascarpone alla verbena prodotto in casa. Tra il pane e il dolce tre portate che parlano della storia del cuoco e delle terre in cui ha vissuto e cucinato.

Questo appuntamento lo si acquista telefonando direttamente al ristorante, al numero 0172 412509. Affrettati perché i posti sono limitati (35 circa). Il costo della cena è di 47 euro vini inclusi.

Ecco quello che ci aspetta a Cheese, non resta altro da fare se non prenotare il proprio posto! Per la sicurezza di tutti, in adeguamento alle norme vigenti, gli appuntamenti di Cheese 2021 sono accessibili esclusivamente ai detentori di Certificazione verde.

Cheese, la manifestazione internazionale dedicata alle forme del latte, si terrà a Bra (Cn) dal 17 al 20 settembre 2021 ed è organizzata dalla Città di Bra e da Slow Food con il sostegno della Regione Piemonte. Considera gli animali è il tema della tredicesima edizione, un focus sul regno animale e la varietà di connessioni con le azioni dell’uomo. Senza di loro infatti non esisterebbe l’infinita biodiversità casearia che tocchiamo con mano ogni due anni a Bra. Straordinaria già oggi l’attenzione nei confronti dell’evento – che si garantisce con il consueto programma, nella massima sicurezza – sia da parte dei protagonisti di Cheese che da parte del mondo della ristorazione e dell’ospitalità del territorio. Cheese 2021 è possibile grazie al supporto di moltissime realtà, pubbliche e private, che credono in questo progetto. Tra tutte, ringraziamo i main partner: BBBell, BPER Banca, Consorzio del Parmigiano Reggiano, Egea, Pastificio Di Martino, Quality Beer Academy (QBA) e Reale Mutua.