LIFESTYLE- Pagina 191

Al CAAT i nuovi Energy Drink Del Monte

Verranno presentati il 16 e 17 novembre dalle 6 alle 9 del mattino

 

Il 16 e 17 novembre prossimi Piccadilly Srl presenterà i nuovi drink del Monte presso il noto CAAT, Centro Agroalimentare di Torino. L’evento si terrà nello stand numero 5 dalle 6 alle 9 del mattino. I nuovi Energy Drink del Monte sono promossi dalla Old Tom Gin Company in St Andrews LTd, esclusivo distributore in Europa del prestigioso marchio Del Monte, in collaborazione con Piccadilly SRL!

Queste nuove bevande, il blood orange spritz, la pomegranate Rasperry, il Pineapple lime mint, il lemon ginger, il pineapple grapefruit lime e il pineapple mango passion fruit lime, offrono un’esperienza di gusto straordinaria, creata con una selezione di sapori freschi e autentici. Si tratta di un’esplosione di sapore con ananas, mango, passione e lime, il mix perfetto di ananas, lime e menta, la giusta dose di vivacità con zenzero e limone, un’incredibile spritz all’arancia rossa, il connubio perfetto tra melograno e lampone.

Queste bevande sono state progettate per offrire una carica di energia, essendo una bevande energetiche a base di frutta, fonte di energia naturale. Contengono almeno il 20 per cento di succo di frutta per una carica istantanea di energia. Sono senza zuccheri aggiunti dal gusto autentico senza compromessi. Contengono 4 vitamine del gruppo B, le più energizzanti e con caffeina aggiunta rappresentano un boost adeguato per affrontare al meglio la giornata.

Durante l’evento, si avrà l’opportunità di assaporare gratuitamente queste Delizie fino a esaurimento scorte, potendosi immergere in un’esperienza unica. L’ideatore delle bevande, Ceo della OTG Ltd, Giorgio Cozzolino, sarà presente per condividere questa esperienza creativa insieme ai titolari di Piccadilly Srl, Domenico Raso e Luca Gallipoli. Dalle 9 alle 11 presso la Trattoria del Marcato si potrà assistere alla preparazione di cocktail speciali, creando un’occasione unica di interazione tra gli operatori del settore e i buyer.

Stand n. 5 Caat, Centro Agroalimentare di Torino, Ingresso Palazzina Uffici, Strada del Portone 10, Grugliasco

 

Mara Martellotta

“New coffee rituals. Riscopri la pausa caffè”

La mostra negli spazi di Nuvola Lavazza
inaugura  mercoledi 15 novembre alle ore 17
Via Bologna 32, Torino

Gli studenti del Master dell’Istituto Moda e Design Raffles di Milano, coordinati dal Prof. Giulio Vinaccia, con la consulenza di ICO – Organizzazione Internazionale del Caffè e con il sostegno del Gruppo Lavazza, presentano negli spazi di Nuvola, Headquartes del Gruppo, la mostra dal titolo “New coffee rituals”, attraverso la quale gli studenti ci offrono una nuova chiave di lettura della pausa caffè, e ci raccontano come i riti e i rituali del caffè, che provengono da tutto il mondo possano essere raccontati attraverso nuovi sguardi, tra i quali quello del Design.


Gli studenti, interfacciandosi con coloro i quali “conoscono il caffè”, dai professionisti del settore agli chef dei ristoranti, hanno indagato su come il caffè venga preparato e servito in tutto il mondo, al fine di capire il motivo per il quale una qualunque e semplice tazzina di caffè sia diventata un rito importante, un simbolo di connessione e piacere, un linguaggio universale. Il design traduce questo potente racconto attraverso i dettagli di una tazzina, un tavolo, uno spazio garantendo che ogni singolo dettaglio faccia la sua parte nell’evocare un’esperienza memorabile.

In mostra dunque progetti di caffè per nottambuli, confezioni speciali per prendere finalmente un buon caffè in aereo, profumi di caffè che servono a caratterizzare l’abbigliamento con le nostre miscele favorite, blend speciali per sportivi e atleti, una sneaker realizzata completamente con fondi di caffè e resine vegetali e altri

I rituali del caffè iniziano con i coltivatori e finiscono nel ricordo di ognuno di noi. Ogni giorno, in tutto il mondo, si bevono un gran numero di tazzine di caffè. Il caffè che nasce in Etiopia e si diffonde dall’Africa all’Europa, e arriva in Asia e anche oltre… con tradizioni locali differenti che si sviluppano attorno al reperimento, alla preparazione e al piacere di degustare questa bevanda oggi conosciuta a livello globale. Un piacevole e lungo interludio, come quello che prende origine proprio dal cerimoniale del caffè in Etiopia; oppure dagli innumerevoli espressi bevuti al bancone del bar per avventori frettolosi.

La mostra “New coffee rituals” inaugura alla presenza degli studenti e designers mercoledi 15 novembre alle ore 17 e sarà possibile visitarla fino al 27 novembre, negli spazi di Nuvola Lavazza, in via Bologna 32, a Torino.

LORI BAROZZINO

Notte di musica in sella alla bici, con FIAB Torino Bike Pride

Biciclettata notturna gratuita

Sabato 18 novembre, ore 21:00, ritrovo in Piazza Castello lato Via Accademia delle Scienze. Partenza ore 21:30

Evento gratuito previa registrazione

Torino si trasforma in una festa itinerante in occasione delle Nitto ATP Finals, FIAB Torino Bike Pride si unisce a questa ondata di energia con una Biciclettata notturna gratuita.

 

Si farà un giro tra le piazze del centro di Torino, accompagnati da un palco musicale itinerante curato dall’entusiasmante Associazione Musicamorfosi. La pedalata danzante condurrà fino a Piazza Vittorio, alle 22:30, dove ci si fermerà per uno spettacolo di luci e musica, con l’esibizione del collettivo Funky Club e di altri ospiti speciali.

 

La partecipazione è gratuita, ma per facilitare l’organizzazione si chiede la registrazione: https://forms.gle/WZtqGXuN6AaJZ3rA7

 

Si può sostenere FIAB Torino Bike Pride, tesserandosi (è inclusa l’assicurazione RC verso terzi): https://bikepride.net/bikepride-tesseramento-2024/ 

Per informazioni e approfondimenti: info@bikepride.net 

Leggere le notizie con testa, personalità e leggerezza

LIBERAMENTE di Monica Chiusano

Molte volte la stampa non vuole informare il lettore, ma convincerlo che lo sta informando.

Ci sono cose che devono rimanere velatamente inedite per le masse, se pur a volte postate senza alcun criterio, verità o eleganza.
Un po’ come quando l’arte rappresentava ancora un fenomeno estetico unico e persino inimitabile. La sua connotazione  era riservata a pochi eletti, i più appassionati… Rari erano coloro capaci di ammirarla .

Da quando la stessa  è diventata solo decorativa e  consolatoria il suo valore è andato sfumandosi un po’ ovunque,  perdendo la sua natura più affascinante e autentica.
L’abuso d’informazione quindi, rischia di dilatare l’ignoranza con l’illusione di azzerarla.
Le informazioni rischiano quindi a volte di essere prive di sostanza, divenendo tossiche e assolutamente in grado di contaminare il pensiero più dotto è più puro.

Manteniamo sicuramente la validità delle notizie, facendo si incetta della loro veridicità, senza però farci troppo illudere dalla sua fonte o peggio ancora dalla sua apparente verità!

La democrazia è senza alcun dubbio il potere di tenere un popolo informato, ma la falsa informazione ne contaminerà il suo valore e la sua appartenenza ad essa.

Informiamoci senza pigrizia , con testa, leggerezza e personalità.

Laboratorio di Letizia per i vostri doni di Natale

Nessun artista può sentirsi appagato solo dalla “sua” arte…

C’è il naturale desiderio di rendere nota la propria maestria nel rispetto di chi saprà sceglierla e apprezzarla . 

 

Il “laboratorio LETIZIA” e il suo staff , saranno lieti di ospitare la curiosità di un pubblico torinese ma anche internazionale,  in un eclettico laboratorio salottiero, capace di rappresentare una kermesse d’arte contaminata da creatività, originalità  e stile. 

 

Lo spazio prenderà vita popolandosi di anime creative: musicisti, ceramisti, illustratori, fioristi, etc.! 

 

Alla scoperta quindi di un mondo fantastico in compagnia di una padrona di casa d’eccellenza, capace di sussurrarvi idee regalo e non solo ..

 

Non mancate , un appuntamento davvero insolito e imperdibile, nell’atmosfera di un simposio artistico d’eccellenza in grado di soddisfare l’anima e stuzzicare  i desideri . 

Monica Chiusano

“Icona” è la nuova creatura di Pininfarina

Restyling della cabina fototessera realizzata per Dedem

 

Pininfarina e Dedem hanno presentato il 9 novembre scorso, in anteprima nazionale, la nuova cabina fototessera chiamata “Icona”, quella scatola magica che, antenata del selfie, da ben sessantuno anni fotografa le facce degli italiani, raccontando l’evolversi dei costumi e della società, essendo ormai diventata parte integrante della nostra geografia urbana. All’insegna di una sinergia che celebra il made in Italy, Dedem ha scelto di affidare a Pininfarina il restyling della sua creatura, definendo uno stile unico e funzionale per le nuove cabine e prestando attenzione a tre aspetti principali: l’esperienza dell’utente, semplice e immediata, l’adattabilità a contesti urbani differenti e l’accessibilità. Realizzata in acciaio inox e con materiali innovativi stampati in 3D, la nuova cabina fototessera free- standing è il risultato di un’intersezione di tre volumi che conferiscono una sensazione di slancio e leggerezza alla struttura e, nello stesso tempo, ne permettono la personalizzazione e l’integrazione armoniosa sia in spazi interni che esterni. L’interno è caratterizzato da diversi elementi che ne migliorano l’esperienza come, ad esempio, lo specchio a tutta parete che restituisce la sensazione di ampiezza dello spazio e di comfort; le tende che scendono dall’alto automaticamente e le luci che si accendono quando viene rilevata la presenza di una persona all’interno dello spazio. L’interfaccia utente è stata totalmente ridisegnata e digitalizzata per essere più intuitiva e “user friendly”. I nuovi schermi touch screen sostituiscono i tasti fisici garantendo un flusso di navigazione veloce e intuitivo, a partire dalla selezione del prodotto desiderato (foto per documenti, scatti fun con diversi temi selezionabili fino al pagamento). La seduta reclinabile a scomparsa e l’assenza di pavimento e di entrambe le pareti laterali rendono la cabina accessibile e inclusiva.

 

Mara Martellotta

Miss Italia è piemontese, Francesca Bergesio di Bra

A Salsomaggiore Terme è stata eletta Miss Italia 2023: Francesca Bergesio. E’ nata a Bra (Cn), ha 19 anni, è alta 1.80, occhi e capelli marroni ed è diplomata al Liceo Classico Europeo. Spera di riuscire a conciliare il lavoro con le sue passioni: ” Vorrei essere un medico, magari specializzandomi in cardiochirurgia, e affiancare al mio lavoro il mondo della moda o del cinema, al quale non rinuncio”. I.M

Le vaccinazioni del gatto

IL TORINESE… CON LA CODA

Dopo aver parlato delle vaccinazioni del cane, oggi affrontiamo quelle del gatto.

Come già detto per il cane, anche per il nostro felino non esiste un obbligo vaccinale, ma per la sua salute è caldamente consigliato seguire una corretta profilassi vaccinale.

Anche per il gatto, esistono i cosiddetti vaccini core, che proteggono per malattie molto contagiose e spesso mortali, e i vaccini non core, ovvero quelli destinati ai singoli individui a seconda della localizzazione geografica, ambientale  e/o dello stile di vita.

I vaccini core sono quelli per il calicivirus, l’herpesvirus (responsabili della rinotracheite infettiva) e il parvovirus ( responsabile della panleucopenia felina). 

I vaccini non core esistenti sono quelli per la clamidiosi, consigliata solo a gatti che vivono in gruppo ad alto rischio di infezione o in ambienti con infezione endemica documentata, e quella per la dermatofitosi, che ha effetto preventivo e anche terapeutico.

Esiste poi una vaccinazione classificata come circumstanziale ma che sta assumendo sempre più importanza, vista l’aumento della presenza della malattia sul territorio, ovvero quella per la FeLV, o leucemia felina.

Quando vaccinare?

Le linee guida internazionali delle vaccinazioni nei gattini prevedono la somministrazione della prima vaccinazione a 8-10 settimane, che si ripeterà dopo 3-4 settimane e poi dopo le 16 settimane.

Queste tempistiche sono legate al fatto che, nel gattino, gli anticorpi di origine materna possono andare a interferire con la vaccinazione, ma non sapendo esattamente il momento in cui questi non sono più presenti a livello ematico, si è studiato un protocollo che prevede vaccinazioni multiple.

Il richiamo vaccinale avverrà dopo un anno e poi a seconda dello stile di vita del vostro gatto, il vostro veterinario vi saprà consigliare come procedere.

Se si vaccina un gatto adulto per la prima volta, dopo la prima iniezione si farà un richiamo dopo 3-4 settimane.

E’ importante vaccinare il gatto, ogni 3 anni, anche se vive solo in casa, perché se un domani dovesse stare male e venisse portato in una struttura veterinaria, potrebbe contrarre una di queste malattie, in un momento in cui le sue difese immunitarie sono più basse.

Se il gatto ha accesso all’esterno, si consiglia caldamente la vaccinazione per la FeLV, o leucemia felina, che si contrae da contatto diretto con un animale malato. Allo stesso modo, se si porta a casa un gattino nuovo, prima di metterlo a contatto con il vostro felino domestico, è bene eseguire un test per la FeLV, dopo 4 settimane dal momento in cui il gatto non è più a contatto con l’ambiente a rischio.

In qualsiasi caso, chiedete al vostro veterinario, che saprà consigliarvi al meglio per la salute del vostro micio.

 

 

Dott.ssa Federica Ferro
Dott. Stefano Bo

Andragogia, questa sconosciuta

ANDRAGOGIA

Meno conosciuto del suo opposto, la pedagogia, il termine andragogìa indica l’insegnamento agli adulti: derivato da ἀνήρ (uomo) e ἄγω (condurre), fu coniato una quarantina di anni or sono e si riferisce ad una teoria che ha avuto in Malcolm Knowlesil suo massimo esponente.

E’ una teoria che si basa sulla differente capacità di apprendimento delle persone adulte rispetto ai giovani e che consente, perciò, una diverso risultato se impostato opportunamente.

I risultati delle teorie di Knowles furono da lui raccolte nel 1980in “The Modern practice of adult education: from pedagogy to andragogy”.

Vediamo alcune differenze.

I giovani ritengono utili le nozioni trasmesse dal docente, mentre gli adulti ritengono più significativo ciò che viene appreso attraverso l’esperienza.

Nella pedagogia, Il ruolo del discente è di dipendenza. Il docente è visto come colui sul quale pesa ogni responsabilità su cosa, come e quando una materia verrà appresa e di verificare se sia stataappresa; nell’andragogìa, il docente stimola l’apprendimento nei discenti, che sono auto-motivati.

Nei giovani l’insegnamento è impostato in modo uguale per tutti, indipendentemente dai loro interessi e dalle loro attitudini, secondo precisi piani ministeriali spesso inadatti ai tempi; nell’andragogìa l’educatore fornisce i mezzi perché i discenti possano perseguire il fine a cui tendono, ma sono i discenti stessi a percepire le loro necessità, i loro gusti e le loro attitudini.

Nella pedagogia i giovani sono investiti del compito di imparare, mentre negli adulti è frutto di una loro scelta.

I giovani ricevono una formazione basate sulla logica della materia trattata con criteri di difficoltà crescente (dalla filosofia presocratica ai filosofi attuali, dalle tabelline aritmetiche alle equazioni di quarto grado); gli adulti considerano l’educazione come un processo di sviluppo delle competenze che permettano loro di raggiungere il loro pieno potenziale. Sanno che applicando le nozioni e le tecniche apprese oggi potranno vivere meglio il domani e sono in grado di applicare alla vita reale la teoria trasmessa dai docenti.

Abbiamo numerosi esempi di insegnamento andragogico: dall’Università popolare di Torino, nata nel 1900 per consentire l’istruzione di chi, per varie ragioni, non aveva potuto completare o approfondire gli studi, alla miriade di Università della terza età sparse nel territorio, il cui compito è appunto quello di fornire formazione agli adulti, fino ai numerosi istituti di cultura di varia natura.

Io mi occupo di insegnamento dalla fine del secolo scorso (ecco come sentirsi vecchi …) e credo che uno dei punti di forza dell’insegnamento andragogico stia proprio nel coinvolgere i discenti nei progetti cui aderiscono. Non può essere una lezione calata dall’alto, informazioni diffuse per osmosi da chi ne sa di più a chi ne sa di meno, ma il compito del docente deve anche e soprattutto essere quello di stimolare nei discenti la voglia di fare proprie le nozioni, di imparare dai propri errori e fare tesoro dell’esperienza.

Sia nelle mie lezioni di sociologia che di fotografia, coinvolgo sempre i miei allievi nella realizzazione di progetti, nell’organizzazione di eventi e di viaggi, perché solo in tale modo essi diventano parte del progetto, vivendolo come una loro creatura e non imposto come un fardello da indossare.

Una sorta di cameratismo dove i ruoli da un lato si confondono quasi a non riconoscere chi sia il docente e chi il discente ma, al tempo stesso, il docente sia sempre tale per rispondere ad ogni e qualsiasi necessità dei discenti di sentirsi integrati nella lezione, nella materia, nel progetto.

Considerando che l’età media è notevolmente aumentata l’andragogìa sembra rispondere perfettamente alle esigenze di una società sempre più anziana ma sempre più bisognosa di apprendere nuove tecniche, nuove realtà ed apprendere nuovi linguaggi, non solo etnici ma anche tecnici.

Che dire poi dell’esercizio mentale che tutti dovremmo affrontare,raggiunta e superata una certa età, per mantenere il buon funzionamento del nostro cervello e del sistema nervoso? Lo studio, la pratica di attività soprattutto manuali, la lettura e la scrittura, l’allenamento della memoria sono tra le terapie più adatte per mantenersi giovani “dentro”: cosa aspettiamo? Le opportunità sono infinite, sta a noi saperle sfruttare.

Sergio Motta