LIFESTYLE- Pagina 180

Dal gruppo al brand

Nel corso degli ultimi decenni sono molti i cambiamenti intervenuti nella nostra società, sia nell’educazione che nella famiglia.

Chi di noi non ricorda la suddivisione in “colori” o “squadre” all’asilo dove, indipendentemente dalla professione del papà (le mamme che lavoravano all’epoca erano poche) o dall’auto posseduta, i bambini di una stessa squadra svolgevano attività didattiche e ludiche insieme e, ogni squadra, le svolgeva con le altre.

Il grembiulino stesso adottato alle elementari uniformava, appunto, tutti gli alunni evitando differenziazioni diseducative tra chi poteva e chi no, tra i ricchi ed i poveri, tra un ceto ed un altro.

La stessa cosa succedeva, e credo succeda tuttora, negli scout dove le squadriglie (o le sestiglie per i lupetti) erano contraddistinte, per esempio, dal nome di un animale cosicché in una gara vincevano gli scoiattoli (o i pezzati per i lupetti), non chi guida il SUV o quello con la bici da 3000 euro.

Negli anni ’70, in coincidenza con le prime lotte politiche tra sinistra e destra le fazioni cominciarono ad essere distinguibili dall’abbigliamento: chi indossava loden e scarpe “College” e chi, invece, “Clark” ed eskimo schierandosi dalla parte opposta.

Negli anni ’80 lo yuppismo esaltò ulteriormente la contrapposizione tra chi viveva la Milano da bere e chi la subiva, tra chi imitava l’Avvocato e chi, invece, avrebbe venduto la mamma per noleggiare una fuoriserie e mostrarsi per ciò che non era.

Al giorno d’oggi, purtroppo, la situazione è peggiorata: non si cerca più l’appartenenza ad un gruppo (o associazione o aggregazione umana a qualsiasi livello) per collaborare, agire insieme e crescere con l’esempio e l’aiuto reciproco ma si sente il bisogno di uniformarsi, di livellarsi appiattendo, di fatto, la personalità.  I ragazzi (ma non solo loro) si sentono esclusi dalla cerchia di amici e compagni di scuola se non indossano abiti ed accessori griffati (dal giubbotto allo zaino, agli occhiali da sole alla borsa). Oltretutto le griffe “di moda” cambiano periodicamente con il risultato che ciò che hai comprato e ti rendeva degno di entrare nel club dei “privi di personalità” dopo qualche tempo diventa obsoleto e ti obbliga a ripetere la sfilata con un brand diverso.

Quel che è peggio è che molti, pur di apparire, non esitano a comprare oggetti contraffatti, spesso di qualità scadente, pur di fregiarsi di quel logo o quelle iniziali su ciò che indossano: forse ignorano che chi acquista per sé (non per un amico o altri) un bene contraffatto realizza un illecito amministrativo, punito con una sanzione pecuniaria che va da 100 a 7.000 euro, ai sensi della Legge n° 99 del 2009. Non si può sostenere che si credeva fossero oggetti originali perché la differenza di prezzo rispetto ai prodotti originali fa capire che sono state violate le norme in materia di origine e provenienza dei prodotti con un uso indebito del marchio.

Se, poi, compro quella merce per darla ad altri, guadagnando dalla vendita, incorro nel reato di ricettazione (art. 648 c.p.) che si concretizza quando una persona, per procurare a sé o ad altri un profitto, compra merce contraffatta o di provenienza illecita.

Conviene rischiare per sentirsi parte integrata di un gruppo perdendo, oltretutto, la propria peculiarità?

Ai miei studenti ed ai clienti ripeto sempre “In una cosa siamo tutti uguali: essere ognuno diverso dagli altri”.

E’ evidente che non sentirsi accettati non sia piacevole, ma proviamo noi a creare una moda, una corrente di pensiero che davvero ci rappresenti, ci appartenga e ci contraddistingua dagli altri. Come possiamo sentirci integrati per il solo fatto di indossare uno slogan (un logo lo è) di un brand che unisce persone nel mondo totalmente diverse l’una dall’altra, che viene spesso “integrato” da falsi (la merce contraffatta) rendendo uguali chi è originale con chi è falso?

A lezione spiego sempre che la felicità non è la meta, ma la via: non dobbiamo inseguire la felicità facendo ciò che fanno gli altri, pensando che loro siano felici perché hanno ciò che mostrano: dobbiamo essere felici mentre facciamo quello che ci piace, che ci fa stare bene senza curarci di cosa faccia chi ci circonda.

Prima o poi la finzione viene scoperta: meglio essere diversi perché originali che uguali senza personalità.

Sergio Motta

Quando il Sol Levante incontra Torino

Scopri – To

Alla scoperta di Torino
In Via Monte di Pietà a Torino si trova un luogo magico dall’atmosfera orientale che ci riporta in un piccolo paese del Giappone, si chiama Kintsugiteandcakes. Il nome deriva da Kintsugi ovvero l’arte orientale di riparare gli oggetti rotti mettendo dell’oro puro nelle crepe e poi tea and cakes dai tè e le torte che preparano.
Entrando nel locale si percepisce subito di essere arrivati in un piccolo angolo giapponese, con tavoli di legno, piante e canne di bamboo che decorano la stanza. Un profumo di torta appena sfornata pervade tutto il locale e l’ampia scelta di dolci in vetrina attira anche i clienti più scettici.
Dato il ristretto numero di posti a sedere il tavolo va sempre prenotato prima, quando ci si accomoda le giovani proprietarie, Francesca e Martina molto amiche tra loro, propongono un menù molto ampio, “mochi” ovvero dei “panini” preparati con riso pestato per ottenere un’impasto bianco e morbido che viene poi modellato a sfera, cotto e farcito con ingredienti dolci o salati, vi sono anche vari tipi di tè, bevande e cappuccini rivisitati. Numerosi dolci fusion che uniscono la tradizione torinese con quella giapponese come i baci di matcha, simili ai Baci di dama ma con un impasto al tè matcha, la Moussecacke una tortina al mango, frutto della passione e crumble, poi Kumo un dolce al pistacchio e moltissimi altri per ogni gusto con anche alcune scelte salate per il pranzo.
Il loro cavallo di battaglia si chiama proprio come il locale Kintsugi cake, una torta a forma di foglia verde intensa, composta da una mousse al tè matcha con gelee al frutto della passione con sopra crumble al cacao e caramello salato.
I dolci giapponesi della tradizione erano senza zucchero solo con pochi ingredienti come l’agar agar e i fagioli, con il tempo date le influenze culturali occidentali iniziarono a unire il cacao e vari tipi di zuccheri sempre rimanendo semplici per gustare al meglio ogni ingrediente  utilizzato scelto con cura. Proprio con questa filosofia Francesca e Martina creano i loro dolci per i clienti del locale.
Kintsugi organizza anche eventi molto particolari come il “Matcha e origami breakfast” dove le sapienti mani di Kayo, una giovane donna giapponese, prepara un cerimoniale a base di tè matcha e wagashi giapponesi, dolci tradizionali preparati con zucchero di canna, fagioli e farina di riso, accompagnati poi da una torta fatta in casa e vari gusti di mochi e tutti insieme mentre fanno colazione preparano degli origami con l’aiuto di Kayo. In altre occasioni viene mostrata la preparazione del matcha o dei mochi sempre accompagnati da splendidi cerimoniali e ospiti giapponesi. Il matcha è una varietà di tè verde originario della Cina dove le foglie vengono raccolte e cotte al vapore per molto tempo, ve ne sono di due tipi quelli di foglie giovani ovvero raccolte quando la pianta ha meno di trent’anni e quelle mature quando la pianta ha più di trent’anni, alcune leggende dicono che i più esperti sanno riconoscere quando il tè viene fatto con una o l’altra pianta.
Si dice che questa varietà di tè sia un toccasana per la bellezza e la salute, contiene infatti molecole antiossidanti che proteggono la pelle dall’invecchiamento, inoltre grazie alla presenza di polifenolo aumenta il metabolismo e aiuta contro la ritenzione idrica. Il tè matcha aumenta la memoria grazie ad alcuni amminoacidi che ha al suo interno, aiuta a rilassarsi e migliora la digestione. E’ anche consigliato per i diabetici perché riduce la pressione, il colesterolo e i trigliceridi.
In Italia la cultura del tè è molto meno tipica, proprio per questo locali come Kintsugi permettono di scoprire prelibatezze diverse dal solito e arricchiscono il nostro bagaglio culturale, all’interno del locale ci raccontano infatti che tutti i tipi di tè provengono sempre dalla stessa pianta la Camellia Sinensis e in base alla lavorazione delle foglie si ottiene il tè verde, rosso, nero, fermentato.
Le contaminazioni culturali portano quindi un’enorme crescita da ogni punto di vista e come disse la prprietaria del locale in un’intervista pubblicata online: “Non avere schemi e preconcetti aiuta a sviluppare la creatività. Non ci sono cose che non si possano provare a prescindere, non esistono abbinamenti di sapori da escludere solo perché lo ha detto qualcun altro…”
NOEMI GARIANO

È il Compleanno di Eataly: da 17 anni all’insegna del buon cibo


Tante occasioni per assaggiare il meglio dell’enogastronomia italiana e festeggiare insieme!

Quest’anno Eataly compie 17 anni. Nel gennaio del 2007 iniziava la sua avventura aprendo le porte del primo punto vendita, quello nell’ex opificio Carpano al Lingotto di Torino, un luogo inedito dedicato alla valorizzazione e al racconto del meglio delle tradizioni enogastronomiche italiane. Da 17 anni ormai Eataly si occupa di raccontare incredibili storie i cui protagonisti sono i produttori, i luoghi e i prodotti del nostro Paese. In questi ultimi mesi, inoltre, è stata lanciata la prima linea di prodotti a marchio Eataly e posta particolare attenzione alle unicità come il pane fresco, i formaggi del caseificio interno, la selezione di olio, vino e non solo.

È quindi il momento di celebrare i successi dell’anno appena passato e brindare alle sfide future insieme. Per farlo Eataly ha selezionato tantissimi prodotti di qualità che propone a prezzi irresistibili: quelli indispensabili per la spesa quotidiana ma anche le chicche gastronomiche da concedersi in momenti speciali, così come i grandi classici della tradizione nostrana, quelli di piccoli produttori virtuosi e tanto altro. Fino al 4 febbraio ecco le migliori offerte dell’anno, con tanti prodotti a meno di 2 € e sconti imperdibili, in negozio e online: la polpa di pomodori coltivati al sole della Sardegna, Marca Antonella, dal gusto intenso e casereccio, il riso Carnaroli di Falasco, ideale per preparare risotti da veri chef, o il caffè 100% Arabica della bottega Vergnano, una pregiata miscela dall’aroma rotondo e studiata in esclusiva per Eataly. E poi il gorgonzola Dop dolce del Caseificio Brusati, con la sua consistenza fondente e cremosa, la mortadella classica di Negrini, prodotta con sole carni selezionate italiane e Presidio Slow Food. E ancora il Barolo Brandini, l’olio extravergine d’oliva nella latta da 5l di Roi, il gin Pure Organic di Engine, la pasta Rigorosa, i canestrelli di Baratti & Milano. E questo è solo un assaggio! Un’occasione unica per iniziare il nuovo anno all’insegna del gusto e arricchire la dispensa con il meglio dell’enogastronomia italiana a un prezzo più conveniente.

Per il compleanno di Eataly, inoltre, la Scuola di Lingotto apre le sue porte per un Open Day unico: sabato 20 gennaio vieni a scoprire i corsi di cucina, pasticceria e degustazione per imparare a cucinare divertendosi, con un ricco programma di eventi per tutta la giornata a un prezzo davvero speciale.

  • Dalle 10 alle 11 e dalle 12.30 alle 13.30

Pasta fresca

Ami la pasta fresca ma non sai da dove iniziare per prepararla? Guidati da una docente d’eccezione, Elena Spisni @bastachesiapasta, impareremo tutti i segreti e le antiche tecniche dell’arte della pasta fresca all’uovo!

  • Dalle 10 alle 11

Pasta sfoglia

Una lezione per imparare a utilizzare la pasta sfoglia in modo creativo, sia in versione dolce che salata.

  • Dalle 11 alle 12

Manine in pasta

Insieme alle maestre di Eataly, i piccoli chef si possono divertire in cucina e imparare una ricetta speciale, da rifare poi a casa con mamma e papà.

  • Dalle 12.30 alle 13.30

Il risotto

Vorresti scoprire come cucinare un risotto a regola d’arte? Ecco lo showcooking perfetto, per diventare un professionista di risotti!

  • Dalle 15.30 alle 16.30

Dolci al cucchiaio

Il corso ideale per chi vuole imparare tutti i segreti per realizzare dolci al cucchiaio belli da vedere e buoni da mangiare.

  • Dalle 17 alle 18

I vini Fontanafredda

Una degustazione guidata per scoprire una delle più importanti case vinicole piemontesi e le sue migliori bottiglie.

  • Dalle 17 alle 18

Workshop kokedama

Metti le mani nella terra e crea un kokedama, una sfera di terra ricoperta di muschio con al suo interno una pianta. Durante questa lezione insieme a Valeria Icardi @bottegabotanica, potrai preparare la tua creazione utilizzando la pianta del caffè, per dare vita a un kokedama unico e personale!

  • Dalle 17.30 alle 18.30

Cucinare in famiglia

Uova, farina e tanta fantasia: basta mettere le mani in pasta per dar vita a golose ricette, in compagnia di mamma o papà!

  • Dalle 19.30 alle 20.30

La pizza fatta in casa

Un appuntamento dedicato alla preparazione della pizza, dalla scelta del lievito e della farina, fino alla realizzazione dell’impasto. L’occasione unica per scoprire tutti i segreti del mondo del lievito e della farina.

Per maggiori informazioni: www.torino.eataly.it

Linguine in crema di noci: avvolgenti e cremose

In pochi minuti avrete una salsa delicata, avvolgente e cremosa per condire in modo semplice la vostra pasta

 

Le noci, come tutta la frutta secca, hanno molto da offrire, sono ottime per le loro proprieta’ nutrizionali e si possono utilizzare in tantissimi modi. Vi suggerisco questo primo piatto che si prepara molto velocemente, a crudo, utilizzando un mortaio o un mixer. In pochi minuti avrete una salsa delicata, avvolgente e cremosa per condire in modo semplice la vostra pasta.

 

Ingredienti per 4 persone:

 

320gr. di pasta tipo linguine

200gr. di ricotta piemontese

50gr. di gherigli di noci

½ spicchio di aglio

Olio evo, latte,pepe,sale q.b.

2 foglioline di menta fresca (facoltativo)

 

Nel mortaio, o nel mixer, mettere i gherigli di noce, l’aglio, il pepe il sale, la menta e tritare tutto grossolanamente. In una ciotola mescolare bene la ricotta, aggiungere il trito di noci, qualche cucchiaio di latte e l’olio evo. Quando la pasta e’ cotta, scolare e condire subito. Servire immediatamente poiche’ tende ad asciugare in fretta.

 

Paperita Patty

PAROLE DOLCI. Un’opera plurale creata dalle persone Dolci

In occasione della fine dell’anno, Dolci, agenzia di comunicazione e marketing libera e indipendente dal cuore italiano, celebra i suoi sessant’anni con un’opera plurale dedicata al suo fondatore, Silvio Dolci.

È così che nasce la silloge “Parole Dolci”, un progetto speciale che vuole imprimere nella memoria i momenti più significativi della storia dell’azienda e sottolineare i valori che la contraddistinguono: una raccolta di 60 parole chiave, proprio come le candeline che spegne Dolci quest’anno, ognuna interpretata in modo diverso attraverso uno storytelling libero e fluido.

Si tratta di termini che usiamo nel quotidiano, considerandoli spesso scontati, ma anche di parole importanti, forti, parole che fanno paura, che si trasformano persino in tabù.

A tutte, però, Dolci regala un’interpretazione nuova, un significato differente e introspettivo, giocando con la rappresentazione visiva e con quella tipografica in modo libero e creativo tramite insoliti e innovativi lettering.

In questa raccolta, le espressioni diventano dinamiche, prendono vita. Respirano.

Offrono spunti, fanno riflettere, donano al lettore l’occasione di poter osservare la vita di tutti i giorni da nuove angolazioni, con punti di vista inaspettati e stimolanti.

E ciò risulta particolarmente importante in un momento storico in cui diventa sempre più semplice non soffermarsi sul vero significato delle parole, in cui un’immagine sostituisce la riflessione e il confronto.

A rendere ancora più sfidante il progetto è stata l’idea di affidare l’esecuzione visiva all’intero team, senza distinzioni di ruoli e competenze: art director, account, strategist, responsabili amministrativi ed esperti digitali, tutti hanno liberato la loro vena creativa e hanno dato la loro personalissima lettura alle 60 parole.

Questo perché i valori, i sentimenti che formano lo spirito d’agenzia, non vogliono essere un dogma immutato e immutabile ma una continua evoluzione che prende vita proprio grazie alle persone che fanno di Dolci, l’Agenzia della felicità possibile.

E dal momento che la felicità è possibile davvero solo se condivisa, Dolci sceglie, attraverso il progetto editoriale, di sostenere nuovamente il Gruppo Abele, onlus fondata da Don Luigi Ciotti che, dal 1965, si dedica all’aiuto concreto delle persone fragili. L’impegno dell’agenzia a fianco del Gruppo Abele è volto a sostenere i percorsi e le attività contro la dispersione scolastica e la povertà educativa.

A gennaio il corso di degustazione Go Wine

 

In programma a Torino un nuovo corso di degustazione

a partire dal 30 gennaio

Go Wine promuove in Torino, presso il Ristorante Sol Levante Fusion di Via Nizza 1 (sollevantetorino.it), a partire da fine gennaio un nuovo corso di degustazione dedicato alla conoscenza e alla degustazione del vino.

Testo alternativo

Il corso, di livello base, si articola in cinque serate e avrà inizio martedì 30 gennaio: si propone di sviluppare il rapporto tra vitigno-vite-territorio, con un messaggio di carattere divulgativo che possa fornire nozioni utili anche per riconoscere e valutare le diverse tipologie di vino. Nel corso di ogni appuntamento si potranno degustare 5 tipologie di vini a seconda del tema trattato: protagonisti delle serate vini bianchi, vini rossi, grandi rossi italiani (alla presenza di un produttore) e vini da meditazione.

Clicca sull’icona per scaricare il programma e il modulo di adesione

Il costo di partecipazione per il corso è di euro 160,00, con una quota integrativa a parte per una visita (facoltativa) in cantina.

Compresi, oltre al corso con tutte le lezioni e le degustazioni:

  • l’iscrizione all’Associazione Go Wine valevole fino al 31 dicembre 2024
  • 6 bicchieri da degustazione mod. Carrè
  • il volume “Cantine d’Italia 2024”
Testo alternativo

Chi fosse interessato a regalare la partecipazione al corso di degustazione può contattare la sede Go Wine per ricevere il programma completo e definire le modalità di consegna della notifica di regalo

Per informazioni e iscrizioni:

 

Associazione Go Wine – Ufficio Corsi – tel. 0173 364631 – fax 0173 361147

ufficio.corsi@gowinet.it – www.gowinet.it

Torta di mele impossibile, la ricetta de La Cuoca Insolita

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Rubrica a cura de La Cuoca Insolita

Dedico questa torta di mele morbida e profumata a tutti voi: a piccoli e grandi golosi, a chi cerca un dolce buonissimo ma molto più light del solito, a chi è attento alla linea. Ma la lista continua: questa torta è anche per chi è allergico a latticini, uova o ha problemi con il glutine, e (dulcis in fundo) a chi vuole concedersi un dolce senza preoccuparsi della glicemia. Lo so che penserete “ma non è possibile, come fa ad essere buona?”. Ero scettica anche io. Lo ammetto. Ma poi mi sono ricreduta. Vedrete, succederà anche a voi.

 

Tempi: Preparazione (20 min); Cottura (50 min – 1 h max);
Attrezzatura necessaria: Robot tritatutto o minipimer, sbattitore elettrico con le fruste, 2 contenitori rotondi a bordi alti, teglia da forno da 24 cm (ciambella o teglia rotonda), forno, frusta a mano, cucchiaio.
Ingredienti per una torta da 12 persone:

1 Barattolo di Ceci (meglio in vetro) – vi serviranno 110 g del liquido interno

Mele pelate – 670 g (circa 5 mele)

Olio extra vergine di oliva – 60 g

Per dolcificare*: Eritritolo (80 g) + Polvere di foglie di stevia essiccate (1,5 g = 1 cucchiaino raso) + zucchero (35 g = 4 cucchiai)

Farine senza glutine: Farina di riso bianca o integrale (120 g) + farina di mandorle (90 g) + fecola di patate (90 g)

Lievito vanigliato (22 g = 1 bustina + 1 cucchiaino pieno)

Vanillina – 1 bustina

 

*La somma dei tre dolcificanti equivale a 150 g di zucchero

Difficoltà (da 1 a 3): 1 Costo totale: 6 €/kg
·     Solo 4 cucchiai di zucchero in tutta la torta!

·     Le calorie sono il 25% in meno rispetto ad una tradizionale torta di mele.

·     I grassi saturi sono il 75% in meno (i grassi saturi sono quelli che contribuiscono ad innalzare il livello del colesterolo cattivo).

·     La metà del peso di questa torta è fatta di mele! Vitamine e tante fibre.

·     Adatta a chi ha il diabete o vuole tenere la glicemia sotto controllo

·     l’Eritritolo e la Stevia sono due dolcificanti a zero calorie e zero zuccheri semplici. La stevia è una pianta che si può anche coltivare a casa.

·     Adatta in caso di allergia a latticini e uova: in questa ricetta non ce n’è traccia

·     Senza glutine: via libera anche in caso di celiachia.

Approfondimenti e i consigli per l’acquisto degli “ingredienti insoliti” a questo link.

In caso di allergie…

Allergeni presenti: uova, frutta a guscio (mandorle)

Preparazione della torta di mele impossibile

Fase 1: PREPARAZIONI PRELIMINARI

Pelate le mele ed eliminate il torsolo. Del peso totale indicato in ricetta, prendetene 350 g che taglierete a spicchi sottilissimi (che immergerete poi nell’impasto della torta). Lasciate in grossi pezzi il resto delle mele (315 g).

Prendete il barattolo di ceci e scolate in un recipiente alto e rotondo il liquido interno (si chiama Aquafaba: leggete qui come è stato scoperto il suo impiego dallo chef Joël Roessel ). Riponetelo qualche minuto in freezer in modo che si raffreddi bene e poi, con lo sbattitore elettrico, montate a neve questo liquido insieme a un pizzico di sale, proprio come se fosse il bianco d’uovo! Non è incredibile cosa succede? Conservate l’Aquafaba montata in frigorifero fino all’uso.

foto procedimento torta di meleFASE 2: L’IMPASTO

Frullate con il minipimer o il robot le mele (solo la parte che avevate lasciato a grossi pezzi) insieme all’olio, fino a ottenere una crema. Trasferite il composto nel contenitore rotondo e aggiungete i dolcificanti. Mescolate bene con lo sbattitore elettrico. Aggiungete quindi le farine, la vanillina, il lievito e mescolate bene.
Ora aggiungete al vostro composto l’Aquafaba montata a neve, versandola poco alla volta e mescolandola delicatamente dal basso verso l’alto con un cucchiaio di legno.
Versate tutto nella tortiera, già unta di olio e infarinata (farina di riso). Aggiungete ora le mele tagliate a fettine sottilissime, immergendole nell’impasto ma cercando di lasciarle in piedi. Spingetele verso il fondo della tortiera delicatamente con le dita.

FASE 3: LA COTTURA DELLA TORTA DI MELE

Nel forno già caldo a 170° C (meglio in modalità statica, non ventilata) mettete a cuocere la vostra torta di mele impossibile per circa 50 min (1h max). Fate la prova dello stecchino alla fine.
Lasciatela raffreddare completamente prima di sformarla. Cospargetela di zucchero a velo (potete prepararlo anche voi a casa, partendo dallo zucchero semolato o anche con l’eritritolo, frullandolo molto finemente).

CONSERVAZIONE

A temperatura ambiente: 3 giorni

In frigorifero: 1 settimana.