Ormai il mese di ottobre volge a conclusione aprendo le porte all’inizio di un periodo di festività liturgiche e non solo, in cui sono presenti consuetudini storiche e rimandi anche familiari. Sono questi i giorni commemorativi anche in Alta Val di Susa, ricchi di usanze, significati e tradizioni.

E’ stato da sempre un momento questo molto sentito che segnava il passaggio al periodo più difficile, l’inverno. La vendemmia era finita, le mandrie erano tornate nelle stalle al riparo dal freddo. Accanto alle devozioni ed anche ad antichi riti per propiziare un buon inverno, vi era tutto il mondo della tavola e la cucina era il centro della casa dove riunirsi. In tante valli piemontesi, non solo in Alta Val di Susa, era usanza lasciare nella notte precedente la festività dei defunti la tavola imbandita e illuminata da lumini affinchè i loro spiriti potessero trovare accoglienza nelle loro antiche dimore. Salumi, formaggi, castagne arrostite , vin caldo aromatico e la famosa ” Supa dji mort “, tipica della tradizione gastronomica valsusina. Questa mensa imbandita diventava il pranzo di famiglia dopo la visita ai cimiteri. Era un momento emotivamente intenso, fortemente introspettivo in cui i colori dominanti erano il nero ed il porpora, ben lontani da quelli dell’allegra e calda stagione estiva appena conclusa. Anche le zucche erano presenti e potevano diventare, dopo averle svuotate e seccate, contenitori per il vino appena vendemmiato.
Ecco qui di seguito la ricetta di un piatto tipico valsusino di queste festività , presente anche in Val Pellice, quest’ultima riveduta e corretta secondo la loro tradizione che inserisce all’interno anche delle verdure
La Supa dji mort
Ingredienti per 4 persone –
• 1 cipolla di grandezza media,
• 100 gr. di burro,
• 2 cucchiai d’olio,
• una cucchiaiata d’erbe dell’orto tritate (rosmarino, timo, salvia, basilico),
• 2-3 cucchiai di salsa di pomodoro fatta tradizionalmente in casa nei mesi estivi,
• 500 gr. di grissini,
• brodo di gallina o di manzo q.b.,
• sale,
• una manciata di parmigiano.
Esecuzione
Far soffriggere la cipolla tritata con l’olio e il burro, aggiungere i gusti dell’orto, il pomodoro, i grissini spezzati grossolanamente e aggiungere il brodo. Cuocere per circa 30 minuti, cospargere di parmigiano e dorare in forno
Patrizia Foresto
Amore, errori e tradimenti
LIBERAMENTE di Monica Chiusano
Dovremmo imparare a credere che il tradimento, fine a se stesso, non è sempre indicato come colpa, ma bensì come un’analisi spesso dovuta ad entrambi.
Nulla è dovuto…. l’amore meno di tutto!
A cura di piemonteitalia.eu
Ecco alcuni degli appuntamenti in programma per Halloween a Torino e in Piemonte:
https://www.piemonteitalia.eu/it/eventi/dettaglio/halloween-piemonte-0
“Fiorile” al Castello Reale di Moncalieri



Tra filari, valli e borghi dorati
Dopo mesi di caldo e afa arriva la tregua. Serate fresche, giornate gradevoli e godibili, sole si’ ma delicato e indulgente. I colori sono meravigliosi: gialli intensi, marroni e rossi decisi e ancora beige, verdi e arancioni annunciano una stagione meravigliosa che ci traghetta dolcemente a quella invernale.
La nostra regione con le sue colline foderate di vigneti, le vallate e le montagne ci regala un paesaggio autunnale straordinario dai toni romantici e poetici. I sapori della terra, l’aroma dei boschi e i colori fulvi sono un invito alle passeggiate e alla vita all’aria aperta. I luoghi da visitare per ammirare questo sorprendente spettacolo della natura sono diversi cominciando da Torino dove i parchi del Valentino, della Pellerina e Dora diventano una tavolozza colma di sfumature calde e lo scenario assomiglia decisamente ad un quadro di Monet.
Langhe e Monferrato sono le mete privilegiate dove assistere alla magia della stagione dorata. Alba, La Morra, Verduno si affacciano sui filari e vigneti, vere e proprie opere d’arte; il Sacro Monte di Crea, Cella Monte, Rosignano, Vignale, Trisobbio, Rocca Grimalda e ancora il sentiero da Olivola, Moleto e Frassinello con il suo castello. Nella zona di Biella, precisamente a Ponzone, troviamo l’Oasi Zegna, un parco naturale meraviglioso per tutti gli appassionati di foliage (fogliame in italiano) dove si puo’ praticare, tra i suoi castagni secolari, la forest terapy. E poi come non citare il Treno del Foliage con il suo viaggio lento, rilassante e incantato, quasi di altri tempi? La storica ferrovia Centovalli – Vigezzina, nata nel 1923 e considerata la piu’ bella d’Italia, da ottobre a novembre viaggia all’interno di paesaggi incantevoli e unici facendo scoprire una parte meno nota del Piemonte. Cinquantadue chilometri da Domodossola a Locarno, 83 ponti, 31 gallerie tra boschi, valli e borghi, due ore di pura meraviglia. I treni bianco blu attraversano “la valle dei pittori” cosi’ denominata per i suoi paesaggi incredibili ed emozionanti.
Oltre allo spettacolo creato dalle piante, c’e’ anche la meraviglia dei frutti della terra di questa stagione: castagne, frutti di bosco, uva, melograni, nocciole e mandorle. L’autunno e’ una stagione rigenerante, tutto si addolcisce, tutto torna possibile dopo mesi di calura. La natura ci regala uno spettacolo unico che molti artisti hanno ritratto. Van Gogh diceva “Finche’ ci sara’ l’autunno non avro’ abbastanza mani, tele e colori per dipingere la bellezza che vedo”.
MARIA LA BARBERA
La foto di Vincenzo Solano
MAGNIFICA TORINO / Successo in centro città per la rassegna Colioccolato’
RITRATTI TORINESI



Magie e camminate nel parco alla ricerca dei dolcetti
Fino al 1 novembre 2023
Halloween al Castello di Miradolo con le attività per famiglie |
Dalla caccia alle masche alla lettura di albi illustrati per inventare pozioni e formule magiche, alla camminata nel parco alla ricerca dei dolcetti nascosti: si festeggia Halloween in famiglia al Castello di Miradolo, da sabato 28 ottobre a mercoledì 1 novembre. Domenica 29 ci si inoltra nella foresta più scura, attraverso la lettura degli albi illustrati Babalibri: “Nella foresta misteriosa e silenziosa”, di Magdalena Guirao Jullien e Christine Davenier (Premio Nati per Leggere 2023), “Grat grat cirp splash!” di Kitty Crowther, “Cornabicorna”, di Pierre Bertrand e Magali Bonniol. Martedì 31 è in programma un’avventura in maschera nel parco: una serata spettrale tra indovinelli, prove, sfide e imprese per tutta la famiglia. Mercoledì 1 novembre la camminata nel parco tra i colori autunnali è accompagnata dalle storie e tema Halloween alla ricerca dei dolcetti nascosti da raccogliere nel proprio “cestino-zucchetta”.
PROGRAMMA
Domenica 29 ottobre, ore 11 Attività per famiglie: Che paura! Lettura di “Nella foresta misteriosa e silenziosa” e “Grat grat cirp splash!” (Babalibri). Età consigliata: 2/5 anni. Costo: 6 euro a partecipante (comprensivo di attività e ingresso al parco).
Domenica 29 ottobre, ore 15 Cornabicorna, la strega delle streghe Lettura di “Cornabicorna” (Babalibri). Età consigliata: 6/10 anni. Costo: 6 euro a partecipante (comprensivo di attività e ingresso al parco).
Martedì 31 ottobre, ore 17 La giostra del grifone Età consigliata: 6/10 anni. Costo: 10 euro a partecipante (comprensivo di attività e ingresso al parco). In collaborazione con Palestra Sportica di Pinerolo.
Mercoledì 1 novembre, ore 10.30 La zucchetta porta merenda di Halloween Età consigliata: 2/5 anni. Costo: 6 euro a partecipante (comprensivo di attività e ingresso al parco). |
Storie di cioccolato
Edizioni del Capricorno
STORIE DI CIOCCOLATO A TORINO E IN PIEMONTE
Una raccolta di storie, curiosità e personaggi che
legano il cibo degli dei al territorio piemontese
di Clara e Gigi Padovani
Il cioccolato è di casa in Piemonte. È il primo tra i prodotti identitari di Torino. Già nel Seicento a corte si consumava il rito della cioccolata calda. Nel Settecento nascono i primi artigiani fornitori della Real Casa Savoia. L’industria delle tavolette e delle praline nacque prima a Torino che in Svizzera, visto che François-Louis Cailler imparò il mestiere nella fabbrica di Paolo Caffarelli, (italianizzazione di Caffarel) e poi fondò l’azienda che sarebbe diventata la Nestlé. E ai primi dell’Ottocento furono molti i ticinesi che dalla povera valle di Blenio calarono nel capoluogo piemontese per imparare la lavorazione del cacao, diventando prima garzoni delle botteghe locali e poi artigiani in proprio.
Un ruolo importante fu svolto dai valdesi. Dopo le Lettere patenti del 1848, un gruppo di intraprendenti artigiani si dedicò ad aprire attività nel campo dolciario: Gay & Revel, Prochet, Talmon (poi Talmone), ma soprattutto Paolo Caffarelli, che partendo da un opificio in Borgo San Donato fondò uno dei marchi più famosi nella storia del cioccolato. Il torrente Ceronda era un vero e proprio “canale della cioccolata”, lungo il quale si svilupparono i primi laboratori, come la «Fabbrica di cioccolata Landò» del ticinese Gio Martino Bianchini, arrivato a Torino nel 1819 per imparare il mestiere.
Il libro ricostruisce le vicende dei pionieri ottocenteschi del cioccolato, come Silviano Venchi, Beata & Perrone e Luigi Leone-per arrivare ai migliori artigiani di Torino e del Piemonte dei nostri tempi. Troviamo nomi famosi come Peyrano, Pfatisch, Stratta, Ziccat, Gobino, altri che non esistono più come Moriondo & Gariglio. Troviamo piccole botteghe diventate grandi imprese come Caffarel, Venchi, Baratti & Milano, Ferrero, Novi, Pernigotti, Domori.
Oggi circa il 40% del cioccolato italiano nasce in Piemonte. Nella nostra Regione vi sono 93 aziende di «Produzione di cacao, cioccolato, caramelle e confetterie»: 52 in provincia di Torino (tra le quali Caffarel, Streglio, Domori, Leone), 23 in quella di Cuneo (con Ferrero, Venchi, Baratti & Milano), 10 in quella di Alessandria (Novi), 2 in ciascuna delle altre province: Asti, Biella, Verbania e Novara.
Tante le curiosità: l’elenco delle specialità al cioccolato di origine piemontese; le schede delle imprese “storiche” non più in attività; gli indirizzi golosi con i nomi delle pasticcerie che, nelle diverse province piemontesi, servono specialità al cacao; i locali di Torino che offrono la cioccolata in tazza.
E poi i personaggi: il chocoholic Vittorio Alfieri; il finanziere biellese Riccardo Gualino e la sua UNICA, l’Unione Nazionale Cioccolato e Affini in cui confluirono cinque storici marchi dolciari edificando in Barriera di Francia il più imponente stabilimento dolciario italiano dell’epoca; gli artisti futuristi che realizzarono manifesti come Fortunato Depero, Marcello Dudovich e Sepo, ovvero Severo Pozzati (le famose Nougatine); il maestro decoratore d’alta classe, il siciliano Guido Bellissima, che con tecniche raffinate guarniva le uova di cioccolato con la “ghiaccia reale”; Pietro Ferrero e il “dolce degli umili”.
Fino alla nascita di Choco-Story, il Museo del Cioccolato che aprirà a Torino grazie all’iniziativa dell’imprenditore e collezionista belga Eddy Van Belle (il primo Choco-Story è stato creato a Bruges nel 2004). «Choco-Story Torino» è un viaggio immersivo nella meraviglia del cioccolato, che comincia dai portici di via Sacchi e si conclude all’interno di una delle più belle e antiche pasticcerie-cioccolaterie torinesi, Pfatisch. Il museo si dipana in diverse stanze sotterranee, su una superficie di oltre mille metri quadri, dove un tempo erano all’opera i macchinari dell’azienda, ora restaurati.
GLI AUTORI:
Clara e Gigi PADOVANI. Lui ha alle spalle una carriera da giornalista, lei da insegnante. Insieme sono la coppia del food writing e hanno pubblicato più di 30 libri, tradotti in sette lingue. Tra questi: “Mondo Nutella. 50 anni di innovazione” (Rizzoli, 2014), “Tiramisù. Storia, curiosità, interpretazioni del dolce italiano più amato” (Giunti, 2016), “Enciclopedia della nocciola” (Mondadori Electa, 2019), “Street food all’italiana” (Giunti, 2021) e “Plasmon” (Gribaudo, 2022).
In copertina un’opera di Ugo Nespolo.
180 pagine – € 14,00