LIFESTYLE

Orti in festa a Piossasco negli spazi settecenteschi di “Casa Lajolo”

Mostra, mercato, libri, incontri, degustazioni e laboratori: torna la “Festa degli Orti” 

Sabato 13 e domenica 14 settembre

Piossasco (Torino)

Splendida location, l’affascinante villa di campagna di metà Settecento di “Casa Lajolo” a Piossasco, con il suo “giardino all’italiana” articolato su tre livelli, un’alta siepe di “tassi” che custodisce un suggestivo “giardino all’inglese” e un magnifico “orto-giardino” in cui perdersi fra colori e profumi. Ed è proprio qui che, sabato 13 e domenica 14 settembre, si terranno due giorni pieni di iniziative dedicati a “Alberi, una storia vivente”. Un omaggio di fine estate agli “alberi”, alle loro antiche storie (e quante ne hanno da raccontare!), presenze vive che sanno parlarci e ascoltarci, voci nitide e chiare che, a ben sentire, si fanno spazio in mezzo a realtà umane, spesso troppo poco attente alle loro esigenze e a quelle, più in generale, dell’ambiente.

Organizzata da “Fondazione Casa Lajolo” con il patrocinio della “Città di Piossasco”, la “Festa” prende il via sabato 13 settembre nella “Sala Scuderia” (ingresso libero con prenotazione su www.casalajolo.it/prenota/): alle 17,30 si apre la “mostra di illustrazioni” dal libro “I giardini filosofici” della torinese Rossana Bossù, che dialogherà con Fabio Marzano. A chiusura di serata, e in attesa dell’impegnativa giornata di domenica, un delizioso appuntamento con il curioso “aperitivo” di “Canone occidentale”, linea di “Vermouth” torinese di alta qualità, creata dalla subalpina azienda “Rodia Spirits”, impegnata ad omaggiare la storia e la tradizione del Vermouth piemontese con un prezioso tocco di innovazione, in modo da legare ogni variante a un luogo iconico di Torino e utilizzando vini e botaniche strettamente locali. Due i cocktail proposti per l’occasione: il “Milano-Torino” (Vermouth Rosso e Bitter) e “Vermouth e Tonica”, oltre a svariati assaggi in purezza.

Giornata clou, domenica 14 settembre, giorno, in cui si potrà prendere parte alle “visite guidate” alla dimora storica, ma soprattutto giorno della “mostra mercato” con aziende e produttori del territorio (orario 10-18): tra le realtà presenti, il “Vivaio Fratelli Gramaglia”, con sede a Collegno e tra i più importanti e prestigiosi a livello europeo, specializzato, dal 1896,  in “piante aromatiche”. A fargli buona compagnia i “I pomodori di Remo”, l’“Associazione Parco del Nobile”, l’“Accademia delle arti naturali”, l’“Associazione Atman”, la “Libreria55”, l’“Ambaradan” di Serravalle d’Asti, specializzata in arredi per esterno in ferro battuto, gazebi, arredamento e decorazione giardino, “Melanie crochet” e “Le delizie del Dahu”. Presente anche l’“Associazione Adipa” che, per tutto il giorno, metterà a disposizione sacchetti di “semi omaggio” e un gioco per bambini su “semi e piante”.

Fra gli altri appuntamenti di domenica, da segnalare alle 11, la lezione intorno al “tasso monumentale” di casa con Samuele Ratti, arboricoltore e curatore del “Rami– Registro degli Alberi Monumentali Italiani”, seguita, alle 12, dall’incontro con Giovanni Bocchino, che racconterà, con degustazione, come produce l’“olio evo”  (acronimo di “Olio Extravergine di Oliva”) sulle colline del Monte Uliveto sopra Pinerolo. Alle 14,30,  nel prato libero, passeggiata tra i frutti antichi con Edoardo Santoro dell’associazione “Sguardo nel verde” di Pino Torinese, alla scoperta dei sapori di una volta. Poi, alle 15,30, in “Sala Boschera”, Lucia Barabino, scrittrice e fotografa, presenta il suo libro “Storia di un vivaio”, in dialogo con Federico Villare di “Adipa-Piemonte” e Fabio Marzano.

In chiusura di giornata, musica e letteratura a tema: alle 16,30 nel “boschetto dei tassi” incontro-racconto in musica con Alessandro Natella, medico chirurgo “agopuntore”, appassionato di antropologia medica e musica-medicina, mentre alle 17,30 – sotto il “cedro deodara” – Cristina Converso, dottore forestale all’“Arpa Piemonte” e autrice di numerosi volumi sul tema, racconterà, intervistata da Fabio Marzano, i suoi libri “Testimoni silenziosi. Storie di alberi monumentali” e “A radici nude”, entrambi editi da “Buendia Books”. Infine, alle 18,30 nell’orto il concerto del “duo musicale jazz” a cura di Gabriele Cervia, violino, e Federico Mori, contrabbasso, con aperitivo del Ristorante “Civico22”.

Da ricordare ancora che domenica 14 sarà anche la giornata dei “laboratori”: da “Meditazioni intorno agli alberi” a “Le api felici di casa”, fino a “Di cera in cera” (per avvicinarsi al mondo delle candele artigianali) ad “Ali tra le chiome” e a “Come un albero”, laboratorio artistico, guidato da Rossana Bossù, rivolto ai più piccoli che potranno giocare tra colla, ritagli e colori, sulle pagine del libro “Come un albero” di Maria Gianferrari e Felicita Sala (“Rizzoli Editore”).

Per ulteriori info su programma ed orari: “Casa Lajolo”, via San Vito 23, Piossasco (Torino), tel. 333/3270586 o www.casalajolo.it

  1. m.

Nelle foto: immagini di repertorio

La Camminata del Pom Matan 2025

San Sebastiano da Po – domenica 14 settembre 2025 Cammini Divini di Augusto Cavallo by Nordic Walking Valcerrina in collaborazione con la Pro Loco e con il patrocinio del Comune di San Sebastiano da Po vi propone l’ormai tradizionale camminata del Pom Matan.

L’escursione ad anello di circa Km. 11 sarà completamente inedito e con caratteristiche totalmente diverse dal passato. Per evitare di percorrere strade interrotte da frane e non completamente sicure ci sposteremo sul versante nord del paese dirigendoci verso il fiume Po e le adiacenti campagne su sentieri completamente in sicurezza e senza particolari difficoltà. Un anello quindi adatto a tutti e immerso nella natura.

Inoltre quest’anno lo Sponsor Principale (Borello Supermercati) offrirà a tutti i partecipanti un simpatico gadget che verrà consegnato al momento dell’iscrizione.

Come al solito a metà percorso ci verrà offerta un piccolo ristoro a cura degli Amministratori Comunali per rinfrancarsi dalle fatiche prima di riprendere il cammino che ci riporterà nel mezzo della festa.

Il ritrovo è previsto a partire dalle ore 8,45 in piazza Agnelli, frazione Caserma (https://goo.gl/maps/m3GwxnmWtnJ4rtpr9 ) nell’area dei festeggiamenti. La partenza sarà alle ore 9,30 con Guida Escursionistica Ambientale. All’arrivo sarà possibile pranzare presso il Salone Polivalente con prelibatezze locali tra cui gli agnolotti di Pom Matan, piatto dell’antica tradizione sansebastianese.

Costo per la sola partecipazione alla camminata: €. 9,00 cad.

Il pranzo avverrà nei locali della Pro Loco presso il salone polivalente con menù e prezzi alla carta.

Per partecipare è consigliato abbigliamento comodo e scarpe sportive, repellente per zanzare, cappellino e scorta d’acqua. Per chi lo desidera verranno messi a disposizione i bastoncini da Nordic Walking gratuitamente fino ad esaurimento disponibilità.

N.B.: per partecipare alla camminata la prenotazione è obbligatoria via mail, sms, whatsapp o telefonata ai seguenti riferimenti.

Per info e prenotazioni:

Cavallo Augusto 339 4188277 Guida Ambientale Escursionistica e Istruttore SINW
mail: 
augusto.cavallo66@gmail.com           

Capello Anna 339 4800321

https://www.facebook.com/groups/1722191187995377

https://www.facebook.com/augustonordic

https://www.facebook.com/events/1856974755226211/

“Festa della nascita”, alla Reggia di Venaria 32 comuni incontreranno i nuovi nati

Domenica 14 settembre la quinta edizione

Una festosa invasione di passeggini portati da giovani genitori popolerà gli aulici spazi della Reggia di Venaria, il complesso monumentale e architettonico che si trova alle porte di Torino. Domenica 14 settembre ritorna la quinta edizione de “La festa della nascita” che, dopo il grande successo delle precedenti edizioni con oltre 3 mila partecipanti, rappresenta un gioioso rito di benvenuto alla vita organizzato per celebrare e accogliere in comunità l’arrivo di nuovi nati e nuove nate 2024-2025. Il tutto avverrà nel meraviglioso scenario dei giardini della Venaria Reale in un’intera giornata, dalle ore 10 fino alle 19, all’insegna della bellezza e del relax. Quest’anno la Festa della nascita presenta molte novità, tra le quali i comuni del torinese che promuovono la festa, il cui numero sarà 32, la crescita dei partner con un‘ampia mobilitazione del mondo della salute e un’area dedicata al rapporto con la natura. La festa, completamente gratuita, è rivolta a tutte le famiglie con bambini e bambine nati nel 2024-2025 con l’intento di far conoscere al meglio le opportunità offerte dai servizi locali, dalla cultura, della sanità e dell’educazione. Nei giardini della Reggia saranno allestite isole dedicate a vari temi, dove si svolgeranno laboratori, attività ludico creative ed informative. Sarà inoltre presentata con una lettura animata e teatralizzata la nuova sede di podcast Fila a nanna – Sogni reali tra le Residenze Sabaude, con 13 episodi dedicati alle regge sabaude, realizzata con Abbonamento Musei e Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani. I genitori avranno l’occasione di vivere momenti emozionanti, compiere esperienze replicabili in famiglia e sul territorio, incontrare esperti, confrontarsi sulla genitorialità, sul ben-essere dei bambini e delle bambine e su quello della famiglia. Le esperienze culturali nella natura vissute dalle famiglie sono riconosciute da un corpus crescente di ricerche scientifiche quali risorse determinanti per lo sviluppo biologico già dai primi giorni di vita: il periodo che prende avvio dal concepimento è tra i piu rilevanti sotto il profilo della crescita del patrimonio neurale, ed è una risorsa per tutta l’esistenza. La festa è stata comprogettata da 32 comuni, tra i quali Alpignano, Avigliana, Brandizzo, Caselle Torinese, Grugliasco, Pianezza, Pinerolo, Rivoli, Rosta, San Maurizio Canavese. Queste città, come segno d’attenzione verso la prima infanzia, hanno adottato il passaporto culturale #naticonlacultura, ideato dalla Fondazione Medicina a misura di donna, che consente il libero accesso alle famiglie in oltre 45 musei Family and Kids Friendly della rete Abbonamento Musei nel primo anno di vita dei bambini e delle bambine. Il passaporto culturale consegnato dalle strutture sanitarie alla nascita o inviato dalle amministrazioni cittadine è scaricabile anche dal sito web naticonlacultura.it. La festa è progettata insieme all’ASL TO 4, ASL TO 3 e ASL TO 5.

Per aderire gratuitamente (2 adulti con ogni nuovi nato più eventuali fratelli e sorelle) è necessario presentare il passaporto culturale consegnato dai comuni di residenza aderenti o scaricabili dal sito naticonlacultura.it e prenotarsi entro il 12 settembre 2025 al link https://festanascita2025.eventbrite.it. Anche quest’anno potranno prendere parte all’evento le donne nell’ultimo trimestre di gravidanza che abbiano ricevuto il passaporto culturale per la mamma, consegnato durante gli incontri d’accompagnamento alla nascita negli ospedali torinesi aderenti.

Mara Martellotta

Giaveno Città del Buon Pane

In Val Sangone il profumo e il sapore autentico della tradizione sono quelli garantiti ogni mattina dai panificatori, che domenica 14 settembre animeranno il centro storico per la ventiduesima edizione della manifestazione Giaveno Città del Buon Pane, un evento che è cresciuto negli anni pur rimanendo fedele alle origini, che mettono al centro dell’evento gli artigiani e i loro prodotti: i pani della tradizione, come la micca, le biove, la mezzana e lo stirotto, riconosciuti con la Denominazione Comunale d’Origine, ma anche il il Grissino Stirato Torinese, le brioche, i biscotti, le focacce, la pizza e i salatini. L’area di preparazione e vendita, gestita e condotta dall’Associazione Panificatori Artigiani De.C.O. di Giaveno, sarà come sempre in piazza Mautino. La manifestazione è organizzata dall’amministrazione comunale insieme all’associazione dei panificatori artigiani e all’associazione Val Sangone Turismo, con il patrocinio della Città metropolitana di Torino.

La piazza Molines accoglierà il pubblico con un’atmosfera d’altri tempi, quelli della corte di una cascina, dove si trebbia a mano o si utilizzano i trattori d’epoca del gruppo dei Trattoristi della Val Sangone; il tutto con l’accompagnamento musicale dal vivo del gruppo dei “Mei che Niente”. Ci saranno anche i prodotti del territorio e uno spazio dedicato al miele e al pane. Prenderà parte alla manifestazione una delegazione francese di Saint Jean de Maurienne, Comune gemellato con Giaveno, che sarà accolta al mattino in Comune a Palazzo Asteggiano per un omaggio al cavalier Gilberto Monfrino, che fu per molti anni comandante dei Vigili del Fuoco Volontari del Distaccamento di Giaveno, la cui associazione è gemellata con i Sapeurs Pompiers di Saint Jean Maurienne. A seguire, la sfilata per le vie cittadine del pane e dei grissini con la banda musicale Leone XIII e le Majorettes New Shine. Il percorso terminerà in piazza Mautino, dinanzi all’area che ospita i forni e i banchi per la vendita del pane: qui sono in programma la tradizionale cerimonia del taglio e la distribuzione del grissino tipico di Giaveno. Nel centro storico saranno presenti le bancarelle degli hobbisti, del piccolo artigianato e della creatività. Lungo via Roma si troveranno prodotti agroalimentari e hobbisti. Durante la giornata saranno aperti e visitabili, dalle 10 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18, gli storici mulini della Bernardina, du Detu e du Citu. I proprietari accompagneranno i visitatori alla scoperta delle macine ad acqua e del mestiere di mugnaio. È previsto anche il tour guidato “An Girula Pèr Mulin”, con partenza dall’ufficio turistico di piazza San Lorenzo 34, alle 10 per il Mulino du Detu a Ruata Sangone e alle 15 per il Mulino du Citu e il Mulino della Bernardina in borgata La Buffa. La partecipazione è libera e gratuita e per informazioni si può chiamare il numero telefonico 011-9374053, scrivere a infoturismo@comune.giaveno.to.it o consultare il sito Internet www.visitgiaveno.it

 

Sformatini di peperoni ricetta light

Contorno insolito o antipasto sfizioso, si preparano in poco tempo in tutta facilita’. Sono deliziosi, delicati, privi di grassi, cremosi e scenografici.

Ingredienti

2 peperoni gialli di Carmagnola
2 uova intere
200gr. di ricotta
Sale, pepe, prezzemolo
4 noci
Olio evo, una noce di burro

Lavare i peperoni, punzecchiarli con i rebbi di una forchetta e grigliarli su una piastra di ghisa calda. Lasciar raffreddare e pelare.
Nel mixer frullare le falde di peperone, la ricotta, le uova, il sale ed il pepe.
Imburrare 6 stampini in acciaio, versare la crema e cuocere a bagnomaria a fuoco bassissimo per circa 30 minuti.
Preparare la salsina mescolando il prezzemolo tritato con una noce tritata, sale e olio evo.
Togliere gli sformatini dagli stampi con l’aiuto della lama di un coltello, impiattare guarnendo con l’emulsione di olio ed un gheriglio di noce. Servire tiepido.

Paperita Patty

La Festa di Via torna in Borgata Lesna: appuntamento domenica 14 settembre

 

Domenica 14 settembre Borgata Lesna si anima con la tradizionale Festa di Via, un evento atteso da residenti e visitatori. Le strade del quartiere si trasformeranno in un grande spazio di festa, con negozi aperti, bancarelle, musica e intrattenimento per tutte le età.

Sarà un’occasione per riscoprire il quartiere, sostenere il commercio locale e trascorrere una giornata all’insegna della convivialità. Tra le attività previste: giochi per bambini, spettacoli dal vivo e stand gastronomici.

Un’intera domenica dedicata alla comunità, tra tradizione e divertimento.

Enzo Grassano

Un Figaro rossiniano

È doveroso accostarsi alla famosa cavatina del Barbiere di Siviglia, opera lirica composta inizialmente da Paisiello e successivamente oscurata dal successo mondiale di Gioachino Rossini per raccontare la storia originale di Gennaro Fardello, il coiffeur operativo a Casale Monferrato. L’entrata di Figaro nella seconda scena del primo atto dell’opera rossiniana rappresenta il factotum fortunato della città che vantava la propria popolarità del tuttofare di un tempo che non solo esercitava le proprie mansioni di barbiere ma acconciava parrucche, distribuiva consigli medici e speziali, eseguiva trattamenti odontoiatrici, ricercava giocatori di football per le squadre locali e favoriva incontri galanti tramite messaggi privati.
Tra i baritoni che hanno interpretato Figaro, tratto dalla commedia omonima francese del 1775, spicca il torinese Giuseppe Valdengo richiesto al Metropolitan di New York dal grande direttore d’orchestra Arturo Toscanini. La fortuna del coiffeur, proveniente dalla scuola napoletana, ebbe inizio nel 1981 quando il maresciallo dell’Esercito e cognato Antonio Fardello lo contattò per sostituire il barbiere delle reclute ormai prossimo alla pensione. Giunto a Casale, Fardello fu alloggiato nel “casermone” Nino Bixio del XI battaglione di fanteria, il più antico della storia italiana fondato nel XVII secolo dal Ducato di Savoia come reggimento del Monferrato. Dal 1958 era sede del CAR, il centro addestramento reclute che ospitava annualmente circa 12000 militari.

Le affilate forbici di Fardello conobbero il pugile italo-malese Nino La Rocca classe 1959, arruolato nell’Esercito Italiano dopo ostacoli e lentezze giudiziarie risolte tramite l’interessamento del presidente Pertini che gli concesse la cittadinanza italiana nel 1983. Degli 80 incontri disputati il pugile vinse 74 volte, di cui 54 per KO con sole sei sconfitte, perdendo il titolo mondiale nel 1984 contro il texano Curry detto “il cobra”. Anche se non possedeva il pugno proibito, La Rocca  finalmente diventò campione europeo dei pesi welter nel 1989, definito il Cassius Clay italiano per la mobilità sul ring e per le doti di pugile innovativo. Fece scalpore il matrimonio di Nino La Rocca con la pornostar toscana Manuela Falorni, detta la “venere bianca”, separato da lei dopo una lunga battaglia giudiziaria. Incredibile la protesta del pugile che si incatenò davanti a Palazzo Chigi e al Quirinale, invocando un lavoro nel settore per essere stato respinto all’esame di insegnante federale. Nel 2014 gli fu concesso un vitalizio dallo Stato Italiano che gli permise di allenare giovani pugili.

Nella struttura militare soggiornarono Adriano Celentano, Gianni Morandi, Ivano Fossati e l’attuale ministro Matteo Salvini per svolgere il periodo di addestramento. Durante le festività natalizie venivano organizzati concerti per le reclute con alcuni cantanti in voga. Tra gli invitati, il Figaro casalese ricorda lo stile ironico e dissacrante di Donatella Rettore con i suoi 30 milioni di dischi venduti e Dino, pseudonimo di Eugenio Zambelli, scoperto da Teddy Reno e famoso per il suo disco “Te lo leggo negli occhi” del 1964. L’appalto ventennale del coiffeur Gennaro Fardello si concluse nel 1999 con la chiusura definitiva della caserma casalese, seguita nel 2004 dall’abolizione totale della leva militare obbligatoria in Italia. Da uno studio del Politecnico di Torino del 2008 e da una recente proposta parlamentare emerge la concreta possibilità di realizzare un nuovo carcere per la provincia di Alessandria nel contesto di ristrutturazione e valorizzazione della struttura abbandonata.
Armano Luigi Gozzano 

Con un sacco di fieno in fabbrica

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Da vent’anni, riposta nel solaio la bricolla da contrabbandiere, varcava puntualmente alle sette del mattino i cancelli dell’acciaieria di Villadossola. Alto e secco, con l’andatura un poco ciondolante, Ugo aveva alle spalle una vita a dir poco avventurosa.

Già in tenera età boscaiolo, addetto al palorcio della teleferica e all’accatastamento del legname; poi partigiano con Superti in Val d’Ossola e, dopo la Liberazione, contrabbandiere per necessità, arrancando sui sentieri degli spalloni per racimolare qualche misero guadagno per poter mettere insieme il pranzo con la cena e dare una mano alla vecchia madre. Alla morte della genitrice lasciò ad altri i rischi dell’andar di frodo scegliendo di lavorare in fabbrica dove aveva trovato impiego come operaio addetto al laminatoio. La sua era diventata, da quel giorno, una vita più regolare, scandita dai turni in azienda. Aveva così anche il tempo  per dedicarsi alla passione per la lettura, soddisfacendo la sua curiosità di sapere le cose nel mondo. Comprava regolarmente due giornali ( uno era il quotidiano più diffuso, dove trovava anche la cronaca locale; l’altro era L’Unità), divorava libri di ogni genere, andava al cinema appena poteva e frequentava anche gli spettacoli della filodrammatica amatoriale che di tanto in tanto metteva in scena opere classiche e senza tempo sul palcoscenico del teatro comunale.

Era conosciuto e rispettato perché sapeva fare bene il proprio mestiere, sempre attento e puntuale sul lavoro, ben voluto dai compagni del reparto. Ugo era tra quelli che, fieri della propria rettitudine, potevano andare a testa alta. Comunista convinto anche se non aveva mai avuto in tasca la tessera di quel partito perché il suo spirito ribelle non gli consentiva di soggiacere alle regole e alle liturgie della vita di partito. Il suo punto di vista, formatosi nel vivo della lotta partigiana, si era fatto più saldo nell’inferno di calore, polvere e rumore dell’acciaieria. Era lì che era maturata la presa di coscienza di tutta una condizione lavorativa, umana, politica. Era lì che aveva fatto l’amara scoperta che di lavoro si muore perché la vita degli operai valeva meno del profitto. Dopo i bagliori delle lotte sul finire degli anni sessanta era iniziato un periodo opaco. Soffriva molto nell’assistere al tramonto della centralità operaia nell’immaginario della società italiana e nell’orizzonte politico delle stesse forze di sinistra. I segnali che attestavano l’arretramento del movimento dei lavoratori, sottoposto a ripetuti attacchi, l’avevano reso più nervoso e meno accomodante. La figura e il ruolo dell’operaio si erano fatti sempre più complicati e le ultime generazioni erano andate a scuola, avevano studiato maturando la convinzione che la fabbrica non rappresentasse più un’occasione di riscatto sociale, perdendo parte del senso di appartenenza a una ben precisa classe sociale. Tutto era diventato più fluido e la compattezza e l’orgoglio di un tempo erano un ricordo sfocato. Eppure Ugo avvertiva che fra i vecchi e  i giovani c’era ancora uno scambio di saperi e che il nocciolo duro della militanza sindacale e l’etica del lavoro e delle cose ben fatte non erano spariti del tutto. Forse era per via di quelle radici che affondavano nella tenacia di quella cultura contadina di montagna che da quelle parti era cosa seria, dove  l’universo dell’acciaieria con l’altoforno, le colate e i laminatoi era condiviso dai tanti che mantenevano un legame con i campi e gli alpeggi, la fienagione e qualche animale nella stalla. Aveva maturato una consapevolezza che il tempo aveva levigato rendendola disincantata, lucida, a volte venata da una malinconia che veniva ben presto scacciata da quel suo carattere deciso, incline alla battuta arguta, al commento salace. Non perse nemmeno l’abitudine di andare a votare, come amava dire, “in zona Cesarini”. I seggi chiudevano alle quattordici del lunedì e cinque minuti prima del termine ultimo varcava la soglia del seggio, soffermandosi davanti ai tabelloni con le liste. Si prendeva un paio di minuti per far scorrere lo sguardo sui simboli e candidati e poi, ritirata la scheda, entrava nella cabina commentando ad alta voce: “ Vediamo un poco.. Toh, ecco il simbolo di quelli che fanno portare la croce agli altri e quello dei padroni. E l’altro dove sarà mai?? Ah, eccolo qui, Quello che piace a me. Il simbolo degli operai, anche se un poco sbiadito. Un segno qua e un segno là . E anche questa volta ho votato bene!”. Ripiegava la scheda e la infilava soddisfatto nell’urna, salutando presidente e scrutatori con un largo sorriso. Un giorno scelse di manifestare il suo disprezzo per crumiri e per i pavidi che non protestavano e non scioperavano mai presentandosi alla portineria d’entrata con un sacco di fieno in spalla. I due guardiani che sostavano davanti al cancello gli chiesero cosa intendesse fare con quel sacco e lui, serafico, rispose: “Ci sono quelli che portano in fabbrica la schiscetta con il pranzo, il panino o il quartino di vino? Bene. Io ho portato il fieno per dar da mangiare a tutti gli asini che stanno qui dentro. Non ci vedo niente di male, no? Sono una persona generosa, io”. Ugo in fondo era così e niente al mondo l’avrebbe cambiato, tant’é che quando andò in pensione in fabbrica avvertirono tutti, anche quelli ai quali non era mai stato simpatico, un vuoto, un’assenza che rese l’ambiente ancora più povero di quanto non fosse già diventato.

Marco Travaglini 

 

Insalata russa “insolita” e super-light

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La Ricetta della Cuoca Insolita

 

Chi è La Cuoca Insolita
La Cuoca Insolita (Elsa Panini) è nata e vive a Torino. E’ biologa, esperta in Igiene e Sicurezza Alimentare per la ristorazione, in cucina da sempre per passione. Qualche anno fa ha scoperto di avere il diabete insulino-dipendente e ha dovuto cambiare il suo modo di mangiare. Sentendo il desiderio di aiutare chi, come lei, vuole modificare qualche abitudine a tavola, ha creato un blog (www.lacuocainsolita.it) e organizza corsi di cucina. Il punto fermo è sempre questo: regalare la gioia di mangiare con gusto, anche quando si cerca qualcosa di più sano, si vuole perdere peso, tenere a bada glicemia e colesterolo alto o in caso di intolleranze o allergie alimentari.
Tante ricette sono pensate anche per i bambini (perché non sono buone solo le merende succulente delle pubblicità). Restando lontano dalle mode del momento e dagli estremismi, sceglie prodotti di stagione e ingredienti poco lavorati (a volte un po’ “insoliti”) che abbiano meno controindicazioni rispetto a quelli impiegati nella cucina tradizionale. Usa solo attrezzature normalmente a disposizione in tutte le case, per essere alla portata di tutti.

Calendario corsi di cucina ed eventi con La Cuoca Insolita alla pagina https://www.lacuocainsolita.it/consigli/corsi/

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Insalata russa “insolita” e super-light


L’insalata russa è un classico: si trova in tavola in mille occasioni ed è buonissima. Ma c’è un piccolo problema: ha un potere calorico e un contenuto di grassi micidiali. Se però non volete rinunciare, c’è un modo per prepararla con il 75% di calorie e il 95% di grassi in meno rispetto alla ricetta tradizionale. Ma come fa ad essere così buona? Anche se è senza uova né patate ed è super-light, è deliziosa. Non preoccupatevi di deludere i vostri ospiti: quando scopriranno il segreto della vostra ricetta non potranno più farne a meno!

Tempi: Preparazione (45 min); Cottura (10 min).
Attrezzatura necessaria: pentola per cottura a vapore con cestello, coltello a lama liscia e tagliere, minipimer, grattugia per scorza di limone, colino
Ingredienti per 4 persone:
Per le verdure:
⦁ Piselli surgelati – 100 g
⦁ Carote – 100 g
⦁ Topinambur (o patate) – 100 g
Per la maionese super-light:
⦁ Fagioli bianchi di Spagna – 200 g
⦁ Latte di soia o di canapa – 50 g
⦁ Succo di limone – 25 g
⦁ Scorza di ½ limone – 2,5 g
⦁ Olio e.v.o. –2 cucchiaini
⦁ Sale fino integrale di Sicilia – 6 pizzichi (1,5 g)
⦁ Curcuma in polvere – 1 punta di cucchiaino
⦁ (per chi vuole: Filetti di sgombro al naturale – 50 g)

Approfondimenti e i consigli per l’acquisto degli “ingredienti insoliti” a questo link: https://www.lacuocainsolita.it/ingredienti/

Difficoltà (da 1 a 3): 1 Costo totale: 3 €
Perché vi consiglio questa ricetta?
⦁ Il vostro medico vi ha detto di eliminare le Solanaceae (es. patate, melanzane, pomodori e peperoni) dalla dieta, ma voi ne andate pazzi? Nessun problema! Qui userete i topinambur al posto delle patate! Il risultato è sorprendente e fa bene anche a chi vuole tenere a bada la glicemia.
⦁ Se non volete usare il latte di soia, potete usare il latte di canapa: è uno dei pochi alimenti di origine vegetale che contiene tutti gli aminoacidi essenziali (quelli che il nostro organismo non sa produrre da solo) che servono per formare le proteine. In alternativa anche il latte vaccino può andare benissimo.
⦁ In una porzione da 200 g, solo 125 Kcal al posto di 535 Kcal circa della ricetta tradizionale (il 75% in meno! Si, avete letto bene…).
⦁ Pochissimi grassi: meno di un cucchiaino di olio a porzione… Il 95% in meno di grassi rispetto alla ricetta tradizionale. Ideale quindi anche per chi ha problemi con il colesterolo e a chi vuole perdere qualche chilo.

Preparazione
LE VERDURE
Pelate e tagliate le carote e i topinambour a dadini piccoli, di massimo 1 cm di lato. Cuocete a vapore le verdure separatamente. Se usate la pentola a pressione i tempi sono questi: piselli surgelati (5 min), carote (5 min), topinambur (3 min). Se avete una pentola normale il tempo è il doppio. Se usate le patate il tempo in pentola a pressione è di 2 min.
LA MAIONESE SUPER LIGHT
Spremete il limone e filtrate il succo su un colino. Grattate la scorza del limone e mescolatela al succo e a tutti gli altri ingredienti nel bicchiere del minipimer, per frullate fino ad ottenere un composto cremoso e senza pezzi.
LA PREPARAZIONE DELL’INSALATA RUSSA “INSOLITA”
Mescolate le verdure e la maionese super-light. Mettete tutto nel contenitore che sceglierete per dare la forma al vostro antipasto. Schiacciate bene, livellate e capovolgete il contenitore su un piatto di portata. Potete decorare a piacere.

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A chi è adatta questa ricetta?
Senza uova. In più, usando il latte di canapa, anche chi è allergico a soia o latte può mangiare questa insalata russa “insolita”.

 

 

 

 

 

 

 

Valori nutrizionali
Una porzione della ricetta della Cuoca Insolita a confronto con la stessa porzione della ricetta tradizionale con maionese, uova e tonno sott’olio: