LIFESTYLE

La Perla di Torino apre all’evento più magico dell’anno: “Ho fatto l’albero”

Sabato 14 e domenica 15 dicembre, La Perla di Torino riapre le porte per l’evento più magico del Natale:”Ho fatto l’albero”, un workshop rivolto a un pubblico di ogni età, durante il quale sarà possibile decorare e personalizzare un albero di Natale di cioccolato guidati dai maestri cioccolatieri dell’azienda. Un‘occasione imperdibile per realizzare un regalo speciale arricchito di dettagli unici. Il pubblico, composto da adulti e bambini, sarà accompagnato da maestri cioccolatieri nelle decorazioni di un albero di cioccolato. Sarà possibile dare libero sfogo alla fantasia personalizzando l’albero secondo i propri gusti. Un’occasione imperdibile per realizzare un dono natalizio artigianale e speciale, creato a mano e arricchito da dettagli unici. Al termine dell’attività ogni partecipante dovrà portare a casa la propria creazione  confezionata con cura da un’elegante packaging completo di nastro e fiocco. Ogni partecipante riceverà un kit che comprenderà un albero di cioccolato scelto al momento della prenotazione con variante tra cui latte, fondente, bianco, pistacchio e senza lattosio, indumenti quali camice, guanti e calzari per accedere in sicurezza al laboratorio, strumenti per la decorazione  tra cui cioccolato, pasta da zucchero e sac a poche, oltre a una confezione natalizia realizzata a mano dal team de La Perla. Il workshop si terrà presso il laboratorio dell’azienda situata in Lungodora Colletta, a Torino.

Per partecipare è necessario compilare il modulo di prenotazione sul sito www.laperladitorino.it, indicando il numero dei partecipanti, la data e l’orario desiderato. La durata dell’evento sarà di 90 minuti.

Mara Martellotta 

Da necessità a piacere

Chiunque visiti il nostro Paese, e ancor più noi che ci viviamo, non possiamo non conoscere la cucina, i cibi, le ricette e tutto ciò che contraddistingue la nostra alimentazione da quella di molti altri Paesi.

Per ammissione di molti stranieri, noi cuciniamo i cibi mentre loro si limitano a cuocerli, non riuscendo così ad attribuire al pasto quel valore aggiunto che la nostra cucina ha guadagnato in secoli di storia.

La posizione geografica, il clima, la presenza di montagne elevate e di mari pescosissimi, di fiumi e laghi, di pianure estese ed una storia multi-millenaria, fabbriche di armi e di imbarcazioni hanno contribuito a rendere l’Italia famosa in tutto il mondo per le sue prelibatezze.

Ma questo sarebbe l’aspetto puramente alimentare della cucina; noi italiani andiamo oltre: il mangiare, il cucinare, il sedersi a tavola è diventato un rito sociale, un momento che non soltanto riunisce parenti ed amici ma che stimola riflessioni, è prodromico alla redazione di un contratto, consente di raccontare le proprie vacanze attraverso ciò che di alimentare si è portato a casa.

Un carissimo amico narra che la sua compagna, finlandese, potrebbe vivere a cotoletta e patatine, eventualmente aggiungendo alla sera una minestrina (modello nudelnsuppe tedesca) senza sentire la necessità di cambiare sapori.

In effetti sembra che mentre noi viviamo per mangiare, molti altri Paesi mangino per vivere.

Ho viaggiato in Medioriente, nei Caraibi, nell’Africa sub sahariana, nel Maghreb, nei Balcani, in Turchia e posso dire che sono pochi i Paesi che si avvicinano al nostro per varietà di cibi, per modalità di cottura, per fonti (ovini, caprini, equini, molluschi, pesci d’acqua dolce e di mare, verdure e frutta di tutti i generi) e per capacità di presentazione oltre che per qualità dei vini di ogni tipo e gradazione e dei liquori e distillati.

Tralasciando festività quali Pasqua e Natale, anche la preparazione di un pasto della domenica o di una festa di compleanno è un evento conviviale che consente non soltanto di soddisfare il bisogno primario di alimentarsi, ma coinvolge i partecipanti, a vario titolo, nella riuscita dell’evento.

Dalla scelta della tovaglia e degli accessori, dalla scelta dei menù e delle bevande la socialità tra i partecipanti è un sentimento che raggiunge il suo culmine nel brindisi di inizio pasto e prosegue con la portata in tavola delle varie portate.

Ancor più se ognuno dei partecipanti porta qualcosa perché narrerà come gli sia venuta l’idea, dove abbia trovato la ricetta, dove abbia comprato le materie prime, ecc.

In ogni regione ci sono riti, tradizioni particolari tipiche di un periodo dell’anno e cibi che diventano il motivo ufficiale dell’incontro, mentre il motivo ufficioso, ben più importante, è ritrovarsi, magari dopo mesi senza vedersi.

Negli ultimi mesi, almeno a Torino e Milano, i ristoranti sono tutti prenotati, e non solo nei week end, segno che le persone dopo aver dovuto rinunciare obtorto collo ai ritrovi, alle serate a cena fuori, stanno recuperando perché la voglia e la capacità di relazionarsi è superiore a qualsiasi paura, a qualsiasi rischio sanitario.

A chi non è capitato, trovandosi da solo in prossimità del Natale o di Pasqua, di essere invitato da parenti o amici “così mangiamo insieme”.

E cosa dire dei giovani che, magari solitari e taciturni davanti allo smartphone, trovano però occasione di dialogo e cameratismo nell’intervallo di pranzo in un fast food o nella mensa universitaria?

Eventi come “Cheese”, la “Fiera del peperone”, la “Fiera del tartufo bianco” o la “Fiera del bue grasso” iniziano come una fiera di paese ma proseguono come un momento conviviale organizzato mesi prima e vissuto come un pellegrinaggio laico, in adorazione di questo o quel cibo.

Dalla trippa di Moncalieri al tartufo d’Alba, dalle olive taggiasche o coratine alle lenticchie di Castelluccio di Norcia i santuari del cibo vedono aumentare ogni anno il numero di visitatori e di eventi.

Le trasmissioni di cucina in TV, moltiplicatesi negli anni, sono la dimostrazione mediatica di quale e quanto sia l’interesse per il cibo.

Non dimentichiamo, però, che gli eccessi possono nuocere gravemente alla salute e che una festa è bella quando la si vive ogni tanto e non diventa una abitudine perpetua.

Soprattutto ricordate: non guidate se dovete bere.

Sergio Motta

Nelle gallerie di Mondojuve Shopping Village la terza fiera del disco

Sabato 23 e domenica 24 novembre, dalle 9 alle 20.30, Ernyaldisco presenta nelle gallerie di Mondojuve Shopping Village la terza fiera del disco. Un appuntamento con ingresso gratuito dove appassionati e collezionisti potranno tuffarsi tra CD, dischi, vinili, nuovi, usati e da collezione.

La Fiera sarà un vero e proprio paradiso per i collezionisti e nostalgici del suono analogico, proponendo una vasta selezione di dischi in vinile a 33 e 45 giri, MIX e CD, sia nuovi, sia usati, fino ad arrivare a pezzi da collezione. Gli appassionati potranno immergersi in un universo musicale che spazia dal rock al jazz, dal punk alla musica classica, dal soul ai cantautori italiani, passando per generi come i metal, la psichedelica, il funky e molto altro. Durante l’evento i visitatori avranno l’opportunità di acquistare, vendere, scambiare i propri dischi, avvalendosi della competenza degli espositori presenti. Sarà un’occasione unica per incontrare altri appassionati, condividere storie, consigli e momenti di pura passione musicale, entrando a far parte di una vera e propria community.

 

Mara Martellotta

“Foto Modelli dell’anno” parata di stelle a Borgaro

Una parata di stelle del mondo dello spettacolo sarà protagonista venerdì 22 e sabato 23 novembre in occasione della fase finale del concorso Foto Modelli del’Anno by Paolo Formia al Teatro Atlantic presso il B&B Hotel di Borgaro Torinese, concorso che vedrà la sua finalissima domenica 24 negli Studi di Canale Italia e Rubano (Padova)

‘Antipasto’ del ricco parterre di stelle sarà venerdì 22 con la serata dedicata altalento condotta da Jacques Avella, noto autore di programmi televisivi (ha lavorato tra gli altri con Paolo Limiti) che sarà affiancato da Denise Piretto, canavesana- Special guest saranno il notissimo Antonio Razzi, l’attore Stefano Sala, Joss Procino, astrologo e giornalista, il cantante Sario e attore e artista Davide cantore.

Sabato 23, invece, in una serata ad inviti ci sarà la semifinale nazionale del concorso Foto Modelli dell’anno nato da un’idea del dinamico del canavesano Paolo Formia organizzatore ed autore televisivo di lungo corso con ripetute collaborazioni con Rai e Mediaset. Gli ospiti sono tutti di alto livello a partire da Gabriel Garko attore e modello (‘Il bello delle donne’, ‘L’Onore e il Rispetto’,  solo per citare alcune delle fiction che l’hanno visto protagonista), la cantante Orietta Berti uno dei volti più noti della televisione italiana, vincitrice di 6 dischi d’oro, 7 di platino e 2 d’argento, oltre che giudice fisso di Io Canto Generation, notissimo ed amatissimo ballerino, coreografo ed insegnante, Federico Moccia, regista e sceneggiatore figlio d’arte (è figlio di Giuseppe che con lo pseudonimo di Pipolo firmò insieme a Castellano moltissimo programmi di successo) e regista della Master Class con i partecipanti al concorso,  Antonio Razzi nel ruolo di presidente di giuria, Elena Russo attrice di cinema e madrina della manifestazione e poi ancora il cantautore Pierdavide Carone (sue le bellissime ‘Di Notte’ e ‘Nanì’) che recentemente ha presentato il suo ultimo album, Stefano Sala, Gianluca Mach, Joss Procino, il Mago Heldin che si è esibito davanti al Papa, Davide Cantore, Sario, Tomas Fierro.

La serata sarà condotta da Jacques Avella e dalla bellissima Giulia Moon, con Paolo Formia.

La finalissima nazionale invece si terrà domenica 24 novembre negli studi televisivi di Canale Italia a Rubano in Provincia di Padova e verrà condotta da Adriana Volpe e Jacques Avella con la partecipazione di Raimondo Todaro, ballerino notissimo per la sue partecipazioni a Ballando con le Stelle, Garrson Federico Moccia, Pierdavide Carone, Elena Russo, Gianluca Mech, Antonio Razzi, Joss Procino, Mago Heldin, Davide Cantore, Tomas Fierro Sario.

MASSIMO IARETTI

La colazione fuori è il nuovo “aperitivo”? Un trend sempre più amato

 

Fare colazione fuori sta rapidamente diventando una delle attività più amate, non solo per iniziare la giornata, ma anche come vero e proprio rito sociale. 

Un momento di pausa che sta conquistando sempre più persone, spingendo molti torinesi a scoprire nuovi locali o a tornare nelle caffetterie di fiducia per concedersi un piacere semplice ma gratificante. 

Ma cosa c’è dietro questo nuovo trend che sta spopolando anche nel capoluogo piemontese?

Il risveglio sociale

Fino a qualche anno fa, la colazione fuori era sinonimo di una rapida bevanda presa al volo, magari al bancone di un bar, per poi proseguire con il ritmo frenetico della giornata. Oggi, però, questo concetto è stato completamente ridefinito. 

Fare colazione fuori è diventato un vero e proprio appuntamento conviviale, un momento in cui prendersi una pausa dai ritmi serrati della settimana lavorativa. 

Nel fine settimana, in particolare, sta sostituendo altre tradizioni sociali, come l’aperitivo o la cena. Si tratta di un’occasione per ritagliarsi uno spazio tutto per sé, per fermarsi a riflettere, per godersi una chiacchierata con amici o familiari, magari assaporando una brioche appena sfornata accompagnata da una calda tazza di caffè o tè.

Questo fenomeno non riguarda solo le grandi città, ma anche Torino, che sta vivendo una vera e propria esplosione di locali specializzati nella colazione. 

Ogni angolo della città offre opzioni diverse: dai bar storici con le loro tradizioni, ai caffè gourmet che puntano su lievitati e bevande ricercate, fino ai nuovi locali più moderni che propongono alternative healthy e alternative vegane. In ogni caso, la colazione è diventata un’occasione da vivere e da condividere.

Un momento di relax e gusto a prezzi accessibili

Uno dei motivi per cui la colazione fuori sta prendendo piede è senza dubbio il vantaggio economico che comporta rispetto ad altri pasti. 

Se pranzi e cene tendono ad avere prezzi più elevati, la colazione è un’opzione più accessibile, ma non per questo meno gustosa. 

Molti locali offrono proposte di qualità, come croissant artigianali, yogurt freschi con frutta e muesli, e altre prelibatezze, a un prezzo contenuto. Questo permette alle persone di concedersi un piccolo lusso quotidiano senza incidere troppo sul budget.

Inoltre, la colazione fuori offre un’alternativa piacevole e rilassante alla routine, creando un’occasione perfetta per socializzare. Torino, con i suoi numerosi caffè e pasticcerie, è diventata una vera e propria meta per chi ama iniziare la giornata con calma, senza rinunciare al buon cibo. Il rito della colazione, quindi, non è più solo un bisogno, ma un vero e proprio momento di piacere.

Brinner: La tendenza che stiamo vivendo

Accanto al fenomeno della colazione fuori, un altro trend che sta crescendo a Torino e in altre città italiane è quello del “brinner”, ovvero la colazione a cena. Il brinner è una vera e propria moda gastronomica che unisce la colazione alla cena, unendo i comfort food tipici del primo pasto della giornata con piatti più sostanziosi. 

Uova strapazzate, pancakes, bagel, toast e dolci tipici delle colazioni più classiche diventano i protagonisti anche della cena, creando nuove occasioni di convivialità.

Questo trend, che sta spopolando nelle metropoli, è una delle espressioni del desiderio di sperimentazione, di ritrovare il piacere dei cibi comfort, ma anche di ridurre la rigidità nelle abitudini alimentari. Torino, città storica con una forte tradizione culinaria, sta vivendo questo fenomeno con entusiasmo, facendo diventare il “brinner” un appuntamento sempre più gettonato, che unisce la convivialità alla scoperta di nuovi sapori e tendenze.

La colazione è il nuovo aperitivo? Sicuramente un’ esperienza che conquista Torino

La colazione fuori sta diventando una tradizione a Torino, un appuntamento da non perdere per chi cerca un angolo di relax prima di affrontare la frenesia quotidiana. 

Questo trend non solo offre un’alternativa gustosa e conveniente, ma rappresenta anche un momento di socializzazione e scoperta gastronomica, che spinge sempre più persone ad esplorare nuovi locali ea fare della colazione un’esperienza da vivere e condividere.

Che si tratti di un caffè caldo con un cornetto fresco o di una colazione a base di piatti innovativi, Torino è pronta a continuare a questo rito quotidiano che ha conquistato anche i torinesi più esigenti.

CRISTINA TAVERNITI

Le zucchine in carpione, gustosa tradizione

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Le zucchine, quelle verdi chiare, tenere e dolci, ricche di acqua e vitamine ideali per reintegrare i sali minerali

 

Le ricette devono essere veloci, facili da preparare, leggere ma allo stesso tempo saporite. E le zucchine, quelle verdi chiare, tenere e dolci, ricche di acqua e vitamine sono  ideali per reintegrare i sali minerali persi con la sudorazione, molto gradevoli nel gusto e versatili nelle diverse preparazioni. Un modo goloso per cucinarle e’ con una gustosissima marinatura.

Ingredienti:

 

1 kg.di zucchinette

1 cipolla bianca

2 spicchi di aglio

1 rametto di salvia

6 foglie di basilico

origano fresco

½ bicchiere di aceto di mele

½ bicchiere di olio evo

sale q.b.

Lavare le zucchine, spuntarle e tagliarle a tronchetti. In una larga padella soffriggere la cipolla e l’aglio affettati, aggiungere le zucchine e rosolare mescolando ripetutamente a fuoco vivace per 10 minuti, aggiungere gli aromi, salare e sfumare con l’aceto, proseguire la cottura per altri 2 minuti. Lasciar marinare in frigo per almeno un giorno. Servire freddo. Croccanti e gustose.

Paperita Patty

Il risotto verde con crema di mandorle della Cuoca Insolita!

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Rubrica a cura de La Cuoca Insolita

Dedicato a chi pensa che fare un buon risotto sia difficile, a chi lo ama ma pensa che sia un piatto troppo calorico, a chi non se lo concede perché ha qualche problema con burro e parmigiano. Questa è una ricetta facilissima e veloce, che richiede solo cinque minuti di cottura: un risotto delicato e cremoso, con una verdura invernale, i broccoli. E c’è un trucco anche per non avere mai il riso scotto.

Tempi: Preparazione (10 min); Cottura (5 minuti). Per cottura riso leggere sulla confezione (circa 1 h)
Attrezzatura necessaria: Pentola da 2 L con coperchio, colino, tegame da 24 cm, minipimer con il suo bicchiere per frullare, cucchiaio di legno, tagliere e coltello a lama liscia
Ingredienti per 4 persone:

Per cuocere il riso:

·       Riso integrale cotto – 750 g (si ottengono da circa 300 g)

·       Acqua – circa 750 ml

·       Alga kombu – 3 cm

·       Sale grosso integrale – 1,5 cucchiaini

Per il risotto:

·       Broccoli – 250 g

·       Fagioli cannellini in scatola – 180 g

·       Acqua – 500 ml

·       Olio e.v.o. – 5 cucchiai

·       Sale fino integrale di Sicilia – 2 cucchiaini scarsi

·       Cipolla – 1 grande

·       Fecola di patate – 15 g (1 cucchiaio non pieno)

·       Crema di mandorle bianca – 50 g

Per la decorazione del piatto:

·       Noce moscata

Mandorle – 4 a testa (30 g circa in totale)

Difficoltà (da 1 a 3): 1 Costo totale: 4 €/kg)
Perché vi consiglio questa ricetta?

·       Valori nutrizionali: rispetto alla ricetta tradizionale preparata con burro e parmigiano, questo risotto ha -30% di calorie e -80% di grassi saturi.

·       Il riso integrale ha proprietà dimagranti e non fa alzare velocemente la glicemia perché è ricco di fibre.

·       80% di grassi saturi in meno rispetto ad un risotto fatto con il burro

·       Una porzione di questo risotto assicura quasi un quarto delle fibre raccomandate giornalmente.

  • Le mandorle sono ricche di Vitamina E, calcio (a parità di peso c’è più calcio nelle mandorle che nella mozzarella di bufala o nella ricotta di pecora) e acidi grassi del gruppo Omega 3.

 

Approfondimenti e i consigli per l’acquisto degli “ingredienti insoliti” a questo link).

In caso di allergie…

Allergeni presenti: Frutta a guscio (mandorle)

Come preparare il risotto verde con crema di mandorle

I TRUCCHI PER VELOCIZZARE IL LAVORO

Potete cuocere il riso anche qualche giorno prima e conservarlo in frigorifero fino a 5 giorni. Consiglio anche di tenere in frigorifero anche qualche cipolla già sbucciata e in parte a cubetti (in contenitori ben chiusi). Le potrete usare nella settimana più velocemente, sporcandovi le mani e piangendo una volta sola! Se decidete di scolare i fagioli prima, non fatelo più di 24-48 h prima.

Tenete sempre nella dispensa qualche mandorla già a pezzetti (potrà servirvi per tante ricette diverse).

FASE 1: LA COTTURA DEL RISO

Mettete in ammollo l’alga kombu per 5 minuti in poca acqua. Sciacquatela e mettetela nella pentola con il riso (che avrete nel frattempo sciacquato sotto l’acqua corrente, con l’aiuto di un colino) e il sale grosso. Aggiungete l’acqua nella pentola (in genere il doppio di acqua rispetto al volume del riso) e cuocete, coperto e a fuoco molto basso, per il tempo indicato in etichetta (potrebbe essere anche di 1 h). Lasciate riposare in pentola, chiuso, per circa 40 minuti, in modo che l’acqua eventualmente rimasta sul fondo finisca di essere assorbita dal riso. Se non vi ricordate come cuocere i cereali, andate a vedere anche la ricetta del miglio stufato sul blog.

FASE 2: IL RISOTTO IN MENO DI 10 MINUTI

Scolate i fagioli cannellini e risciacquateli sotto l’acqua corrente. Poneteli nel bicchiere del mixer insieme ai broccoli crudi tagliati a pezzetti, l’acqua, l’olio e il sale e frullate fino ad ottenere una crema liquida. Per soffriggere la cipolla, tagliatela a cubetti e versateli nel tegame dove avete già fatto scaldare bene un poco di olio a fuoco vivo. Dopo un paio di minuti di cottura, versate 2 cucchiai di acqua e fatela evaporare velocemente (servirà per rendere più digeribile il soffritto). Ora aggiungete la crema liquida di broccoli, mescolate e lasciate insaporire a fuoco medio per 3 minuti. Unite il riso integrale cotto e amalgamate con la crema, mantenendo il calore moderato. In una tazzina sciogliete la fecola di patate con un dito d’acqua fredda e poi versate nel tegame del risotto. Mescolate subito: in meno di un minuto il risotto sarà diventato cremoso. Spegnete e aggiungete la crema di mandorle, che andrà a creare la mantecatura che di solito si ottiene con il burro. Tenete coperto per un paio di minuti e poi girate.

FASE 3: IL PIATTO FINALE

Versate nel piatto (meglio piano) e distribuite il risotto inclinando leggermente e dando dei colpetti. Spolverate generosamente con la noce moscata e qualche pezzetto di mandorla.

CONSERVAZIONE

Riso integrale cotto: in frigorifero fino a 5 giorni

Il risotto pronto si può conservare in frigorifero una volta pronto, ma quando verrà riscaldato (meglio se in microonde) potrà risultare un po’ scotto. Potete comunque ravvivarlo aggiungendo un po’ di brodo.

Cani e bambini: emozioni in parallelo tra mondo animale e umano

Torino tra le righe

 
 
Questa settimana vi porto alla scoperta di Cani e bambini – Storie di emozioni incomprese, un libro che unisce sensibilità e competenze di due autori torinesi: Diego Rendini, medico veterinario specializzato in comportamento animale, e Silvia Spinelli, psicologa dello sviluppo e psicoterapeuta.
Diego Rendini, dopo aver conseguito la laurea in Medicina Veterinaria, si è specializzato nella Medicina Comportamentale del Cane e del Gatto. Da anni lavora per aiutare i proprietari a comprendere meglio i loro animali, migliorando il rapporto tra esseri umani e amici a quattro zampe. Silvia Spinelli, dal canto suo, è una psicoterapeuta certificata e formatrice, esperta nel supporto ai genitori attraverso metodi innovativi come il Circle of Security Parenting® e il Metodo Feuerstein®.
In questo libro entrambi condividono una missione: costruire ponti di comprensione tra il mondo umano e quello animale.
Cani e Bambini – storie di emozioni incomprese si apre con il racconto autobiografico di Diego, che narra il suo amore per gli animali, nato nell’infanzia e trasformatosi successivamente in una carriera come veterinario comportamentalista. Seguono sei storie avvincenti che esplorano il legame tra cani e bambini, mostrando come le difficoltà emotive vissute da entrambi siano spesso simili. Silvia interviene con la sua esperienza per offrire una prospettiva psicologica, arricchendo le narrazioni con spunti utili per i genitori.
Gli autori utilizzano un linguaggio chiaro e accessibile, rivolgendosi ai bambini attraverso racconti appassionanti e agli adulti con commenti tecnici che forniscono strumenti per comprendere meglio le emozioni e i comportamenti dei propri figli e dei propri animali domestici.
Un elemento distintivo del libro sono le illustrazioni a colori di Valentina Cavallo, che trasformano la lettura in un’esperienza coinvolgente sia dal punto di vista visivo sia emotivo. Le immagini, vivaci e curate, avvicinano i piccoli lettori alla narrazione, rendendo ogni pagina un invito alla scoperta.
Cani e bambini – Storie di emozioni incomprese non è solo un manuale educativo, ma anche un’opportunità per creare momenti speciali di condivisione tra genitori e figli. Consigliato a chiunque voglia approfondire il rapporto con il proprio cane, il libro offre chiavi di lettura preziose per vivere con maggiore consapevolezza il doppio ruolo di genitore e proprietario di un animale.
Un libro da leggere, amare e tenere sempre a portata di mano.
Marzia Estini