LIFESTYLE

Elvio e Aida, “Fred e Ginger” di periferia

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Elvio e Aida condividevano una tal passione per il ballo tanto da esser protagonisti in tutte le feste che prevedevano musiche e danze. Lui, impeccabile nel suo abito scuro, con la camicia candida dal colletto inamidato e l’immancabile cravattino nero, era pronto a condurre la sua partner nel vortice del ballo. Lei, orgogliosa del nome impostole dal padre Augusto, melomane che adorava Verdi, portava con leggiadria e innata eleganza anche gli abiti più semplici e nello sguardo gli brillava una luce intensa, colma di passione. Non v’era danza o ritmo che li trovasse impreparati al punto da dover rinunciare a quel travolgente amore che li portava a misurarsi ogni volta con i più audaci passi del loro vastissimo repertorio. Dal liscio romagnolo da balera ai valzer viennesi, dalle veloci polke al sensuale tango argentino, dai ritmi sudamericani di samba e cha cha cha all’americanissimo foxtrot: nulla era precluso alla formidabile coppia. E pur scarseggiando l’abilità in pista non mancava loro il coraggio e la voglia d’essere protagonisti.

 

Non importava quale festa frequentassero, da quelle de L’Unità, dell’Avanti o dell’Amicizia alle sagre paesane del coregone o della cipolla ripiena, dagli appuntamenti delle Pro loco a quelli degli Alpini o ai festeggiamenti in piazza del Santo patrono. Ogni qualvolta vi fosse un orchestra, della musica e una pista da ballo, l’immancabile duo non esitava ad esibirsi in volteggi, passi veloci che s’incrociavano e sguardi assassini che tradivano un sentimento che raramente lasciava indifferenti coloro che li guardavano ballare. Ogni volta Elvio e Aida pensavano che il pubblico li stesse ammirando con qualche punta d’invidia. E pensavano che gli incitamenti e quell’averli paragonati a Ginger e Fred da quelli che li salutavano da bordo pista, fosse un giusto seppure un tantino esagerato riconoscimento alla loro bravura. Non osavano pensare che la somiglianza con la Rogers e  con Astaire riguardasse l’aspetto fisico. Ginger era bionda, bella e snella mentre Aida era bruna, piuttosto robusta e dotata di un naso importante. Elvio pareva un parente stretto dei pali del telegrafo da tanto era magro e allampanato. Per di più era quasi completamente calvo e solo un piccolo e solitario ciuffo di peluria rossiccia spuntava sulla parte posteriore della nuca. Dire che fossero belli era ben più che un azzardo ma erano più che certi che agli occhi del pubblico,  vedendoli ballare, ogni difetto spariva, cancellato dal fascino e dal portamento naturale dei due ballerini che si credevano baciati da Tersicore, la musa della danza nella mitologia greca. Per tanto tempo si esibirono  così, disinvolti e spensierati, incuranti del passar degli anni e degli acciacchi. Non c’era sciatica o artrite che potesse tenerli lontani da ritmi lenti o sincopati. Elvio trascinava nel ballo le sue lunghe gambe, calzando lucide e nere scarpe dalla suola antiscivolo. Aida, abbandonate definitivamente le décolleté con il tacco a causa dei calli e della difficile stabilità, aveva optato per delle Superga bianche, impreziosite da luccicanti brillantini. Che cos’è la bellezza se non una delicata espressione del meglio che possa inquadrare uno sguardo, della leggera ebbrezza che regala un gesto di così rara raffinatezza come può esserlo un volteggio, un caschè, un passo doppio perfettamente eseguito? La loro impressione era che il pubblico li ammirasse, sostenendo con affetto le loro evoluzioni. A parere di Elvio non occorreva essere esperti per intuire un segno d’eleganza in quelle loro movenze dove al notevole gesto atletico si accompagnava l’armonia lieve del talento. In fondo bastava crederci e loro, nel più profondo del cuore, ci credevano eccome. Cosa importava se quella che per i due funamboli del ritmo equivaleva ad una straordinaria prova di classe, al pubblico che frequentava feste e balere pareva più un insieme di impacciati tentativi di giri di danza, poco disinvolti e alquanto malfermi e vacillanti ? Nessuno osò mai avanzare una critica, una seppur minima osservazione, un timido e velato consiglio. Per tutti bastava quel binomio – Elvio e Aida – per perdonare tutto. Il senso della gioia del ballo della coppia faceva sognare anche chi non aveva dimestichezza con danze e melodie. Ma il tempo, com’è noto, è tiranno e così i nostri Ginger e Fred sono diventati troppo anziani per cimentarsi sulle piste delle balere. Ma non rinunciano a frequentare i luoghi che conobbero i loro successi e anche la sola presenza è ricompensata da un caldo applauso. Non è più quello caldo e generoso che sottolineava le loro prestazioni e che la coppia salutava con un inchino e un sorriso, ringraziando gli astanti. E’ diverso, quasi un omaggio alla carriera. L’intensità è sempre quella di un tempo, soprattutto da parte di coloro che hanno i volti incorniciati da argentee o bianche ciocche di capelli. Nei loro sguardi si legge una punta di nostalgia che, ben motivata, non guasta. Elvio e Aida, sorreggendosi uno con l’altra, ringraziano con un cenno delle mani e l’abbozzo di un inchino. Il tempo nella clessidra scorre senza guardare in faccia nessuno ma per i due danzatori ha deciso di fare uno sconto, salvando le loro gesta dall’oblio. E da critiche e rimproveri che comunque non si sarebbero meritati nemmeno ai tempi dei loro “anni ruggenti”.

 

Marco Travaglini

“Gioca, gusta, senti” divertendosi con il tema thriller e investigativo

Una serata al fresco del giardino di “Casa Lajolo” a Piossasco,

Venerdì 11 luglio, ore 20,30

Piossasco (Torino)

Nel cuore della Val Sangone, a pochi chilometri da Torino, perché non fare una puntata a Piossasco, per una serata un po’ particolare, al fresco e nel contesto unico ed originale del “Giardino all’italiana” di una delle più suggestive dimore storiche torinesi? Per fare che? Ma per “giocare”, perbacco! L’invito viene dalla locale “Associazione Perludo”, da anni impegnata nella diffusione della “cultura” (quella lecita, ovviamente) del gioco “come strumento di svago ed aggregazione sociale”. La location? Nientemeno che la “Casa Lajolo”, residenza nobiliare di campagna di metà Settecento, ereditata nell’Ottocento dai Conti Lajolo di Cossano (antica famiglia di origine astigiana, tuttora proprietaria) dalla Famiglia Ambrosio Conti di Chialamberto, che raccolse un cospicuo patrimonio terriero di cui Piossasco costituiva il centro amministrativo e la residenza estiva, vicina alla corte sabauda di Stupinigi. Ebbene, proprio “Casa Lajolo” aprirà le sue porte venerdì 11 lugliodalle 20,30, per una serata all’insegna del divertimento e del mistero dal titolo curioso ed allettante di “Gioca, gusta, senti”. L’ingresso è libero, con la possibilità di offerta a piacere.

Il Giardino storico farà da scenario ad avvincenti “giochi di ruolo” e “sfide investigative”, offrendo un modo completamente nuovo, coinvolgente e originale di vivere questa dimora alle porte di Torino. “I partecipanti avranno l’opportunità – promettono gli organizzatori – di godere del verde e della bellezza del luogo, mettendo alla prova le proprie abilità di deduzione e strategia, avvolti dalla frescura e dalla bellezza del Giardino in una sera d’estate”.

La serata prevede l’allestimento di tre tavoli dedicati a giochi di ruolo a “tema thriller” e tre tavoli per giochi da tavolo a “tema investigativo”: un’esperienza adatta a tutti, esperti investigatori o aspiranti detective. Maigret scafati e Magrait in rodaggio, tutti saranno ben accetti.

Il ritrovo è per le 20,30 per la formazione dei tavoli da gioco, con inizio delle partite dalle 21: per partecipare, è necessario prenotarsi su: www.casalajolo.it/prenota/ . A guidare i partecipanti, ci saranno “master esperti” per i “giochi di ruolo” e “facilitatori” per i “giochi da tavolo”, pronti a fornire risposte, rispondere a domande e accompagnare ogni giocatore attraverso le sfide proposte.

Ma i giochi non finiranno nel tempo di una sola serata: dopo “Gioca, gusta, senti”, seguirà infatti venerdì 18 luglio “Gusta” , un viaggio nel mondo del “Vermouth” con Fulvio Piccinino, “ambasciatore del Vermouth” di Torino e autore del celebre libro “Il Vermouth di Torino. Storia e produzione del vino aromatizzato più famoso del mondo “ e domenica 27 luglio domenica 28 settembre “ Senti “, passeggiata sensoriale volta ad offrire un “modo nuovo e profondo” di esplorare il Giardino di “Casa Lajolo”.

Per info: “Associazione Perludo”, via Boccaccio 2, Piossasco (Torino); www.instagram.com/perludo/

g.m.

Nelle foto: “Giochi Perludo”

A settembre torna Cheese

Presentata nel Grattacielo Piemonte la 15edizione di Cheese, il più grande evento internazionale dedicato ai formaggi a latte crudo che si terrà dal 19 al 22 settembre a Bra.

Organizzato da Slow Food e Città di Bra con il supporto della Regione Piemonte, la rassegna riaccende i riflettori su un sistema produttivo unico per il suo valore ambientale, sociale, culturale ed economico.

Un evento che per la Regione rappresenta un importante momento di promozione del territorio e della sua filiera agroalimentare.

Novità di quest’anno è l’attenzione che viene dedicata al mondo intorno al formaggio a latte crudo, con uno sguardo rivolto al futuro della montagna e delle aree interne.

“Cheese – ha sostenuto in videocollegamento il presidente Alberto Cirio – è la miglior realizzazione di come si può fare cultura, educazione, rispetto del cibo e dell’ambiente associato alla promozione turistica, mettendo insieme produzioni qualità, discussioni serie su temi importanti e divertimento”.

“Stiamo strutturando la nostra presenza con la partecipazione dei consorzi e dei Distretti del cibo, in quanto sarà un momento per presentare l’offerta turistica ed enogastronomica piemontese nella sua interezza, in quanto Cheese è il migliore esempio di promozione dell’eccellenza agricola e del turismo enogastronomico”, ha aggiunto l’assessore all’Agricoltura e Turismo Paolo Bongioanni.

La direttrice generale di Slow Food Italia Serena Milano ha rilevato che “i formaggi sono l’emblema della biodiversità. Ma i formaggi a latte crudo artigianali rischiano di scomparire: ci sono moltissime aziende, soprattutto piccole, che chiudono perché non reggono i costi, la burocrazia, la scomodità di vivere in aree senza servizi essenziali. E i pastori sono sempre più anziani”.

 

Il Bikini, l’invenzione audace che segnò un’epoca

LUIS REARD FU ARTEFICE DI UN FATTO SOCIALE RIVOLUZIONARIO.

Oggi per ognuna di noi, almeno nella parte occidentale del mondo, e’ consuetudine entrare in un negozio ed acquistare un bikini; ne esistono di diverse fogge che consentono di mostrare il corpo secondo i propri gusti e le proprie abitudini e soprattutto senza dover essere giudicate.

Una volta non era cosi’ semplice e accettato e senza tornare indietro nel lontano 1800, periodo in cui le signore andavano in spiaggia con vestiti e ombrellino, e’ noto che nei primi anni del ‘900 si potevano scoprire solo polpacci e braccia e che solo dal 1920, con l’avvento della moda dell’abbronzatura, si inizio’ a svestire le spalle e parte delle gambe, ma l’ombelico no, restava tabu’! Le norme che regolavano l’abbigliamento femminile in spiaggia, e non solo, erano parte di un “pacchetto” sociale e morale che prevedeva una sorta di sorveglianza per cui una donna doveva risultare sobria e riservata; anche la religione, soprattutto quelle cattolica e protestante, ebbero un importante ruolo considerato che condannavano la nudita’ del corpo, anche parziale. Inoltre diverse classe sociali storiche davano sostegno a questa sorta di precetto, soprattutto la buona borghesia che teneva molto alla buona educazione e alla “serieta’”; la pena per eventuali trasgressioni era una sostanziosa gogna sociale.

Il 5 luglio del 1946 avvenne’ il miracolo, un avvenimento liberatorio, sia per tutte quelle donne che in spiaggia in passato avevano patito il caldo, la pesantezza dei tessuti, la pressione della comunita’ senza possibilita’ di appello, ma soprattutto in favore di quelle che non avrebbero piu’ dovuto sopportare questo supplizio: Luis Reard invento’ il bikini, il due pezzi che scopriva quasi tutto il corpo interrompendo anni di censura e di costrizione.

Ma perche’ si chiama proprio bikini? Ecco la spiegazione: l’inventore, non uno stilista, ma incredibilmente un ingegnere meccanico, prese il nome dall’atollo di Bikini nelle Isole Marshall, dove pochi giorni prima erano stati condotti esperimenti dagli USA, per suggerire che il nuovo costume sarebbe stato una “bomba culturale”. Ed effettivamente lo fu.

In un primo momento il nuovo e “indecente” costume da bagno fu demonizzato dalla Chiesa e negli Stati Uniti ne fu vietata perfino la vendita. Ma come ogni cosa che viene vietata, o che diventa tema di dibattito pubblico, e grazie alla sfida audace di diverse attrici, per esempio Brigitte Bardot e Marilyn Monroe, che decisero di indossarlo, il bikini divenne un oggetto di desiderio, le donne lo volevano. Negli anni ’60 e ’70, periodo che vedeva il crescere del femminismo e della rivoluzione sessuale, il due pezzi si trasformo’ in un simbolo di liberta’. Indossarlo non era solo un gesto di seduzione, ma di autodeterminazione e di espressione individuale. Reard creo’ non solo un costume da bagno comodo e piu’ adatto alla spiaggia, ma una vera icona del cambiamento sociale e dell’emancipazione femminile. Fu una azione coraggiosa, da molti considerata scandalosa, ma alla fine divento’ “normale”, legittimo e simbolo di una trasformazione di cui oggi le donne devono andare fiere.

Non serve una morale, ma e’ necessario ricordare che i diritti acquisiti sono frutto di anni di dibattiti, di battaglie, di coraggio e di fermezza. Tante donne hanno lottato per la liberta’, moltissime sono scese in piazza per manifestare a favore di diritti importanti che non potranno essere mai e poi mai messi in discussione.

MARIA LA BARBERA

Penne saporite in salsa di zucchine

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Un piatto leggero, semplice, delicato ma al contempo saporito

Un primo piatto perfetto, leggero, semplice, delicato ma al contempo saporito, dal color verde acceso che sara’ una gioia per occhi e palato di tutti i commensali.

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Ingredienti per 4 persone:

360 g di pasta corta tipo penne
400 g di zucchine chiare
50 g di parmigiano grattugiato
100 g di pancetta affumicata a cubetti
1/2 spicchio d’aglio
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1cucchiaino di menta fresca tritata
1 cucchiaino di basilico fresco tritato
Olio evo q.b.
Sale, pepe
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Tagliare le zucchine a meta’, scavare leggermente per eliminare un poco di polpa, lessare in acqua salata mantenendole al dente. Scolare, conservare l’acqua di cottura e lasciar  raffreddare. In una larga padella soffriggere con un poco di olio i cubetti di pancetta. Frullare le zucchine con il parmigiano, l’aglio, il prezzemolo ed il basilico tritati, il pepe e l’olio, aggiustare di sale. Cuocere la pasta nell’acqua di cottura delle zucchine, scolare e saltare in padella con la salsa di zucchine.

Paperita Patty

 

Sapore d’estate: bicchierini di anguria e yogurt

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La ricetta di Borello Supermercati

L’anguria è la regina dell’estate: dolce, fresca, dissetante… semplicemente irresistibile!

Hai mai provato i bicchierini anguria e yogurt?
Una ricetta facilissima, leggera e super golosa: perfetta per le giornate calde!

Scopri la ricetta completa e preparali anche tu: freschezza assicurata!

Birra, 10 anni di bolle a Biella

10 anni, 100 eventi ,23 birrifici artigianali, 20 concerti dal vivo,136.000 spettatori lo scorso anno, 3 piazze. A Biella dal 25 agosto al 1 settembre.
Non sono solo numeri, dietro a sogni, progetti, lungimiranza, dedizione e tanto lavoro di squadra ,usando un prodotto artigianale da valorizzare si attira l’attenzione di tanta gente con lo scopo di far scoprire non il solo prodotto, ma l’intera filiera e il mondo che gira attorno alla birra.
Mettendo al centro l’ essere umano e concedere una pausa dal quotidiano frenetico.
Questo lo scopo dei fondatori di Bolle di malto che hanno illustrato al 41 esimo piano del grattacielo Piemonte il programma con molte novità per la 10 edizione del 2025.
Aumentano le collaborazioni, oltre alle istituzioni Regione Piemonte, Provincia e Comune  di Biella l’intero territorio piemontese convoglierà a Biella per celebrare la Birra.
Il  primo salone nazionale della Birra culminerà in un convegno sui salumi del Re (curato da Gambero Rosso) dove saranno presentati abbinamenti birra/ salame.
Arena Bolle ospiterà la quarta edizione degli Stati Generali della Birra patrocinato da MIMIT e MASAF e vedrà il debutto della prima edizione di Parole di Birra un format narrativo dove illustri imprenditori si raccontano.
Non mancherà il trekking con degustazioni ad alta quota e altre innumerevoli iniziative. L’appuntamento è a fine estate dal 25 agosto al 1 settembre nel cuore di Biella che diventerà la capitale della Birra.

GABRIELLA DAGHERO