LIFESTYLE

Il potere della gratitudine nelle relazioni affettive / 2

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Dimostrando gratitudine nelle relazioni affettive possiamo costruire fiducia reciproca e amore duraturo. Ci si sente compresi e stimati, e ciò è motivo di spinta per entrambi a impegnarsi maggiormente nella relazione. Praticando la gratitudine possiamo migliorare significativamente le relazioni intime, poiché prenderemo più volentieri e facilmente decisioni condivise.

Daremo maggiore attenzione alle necessità dell’altro ed eviteremo litigi ed incomprensioni che altrimenti, a gioco lungo, potrebbero compromettere il rapporto sentimentale. Naturalmente stiamo qui parlando di una relazione sana ed equilibrata, nella quale entrambi i componenti sono attenti a costruire un rapporto di stima e di amore vero.

Ma come possiamo concretamente esprimere la nostra gratitudine nei confronti del partner quando esistono questi presupposti? Intanto vivendo occasioni nelle quali abbiamo cura di dire le cose che apprezziamo nella nostra relazione e nella persona con cui la viviamo. A volte anche piccoli gesti sono estremamente significativi per esprimere il nostro apprezzamento.

Non diamo nulla per scontato nella relazione di coppia, non svalutiamola, non maturiamo eccessive aspettative, e viviamo con gioia la nostra gratitudine. Queste dinamiche positive sono molto presenti nella fase dell’innamoramento, durante la quale in genere tutto sembra più bello e luminoso, permeato dall’entusiasmo generato da un prorompente sentimento.

Quando la relazione si consolida e si stabilizza, questa è la fase in cui, invece, se non si instaura una forte componente di reciproca gratitudine, i sentimenti e le sensazioni negative possono prendere il sopravvento… Ma se riusciamo a percepire dentro di noi la gratitudine verso l’altro componente della coppia, allora dobbiamo esternarla, manifestarla.

I modi per esprimere gratitudine al nostro partner sono molteplici, come accennato in precedenza, ma qualunque sia la modalità attraverso la quale decidiamo di esprimerla, ricordiamoci sempre di trasmettere al nostro partner quanto apprezziamo sia qualcosa di lui/lei e sia la nostra relazione stessa. Diciamoglielo, dimostriamoglielo apertamente.

(Fine della seconda parte dell’argomento).

Potete trovare questi e altri argomenti dello stesso autore legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.

La magia del Natale a Nichelino 

“Anche quest’anno ci siamo dedicati con grande impegno, come amministrazione, alla ‘festa delle feste’, il Natale – affermano il Sindaco di Nichelino Giampiero Tolardo e l’Assessora agli Eventi e Tradizioni locali Giorgia Ruggero – avremo così graditi e attesi ritorni, e novità. Come prima cosa, il periodo dei festeggiamenti è stato ampliato e abbiamo deciso di accendere gli addobbi già dall’1 dicembre. Poi, a grande richiesta, è tornata la pista di pattinaggio in piazza Di Vittorio. Infine, grande novità del 2025, festeggeremo il Capodanno in piazza con spettacoli, musica e brindisi collettivo al nuovo anno”.

Fino al 6 gennaio, nelle principali piazze e vie cittadine, luminarie, albero Granny in piazza Camandona, decorazioni natalizie. Dall’8 dicembre fino all’1 febbraio è stata allestita la pista di pattinaggio su ghiaccio in piazza Di Vittorio, accanto alla casetta di Babbo Natale, Truccabimbi, mascotte, animazione. Cioccolata calda, tè, idee regalo a cura dell’Associazione San Matteo Onlus, a sostegno dei progetti di solidarietà sociale.

“L’avvio l’abbiamo dato lunedì 8 dicembre con ‘la Festa di Via’, a sostegno anche del commercio di vicinato e con il taglio del nastro ufficiale per pattinaggio e attività in piazza Di Vittorio – proseguono Tolardo e Ruggero – adesso ci aspettano tante attività, tra cui il Presepe Vivente, giunto alla sua terza edizione e situato nel borgo antico di Nichelino, in via del Castello, dalle ore 13 alle 18, con oltre 100 figuranti e 28 postazioni, e il Capodanno in piazza all’interno di una tensostruttura riscaldata che potrà ospitare fino a 1500 persone”.

Sarà possibile registrarsi al link https://comune.nichelino.to.it/registrazione-al-capodanno-in-piazza-di-vittorio

Mara Martellotta

Profumo di mare con l’insalata di polpo mediterranea

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Il profumo del mare nel piatto. Un piatto fresco e leggero dal gusto unico e saporito. L’insalata di polpo puo’ essere servita come antipasto o come secondo piatto accompagnato da pane abbrustolito leggermente strofinato con uno spicchio di aglio. Una ricetta semplicemente deliziosa.

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Ingredienti

1 Polpo di medie dimensioni

100 gr. di olive verdi o nere

100 gr. di sedano

½ cipolla rossa di Tropea

10 pomodori Pachino

20 capperi dissalati

Olio evo, succo limone, sale, pepe q.b.

2 foglie di basilico e prezzemolo, 1 foglia alloro

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Cuocere il polpo in pentola a pressione in acqua poco salata con l’aggiunta di una foglia di alloro per circa 15/20 minuti dall’inizio del fischio. Lasciar intiepidire. Lavare e pulire le verdure, affettarle e metterle in una ciotola con le olive, i capperi, il prezzemolo tritato e i pomodorini tagliati a meta’. Tagliare il polipo a tocchetti, condire con olio evo, poco sale, pepe macinato al momento e succo di limone, unire alle verdure, mescolare e lasciar insaporire. Servire accompagnato da fette di pane casereccio abbrustolito e strofinato con poco aglio.

Paperita Patty

Il risotto verde con crema di mandorle della Cuoca Insolita!

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Rubrica a cura de La Cuoca Insolita

Dedicato a chi pensa che fare un buon risotto sia difficile, a chi lo ama ma pensa che sia un piatto troppo calorico, a chi non se lo concede perché ha qualche problema con burro e parmigiano. Questa è una ricetta facilissima e veloce, che richiede solo cinque minuti di cottura: un risotto delicato e cremoso, con una verdura invernale, i broccoli. E c’è un trucco anche per non avere mai il riso scotto.

Tempi: Preparazione (10 min); Cottura (5 minuti). Per cottura riso leggere sulla confezione (circa 1 h)
Attrezzatura necessaria: Pentola da 2 L con coperchio, colino, tegame da 24 cm, minipimer con il suo bicchiere per frullare, cucchiaio di legno, tagliere e coltello a lama liscia
Ingredienti per 4 persone:

Per cuocere il riso:

·       Riso integrale cotto – 750 g (si ottengono da circa 300 g)

·       Acqua – circa 750 ml

·       Alga kombu – 3 cm

·       Sale grosso integrale – 1,5 cucchiaini

Per il risotto:

·       Broccoli – 250 g

·       Fagioli cannellini in scatola – 180 g

·       Acqua – 500 ml

·       Olio e.v.o. – 5 cucchiai

·       Sale fino integrale di Sicilia – 2 cucchiaini scarsi

·       Cipolla – 1 grande

·       Fecola di patate – 15 g (1 cucchiaio non pieno)

·       Crema di mandorle bianca – 50 g

Per la decorazione del piatto:

·       Noce moscata

Mandorle – 4 a testa (30 g circa in totale)

Difficoltà (da 1 a 3): 1 Costo totale: 4 €/kg)
Perché vi consiglio questa ricetta?

·       Valori nutrizionali: rispetto alla ricetta tradizionale preparata con burro e parmigiano, questo risotto ha -30% di calorie e -80% di grassi saturi.

·       Il riso integrale ha proprietà dimagranti e non fa alzare velocemente la glicemia perché è ricco di fibre.

·       80% di grassi saturi in meno rispetto ad un risotto fatto con il burro

·       Una porzione di questo risotto assicura quasi un quarto delle fibre raccomandate giornalmente.

  • Le mandorle sono ricche di Vitamina E, calcio (a parità di peso c’è più calcio nelle mandorle che nella mozzarella di bufala o nella ricotta di pecora) e acidi grassi del gruppo Omega 3.

 

Approfondimenti e i consigli per l’acquisto degli “ingredienti insoliti” a questo link).

In caso di allergie…

Allergeni presenti: Frutta a guscio (mandorle)

Come preparare il risotto verde con crema di mandorle

I TRUCCHI PER VELOCIZZARE IL LAVORO

Potete cuocere il riso anche qualche giorno prima e conservarlo in frigorifero fino a 5 giorni. Consiglio anche di tenere in frigorifero anche qualche cipolla già sbucciata e in parte a cubetti (in contenitori ben chiusi). Le potrete usare nella settimana più velocemente, sporcandovi le mani e piangendo una volta sola! Se decidete di scolare i fagioli prima, non fatelo più di 24-48 h prima.

Tenete sempre nella dispensa qualche mandorla già a pezzetti (potrà servirvi per tante ricette diverse).

FASE 1: LA COTTURA DEL RISO

Mettete in ammollo l’alga kombu per 5 minuti in poca acqua. Sciacquatela e mettetela nella pentola con il riso (che avrete nel frattempo sciacquato sotto l’acqua corrente, con l’aiuto di un colino) e il sale grosso. Aggiungete l’acqua nella pentola (in genere il doppio di acqua rispetto al volume del riso) e cuocete, coperto e a fuoco molto basso, per il tempo indicato in etichetta (potrebbe essere anche di 1 h). Lasciate riposare in pentola, chiuso, per circa 40 minuti, in modo che l’acqua eventualmente rimasta sul fondo finisca di essere assorbita dal riso. Se non vi ricordate come cuocere i cereali, andate a vedere anche la ricetta del miglio stufato sul blog.

FASE 2: IL RISOTTO IN MENO DI 10 MINUTI

Scolate i fagioli cannellini e risciacquateli sotto l’acqua corrente. Poneteli nel bicchiere del mixer insieme ai broccoli crudi tagliati a pezzetti, l’acqua, l’olio e il sale e frullate fino ad ottenere una crema liquida. Per soffriggere la cipolla, tagliatela a cubetti e versateli nel tegame dove avete già fatto scaldare bene un poco di olio a fuoco vivo. Dopo un paio di minuti di cottura, versate 2 cucchiai di acqua e fatela evaporare velocemente (servirà per rendere più digeribile il soffritto). Ora aggiungete la crema liquida di broccoli, mescolate e lasciate insaporire a fuoco medio per 3 minuti. Unite il riso integrale cotto e amalgamate con la crema, mantenendo il calore moderato. In una tazzina sciogliete la fecola di patate con un dito d’acqua fredda e poi versate nel tegame del risotto. Mescolate subito: in meno di un minuto il risotto sarà diventato cremoso. Spegnete e aggiungete la crema di mandorle, che andrà a creare la mantecatura che di solito si ottiene con il burro. Tenete coperto per un paio di minuti e poi girate.

FASE 3: IL PIATTO FINALE

Versate nel piatto (meglio piano) e distribuite il risotto inclinando leggermente e dando dei colpetti. Spolverate generosamente con la noce moscata e qualche pezzetto di mandorla.

CONSERVAZIONE

Riso integrale cotto: in frigorifero fino a 5 giorni

Il risotto pronto si può conservare in frigorifero una volta pronto, ma quando verrà riscaldato (meglio se in microonde) potrà risultare un po’ scotto. Potete comunque ravvivarlo aggiungendo un po’ di brodo.

Il profumo del Natale tra le piazze del Torinese

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SCOPRI – TO ALLA SCOPERTA DI TORINO

Quando l’aria si fa più pungente e le luci iniziano ad accendersi già dal tardo pomeriggio, Torino entra in una dimensione tutta sua. Il Natale, qui, non è soltanto una ricorrenza: è un’atmosfera che si respira passeggiando sotto i portici, tra le vetrine storiche e, soprattutto, tra i mercatini che ogni anno animano la città e il suo territorio. I mercatini di Natale di Torino e dintorni sono diventati nel tempo un appuntamento atteso, un rito collettivo che unisce tradizione, convivialità e una passione profonda per il cibo di qualità.
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Torino, dove il Natale si assapora lentamente
Nel cuore della città, i mercatini natalizi trovano spazio in alcune delle piazze più amate e riconoscibili. Ogni anno, queste aree si trasformano in piccoli villaggi di legno, illuminati da luci calde e decorazioni discrete, in perfetto stile torinese. Non servono date precise per raccontarli: è una consuetudine che si rinnova puntualmente, capace di attirare migliaia di persone, tra residenti e visitatori, tutti accomunati dalla stessa voglia di rallentare e godersi il momento.
Ciò che colpisce di più, passeggiando tra le bancarelle, è il modo in cui la gente vive questi spazi. Non c’è fretta. Si cammina con le mani nelle tasche del cappotto, ci si ferma a osservare un banco, si chiacchiera con gli artigiani, si assaggia qualcosa “tanto per provare” e si finisce spesso per tornare a casa con un sacchetto in più del previsto. I mercatini torinesi sono così: discreti ma irresistibili.
Il vero cuore pulsante resta la parte gastronomica. Tra le bancarelle fanno capolino dolci della tradizione, biscotti artigianali dal profumo di burro e vaniglia, paste secche preparate secondo ricette tramandate, spesso legate alle colline piemontesi. Non mancano i classici intramontabili come lo zabaione caldo, cremoso e avvolgente, sorseggiato lentamente magari appoggiati a un tavolino improvvisato, e la cioccolata calda, densa, quasi da mangiare con il cucchiaino, fedele alla grande tradizione torinese del cacao.
Negli ultimi anni, accanto ai sapori più consolidati, si sono affacciate anche nuove tendenze. Una su tutte: il cosiddetto cioccolato “Dubai”, diventato una vera curiosità gastronomica. Si tratta di un cioccolato ricco e intenso, spesso farcito con pistacchio e pasta kataifi, che richiama consistenze orientali e sorprendenti. Alcune versioni lo propongono anche con riso soffiato, per un contrasto ancora più marcato. I torinesi, notoriamente esigenti in fatto di cioccolato, ne vanno particolarmente ghiotti, e non è raro vedere file davanti ai banchi che lo propongono in varie declinazioni.
Tra bancarelle e tradizioni, il gusto prima di tutto
Se c’è un elemento che accomuna tutti i mercatini di Natale del capoluogo è l’attenzione per la qualità. Anche quando si parla di prodotti semplici, l’artigianalità è sempre al centro. I biscotti non sono mai anonimi, le creme hanno nomi che evocano territori, i dolci raccontano storie. È questo che la gente ama: non solo comprare, ma sentire di portare a casa un pezzo di atmosfera natalizia.
Accanto al cibo, naturalmente, trovano spazio anche altri simboli del periodo. Le stelle di Natale colorano gli angoli delle piazze, insieme a decorazioni fatte a mano, candele profumate e piccoli oggetti pensati come regali. Ma anche qui, tutto sembra fare da cornice a ciò che davvero attira: il profumo che si sprigiona dalle bancarelle, il vapore che sale dalle tazze fumanti, il piacere di concedersi qualcosa di buono.
I mercatini diventano così un punto di incontro. Famiglie, coppie, gruppi di amici: tutti trovano il proprio modo di viverli. C’è chi li percorre ogni anno come una tradizione irrinunciabile e chi li scopre per la prima volta, restando sorpreso dalla loro capacità di essere accoglienti senza mai risultare eccessivi.
Dalla città alla provincia, il Natale continua
Uscendo da Torino, l’atmosfera natalizia non si perde, anzi si arricchisce di nuove sfumature. Nei dintorni del capoluogo, numerosi centri propongono mercatini che, pur più raccolti, mantengono lo stesso spirito. Località come Asti e altre città del Piemonte diventano mete ideali per una gita fuori porta, perfetta per un pomeriggio invernale.
Qui il legame con il territorio è ancora più evidente. I prodotti enogastronomici locali trovano grande spazio: dolci tipici, conserve, miele, nocciole, vini da dessert. Anche in questi mercatini il cibo resta protagonista, spesso affiancato da specialità che raccontano la tradizione contadina e artigiana della regione. Non mancano le bevande calde, le versioni locali dello zabaione, le reinterpretazioni della cioccolata calda, sempre pronte a scaldare le mani e l’umore.
Passeggiando tra le bancarelle della provincia, si respira un clima più intimo, quasi familiare. Le stelle di Natale decorano gli ingressi, le luci si riflettono sulle piazze storiche e il tempo sembra scorrere più lentamente. È un Natale meno affollato, ma non per questo meno sentito, dove il piacere della scoperta si unisce alla voglia di ritrovare sapori autentici.
In fondo, che si resti in città o ci si spinga appena oltre, i mercatini di Natale del Torinese hanno tutti la stessa anima. Sono luoghi in cui il freddo diventa una scusa per fermarsi, per bere qualcosa di caldo, per assaggiare un dolce in più. Sono spazi dove il Natale non si limita a essere visto, ma viene soprattutto gustato, morso dopo morso, anno dopo anno.
A rendere questi mercatini così amati è anche la loro capacità di rinnovarsi senza perdere identità. Ogni anno cambiano alcuni profumi, compaiono nuove proposte dolciarie o variazioni sul tema del cioccolato, ma resta immutato il piacere di ritrovarsi all’aperto, avvolti da luci soffuse e da un brusio allegro. Nel Torinese il Natale passa anche da qui: da una tazza fumante tra le mani, da un assaggio condiviso, da quel senso di familiarità che, puntualmente, riesce a far sentire tutti un po’ a casa.
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NOEMI GARIANO

A Natale Porta Palazzo brilla!

A Natale Porta Palazzo brilla!” – un’iniziativa del Comune di Torino che si svolgerà al Mercato Centrale domenica 14 dicembre

Porta Palazzo brilla, e non soltanto a Natale. Porta Palazzo vive, racconta, si anima, grida, gioisce e cresce: Mercato Centrale Torino ha sempre fatto parte di tutto questo, costruendo insieme al luogo in cui si trova un presente e un futuro tutto nuovo, in parte ancora da scrivere e da immaginare.

Non poteva quindi Mercato Centrale Torino non partecipare all’evento di Natale organizzato dal Comune di Torino per celebrare le diverse location di Porta Palazzo, con una giornata di festa domenica 14 dicembre che vedrà questa piazza storica e piena di significati illuminarsi a festa.
Si partirà alle 15.30 dalla Tettoia dell’Orologio, per poi proseguire alle 16 alla Tettoia dei Contadini e ritrovarsi, alle 17.30, alle Antiche Ghiacciaie all’interno di Mercato Centrale Torino, che si trasformeranno per l’occasione, ancora una volta, in un palcoscenico di musica e cultura.

La serata avrà inizio con l’esibizione dei sassofonisti del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, con un quartetto composto dal sax soprano di Emma Rotatori, il sax contralto di Stefano Denaro, il sax tenore di Fabian Gherca e il sax baritono di Valeria Bussacchini.

Successivamente, prenderanno la parola gli scrittori Giuseppe Culicchia, Margherita Oggero e Dario Voltolini insieme alla poetessa Elena Varvello per leggere le lettere di Natale in collaborazione con il Circolo dei Lettori.
Una dichiarazione d’amore per Porta Palazzo che, non a caso, si intitola “Porta Palazzo mon amour. Lettere al cuore pulsante di Torino”. E dal cuore di Torino si accende ufficialmente il Natale, con l’allestimento dell’Albero, che prosegue con la presentazione del Calendario di Porta Palazzo 2026 intitolato “In palmo di mano”, nato dalla collaborazione tra la Fondazione Torino Musei -Museo d’Arte Orientale (MAO), Museo del Cinema – Film Commission Torino Piemonte e gli studenti e studentesse del Liceo Passoni di Torino.
Le Ghiacciaie ospiteranno anche laboratori e animazione per bambini a cura dell’Associazione Giovani Genitori, che intratterranno i più piccoli tra letture animate e giochi con le bolle di sapone. L’evento e le attività sono completamente gratuiti.
La serata si concluderà con un Brindisi di Auguri offerto da Mercato Centrale.

Mara Martellotta

Famolo strano

Molti ricorderanno il film “Viaggi di nozze” dove Verdone e la Gerini si producevano in amplessi decisamente originali, oltre che pericolosi, all’insegna del “famolo strano”.

Sebbene il paragone con anni addietro sia difficile perché sono mutati i mezzi di comunicazione e di annunci, basta un’occhiata a siti di incontri, di annunci BDSM, di annunci per trovare l’anima gemella per comprendere come il modus vivendi almeno degli italiani sia enormemente cambiato rispetto a trenta – quarant’anni fa o, perlomeno, ora sia molto più libera, frequente e palese la ricerca di ciò che sempre più italiani cercano in camera da letto (ma anche auto e tavolo vanno bene).

In primis c’è stato un aumento vertiginoso di scambi di coppie e di cuckolding: per i non addetti ai lavori, cuckold è la traduzione inglese del termine “cornuto” nella forma “cornuto e contento”. Si tratta, in altre parole, di chi cerca per la propria moglie qualcuno in grado di farla divertire, non soltanto in camera da letto ma anche portandola a cena fuori, magari anche in barca per un week end, mentre il cuckold aspetta a casa o contempla con soddisfazione ciò che gli succede intorno.

Esiste anche la versione femminile, la cuckquean, che gode nel vedere il marito impegnato con una rivale che a quel punto, però, non è più considerata tale ma, anzi, è artefice del benessere del proprio maritino.

Ma non è tutto. Sempre più uomini stanno sviluppando il lato bicurioso o bisex di sé, cercando rapporti con transgender o, mal che vada, con travestiti sia attivi che passivi contravvenendo all’icona del maschio italiano ma in onore al proverbio “in guerra e in carestia, ogni buco è galleria”.

Premesso che non sto giudicando i comportamenti né tantomeno la morale di chi fa cosa, perché ritengo che con il mutuo consenso tutto sia lecito o, come recitano le nostre fonti giuridiche “tutto ciò che non è espressamente vietato è consentito”, il problema nasce quando si dimenticano le minime norme di sicurezza, di prevenzione delle malattie e si incontrano perfetti sconosciuti.

Per preparare questo articolo ho risposto ad alcuni annunci su un sito di incontri “a tema”: incredibile la quantità di maschi (biologicamente parlando) anche sposati che, in privato, si travestono al femminile per incontrare altri maschi, preferibilmente dietro compenso.

Il fatto che chiedano soldi non stupisce: è il mestiere più antico del mondo, dopo i ministri di culto; quel che stupisce è che accettino, senza avere reale bisogno (hanno un lavoro), di adattarsi a quello stile di vita in cambio di denaro. Stile di vita sicuramente non facile per i rischi di aggressione e rapina, per quello di contrarre malattie a trasmissione sessuale (quasi tutti accettano rapporti non protetti o “al naturale” come di dice ora) e, ipotizzando il coniuge sia all’oscuro, di separarsi con addebito.

Ma non sono i soli segni dei tempi, sessualmente parlando: che dire delle sweet girl che cercano sugar daddy? Quel che è peggio non è che ragazze dai 18 (ma anche meno) fino intorno ai 30 cerchino un adulto che le coccoli in cambio di qualche prestazione sessuale saltuaria offerta con parsimonia, ma che alcuni daddyaccettino rapporti esclusivamente virtuali in cambio di pagamento tasse universitarie, abbigliamento (rigorosamente griffato) ed altre dazioni di denaro in quantità industriale senza ricevere nulla in cambio. Ed è già successo che la fanciulla che si mostra in webcam sia, in realtà, la complice disinibita di chi invece percepisce i soldi (maschietto o donna matura).

I maschietti pensano mai che le ragazze, non soltanto li sfruttano soltanto, ma stanno realizzando una forma di truffa erotica a tutti gli effetti?

Caso opposto quello mostrato nel film “Lockdown all’italiana”:tra i vari personaggi è iconico dei tempi Ricky Memphis che aggancia su un sito di incontri una matura Paola Minaccioni e si fa anticipare 50 euro per prendere il taxi ed andare all’appuntamento con lei (notare che lui fa il taxista); a fine episodio, però, la sua compagna (Martina Stella) gli chiede quanto ha chiesto alla Minaccioni e lui risponde che entro sera la convincerà a dargli molto di più.

Sergio Motta

Le supposte di glicerina

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Andreino è un tipo piuttosto strano. Non tanto per l’aspetto fisico – mingherlino, calvo, con due gambette corte e secche come manici di scopa – quanto per il carattere, diciamo chiuso, che dimostra di avere. Andreino è un burbero solitario. Uno di quelli  che dormono con il sedere scoperto , sempre di cattivo umore. Vive da solo, lavora da solo ( è un artigiano del ferro che non conta le ore e si tira “piat cumè ‘n dés ghèi”, piatto come una moneta da dieci centesimi, vale a dire stanco morto ), mangia da solo davanti alla tv accesa, va a cercar funghi da solo e non pesca mai dove ci sono altri. Ha le sue idee fisse sulla salute ( “l’infragiùur, se t’al cùrat, al dura sèt dì, se t’al cùrat mìa, al pòl durà anca na ‘smana”, che – tradotto –significa che il raffreddore, se lo curi, dura sette giorni, se non lo curi può durare anche una settimana).

A dimostrazione della scarsa considerazione che ha, in genere, dei dottori. L’unico per cui ha rispetto è il dottor Rossini. Da quella volta che gli curò una fastidiosissima sciatalgia, per Andreino è “un gatto”, il migliore, l’unico vero medico in circolazione. Se lo dice lui che si vanta di aver consumato più scarpe che lenzuola, dichiarando la buona salute e una certa avversione per quei signori che avevano contratto il giuramento di Ippocrate, c’é da credergli. Il problema è che il dottor Mauro Rossini, quelle rare volte che lo ha incontrato nella veste di paziente nel suo studio medico, non è quasi mai riuscito a spiegargli le cure che servivano poiché Andreino lo interrompeva,  annuendo vigorosamente e ripetendo come un mantra: “ho capito…certo…chiaro… grazie, grazie, dottore”. Un comportamento a dir poco imbarazzante, con tutti i rischi che poteva generare, tra i quali l’incomprensione. Tant’è che un giorno, recatosi dal medico perché sofferente da tempo di stitichezza e senza che nessun tipo di cura gli avesse fatto effetto, mentre il dottore stava illustrando diagnosi e rimedio, si alzò di scatto, lo ringraziò con tutto il cuore e si precipitò nella farmacia davanti al municipio. “Si ricorda la posologia?”, chiese il farmacista, consegnandogli le supposte di glicerina. Lui disse di sì e,  a scanso di equivoci, se ne fece dare due scatole. Passati una decina di giorni si presentò dal suo medico che gli domandò come stesse e se le supposte avessero fatto il loro dovere. Andreino, tenendo gli occhi bassi, temendo di fare una critica all’uomo che tanto stimava, rispose: “Caro dottore, per andar di corpo ci sono andato e son più libero ma mi è venuto un gran mal di stomaco. Quelle supposte “in pròpi gram”, sono cattive. Ogni volta che ne mettevo in bocca una e la masticavo mi veniva da vomitare”. Cos’era mai stato, direte voi? Ha poi solo sbagliato la parte, in fondo. Invece di farsele salire, le supposte le fece scendere. Comunque , l’effetto per esserci stato c’è stato. Alla spiegazione del medico, una volta tanto, prestò ascolto e compreso l’errore, si affannò con le scuse e i buoni proponimenti. Da quel giorno Andreino sta ancora da solo come un eremita ma ha imparato, se non ad ascoltare chi gli parla per il suo bene ( è più forte di lui..) almeno a leggere i bugiardini delle medicine. Così, per evitare fastidi e un po’ , come gli disse Giuanin, battendogli una gran pacca sulle spalle, per “tègn da cùunt la candéla che la prucisìon l’è lunga”. Un modo come un altro per dire al burbero ometto di aver cura di sé. Con il dubbio che le parole gli entrino da un orecchio per uscire immediatamente dall’altro.

Marco Travaglini

Visite guidate ad Arona sulle orme di Carlo e Federico Borromeo

Alla statua del San Carlone

Lunedì 29 dicembre e lunedì 5 gennaio 2026, alle ore 10, saranno due occasioni di visite guidate a tema tra il centro di Arona e la statua di San Carlo Borromeo, a cura di Archeologists, per conoscere il patrimonio artistico e spirituale della città. Il percorso avrà inizio dal centro storico di Arona, con un breve itinerario tra le vie del paese lacustre per raggiungere la collegiata della Natività di Maria Vergine, custode di un prezioso ciclo di tele del Morazzone, donato da Federico Borromeo. La visita proseguirà verso la chiesa di Santa Maria di Loreto, edificata per volontà della contessa Margherita Trivulzio, madre di Federico Borromeo. In queste tappe sarà approfondito il ruolo della famiglia Borromeo come promotrice delle arti e del rinnovamento architettonico della città. Il percorso culminerà alla statua di Federico Borromeo, il celebre San Carlone, situato su una collina che domina Arona. La statua, alta circa 35 metri, non è solo un tributo al santo, ma anche un simbolo del legame tra la città, la famiglia Borromeo e la devozione ambrosiana. Voluta fortemente da Federico Borromeo, oggi è custodita nella Veneranda Biblioteca Ambrosiana, fondata da Federico. I partecipanti potranno accedere al terrazzo panoramico con vista sulle montagne lombarde e svizzere. Per chi lo desidera, sarà possibile anche salire all’interno della statua, fino alla sommità, tramite una scala a chiocciola e una scala verticale. Le visite sono organizzate da Archeologists, impresa sociale nella valorizzazione dei beni culturali nelle province di Novara e Varese. Durante il periodo natalizio, la statua di San Carlo seguirà aperture straordinarie: dal 26 dicembre al 30 dicembre, dalle 10 alle 17, l’1 gennaio dalle 14 alle 17, dal 2 gennaio al 6 gennaio dalle 10 alle 17. L’ultimo ingresso è previsto per le ore 16.30. L’accesso alla statua è interdetto dalle 13 alle 14. Chiusura 31 dicembre. Ritrovo: piazza De Filippi, presso il monumento ai Caduti di Arona – trasferimento alla statua in autonomia, circa 5 minuti in auto, ampio parcheggio presso piazzale San Carlo.

Costi: 15 euro – ridotto 10 euro

statuasancarlo@ambrosiana.it – 3288377206

Mara Martellotta

“Cottocircuito”: un laboratorio di cucina solidale da regalare a Natale


Sabato 28 febbraio 2026 da Eataly Torino

Il cibo come gesto di cura, incontro e solidarietà: è questo lo spirito di Cottocircuito, il progetto torinese che trasforma la cucina in un luogo di scambio culturale e sostegno concreto alle realtà sociali del territorio. Per il Natale 2025, Cottocircuito diventa anche un’idea regalo solidale, perfetta per chi desidera donare un’esperienza che fa bene due volte: a chi partecipa e alle persone supportate dalle associazioni coinvolte.

Il nuovo appuntamento sarà sabato 28 febbraio 2026, quando il laboratorio porterà il pubblico in Albania, un paese vicino ma ancora poco conosciuto nella sua ricchezza gastronomica. Tre ore di cucina condivisa, da Eataly Lingotto, per scoprire ricette, gesti e storie.

A guidare il laboratorio saranno le cuoche di IDEADONNA ONLUS, associazione torinese attiva da oltre vent’anni accanto a donne migranti e persone in difficoltà, parte della Piattaforma Nazionale Antitratta. Il ricavato netto dell’evento sarà interamente devoluto all’associazione.

Nel 2026 Cottocircuito non si ferma: sono in arrivo tre nuove date, con altre cucine da esplorare e nuove associazioni da sostenere. Il programma sarà annunciato nei prossimi mesi.

Il programma del laboratorio

Durante le tre ore di laboratorio, si cucinerà insieme alcuni piatti della tradizione albanese:

  • Lakror me presh – torta di porri

  • Qofte – polpette di vitello

  • Kulaç – pane senza lievitazione

  • Salse vegetariane di accompagnamento

A seguire, una degustazione condivisa dei piatti preparati e le ricette complete da portare a casa.

Informazioni pratiche

 

📍 Dove: Eataly Lingotto, Via Ermanno Fenoglietti 14, Torino
🕓 Orario: 16:00–19:00
💶 Contributo: donazione libera a partire da 45 €
✉️ Info e iscrizioni: prenotazione su Eventbrite a questo link
Seguirà conferma tramite bonifico all’associazione.
Per informazioni scrivere a cottocircuito@gmail.com. Chi non potrà partecipare potrà comunque contribuire con una donazione.

Che cos’è Cottocircuito

Cottocircuito è un laboratorio di cucina solidale nato dall’energia di un gruppo di donne torinesi che si sono conosciute grazie a Torino Elettrica, la community di mutuo aiuto ideata da Montera.

Ogni appuntamento sostiene una diversa associazione attiva nel sociale, alla quale viene donato il ricavato netto della serata. Chi partecipa impara ricette autentiche dalle persone dell’associazione ospite, ascolta la sua storia e condivide una tavola con chi ogni giorno sostiene altre persone.

Un regalo solidale di Natale

Quest’anno, Cottocircuito diventa anche un regalo natalizio: un’esperienza da donare a chi ama cucinare, scoprire nuove culture e partecipare a un progetto che genera valore sociale sul territorio. Un dono che parla di cura, convivialità e comunità.

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