ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 201

Inflazione, Confagricoltura: interventi urgenti per produzione e occupazione

Dopo un anno difficile, fortemente caratterizzato dagli alti costi, gli ultimi aumenti dell’energia elettrica e del gas mettono letteralmente fuori controllo il sistema degli oneri delle aziende agricole. Nelle prossime settimane, senza interventi governativi in grado di modificare lo stato attuale, le imprese saranno costrette ad aumentare i prezzi dei prodotti, con un effetto a caduta sui consumatori, se non addirittura a tagliare l’attività produttiva”.

Così la presidente di Confagricoltura Alessandria Paola Sacco commenta le stime comunicate oggi dall’Istat, che riportano un aumento dell’inflazione dello 0,8% su base mensile e dell’8,4% su base annua.

Anche l’inflazione annuale dell’area euro, secondo Eurostat, l’ufficio statistico della Ue, dovrebbe attestarsi al 9,1% ad agosto, un nuovo valore record, in aumento rispetto all’8,9% di luglio. Anche in questo caso è il fattore energia la principale variabile.

Il nuovo balzo in avanti dell’inflazione, che ha raggiunto il livello più alto dal 1985, è da imputare prevalentemente al prezzo dell’energia. Se non si mettono in atto misure immediate a livello nazionale e straordinarie in ambito europeo sul costo del gas, dell’energia elettrica e del gasolio, l’Italia rischia una grave recessione”.

Tra le voci che hanno registrato forti aumenti ci sono infatti  beni alimentari. In particolare, frutta e verdura hanno visto incrementi di prezzo intorno al 10% nell’ultimo periodo, con picchi del 30-50% per alcuni prodotti. Cresce il prezzo delle uova, della farina e della pasta. “Come sosteniamo da tempo, – prosegue la presidente – gli imprenditori agricoli non riusciranno  ad assorbire l’aumento dei costi di produzione. I rialzi hanno toccato punte del 300% per gas ed energia. Inutile ricordare che dietro ad ogni azienda ci sono famiglie che lavorano”.

Tenendo conto della specificità del settore agricolo, anche alessandrino, dove in molti casi le chiusure delle attività sarebbero definitive, Confagricoltura chiede che L’Europa e il Governo assumano decisioni straordinarie e altrettante urgenti sul prezzo del gas, dell’energia elettrica e del gasolio.

Amazon presenta il nuovo programma per l’inserimento lavorativo di persone sorde

Riceviamo e pubblichiamo

All’interno del centro di distribuzione di Torrazza Piemonte

L’azienda ha ospitato i rappresentanti di ENS, insieme alle istituzioni e ai media locali, nel suo sito piemontese per una presentazione del progetto. Per tutto il mese di ottobre, una volta alla settimana, le visite guidate virtuali saranno disponibili anche in lingua dei segni.

Nei giorni scorsi Amazon ha presentato una nuova importante iniziativa all’insegna della
massima inclusione: l’inserimento lavorativo di persone Sorde presso il centro di distribuzione di
Torrazza Piemonte (TO). Alla presenza dei rappresentanti della sezione regionale dell’Ente Nazione
Sordi, le istituzioni e i media locali, l’azienda ha illustrato il suo progetto e ha offerto agli ospiti una
visita del sito guidata dal Responsabile del centro di distribuzione, Matteo Conti che si è soffermato
sulle implementazioni tecnologiche e le procedure introdotte per poter garantire l’inserimento
lavorativo delle persone Sorde in totale sicurezza.

Il programma, sviluppato in collaborazione con l’Ente Nazionale Sordi, conta già l’inserimento di 40
persone in tutta Italia, di cui 6 presso il centro di distribuzione di Torrazza Piemonte.
La nuova iniziativa si inserisce all’interno di una politica aziendale che poggia su valori quali diversità
e inclusione, pilastri fondamentali della cultura di Amazon.

“Sono davvero molto orgoglioso che questa importante iniziativa di inclusione sia iniziata in Italia dai
nostri centri di distribuzione. Conoscere, imparare ed essere sempre aperti al punto di vista degli altri
è ciò che contraddistingue il nostro modo di guardare al futuro, di lavorare e innovare. Crediamo che
la diversità in tutte le sue molteplici sfaccettature sia un valore aggiunto e una ricchezza da cui trarre
nuovi spunti e idee. Questo nuovo bellissimo viaggio intrapreso insieme all’Ente Nazionale Sordi ci ha
insegnato e ci continua ad insegnare moltissimo, arricchendoci ogni giorno” ha dichiarato Lorenzo
Barbo, Responsabile di Amazon Logistica Italia.

“Siamo orgogliosi di aver avviato questo progetto nel centro di distribuzione di Torrazza Piemonte, e
di essere stati tra i primi in Italia” ha dichiarato Matteo Conti, Responsabile del centro di distribuzione
di Torrazza Piemonte. “Siamo sicuri che questo sia solo il punto di partenza di un progetto che si
svilupperà ulteriormente nei prossimi mesi”.

“Io credo che il compito delle istituzioni sia quello di creare le condizioni per l’inclusione. Tuttavia,
affinché questa inclusione sia reale, è necessario che ci sia la collaborazione delle realtà produttive. In
questo senso apprezzo molto questo progetto di Amazon che permette di tradurre in azioni concrete
ciò che si intende per inclusività” ha dichiarato Sonia Cambursano, Consigliere Delegata allo sviluppo
economico, attività produttive, turismo e pianificazione urbanistica della Città Metropolitana di Torino.
“La realtà di Amazon qui a Torrazza Piemonte è impegnata ormai da anni nella realizzazione di
importanti iniziative a livello locale che hanno avuto anche un rilevante impatto sociale. Come sindaco
ritengo che questo programma per l’assunzione di dipendenti Sordi rappresenti un esempio positivo
di integrazione. Ritengo davvero importante che le aziende si impegnino ad offrire opportunità di
lavoro e sviluppo che siano davvero inclusive” ha commentato il sindaco di Torrazza Piemonte,
Massimo Rozzino.

Per poter soddisfare le esigenze delle persone Sorde e offrire loro un ambiente di lavoro sicuro,
inclusivo e moderno dove poter esprimere al meglio il proprio talento, l’azienda si è affidata a
consulenti ed esperti con i quali ha trovato le migliori soluzioni affinché i processi e le postazioni
fossero idonei alle esigenze di tutti i lavoratori.

“Sono felice di essere qui oggi a testimoniare il lavoro svolto da una multinazionale come Amazon,
attenta, alle esigenze e ai bisogni dei suoi dipendenti Sordi. Una strategia quella di Amazon, che ha
tenuto conto del fatto che i suoi dipendenti Sordi potessero essere un’opportunità di crescita,
mantenendo gli standard di produzione. Un esempio da seguire per tutte le altre aziende. Un primo
passo per Amazon, sicuramente degno di ammirazione e mi auguro l’Azienda voglia continuare con
questa filosofia” ha commentato Timeo Serafino, Presidente di Ens Onlus APS Consiglio Regionale
Piemonte.

Al fine di favorire un’integrazione a 360 gradi, l’azienda ha organizzato corsi di formazione dedicati al
tema dell’inclusività. Il corso si è rivolto alla leadership e a tutti i dipendenti dei centri di distribuzione
coinvolti nel programma. In quest’ottica, e per favorire massima interazione e integrazione, Amazon
ha organizzato anche corsi di Lingua Internazionale dei Segni.

Il progetto ha inoltre riguardato processi, procedure e dotazioni tecnologiche all’interno dei centri di
distribuzione. In particolare, dopo un’attenta analisi, l’azienda ha provveduto a dotare le strutture di
tablet installati in punti strategici in prossimità delle postazioni di lavoro, di cui ogni lavoratore può
avvalersi per usufruire di un servizio di traduzione simultanea in lingua dei segni, disponibile in
qualunque momento durante l’orario di lavoro. I dipendenti sono stati poi muniti di dispositivi connessi
direttamente al sistema di allarme che vibrano in caso di segnalazione di evacuazione.

Per garantire la massima sicurezza possibile ed essere certi dell’immediata reazione in caso di allarme,
Amazon ha inoltre integrato il sistema di segnalazione sonoro con un capillare impianto di segnali
luminosi.

Al momento, oltre Torrazza Piemonte, gli altri centri di distribuzione in cui il progetto è già attivo e
che vedono la presenza di lavoratori Sordi sono Passo Corese (Rieti), Colleferro (Roma),
Castelguglielmo-San Bellino (Rovigo), Castel San Giovanni (Piacenza), Novara e Cividate al Piano
(Bergamo). Nei prossimi mesi l’iniziativa sarà allargata anche agli altri centri di distribuzione presenti
in Italia: Vercelli e San Salvo (Chieti).

Come segnale di continuità del progetto e di stretta collaborazione con l’Ente Nazionale Sordi,
Amazon ha annunciato una donazione in favore di quattro sezioni regionali, tra cui il Piemonte,
dell’associazione con l’obiettivo di supportare le attività svolte dal nostro ente a favore delle persone
Sorde o per l’acquisto di tecnologie utili alle stesse all’interno degli uffici.

Tour virtuali in diretta con interpretazione simultanea in lingua dei segni
Come ulteriore prova del suo impegno nei confronti dell’inclusività, Amazon ha annunciato che, a
partire ottobre e per tutto il mese, una volta a settimana, il programma di tour virtuali in Italia sarà
fruibile anche nella lingua dei segni. Chiunque lo desideri può registrarsi alle visite virtuali nei centri di
distribuzione Amazon per scoprire tutto ciò che accade dal momento del click sul sito Amazon.it fino
alla consegna a casa.

Le guide dei tour saranno collegate in diretta dai centri di distribuzione Amazon di Passo Corese
(FCO1), Torrazza Piemonte (TRN1), Castelguglielmo-San Bellino (BLQ1) e Cividate al Piano (BGY1) per
accompagnare i visitatori alla scoperta dei processi che caratterizzano la logistica Amazon, mostrando
come vengono gestiti e preparati gli ordini dei clienti. Per partecipare è sufficiente accedere

al sito https://it.amazonfctours.com/virtualtours, prenotarsi e collegarsi al giorno e all’orario
prescelto.

Grazie a questo programma i partecipanti prendono parte a un’esperienza unica, nel corso della quale
possono interagire e rivolgere le proprie domande direttamente alle tour leader.
Investimenti in Italia

Dal suo arrivo in Italia nel 2010, Amazon ha investito oltre €8,7 miliardi creando più di 14.000 nuovi
posti di lavoro a tempo indeterminato, di cui 4.500 solo nel 2021, in circa 60 siti in tutto il Paese. Altri
3.000 posti di lavoro saranno creati entro la fine del 2022, per arrivare a una forza lavoro complessiva
di oltre 17.000 dipendenti.

Oltre ai nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato che l’azienda continua a creare, Amazon supporta
imprenditori e chiunque intenda avviare un’attività in proprio, digitalizzare un’attività già esistente,
oppure espandere il proprio business attraverso vari programmi: utilizzando il marketplace per la
vendita o affidandosi alla rete di distribuzione di Amazon per lo stoccaggio e la consegna dei prodotti
con FBA (Fulfillment by Amazon). Le imprese italiane che vendono i propri prodotti su Amazon.it
hanno creato 60.000 posti di lavoro e nel 2021 hanno registrato circa € 800 milioni in di vendite
all’estero

“Il dono dell’acqua” chiude gli appuntamenti per i 100 anni del Parco Gran Paradiso

Un evento fortemente simbolico in onore di una risorsa irrinunciabile, fondamentale alla vita e sempre più preziosa: l’acqua

 Le celebrazioni del centenario del Parco Nazionale Gran Paradiso volgono al termine. La rassegna di appuntamenti per il pubblico nelle diverse valli si chiude ponendo ancora una volta al centro l’elemento oggi forse più prezioso: l’acqua.

L’appuntamento è per il 18 settembre a Ceresole Reale (Valle Orco) presso il Lago Serrù, località raggiungibile da Ceresole e da Valsavarenche, punto di incontro per gli escursionisti e gli sportivi dei due versanti. In questi mesi il PNGP ha condotto un lungo racconto in cui ha rivelato quanto l’ente Parco stia facendo sul territorio per la tutela ambientale, mettendo in luce i risultati raggiunti, ma al contempo offrendo ai visitatori una chiave di lettura efficace a comprendere che è compito di tutti salvaguardare la natura. L’evento sarà un momento non solo di incontro, ma anche di amicizia, attenzione e condivisione degli intenti del Parco.

La protagonista sarà Paola Giacomini, esploratrice e scrittrice dei suoi viaggi a cavallo, che arriverà al Gran Paradiso con un dono speciale, dopo un percorso di tre mesi lungo l’Appennino, iniziato a metà giugno al Parco Nazionale D’Abruzzo, Lazio e Molise. Insieme a lei e al suo cavalo Custode arriverà anche la bandiera del centenario del Parco, che dal 17 giugno svetta sulla cima del Gran Paradiso, un simbolo alto di tutela che racchiude tutta l’essenza della missione del Parco.

La montagna del Gran Paradiso con il suo ghiacciaio in regressione per il riscaldamento climatico, come i tanti altri ghiacciai alpini, riceverà in dono simbolico l’acqua di ghiacciai, nevai e torrenti raccolta da Paola durante il suo lungo percorso: assisteremo al rito del fuoco, con il quale quest’acqua verrà fatta evaporare e donata al Gran Paradiso in segno di auspicio.

Ad accogliere la bandiera e l’intrepida amazzone sono benvenuti gli escursionisti, i ciclisti, gli sportivi, le famiglie e i curiosi, con un programma speciale che vuole essere un momento di unione tra il Parco e i suoi frequentatori, con l’augurio che tutti si impegnino nella vita quotidiana a salvaguardare quel bene così prezioso che ci appartiene, in senso reale e profondo, la Natura.

Quel giorno le guide del Parco accompagneranno tutti gli interessati in due escursioni per le quali è necessaria la prenotazione: la prima attorno al lago Serrù, per approfondire la conoscenza degli ecosistemi circostanti; la seconda da Pont Valsavarenche, per per raggiungere il luogo della cerimonia dell’acqua con Paola Giacomini.

 

Tutti i dettagli del programma della giornata a questo link.

 

www.pngp.it/100anni

Crisi energia, la Regione chiede al Governo sconti in bolletta e prezzi calmierati

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RICHIESTE ANCHE FACILITAZIONI PER CHI REALIZZA IMPIANTI PER L’AUTOCONSUMO E RIDUZIONE DELL’IVA SUL TELERISCALDAMENTO

Le richieste del Piemonte nate dal confronto con imprese e mondo produttivo
Il Presidente della Regione e l’Assessore alle Attività Produttive sottolineano il ritardo dell’Europa che deve fare la sua parte e in fretta

 

In vista del prossimo Consiglio dei Ministri e dei provvedimenti che il Governo sta predisponendo per affrontare l’emergenza del caro energia, la Regione Piemonte nelle scorse ore ha inviato a Roma un documento che riassume le richieste e le proposte nate in queste settimane di confronto sul territorio con gli imprenditori e i rappresentanti del mondo economico e produttivo.

Il Presidente della Regione Alberto Cirio  e l’Assessore alle Attività Produttive sottolineano che serve un doppio tipo di intervento. Misure urgenti, di cui si possa avere una ricaduta subito per affrontare questo momento di estrema difficoltà, perché ne va della tenuta economica del nostro Paese. Parallelamente, però, vanno pensati strumenti di medio e lungo periodo che diano una prospettiva di stabilità a imprese e cittadini, perché, esattamente come avvenuto con il Covid sulla sanità, questa emergenza ha accelerato le conseguenze di decenni di gestione sbagliata del tema energia.

Tra le richieste del Piemonte al Governo c’è quella di definire degli stock di energia a prezzo calmierato (tenendo come riferimento il 2020) da mettere a disposizione del sistema produttivo in funzione di dimensione, settori produttivi, consumi e fatturato e uno sconto in bolletta con i fondi degli extra profitti.
La produzione di energia, spiegano Presidente e Assessore, è generata in percentuali importanti anche da fonti rinnovabili, ma il prezzo che paga l’utente finale è interamente tarato sul valore del gas. Una anomalia che grava interamente sulle spalle di cittadini e imprese e che non ha senso, più che mai in un momento come questo.

Il Piemonte chiede anche al Governo di attivare subito facilitazioni sugli impianti per l’autoconsumo. Presidente e Assessore spiegano che oggi una impresa che realizza un impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili aspetta più di un anno prima di poterlo utilizzare. Questo a causa dei tempi di allacciamento alla rete nazionale, obbligatorio per legge. È fondamentale velocizzare queste tempistiche e, nell’attesa, consentire comunque l’autoconsumo, perché è assurdo che un imprenditore che investe su un impianto di questo tipo non possa beneficiarne subito appena pronto, continuando invece a pagare bollette altissime. Inoltre una misura di questo tipo incentiverebbe altri investimenti analoghi, potenziando l’autonomia energetica del nostro sistema produttivo.

Le Regioni, spiegano Presidente e Assessore, possono sostenere i progetti per investimenti in rinnovabili ed efficienza energetica attraverso i fondi europei e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha già dichiarato di voler potenziare il Fesr, il fondo europeo per lo sviluppo regionale, affinché possa essere piegato maggiormente alle esigenze dei territori in questo momento. Ma finora non abbiamo visto le parole trasformarsi in fatti. L’Europa è in grave ritardo su questa emergenza, deve fare la sua parte e farla in fretta.

Tra le altre misure che il Piemonte propone di valutare ci sono finanziamenti legati proprio agli investimenti in corso sull’efficienza energetica e le fonti rinnovabili, attivabili anche mediante le ESCO, ovvero aziende che offrono tutti i servizi tecnici, commerciali e finanziari necessari, facendosi carico sia degli oneri economici che di quelli organizzativi.

La Regione propone anche di allargare la categoria dei beni strumentali che godono del credito d’imposta, inserendo gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.

Chiede anche la ridefinizione dei parametri per incentivare le imprese in cui il consumo energetico ha alta incidenza rispetto al fatturato, indipendentemente dalla classificazione come energivore.

Infine per aiutare le famiglie il Piemonte chiede la riduzione dell’IVA sul teleriscaldamento al 5%.

A Rivoli si formano i super tecnici della logistica

In partenza un corso gratuito di 800 ore per disoccupati

ENAIP RIVOLI 

Nella partnership: EnAIP, UPO, IIS Amaldi-Staffi e le aziende S.I.T.O., Mole Logistica e Pro Design

Per chi è diplomato e vorrebbe specializzarsi nel settore della logistica. Il centro Enaip di Rivoli propone un corso IFTS (Istruzione Formazione Tecnica Superiore) gratuito di TECNICHE PER LA PROGRAMMAZIONE DELLA PRODUZIONE E LA LOGISTICA.

Ha una durata di 800 ore, di cui 400 saranno svolte in alternanza, al fine di sperimentare sul campo le competenze acquisite durante le lezioni teoriche. È rivolto a persone disoccupate, maggiorenni, in possesso di diploma.

Il Tecnico superiore opera all’interno di imprese di produzione e di servizi nelle attività correlate all’approvvigionamento, alla distribuzione, alla spedizione, adottando le soluzioni e gli strumenti più idonei alla realizzazione del ciclo logistico. Ha una visione sistemica del ciclo logistico e dell’intera fase del trasporto ed è in grado di coordinare come Multimodal Transport Operator le relazioni con gli attori del canale logistico interno ed esterno all’azienda.

Il corso è realizzato da una partnership di soggetti, di cui EnAIP Piemonte è capofila: Università del Piemonte Orientale (UNIPO), IIS Amaldi- Sraffa di Orbassano, S.I.T.O. Società interporto di Torino, Mole Logistica S.c.p.a., Pro design Snc.

Nella rete di imprese interessate al profilo, tra le altre, ci sono: BRT SpA, Carioca SpA, Codé Crai Ovest, Cultraro Automazione Engineering Srl, Facet Srl, Flenco Fluid System Srl, Leroy Merlin, Lidl Italia, MOLE SCPA, MR Transport Srl, Prima industrie SpA, Progefai SC, Torino Terminal Container Srl”.

ISCRIZIONI online: https://enaip.org/7EdD

Per informazioni:

EnAIP Rivoli

011.9591252

csf-rivoli@enaip.piemonte.it

Caro energia, il grido di dolore del settore agroalimentare

 

Vertice tra una trentina di imprese piemontesi del settore e gli assessori regionali competenti Franco Biraghi: “Non so quanti potranno resistere. Servono interventi immediati”

 

A pochi giorni dal grido d’allarme lanciato sul caro energia da Confindustria Piemonte insieme alle rappresentanze regionali di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, una delegazione del settore agroalimentare ha incontrato gli assessori competenti direttamente in Regione a Torino. Al confronto hanno partecipato una trentina di aziende piemontesi di vari settori, tra cui quello lattiero caseario che in questo momento sta registrando la fase più acuta dei costi.

“Non siamo qui per dare la colpa a qualcuno o per chiedere soldi. Quello che vogliamo è far capire in modo chiaro a che punto siamo arrivati e quanto potremo resistere. In un mese abbiamo registrato un aumento della materia prima superiore a quanto avevamo previsto solo a luglio. Il costo dell’energia, una volta irrilevante, incide oggi in modo molto significativo. Mi chiedo quante aziende potranno andare avanti, come settore dobbiamo incominciare a lavorare insieme come filiera e non uno contro l’altro. Quello che chiediamo è una tregua, e vi chiediamo di portare queste nostre esigenze a livello nazionale” ha spiegato Franco Biraghi, delegato di Confindustria Piemonte per il settore agroalimentare.

“Tutti i settori sono toccati da questi aumenti, ma quello agricolo in primis. Dobbiamo trovare un accordo per cui tutti, in tempi normali abbiano un profitto, e in questo momento un’intesa è necessaria per sopravvivere. Dobbiamo salvare le nostre imprese, e per questo ci impegniamo a spendere al meglio le risorse che arriveranno” ha risposto l’assessore all’Agricoltura, Marco Protopapa.

“Siamo combattivi e vogliamo essere concreti per affrontare i problemi. Siamo fortemente preoccupati, a cominciare dall’entità delle risorse previste dal nuovo decreto Aiuti, ovvero 14 miliardi. La politica deve poter programmare, e queste risorse non lo consentono. Ma gli imprenditori non devono sentirsi soli, abbiamo compreso le loro difficoltà e abbiamo compreso come il rischio di chiusura delle aziende, non è qualcosa di lontano. Con le banche mi impegno personalmente a sentire l’Abi, e valutare le condizioni che hanno le aziende settore, per avviare un percorso agevolato, proprio come capitò durante la pandemia. Posso già escludere da ora eventuali bonus, invece garantisco nei prossimi anni che ci saranno dei fondi per energia” ha aggiunto l’assessore alle Attività produttive, Andrea Tronzano.

I rappresentanti delle aziende presenti hanno evidenziano come sia impossibile fermare i flussi commerciali, anche perché se ci si ferma, in una fase come questa è difficile ripartire. “Siamo arrivati al tempo zero, dobbiamo quindi guardare a domani. I programmi a lungo o anche solo medio termine, in questa fase non sono la priorità. Eppure, la burocrazia e gli adempimenti ci sono lo stesso, e sono molti i fondi spesi per aggiornare impianti o tecnologie che vanno comunque ammortizzati” ha concluso Biraghi anche a nome dei colleghi.

“La carenza di farmacisti frutto di politiche sbagliate”

Caro direttore,

la carenza di farmacisti e la crisi nelle immatricolazioni alla facoltà di farmacia sono un fenomeno presente su tutto il territorio nazionale e il Piemonte non ne è esente. Esso è’ il frutto di politiche errate, ma non solo.

Questo fatto non deve soprendere, sono stati commessi molti errori, solo tre anni or sono abbiamo dovuto ingaggiare una dura battaglia, anche in Parlamento, per scongiurare l’idea del Presidente Nazionale della FOFI (Federazione che rappresenta tutti gli Ordini dei Farmacisti) e del Presidente dei titolari di farmacia (Federfarma) che volevano a tutti i costi l’introduzione del numero chiuso a livello nazionale e non solo sulla base delle esigenze di ogni singola facoltà.

Nonostante l’istruzione e formazione fossero al centro della strategia Europea per il 2020 e fossero considerati fattori chiave per la crescita e l’occupazione (e dunque per la competitività di un Paese). L’Italia già arrancava nei bassifondi delle classifiche europee: secondo i dati Eurostat, nel nostro Paese meno di una persona su sei, tra coloro che sono in età da lavoro, ha la laurea, il secondo dato peggiore in Europa dopo la Romania.

Scelte sbagliate che in molti fanno fatica a ricordare, ma che non sono il solo motivo della perdita di “appeal” di una professione che sulla carta sarebbe bellissima se le condizioni fossero diverse.

Dopo 8 anni che era scaduto, il nuovo CCNL firmato nel 2021 prevede  un aumento di soli 80 euro quando già lo stipendio del farmacista italiano è tra i più bassi in Europa. Se a questo si aggiunge una vita sociale ridotta al “lumicino” per mancanza fisica di tempo e a permessi e ferie elargite non come un diritto ma come un “favore”, si ha un quadro preciso della situazione.

Non molti sanno o si sono resi conto che a reggere “l’urto” delle vaccinazioni e dei tamponi effettuati in farmacia sono stati proprio i dipendenti che forse riceveranno per queste operazioni a rischio solo “briciole”.

Elettrocardiogrammi, holter pressori e cardiaci, prenotazioni CUP, tutti servizi che richiedono competenze e che hanno aumentato il carico di lavoro nelle farmacie con personale sempre ridotto.

Ma il problema principale che determina una disaffezione alla professione di farmacista non è l’aumento del carico di lavoro, a cui del resto i dipendenti sono abituati, ma il clima che si vive in farmacia.

Il vassallaggio di medioevale memoria dovrebbe essere abolito, ma in questa professione sottilmente si ripropone con un rapporto continuamente conflittuale, ove pochi diritti sono riconosciuti e l’imposizione, anche nello svolgimento della professione, è la regola: si veda a tale proposito la consegna di farmaci senza la dovuta presentazione di ricetta medica.

Insomma manca il rispetto, i turni di lavoro sono massacranti e le gratificazioni completamente assenti. Inoltre, la maternità dalle colleghe è vissuta come una “colpa” per le reazioni che spesso generano nei titolari di farmacia. Certo non è giusto generalizzare, ma il fenomeno è a noi segnalato frequentemente. Per non parlare degli escamotage contrattuali utilizzati: stage su tutti.

E’ chiaro che queste situazioni prima o poi diventano di dominio pubblico e i candidati all’università ci pensano due volte ad iscriversi ad una facoltà che non da niente ne in termini economici ne di carriera. Poche le alternative e sempre sotto attacco, a tale proposito si veda la battaglia pluriennale di Federfarma per cancellare l’esperienza delle parafarmacie.

No, purtroppo non sarà il potenziamento delle azioni d’orientamento degli studenti delle scuole superiori a ribaltare la situazione, ci vuole un cambiamento più profondo, più moderno e meno “paternalistico”, a partire dalla considerazione che i titolari di farmacia hanno nei confronti dei propri dipendenti laureati: essi non sono i nuovi “schiavi” degli anni 2000, ma più semplicemente dei colleghi.

MOVIMENTO NAZIONALE LIBERI FARMACISTI

Caro-energia: costa alle PMI del Piemonte 1,6 miliardi in più in un anno

Giorgio Felici (Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte): “Se non si interviene i maggiori costi possono arrivare a 4.2 miliardi. Interventi subito per evitare ecatombe imprese”

Piemonte 5° regione più penalizzata. I settori più colpiti sono quelli di vetro, ceramica, cemento, carta, metallurgia, chimica, tessile, gomma e plastica e alimentare.

 

 

“La situazione è insostenibile, le imprese hanno ormai pochi margini di resilienza. L’incremento smisurato dei costi energetici rischia di portare alla chiusura molte attività d’impresa, circostanza con la quale dovremo fare i conti qualora i flussi di fornitura di gas dalla Russia dovessero di colpo interrompersi. Servono interventi immediati e altrettanto rapide riforme strutturali per riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare un’ecatombe di imprese e una crisi senza precedenti”. L’allarme lo lancia Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte. 

 

“Vanno subito confermate e potenziate le misure già attuate da questo Esecutivo -continua Felici: azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, proroga del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore. Inoltre, va fissato un tetto europeo al prezzo del gas e va recuperato il gettito calcolato sugli extraprofitti per non aggravare la situazione del bilancio pubblico. Serve un gesto di responsabilità e solidarietà delle imprese energetiche a salvaguardia dell’intero sistema produttivo nazionale. Vanno anche sostenuti gli investimenti in energie rinnovabili e nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento, in particolare per creare Comunità Energetiche e per incrementare l’autoproduzione”.

Da settembre 2021 ad oggi le micro e piccole imprese del Piemonte hanno pagato per l’energia elettrica 1,6 miliardi in più rispetto all’anno precedente (21,1 a livello nazionale). Una batosta senza precedenti che rischia di ingigantirsi ulteriormente: se nei prossimi quattro mesi i prezzi dell’elettricità non diminuiranno, i maggiori costi per i piccoli imprenditori saliranno nel 2022 a 4,2 miliardi in più rispetto al 2021. L’allarme arriva da Confartigianato Imprese, che ha calcolato l’impatto sulle MPI della crisi energetica e dell’impennata dei prezzi del gas.

Nel dettaglio, la rilevazione di Confartigianato Imprese mette in evidenza che gli aumenti del prezzo dell’energia per le piccole aziende con consumi fino a 2000 MWh si traduce in un maggiore costo, tra settembre 2021 e agosto 2022, di 21,1 miliardi di euro rispetto ai dodici mesi precedenti, pari al 5,4% del valore aggiunto creato dalle MPI. A livello territoriale, sono nove le regioni in cui il boom dei costi dell’elettricità per le MPI supera il miliardo di euro. I settori più colpiti sono quelli di vetro, ceramica, cemento, carta, metallurgia, chimica, tessile, gomma e plastica e alimentare.

In Italia – rileva Confartigianato Imprese– la velocità di crescita dei prezzi al consumo dell’energia elettrica è decisamente più elevata rispetto a quanto avviene nell’Unione europea: a luglio 2022, infatti, nel nostro Paese il prezzo dell’elettricità è cresciuto dell’85,3% rispetto dodici mesi prima, a fronte del +35,4% della media dell’Eurozona e, in particolare, del +18,1% della Germania e del +8,2% della Francia.

“Il tema energia -conclude Felici– deve diventare priorità per il Governo in carica e nell’agenda del nuovo Governo. Da quest’ultimo ci attendiamo la riforma della tassazione dell’energia, che oggi tocca il 51% della bolletta e penalizza con maggiori oneri proprio le piccole imprese che consumano meno, in barba al principio ‘chi inquina paga’”.

Confagricoltura: ottima annata per il peperone di Carmagnola

Grande interesse per gli show cooking di Cascine Piemontesi e Confagricoltura Torino alla 73^ Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola

 

Ha avuto successo, richiamando un folto pubblico di appassionati e buongustai lo show cooking realizzato martedì 6 settembre  da Cascine Piemontesi in collaborazione con Confagricoltura Torino per promuovere le produzioni agroalimentari del nostro territorio, nell’ambito della Fiera del Peperone di Carmagnola.

Sono stati presentati “Gli gnocchi al Corno di Bue rosso, polvere di acciughe e clorofilla al prezzemolo” preparati dallo chef Sergio Leggero e dal figlio Lorenzo del ristorante “Celestino” di Piobesi Torinese, in abbinamento con il vino Pinerolese Doc Doux d’Henry della cantina La Rivà di Bricherasio.

Particolarmente interessata la partecipazione del pubblico, che ha confermato il successo della scorsa edizione, apprezzando le varietà di peperone esposte.

La coltura del peperone, arrivata in Piemonte all’inizio del XX secolo, si è estesa velocemente nella regione grazie alle caratteristiche favorevoli del terreno di alcuni particolari areali. Il ciclo vegetativo del peperone ha inizio alla fine di marzo, mentre la raccolta avviene a partire dalla fine di luglio fino a ottobre.

“Nel 2021 – spiega Tommaso Visca, presidente di Confagricoltura Torino – la produzione di peperone nell’area del Carmagnolese è stata di 180 – 200 quintali a giornata piemontese, pari a 470 – 520 quintali per ettaro.Nel 2022, a causa della perdurante siccità, la perdita di produzione rispetto allo scorso anno varia tra il 20 ed il 30%; i raccolti si assestano quindi a circa 300 – 360 quintali per ettaro, a seconda delle zone”.

Anche i costi di produzione sono aumentati del circa 20-30% a causa del rincaro dei fertilizzanti e del gasolio agricolo.

Il prezzo dei peperoni all’ingrosso è aumentato da 50 a 70 centesimi al chilo rispetto allo scorso anno, raggiungendo gli il valore di 1,70 euro al chilo, compensando in parte i maggiori costi di produzione.

La qualità è buona: la scarsità delle precipitazioni ha frenato il diffondersi di malattie fungine; le elevate temperature hanno però creato problemi durante l’allegagione provocando un calo nella produzione, come si è riscontrato per tutto il settore agricolo.

Alla Fiera del Peperone di Carmagnola, venerdì 9 settembre  dalle 18 alle 22, in occasione del secondo show cooking, Cascine Piemontesi e Confagricoltura Torino presenteranno il “Carnaroli ai peperoni e acciughe”, opera dello chef Lorenzo Bechis del ristorante “La Rosa Bianca” di Chieri, accompagnato questa volta dal Freisa di Chieri Doc dell’azienda agricola Emanuele Miglioretti di Pino Torinese.

 

Lazzarino: “Ecco le risorse che il PNRR potrà destinare al CAAT”

“I rincari di luce e gas, che si stanno palesando in maniera dirompente sulle bollette, in seguito alla guerra russo-ucraina – spiega il presidente del CAAT Marco Lazzarino – rischiano di avere un impatto devastante su tutto il settore e sulla filiera agroalimentare.

Per quanto concerne il CAAT, inoltre, purtroppo non siamo stati ricompresi tra i settori energivori, che beneficianodi crediti di imposta.

Sono, tuttavia, presenti dei costi enormi nel settore dei grandi centri agroalimentari causati dalle celle frigorifere, che sono estremamente energivore. Un esempio può essere rappresentato da un grossista, che l’anno scorso abbia ricevuto una fattura di 7800 euro e che quest’anno ne riceve una dell’importo di 20 mila euro”.

“Un primo tema che ritengo di fondamentale importanza – aggiunge il presidente del CAAT Marco Lazzarino –  riguarda, quindi, l’emergenza energetica. Italmercati, l’associazionenazionale dei mercati all’ingrosso, ha avanzato più volte pressanti richieste al governo centrale per far fronte a questa situazione e avviato azioni di sensibilizzazione in quanto il settore agroalimentare risulta di fondamentale importanza per gli utenti finali, rappresentati dalle famiglie. Il rischio più  grave è che le aziende chiudano o che i rincari, eccessivamente onerosi, si trasferiscano proprio sugli utenti finali. Ci troveremmo, così, costretti a constatare degli aumenti da parte degli operatori, trasferiti sui prodotti. Come CAAT abbiamo, fin dall’anno scorso,adottato una strategia di riduzione dei consumi elettrici, con investimenti mirati quali, ad esempio, il passaggio all’illuminazione a Led; nonostante ciò, la bolletta del CAAT passa da 540.000 euro a 1 milione di euro.

Per questo lanciamo un ulteriore allarme perché le istituzioni possano muoversi in maniera tempestiva per risolvere la situazione”.

“Le aziende – aggiunge il Presidente del CAAT Marco Lazzarino – rischiano di chiudere o di scaricare gli aumenti sui consumatori finali e solo il governo risulta in grado di dare un valido aiuto, in questo frangente.

Nell’ambito dei fondi previsti dal PNRR sono state stanziateimportanti risorse per sviluppare e proiettare nel futuro i Centri agroalimentari. Questo risultato è stato raggiunto grazie dall’intenso e costante rapporto intercorso tra i Centri Agroalimentari e il MIPAAF, il Ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo.

Grazie ad una positiva interlocuzione con questo Ministero è stata riconosciuta l’importanza strategica dei mercati all’ingrosso quali il CAAT ed è stato deciso da parte del Ministero di stanziare una dotazione finanziaria a fondo perduto di 150 milioni di euro, spalmati su tutti i mercati all’ingrosso nazionali.

Per ogni singolo progetto verranno stanziati fino a 10 milioni di euro; il decreto è già stato emesso e, a breve, verrà pubblicato il bando per l’assegnazione dei fondi.

Come CAAT ci eravamo portati avanti ed abbiamo nel cassetto progetti riguardanti la digitalizzazione, l’efficientamento energetico, l’ammodernamento della struttura e della logistica. Sono per questo ottimista circa la possibilità da parte nostra di poter accedere ai finanziamenti del PNRR.

Questo stanziamento è fondamentale per lo sviluppo di questa struttura e il CAAT approfitterà dei fondi messi a disposizione dalPNRR,  che dovranno essere erogati entro il 31 dicembre.

Il nostro scopo è quello di restituire un nuovo CAAT, capace di sfruttare appieno le potenzialità nel campo della digitalizzazione e di efficientamento energetico, attraverso impianti fotovoltaici e coibentazione della struttura”.

 

“Il Cda del CAAT – conclude il suo Presidente – si riunirà entro la fine del mese di settembre per analizzare e deliberare circa la strategia che consenta di sfruttare al massimo l’opportunità  offerta dai fondi del PNRR.

Il decreto di stanziamento dei fondi è già noto e entro novembre dovranno essere presentati i progetti, in quanto i fondi verranno assegnati entro il 31 dicembre di quest’anno “.

Nonostante le difficoltà dello scenario attuale sono fiducioso che il futuro del CAAT presenti grandi opportunità di crescita e di innovazione”.

 

Mara Martellotta