Il Festival Antonio Vivaldi, che sta coinvolgendo il pubblico torinese, e non solo, con concerti, mostre, proiezioni e incontri dedicati alla figura del grande compositore veneziano, è arrivato alla metà del suo percorso.
“Una fra le caratteristiche più rilevanti di questo Festival – evidenzia l’Assessora alla Cultura della Città di Torino, Francesca Leon – è il coinvolgimento di tante realtà culturali, e non soltanto musicali, che hanno permesso di creare un programma così vasto. Sono, infatti, ben 21 le Istituzioni e associazioni che sono state coinvolte. Un vero e proprio sistema che credo sia davvero un esempio di grande coesione di intenti che sarà da modello anche per altri eventi culturali”.
Ieri sera, con un tutto esaurito, il Teatro Regio ha messo in scena, per la prima volta nella sua storia, l’opera vivaldiana L’incoronazione di Dario, dramma in tre atti, su libretto di Adriano Morselli, con Ottavio Dantone alla direzione dell’Orchestra del Regio.
“Il fatto entusiasmante – sottolinea Gastón Fournier-Facio coordinatore del Festival Antonio Vivaldi – è che sono andati esauriti anche tutti i precedenti concerti: le Suonate a due violini di Leclair e Vivaldi, eseguite magnificamente al Conservatorio da Giuliano Carmignola e Mario Brunello, a cura dell’Unione Musicale, quelli dell’Archicembalo, dell’Associazione Concertante-Progetto Arte&Musica, dell’Ensemble d’Archi dell’Orchestra Sinfonia Nazionale della Rai e dell’Astrée dell’Accademia Montis Regalis presso l’Auditorium Vivaldi della Biblioteca Nazionale Universitaria (registrando code prima dell’apertura fino a Piazza Carignano); nonché il concerto dell’Associazione Culturale Organalia presso il Tempio Valdese, il concerto dell’Astrée presso il Castello di Miradolo(in occasione della raffinata mostra Tiepolo e il Settecento veneto), quello delle Otto Stagioni di Vivaldi e Piazzolla al Teatro Regio di Torino e quello dell’Orchestra Filarmonica di Torino al Conservatorio”.
Molto pubblico ha seguito anche le manifestazioni collaterali: L’approdo inaspettato (la grande mostra dei manoscritti torinesi di Vivaldi presso la Biblioteca Nazionale), gli Studi per l’Incoronazione (la mostra sul progetto dell’Accademia Albertina di Belle Arti per le scene e i costumi dell’operaL’incoronazione di Dario di Vivaldi presso il Teatro Regio), la presentazione del libro L’Affare Vivaldi di Federico Maria Sardelli sul destino dei manoscritti autografi di Vivaldi custoditi dalla Biblioteca Nazionale Universitaria (presso la stessa Biblioteca e alla presenza dell’autore), l’Intervista impossibile ad Antonio Vivaldi a cura dell’Associazione Baretti (sempre alla Biblioteca Nazionale), e la Conversazione di Simone Solinas con il direttore d’orchestra Ottavio Dantone e il regista Leo Muscato, responsabili del nuovo allestimento di L’incoronazione di Dario, presso il Piccolo Regio Puccini. “Sapevamo della grande popolarità della musica del Prete Rosso, – conclude Gastón Fournier-Facio –ma vedere tutta la città di Torino, giorno dopo giorno, seguire con tale entusiasmo, al di là di ogni aspettativa, ognuna delle diverse manifestazioni di un Festival così denso e nutrito, è un fatto incoraggiante, che dimostra ancora una volta lo spessore della cultura torinese”. “Grande successo hanno riscontrato anche le dirette su Facebook. Questa formula innovativa – evidenzia l’Assessora Leon – ha raggiunto l’obiettivo di coinvolgere nuove fasce di spettatori e di promuovere il Festival Antonio Vivaldi e Torino. Infatti, oltre 27mila sono state le visualizzazioni per i primi cinque concerti e quindi anche l’utilizzo di Facebook ha avvicinato Vivaldi a nuovi pubblici”. Il format su Facebook, a cura della Città di Torino, dà la possibilità di ascoltare una breve presentazione del concerto, con il contributo di un’intervistatrice e di un artista, assistendo ai primi minuti dell’esibizione musicale all’indirizzo: www.facebook.com/cittaditorino
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Il Festival Antonio Vivaldi continuerà fino al 23 aprile.
Il centro storico di Giaveno si veste d’arte. Le facciate di alcuni suoi edifici verranno, infatti, impreziosite con affreschi che riproducono le litografie realizzate da Francesco Gonin per l’edizione “quarantana”, l’editio princeps, de “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni, pubblicata nel 1840.
Civico Museo Manzoniano nella sala IX.
Presentazione del graphic novel “Il tram. Cronaca di una giornata sotto le bombe” di Roberto Albertini e del volume “Il tram va alla guerra” di Simone Schiavi e Antonio Accattatis Giovedì 13 aprile, ore 18 Sala conferenze – Palazzo San Celso, corso Valdocco 4/A
Una bandiera accoglie i visitatori. In tinta arancio interrotta da una sola implacabile struggente striscia nera, è la “bandiera dei rifugiati”, disegnata dall’artista siriana Yara Said (fatta sventolare per la prima volta dal Team dei Rifugiati ai Giochi di Rio 2016) e che vuole essere un chiaro riferimento al giubbotto salvagente indossato dai migranti
Iniziate tutte da un “viaggio”. Da strazianti e insicure “fughe” dalla guerra, dalla fame, da massacri e miserie senza limiti; in balia di destini che hanno spesso il volto dell’indifferenza, di muri d’acqua mortali o di terre “altre” ben lontane da quella ricercata “geografia emotiva” (il vero luogo d’origine) che tutti sperano di incontrare; addosso e nei cuori solo incertezze per un futuro in molti casi privo di solidarietà e d’ogni sentore di pietas umana. Tutto questo può essere letto nella toccante mostra allestita alla “Merz”, che nasce dal progetto di ricerca BABE (“Bodies Across Borders: Oral and Visual Memory in Europe and Beyond”), finanziato dal Consiglio Europeo della Ricerca presso l’Istituto Universitario Europeo di Firenze, e diretto da Luisa Passerini. Avviato quattro anni fa, il progetto è scrupolosamente documentato in rassegna attraverso un variegato e toccante materiale – fatto di interviste, filmati, disegni e fotografie – raccolto in Italia e in
Olanda. Le interviste riportano anche le riflessioni di studenti e docenti delle scuole dedicate all’insegnamento della lingua italiana e olandese; altre, di grande interesse, sono state realizzate all’interno delle comunità di migranti più numerose in Europa (come quella peruviana) o di maggior peso per la storia del colonialismo italiano ed olandese, come quelle del Corno d’Africa e dell’Indonesia. Narrazioni e immagini “che incrociandosi con le nostre possono costruire nuove memorie europee”. Per questo motivo, i visitatori sono anche invitati a interagire attivamente, lasciando su lunghi tavoloni predisposti all’occorrenza le loro riflessioni e i loro personali disegni. Perché in fondo “le emergenze – come sottolinea Gustavo Zagrebelsky – ci chiedono, affinché non se ne sia semplicemente travolti, di cercare parole e categorie per affrontare il mondo e sperimentare nuove forme di azione comune”.
Trent’anni fa, l’11 aprile 1987 moriva suicida a Torino Primo Levi, autore de “
Le poesie di Alessia Savoini
pronunziare
Di Pier Franco Quaglieni
IL PROGRAMMA DELLA RASSEGNA MUSICALE