Giunta alla sua 5a edizione, la rassegna tutta dedicata ai cortometraggi piemontesi TOO SHORT TO WAIT : anteprima Spazio Piemonte, si conferma essere molto più di un evento ‘pre-festival’ che anticipa ilgLocal Film Festival (8 – 12 marzo). Anche quest’anno TSTW offrirà al pubblico l’occasione unica di vedere sullo stesso schermo, estetiche, generi e approcci molto diversi tra loro racchiusi in 109 film rigorosamente brevi e concentrati in 1.000 minuti di proiezione. Un privilegio che è una delle prerogative del cortometraggio.

Da mercoledì 8 a domenica 12 febbraio, TOO SHORT TO WAIT porterà sullo schermo della sala Il Movie (Via Cagliari 40/e, Torino) i 109 CORTOMETRAGGI che si sono iscritti a SPAZIO PIEMONTE – sezione competitiva riservata alle opere piemontesi sotto i 30’ realizzate nel 2016 – per dare a ognuno dei film partecipanti l’occasione di mostrarsi al cinema, ma anche per far ritrovare allo spettatore la dimensione autentica della fruzione cinematografica, anche quando il film che si sta per guardare richiede pochi minuti d’attenzione e magari è stato pensato per Youtube. Insomma, un vero banco di prova per tutti coloro che, alle prime armi o esperti frequentatori del formato breve, si mettono dietro a un obiettivo e, con TOO SHORT TO WAIT, avranno davanti a sé un pubblico in carne e ossa.La volontà di sostenere i cortometraggi ha fatto nascere, già lo scorso anno, la collaborazione con il CNC Centro Nazionale del Cortometraggio e gli appuntamenti CORSI CORTI. PICCOLE STORIE DI CINEMA. Tra aneddoti e consigli pratici, quattro registi affermati incontrano il pubblico per raccontargli degli esordi e come hanno mosso i primi passi: delle masterclass in versione sintetica con Alessandro Amaducci(mercoledì 8), Tonino De Bernardi (giovedì 9), Enrico Bisi (venerdì 10) e Adonella Marena (sabato 11).
: IL PROGRAMMA : 109 CORTI IN 5 GIORNI :
Appuntamento ormai fisso nel calendario culturale torinese, TSTW propone 15 blocchi di proiezioni per 5 giorni – dall’8 al 12 febbraio alle ore 17.30, 19.30 e 21.30 – durante i quali verranno mostrati tutti i 109 corti iscritti, di cui solo i migliori 20 verranno selezionati per la finale al 16° gLocal Film Festival (8 – 12 marzo). Seguendo la naturale eterogeneità delle opere in concorso, che coprono le diverse sfumature dei generi cinematografici e affrontano le tematiche più disparate, il programma di TSTW propone proiezioni dai nomi Thrills&Nightmares, Cartoon&Videoclip, Stories, Doc, Comedy e Young&School per guidare lo spettatore ad immergersi in questa lunga rassegna di cinema breve. I titoli in programma sono documentari (GHETTO PSA di Rossella Schillaci, che parla di Jacob arrivato in Italia a 11 anni, oggi educatore in un centro per richiedenti asilo) o film biografici (Cosimo di Matt Gorelli, sulla vita di Cosimo Cavallo, in arte Fabio Elettroni, artista divenuto un simbolo di Torino), horror (Brother di Emanuele Quaglia, ruota attorno a inquietanti email dall’aldilà) o western (Royal Flush di Stefano Pedroli e Walter Perrone in cui i componenti di una scala reale si trovano a combattere contro tornei di poker truccati), fantascienza (Water Hunters di Massimo Ottoni e Salvatore Centoducati, dove un futuro distopico fa da sfondo a tematiche ambientaliste) e avventura (La grande fregata di Domenico Bruzzese racconta di una banda di ladri a loro volta truffati), animazione (Merletti e borotalco di Riccardo Di Mario, Lilia Miceli, Anna Peronetto e Sara Tarquini, che affronta stereotipi di genere confrontando costumi di diverse epoche).

: FATTORE PIEMONTE :
La produzione regionale si conferma vivace e variegata grazie anche a realtà come il Centro Sperimentale di Cinematografia – Dipartimento di Animazione e Film Commission Torino Piemonte, con lo Short Film Fund. Più del 60% dei lavori arriva da Torino e provincia, mentre le altre si dividono equamente la parte restante, con una presenza più significativa di lavori dalla provincia di Cuneo.
: VOLTI NOTI E GRANDI STORIE PER PICCOLI FILM :
Non mancano, tra apparizioni fugaci o vere e proprie interpretazioni, volti famosi del grande schermo, della tv o del teatro che si prestano al cortometraggio. È il caso di Franco Nero, protagonista di Along the River di Daniele Nicolosi; Ego di Lorenza Indovina interpretato da Rolando Ravello (Perfetti Sconosciuti, Diaz) e Elena Arvigo (Mangia, prega, ama, Tutta la vita davanti); L’ora di lezione di Luca Brunetti ruota completamente attorno al ruolo impersonato da Giulio Base (Caro diario, Tutti pazzi per amore 2) e spicca anche Margherita Fumero (Il diavolo e l’acquasanta, Camera Café); Il mare si ritira di Simone Rivoire con Fabrizio Falco, giovane attore rivelazione a Venezia con il film della torinese Irene Dionisio Le ultime cose.
: FESTIVAL E ANTEPRIME :
Tra i titoli si contano ben 38 anteprime assolute e diversi corti che, prima di approdare a TSTW, hanno girato festival italiani e internazionali portando con sé un po’ di Piemonte e arricchendo anche il proprio palmares, come Clichè di Lucio Laugelli e Errico D’Andrea (in lizza ai David di Donatello 2017), Along the River di Daniele Nicolosi (partecipazione tra gli altri al Los Angeles CineFest e al Miami Independent Film Festival, nomination Miglior attore protagonista a Franco Nero al The Wild Bunch Film Festival e vincitore di Special Marquee Award all’American Movie Awards 2016 e della Honorable Mention ai Global Shorts di Los Angeles 2016), WHAT WEEE ARE. WEEEdroponics di Alessio De Marchi e Alessandra Turcato (London Short Festival), An Afterthought di Matteo Bernardini (presentato al Giffoni Film Festival 2016, ha partecipato a Bucheon Intl Fantastic Film Festival in Sud Corea e Festival de Cine Italiano del Madrid dove ha vinto la Menzione Speciale della Giuria), Quello che non si vede di Dario Samuele Leone (presentato allo Short Film Corner di Cannes 2016 e all’ultima Mostra del Cinema di Venezia).
: PREMI E GIURIE :
Delle 109 opere brevi di TSTW le 5 più votate dal pubblico e 15 selezionate da Chiara Pellegrini e Roberta Pozza (curatrici di Spazio Piemonte) comporranno la rosa dei 20 che accederanno alla fase finale del gLocal Film Festival (8-12 marzo) e gareggeranno per i premi del concorso Spazio Piemonte. In palio il Premio Torèt Miglior Cortometraggio (1.500 €), oltre a Premio ODS – Miglior Attore, Premio ODS – Miglior Attrice, Miglior Corto d’Animazione e Miglior Cortometraggio Scuole assegnati dalla giuria presieduta dallo sceneggiatore Nicola Guaglianone (Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, Indivisibilidi Edoardo De Angelis, Suburra la serie) e composta da Greta Fornari (project manager TorinoFilmLab e Sales Agent della torinese Lights On), Marco Mastino (ideatore e curatore di Cinemautismo), Riccardo Plaisant (direttore artistico di Skepto Intl Film Festival) e Camilla Ravina (project manager FIP Film Investimenti Piemonte). I finalisti potranno gareggiare anche per i premi assegnati dalle giurie speciali partner del festival: Premio Machiavelli Music Publishing – Miglior Colonna Sonora, Premio Cinemaitaliano.info – Miglior Corto Documentario, Premio Scuola Holden – Miglior Sceneggiatura assegnato dal Primo Anno di Filmaking del Biennio in Storytelling & Performing Arts della Scuola Holden e il Premio del Pubblico. Inoltre, anche quest’anno Piemonte Movie e Seeyousound International Music Film Festival sceglieranno il migliore videoclip local tra i 27 in programma a Too Short to Wait. Il prescelto accederà di diritto alla fase finale di marzo del gLocal Film Festival e riceverà il Premio Videoclip Piemonte SYS.
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TOO SHORT TO WAIT : anteprima Spazio Piemonte : gLocal Film Festival
8 – 12 febbraio 2017 : Il Movie (via Cagliari 40/e – Torino)
Ingresso 4 € – Ridotto Aiace 3 € – Gratuito per i soci Piemonte Movie
INFO: www.piemontemovie.com – segreteria@piemontemovie.com – 328.845.82.81 – facebook.com/PiemonteMoviegLoc
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TSTW – gLocal Film Festival 2017 è organizzato da Associazione Piemonte Movie, con Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – MiBACT, Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Città di Torino, Fondazione Crt, Film Commission Torino Piemonte, Museo Nazionale del Cinema, Torino Film Festival, Seeyousound, Centro Nazionale del Cortometraggio. Main Partner ODS. Main Sponsor Compagnia dei Caraibi (Vermouth Carlo Alberto e Prairie Spirits).
L’opera, scritta da Luc Plamondon e musicata da Riccardo Cocciante è tratta dall’omonimo romanzo di Victor Hugo
2017. L’opera, scritta da Luc Plamondon e musicata da Riccardo Cocciante è tratta dall’omonimo romanzo di Victor Hugo. La storia narrata dal grande scrittore francese si svolge nel 1482 e vede protagonisti Quasimodo, il campanaro gobbo della famosa cattedrale parigina, la giovane e bellissima zingara Esmeralda e il malvagio arcivescovo Frollo. Scenario principale degli eventi è la cattedrale di Notre Dame, capolavoro dell’arte gotica, affascinante esempio di architettura nella quale si alternano motivi ornamentali e gargoyle. Cocciante e Plamondon realizzarono quest’opera per il puro piacere di scrivere musica, senza pensare a trasformarla in forma scenica. Al termine del lavoro decisero di creare uno spettacolo teatrale che ha avuto un successo travolgente, a partire dal debutto, nel 1998, a Parigi, fino ad oggi.
Si racconta abbia scattato la sua prima foto semplicemente a una pila di ciottoli ammucchiati a terra per l’occasione. Era il 1928 e Robert Doisneau aveva solo 16 anni
Sabato 28 gennaio nel Salone d’onore dell’Accademia Albertina, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico2016 – 2017 alla presenza della Ministra dell’Istruzione Università e Ricerca Valeria Fedeli sono stati conferiti i diplomi honoris causa a tre importanti protagonisti dell’arte e della cultura italiana
Paolini, dalla storica dell’arte e curatrice, Maria Teresa Roberto, docente dell’Accademia Albertina e per la coppia Ferretti – Lo Schiavo dallo stesso Direttore Bitonti, regista e docente di Regia e Storia del Cinema. Erano presenti e sono intervenuti la Sindaca della Città Chiara Appendino, il Presidente della Regione Sergio Chiamparino, ill Rettore dell’università Gianmaria Ajani, il Rettore del Politecnico Marco Gilli, il Presidente del Conservatorio Valentino Castellani e il Direttore Marco
Zuccarini. Nei panni della cerimoniera l’attrice Mita Medici. La Ministra Fedeli nel corso della cerimonia ha colto l’occasione per annunciare la nascita del Polo dell’Arte,una nuova grande realtà educativa culturale, che avrà luogo dall’accorpamento dell’Accademia Albertina e del Conservatorio. Nel suo personale intervento Dante Ferretti (vincitore
insieme alla moglie di tre premi Oscar: The Aviator nel 2004, Sweeney Todd nel 2008, Hugo Cabret nel 2012) ha dichiarato di essere orgoglioso di ricevere un premio così prestigioso e ha ricordato i criteri da lui seguiti nel processo di costruzione scenica attraverso la massima attenzione e studio del periodo storico considerato in un approccio di totale immersione.”Mi immergo nella ricerca come fossi un artista dell’epoca”. Ricordiamo anche le parole significative di Giulio Paolini, che nella sua prolusione ha detto che “la parola dell’arte è il silenzio. Penso sia superata la stagione delle prediche liberatorie…Ritengo che nessuno sia in grado di ‘fare arte’ perchè è l’opera, essa stessa, ad accedere alla cifra segreta e immutabile della propria esistenza”. 


Per la dignità della storia della cultura del nostro paese, che vuole cambiare per un definitivo passaggio giuridico e legale
Nell’ambito delle iniziative del Giorno del Ricordo 2017e del 70° Anniversario del Trattato di Pace,
Consiglio Regionale del Piemonte, Nino Boeti, il Presidente Polo del ’900, Sergio Soave, e Antonio Vatta dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia. Tra il dicembre 1946 e il marzo 1947, circa 28.000 dei 32.000 abitanti di Pola abbandonano la città dirigendosi lungo le sponde italiane del Mare Adriatico. A trascinarli via dalle loro case la notizia dell’imminente firma del Trattato di Pace di Parigi che, oltre a Pola, avrebbe assegnato alla Jugoslavia di Tito anche Fiume, Zara e quasi tutta la restante parte dell’Istria. Un flusso imponente che costituisce uno dei momenti più rappresentativi, anche sul
piano simbolico, dell’esodo giuliano-dalmata. Attingendo dal prezioso patrimonio dei cinegiornali dell’Istituto Luce, intrecciato con documenti d’archivio, immagini e contributi letterari, il documentario ripercorre, a settant’anni da quegli eventi, le vicende dell’esodo da Pola e quelle legate all’arrivo, all’accoglienza e alla difficile integrazione dei suoi esuli sul territorio italiano, inserendole nella cornice degli spostamenti forzati di popolazione che disegnano il frastagliato scenario dell’Europa post-bellica.Un lavoro importante, idoneo a celebrare nel miglior modo possibile il Giorno del Ricordo, cogliendo i riflessi e le sfumature di una delle pagine più drammatiche della storia italiana.
Le trame dei film nelle sale di Torino
perfido tedesco, e Max Vatan, comandante d’aviazione di origine canadese e al servizio dell’Intelligence inglese. Avventure e amore tra i due, il trasferimento a Londra, un matrimonio e una bambina partorita sotto i bombardamenti. Ma ad un certo punto della storia iniziano gli indizi e i dubbi e forse non tutto è come sembra. Film perfetto, secondo i sacrosanti canoni dello spionaggio, tensioni e necessità di indagare (anche da parte dello spettatore), il Brad che comincia a far intravedere le rughe e gli anni, la Cotillard magnifica come sua abitudine. Durata 124 minuti. (Massaua, Eliseo Rosso, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)
linguista di chiara fama, guida con il fisico Donnelly un gruppo di studiosi per instaurare un linguaggio, attraverso simboli scritti, e un rapporto con gli alieni occupanti di un oggetto misterioso proveniente dall’universo e atterrato nel Montana. Successo a Venezia, la Adams in odore di Oscar: e il regista è uno dei migliori nomi in circolazione nel panorama cinematografico di oggi, qualsiasi generi tocchi (“La donna che canta”, “Prisoners”, “Sicario”, in attesa di “Blade Runner 2049”). Insomma, una garanzia. Durata 116 minuti. (Ambrosio sala 2, Massaua, F.lli Marx sala Chico, Greenwich sala 1, Ideal, The Space, Uci anche V.O.)
Assassin’s Creed – Avventura. Regia di Justin Kurzel, con Michael Fassbender e Marion Cotillard. Un’occasione per riunire il regista e gli interpreti di “Macbeth”, qui Fassbender in veste anche di coproduttore. Tratto dall’omonimo videogioco, il film è la storia del criminale Callum Lynch, segretamente salvato da una condanna a morte da un’organizzazione che è la moderna reincarnazione dell’Ordine dei Templari. È costretto da costoro a utilizzare l’Animus, un macchinario cui sovrintende la scienziata Sophia e che gli permette di rivivere i ricordi di un suo antenato, Aguillar de Nerha, un Assassino, vissuto nella Spagna del XV secolo. Durata 115 minuti. (Uci)
coniugi, Emad e Rana, sono costretti a abbandonare il loro appartamento a causa di un cedimento strutturale dell’edificio. Nella ricerca di una nuova abitazione, vengono aiutati da un collega che con loro recita in una messa in scena di “Morte di un commesso viaggiatore” di Miller, un dramma di sogni e di disfacimenti morali e familiari. Nel nuovo alloggio, in precedenza abitato da una donna di dubbia reputazione, Rana subisce un’aggressione: se la donna ne esce duramente colpita non soltanto nel corpo ma soprattutto nello spirito per poi poco a poco quietamente rappacificarsi, da quel momento per Emad inizia una ricerca dell’aggressore, una esplicita vendetta in cui non vuole coinvolgere la polizia. Un capolavoro di ferma scrittura, di analisi, di descrizione dei piccoli, impercettibili fatti quotidiani, delle emozioni positive e negative che possono attraversare l’animo umano. Premiato a Cannes per la miglior sceneggiatura e l’interpretazione maschile. Durata 124 minuti. (Nazionale sala 2)
Collateral beauty – Commedia drammatica. Regia di David Frankel, con Will Smith, Helen Mirren, Keira Knightley, Edward Norton e Kate Winslet. Nella New York di oggi, il pubblicitario Howard non riesce ad accettare la morte della sua bambina e tenta di ritrovare un salvifico sfogo nelle lettere che scrive e indirizza ad Amore, Morte e Tempo: gli amici, nella speranza di alleviarne il dolore, altro non fanno che ingaggiare tre attori che, impersonando gli stessi specifici concetti, gli suggeriscano le soluzioni più adatte alla sopravvivenza non troppo infelice. Durata 94 minuti. (Ideal, Lux sala 2, The Space, Uci)
diciassettenne Lucinda è accusata di un crimine che non ha commesso e per questo è rinchiusa in riformatorio. Qui incontra due giovani mentre inizia ad avere strane visioni che le faranno scoprire il suo passato e la vera natura dei due ragazzi. Durata 91 minuti. (Massaua, The Space, Uci)
Florence – Commedia. Regia di Stephen Frears, con Meryl Streep e Hugh Grant. Nella New York anni Quaranta, la storia vera di Florence Foster Jenkins, del suo appartenere all’altoborghesia americana, delle sue ricchezze, della sua passione per il bel canto. Ma la signora era alquanto stonata: tuttavia gli amici fidati presenziavano ai suoi concerti in stato di estasi, i critici venivano zittiti dal marito-manager. L’apoteosi avvenne al Carnagie Hall, con un pubblico in visibilio. Sguardo del cinema hollywoodiano su un personaggio toccato con (ben altra) grazia e humour da quello francese, con “Marguerite”, nella scorsa stagione. Dal regista di “Philomena” e “The Queen”. Prodotto di tutto rispetto, con qualche pennellata di limpido divertimento, gradevole nella descrizione di una società immersa nei tanti vizi e nelle piccole virtù: ma ogni cosa sembra essere presentata e detta sopra le righe, a cominciare dall’interpretazione della Streep, per una volta priva di certe minime sfaccettature che l’hanno sempre resa grande, donna affetta senza mezze misure da protagonismo, macchietta a tutto tondo, folle ed eccessivamente sognatrice. Se dovessimo scegliere la punta di diamante dell’intero film indicheremmo senz’altro il ritrattino del suo accompagnatore al pianoforte, l’eccellente, sbalordito e divertito Simon Helberg, dimenticato dalla cinquina degli Oscar. Durata 111 minuti. (Greenwich sala 3)
ragazzi in cerca di sogni realizzati e di successo, lui, Sebastian, è un pianista jazz, lei, Mia, un’aspirante attrice che continua a fare provini. Si incontrano a Los Angeles e si innamorano. Musica e canzoni, uno sguardo al passato, al cinema di Stanley Donen e Vincent Minnelli senza tener fuori il francese Jacques Demy, troppo presto dimenticato. E’ già stato un grande successo ai Globe, sette nomination sette premi, e adesso c’è la grande corsa agli Oscar, dove la storia fortemente voluta e inseguita dall’autore di “Whiplash” rischia di sbaragliare alla grande torri gli avversari: 14 candidature. Durata128 minuti. (Ambrosio sala 1, Centrale (V.O.), Due Giardini sala Nirvana e Ombrerosse, Eliseo Grande, F.lli Marx sala Groucho e Harpo, Reposi, The Space, Uci)
Lion – La strada verso casa – Drammatico. Regia di Garth Davis, con Dev Patel, Rooney Mara e Nicole Kidman. Il piccolo Saroo, disubbidendo alla madre e cercando di seguire il fratello più grande, si addormenta su di un treno, nel buio della notte, e si ritrova a Calcutta, solo e incapace di spiegare da dove venga e quel che gli è successo. L’adozione da parte di una coppia australiana gli risparmia l’orfanotrofio: ma una volta arrivati i venticinque anni, il desiderio di rintracciare la sua vera famiglia lo condurrà ad una lunga ricerca. Tratto da una storia vera. Durata 120 minuti. (Eliseo Blu, Romano sala 2)
Oceania – Animazione. Regia di John Musker e Ron Clements. Coraggiosa, femminista che la metà basta, non certo alla ricerca del principe azzurro, la principessa Vaiana sogna di poter andare ben oltre la barriera corallina per avventurarsi nell’oceano. La sua prima sfida è salvare il suo popolo dalle malefatte del vanitosissime semidio Maui che per avere un giorno rubato il cuore di una dea rischia ora di portare quel paradiso terrestre all’aridità. Ma l’eroina è pronta combattere e a vincere. Durata 127 minuti. (Massaua, Uci)
L’ora legale – Commedia. Interpretazione e regia di Ficarra e Picone, con Leo Gullotta e Tony Sperandeo. Votazioni per l’elezione del sindaco a Pietrammare. Ma le cose vanno davvero male se quello in carica è maneggione e colluso e quello candidato i comizi li pronuncia al grido di “Onestà, onestà”. Persino il parroco, prima convinto di un cambiamento radicale, diviene avversario senza se e senza ma quando il vincitore gli impone di pagare l’IMU sulla chiesa che lui ha trasformato in albergo. Durata 90 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)
Ambientato nella prima metà del XVII secolo. Due giovani sacerdoti gesuiti, padre Rodrigues e padre Garrupe, si recano nel lontano Giappone per svolgere opera di evangelizzazione e alla ricerca di chi li ha istruiti e guidati, il padre Ferreira. Incontrano una terra dove i cristiani sono perseguitati, costretti ad abiurare la propria fede o a subire il martirio. I dubbi, le certezze che cominciano a non essere più tali, la presenza/assenza di un Dio che non interviene o non cancella il Male, la solitudine: al termine, un ritrovato padre Ferreira che già s’è allontanato dalla Chiesa troverà un fertile terreno nelle debolezze di Rodrigues, che più di tutti ha lottato e creduto nel proprio apostolato. Durata 161 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, F.lli Marx sala Groucho, Reposi, Romano sala 1, Uci)
che unisce in sé 23 diverse personalità, che si alternano nella mente e nel corpo, in cura da una psicologa che non ha compreso come in lui stia sempre più prendendo importanza la ventiquattresima, la Bestia, la più pericolosa, che tende a sovrastare ogni altra. Un giorno Kevin rapisce tre ragazze. L’autore del “Sesto senso” e di “The village” gioca con i differenti generi, dal thriller al soprannaturale, dal dramma psicologico allo studio medico, non dimenticando Lynch o il viso e la risata del Nicholson di “Shining”. Durata 116 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci)
Voce recitante per il Concerto della Giornata della Memoria
questa parte viene affidata a un baritono, questa volta all’attore Gabriele Lavia, che di recente si è cimentato nella regia dei Pagliacci di Leoncavallo, sempre nell’ambito della stagione lirica del Teatro Regio di Torino. Lavia ha previsto ritmi di estrema precisione e l’orchestra farà ampio uso di tamburi, castagnette, xilofono, tutti strumenti di forte impatto drammatico. Nel finale si levera’ un coro maschile in lingua ebraica.