CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 814

Raoul Bova e Chiara Francini, prove per una coppia

È un po’ come per un attimo voler cambiare pelle, ha detto in un’intervista che è come riabituarti a certi muscoli che da troppo tempo non hai più messo in funzione. Le commedie italiane, quelle delle tante risate e delle troppe occasioni buttate via, non sempre spremono al botteghino tutto quel che si era sperato, i cliché alla fine vengono a noia, l’etichetta di sex symbol non parliamone e allora ecco che Raoul Bova vuole riscoprire se stesso e si ributta sul teatro e su quei palcoscenici che da vent’anni non frequenta. Lo fa tuttavia con una cert’aria di cinema che lo circonda, grazie innanzitutto a Luca Miniero (volato al successo con la benedetta accoppiata di Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord fino al recente Non c’è più religione e qui al suo debutto teatrale) che lo dirige, con Daniele Ciprì che cura il disegno luci, con una partner come Chiara Francini, quel tanto di sexy e di ironia che non guasta, che da Pieraccioni a Spike Lee, da Brizzi a Vanzina, da Sindoni a Sollima a Longoni sfoglia prove positive sul grande e sul piccolo schermo, per tacere di un applaudissimo Ti ho sposato per allegria che l’ha avvicinata con intelligenza e humour quattro anni fa al mondo della Ginzburg.

Bova-Francini accoppiata vincente, quindi. Il titolo scelto è Due, scritto da Miniero e Smeriglia, da domani a domenica sul palcoscenico dell’Alfieri per la stagione di Torino Spettacoli (venerdì 7 alle ore 20,45, sabato 8 doppio spettacolo alle 15,30 e alle 20,45, domenica ore 15,30). Un atto di confessione, 80’ filati sulla coppia, un interrogarsi sul passato e soprattutto sul futuro, la necessità di mettere in campo le difficoltà che si incontrano sin dal primo giorno, il peso della vita quotidiana. Una stanza vuota dentro cui si sta formando una convivenza, un rapporto a due, con Marco alle prese con il montaggio di un letto matrimoniale, con Paola che lo interroga sugli anni da vivere insieme, con la curiosità di sapere come sarà il suo uomo tra vent’anni. Già, la fatidica domanda: “Come saremo tra vent’anni?”. L’universo maschile e quello femminile, il modo geneticamente diverso di affrontare le cose, la visione della vita che si rispecchia nelle differenti concezioni di lui e di lei, la fatica e il piacere di stare insieme, l’apporto dell’altra umanità, i genitori, gli amanti, i figli, gli amici, tutti evocati nelle immagini del prima e del poi e tutti pronti a turbare la loro serenità. “Presenze interpretate dagli stessi due protagonisti – spiega Luca Miniero – che accompagneranno fisicamente in scena dei cartonati con le varie persone evocate dai loro dialoghi. Presenze, forse ingombranti, forse rifiutate, forse accettate, tutte a popolare con i due attori il palcoscenico, immagine della vita di una coppia come possono essere le mille che conosciamo e ci circondano, costruita a fatica e a volte insensata. Perché non sempre ci accorgiamo che in due siamo molti di più. E montare un letto con tutte queste persone intorno, anzi paure, non sarà mica una passeggiata”.

 

Elio Rabbione

Cinque lustri per Piazzolla, Torino a tutto tango

Nel 2017 cade il venticinquennale della scomparsa di Astor Piazzolla. A Torino, capitale italiana del tango, un pomeriggio nel cuore popolare taurinense tra botteghe dalle atmosfere vintage e modernariato, per la Prima italiana di un concerto performance reading – e con ballo per tutti – per condividere l’amore, le passioni e gli scontri dell’Anima musicale più controversa del tango. Nel quartiere di Borgo Dora, dove è nato il primo festival di tango di strada a Torino, debutta “CINQUE LUSTRI PER PIAZZOLLA” il tributo collettivo tra musica, ballo e teatrodanza per il venticinquennale della scomparsa del creatore di Libertango. Domenica 9 aprile ore 15 – 20 In occasione del Gran Balon, l’Associazione Commercianti Balon presenta nel Cortile del Maglio in anteprima italiana il concerto reading spettacolo PIAZZOLLA’S DAEDALUS con Piazzolla Modern Quartet diretto dal M° Raffaele Tavano, Etnotango LCMM Friends e i diplomati scuola Holden Giulia Filippone e Francesco Nappi. Soggetto, regia e voce narrante di Monica Mantelli. Opere a palco dell’artista Dovilio Brero. Ma il ricco pomeriggio non finisce qui poiché è prevista una Milonga in Bianco per gli appassionati tangueros provenienti da varie parti d’ Italia per celebrare il Maestro fondatore del Tango Nuevo. Ampia pista in linoleum per ballare e aperitivo convenzionato nei locali del Borgo. L’iniziativa ha il patrocinio di Circoscrizione 7, l’ingresso è libero.

Massimo Iaretti

(foto: il Torinese)

 

 

Le star di Zelig a Eataly Lingotto

Ritorna con un cast d’eccezione l’immancabile appuntamento con Zelig Lab a Eataly Lingotto. Per continuare a festeggiare i 10 anni di Eataly, sono dieci i comici che si esibiranno sul palco della sala Punt&Mes presentati da Elisabetta Gullì: una vera “bomba” artistica con i big Mammuth da Zelig Circus, la straordinaria Federica Ferrero da Zelig Event, il vocalist Barbie Bubu, Leo Mas da Zelig Lab Emilia Romagna, Vito Garofalo da Zelig Off, Marco Turano da Eccezionale Veramente, Michele Di Dedda, Francesco Cecere, Pippo Ricciardi e Raffaella Fiorerosso.

 

Tra i torinesi che si esibiranno spiccano Federica Ferrero e i Mammuth.

Federica, autrice e interprete di numerosi personaggi e sketch comici, debutta in TV con Central Station nel 2011/2012 per poi arrivare a Zelig Off nel 2012 e Zelig 1 col personaggio della Dottoressa Ferrero, brevettatrice di oggetti alquanto insoliti e di dubbia utilità. Nel 2016 approda alla trasmissione in prima serata Zelig Event come monologhista.

I Mammuth sono Diego Casale e Fabio Rossini. Iniziano il loro viaggio nel 2004 quando partecipano a “Scherzi a parte – Il castello – Un reality a parte”. Nel 2006 in prima serata è “la loro volta” in Zelig Circus, e sempre lo stesso anno Torino li vede ospiti delle premiazioni delle Olimpiadi invernali. Nel 2008 sono a Zelig Off e nel 2013 tornano nella loro città per girare “La Luna su Torino” di Davide Ferrario.

 

Le serate di Zelig Lab a Eataly sono un evento aperto a tutti. L’ingresso è libero ed è necessario dotarsi di pass, che potrà essere ritirato presso l’info-point di Eataly Lingotto dalle ore 19.00. A partire dalle ore 21 appuntamento presso la sala Punt&Mes.

Per l’occasione i Ristorantini, il wine bar Pane&Vino, la Birreria e gli altri punti ristoro di Eataly Lingotto saranno aperti con il consueto orario per offrire al pubblico il miglior servizio possibile. Inoltre in sala Punt&Mes sarà allestito un Bar, con una ricca proposta tra vino, caffè dalla selezione Vergnano e fresche bibite per allietare gli spettatori durante l’Intervallo dello spettacolo.

 

L’evento è realizzato in collaborazione con Caffè Vergnano.

 

Prossimo appuntamento giovedì 20 aprile 2017.

17.23 in piazza San Carlo

Le poesie di Alessia Savoini
Solenni e muti,
Fermi nei monocromatici corpi
Recitano l’accaduto,
Ornamento su pareti
Ed eretti su marmi
Volgono lo sguardo ai passanti,
Spento, tacito, freddo.
Il vento non smuove le vesti
Il corso delle cose non distoglie loro lo sguardo
Rappresentanti di un’epoca
Testimoni di storie che giovani uomini si raccontano.
Sotto quei gradini,
Sulle terrazze di antichi palazzi,
Come se quel pezzo di storia nella roccia fosse l’unico degno di nota.
Ma al tempo e ai passanti
Quel momento sfugge
E a volatili e vandali non importa.

Oxana Kichenko: dal Bolshoi di Mosca a Torino

Da alcuni mesi l’Ice Club Torino asd, diretto da Claudia Masoero, si avvale della collaborazione di una ballerina di fama internazionale, Oxana Kichenko, che segue le atlete della squadra agonistica fuori dal ghiaccio, impartendo loro lezioni di balletto, un momento formativo che si ispira al modello russo nel quale danza e pattinaggio vengono fusi per ottenere l’eleganza dei movimenti, la grazia dei passi, la leggerezza delle movenze.

Oxana Kichenko, ballerina classica e moderna, è entrata a 17 anni a far parte della compagnia del Bolshoi Ballet Theatre, con il quale ha danzato per otto anni tutto il repertorio classico e i balletti di Grigorovitch, Vladimir Vassiliev, Michail Lavrosky, Maya Plissetskaya, Assaf Messerer e molti altri e ha partecipato alle tournée con il Bolshoi Ballet in tutto il mondo. Attualmente tiene corsi di alta formazione accademica presso il Centro di cultura contemporanea di Torino ex birrificio Metzger, previa prova di ammissione (www.oxanakichenko.com). La incontriamo per parlare con lei della sua carriera di ballerina e della sua esperienza nel mondo del pattinaggio.

 

 

Quando ha iniziato a danzare? Ci parla della Sua carriera di ballerina?

Ho iniziato a danzare presto, all’età di 7 anni. Prima ho preso lezioni private che mi hanno consentito di entrare al corso propedeutico della Scuola accademica di Coreografia di Mosca ora Bolshoi Ballet Academy. A 17 anni mi sono diplomata con il massimo dei voti all’Accademia di Coreografia di Mosca, ora Bolshoi Ballet Academy e sono entrata subito a far parte della compagnia del Bolshoi Ballet Theatre diretta da J. Grigorovitch e di quella del Palazzo dei Congressi del Cremlino. Ho danzato otto anni con il Bolshoi Ballet Theatre, interpretando tutto il repertorio classico. Il rapporto con l’Italia è iniziato nel 1992 quando ho ballato con la compagnia del teatro alla Scala di Milano. Sono stata Maitre de ballet e danzatrice in molte compagnie nazionali. Ho preso parte ad importanti Galà  internazionali e ho avuto l’onore di ricevere a Cannes, a Les Etoiles de Ballet2000, il “Premio Irène Lidova alla carriera”  sezione riservata  ai giovani danzatori-étoiles. Successivamente ho danzato al Théatre des Champs-Elysees di Parigi, in occasione de “Les Etoiles du 21me siècle” . Mi sono laureata con lode in pedagogia e coreografia del balletto presso la Bolshoi Ballet Academy di Mosca e sto completando il dottorato di ricerca con una tesi sulle problematiche dell’attuale situazione dell’insegnamento della danza classica in Italia. Dal 2011 sono direttrice didattica e artistica di ExelDance Project Alta Formazione Coreutica e dal 2013 direttrice artistica di IT Yuoth Ballet. Dal 2007, terminata la mia carriera di ballerina, ho deciso di occuparmi prevalentemente di formazione/alta formazione di  insegnanti, preparazione professionale/alta formazione coreutica e perfezionamento a livello privatistico di giovani danzatori e danzatori professionisti. Ho preso parte in qualità di membro della giuria a  concorsi nazionali e internazionali e ho tenuto workshop e master classes in tecnica classica metodo Vaganova. Dal 2010 collaboro con la Bolshoi Ballet Academy di Mosca, organizzando e dirigendo lo stage di perfezionamento per i giovani aspiranti ballerini “Bolshoi Ballet Summer Intensive Moscow” (la scuola estiva di alta formazione presso l’accademia a Mosca edizioni 2010/2011/2012 ) e i Bolshoi Ballet Academy Summer/Winter Intensive a Torino (prima edizione gennaio 2012 presso Teatro Regio di Torino edizioni successive presso il Centro di Cultura Contemporanea ex birrificio Metzger di Torino). Nel giugno del 2012 ho avuto l’onore di essere dichiarata ufficialmente ambasciatrice  della scuola russa in Italia e la più grande esperta e conoscitrice del metodo Vaganova attualmente presente in Italia.

 

Da Mosca a Torino. Quando ha deciso di trasferirsi in Italia?

 

Ho deciso di trasferirmi in Italia circa 20 anni fa e vivo a Torino da 15 anni. Mi trovo molto bene nel vostro Paese.

 

Quando è nata l’Oxana Kichenko Ballet? Ci parla di questa scuola di balletto e dei metodi di insegnamento?

 

Nel 2007 ho terminato la mia carriera di ballerina e ho iniziato ad occuparmi di formazione e alta formazione di insegnanti e di preparazione professionale e perfezionamento a livello privatistico di danzatori e giovani danzatori professionisti. Da quel momento mi sono dedicata completamente all’insegnamento, collaborando con la Bolshoi Ballet Academy di Mosca. Utilizzo il metodo Vaganova del quale sono stata dichiarata la più grande esperta. Si tratta di una tecnica di insegnamento della danza classica elaborata tra il 1917 e gli Anni ’50 nell’allora Unione Sovietica da Agrippina Jakovlevna Vaganova, presso l’Accademia Teatro Kirov che da lei prese il nome di Accademia Vaganova.

La sua strada si è incrociata con quella del pattinaggio artistico. Com’è iniziata la sua collaborazione con l’Ice Club Torino?

 

E’ stata una casualità che la mia strada si sia incrociata con quella del pattinaggio artistico. Un mia allieva mi ha riferito che il direttore dell’Ice Club Torino era alla ricerca di un’insegnante di  danza classica e avrebbe voluto incontrarmi. Ho conosciuto così Claudia Masoero e Edoardo de Bernardis ed è iniziata la nostra collaborazione e il mio rapporto con il mondo del ghiaccio.

 

Durante la settimana tiene lezioni a pattinatrici e pattinatori che hanno vinto medaglie ai Campionati nazionali in diverse categorie: Maria Grott Gribinic, Greta Accossato, Nikita Dossena, Lucrezia Beccari, Sara Casella, Giada Russo, Viola Fois, Gioia Casciani, Raffaele Zich. Come si trova a lavorare con questi ragazzi e quanto è difficile seguire i pattinatori?

 

All’inizio è stato difficile perché nella danza classica siamo abituati a riflettere molto sui singoli movimenti, a controllare ogni muscolo. Nella danza classica c’è un aspetto meditativo molto forte che interessa tutti i passi. Il pattinaggio, invece, è energia allo stato puro, è un’esplosione di movimenti, di salti, di trottole e un programma si esaurisce in pochi minuti. Con il trascorrere del tempo, però, è diventato più facile seguire questi ragazzi e rapportarmi con loro.

 

Durante le lezioni di balletto che tiene per l’Ice Club Torino qualche pattinatore l’ha particolarmente colpita per le sue doti, per l’eleganza dei movimenti, per la leggerezza dei passi?

 

Questa è una bella domanda. Diciamo che siamo ancora distanti dallo standard di un ballerino classico professionista, ma vedo moltissimi miglioramenti e apprezzo l’impegno dei ragazzi che sulla pista sono bravissimi e sanno imporsi in tutte le gare.

 

Qual è il rapporto che si è instaurato tra Lei, Claudia Masoero, Edoardo De Bernardis e i componenti dello staff dell’Ice Club Torino?

 

Il gruppo dell’Ice Club Torino è veramente fantastico! Lavoro in un ambiente molto bello sia dal punto di vista delle relazioni umane sia da quello dei rapporti lavorativi. Sono dei grandi professionisti.

 

Quanto sono importanti per un pattinatore che affronti l’agonismo le lezioni di balletto e quali elementi può introdurre nei suoi programmi sul ghiaccio?

 

La danza classica insegna l’aspetto estetico, la bellezza delle pose, la musicalità,  la coordinazione delle braccia la precisione e tante altre cose, direi è indispensabile per diventare un atleta di livello superiore.

 

Il suo rapporto con la città di Torino.

 

Quando ero piccola e vivevo in Russia immaginavo l’Italia attraverso il giallo dei limoni, la luce intensa del sole e il contrasto del colore blu del cielo, così come era descritto nei libri di Gianni Rodari che leggevamo avidamente. Ora, dopo aver girato tutto il mondo, ho scelto Torino, forse perché rappresenta la giusta via di mezzo tra la luce di Mosca e quella mediterranea del Sud dell’Italia.

 

Barbara Castellaro

 

 

Stagione dei tagli al via. Ma la “kultura” subalpina non si indigna

di Pier Franco Quaglieni

La cultura torinese-quella con la k alla tedesca , quella che predomina da 30 anni- fa quadrato attorno al sindaco/a Appendino. Notizia sconcertante.  L’amministrazione grillina taglia del 30 per cento i contributi agli enti culturali e nessuno dei responsabili protesta. Anzi, il presidente del teatro Regio Vergnano, quello che nacque coccolato da Balmas all’Unione Musicale ed è passato attraverso tutte le stagioni della politica torinese di sinistra, si dice a fianco del sindaco/sindaca addirittura  come cittadino. Appendino doveva rompere il “sistema Torino”  che caratterizza  questa città da trent’anni e che il sindaco Fassino ha dovuto continuare ad  alimentare dopo che il suo predecessore ,in un decennio,  lo aveva così bene messo a regime, fin nei minimi particolari, archiviando la politica aperta e pluralista di Castellani e Perone. Gli unici che non si sono ancora espressi sono quelli del Polo del ‘900,forse perché a loro pensa soprattutto  la Compagnia del San Paolo e non c’è ancora un direttore che possa dar voce al nuovo allineamento. 

***

Appendino doveva -e si era impegnata pubblicamente in quel senso – rompere la cappa di piombo del conformismo torinese che nel campo della cultura aveva raggiunto livelli intollerabili. La stessa compagnia di giro che tiene banco da decenni, doveva essere mandata a casa. Invece ha mandato brutalmente  a casa solo la più competente e limpida intellettuale che avesse una posizione di vertice a Torino, quella Patrizia Asproni  che certo non viveva per la sua carica torinese, ma che semmai dava prestigio ed autorevolezza alla cultura torinese. Asproni non venne neppure ricevuta a palazzo civico e saltarono le grandi mostre che, bene o male ,erano l’elemento trainante del turismo torinese.
Il fatto che la compagnia di giro, senza provare un minimo di imbarazzo, per non dire di vergogna, faccia quadrato attorno al sindaco/a dovrebbe suscitare perplessità soprattutto negli elettori grillini e nei tanti non grillini torinesi che hanno votato al ballottaggio per Appendino proprio perché aveva promesso, urbi et orbi ,di dare la spallata ai signori, anzi soprattutto alle signore della kultura torinese. 

***

Ha ragione Osvaldo Napoli, non certo particolarmente sensibile ai temi della cultura, ad indignarsi per il trasformismo di questi eterni mandarini del potere kulturale che non sono riusciti, pur strettamente  organici al PD, a portare a Fassino il consenso, impegnandosi  anche sul terreno elettorale in maniera assai poco consona al loro ruolo pubblico. A Savona il Sindaco Caprioglio taglia tutte le voci di bilancio, cultura compresa, per il dissesto finanziario lasciato dal centro-sinistra. E ovviamente tutti insorgono contro di lei.  A Torino, i socioculturali -forse solo questa è la vera definizione che stabilisce la loro vera identità -che dominano la città da tre decenni, ballano il valzer con il sindaco/sindaca  grillina.  

(foto: il Torinese)

Aprile sarà la nuova “Stagione” di Vivaldi

Dal 5 al 23 aprile Torino ospiterà il Festival Antonio Vivaldi e, per circa tre settimane, sarà possibile calarsi nelle atmosfere musicali vivaldiane. Opera, concerti, cinema, mostre e incontri, per un totale di 30 eventi, si alterneranno quotidianamente grazie all’impegno artistico e organizzativo di ventun Istituzioni e Associazioni culturali torinesi.Q uesta mattina a Torino, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Madama in piazza Castello, la Sindaca di Torino, Chiara Appendino, l’Assessora alla Cultura, Francesca Leon e il coordinatore artistico del Festival, Gastón Fournier-Facio, hanno presentato questa Rassegna dedicata ad Antonio Vivaldi. L’inaugurazione mercoledì 5 aprile della mostra dedicata ai 27 volumi manoscritti in gran parte autografi del CompositoreL’approdo inaspettato” nell’Auditorium Vivaldi della Biblioteca Nazionale Universitaria, a cura della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino in collaborazione con l’Associazione ABNUT e l’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte, darà il via al Festival. Seguirà un concerto dell’Ensemble L’Archicembalo “Perle musicali dalle raccolte Foà e Giordano”.Il giorno successivo, nel Foyer del Toro del Teatro Regio, verrà aperta una seconda mostra, sull’allestimento dell’opera “L’incoronazione di Dario”, che sarà rappresentata per la prima volta a Torino. L’esposizione, realizzata dall’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino in collaborazione con il Teatro Regio, sarà visitabile durante le visite guidate, le repliche dell’opera e in occasione del concerto “Vivaldi-Bach: un magnifico confronto”. Alla Biblioteca Nazionale, venerdì 7 aprile, Gastón Fournier-Facio, direttore artistico del Teatro Regio, incontrerà il direttore d’orchestra Federico Maria Sardelli, autore del libro “L’affare Vivaldi” nel quale si ricostruisce la storia dei manoscritti di Vivaldi custoditi dalla Biblioteca torinese, a cura del Teatro Regio Torino con il sostegno dell’Associazione Arianna, in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e l’Associazione ABNUT Al Castello di Miradolo, a San Secondo di Pinerolo, sabato 8 si terrà il concerto “Amor, hai vinto” con il gruppo cameristico dell’Academia Montis Regalis, a cura della Fondazione Cosso. All’Auditorium Vivaldi doppio appuntamento: il “Florilegio operistico” con una nutrita selezione di arie per contralto, e interludi danzati sulle note della Primavera, a cura dell’Associazione Concertante-Progetto Arte&Musica in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Universitaria e l’Associazione ABNUT e il “Concerto doppio in Vivaldi e Bach” con l’Ensemble d’Archi dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.La produzione da camera vivaldiana verrà proposta da L’Astrée, gruppo da camera dell’Academia Montis Regalis, domenica 9 alla Biblioteca Nazionale con “Amor, hai vinto, con una serie di sonate e cantate per soprano, archi e clavicembalo, a cura della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e dell’Associazione ABNUT.All’Orchestra del Teatro Regio, con Sergey Galaktionov nella veste di maestro concertatore e violino solista, sono affidate il 10 aprile le celebri “Stagioni” messe però a confronto con “Las cuatro estaciones porteñas” di Astor Piazzolla.L’Associazione Culturale Organalia offrirà un programma monografico dedicato ai “Concerti con organo obbligato” martedì 11 al Tempio Valdese. Al Conservatorio, invece, l’Orchestra Filarmonica di Torino diretta da Federico Maria Sardelli eseguirà “Vivaldi XL”, concerti vivaldiani ad ampio organico. Nel pomeriggio all’Auditorium Vivaldi concerto-spettacolo con “L’intervista impossibile ad Antonio Vivaldi”, a cura dell’Associazione Baretti in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e l’Associazione ABNUT.Mercoledì 12 si terrà l’incontro al Piccolo Regio, in occasione dell’allestimento dell’opera “L’incoronazione di Dario”, con il direttore d’orchestra Ottavio Dantone e il regista Leo Muscato, a cura di Simone Solinas. Alla sera è invece la volta delle “Suonate a due violini” a cura dell’Unione Musicale, con Giuliano Carmignola al violino e Mario Brunello al violoncello piccolo, interpreti di brani di Vivaldi e del francese Jean-Marie Leclair.Il Teatro Regio metterà in scena, il 13, 14, 19, 22 e 23 aprile, per la prima volta nella sua storia, l’opera “L’incoronazione di Dario”, in un nuovo allestimento su progetto dell’Accademia Albertina di Belle Arti.Gli artisti coordinati dall’Accademia del Santo Spirito venerdì 14 si muoveranno “Tra Sacro e profano”, con una serata interamente vivaldiana di sinfonie, concerti e uno Stabat Mater per contralto, archi e basso continuo.Il Festival Antonio Vivaldi, sabato 15, offrirà al Cinema Massimo, a cura del Museo Nazionale del Cinema, due proiezioni cinematografiche molto particolari. Si tratta dei film “Concierto barroco” di José Montes-Baquer con musiche di Hans Werner Henze, Antonio Vivaldi, Georg Friedrich Händel, Igor Stravinskij, Richard Wagner, Louis Armstrong, Vicente Martín y Soler e “L’Enfant sauvage” di François Truffaut con una colonna sonora su pagine vivaldiane.La sera del 18 aprile a San Filippo Neri “Vivaldi e dintorni” saranno esplorati da Organalia con musiche di Bach, Scarlatti, Albinoni, Torelli e Viviani.Si ritorna alla Biblioteca Nazionale nel pomeriggio di mercoledì 19 aprile con l’incontro di Liana Püschel dal titolo “Che pasticcio Antonio Vivaldi! Appunti per comprendere l’estetica dell’opera barocca”, a cura dell’Università degli Studi di Torino,con il sostegno dell’Associazione Arianna e in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e l’Associazione ABNUT.E ancora alla Biblioteca Nazionale, giovedì 20 aprile, si terrà il convegno “Tutte le stagioni di Vivaldi, il compositore fra studi critici e prassi esecutiva”, ideato e coordinato da Annarita Colturato e Alberto Rizzuti. L’incontro a cura dell’Università degli Studi di Torino e del Teatro Regio Torino è stato realizzato con il sostegno dell’Associazione Arianna e in collaborazione con l’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte, la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e l’Associazione ABNUT. La voce diventerà protagonista alla sera con il Coro dell’Accademia Stefano Tempia e l’Orchestra de I Musici di Santa Pelagia al Conservatorio per una selezione di brani scelti dall’oratorio “Juditha triumphans”.Al Teatro Regio, venerdì 21 aprile, sarà in programma “Vivaldi-Bach, un magnifico confronto”. Le musiche dei due grandi Compositori saranno eseguite dall’Orchestra e dal Coro del Teatro Regio, diretto dal maestro Dantone.All’Accademia Albertina di Belle Arti, sabato 22, “Concerti per archi” dell’Ensemble Giovani Archi di Torino, a cura dell’Associazione Concertante – Progetto Arte&Musica e con la guida all’ascolto di Attilio Piovano. Nella serata alla Biblioteca Nazionale l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, con il suo ensemble barocco La Mole Armonica, proporrà una selezione di “Concerti per flauto e per archi”.Domenica 23 verranno proposte sonate e cantate per soprano e basso continuo, “Tra l’erbe e i zeffiri”, a cura dell’Associazione De Sono Associazione per la Musica in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e l’Associazione ABNUT. Questo concerto chiuderà il Festival Antonio Vivaldi.

***

Tutti i concerti, le mostre e gli incontri sono a ingresso gratuito tranne:

sabato 8 aprile “Amor hai vinto” al Castello di Mirandolo;

lunedì 10 aprile “Vivaldi e Piazzolla” al Teatro Regio;

martedì 11 aprile “Vivaldi XL” al Conservatorio;

mercoledì 12 aprile “Suonate a due violini” al Conservatorio;

13, 14, 19, 22 e 23 Aprile “L’incoronazione di Dario” al Teatro Regio;

sabato 15 aprile proiezioni film al Cinema Massimo;

giovedì 20 aprile “Juditha in trionfo” al Conservatorio;

venerdì 21 aprile “Vivaldi-Bach” al Teatro Regio.

 

Librolandia alla Bologna Children’s Book Fair

Una mostra, la presenza allo stand Aib e un’indagine sui libri per i più piccoli

 

 

Con l’inaugurazione della Bologna Children’s Book Fair, la grande fiera internazionale dedicata all’editoria per ragazzi che apre i battenti lunedì 3 aprile, prende concretamente avvio la collaborazione della manifestazione professionale felsinea con il Salone Internazionale del Libro di Torino.

Il primo momento ufficiale che sancisce tale partnership è in calendario già domenica 2 aprilealle ore 18,30, quando a Bologna sarà il presidente della Fondazione per il Libro, Mario Montalcini, a inaugurare insieme al presidente di BolognaFiere, Franco Boni, l’esposizione“Questa non è una mostra, signor Magritte!”, allestita presso la Fondazione Gualandi a favore dei sordi e frutto della progettazione comune fra le due realtà.

La mostra bibliografica propone le opere di tre illustratori, il fiammingo Klaas Verplancke, dell’americano D.B. Johnson, dello spagnolo Javier Sáez Castán e rappresenta la prima tappa del progetto biennale Children’s Book on Art che Bologna Children’s Book Fair e Salone del Libro promuovono su progetto della Cooperativa Culturale Giannino Stoppani.

Un progetto che a Torino durante il 30° Salone, dal 18 al 22 maggio prossimi, vivrà il suo seguito con l’apertura al pubblico di una seconda mostra, intitolata “Al Museo con Mary, Frida, Sonia, Louise, Georgia e  Peggy” e che, oltre al lavoro su Magritte, indagherà l’arte al femminile: l’universo di Mary Cassat, Frida Kahlo,  Sonia Delaunay, Georgia O’ Keeffe, Louise Bourgeois, e altre grandi artiste rivisitate da grandi illustratrici, oltre a una sezione dedicata a collezionisti, antiquari, curatori, musei e gallerie a partire da Peggy Guggenheim.

Accanto alle opere originali degli illustratori, vi sarà la biblioteca d’arte composta dai libri della sezione speciale del BolognaRagazzi Award. Le mostre sono inoltre corredate da un’antologia sui temi dell’arte raccontata e illustrata: 120 pagine a colori con interventi, brani, immagini e una bibliografia internazionale ragionata.

Sarà invece lo stand dell’Associazione Italiana Bibliotecari ad accogliere la postazione del Salone del Libro all’interno degli spazi espositivi di Bologna Fiere, all’interno del quale sarà in distribuzione materiale informativo e promozionale della rassegna del Lingotto.

Altro “presidio” torinese a Bologna sarà poi quello sviluppato grazie al progetto «Chiedi cos’è il primo libro…» con cui il Premio Nazionale Nati per Leggere insieme con il BookBlog del Salone Internazionale del Libro di Torino si indagherà durante l’edizione 2017 della Bologna Children’s Book Fair l’offerta editoriale destinata alla prima infanzia.

Cosa ci si aspetta che faccia un bambino sotto i due anni con un libro? Qual è il primo libro cui si pensa per loro? A cosa deve servire un libro per bambini così piccoli? Sono alcune delle questioni a cui l’iniziativa intende rispondere attraverso la raccolta di video interviste e testimonianze fra gli operatori del settore presenti in fiera, affidate agli studenti del Liceo Vittorio Alfieri di Torino, che già fanno parte del gruppo di lavoro attivo sul BookBlog del Salone Internazionale del Libro di Torino ().

Un’indagine sul campo che confluirà in una tavola rotonda in programma nel capoluogo piemontese venerdì 19 maggio (ore 16,30 spazio Stock – Padiglione 5 – Lingotto Fiere) proprio nell’ambito del 30° Salone Internazionale del Libro, sede anche dell’annuale premiazione del concorso, in programma lunedì 22 maggio alle ore 16,30 nell’Arena Bookstock.

(foto: il Torinese)

“Nati con la Cultura”, musei a misura di famiglia

“Nati con la Cultura”, il progetto concepito all’Ospedale Sant’Anna di Torino dalla onlus Fondazione Medicina a Misura di Donna, cresce in una logica di sistema con Abbonamento Musei Torino Piemonte e Osservatorio Culturale del Piemonte. Vincitore della prima edizione del bando Open di Compagnia di San Paolo dedicato allo sviluppo dei pubblici, si propone di contribuire a dare voce alla capacità dei Musei di far parte della vita delle famiglie e dei bambini fin dai primi passi e a creare le condizioni per renderli sempre più “casa”: Musei che siano percepiti dalla collettività come luoghi Family and Kids friendly”, risorsa attiva di una comunità educante. In una due giorni di studi a Palazzo Barolo, il 29 e 30 marzo 2017, viene restituito il lavoro svolto con i musei al servizio delle famiglie.

“La Cultura fa bene alla Salute. Oggi sono scientificamente provati gli effetti di diversi stimoli sensoriali su specifiche aree del cervello e sui meccanismi psiconeuroendocrini che influenzano la capacità di relazionarci con noi stessi e l’ambiente che ci circonda. La partecipazione culturale attiva e la qualità dell’ambiente sono risorse in stili di vita che contribuiscono al ben-essere, allo sviluppo e potenziamento creativo, alla rigenerazione per tutte le persone, a partire dai primi anni di vita, dai primi 1000 giorni, determinanti per la crescita bio-psico-sociale”. Lo afferma la Prof.ssa Chiara Benedetto, Presidente della Fondazione Medicina a Misura di Donna Onlus che dal 2011 ha avviato un progetto di ricerca-azione all’Ospedale Sant’Anna di Torino (tra i più grandi d’Europa per la ginecologia e l’ostetricia con oltre 7000 nati l’anno da genitori provenienti da 85 Paesi) insieme a oltre 20 istituzioni culturali del territorio che stanno contribuendo a migliorare tangibilmente la qualità percepita dell’ambiente ospedaliero, attraverso le arti visive, la musica e il teatro.

 

Esperienze “modello” che stanno camminando in altri luoghi. Tra queste, il progetto “Nati con la Cultura”, concepito e sperimentato al S. Anna dal 2014, in collaborazione con Palazzo Madama: a ogni bambino nato nell’ospedale, con le raccomandazioni per la buona crescita, viene consegnato dai medici un Passaporto Culturale. La famiglia, nel corso del primo anno di vita del bambino, può visitare gratuitamente e in qualsiasi momento il Museo, che accoglie con un benvenuto i nuovi cittadini. Un messaggio semplice i Cittadinanza che crea un ponte verso le famiglie, tra ospedale e Museo, adottato nella fase pilota anche dal Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli-Museo di Arte Contemporanea e dai Musei Civici di Pavia con il Policlinico San Matteo e oggi richiesto su tutto il territorio nazionale.

Ma quali caratteristiche deve avere un museo per attrarre un pubblico sempre più ampio ed essere adatto a ospitare anche famiglie con figli piccoli? Perché le famiglie con bambini da 0 a 6 anni dovrebbero visitare un museo? Per rispondere a queste domande, l’Associazione Abbonamento Musei e l’Osservatorio Culturale del Piemonte hanno avviato un percorso di ricerca, partito dall’analisi dei numerosi servizi esistenti, per comprendere insieme ai Musei aderenti al circuito e alle famiglie cosa significhi essere davvero “family friendly” e costruire le migliori condizioni di accessibilità in tutti i Musei, per tutti i pubblici e in ogni periodo dell’anno.

 

Il percorso strategico è stato reso possibile grazie alle risorse rese disponibili dal bando Open di Compagnia di San Paolo, del quale l’estensione del progetto “Nati con la Cultura” proposta dall’Abbonamento Musei Torino Piemonte è stata tra i vincitori della prima edizione.

 

“Ogni pubblico ha proprie peculiarità e il bando Open nasce per individuare risposte adeguate alle domande e ai bisogni culturali di una comunità. Negli ultimi due anni, Compagnia di San Paolo ha intrapreso un percorso di esplorazione di questo tema, proponendosi come interlocutore di riferimento per le istituzioni culturali intente a individuare le corrette modalità per stimolare il coinvolgimento attivo di diversi pubblici, lavorando sulla costruzione dell’offerta culturale per tener conto e stimolare la crescita di una domanda che non esisteva in precedenza”, dichiara Matteo Bagnasco, Responsabile dell’Area Innovazione Culturale per Compagnia di San Paolo. “Il bando Open è in questa ottica lo strumento principale per il germinare di proposte e iniziative in grado di produrre una risposta fattiva. Open ha infatti premiato nelle sue due edizioni complessivamente 31 progetti su territorio nazionale, tutti caratterizzati da una grande varietà di ambiti di applicazione e dall’attenzione diversificata a molteplici tipologie di pubblico”.

 

Simona Ricci, project manager dell’Abbonamento Musei Torino Piemonte considera che “le analisi condotte in base al confronto con gli operatori museali, i risultati dei focus group di ascolto con diverse tipologie di genitori e l’osservazione delle best practice di musei nazionali e internazionali, hanno messo in evidenza la tendenza in atto da parte dei Musei verso la cultura dell’accoglienza per tutti i pubblici e l’attenzione crescente ai bisogni “speciali”: un’evoluzione chiara rispetto al pubblico abituale, nota al mondo dell’educazione, ma non percepita e riconosciuta come risorsa a disposizione da un’ampia fascia di genitori che non hanno familiarità con i musei, un quinto della popolazione italiana che non partecipa ad alcuna attività culturale”, in merito a “Nati con la Cultura” considera che “Il primo valore portato è la mappatura del grande patrimonio di esperienze del nostro territorio, non leggibile dalla singola progettualità. Un patrimonio su cui innestare una valorizzazione di rete per sostenere il cambiamento culturale in corso sul ruolo dei musei”.

“Le grandi potenzialità offerte da “Nati con la Cultura” permettono in futuro di estendere il progetto anche alla Lombardia, in un’ottica macro regionale di rete e di condivisione delle competenze: come ha dimostrato l’esempio di successo della tessera Abbonamento Musei, la collaborazione tra aree geografiche contigue può portare ottimi risultati dal punto di vista della valorizzazione della fruizione culturale dei musei”, afferma Antonella Parigi,Assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte e Presidente in carica dell’Associazione Abbonamento Musei. “La scalabilità di questo modello, replicabile in altre regioni, può favorire ulteriormente lo sviluppo dell’interesse nei confronti della cultura anche tra quei genitori che attualmente sono meno abituati a frequentare i luoghi di cultura e costituisce una risorsa preziosa e uno strumento utile ad avvicinare le famiglie e i bambini fin dall’infanzia a un nuovo rapporto con l’esperienza museale”.

 

Queste evidenze hanno consentito al gruppo di lavoro di delineare gli elementi fondamentali dell’esperienza da sviluppare per un Museo a misura di bambino e famiglie rintracciabili in un Decalogo di orientamento con i fattori chiave e un Manifesto per i Musei, pensato anche nella versione per le famiglie. I Musei che raggiungeranno i requisiti indicati dal Decalogo e accoglieranno le famiglie con il Passaporto Culturale (scaricabile anche dal sitowww.naticonlacultura.it) potranno avvalersi della certificazione “Nati con la Cultura”. Il bollino “Nati con la Cultura” verrà esposto in home page del sito degli ospedali che consegneranno il “Passaporto Culturale” come raccomandazione per una buona crescita.

 

Nati con la Cultura è un progetto che nasce dalle esperienze museali esistenti e si sviluppa in rete con l’Abbonamento Torino Musei”, commenta Catterina Seia, Vice Presidente di Fondazione Fitzcarraldo, ideatrice della piattaforma di ricerca-azione su “Cultura e Salute” varata nel 2011 dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna, “in alleanza tra Musei, mondo sanitario, educativo e altre istituzioni come la FIMP-Federazione Italiana Medici pediatri, Nati per Leggere – progetto torinese che da vent’anni coinvolge le biblioteche, ZeroSei – il programma pluriennale di Compagnia di San Paolo dedicato all’infanzia”. Il progetto verrà varato a Brescia. “Le buone idee debbono camminare. La Fondazione Brescia Musei, impegnata da tempo verso le famiglie anche con la programmazione delt proprio cinema Eden, ha seguito “Nati con la Cultura” fin dal 2014, grazie al direttore Luigi Di Corato e alla Vice Sindaca Laura Castelletti. Il 19 aprile presenteremo insieme a Brescia l’avvio dell’operatività con i sei ospedali e un tavolo di collaborazione con tutte le realtà pubbliche e private che nella città si occupano di prima infanzia. Siamo pronti per lo sviluppo nazionale”.

 

L’evoluzione del progetto “Nati con la Cultura” viene presentata ufficialmente il 29 e 30 marzo a Torino, a Palazzo Barolo, sede nel 1821 del primo asilo della Regione voluto dal Marchese Tancredi di Barolo, grande pedagogo e oggi del “MUSLI-Museo della scuola e del libro dell’infanzia”: una due giorni di studio e confronto dedicata agli operatori museali e socio-assistenziali-educativi per l’infanzia, aperta dai promotori del progetto. Durante il pomeriggio, dalle ore 14 alle 18, si terrà un workshop su “Cultura e Benessere”, occasione per approfondire con i più accreditati studiosi italiani un tema che può arricchire le strategie di audience engagement dei musei: interverranno il Prof. Pier Luigi Sacco, economista della Cultura, Pro-rettore per gli Affari Internazionali dell’Università IULM e Senior Researcher del MetaLab di Harvard; il prof. Enzo Grossi, Docente di Qualità della vita e promozione della Salute dell’Università di Bologna; il Prof. Enrico Bertino, pediatra, Direttore della S.C. Neonatologia Universitaria presso Citta della Salute e della Scienza di Torino; la Dott.ssa Silvia Gambotto, Responsabile Regionale della Formazione FIMP-Federazione Italina Medici Pediatri.

***

 

Giovedì 30 marzo viene presentato il progetto di ricerca che ha portato alla stesura del “Decalogo per un Museo Family and kids Friendly” e dei Manifesti, con confronti di best practice del territorio e nazionali. Al mattino interverranno Anna Pironti e Anna La Ferla Responsabili rispettivamente del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli e di Palazzo Madama, due musei “pilota” del progetto “Nati con la cultura”. Nel pomeriggio, dopo l’intervento di Ludovica Lumer, neuroesteta italiana che vive a New York, Alessandra Gariboldi modera una tavola rotonda che vedrà a confronto laDott.ssa Mariella Bottino, direttore del MUBA-Museo dei Bambini di Milano, Barbara Minghetti, Presidente del Teatro Sociale di Como, Cecilia Fonsatti per il progetto Atelierbebè di Unione Musicale, Graziano Melano Direttore Artistico della Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani.

 

IL DECALOGO IN PILLOLE

  1. ACCESSIBILITÀ
  2. PERCORSI E LINGUAGGI DEDICATI
  3. SERVIZI PER LA VISITA: FASCIATOIO, PARCHEGGIO, PASSEGGINO,ALZATINE, SCALDA BIBERON….
  4. AREE DEDICATE: DECOMPRESSIONE, ALLATTAMENTO, ATTIVITÀ
  5. MANIFESTO PER GLI OPERATORI
  6. MATERIALE DEDICATO: EX ANTE, EX POST,IN ITINERE
  7. AUDIENCE AL CENTRO: FASCE ORARIE SUGGERITE,POLITICHE DI PRICING
  8. CONDIVISIONE INTERNA
  9. ATTIVITÀ PILOTA PER FASCE D’ETÀ
  10. IMMAGINE COORDINATA: NATI CON LA CULTURA

 

Il mito e l’attualità nel sanguinoso delitto della regina

Una grande pedana, circolare e nera, uno spazio infossato nel centro ricoperto da un velario rosso sangue, un luogo che può diventare una doccia o una fonte rigeneratrice, le luci che piovono dall’alto a creare un reticolato che è una gabbia. All’intorno il mito, la morte cruenta di Agamennone, l’esistenza di Clitennestra ancora a interrogarsi a fianco della governante Alcina, sua coscienza e azione di disturbo, l’entrata in scena di Cassandra che per l’eroe di Troia non ha il sapore di una delle tante avventure ma è l’amore vero che tra poco le genererà un figlio. Alla porta s’avvicina ormai Oreste, venuto a vendicare il padre. Questa la cornice di Clitennestra deve morire – a riecheggiare i Taviani -, tragedia “moderna” di Osvaldo Guerrieri, scrittore e critico teatrale, non nuovo al palcoscenico se si ricordano le precedenti prove di Alé Calais e Sibilla d’amore, vista e applaudita all’Astra, in programma fino a domenica per la stagione della Fondazione Teatro Piemonte Europa. Una modernità immersa a poco a poco da Guerrieri, negli abiti, nel linguaggio, nel furore dei sentimenti, nelle parole di oggi che scorrono tranquillamente lungo il testo, caffè glicemia creme di bellezza elettrocardiogramma VES le prime che tornano alla mente, nelle tappe d’esilio del figlio vendicatore, sceso da un cargo nel porto dopo esser stato a Istanbul o a Tangeri o a Casablanca; un oggi che la regia di Emiliano Bronzino non certo soltanto inquadra ma rende pieno, vivace, ricco di suggestioni, per cui non ti allarmi se dalla colonna sonora non escono solo rumori come il continuo gocciolo dell’acqua ma anche La mer di Charles Trenet. Giustamente l’autore rivendica una autonomia di scrittura, pur nella affettuosa confessione di aver tenuto d’occhio quel che i millenni ci hanno tramandato intorno a quell’uxoricidio: la sua Clitennestra è innegabilmente legata al racconto antico ma è viva e palpitante nel rivissuto, nella riflessione, nel teorema di quel dramma inteso come forma estrema d’amore.

La protagonista racconta e ricorda, ritorna al passato e al delitto compiuto, trasmette al pubblico le proprie sensazioni e le proprie certezze, ben ancorate, respinge quell’unica causa che può essere la gelosia per un’affermazione più profonda, l’aver ucciso Agamennone rifiutandone la lontananza, la freddezza, l’indifferenza. La vicenda, sul palcoscenico odierno, si dilata in un tempo assoluto, in un non-tempo, in un tempo che ci precede e ci segue, dal momento che il mito diventa parte di noi e ci spinge verso drammi che ormai quotidianamente occupano le pagine dei giornali sempre più pericolosamente. L’attualità prende il sopravvento, affonda le radici nell’antico per vivere poi di vita propria. Guerrieri ha il dono della bella scrittura, vibrante, celebra allo stesso tempo il realismo e il sogno, scrittura suggestivamente costruita su passaggi di memoria e d’azione, sulle immagini e sui fatti, su un mescolarsi teatralmente perfetto, concatenato, di passato e di presente, di improprio e di personale. Patrizia Milani, affiancata da Gisella Bein che pungola come Alcina quasi come un incubo la sua padrona, rende perfettamente la ribellione e lo strazio della sua regina, riempiendo per i 60’ di spettacolo la scena con grande autorevolezza, con momenti capaci di offrire una grande prova.

 

Elio Rabbione