Torna a Torino, ma per la prima volta in versione originale con sottotitoli in italiano, la commedia con Dorian Boguță Dragoș Bucur e Alexandru Papadopol. L’appuntamento è domenica 22 ottobre alle 16.30 al Cinema Esedra (Via Pietro Bagetti 30)

Dinel, Sile e Pompiliu sono tre amici sventurati con pochi soldi in tasca che inaspettatamente vincono sei milioni di euro alla lotteria. La scoperta di essersi aggiudicati il primo premio si accompagna però a quella di aver perso il biglietto. Inizia quindi un viaggio fatto di riflessioni e risate e che li porterà in contatto con personaggi tanto bizzarri quanto divertenti. Grazie alla sintonia fra i tre grandi attori protagonisti e la regia del giovane e promettente Paul Negoescu, 2 Biglietti della Lotteria è stato capace di restituire senza pretese e con grande onestà uno spaccato della Romania contemporanea, arrivando così dritto al cuore del grande pubblico e non solo. In patria è il film che ha incassato di più nella storia del cinema moderno, inoltre è stata selezionato dai festival di tutto il mondo vincendo un buon numero di premi, tra cui quello della giuria sia al Festival di Zurigo che al Montecarlo Film Festival (kermesse dedicata alla commedia).
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INTERVISTA AL REGISTA E SCENEGGIATORE PAUL NEGOESCU
Il film è significativo anche in relazione all’atteso cambio di direzione nel cinema rumeno. Qual è il tuo pensiero a riguardo?
La Romania è un paese con una infrastruttura cinematografica davvero molto debole, siamo probabilmente il paese con il minor numero di cinema pro capite e con uno dei più alti tassi di pirateria. Ci sono praticamente più chance che un nostro film venga visto da cinefili di tutto il mondo piuttosto che in Romania, questa la ragione per cui molte delle nostre produzioni sono art-house. 2 biglietti della lotteria è una piccola eccezione, un film che non si dà nessuna aria e che proprio per questo è arrivato dritto al cuore delle persone diventando il film che ha incassato di più nella storia del cinema moderno in Romania.
Quanto alla caratterizzazione dei tre personaggi: è nata da un tuo sguardo sulla società odierna o deriva e in quale misura dall’omonimo e celebre acconto a cui il film è ispirato? Il film è tratto dalla novella dello scrittore Ion Luca Caragiale, la storia di un uomo borghese che viveva a Bucharest all’inizio del Diciannovesimo secolo, quindi la costruzione dei personaggi è stata totalmente indipendente dal racconto a cui il film è ispirato.
Qual è il tuo momento preferito di questo film?
Una delle scene che più amato è quella in cui scoprono di aver vinto alla lotteria, è stata una grande prova attoriale: dal toccare il cielo con le dita nello scoprire di aver vinto, alla terribile sensazione di scoprire di aver perso il biglietto e il premio.
Viviamo in un mondo in cui la bassa mobilità sociale e la crisi ci portano a pensare che vincere alla lotteria sia davvero l’unica soluzione, c’è in questo tuo film anche una sottile critica alla contemporaneità?
Nel film non c’è alcuna critica o giudizio verso i personaggi ma solo simpatia e affetto verso chi si trova a dover sperare nella lotteria per desiderare un futuro migliore.
Come è stato lavorare nello stesso film con attori professionisti e rodati come i tre protagonisti e attori non professionisti come tutti i secondari? Non faccio differenza alcuna tra il lavoro con attori professionisti e non, gli parlo da uomo a uomo, esprimo il mio punto di vista, le mie idee e non mi importa se hanno frequentato grandi scuole, mi importa solo quanto siano in linea con il personaggio che devono rappresentare. La più grande sorpresa è stata vedere che, molte volte, la naturalezza degli attori non professionisti ha superato quella di molti attori professionisti!



La battaglia dei sessi – Commedia. Regia di Jonathan Dayton e Valerie Farsi, con Emma Stone e Steve Carrell. La partita a tennis, con un seguito televisivo di 90 milioni di spettatori in tutto il mondo, che nel 1973 mise l’uno contro l’altra Bobby Riggs, maschilista oltre misura, che aveva fatto dell’istrionismo la legge del suo stare in campo, e Billie Jean King, tutt’all’opposto, gran combattiva per quanto riguardava la libertà in ogni campo delle donne, all’affermazione di ogni loro diritto. Una gara preda dei mass media in un’America ancora in bilico tra conservatorismo e piena trasformazione. Durata 121 minuti. (Ambrosio sala 2, Eliseo Grande, Greenwich sala 2, The Space, Uci)
può non avere sentimenti e infelicità, sogni. Ma è anche il racconto della sua vita reale, in piena solitudine, senza ricordi o la fittizia ricostruzione di essi, è l’unione con una compagna virtuale che in qualsiasi momento può esser fatta scomparire, è il disordine e la violenza del cieco scienziato Wallace, che tende a eliminare i vecchi replicanti rimasti per poter creare nuovi esempi, è l’incontro con l’antico agente Harrison Ford, rinato dal cult di Ridley Scott, dall’ormai lontano 1982. Un film che occhieggia ancora verso l’autore Philip K. Dick, che s’impone nella grandezza dei propri ambienti scenografici, che non teme i tempi lunghi, che già le critiche inglesi e provenienti da oltre oceano definiscono come un capolavoro. Durata 163 minuti. (Massaua, F.lli Marx sala Chico e Harpo anche in V.O., Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci)
Brutti e cattivi – Commedia. Regia di Cosimo Gomez, con Claudio Santamaria, Sara Serraiocco e Marco D’Amore. Una banda diversissima da quelle che in passato si possono essere viste sullo schermo. Già i nomi: Papero, Ballerina, il Merda, Plissé Che sarebbe come dire un capo che è senza gambe, la sua donna che si ritrova senza braccia, un rasta strafumato e perdutamente rintronato, un nano rapper. Il tutto concepito come “Freaks” anni 2000 e impaginato come banda dei “Soliti ignoti”. Durata 85 minuti. (Ambrosio sala 3, Massaua, The Space, Uci)
importante membro della Lega Anti Cattivi, Gru viene avvertito di avere un fratello gemello, Dru: con lui andrà alla ricerca di Balthazar, il cattivo ossessionato dalla fama e fanatico degli anni Ottanta. Durata 96 minuti. (Massaua, Uci)
L’incredibile vita di Norman –Commedia. Regia di Joseph Cedar, con Richard Gere, Charlotte Gainsbourg, Steve Buscemi, Lior Ashkenazi e Michael Sheen. La professione di Norman Oppenheimer è quella di creare appetitosi contatti tra i mondi finanziario e politico newyorkesi, di mettersi in bella e lucrosa luce con quella comunità ebraica americana che tesse parecchi fili. Più o meno preso sul serio, più o meno veramente in relazione con tutti quelli con cui afferma di essere in contatto. E la vita andrebbe avanti così, se un giorno non s’imbattesse in un deputato israeliano in odore di divenire premier. Che cosa accadrà quando questi, raggiunta la carica, offrirà a Norman un caldo abbraccio proprio davanti a chi conta? Ancora il culto dell’”immagine” (e dei quattrini): ma siamo sicuri che il potere paga (e appaga) sino in fondo? Durata 112 minuti. (Romano sala 3)
IT – Horror. Regia di Andrés Muschietti, con Bill Skarsgård, Sophia Lillis, Jeremy Ray Taylor e Jaeden Lieberher. Tratto dal romanzo del “maestro” Stephen King, perla rara nel genere ai recenti botteghini Usa. Durante un temporale, il giovanissimo George guarda la sua barchetta di carta scendere giù per i rivoli d’acqua e scomparire nella fogna di Derry, piccola città del Maine che sembra il ricettacolo di ogni male. Là è nascosto IT, che si nasconde sotto gli abiti e il viso colorati di Pennywise, vero orco per le giovani vittima che scoverà in città. Sette ragazzini pieni di paure, molestati, dalla debole salute, grassi e spaventati, con grosse lenti poggiate sul naso, neri ed ebrei. Tutti pronti a unirsi pur di distruggere il Male. Salvo rimandare la conclusione delle gesta ad un prossimo capitolo, buttato al di là di una trentina d’anni, in un’età più che matura. Durata 135 minuti. ((Centrale V.O., Massaua, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space anche V.O., Uci anche V.O.)
Lego Ninjago – Il film – Animazione. Redia Charlie Bean, Paul Fisher e Bob Logan. Terzo episodio a ruotare attorno ai mattoncini della gloriosa ditta danese. Qui Loyd in compagnia dei suoi amici Lego dovrà difendere Ninjago City dagli attacchi del feroce Garmadon sotto la guida di un vecchio saggio: tra assalti e combattimenti compare pure – inspiegabilmente – un gatto in carne e ossa. Durata 101 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)
Il palazzo del viceré – Drammatico. Regia di Gurinder Chadha, con Gillian Anderson, Hugh Bonneville e Manish Dayal. Il nipote della regina Vittoria, Lord Mountbatten, come ultimo Viceré, ha il compito di accompagnare l’India nella transizione verso l’indipendenza. Ma la violenza esplode tra musulmani, induisti e sikh, sfociando in quella che è definita la “Partition” tra Pakistan e India, coinvolgendo anche gli oltre 500 membri dello staff che lavorano al Palazzo. La storia d’amore tra due giovani, musulmana lei, induista lui, rischia di essere travolta dal conflitto delle rispettive comunità religiose. Durata 106 minuti. (Eliseo Rosso, Romano sala 2)
Marmaï. Dieci anni fa Jean ha lasciato la famiglia, proprietaria di un grande vigneto in Borgogna, per trasferirsi all’estero. A causa della malattia terminale del padre, lascia l’Australia, dove vive con moglie e figlio, e torna a casa per rincontrare la sorella Juliette e il fratello Jérémie. Ma c’è la morte del padre, c’è la ricerca di una forte somma di denaro per pagare le tasse di successione: sarà l’occasione per i tre fratelli i legami che li hanno tenuti vicini un tempo. Durata 113 minuti. (Due Giardini sala Nirvana, Nazionale sala 2, Uci)
donna giovane e attraente, innamorata di un uomo di vent’anni maggiore di lei. All’improvviso l’uomo muore: è in quel momento che la sua natura transgender la metterà di fronte ai pregiudizi della società in cui vive. Ma lei è una donna forte e coraggiosa, pronta a battersi contro tutto e contro tutti per difendere la propria identità e i propri sentimenti. Durata 104 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, Nazionale sala 1)
Delevingne. Una storia che vediamo soltanto oggi sugli schermi ma alla quale l’autore di “Nikita” pensava da almeno due decenni. In un lontanissimo futuro, Valerian e Loreline sono incaricati di una missione presso Alpha, metropoli immersa negli spazi galattici. Creature dai lunghi arti, con contorno di cattivi di vario genere e mostri famelici. Tecniche di ultimissima generazione, musiche assordanti, scenografie pronte a infiammare ogni immaginazione. Durata 140 minuti. (Uci)
Tra forbici, rasoi, profumo di brillantina e clarinetti, apre la prima stagione de Le Musichall il Teatro Necessario con l’esilarante NUOVA BARBERIA CARLONI.
daquattro istituti scolastici di Torino: l’Alfieri, il Liceo Scientifico Carlo Cattaneo, l’Istituto di Istruzione Superiore Gobetti Marchesini Casale Arduino e il Liceo Scientifico Galileo Ferraris.
FOCUS di Filippo Re
particolarmente sentita e vissuta in questi giorni soprattutto a Gerusalemme con seminari e conferenze. Le celebrazioni sono iniziate a giugno quando i frati si sono recati in uno speciale pellegrinaggio commemorativo a San Giovanni di Acri, sulla costa settentrionale di Israele (oggi Akko), dove i primi religiosi francescani sbarcarono nel 1217 guidati da frate Elia da Cortona. Due anni più tardi, nel 1219, li avrebbe raggiunti Francesco d’Assisi. Da allora il saio francescano è
presente in Terra Santa dove i frati si dedicano alla custodia dei luoghi della cristianità e aiutano la popolazione più povera. Scortati da frate Elia, un primo gruppo di frati arrivò nel porto crociato di Acri dove ancora oggi turisti e pellegrini possono visitare le rovine del porto dell’antica città dal quartiere medievale “pisano”. Qui, frate Elia ha accolto Francesco, partito da Ancona, secondo una tradizione storicamente accertata. Ad Acri si trovano due chiese francescane ma la più importante è quella che si trova davanti alle mura antiche della città sferzate dalle onde del
Mediterraneo. É una piccola chiesa bianca intitolata a San Giovanni Battista, di cui si scorge il semplice e basso campanile, che nasconde sottoterra una splendita cripta d’epoca crociata, al livello del mare. I francescani padre Raffaele, padre Simon e suor Giuseppina svolgono qui le loro attività da parecchi anni fino al giorno in cui torneranno in Italia per lasciare il posto ad altri Frati Minori. La cripta è stata appena restaurata dopo anni di lavoro e ospita mostre e incontri tra studiosi. Le chiese medioevali erano talmente belle che venivano apprezzate anche dai musulmani che ogni tanto ne portavano a casa qualche pezzo, come accadde per la chiesa crociata acritana di Sant’Andrea, il cui portale fu staccato da un sultano mamelucco e portato al Cairo per abbellire la sua tomba. Dopo un breve soggiorno ad Acri Francesco avrebbe proseguito il suo viaggio per mare lungo la costa palestinese verso Damietta, sul delta del Nilo in Egitto dove sarebbe arrivato nell’estate del 1219 mentre infuriava la Quinta Crociata. Dalla tragedia della battaglia di Hattin il 4 luglio 1187 e della caduta di Gerusalemme il 2 ottobre 1187 il Regno Latino di Gerusalemme
contava solo più su alcune città ancora ben fortificate e su qualche fortezza sulla costa della Palestina e del Libano. Frate Egidio di Assisi fu in realtà il primo frate a mettere piede in Terra Santa nel 1215 e a visitare il Santo Sepolcro a Gerusalemme in un periodo in cui, per i cristiani, era assai difficile arrivarci e i religiosi cristiani vivevano trincerati nelle fortezze crociate. Anche tra i Francescani non mancano esempi di martiri in Terra Santa, uccisi dai musulmani, come frate Filippo di Le Puy, martirizzato ad Ashdod (località sulla costa meridionale di Israele) nel 1288. I festeggiamenti dei francescani non si fermano qui perchè il vero obiettivo della Custodia di Terra Santa è quello di realizzare una serie di iniziative anche nei prossimi due anni, per arrivare a commemorare l’incontro tra San Francesco e il sultano Malek-El-Kamel a Damietta in Egitto nel 1219. E’ dalla visita di Francesco nel Vicino Oriente che inizia quel legame speciale e intenso tra i Francescani e la Terrasanta che continua ancora oggi con profondi valori sia umani che culturali.
I cittadini, le associazioni e le imprese di quartiere, la città stessa diventano tutti soggetti attivi in modo inclusivo e partecipato, di questa iniziativa che prende il via con un CONTEST 



dicembre prossimo, in cartellone per l’intero periodo natalizio, nell’attesa del vero e proprio cartellone che Brachetti sta mettendo a punto con la collaborazione di Cristiano Falcomer . Nel frattempo, a partire da venerdì 20 e per sette settimane consecutive, per un avvio di gusto internazionale, si avvicenderanno in palcoscenico esempi di clownerie, di teatro musicalcomico, di mimo e di teatrodanza, di danza hip hop; senza dimenticare le occasioni di tango (19 novembre, 3 e 17 dicembre) con Marcela Guevara e Stefano Giudice, ormai una delle realtà storiche del panorama cittadino.