CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 763

Le politiche giovanili in Regione

La Giunta ha approvato un accordo con l’Università degli Studi per la realizzazione del nuovo Sistema informativo regionale per le nuove generazioni

 

giovani regioneIl centro congressi della Regione Piemonte ha ospitato il convegno “Politiche giovanili in Piemonte. Un piano per il rilancio”.L’appuntamento, grazie anche alla presenza del presidente della VI Commissione Daniele Valle e dell’assessora alle Politiche Giovanili Monica Cerutti, ha voluto fare il punto sulle prospettive del tema in regione a poca distanza dall’approvazione del piano giovani in Giunta regionale.

 

La Giunta ha inoltre approvato un accordo con l’Università degli Studi per la realizzazione del nuovo Sistema informativo regionale per i Giovani, illustrato durante il convegno dalla d.ssa Stefania Stecca.La nuova piattaforma userà le più moderne tecnologie digitali e sfrutterà i dati aperti del Piemonte e della Pa in genere per poter favorire la partecipazione della galassia giovanile alla vita del territorio.

 

L’assessora Cerutti ha spiegato che il nuovo piano intende aumentare la partecipazione dei giovani alla vita attiva anche attraverso dei luoghi fisici, attraverso la rigenerazione di edifici abbandonati con l’auto delle comunità più innovative della regione. In questo percorso le “startup” avranno un ruolo determinante. Infine, ha concluso Cerutti, uno dei capisaldi sarà lo sguardo sui giovani immigrati di seconda generazione.

 

fmalagnino -www.cr.piemonte.it

"Studi Piemontesi", ecco il primo fascicolo 2015

La rivista di lettere, storia, arti e varia umanità edita dal 1972 dal Centro Studi Piemontesi

 

CENTRO STUDIÈ uscito il primo fascicolo 2015 di «Studi Piemontesi», la rivista di lettere, storia, arti e varia umanità edita dal 1972 dal Centro Studi Piemontesi; con una novità: le pagine rifilate in luogo dell’intonso; ma resta ben salda nella tradizione con la puntualità della pubblicazione e l’elevato livello dei contenuti.

 

Apre il fascicolo il saggio di Ilaria Fiumi Sermattei su Gli antichi marmi della basilica di San Paolo fuori le mura e un’idea di Thorvaldsen per il dono di Leone XII a Carlo Felice; altri sette i saggi relativi alla storia dell’arte e della cultura: Paolo San Martino, “L’opera vastissima e geniale” di Gianni Ricci architetto (1895-1957) e l’eclettismo novecentista torinese; Arabella Cifani-Franco Monetti, Molto più che un tavolo. Sir Walter Becker, lo scrittore David H. Lawrence e l’ambiente artistico torinese del primo Novecento; Luca Pier Giorgio Isella, La rocca di Po e il Monte dei Cappuccini documentati nel XV secolo; Elena Gianasso, La chiesa della Confraternita dello Spirito Santo e il “Campanile maggiore” di Gassino Torinese (1684-1765); Carmen Yenny Melano, Antonio Maurizio Valperga (1605-1688), ingegnere architetto al servizio delle corti di Savoia e di Francia. Note inedite per un profilo biografico; Daniele Guernelli, Pergamene regali. Inediti miniati di Adolfo Dalbesio (c. 1880); Francesco Malaguzzi, Vicende antiche e recenti della Biblioteca Patetta; Piero Gondolo della Riva, Il Piemonte sui piatti (addenda 6).

 

Sono dedicati alla storia civile e politica piemontese i saggi di Amerigo Caruso (“La sana politica è sempre d’accordo con la religione”: cultura politica e reti di relazioni dei cattolici conservatori nel Regno di Sardegna, 1848-1860), Fulvio Peirone (Sanità e igiene a Torino nella seconda metà dell’Ottocento: l’attività scientifica di Guido Bordoni Uffreduzzi batteriologo comunale), Gabriele Viola (Dai “beni comuni” ai “beni della Comunità”. Declino e “monetizzazione” dei beni comunali nelle valli Grana e Stura di Demonte fra i secoli XVII e XIX), Roberto Livraghi (Le origini dei Carabinieri in Alessandria, 1814-1821); Edoardo Gautier di Confiengo (Consoli del Regno di Sardegna e d’Italia a Cipro e donazione di antichità dell’isola, 1825-1872) e Maria Teresa Reineri (Una principessa indiana nella Torino carloalbertina: Giorgiana Solaroli Dyce Sombre).

 

Notevoli gli articoli dedicati a protagonisti antichi e moderni della letteratura e della cultura subalpine: il saggio di Arnaldo Di Benedetto sul romanzo di un intellettuale gobettiano («Oreste» di Guglielmo Alberti) e quello di Gustavo Mola di Nomaglio su un ‘letterato’ del Settecento, quando la parola aveva un significato molto più ampio di quello odierno: “Aperto a tutti gli orizzonti”. Tommaso Valperga di Caluso (Torino, 20 dicembre 1737-1 aprile 1815). Memoria nel bicentenario della morte; interessante la Noterella deamicisiana 2 di Pier Massimo Prosio. Fabio Uliana inoltre pubblica e commenta un poemetto celebrativo della Sindone dedicato a Carlo Emanuele nel 1611 dal fiorentino Francesco Maria Gualterotti.

 

L’area delle ricerche linguistiche è ben rappresentata dalle schede di Onomastica piemontese a cura di Alda Rossebastiano, Elena Papa e Daniela Cacia e dallo studio di Emanuele Miola, Per una grammatica del piemontese di oggi: gli aggettivi dimostrativi. Come sempre chiudono il fascicolo il «Notiziario bibliografico» e lo spoglio delle riviste: un aggiornamento bibliografico quasi esaustivo nel campo degli studi sul Piemonte.

 

 

Direttore : Rosanna Roccia

Direttore Responsabile: Albina Malerba

Comitato Scientifico

Renata Allìo

Alberto Basso

Piero Cazzola 

Anna Cornagliotti

Guido Curto

Richard Drake

Pierangelo Gentile 

Livia Giacardi

Andreina Griseri

Corine Maitte

Francesco Malaguzzi

Isabella Massabò Ricci

Aldo A. Mola

Francesco Panero

Gian Savino Pene Vidari

Pier Massimo Prosio

Rosanna Roccia

Costanza Roggero Bardelli

Alda Rossebastiano

Giovanni Tesio

Georges Virlogeux

 

Il Comitato Scientifico si avvale di referee nazionali e internazionali

 

Info: 011/537486; info@studipiemontesi.it; www.studipiemontesi.it

Come dono per le nozze il restauro di due antiche tele della chiesa

cappacappa3Rosa Maria Cappa, architetto libero professionista casalese e Mario Mantelli, anch’egli architetto libero professionista, si sono sposati sabato e hanno voluto benedire la loro unione con un tocco di originalità creativa: per parenti, amici, ed invitati, non c’era alcuna lista nozze di regali, soltanto l’invito a contribuire con un’offerta al restauro dei dipinti della chiesetta della frazione e della chiesa di Mombello

 

A Mombello Monferrato  Il Monferrato come luogo dove sposarsi. I matrimoni saranno anche in diminuzione in numero assoluto, e il territorio del “dolce suol d’Aleramo” non avrà magari le suggestioni panoramiche o le ricchezze artistiche uniche di Venezia o di Ischia, ma non sono poche le coppie che decidono di convolare a nozze in questo “mare di verde”. E fanno magari migliaia di chilometri ed quasi ventiquattro ore di aereo per venire sino a qui, come è accaduto ad un giovane australiano di Canberra ed alla sua consorte di Taiwan, che si sono sposati a Casorzo (paese di origine dello sposo) con gli abiti tipici dei nonni. Ma anche la Valcerrina sembra avere una certa attrattiva per i nubendi, e non sempre questi arrivano da un altro Paese se non da tre continenti di distanza. Due giovani di Moncalieri, quarto comune del Piemonte come popolazione, si sono uniti nel vincolo del matrimonio in municipio a Mombello Monferrato e hanno specificato che prima non conoscevano la zona. Poi, un giorno passando in auto hanno avuto modo di approfondirne la conoscenza e si sono innamorati della Valle e di Mombello al punto di farne teatro del fatidico giorno del si. E come loro diversi altri, sia italiani che stranieri, che sono affascinati dal paesaggio e dalle pievi.  Ultimo matrimonio in Valcerrina, e ancora a Mombello Monferrato, ma nella frazione Morsingo, è stato quello che ha unito Rosa Maria Cappa, architetto libero professionista casalese , piuttosto conosciuta sul territorio (tra l’altro è cittadino  onorario del paese per meriti culturali ed artistici) e Mario Mantelli, anch’egli architetto libero professionista, conosciuto ed apprezzato in Alessandria. Si sono sposati sabato e hanno voluto benedire la loro unione con un tocco di originalità creativa: per parenti, amici, ed invitati, non c’era alcuna lista nozze di regali, soltanto l’invito a contribuire con un’offerta al restauro dei dipinti della chiesetta della frazione e della chiesa di Mombello Monferrato. E al termine della cerimonia religiosa c’è stato un rinferesco a chilometri zero sul sagrato della chiesa. Gli abitanti di Morsingo e Mombello hanno partecipato con entusiasmo e coinvolgimento, dimostrando ancora una volta il valore delle comunità locali in Piemonte, mentre quanto fatto da Rosa Maria e Mario può tracciare una strada anche per altri che consenta, in modo soft ed intelligente, di contribuire al recupero di pezzi di storia e di storia dell’arte del Monferrato. Ma è un modello che si potrebbe ben applicare anche in tutto il resto della terra subalpina.

 

 

 Tra le mani del presidente dell Polifonica monferrina il cuscino delle fedi con la scritta: “Gli amici sono come le stelle: ci sono anche quando non si vedono”. Il cuscino è stato donato dal Presidente Lions Club Valcerrina e dalla sua gentile signora.

Massimo Iaretti

 

Studiare Inglese immersi nel verde del sito Unesco

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Lo scenario non è in Toscana o nei Colli Euganei, ma del Sacro Monte di Crea, dal 2005, insieme agli altri Sacri monti  e percorsi  devozionali di Piemonte e Lombardia

 

Non è da tutti poter studiare inglese in un sito Unesco immersi nel verde delle colline. Lo scenario non è in Toscana o nei Colli Euganei, ma del Sacro Monte di Crea, dal 2005, insieme agli altri Sacri monti  e percorsi  devozionali di Piemonte e Lombardia. Crea, una settantina di chilometri da Torino,  è da un millennio sede di santuario mariano e trovò la sua massima espansione con i mantovani Gonzaga, allora duchi di Monferrato. Oggi, con un territorio in condominio tra i comuni di Serralunga di Crea e di Ponzano Monferrato ospita il Santuario ed il Parco regionale del Sacro Monte. Da alcuni anni a questa parte a cavallo tra la fine del mese di giugno e l’inizio di luglio si svolge il Summer camp della Enghish School – British Institutes Casale, con sede in via Canina 13 a Casale Monferrato. L’idea di creare un momento di apprendimento britannico, con tutor madrelingua inglesi, irlandesi o americani, nel cuore del Monferrato ed in un sito Unesco è stato della titolare Luisella Lesca.  Per una settimana bambini e ragazzi dagli 8 ai 16 anni provenienti soprattutto da Torino e Città Metropolitana e da Milano e Città Metropolitana hanno studiato quotidianamente la lingua inglese in ore di full immersion a poca distanza dalla splendida Cappella del Paradiso ed all’ombra del Sacro Monte, ma hanno anche seguito una serie di attività sportive dall’orienteering, al nordic walking, al rafting sino ai mini Olympics finali. L’esperienza, alla luce del gradimento riscontrato in questa e nelle precedenti ediioni, naturalmente, verrà ripetuta l’anno prossimo.

Massimo Iaretti

Una camminata contro l'abbandono dei 4 zampe

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Hanno partecipato anche alcuni beagle liberati da Green Hill e Skeggia, un magnifico cane che è stato trovato  la scorsa estate agonizzante sul ciglio della strada e con la spina dorsale spezzata

 

Sabato 18 luglio un centinaio di persone si sono date appuntamento in Piazza Zara per promuovere una campagna di sensibilizzazione contro l’abbandono estivo di tutti gli amici a 4 zampe:  non solo cani ma  anche gatti, conigli, criceti, tartarughe … che troppo spesso vengono considerati oggetti e buttati via quando ci si stufa o diventano un peso.La passeggiata si è svolta nella fantastica e fiabesca cornice del Borgo Medievale e nel verde del Parco del Valentino. Hanno partecipato anche alcuni beagle liberati da Green Hill e Skeggia, un magnifico cane che è stato trovato  la scorsa estate agonizzante sul ciglio della strada e con la spina dorsale spezzata: molto probabilmente dopo essere stato abbandonato è stato investito da un’auto. Nonostante la disabilità, grazie all’amore e alle cure delle persone che lo hanno salvato, la sua vita è meravigliosa.

 

#NONABBANDONARLI

A Masino l'esposizione canina internazionale

Al Castello e Parco di Caravino.  Il Gruppo Cinofilo Canavesano “Il Castello” di Ivrea ha deciso, dopo il successo della passata edizione, di confermare questa suggestiva location per la sua seconda “Esposizione Internazionale Canina del Canavese”, l’unica sul territorio a rivestire carattere di ufficialità

 

cane masinoDomenica 19 luglio 2015, dalle ore 9 alle 18, il Castello e Parco di Masino, splendido bene del FAI – Fondo Ambiente Italiano a Caravino (TO), ospiterà una grande festa all’aria aperta, nel parco storico del castello, in compagnia dei nostri fedeli amici a quattro zampe, all’insegna della natura e del divertimento. Il Gruppo Cinofilo Canavesano “Il Castello” di Ivrea ha infatti deciso, dopo il successo della passata edizione, di confermare questa suggestiva location per la sua seconda “Esposizione Internazionale Canina del Canavese”, l’unica sul territorio a rivestire carattere di ufficialità, in quanto autorizzata e patrocinata dall’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana (ENCI) e la prima in assoluto, sul suolo canavesano, ad assumere un ruolo internazionale.

 

Una manifestazione dedicata interamente ai cani, ai loro padroni e a tutti gli appassionati di questi bellissimi animali, che prevede, a partire dalla mattina, l’alternarsi di esposizioni di bellezza canina e avvincenti esibizioni di Disc Dog, che metteranno alla prova l’intesa di numerosi binomi cane-conduttore impegnati in coreografie ed evoluzioni incredibili. La giornata sarà così strutturata: a partire dalle ore 10 una giuria internazionale di esperti giudicherà la corrispondenza ai diversi standard di razza dei soggetti presenti, assegnando i prestigiosi CAC (Certificati di Attitudine al Campionato Italiano) e CACIB (Certificati di Attitudine al Campionato Internazionale di Bellezza); nell’arco dell’intera mattinata si alterneranno le esibizioni di Disc dog.

 

A fine pomeriggio durante un appassionante “Best in Show” – la cerimonia finale dell’esposizione – verrà proclamato il migliore esemplare della mostra canina del Canavese, tra i tanti – se ne prevedono circa un migliaio – giunti a Masino. Nel Parco del Castello verrà allestito un servizio bar e uno stand gastronomico e saranno presenti diversi espositori di prodotti per l’alimentazione e la cura del cane.Durante la giornata sarà possibile effettuare visite agli interni riccamente arredati del castello, sostare per una pausa gastronomica alla Caffetteria panoramica del castello, godere della bellezza del Parco storico, passeggiare all’ombra dei grandi tigli nell’Allea e inoltrarsi nel grande labirinto di carpini.

  

 

Domenica 19 luglio 2015:

–  ore 9: ingresso del pubblico

–  ore 10: inizio dei giudizi per l’Internazionale Canina del Canavese;

–  ore 15,30: inizio raggruppamenti e proclamazione dei finalisti dell’esposizione di bellezza;

–  ore 17: “Best in Show” con proclamazione del miglior esemplare in assoluto dell’esposizione Internazionale di bellezza di Canavese e chiusura manifestazione.

 

Con il Patrocinio della Regione Piemonte, della Città Metropolitana di Torino e del Comune di Caravino.

Il calendario “Eventi nei beni del FAI 2015”, è reso possibile grazie al significativo sostegno e all’energia di ENGIE, dal 2011 sostenitore del FAI, al prezioso contributo di PIRELLI che rinnova la consolidata amicizia con la Fondazione e Cedral Tassoni, marchio storico italiano che per il quarto anno consecutivo ha deciso di abbinare la tradizione, la storia e la naturalità del suo prodotto al FAI.

 

Orario:

La manifestazione è aperta al pubblico dalle ore 9 alle 18 (ultimo ingresso ore 17).

 

Biglietti d’ingresso:

Cumulativo manifestazione + visita al Castello: Adulti: € 10; Ragazzi (4-12 anni): € 5; Carta Musei Piemonte € 7; Soci ENCI € 5; Iscritti FAI e Residenti: gratuito. Biglietto speciale famiglia (2 adulti e fino a 4 ragazzi tra i 4 e i 14 anni): € 25.

 

Come arrivare:

A4 Autostrada Milano-Torino, uscita di Borgo d’Ale, poi seguire i cartelli indicatori per Borgo d’Ale, Cossano, Masino.

 

Da Milano A4 Autostrada (Venezia-Torino) raccordo per Santhià-Ivrea-Aosta, prima uscita ALBIANO, poi seguire le indicazioni Castello di Masino -Caravino (il Castello è a circa 5 minuti dal casello autostradale).

Torino-Aosta A5 uscita di Scarmagno, poi seguire i cartelli indicatori.

 

Per informazioni sulla manifestazione e sul Castello e Parco di Masino:

FAI – Castello di Masino, Caravino (TO) – tel. 0125/778100; faimasino@fondoambiente.it

 

Per maggiori informazioni sul FAI consultare il sito www.fondoambiente.it

 

(Foto: Lorenzo Monti)

 

Botellon,organizzatori promettono: niente eccessi

I residenti, memori del disastro provocato in piazza Cavour lo scorso febbraio, chiedono un maggior controllo, misure di sicurezza e punizioni severe per chi non rispetta le regole. 

movida33Si attende con ansia, misure preventive e dialogo con gli organizzatori, la serata di venerdì nella quale è’ prevista in Piazza Carlo Alberto la festa studentesca per celebrare la fine degli esami universitari a suon di musica e alcool. Il Botellon, che in italiano vuol dire “bottiglione ” , è’ nato in Spagna circa vent’anni fa e il mood è’ rimasto identico: fare festa fino all’alba, in piazza o in qualche parco, portandosi dietro da bere e da fumare in modo da spendere poco.

I residenti, memori del disastro provocato in piazza Cavour lo scorso febbraio, chiedono un maggior controllo, misure di sicurezza e punizioni severe per chi non rispetta le regole. Si dovrà attendere la fine della festa per decretare l’impegno degli amministratori per garantire sicurezza e decoro in città.

Drops to zero, esce un pezzo ogni domenica

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Jack: “Ci siamo conosciuti a scuola, io suonavo la chitarra e Dani suonava il basso. All’inizio andavamo in sala prove assieme ad altre undici persone e suonavamo per lo più rock e metal, ma con il tempo ci siamo sparsi e siamo rimasti solo noi due”

 

Mi sono recato nel centro di Torino per intervistare Giacomo Sapienza e Daniele Giuggia, in arte Drops to Zero, produttori musicali che nell’ultimo anno hanno realizzato diversi beat per Shade (vincitore di MTV Spit 2013), Blue Virus e molti altri rapper. Entrando sono stato accolto molto cordialmente e dopo una rapida visita delle varie sale in cui viene svolta la produzione delle canzoni iniziamo l’intervista.

 

Ciao! Inanzitutto come vi siete conosciuti e com’è nata la vostra collaborazione?

Jack: Ci siamo conosciuti a scuola, io suonavo la chitarra e Dani suonava il basso. All’inizio andavamo in sala prove assieme ad altre undici persone e suonavamo per lo più rock e metal, ma con il tempo ci siamo sparsi e siamo rimasti solo noi due. A quel punto abbiamo deciso di incominciare a usare i computer per colmare i buchi che erano rimasti e ci siamo messi a risuonare i vecchi pezzi che avevamo con l’aiuto di un software.

 

Una svolta nella vostra carriera è arrivata con le produzioni per Blue Virus, come vi siete incontrati e com’è nata l’idea di fare canzoni assieme?

Con Blue Virus ci siamo conosciuti a una serata rap nella quale cantava un nostro amico. In quell’occasione abbiamo cominciato a scambiarci complimenti, allora abbiamo deciso di provare a fare un pezzo assieme e da lì siamo finiti a fare l’intero album. 

 

Jack: Blue ormai lo vediamo come un fratello, durante i lavori per “I migliori anni del nostro mitra” (l’album) ci vedevamo talmente spesso che a un certo punto gli ho fatto un doppione delle mie chiavi di casa! Al mattino, mentre dormivo, lui entrava, faceva il caffè, mi svegliava e poi andavamo al lavoro insieme. Con lui c’è sintonia sia dentro che fuori dallo studio, questo rende tutto più facile.

 

Sul web avete anche creato alcuni contest nei quali chiedevate ai rapper di scrivere delle strofe sui vostri beat, come sono andati?

Abbiamo iniziato l’anno scorso con l’Rkh contest che inaspettatamente ha avuto una buona risposta. Allora quest’anno abbiamo deciso di replicare, ma la cosa ci è un po’ sfuggita di mano, in una settimana ci sono arrivate più di duecento strofe!

 

Ora invece che progetti state portando avanti?

Oltre a produrre regolarmente beat su richiesta, attualmente stiamo facendo il Drops to Sunday nel quale facciamo uscire un pezzo a settimana, la domenica, con le partecipazioni di vari artisti come Paskaman, Roman, Shade, lo stesso Blue Virus e altri ancora.

 

Che consigli vi sentite di dare a chi sta per iniziare o ha iniziato da poco a produrre?

Daniele: Il consiglio che mi sento di dare è di non avere la presunzione di inventare nulla, ma di andare a cercare una serie di artisti o generi che durante la produzione ti possano servire da punti di riferimento. In questo modo anche se un giorno non ti senti ispirato grazie a quei punti hai comunque qualcosa da cui partire.

 

Jack: Non fossilizzarsi su un solo genere o arttista, ma ascoltare di tutto in modo da avere più influenze possibili. E’ importante anche riuscire a dare un’impronta personale alle proprie produzioni, in questo modo quando quacuno ti ascolta è in grado di distinguerti.

 

Grazie mille e in bocca al lupo per il futuro! “Grazie a te e un saluto a tutti il lettori del Torinese!”

 

Filippo Burdese

Ecospirituali anche con gli animali

SOS Gaia organizza  manifestazioni di beneficenza in favore di rifugi e associazioni che operano sul territorio per la tutela degli animali e promuove nelle scuole iniziative per l’informazione su mondo animale e ambiente

 

quattrozampeNel nutrito panorama delle realtà animaliste torinesi spicca l’associazione SOS Gaia, che  offre assistenza a domicilio  a cani e gatti per  aiutare le persone anziane a tenere con sé il proprio animale, fornendo cibo e assistenza veterinaria a spese dell’organizzazione stessa. L’associazione si ispira all’ecospiritualità, la filosofia dei Popoli naturali che nasce dal contatto con Madre Terra:  la filosofia della Natura, un’esperienza di armonia interiore che si estende a tutto ciò che ci circonda, nel rispetto dell’ambiente e di tutte le forme di vita. SOS Gaia è membro della Consulta delle Associazioni di Volontariato Animalista della Città di Torino e  della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente.

 

“Organizziamo iniziative culturali quali convegni, spettacoli e concerti – dicono i promotori -in collaborazione con il gruppo musicale LabGraal per promuovere il diritto degli animali ad avere una loro cultura e identità. Promuoviamo corsi di Introduzione all’ecospiritualità per divulgare una cultura animalista, per approfondire il tema dell’identità morale degli animali e per favorire il confronto con le altre specie su un piano di parità. Collaboriamo con rifugi per animali e altre Associazioni di assistenza e tutela animali coincidenti con i campi delle nostre attività”.

 

L’associazione organizza anche manifestazioni di beneficenza in favore di rifugi e associazioni che operano sul territorio per la tutela degli animali e promuove nelle scuole iniziative per l’informazione sulla tutela degli animali e dell’ambiente. SOS Gaia si sostiene unicamente sul volontariato e sulle risorse dei suoi operatori. Tutte le opere di assistenza agli animali e le strutture che vengono realizzate sono completamente a carico dell’associazione.

 

www.sosgaia.org

Srebrenica, la giustizia negata

SREBRENICAMoni Ovadia: “Lo sconvolgente volume di Riccardo Noury e Luca Leone ci mostra che la comunità internazionale e le vaste maggioranze delle nostre società, sono segnate da un tragico fallimento perché se i sopravvissuti al genocidio di Srebrenica e i familiari dei trucidati, delle donne stuprate, dei torturati e fatti a pezzi, non trovano giustizia e pace a distanza di vent’anni e se atrocità di simile portata si sono prodotte nelle terre della ex Jugoslavia che conobbe nelle sue forme più brutali la ferocia dei nazisti e dei fascisti, ci troviamo di fronte alla bancarotta morale dell’intero Occidente”

 

Srebrenica, dall’antico nome latino “Argentaria” si può tradurre in “città dell’argento”. Prima del 1992 era conosciuta per le terme, l’estrazione di salgemma e le miniere. Poi, la storia si è incaricata di concentrare lì il peggio delle atrocità. In questa località tra i monti della Bosnia nord-orientale oltre diecimila musulmani bosniaci maschi, tra i 12 e i 76 anni,  vennero catturati, torturati, uccisi e sepolti in fosse comuni dalle forze ultranazionaliste serbo-bosniache e dai paramilitari serbi.  Era l’11 luglio del 1995, vent’anni fa. La “mattanza” avvenne in una decina di giorni, dopo che la città, assediata per tre anni e mezzo, dall’inizio del conflitto,  il 10 luglio era caduta nelle mani del generale Ratko Mladić. Il 19 aprile 2004 il Tribunale internazionale dell’Aja per l’ex Jugoslavia (Tpi) ha definito quello di Srebrenica “genocidio”, il primo in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale.  Ma da quel momento, tra omissioni e rinvii, si è fatto poco. Restano le tombe, il ricordo di uccisioni, saccheggi, violenze, torture, sequestri, detenzione illegale e sterminio. Ci sarà mai giustizia? Quattro lustri dopo, rimane un profondo senso di ingiustizia e di impotenza nei sopravvissuti e un pericoloso messaggio di impunità per i carnefici di allora, in buona parte ancora a piede libero e considerati da alcuni persino degli “eroi”.

 

Con il libro “ Srebrenica, la giustizia negata” (Infinito edizioni), Luca Leone e Riccardo Noury  accompagnano il lettore in un attualissimo e amaro  reportage dentro al buco nero della guerra e del dopoguerra bosniaco e nel vuoto totale di giustizia che ha seguito il genocidio di Srebrenica, una delle pagine più vergognose della storia europea del Novecento, sicuramente la peggiore dalla fine della seconda guerra mondiale.  “Lo sconvolgente volume di Riccardo Noury e Luca Leone – Srebrenica. La giustizia negata –  ci mostra che la comunità internazionale e le vaste maggioranze delle nostre società, sono segnate da un tragico fallimento perché se i sopravvissuti al genocidio di Srebrenica e i familiari dei trucidati, delle donne stuprate, dei torturati e fatti a pezzi, non trovano giustizia e pace a distanza di vent’anni e se atrocità di simile portata si sono prodotte nelle terre della ex Jugoslavia che conobbe nelle sue forme più brutali la ferocia dei nazisti e dei fascisti, ci troviamo di fronte alla bancarotta morale dell’intero Occidente in primis, in particolare dell’Europa comunitaria pavida e opportunista, nonché dell’Onu, imbelle e impotente”. Così scrive nella sua prefazione lo scrittore e attore teatrale, Moni Ovadia. Riccardo Noury è il portavoce di Amnesty International Italia e  Luca Leone è tra gli scrittori che più si sono impegnati a raccontare ciò che è stato fatto a Srebrenica affinché il grido delle madri, mogli e figlie di chi venne ucciso nella città “ dell’argento e del sangue non resti inascoltato. Da anni , queste donne coraggiose, durante le loro proteste non violente, che si svolgono l’11 di ogni mese a Tuzla pronunciano una parola: “Odgovornost”, responsabilità. Chiedono verità e giustizia, accertamento delle responsabilità,  condanne per i criminali.

 

All’epoca dei fatti, la Comunità Internazionale, affogando in un mare d’ignavia e di disprezzo, non  mosse un dito e volto lo sguardo altrove,  così che quarantamila  persone furono lasciate nelle mani delle forze serbo-bosniache e dei paramilitari. Il libro di Luca Leone e Riccardo Nouryci mostra tutto questo, senza filtri, mettendo a nudo questa vergogna. Come scrive ancora Moni Ovadia, “se i sopravvissuti al genocidio di Srebrenica e i familiari dei trucidati, delle donne stuprate, dei torturati e fatti a pezzi, non trovano giustizia e pace a distanza di vent’anni e se atrocità di simile portata si sono prodotte nelle terre della ex Jugoslavia che conobbe nelle sue forme più brutali la ferocia dei nazisti e dei fascisti, ci troviamo di fronte alla bancarotta morale dell’intero Occidente in primis, in particolare dell’Europa comunitaria pavida e opportunista, nonché dell’Onu, imbelle e impotente”. Non si può stare zitti e guardare tra quelle montagne di Bosnia con occhi indifferenti e bui. Uno dei più grandi intellettuali balcanici, Predrag Matvejevic, scrisse: “I tragici fatti dei Balcani continuano, non si esauriscono nel ricordo come avviene per altri. Chi li ha vissuti, chi ne è stato vittima, non li dimentica facilmente. Chi per tanto tempo è stato immerso in essi non può cancellarli dalla memoria”. Parole amare e sagge. Parole da ascoltare.

 

Marco Travaglini