CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 758

Umberto Eco riceverà la cittadinanza onoraria di Orta San Giulio

orta san giulio lago

 

Tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ‘60, lo scrittore amava trascorrere le ferie sul Sacro Monte, al “conventino”, una costruzione adiacente la chiesa del convento francescano

 

Umberto Eco riceverà la cittadinanza onoraria di Orta. Il riconoscimento gli verrà attribuito nella cittadina sull’omonimo lago tra fine anno e inizio del prossimo, dopo che il celebre scrittore ha accettato l’invito dell’amministrazione comunale ortese. Non si tratta  soltanto di un omaggio alle citazioni che l’autore di “Baudolino” e de “ Il nome della rosa” ha dedicato al lago d’Orta e all’isola di San Giulio nel suo ultimo romanzo, “Numero zero”. Come il protagonista del romanzo, il ghostwriter  Colonna, anche Umberto Eco, tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ‘60, amava trascorrere le ferie sul Sacro Monte, al “conventino”, una costruzione adiacente la chiesa del convento francescano, di proprietà privata, che Eco affittava per qualche settimana. “Io al crepuscolo guardavo incupito il lago che s’incupiva. L’Isola di San Giulio, così radiosa sotto il sole, sorgeva dalle acque come l’isola dei morti di Böcklin” .

 

Così , nel suo “Numero Zero” , Umberto Eco fa parlare il protagonista che, come lui, ama la riviera del lago d’Orta, e probabilmente colloca aECO UMBERTOl “conventino” la casa ereditata dalla amica del protagonista, Maia, che diventerà un rifugio sicuro dal quale si gode, appunto, la visione dell’isola di San Giulio. Un libro insolitamente breve per i canoni di Eco (circa 210 pagine) e anche insolitamente semplice (solo otto personaggi, ma sono appena la metà quelli che effettivamente hanno una qualche consistenza) e temporalmente “compatto” (quasi tutto si svolge in due mesi a Milano, in quel 1992 a cavallo tra lo stragismo di mafia e gli scandali di Mani Pulite). Nel periodo in cui vi soggiornava Eco, frequentavano Orta anche Mario Soldati e Mario Bonfantini. E lì, lo scrittore alessandrino, aveva stretto amicizia con Roberto Leydi, musicologo, che abitava lungo l’antica via di accesso al borgo. Quella  ad Orta, per l’autore de “Il cimitero di Praga”, sarà quasi una rimpatriata e l’intera comunità lo attende a braccia aperte.

 

Marco Travaglini

"Non scrivere di me", scampoli di vita di otto grandi autori

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Sono tutti straordinari, scelti in modo “poetico” (in base all’intensità dell’incontro e ciò che ha rappresentato per lei) e svelati con garbo nel libro che ammalia come un romanzo

 

Essere amica di Philip Roth e l’autrice di 2 splendidi documentari su di lui, dormire a casa della biografa Judith Thurman a New York, incontrare David Foster Wallace in un desolato fast food a 2 ore da Chicago, bere l’aperitivo con Richard Ford, conversare con la scrittrice canadese Mavis Gallant, o ancora, stanare Joseph Mitchell nel suo ufficio al “New Yorker” e James Purdy nel minuscolo apartment di Brooklyn Heights. No, decisamente non sono esperienze che chiunque possa vantare. Lei si. E le condivide con i lettori. Livia Manera Sambuy, giornalista letteraria (firma di punta del “Corriere della sera”), esperta di letteratura anglo-americana, in “Non scrivere di me” (Feltrinelli), racconta 8 grandi autori con cui ha condiviso scampoli di vita. Sono tutti straordinari, scelti in modo “poetico” (in base all’intensità dell’incontro e ciò che ha rappresentato per lei) e svelati con garbo nel libro che ammalia come un romanzo, ma ha il valore aggiunto di farci scoprire certa letteratura americana.

 

Philip Roth.

«Il nostro rapporto si basa sulla curiosità intellettuale, sicuramente sull’eros e una fiducia non espressa che è patto  fortissimo a impegnarsi a non tradire. Sebbene uno scrittore sia traditore per eccellenza: dove trova prende senza chiedertelo».

 

-Ma non le aveva proibito di scrivere di lui?

«Siamo molto legati e non tradirei mai un amico. Gli ho fatto leggere il capitolo che lo riguarda ed è la storia del nostro rapporto personale. Ha accettato tutto, cambiato due parole e commentato “it’s very good”. E’scherzoso, ma se si tratta di scrittura il registro è uno solo, serio e niente battute».

 

-Qualche aneddoto?

«Oggi è un uomo ricchissimo che tutti gli editori vorrebbero accaparrarsi con contratti miliardari; eppure vive in modo particolarmente frugale, spende poco nulla, salvo invitarti in un elegante ristorantino newyorkese. Ha usato tutto quello che possiede per costruirsi intorno la tranquillità per scrivere. Come quando per non essere disturbato dal bambino dei vicini comprò il loro appartamento e gli altri di fianco; anche la casa nel Connecticut è funzionale solo al suo lavoro. Mentre giravamo un documentario si macchiò la camicia di acqua e mi colpì scoprire che aveva ben poco per cambiarsi: il suo intero guardaroba consisteva in 5 camicie e 3 paia di pantaloni».

 

Around writers (o) Scrittori e dintorni. 

– Lezioni di vita che ha appreso da loro?

«Da Mavis Gallant il coraggio di scelte azzardate e indipendenza; Judith Thurman, un certo modo di relazionarsi alla letteratura usando il proprio lato femminile; da D.F.Wallace nulla, se non la terribile frattura che c’è tra una persona molto malata di depressione, com’era lui, e il resto del mondo. Da Richard Ford, l’intensità dell’amicizia; da Paula Fox che la fiducia comprende il tradimento e bisogna accettarlo; Joseph Mitchell, gentilezza, generosità, la capacità di leggere la vita attraverso la letteratura, cosa che lui ha fatto isolandosi. E quasi tutto quello che so me l’ha insegnato Roth».

 

-Il personaggio che più l’ha strappata dal ruolo di osservatrice e risucchiata nel suo mondo?

«Nel libro non c’è, ma è Dave Eggers, catapultato giovanissimo in una fama planetaria con “L’opera struggente di un formidabile genio”; memoir delle sue vicissitudini con il fratellino di 8 anni, dopo la morte dei genitori. Fu difficile ottenere l’intervista e mi concesse solo 5 minuti; poi finimmo per pranzare insieme in un ristorante e parlò a lungo. Era geniale, timidissimo e si fece accompagnare dal regista che voleva trarre un film dal suo libro. Mi ritrovai allo screening dello strepitoso “Prima che sia notte” di Julian Schnabel, che era quasi in ginocchio davanti a Eggers. Situazione bizzarra e molto divertente».

 

-L’autore, anche di altri secoli, che le piacerebbe poter incontrare e per scoprire cosa?

«Flaubert; vivo a Parigi da 6 anni e vorrei capire perché per i francesi è più importante di Proust. Poi Tolstoj, di cui recentemente, al cocktail di un amico pittore, ho conosciuto una discendente. La contessa è una signora anziana elegantissima, vedova di un medico che era l’ultimo nipote dello scrittore; mi ha raccontato anche che a Parigi c’è una società letteraria che si riunisce intorno all’associazione “Jàsnaja Poljàna” per parlare dell’opera tolstoiana».

 

Life with writers (o) Vita con gli scrittori.

«Per evitare delusioni, li incontro senza troppe aspettative. Il segreto è conoscerne l’opera, inizio da com’è nato il libro -curiosità autentica- e li metto a loro agio. Per qualche ragione funziona sempre. Spesso scopro che sono creature davvero meravigliose, con cui trascorro ore non qualsiasi, e a volte entro a far parte del corredo delle loro vite. E’ un gioco di specchi e relazioni».

 

-Che effetto fa essere accolta nelle loro case?

«E’ un privilegio. Come quando mi ha ospitata Judith Thurman.(ndr. autrice di “Isak Dinesen. La vita di Karen Blixen” Feltinelli). E’ stato facilissimo anche perché abbiamo stili di vita simili. Lei scriveva al piano di sopra, io a quello sotto; nelle pause, pranzavamo insieme, parlando tantissimo».

 

-Come ha gestito lo shock, non solo culturale, ogni volta che ha cambiato paese, città, lingua?

«Con la curiosità che mi spinge sempre a cercare altrove e in un ambiente internazionale. A20 anni, sola a New York, all’inizio ero spersa; dopo 3-4 mesi, già integrata. Meno facile ambientarmi a Parigi, a tutt’altra età e scrivendo di letteratura angloamericana; ma ne vale comunque la pena». 

 

Reading suggestions (o) Consigli di lettura.

«Sarebbero tantissimi, ne cito qualcuno alla rinfusa e scusandomi per le omissioni. Di Junot Diaz

“La breve favolosa vita di Oscar Wao”, Aleksandar Hemon “Il progetto Lazarus”, i racconti di John Cheever, Mavis Gallant “Varietà di esilio” e Richard Ford “Sportswriter”».

 

-E il suo prossimo libro?

«Per scaramanzia preferirei non parlarne. Posso solo dire che sarà diverso da questo; una storia complicata con dentro un po’della mia vita, di Francia e India».

 

Laura Goria

 

 

 

"Ragazzi in aula" compie 18 anni

Ragazzi in Aula diventa “maggiorenne”La nuova edizione del concorso, organizzata dall’Assemblea legislativa piemontese in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e aperta agli studenti delle scuole secondarie del Piemonte che intendono, almeno per una volta, “indossare” i panni di consiglieri regionali per formulare progetti di legge, non è più a tema libero

 

ragazzi_aulaGiunto alla boa del diciottesimo anno, Ragazzi in Aula cambia pelle. La nuova edizione del concorso, organizzata dall’Assemblea legislativa piemontese in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e aperta agli studenti delle scuole secondarie del Piemonte che intendono, almeno per una volta, “indossare” i panni di consiglieri regionali per formulare progetti di legge, non è più a tema libero. Nell’ambito degli Stati generali dello Sport – di cui l’Assemblea regionale è promotrice – e in occasione di Torino capitale europea dello Sport, infatti, gli organizzatori hanno stabilito che i progetti di legge devono riguardare il mondo sportivo nei suoi molteplici aspetti, dal contrasto al doping alla pratica sportiva come strumento di prevenzione sanitaria, dai canali di finanziamento attraverso gli sponsor alla valorizzazione degli impianti.

Le proposte, elaborate da gruppi di sette studenti, devono essere inviate all’Ufficio scolastico regionale entro il 15 dicembre. I relatori delle proposte di legge che verranno selezionate dalla Commissione giudicatrice parteciperanno, insieme all’intera classe, a due sedute formative presso la sede del Consiglio regionale: nel corso della prima verranno forniti gli elementi di diritto regionale necessari a comprendere il funzionamento dell’Assemblea e l’iter del processo legislativo; nella seconda sarà simulata una seduta di Commissione consiliare e verrà offerta agli studenti l’occasione di condividere più velocemente pareri, opinioni e idee inerenti i progetti di legge utilizzando una piattaforma digitale appositamente dedicata. Le proposte, poi, saranno inserite all’ordine del giorno dei lavori della seduta speciale dell’Assemblea regionale che i componenti dell’Ufficio di presidenza presiederanno nel prossimo aprile.

 

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“Diario per amico” si presenta a Oulx

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E’ stato realizzato dagli alunni di una rete di scuole elementari di Rivoli, Grugliasco, Omegna, Avigliana, Susa, Giaveno, Oulx, Sestriere, con la collaborazione dei sindaci e dei genitori

 

 

Il  tema del progetto “Diario per amico” per l’anno scolastico 2015-2016  è “l’Europa vista attraverso gli occhi dei bambini”. La pubblicazione, curata da  22 anni dall’ Editrice Graffio,  ha l’intento di coinvolgere gli studenti  nella realizzazione di un diario scolastico personalizzato, che valorizzi al meglio la loro fantasia attraverso la guida dei docenti. L’iniziativa sarà presentata sabato 19 settembre, alle ore 10, presso l’auditorium “Des Ambrois” di Oulx (To), in occasione dell’incontro: “L’Europa non è un luogo, ma un’idea”, promosso per l’inaugurazione del nuovo anno scolastico.  Interverranno, tra gli altri, la vicepresidente dell’Assemblea regionale, Daniela Ruffino, l’assessore regionale all’Istruzione, Gianna Pentenero e il parlamentare europeo Daniele Viotti. Il “Diario per amico”   è stato realizzato dagli alunni di una rete di scuole elementari di Rivoli, Grugliasco, Omegna, Avigliana, Susa, Giaveno, Oulx, Sestriere, con la collaborazione dei sindaci e dei genitori dei bambini. L’iniziativa è patrocinata  dal Consiglio regionale del Piemonte e dalla Consulta regionale Europea: 300 copie della pubblicazione sono in  distribuzione per le scolaresche in visita a palazzo Lascaris. 

 

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"Cade" il ghiacciaio del Wetterhorn tra Svizzera e Piemonte

All’improvviso il ghiaccio è precipitato lungo il versante della montagna

 

ghiacciaioDue camminatori svizzeri, Hans Buhler e sua moglie Marianne, hanno filmato il distacco di una porzione del ghiacciaio del Wetterhorn (altitudine 3693 metri) mentre si trovavano a fondovalle nei pressi di Grindelwald, in Svizzera, a una manciata di chilometri dal confine con il Piemonte.

 

All’improvviso il ghiaccio è precipitato lungo il versante della montagna ricoprendo  i prati e provocando una specie di “bufera” di neve. “Abbiamo sentito un boato: pensavamo a un aereo, poi abbiamo visto quella massa bianca che piombava giù. L’abbiamo ripresa, poi ci siamo messi al riparo”. Un fatto davvero  raro per la zona, causato molto probabilmente dalle temperature elevate  verificatesi durante l’estate.

La sanità e le ricadute sugli anziani

Doppio appuntamento giovedì primo ottobre presso l’hotel “la ruota” a Pianfei (Cuneo) e venerdì 2 ottobre a Caluso (Torino)

 

vecchi anzianiDoppio appuntamento per l’Auser Piemonte Giovedì primo ottobre presso l’hotel “la ruota” a Pianfei (Cuneo) e venerdì 2 ottobre a Caluso (Torino), per discutere sul futuro della sanità nella regione e soprattutto per capire quali saranno le ricadute sui cittadini più fragili ed esposti come gli anziani. Partecipano al convegno: il presidente dell’Auser Piemonte Gianni Pibiri, Nino Boeti vicepresidente del Consiglio Regionale del Piemonte, Alberto Tomasso Segretario Generale della Cgil Piemonte, Mario Borgna Segretario Generale dello Spi regionale ed Enzo Costa presidente nazionale dell’Auser. Modera i lavori Elio Lodi Direttore Generale dell’Auser Piemonte. A conclusione dei due appuntamenti, si  terrà il pranzo sociale e la festa dei volontari Auser Piemonte.

Professori e alunni indolenti, la famiglia è centrale

MATURITA STUDENTESSAtosettoSTORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

 

Appartengo ad una generazione i cui padri e madri davano sempre ragione agli insegnanti. Adesso i telefonini hanno complicato le cose. Sono elemento anche di tensione tra i professori e le famiglie

 

Ho letto l’articolo pubblicato sul “Torinese” dalla brava Tersilla Garella (rubrica MODA & Modi – ndr) e sicuramente non ci sono simpatici coloro che difendono le indolenze dei giovani, in particolare quando sono scolari. Appartengo ad una generazione i cui padri e madri davano sempre ragione agli insegnanti. Adesso i telefonini hanno complicato le cose. Sono elemento anche di tensione tra i professori e le famiglie, fortunatamente  solo alcune e non tutte. Giacché questo è, a mio modestissimo parere, il punto focale della questione. Dietro – o davanti, come preferite – ad un giovane scolaro c’è una famiglia. Tradizionale e non, sia ben chiaro.

 

Il rapporto con l’istituzione scuola è di tutta la famiglia. Veniamo al caso concreto di mia figlia, che è stata promossa. Non ci ha mai fatto mancare l’ebrezza del rimando, con le relative vacanze estive passate nel dirle : mi raccomando studia! E la la relativa risposta: lo so, mica sono una bambina. Ora si cambia liceo scientifico, dal Volta all’Einstein. Il primo anno di Scienze, a settembre, credeva di ritrovare il professore che aveva ottenuto il trasferimento. L’esame è consistito, anzi non è consistito, in una chiacchierata scherzosa ed amabile con altri professori di altre materie. Quest’anno, nel confronto, siamo su un altro pianeta.

 

La materia: Matematica. Qui la prof che la rimanda, dopo gli scrutini va in pensione. Tiene i successivi e gratuiti corsi di recupero. Ad agosto, via mail,  si tiene in contatto con gli studenti rimandati. Rientra due giorni prima dalle vacanze per interrogarli sincerandosi che abbiano studiato. Si chiama Raffaella Berardi. A cui va tutta la mia stima e quella della mia famiglia, in particolare di Sara. Ogni altro commento è inutile. La radicale diversità dei due casi è lampante.

Animali durante le calamità: ci pensano i veterinari

Il contributo della veterinaria pubblica nelle emergenze non epidemiche può riguardare i criteri di gestione dei servizi di preparazione e somministrazione di pasti in condizioni estreme e gli interventi di recupero e custodia degli animali di affezione che hanno perso il loro proprietario

 

canileDal 16 al 18 settembre il Centro polifunzionale della Croce Rossa di Settimo Torinese ospiterà un corso di formazione per i medici veterinari delle aziende sanitarie del Piemonte. Il tema del corso, “Emergenze non epidemiche nella sanità pubblica veterinaria”, rientra nell’ambito di un progetto affidato dalla Regione all’Asl TO3 finalizzato alla definizione di procedure unificate per la gestione delle emergenze veterinarie in occasione di catastrofi naturali o di eventi avversi.La collaborazione tra Regione, Croce Rossa Italiana e Società italiana di Medicina veterinaria preventiva ha consentito di sviluppare procedure operative condivise che saranno illustrate e testate sul campo, dove, per tre giorni consecutivi, i partecipanti condivideranno attività, pasti e pernottamenti. La gestione di un campo di accoglienza con tende ed attrezzature da campo non si improvvisa: in caso di calamità naturale od antropica l’indipendenza e l’efficienza operativa dei servizi di primo soccorso dipendono dall’organizzazione, dall’affiatamento degli operatori e da procedure sperimentate e consolidate. Il contributo della veterinaria pubblica nelle emergenze non epidemiche può riguardare i criteri di gestione dei servizi di preparazione e somministrazione di pasti in condizioni estreme, gli interventi di recupero e custodia degli animali di affezione che hanno perso il loro proprietario, l’organizzazione degli interventi di raccolta e smaltimento di animali morti fino alla valutazione dei rischi di esposizione a contaminanti chimici che si liberano in caso di evento calamitoso.

 

 

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L’INDICE DEI LIBRI DEL MESE E LO SPECIALE SU PRIMO LEVI

LEVI PRIMO

Presentano le anticipazioni editoriali: Mario Montalcini amministratore dell’Indice e Domenico Scarpa critico letterario e consulente letterario-editoriale del Centro internazionale di studi Primo Levi

 

In un luogo storicamente e simbolicamente denso come la ex caserma La Marmora di via Asti, sede della polizia politica della Rsi e dunque luogo di detenzione, tortura e fucilazione, “L’Indice” nell’ambito della festa Di parte presenta in anteprima una raccolta di scritti di Primo Levi che hanno avuto scarsa circolazione e nessuna notorietà. . Il talento di Levi nel narrare storie legate al lavoro; la sua capacità di inventare nuovi mondi con le sue storie di fantatecnologia e di fantabiologia; e il suo legame con le radici ebraiche emergono in questi frammenti rari che anticipano e accompagnano alcuni dei suoi libri più noti come Il sistema periodico, e Se non ora, quando? Lo speciale, curato dal Centro internazionale di studi Primo Levi di Torino, accompagna e promuove la pubblicazione negli Stati Uniti dei Complete works dello scrittore torinese. L’editore americano, Liveright presenterà infatti nel mese di ottobre al pubblico internazionale l’opera completa dello scrittore, incluse le pagine sparse: un’impresa che non ha precedenti per l’intera letteratura italiana, antica e moderna.

 

Venerdì 18 settembre

Ex Caserma La Marmora, ore 19

Via Asti – Torino

 

Compresenze: lavavetri abusivo e controllore Gtt, testimonial di oggi

AVVISTAMENTI / di EffeVi

 

Che ci fanno, uno accanto all’altro, un lavavetri abusivo e un controllore dei parcheggi che stacca multe? Risposta: i testimonial della Torino di oggi

 

LavavetriSe vedi un lavavetri abusivo e, a fianco, un controllore delle strisce blu che stacca multe alle auto in sosta, non ci sono dubbi: ti trovi a Torino. Intendiamoci, nessuno pretende che i controllori dei parcheggi si improvvisino vigilantes, ma neppure è pensabile che vadano avanti un intera mezz’ora a staccar multe ignorando ostentatamente un individuo che, a non più di due metri, sta commettendo una serie di infrazioni ben più gravi e, teoricamente, una sfilza di reati. I controllori della Gtt portano un’uniforme e rappresentano un’azienda controllata al 100% dal Comune, che gestisce parcheggi e trasporto pubblico in regime di monopolio. Logica vorrebbe che, se si punisce un automobilista perchè ha il voucher scaduto da dieci minuti, non si possa ignorare un’infrazione/reato che si consuma al medesimo angolo di strada.

 

Diciamo che una telefonata ai Vigili, il signor – o la signora – controllore potrebbe anche farla, se non altro per salvare la faccia al Comune, il suo datore di lavoro. E invece no. Si inscena questo siparietto paradossale: si multa l’automobilista per un’infrazione minore, non si disturba un signore che pratica, secondo le interpretazioni, illegale accattonaggio molesto oppure vera e propria estorsione – con tanto di armamentario assortito (spazzole, bottiglie ecc.) lasciato davanti all’auto che viene multata. Ma forse il punto è un altro. Forse è più difficile contrastare il degrado e l’illegalità, quando si presentano con un brutto ceffo all’angolo di strada, che staccare multe a gente normale con nomi, recapiti, occupazione regolare, che lotta con i ritmi di una vita difficile.

 

Forse è troppo difficile mantenere un minimo di decoro e sicurezza, anche per un Comune che – secondo un’indagine Federconsumatori – applica tariffe più alte del 15% della media nazionale e che fa pagare i servizi più cari che a Milano, città con un reddito medio pro capite decisamente più alto. Forse l’Amministrazione comunale ha difficoltà a mantenere pulite e sicure le strade, nonostante le recenti assunzioni di Vigili Urbani e l’aumento delle tasse locali del 92% negli ultimi cinque anni. Parafrasando l’americanista Bonetto: “this is Torino”. Devi pagare le multe e anche il pizzo agli abusivi, due in uno, al medesimo incrocio.

 

(Nella foto: a sinistra il controllore e, dietro l’auto rossa, il lavavetri)