CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 744

Summer School per giovani in gamba

summerLe lezioni si terranno al Campus Einaudi di Torino, fino al 3 ottobre, fornendo a laureati e professionisti una formazione specialistica in ambito economico, giuridico e sociale 

 

È stata inaugurata  a Palazzo Lascaris la “Turin International Summer School”. Il progetto, promosso dalla Consulta europea, in collaborazione con i più prestigiosi organismi internazionali che si occupano di formazione, ricerca e assistenza tecnica, ha proposto, per le due settimane di studi formativi, il tema Europe, migration and inclusive growth: a focus on human capital.

 

Nel corso della presentazione è stato illustrato il programma delle lezioni che si terranno al Campus Einaudi di Torino, fino al 3 ottobre, fornendo a laureati e professionisti una formazione specialistica in ambito economico, giuridico e sociale e puntando in modo particolare sulla valorizzazione del capitale umano come fattore legato ai fenomeni della globalizzazione e dei flussi migratori.

 

Tra le numerose candidature pervenute all’Istituto universitario di studi europei (Iuse) sono stati selezionati 43 partecipanti non solo italiani, ma provenienti anche dalle università di Spagna, Macedonia, Bulgaria, Germania, Pakistan, Belgio, Argentina, Tunisia, Egitto, Tanzania, Norvegia, Polonia e Perù.

 

Con la vicepresidente del Consiglio regionale Daniela Ruffino, delegata alla Consulta, erano presenti Gianmaria Ajani, rettore dell’Università degli Studi di Torino; Bent Sorensen, capo dipartimento Comunicazione di European training foundation; Dario Arrigotti, direttore aggiunto del Centro internazionale di formazione; Giuseppina Maddaluno e Giuseppe Porro, rappresentanti rispettivamente di United Nations interregional crime e Istituto universitario di studi europei.

 

(droselli – www.cr.piemonte.it)

Dal vigneto alla bottiglia, giovani che coniugano innovazione e tradizione

E’ la generazione 2.0 e anche l’approccio alla terra è cambiato, migliorato dalla tecnologia che permette di analizzare, scoprire, studiare. E così, accanto ad antichi mestieri riscoperti, nascono nuove professioni e figure professionali

 

gruppograpeTra i Millennials, i nativi digitali, c’è qualcuno che non ci sta e alza la testa dal telefonino, dall’ipad, dal computer, per usare le mani e ritornare alla terra.

 

Molti giovani riscoprono antichi mestieri e alcuni di loro tornano a scegliere di essere contadini, allevatori, vignaioli… Ma è la generazione 2.0 e anche l’approccio alla terra è cambiato, migliorato dalla tecnologia che permette di analizzare, scoprire, studiare. E così, accanto ad antichi mestieri riscoperti, nascono nuove professioni e figure professionali.

 

E’ il caso di Grape, un’azienda start up creata da Simona, Chiara e Fabrizio, tre giovani dottori di ricerca del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università degli Studi di Torino, che hanno aperto la loro sede ad Alba per offrire a viticoltori e tecnici del settore un servizio completo di analisi all’avanguardia dal campo alla bottiglia.

 

Oggi sono uno dei pochi laboratori in Italia ad offrire un servizio di diagnosi molecolare per la Flavescenza dorata, vero e proprio flagello per i viticoltori.

 

Ma ancor più all’avanguardia è il lavoro di selezione dei lieviti, apprezzatissimo dai produttori di vino convenzionale, ma anche dalle sempre più numerose cantine che producono vino biologico e biodinamico, che permette ai produttori di impiegare lieviti autoctoni isolati direttamente dai loro vigneti per la fermentazione delle proprie uve…

 

www.grapesrl.it

Non si cacciano la pernice bianca e la lepre variabile

cacciatoriC’è il divieto di utilizzo di richiami vivi, cioè di uccelli tenuti in gabbia che con il loro canto attirano altri uccelli, portandoli a tiro dei cacciatori

 

Sulle montagne piemontesi non si potranno cacciare la pernice bianca e la lepre variabile, in quanto si vogliono tutelare due specie a rischio di estinzione.

 

Come ha dichiarato l’assessore alla Caccia, Giorgio Ferrero, dopo l’approvazione di un’apposita delibera da parte della Giunta regionale, “abbiamo voluto tutelare due specie particolarmente vulnerabili. La pernice bianca è considerata a rischio di estinzione su tutto l’arco alpino, rischio aggravato dal maltempo di questa estate che ne ha reso ancora più critiche le condizioni di vita. Per la lepre variabile ad oggi in Piemonte non esistono censimenti affidabili. Abbiamo perciò scelto di rendere concreta l’attenzione all’ambiente e alla tutela delle specie animali a rischio che ci compete e in cui fortemente crediamo. Sarà poi la nuova legge regionale sulla caccia, su cui contiamo di avviare le consultazioni sul nuovo testo entro la fine di ottobre, a definire in modo organico le specie cacciabili in Piemonte”.

 

In periodo di apertura della caccia Ferrero ricorda anche l’assunzione di altri due provvedimenti: la richiesta ai presidenti degli ambiti di caccia di imporre ai cacciatori di indossare giubbotti o bretelle ad alta visibilità, a tutela della loro salute e di quella delle persone che frequentano zone di caccia; il divieto di utilizzo di richiami vivi, cioè di uccelli tenuti in gabbia che con il loro canto attirano altri uccelli, portandoli a tiro dei cacciatori”.

 

(www.regione.piemonte.it)

Lo stile Maserati conquista Torino

maserati4maserati1maserati2maserati3maserati4 Migliaia di cittadini incuriositi hanno potuto ammirare le splendide auto nel salotto cittadino e lungo il tratto di via Roma che si collega con piazza Castello

 

E’ già stata un vero successo la prima giornata di festa svoltasi ieri a Modena. Oggi si è replicato a Torino con la grande sfilata di Maserati in piazza San Carlo e via Roma, in occasione del centenario della fondazione della casa del Tridente. Al Maserati Centennial Gathering hanno preso parte non solo i proprietari di fiammanti vetture di ogni epoca, ma anche migliaia di cittadini incuriositi che hanno potuto ammirare le splendide auto nel salotto cittadino e lungo il tratto di via Roma che si collega con piazza Castello. Un legame con la casa automobilistica c’è, ed è forte, a Torino, con lo stabilimento di Grugliasco. In serata cena di gala alla Reggia di Venaria.

 

(Fotoservizio: il Torinese)

La montagna piemontese si ripopola

MONTAGNESe si confrontano i dati del censimento 2001 con quelli del 2011 l’incremento della popolazione è pari allo 0,8%

 

L’assessore alla Montagna, Alberto Valmaggia, ha annunciato che “le aree rurali montane stanno presentando alcuni segnali positivi di ripresa. Dopo un calo secolare della popolazione, si sta registrando un saldo migratorio positivo che permette di controbilanciare il saldo naturale negativo. Se si confrontano i dati del censimento 2001 con quelli del 2011 l’incremento della popolazione è pari allo 0,8%”.

 

Nella montagna piemontese risiede l’11,3 per cento della popolazione e la densità abitativa media è di 46 abitanti/kmq contro una media regionale di 176. Anche l’indice di vecchiaia in montagna è più alto (1,95) rispetto al resto del Piemonte (1,78), rendendo più difficoltosa l’erogazione dei servizi alla persona e alla famiglia.

 

“L’arresto dello spopolamento – ha aggiunto Valmaggia – è sicuramente il primo passo per la rivitalizzazione dei territori, ma affinché si inverta strutturalmente la tendenza occorrono una serie di interventi volti alla creazione e al mantenimento dei posti di lavoro in loco, ai quali affiancare una politica di sviluppo dei servizi (scolastici, welfare, infrastrutture, banda larga, ecc.) senza i quali è impossibile favorire la residenzialità e superare tutte le conseguenti ripercussioni negative, come il contenimento del dissesto idrogeologico e la valorizzazione delle specificità culturali”. 

 

Questi obiettivi generali si ritrovano nel Documento strategico unitario per la programmazione dei fondi europei 2014-2020, in cui una parte specifica è dedicata proprio alla montagna. Tre i punti su cui la Regione intende lavorare e investire: assicurare la crescita promuovendo piena occupazione, competitività e innovazione, consolidando e diversificando specifiche attività economiche; favorire un’organizzazione territoriale focalizzata su una mobilità e uno sviluppo dei servizi e delle infrastrutture rispettose dell’ambiente; sostenere una gestione sostenibile dell’energia e delle risorse naturali e culturali, proteggendo l’ambiente e preservando la biodiversità e le aree naturali. Il tutto attraverso un ampio coinvolgimento non solo del mondo produttivo, ma anche delle amministrazioni locali e della popolazione, secondo un approccio “dal basso” condiviso e ampiamente partecipato.

Quando il silenzio fa parlare di sè

pissimigliaMOLETO2Editore, giornalista, uomo dai mille interessi e dalle tante passioni quest’anno si presenta anche nelle nuove vesti di artista e scrittore. Ha fatto suo l’argomento da sempre caro alle migliori menti  dell’umanità; è andato alla ricerca dei tanti modi in cui è stato declinato, ha raccolto aforismi, proverbi pensieri (e tanto altro), li ha ordinati e introdotti con commenti e pensieri personali

 

“Il silenzio è ricerca dell’inesplorato, incute rispetto, a volte ti lascia confuso, devi approfondirlo dentro di te e ti fa scoprire concetti mai banali”. Ecco il silenzio per Roberto Pissimiglia, che all’affascinante tema ha dedicato il saggio “Silenzio e Silenzi” (ed.ArtMoleto), presentato in occasione della recente mostra, proprio sul silenzio, tenutasi a Moleto.

 

Editore, giornalista, uomo dai mille interessi e dalle tante passioni quest’anno si presenta anche nelle nuove vesti di artista e scrittore. Ha fatto suo l’argomento da sempre caro alle migliori menti  dell’umanità; è andato alla ricerca dei tanti modi in cui è stato declinato, ha raccolto aforismi, proverbi pensieri (e tanto altro), li ha ordinati e introdotti con commenti e pensieri personali. E’ nata così una mappa in 19 capitoli, con oltre 300 silenzi su cui riflettere; ma da parte ne ha altri, per un possibile sequel.

 

La scelta del tema non è casuale perché lui da anni è una delle anime di ArtMoleto (associazione creata dalla pittrice Michelle Hold con un gruppo di artisti legati al piccolo borgo). Nel silenzio delle colline del Monferrato Casalese ha il suo angolo di pace ed un atelier di arte povera.

 

«Recupero vecchi utensili che hanno percorso generazioni di fatiche quotidiane dei contadini e sono ormai  abbandonati in angoli di cortili, soffitte e cantine. Li restauro, coloro ed assemblo in nuove installazioni e mi piace pensare che li trasformo in pensionati di lusso che assaporano il piacere di essere ammirati».

 

-Invece l’idea del libro come e quando è nata?

«Da qualche anno sono l’editore del catalogo di ArtMoleto, curo i profili degli artisti e introduco il tema guida. Quest’anno ho capito che sul silenzio c’era da dire molto di più; così ho iniziato a consultare libri e internet e a trovare un’infinità di materiale».

-Lo definisci un work in progress; perché secondo te il silenzio è un tema accarezzato da sempre?

«Perché non è banale, non è facile e un volta che lo inizi, difficilmente riesci a troncare: ecco perché non ho ancora finito di scriverne».

-Inviti i lettori a mandarti altri silenzi: cosa ti  aspetti?

«Non è detto che sull’argomento sia già stato scritto tutto. Sicuramente ci sono altri  pensieri ed è uno stimolo anche per autori anonimi che potrebbero dare ulteriori contributi».

-Tu di che silenzio sei fatto?

«Controverso. Lo amo, lo cerco. Ma quando ce l’ho, magari non riesco a tenermelo fino in fondo. Anche perché siamo tutti troppo sensibili a quello che ci circonda: rumori, suoni, musica e distrarsi è  facile».

-Perché nel libro sostieni che il silenzio può fagocitare e che a te è successo?

«Mi ha fatto lentamente e progressivamente perdere il controllo del mio solito ritmo. Quella che era  la mia vita normale un po’ è cambiata: se dovevo scrivere qualcosa, rinunciavo al cinema e altro».

-Come vedi il binomio solitudine-silenzio?

«E’ un gemellaggio che spesso si fa; ma sono due concetti assolutamente scissi. Nel silenzio puoi essere pieno di contatti, vivo, scoprire un mondo di cose. Invece la solitudine, a volte, ti svuota. Dal  silenzio puoi uscire facilmente, la solitudine non è altrettanto sviabile».

-Esistono un silenzio maschile ed uno femminile?

«Quello maschile è più un silenzio di ghiaccio: chiuso in se stesso, rigido. Quello femminile è un velo di silenzio: in punta di piedi, più aperto e morbido».

-Tra le tante definizioni che hai  trovato, le tue preferite?

« Le avevo raccolte in un capitolo, che poi non ho inserito. Sono circa una ventina, tra le quali: Valentino  Bompiani “Il silenzio è la voce di un altro alfabeto che ci parla dentro”, cosa che ho sentito molto mentre scrivevo; Charles Degaulle “Silenzio: splendore dei forti, rifugio dei deboli”; Tiziano Terzani “I libri parlano quando serve e tacciono quando si ha bisogno di silenzio; o ancora, Robert Walser “Scrivere significa accalorarsi in silenzio”».

-L’arte che esprime e rappresenta meglio il silenzio?

«Il cinema muto e la pittura. Il primo sembra facile ed ovvio; mentre è sorprendente come un concetto tanto difficile da trasferire su tela abbia invece prodotto quadri affascinanti».

-Nel libro racconti della camera Anecoica, ma allora il silenzio totale non è sopportabile?

«E’ dimostrato dai tecnici  della Nasa che addestrano gli astronauti. Gli amici che l’hanno provata mi hanno detto che si va completamente in tilt. Il silenzio è talmente assoluto che percepisci persino il battito del cuore e diventa un rumore insopportabile».

– Il tuo sogno di scrittore?

«Da tempo penso ad un libro legato al mio percorso di editore di periodici di bellezza. Una sorta di sintesi del settore che ripercorra le storie dei grandi coiffeur che, oltre ad essere stati punti di riferimento nel loro campo, hanno anche incarnato un’epoca, come Vidal  Sassoon e Coppola, che ho avuto la fortuna di conoscere. Ho già molto materiale, ma non ancora un libro vero e proprio».

 

Laura Goria

 

 

 

 

 

 

Al Golden Palace il cucciolo è allegro

Chi sceglie di spostarsi con il proprio amico con la coda, cane o gatto, per vacanza o per lavoro, troverà all’interno della camera riservata una zona comfort. E sarà possibile soddisfare i propri amici a quattro zampe con piatti preparati direttamente dallo Chef stellato Diego Rigotti

 

allegro cuccioloI torinesi doc avranno già sentito parlare del Golden Palace, il centralissimo hotel 5 stelle luxury rinomato, oltre che per gli ospiti illustri che solitamente vi soggiornano, anche per la SPA e per gli aperitivi mondani  che spesso vengono organizzati. Ma l’ospitalità a 5 stelle lusso, grazie all’innovativo e confortevole servizio che si chiama “Allegro Cucciolo” viene finalmente estesa anche ai nostri amici a quattro zampe. Il Golden Palace infatti, che appartiene alla catena Allegroitalia Hotel & Resorts, mette a disposizione di tutti i suoi clienti, amici pet compresi, un servizio di altissima qualità per tutta la durata del soggiorno. Chi infatti sceglie di spostarsi con il proprio adorato amico con la coda, cane o gatto, per vacanza o per lavoro, troverà all’interno della camera riservata una zona confort con tutto ciò di cui  necessita durante la permanenza.allagro cucciolo 2

 

E’ presente un angolo per i pasti del cucciolo, dove troverete un sottociotola igienico e due ciotole, una per l’acqua ed una per il pasto e  sarà possibile soddisfare i propri amici a quattro zampe con piatti preparati direttamente dallo Chef stellato Diego Rigotti, come ad esempio i filetti di pollo con riso e persino i dolci come la cioccolata per cani o il gelato soia e aloe (il menù e’ molto assortito e adatto ad ogni esigenza)  per un alimentazione sia canina sia felina. Qualora, però, si preferisse un’alimentazione di tipo ‘tradizionale’ confezionata, e’ anche disponibile un’ampia scelta di scatolette e croccantini delle migliori marche internazionali.

 

Troverete anche una zona notte dove il piccolo tesoro potrà fare sogni d’oro su un comodo sofà tutto per se’, in base ovviamente alla sua dimensione. I prodotti in dotazione sono tutti forniti da “Farm Company”, una rinomata azienda piemontese leader nel settore dei pet products, sicuri e di alta qualità .E ancora è’ possibile usufruire di un’ampia gamma di servizi di toelettatura e di un esperto team di dog sitters durante la propria assenza. E per chi già vive in città , ma vuole regalarsi una cena preparata dallo Chef, ha un motivo in più per farlo  in compagnia del proprio pet e fargli così gustare uno dei piatti del menù Allegro Cucciolo. Che bella notizia!

 


   Clelia Ventimiglia

                                                                                             

Tablet e smartphone senza segreti per gli over 50

Al Circolo informatico di via Petitti

 

TELEFONINI

Non ci sono segreti informatici che tengano per gli over 50. Ne sono convinti al Circolo Informatico di via Ilarione Petitti 20, a Torino. Nei nuovi locali partono a fine settembre corsi di informatica dedicati ai “meno giovani”. E non si tratta di poche nozioni base sull’uso di vecchi pc. il vero intento degli istruttori è quello di trasferire agli allievi le proprie conoscenze soprattutto in riferimento ai nuovi ed evolutissimi smartphone e tablet. Naturalmente  verranno anche illustrate tutte le meraviglie di internet. Accanto ai corsi di informatica proseguono quelli tradizionali di lingue straniere.

Let’s dance, gli Anni 80 rivivono al Borgo

ottantaErano gli anni della vittoria ai mondiali, dei jeans stracciati o a sigaretta, dei colori eccentrici , di “Video Killed Radio Star”, dell’”A-TEAM”, “Charlie’s Angels”, “Magnum P.I.” Il nostro divertimento era un pallone

 

Erano gli anni della vittoria dell’ITALIA ai mondiali di calcio, dei jeans stracciati o a sigaretta, dei colori eccentrici , di “Video Killed Radio Star”, dell’”A-TEAM”, “Charlie’s Angels”, “Magnum P.I.” Il nostro massimo divertimento era dato da un pallone, da un sasso rosso con cui disegnare una campana o da una corda. Niente internet ne reality show; per le ricerche ci si incontrava in biblioteca e le telefonate erano precedute da una lunga coda alla cabina telefonica. Sono stati i 10 anni pieni di cadute e di ginocchia sbucciate, di pomeriggi di pane e nutella o burro e marmellata. E allora, bentornati nei vostri 10 anni più felici. 

 

Cose che suoniamo ★ DEPECHE MODE – MICHAEL JACKSON – DURAN DURAN – RIGHEIRA -MADONNA – CURE – THE SMITHS – TEARS FOR FEARS – BILLY IDOL – BLONDIE – BON JOVI – U2 – THE BANGLES – A-HA – THE QUEEN – DIRE STRAITS – CAMERINI – RETTORE – SPANDAU BALLET – SIGUE SIGUE SPUTNIK – CCCP – VIA VERDI – JOE COCKER – PET SHOP BOYS – OLIVIA NEWTON JOHN – CULTURE CLUB – WHAM – CINDY LAUPER – GUNS N’ ROSES – RICCHI E POVERI – TOZZI – IRENE CARA – THE BUGGLES – NEW ORDER – OMG – BANANARAMA – SABRINA SALERNO – SAMANTHA FOX -PHOEBES – VIOLA VALENTINO – JULIO IGLESIAS..& MORE ★

 

★ Non c’è due senza tre! Venerdì 26 settembre torniamo nella favolosa location del BORGO MEDIOEVALE del Parco del Valentino! Con delle grandissime novità 🙂
★ 2 dancefloor (1 all’aperto e 1 al coperto)
★ Sala Giochi anni 80! (questa volta con veri gi…ochi da sala!)
★ Free Make Up 80’s Style FLUO!
★ Momento Lenti e Limone Selvaggio ♥
★ Ragazze Morositas & Drive In! :v
★Area all’aperto e terrazze sul fiume
♥ Non potete mancare!! ★
L’evento è garantito anche in caso di pioggia! ♥

★ INGRESSO 3€
★ apertura porte 22.00 :v e orario esteso fino alle 3.15!*

★ In consolle Dj BEcca & Ale Tubo
★ Special Guest DJ DAVE
★ Visual & Photos Francesco Chebbello Cardullo
★ Public Relations Friso

dalle 20.00 è anche possibile fare una cena a buffet con drink e ingresso incluso e tavolo riservato a 15€ al meraviglioso ristorante San Giorgio del Borgo Medievale a cura di Gerla 1927. (*prenotazione per la cena obbligatoria)

*è possibile riservare tavoli e avere servizio di bottiglie direttamente al tavolo privato nonchè ingresso privilegiato in lista per evitare l’eventuale coda.

per info e prenotazioni tavoli in lista:
letsdance1981@gmail.com
mob & whats app: 3297894555

Il party si svolgerà in collaborazione con Gerla 1927.

Alida Ardemagni, tutta l’Italia in 70 donne

 L’autrice, docente di geografia umana (approccio storico-umano al paesaggio) e collaboratrice di De Agostini, Garzanti e Touring club, parte dalle antenate sibille, vestali e ninfe, transita tra aristocratiche, badesse e combattenti, ed arriva a scrittrici, imprenditrici, stiliste e scienziate contemporanee

 

ardemagni2Passa anche da Torino, con Ada Gobetti e Rita Levi Montalcini, l’itinerario rosa proposto da”L’Italia delle donne” (Morellini editore) di Alida Ardemagni. Se pensate ad un viaggio diverso, in un’ottica geografica al femminile, allora la mappa concettuale da mettere in valigia è questa guida che ripercorre le storie di 70 donne (famose e non) di tutte le epoche e classi  sociali, e traccia gli itinerari del loro passaggio, tra cultura, paesaggio, arte e buon cibo. Tante brevi biografie scorrevoli come racconti che compongono un atlante italiano di tipo nuovo.

 

L’autrice, docente di geografia umana (approccio storico-umano al paesaggio) e collaboratrice di De Agostini, Garzanti e Touring club, parte dalle antenate sibille, vestali e ninfe, transita tra aristocratiche, badesse e combattenti, ed arriva a scrittrici, imprenditrici, stiliste e scienziate contemporanee: «Sono una divulgatrice: dopo aver insegnato questa disciplina, scritto libri di testo, guide turistiche ed enciclopedie geografiche, ho pensato di cimentarmi con una saggistica leggera e divertente in linea con il mio interesse per l’emancipazione femminile».ardemagni

 

-Le sfide più difficili?

«I criteri di scelta delle protagoniste: il vincolo della corrispondenza tra la figura femminile e un luogo. Purtroppo per alcune donne non c’erano elementi sufficienti per proporre spunti di viaggio».

 

-Legata a Torino è Ada Gobetti; cosa la appassiona di questa donna?

«Rimasta vedova giovanissima, ha portato avanti, con incredibile coraggio, la battaglia antifascista del marito. Nel 1943 partecipò alla lotta partigiana, in montagna, insieme al figlio allora diciottenne; mentre con Camilla Ravera fondò l’Unione donne italiane».

 

-I luoghi della sua vita?

«Il Centro studi Piero Gobetti, da lei fondato nel 1961, in via Fabro 6, in quella che fu la  loro casa. E’ uno spazio di  documentazione aperto a tutti, soprattutto ai giovani; ospita anche la biblioteca di Norberto Bobbio e di altri  studiosi torinesi».

 

-E Rita Levi Montalcini, premio nobel nel 1986?

«Altra donna coraggiosa, nata a Torino dove iniziò presto le sue battaglie, già in famiglia, in contrasto con il padre, convinto che una carriera l’avrebbe distolta dai doveri di moglie e madre. Si iscrisse ugualmente a medicina nel 1930, quando le studentesse erano solo 7, per  laurearsi 6 anni dopo con 110 e lode e poi affrontò con caparbietà il mondo scientifico, non facile per le donne».

 

-Il suo raggio di azione fu ben oltre Torino.

«Certo, ma è nel piccolo laboratorio creato in camera da letto che iniziò le ricerche sul sistema nervoso che la porteranno in America come docente di Neurobiologia alla Washington University di Saint Louis e poi al Nobel. Sempre rigorosa e serissima. Anche come senatrice a vita che si recava puntualmente in Senato, paladina delle iniziative a favore dei giovani».

 

-Lei la collega a Napoli: quanto fu importante il legame con la città partenopea?

«Fu tra i soci fondatori della Città della scienza di Bagnoli, vero e proprio science centre: museo interattivo più grande d’Italia e non solo sede di sapere scientifico, ma anche nuovo modello di sviluppo nel mezzogiorno. Purtroppo nel 2013 questo polo di attrazione del turismo scientifico è stato distrutto da un incendio, probabilmente doloso».

 

-Il dibattersi  delle donne  tra emancipazione e  tradizione in che epoca è stato più difficile?

«Fino a  metà del 900 la strada è stata tutta in salita, anche se le donne  hanno attraversato secoli  di storia con coraggio e talento. Senza accesso all’istruzione e vittime di pregiudizi, basti pensare alla caccia alle streghe. Oltre ai compiti domestici hanno dovuto sobbarcarsi lavori faticosi e mal pagati, come mondine, filatrici, lavandaie. Se fortunate di nascita allora potevano esprimere le loro capacità: come la poco conosciuta Eleonora d’Arborea, figura mitica e sovrana illuminata della storia sarda che nel XIV secolo promulgò la Carta de logu, prima costituzione al mondo».

 

-C’è un messaggio nel libro?

«Negli ultimi 50 anni e non solo in Italia, la condizione femminile è decisamente migliorata; ma c’è ancora molto da fare per far valere i diritti conquistati e conseguirne altri. Il libro è una specie di passaggio di testimone fra generazioni e lo dedico a tutte le giovani donne che hanno di fronte un futuro incerto».

 

Laura Goria