CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 744

A che punto è il Piemontese?

bandiera piemonteA che punto è il Piemontese, lingua madre per coloro che vivono in terra di Piemonte. Questo è l’interrogativo posto da un convegno, promosso da Gioventura Piemonteisa, sabato 28 maggio, ore 10, al Centro polifunzionale – ecomuseo di via Dego 6 a Torino. Qui si daranno appuntamento studiosi, docenti ed operatori della lingua, parlata da dieci secoli. Purtroppo, però, nonostante il riconoscimento da parte dell’Unesco, da qualche decennio patisce un processo di sostituzione. Inoltre, l’opera di rivalorizzazione della lingua e della cultura piemontese, introdotta parzialmente nell’insegnamento scolastico in tempi recenti, ha recentemente subito una battuta di arresto, in netta controtendenza con quanto avviene nella maggior parte dei Paesi d’Europa, dove le lingue regionali e minoritarie hanno da tempo diritto di cittadinanza nelle classi. L’incontro di via Dego si propone come prima fase di un percorso verso il ripensamento dell’opera di valorizzazione e promozione delle lingue minoritarie in Piemonte.  Interverranno Liliana Boino, Carl Comoli, François Dellarole, Robert J.Michel Novero, Gioann March Pòlli, il professor Marc Tamburell (Bangor University –UK) e il professor Mauro Tosco (Università di Torino), protagonisti a vario titolo di questo progetto di rilancio della lingua regionale.

Massimo Iaretti

Due donne allontanate dal mondo alla ricerca della "pazza gioia"

Pianeta cinema a cura di Elio Rabbione
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Soltanto uno sguardo verso una camminata e un abbraccio fuori dal set del Capitale umano tra Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi hanno convinto Paolo Virzì a sviluppare con un racconto due ritratti femminili mai tanto azzeccati, difficilmente dimenticabili, guardati con affetto e partecipazione dal regista (e poi dallo spettatore), due sagome tratteggiate, sbozzate, colorite e delineate con la forza e con l’esattezza del tratto, un perfetto grumo di vita insieme, la vita di due donne ferite e allontanate dal mondo, separate da abitudini e affetti, fuori controllo e “matte” per alcuni (“Clinicamente lo siamo”), l’una impregnata di risate che sconfinano spesso nelle lacrime, logorroica all’inverosimile, gran dispensatrice di consigli e di comandi, l’altra rinsecchita, con pulsioni suicide, infelice e appartata, desiderose l’una di riallacciare i propri antichi contatti con la vita di ieri, l’altra nell’attesa di ricongiungersi con l’unica speranza della sua esistenza di madre, quel figlio che qualche anno prima le è stato tolto per essere dato ad altri in adozione. Valeria/Beatrice (che di cognome fa Morandini Valdirana) spaccia casati e cene con il Presidente, nomi eccellenti e giri altolocati, un passato da favola; Micaela/Donatella (che di cognome fa soltanto Morelli) arriva dal popolo. Si ritrovano ospiti di una comunità terapeutica immersa tra le colline del Pistoiese, in compagnia di altre donne con disturbi mentali: pronte ad approfittare di una gita, di “una breve vacanza” che possa dare inizio a un’amicizia, a un appoggiarsi l’una all’altra, a un ricercare dove non sanno nemmeno loro. La pazza gioia è il racconto della loro fuga o delle tante piccole fughe da un luogo all’altro, da una persona all’altra (arriveranno anche a fare le comparse sul set ricomposto nella vecchia villa della madre di Beatrice la impersona Marisa Borini, madre non solo nella finzione ma anche nella vita vera -, obbligata per la sopravvivenza ad affittare la sua casa al cinema italiano!: mentre Francesca Archibugi, sceneggiatrice con Virzì del film, dirige, mentre le due “matte” fuggono su una rossa decapottabile targata Pavia, targa facilmente riconducibile alle iniziali del regista…) nella attesa ricostruzione di un’esistenza. Nel ricordo di uno spezzone di un qualche commedia (all’)italiana dei Sessanta, Risi o Pietrangeli o Comencini, lasciamo Donatella sulla riva del mare di Viareggio, a giocare per un attimo con il suo bambino cui non si rivela.

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Forse un inizio di serenità, di esistenza, un punto da cui ricominciare. Virzì (cui forse si può rinfacciare il peccato veniale di aver nella seconda parte dilatato il racconto con qualche giravolta narrativa di troppo) diverte spesso, ci fa sorridere a tratti con un leggero sapore d’amaro mentre seguiamo le sue protagoniste, mentre incrociamo i familiari o gli amici/nemici, mentre guardiamo ai sentimenti come alle piccole vittorie o alle “enormi” disfatte. Come sempre in precedenza, ha un grande rispetto e una spiccata familiarità per le donne che porta sullo schermo, sa analizzare i tanti mondi, i tic, il loro perdersi nel marasma della società che stanno attraversando. Ramazzotti e Bruni Tedeschi sono, mettendoci corpo e anima, quel che ci vuole per far vibrare la storia, diventano appieno i loro personaggi, li vivono come raramente ci è dato vedere sullo schermo: la prima costruisce l’essenza della disperazione fisica e morale, la seconda riempie ogni momento della sua falsa spensieratezza e di ostentata leggerezza, brave come non mai, due interpretazioni che, se il film fosse stato accettato in competizione a Cannes, certo non avrebbero potuto lasciare indifferenti i giurati.

 

Arie pucciniane al Festival di Primavera

auditorium raiFiorenza Cedolins interprete delle arie da Madama Butterfly, Tosca, Turandot e Manon Lescaut

Il soprano Fiorenza Cedolins è la protagonista del secondo appuntamento del Festival di Primavera dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, dal titolo ” La vice e l’orchestra”, in programma giovedì 26 maggio alle 20.30 alla’ Auditorium Rai ” Arturo Toscanini, di Torino, in diretta su Radio 3. Il concerto, diretto da Pietro Rizzo, è dedicato alle più celebri pagine operistiche di Giacomo Puccini, da ” Un bel di’ vedremo” a ” Tu, tu piccolo Iddio”, tratte da Madama Butterfly, a ” In quelle trine morbide” dall’opera Manon Lescaut. La seconda parte della serata vede la soprano impegnata in arie tratte sempre da Manon Lescaut, quali “Sola, perduta, abbandonata”, dalla Turandot (“Tu che di gel sei cinta”) e dalla Tosca ( “Vissi d’arte, vissi d’amore”). Le romanze saranno inframmezzate da celebri pagine sinfoniche, tratte da Le Villi e Manon Lescaut, Il Capriccio e il Preludio sinfonico. I biglietti da 30 a 15 euro sono in vendita sia online sia presso la biglietteria dell’Auditorium Rai. Un’ora prima del concerto sono messi in vendita gli ingressi non numerati a 20 e 9 euro.

Informazioni: 0118104653.

Mara Martellotta

"Bosnia, l'Europa di mezzo", giovedì alla Libreria AUT

bosnia22Questo giovedì, alle 18,30,alla libreria Aut di via Sant’Ottavio, 45 a Torino, appuntamento con le storie balcaniche raccolte nel libro “Bosnia, l’Europa di mezzo”. La giornalista Barbara Castellaro, nell’occasione,  intervisterà l’autore, Marco Travaglini. Il tema è sempre d’attualità, considerato che solo due decenni fa finiva la guerra in Bosnia, lasciando cumuli di macerie e tanti, troppi morti. Il reportage racconta la pace che ha fatto seguito a quella tragedia. Una pace imperfetta, fatta di prevaricazione e di giustizia negata, di dolore e di speranze strappate via dal disastro di una quotidianità spesso fatta di umiliazioni e privazioni.

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Ma narra anche il profondo desiderio di capire non solo le ragioni del conflitto, ma TRAVAGLINI3anche la forza enorme che permette al popolo bosniaco di non scomparire sotto i colpi del destino. A parere dello storico Gianni Oliva, che ha curato la prefazione del libro,”Marco Travaglini ha scritto un taccuino di viaggio pieno di partecipazione emotiva, attento a cogliere i luoghi, i personaggi, le storie individuali e collettive; ma ha anche scritto un libro pieno di spunti per riflettere sul presente, per comprendere che ogni crisi ha le sue specificità e, insieme, i suoi denominatori comuni. Un bel modo per fare ‘storia del passato’ facendo contemporaneamente ‘educazione al presente’“.

Il Viaggio di ‘Metti in piazza la cultura 2016’

cultura piaza 3In una piazza Carignano sempre gremita si è concluso ‘Metti in piazza la cultura 2016’ due giorni di contenuti sul tema del Viaggio che hanno tenuto il pubblico incollato alle sedie o con il naso all’insù, in un carosello di stimoli sempre diversi. Tra gli appuntamenti più importanti, e sicuramente il momento più istituzionale del Festival, il concerto dal balcone monumentale di Palazzo Carignano (aperto solo per occasioni speciali), da cui il quintetto di ottoni del Teatro Regio ha suonato musica barocca.

Seguiti con moltissimo interesse gli incontri  con ospiti prestigiosi come il regista Davide Ferrario, la scrittrice Paola Cereda, il curatore del Museo Egizio Paolo Del Vesco o l’editor di Bollati Boringhieri Michele Luzzatto. Nella soleggiata giornata di sabato 21 maggio di grande impatto visivo la coloratissima sfilata di qipao, abiti tradizionali cinesi degli anni Venti dal fascino esotico, mentre l’ascolto guidato di Shéhérazade, di Rimskij-Korsakov ha tenuti incollati alla sedia un pubblico sempre molto variegato.

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Ma senza dubbio l’appuntamento più atteso è stato l’indimenticabile PIANO MATCHcompetizione tra pianisti che ha visto una straordinaria e appassionata partecipazione di pubblico coinvolto in prima persona nella scelta del migliore musicista. Gettonatissimi inoltre anche i laboratori per bambini (a cura di Mao, Verba Volant, Edt, società scacchistica torinese, Polo museale del Piemonte, Learn with mummy) e la foresta di libri, a indicare che i contenuti di qualità, proposti nella chiave giusta, sono adatti anche ai più piccoli. Coinvolgimento, inclusione, cultura alta proposta in modo creativo e divertente: questa la ricetta del festival.

Da sempre crediamo nel valore dei contenuti e nella funzione fondamentale della cultura comecultura piazza 2 aggregatore e come strumento che migliora la qualità della vitaafferma Marzia Camarda di Verba Volant -. Offrire cultura alta ma in modo divertente e trasversale è uno degli obiettivi del festival e siamo orgogliosi di poter dire che lo abbiamo raggiunto. Vorrei inoltre sottolineare che il successo del festival è dovuto anche alle grandi istituzioni culturali della città che hanno contribuito alla manifestazione non certo per bisogno di visibilità ma per una sincera disposizione alla collaborazione che ha dato dei bellissimi frutti. Questa è senz’altro la strada da percorrere per dare slancio al settore e rinnovare la relazione di fiducia tra chi produce cultura e chi ne fruisce.” “Un evento eccezionale soprattutto per la qualità dell’ascolto da parte del pubblico – sottolinea Simone Lattes di Ludwig, co-curatore insieme aCamarda -. Quando migliaia di persone sono insieme in una piazza e ascoltano con un’attenzione così intensa è il segno che bisogna essere in grado di uscire dai luoghi tradizionali della cultura e di trovare modi nuovi per raggiungere il pubblico.”

Tutti i film nelle sale di Torino

pazza gioia film
cinema salaLe trame della settimana

 

A cura di Elio Rabbione

 

Al di là delle montagne – Drammatico. Regia di Jia Zhang-Ke, con Zhao Tao, Yi Zhang e Jing Dong. Alla fine dello scorso millennio, una ragazza cinese di Fenyang viene corteggiata allo stesso tempo da Zhang, proprietario di una stazione di servizio, e da Lianzi, umile minatore. Sceglierà il primo, se ne separerà, verrà privata di quel figlio che il padre ha voluto chiamare Dollar e che ha fatto crescere in Australia. Anche un figlio che, in un futuribile 2025, vorrà ritrovare la madre e la Cina. Ancora una drammatica denuncia verso una società sempre più pronta a inseguire il denaro e la ricchezza da parte dell’autore di “Still life”, Leone d’Oro a Venezia dieci anni fa. Durata 131 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Benvenuti… ma non troppo – Commedia. Regia di Alexandra Leclère, con Josiane Balasko, Valerie Bonnéton e Didier Bourdon. E’ un inverno freddissimo a Parigi e il governo obbliga, come tutti i parigini, i proprietari di un signorile palazzo del sesto arrondissement di ospitare i senzatetto. Una portinaia che inneggia a Le Pen, la coppia di destra, quella di sinistra che finisce col rivelarsi peggio della prima… La convivenza non facile porterà tutti quanti ad essere migliori? Durata 106 minuti. (Ambrosio sala 3)

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Captain America: Civil war – Azione. Regia di Anthony e Joe Russo, con Chris Evans, Robert Downey jr., Scarlett Johansson, Jeremy Renner. Gli Avengers sono costretti a considerare il peso dei danni collaterali che la lotta rivolta alla protezione del mondo intero può causare. Dopo il disastroso coinvolgimento dei civili in un’azione a Lagos, in Nigeria, un summit tenuto a Vienna deciderà che il team di eroi potrà agire soltanto dietro decisione dell’Onu. Ma qualcuno degli Avangers non è d’accordo. Durata 146 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

Codice 999 – Azione. Regia di John Hillcoat, con Casey Affleck, Aaron Paul e Chiwetel Ejiofor e Kate Winslet. Michael Antwood è a capo di un gruppo di poliziotti corrotti e senza scrupoli, tenuti in pugno dalla mafia russa. Il prossimo obiettivo è una rapina in banca, in pieno giorno e per il suo raggiungimento Michael crede che la soluzione sia lanciare un codice 999, ovvero quello in atto quando un poliziotto è a terra, per distrarre dal colpo l’attenzione della polizia. Tuttavia le cose potrebbero andare in maniera totalmente diversa. Durata 125 minuti. ( Uci)

 

confessioni filmLe confessioni – Drammatico. Regia di Roberto Andò, con Toni Servillo, Connie Nielsen e Pierfrancesco Favino. Un gruppo di ministri dell’Economia delle grandi potenze, sotto la guida del direttore del Fondo Monetario internazionale, è riunito in un lussuoso albergo sulle rive del Baltico. Con loro alcuni ospiti, tra cui il monaco Roberto Salus, irreprensibile e pericolosamente non malleabile. All’indomani di quello che appare come un suicidio ma che potrebbe avere tutti i connotati di un omicidio, come si comporteranno i presenti con le manovre che si sarebbero dovute votare? Dal regista pluripremiato per “Viva la libertà”, anche questa volta affiancato dalla prova eccellente di Servillo. Durata 100 minuti. (Romano sala 1)

 

Florida – Commedia. Regia di Philippe Le Guay, con Jean Rochefort e Sandrine Kiberlain. L’ottantenne Claude rende piuttosto difficile se non impossibile la vita di chi gli sta accanto, dalla badante alla figlia Carole. I primi segnali di demenza senile sono più che presenti. Inoltre il vecchio ha un grande desiderio da soddisfare: andare a trovare la figlia minore che vive in Florida. Un’opera tra umorismo e dramma dall’autore di “Molière in bicicletta”. Durata 110 minuti. (Romano sala 2)

 

Il libro della giungla – Avventura. Regia di Jon Favreau. Una nuova versione del romanzo di Kipling, con le avventure del piccolo Mowgli allevato tra un branco di lupi, delle insidie della tigre Shere Khan e della pantera Bagheera, che dovrà riportare il suo protetto nel villaggio degli uomini dove è nato. Anche in versione 3D. Durata 105 minuti. (Ideal, The Space, Uci)

 

Lo chiamavano Jeeg Robot – Fantasy. Regia di Gabriele Mainetti, con Claudio Santamaria, Luca Marinelli e Ilenia Pastorelli. Enzo è un ladruncolo romano che vive di espedienti. Una sera, inseguito dalla polizia, nelle acque del Tevere viene a contatto con un materiale radioattivo che gli conferisce sconosciuti ultrapoteri. Ad Alessia, appassionata di fumetti, piacerà considerarlo come un eroe dei suoi prediletti Manga nella lotta al male sempre in agguato, che questa volta ha le sembianze allucinate dello Zingaro. Opera prima. Durata 112 minuti. Premiatissimo ai David di Donatello. (Nazionale sala 2)

 

Microbo e Gasolina – Commedia. Regia di Michel Gondry, con Ange Dargent e Théophile Baquet. Due amici, Daniel detto Microbo perché dimostra meno dei suoi 14 anni, osteggiato dai compagni di scuola, innamorato in silenzio di una compagna, e Théo, detto Gasolina per la sua passione per i motori. Insieme costruiranno una ingeniosa casa su quattro ruote per darsi all’avventura lungo tutta l’estate. E cresceranno. Durata 103 minuti. (Classico)

 

father jack filmMy father Jack – Commedia. Regia di Tonino Zangardi, con Francesco Pannofino, Eleonora Giorgi e Elisabetta Gregoraci. Un giovane avvocato deve difendere in un processo un pentito di mafia: nel frattempo rintraccio il suo vero padre, un pittore irascibile e folle di nome Jack. Durata 90 minuti. (Uci)

 

Money Monster – Thriller. Regia di Jodie Foster, con George Clooney, Julia Robert e Jack O’Connell. Lee Gates conduce una trasmissione televisiva dove si mescolano in maniera più o meno spettacolare l’andamento della borsa, i consigli per sempre migliori investimenti, canzoncine pubblicitarie e ballerine ricoperte di paillettes. Tra il disinteresse totale di Gates nei confronti dei “suoi” risparmiatori. Fino al giorno in cui fa irruzione e si barrica con lui nello studio Kyle, un ragazzo che ha perso tutto quel che aveva. Con una pistola puntata alla testa Gates vedrà la finanza sotto occhi completamente diversi, con lui la produttrice dello show. Durata 98 minuti. (Centrale v.o., Ambrosio sala 2, Massaua, Eliseo rosso, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Mortadello e Polpetta contro Jimmy lo Sguercio – Animazione. Regia di Javier Fesser. Mister L, derubato della cassaforte dallo Sguercio, gli mette alle calcagna la miglior coppia di agenti al suo servizio per poterla recuperare. Ma allo stesso tempo Tranciamuli è uscito di prigione e ha dichiarato vendetta contro Polpetta. Durata 91 minuti. (Uci)

 

Nemiche per la pelle – Commedia. Regia di Luca Lucini, con Margherita Buy e Claudia Gerini. Lucia è una psicologa per animali, Fabiola è a capo di un’agenzia immobiliare. Si detestano ma si troveranno a gestire insieme un problema non indifferente e inaspettato: il figlio che Paolo, l’uomo che è stato ed è il loro punto di contatto, ormai scomparso, ha lasciato solo al mondo. Durata 92 minuti. (Grrenwich sala 2)

 

Nonno scatenato – Commedia. Regia di Dan Mazer, con Robert De Niro e Zac Efron. La nonna, prima di morire, ha espresso un ultimo desiderio: nonno e nipote, le cui vite si sono da tempo separate, dovranno fare un viaggio insieme in Florida. Jason, rampante e solido avvocato in procinto di sposarsi, scoprirà un nonno Dick con una gran voglia di godersi la vita sino all’ultimo. Durata 102 minuti. (Uci)

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La pazza gioia – Commedia drammatica. Regia di Paolo Virzì, con Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, Tommaso Ragno e Marco Messeri. “Clinicamente pazze”, Beatrice Morandini Valdirana e Donatella Morelli sono ospiti di Villa Biondi, un centro per malattie mentali sulle colline pistoiesi, l’una egocentrica e logorroica, l’altra tatuatissima e fragile, solitaria, cui la legge ha tolto il figlio per affidarlo in adozione ad una coppia. Nonostante le diversità che le dividono, le due donne fanno amicizia, sentono il bisogno l’una dell’altra, fuggono, vivono appieno “una breve vacanza”, provano a inseguire una vita nuova sul filo sottile della “loro” normalità. Grande successo alla Quinzaine di Cannes per le interpreti e per l’autore del “Capitale umano”. Durata 118 minuti. (Ambrosio sala, Massaua, Due giardini sala Nirvana e Ombrerosse, Eliseo sala grande, F.lli Marx sala Chico, Groucho e Harpo, Massimo 1, The Space, Uci)

 

FILM PERFETTIPerfetti sconosciuti – Commedia. Regia di Paolo Genovese, con Marco Giallini, Edoardo Leo, Valerio Mastandrea, Giuseppe Battiston, Kasia Smutniak, Alba Rohrwacher. Una cena tra amici, l’appuntamento è per un’eclisse di luna, la padrona di casa decide di mettere tutti i cellulari sul tavolo e di rispondere a telefonate e sms senza che nessuno nasconda qualcosa a nessuno. Un gioco pericoloso, di inevitabili confessioni, che verrebbe a sconquassare le vite che ognuno di noi possiede, quella pubblica, quella privata e, soprattutto, quella segreta. Alla fine della serata, torneranno ancora i conti come quando ci siamo messi a tavola? Durata 97 minuti. (Eliseo blu, Greenwich sala 2)

 

Pericle il nero – Drammatico. Regia di Stefano Mordini, con Riccardo Scamarcio, Gigio Morra e Maria Luisa Santella. Tratto dal romanzo di Giuseppe Ferrandino, spostata l’azione da Napoli e Pescara al Belgio e al nord della Francia, è la storia di Pericle Scalzone, che lavora per don Luigi, boss della camorra, “fa il culo” alla gente, letteralmente, umiliandoli, a quanti sgarrano. Ma un giorno compie un errore che si può rivelare irreparabile ed è costretto a fuggire. In un altro posto, tra altra gente, conoscendo una nuova donna, forse la sua vita potrà cambiare. A Cannes nella rassegna “Un certain regard”, producono Scamarcio, Golino e i fratelli Dardenne. Durata 105 minuti. (Massimo 2)

 

Il regno di Wuba – Fantastico. Regia di Raman Hui. La Regina dei Mostri vuole preservare dalla caccia degli Uomini il piccolo Wuba, sarà Song Tianyin, sciocco di buon cuore, a rendere vana ogni minaccia. Dal regista di “Shrek”. Durata 111 minuti. (The Space, Uci)

 

Robinson Crusoe – Animazione. Regia di Vincent Kesteloot e Ben Stassen. Un gruppo di animali, amici per la pelle, vive in una splendida isoletta ai Tropici. Soltanto il pappagallo Mac sogna di andarsene un giorno. Un giorno troveranno sulla spiaggia, restituito dal mare dopo una tempesta, Robinson Crusoe con il suo cane Aynsley. Durata 90 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

 

Sole alto – Drammatico. Regia di Dalibor Matanic, con Tihana Lazovic e Goran Markovic. Un villaggio serbo ed un villaggio croato, tre estati disseminate a distanza di dieci anni, dal 1991 ai giorni nostri, personaggi maschili e femminili che il destino ha inesorabilmente divisi. Durata 123 minuti. (Romano sala 1 e 3)

 

La sposa bambina – Drammatico. Regia di Khadija Al-Salami, con Reham Mohammed. Nello Yemen di oggi, un padre quando la figlia arriva al decimo anno di età la dà in moglie ad un uomo vecchio più di lei di vent’anni. Violenze, soprusi, botte se Nojoud si rifiuta di servire la vecchia suocera: ma la bambina troverà il coraggio di fuggire dal suo villaggio e di recarsi a Sana’a. Nell’aula del tribunale chiederà il divorzio. Durata 99 minuti. (F.lli Marx sala Harpo)

 

FILM NUOVOLo Stato contro Fritz Bauer – Drammatico. Regia di Lars Kraume, con Burghart Klaussner. Nella Germania del 1957, il procuratore generale Bauer viene a conoscenza che il criminale nazista Adolf Eichman si nasconde a Buenos Aires. Sin dal suo ritorno in patria si spende per portare in tribunale i responsabili di morti e massacri: ma non ha fiducia in uno Stato che vuole a tutti i costi cancellare il proprio passato. Preferirà rivolgersi al Mossad israeliano. Durata 105 minuti. (Romano sala 3)

 

Stonewall – Drammatico. Regia di Roland Emmerich, con Jeremy Irvine e Jonathan Rhys-Meyers. Attraverso la storia di Danny, che deve fuggire a New York quando il padre scopre la sua omosessualità, sono raccontati gli scontri dei ragazzi gay colpiti da una polizia corrotta e la lotta per rivendicare i propri diritti, nata all’interno del Stonewall nel 1969. Durata 129 minuti. (Greenwich sala 3)

 

The boy – Horror. Regia di William Brent Bell, con Lauren Cohan e Rupert Evans. Greta, nel desiderio di lasciarsi alle spalle un periodo di vita travagliato, si rifugia in un villaggio inglese dove è assunta da una coppia in una villa vittoriana, come baby sitter del loro figlio di otto anni. Non un figlio, comprenderà ben presto la ragazza, ma una bambola a grandezza naturale. Una serie di eventi inspiegabili e terrificanti succedono, la mettono in serio pericolo e ostacolano la relazione che lei ha avviato con un giovane del villaggio. Durata 97 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 FILM MODA

The Dressmaker – Il diavolo è tornato – Commedia. Regia di Jocelyn Moorhouse, con Kate Winslet, Judy Davis e Liam Hamsworth. All’inizio degli anni Cinquanta, divenuta una affermata stilista, Tilly torna da Parigi nel piccolo paese natio di Dungatar, nel cuore dell’Australia, da cui era stata cacciata anni prima. Con una ventata di modernità, costruendo abiti per le donne acide e immalinconite di Dungatar, Tilly avrà modo di far luce sul suo lontano passato. Grande successo all’ultimo TFF. Eccellente prova della Winslet al centro di un film che pur facendosi giudicare (pressoché) positivamente non riesce mai a definire le proprie scelte (commedia, divertimento surreale, percorso drammatico, un faticoso altalenarsi?) in maniera definitiva. Durata 118 minuti. (Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Tini – La nuova vita di Violetta – Commedia. Regia di Juan Pablo Buscarini, con Martina Stoessel e Jorge Blanco. Tra vita personale e carriera non è un momento facile per Violetta, per ritrovare il proprio equilibrio ci vuole una vacanza in un’isola italiana. Nuovi amici e atmosfere stimolanti rimetteranno a posto ogni cosa. Durata 98 minuti. (Ideal, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Il traditore tipo – Thriller. Regia di Susanna White, con Ewan McGregor e Stellan Skarsgård. Tratto dal romanzo di John Le Carré, l’incontro e l’amicizia, durante una vacanza a Marrakech, di una coppia inglese con Dima, un uomo d’affari russo, un mafioso che ricicla denaro sporco. Perry decide di aiutare Dima, verrà coinvolto sempre più pericolosamente nella lotta che l’uomo ha ingaggiato con un nuovo e potente boss della mafia russa. Durata 107 minuti. (Greenwich sala 1)

truman

Truman – Un vero amico è per sempre – Commedia. Regia di Cesc Gay, con Ricardo Garin e Javier Càmara. Tomas lascia il Canada dove vive da anni per andare a trovare a Madrid il suo vecchio amico Julian, attore argentino trapiantato nella capitale spagnola. A Julian non resta molto da vivere e uno dei suoi crucci maggiori è la sistemazione del suo cane Truman, per lui quasi un figlio. Il film, un successone in patria, si è aggiudicato ben cinque premi Goya, gli Oscar spagnoli. Durata 108 minuti. (F.lli Marx Sala Chico)

 

Un’estate in Provenza – Regia di Rose Bosch, con Jean Reno e Anna Galiena. Lea, Adrien e il fratellino Théo lasciano Parigi per la Provenza, per due mesi vivranno con la nonna Iréne. E con il nonno Paul, che essi non hanno mai conosciuto a causa di vecchie incomprensioni familiari. Sarà un’estate diversissima da tutte le altre, in una casa lontana da tutto, senza la luce elettrica, con una cucina tutta speciale: le sorprese per i ragazzi saranno garantite. Durata 105 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse)

 

Un poliziotto ancora in prova – Azione. Regia di Tim Story, con Ice Cube e Ken Jeong. Ben sta per diventare il cognato di James ma prima del matrimonio bisogna affrontare una missione che li porterà a Miami, per seguire una pista legata ad un traffico di droga. Durata 102 minuti. (Uci)

 

Whiskey Tango Foxtrot – Avventura. Regia di Glenn Ficarra e John Requa, con Tina Fey, Christopher Abbott, Martin Freeman e Alfred Molina. Basato sulle memorie della giornalista Kim Barker, il suo arrivo a Kabul nel 2002, la presa di coscienza di una situazione di disperazione e di guerra che sino ad allora non aveva valutato appieno. Durata 112 minuti. (The Space, Uci)

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X-Men: Apocalisse – Fantasy. Regia di Bryan Singer, con James McAvoy, Michael Fassbender e Jennifer Lawrence. La vendetta di Apocalisse, dall’antico Egitto ai giorni nostri, quando un gruppo di fedelissimi lo richiama in vita e lo affianca per riprendere il comando e scatenare un violento attacco alla terra. Durata 143 minuti. (Ideal, Lux sala 2, Massaua,Reposi, The Space, Uci)

"Sconfinati momenti di vita"

Quattro personali raccolte in una stessa mostra sprigionano il senso profondo della vita quotidiana
rabbione carmagola

“Sconfinati momenti di vita” è il titolo della mostra che inaugura venerdì 20 maggio e aperta fino al 19 giugno a Palazzo Lomellini di Carmagnola, in piazza Sant’Agostino 17. È il risultato dell’ensemble di quattro minipersonali di artisti apprezzati in campo artistico non soltanto in Italia, ma anche all’estero. La prima, Raffaella Brusaglino, intimamente legata al mondo teatrale attraverso le sue espressioni scenografiche e costumistiche, come al mondo dell’infanzia, ha rabbione carmagnolanche realizzato illustrazioni di diversi testi letterari. Qui presenta il proprio universo femminile, elegante e sinuoso, con uno sguardo rivolto alla pittura antica e a immagini che si fronteggiano con il mondo reale, pur lasciando ampio spazio alla fantasia. Il secondo artista, Antonio Presti, declina il suo rapporto particolare con la natura e il paesaggio, in un alternarsi di forme e stagioni, in un continuo intrecciarsi di immagini di alberi, sospese tra realismo e fiaba. Luisella Rolle, invece, si affida a un prezioso bagaglio della memoria, costituito di suggestioni, viaggi compiuti e altri soltanto immaginati, di città visitate e vissute, in un reticolato di palazzi, di cieli e distese, di cupole e strade percorse, di borghi antichi e di angoli agresti, il tutto colto in colori accesi, accanto a blu intensi che segnano gli spazi notturni. Il quarto artista, Paolo Viola, le cui tele sprigionano una gioiosa e concreta ricchezza cromatica, esprime e vivacizzare gli aspetti quotidiani della vita, cogliendo bambine che giocano sulle rive del mare e rivisitando paesaggi, colline e noccioleti delle Lange.

Mara Martellotta

 
La mostra si inaugura venerdì 20 maggio alle 18, rimane aperta fino a domenica 19 giugno
Visitabile da giovedì a sabato dalle 15 alle 18. Domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.

Visita gratuita al Castello di Miradolo

miradoloDomenica 22 maggio si svolge la sesta edizione delle “Giornate nazionali” a cura di Asdi – Associazione dimore storiche italiane. Sono oltre 20 le residenze private in Piemonte che, in questo contesto, apriranno al pubblico le loro porte. Tra queste c’è il Parco del Castello di Miradolo a San Secondo di Pinerolo che sarà visitabile gratuitamente dalle 10 alle 19. Si potrà passeggiare liberamente alla scoperta del giardino ottocentesco ma anche prenotare una visita introduttiva sulla storia dell’antica dimora e del suo Parco. Per l’occasione la tradizionale visita guidata si condensa e si ripete più volte nell’arco della giornata, per permettere a tutti di vivere il fascino del luogo. Appuntamenti alle ore: 11, 12, 15.30, 16.15, 17 al costo di 3 euro. La Fondazione Cosso celebrerà idealmente anche la Giornata Europea dei parchi, la cui ricorrenza cade il 24 maggio. La Caffetteria interna del Castello e il bookshop saranno a disposizione dei visitatori, dalle 10 alle 19.

 

Massimo Iaretti

Inno all'amore con Lisa Ginzburg e Dorit Rabinyan

E’ l’amore il cuore pulsante delle storie di due grandi protagoniste della 29° edizione del Salone del Libro di Torino: Lisa Ginzburg e il suo “Per amore” (Marsilio) e Dorit Rabinyan con “Borderlife” (Longanesi). Argomento comune, ma su sfondi diversi, personaggi indimenticabili per i quali il lettore fa il tifo fino alla fine che, ahimè, è tragica in entrambi i libri. Noi abbiamo letteralmente fagocitato i romanzi e le abbiamo intervistate per voi. Eccovi pillole di incontri memorabili e suggerimenti di lettura.

Nel suo Dna ci sono talento per la scrittura, profondità di pensiero, capacità di narrare emozioni, fatti e sentimenti in un modo che ti afferra, coinvolge e non ti molla più.

E’ Lisa Ginzburg, nipote della scrittrice Natalia Ginzburg -di cui ricorre il centenario della nascita- e da Parigi (dove vive e lavora) è planata al Salone del libro per presentare “Per amore” (Marsilio), storia di un amore travolgente e complicato, dal tragico epilogo.

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Protagonista è una giovane documentarista italiana trapiantata a Parigi che, durante una trasferta di lavoro, conosce Ramos. Ballerino, attore e coreografo brasiliano dall’irresistibile fascino esotico. E’ l’inizio di un legame intensissimo quanto difficile; una continua corsa ad ostacoli in cui le distanze culturali e geografiche fanno da barriera e per anni è un continuo andirivieni tra Brasile ed Europa. Lei tenacemente impegnata a rincorrerlo, con una dedizione incredibile, ma destinata a schiantarsi contro litigi violenti, mondi opposti e traiettorie di vita sempre più divergenti.

Luì è passionale, solitario e sfuggente. Nato nel microcosmo colorato di una favela, è il capoclan di una famiglia numerosa, dove i legami di sangue balzano al primo posto. Porta in giro per il mondo la magia del Candomblé (danze e riti animistici afro brasiliani), ha raggiunto il successo e strappato il suo destino dai pericoli della strada e della miseria.

Differenze socio culturali e distante geografiche: quale delle due complica di più un amore?

«Le prime sono più profonde e con sedimenti difficili; ma si superano se c’è una grande complicità. Un elemento che secondo me, in una relazione adulta, si stabilisce abbastanza presto. Ma non è una cosa che si costruisce, deve scattare. Le distanze geografiche, invece, possono essere più gravi dal punto di vista concreto; quando impediscono di mandare avanti una storia, il problema è più complicato».

Cos’è l’amore per lei?

«Oggi dico la complicità, ma in altri tempi avrei risposto altro. L’amore è una forza potentissima che può impossessarsi di una persona; se la guida bene può anche essere bellissimo. Il demone più potente, furioso e ingestibile è la ricerca di identità. E il romanzo parla anche di questo».

Come si supera il dolore per la morte di chi amiamo?

«Prima di tutto con un lungo silenzio. Dopo arrivano le parole e, dopo ancora, il ricordo, perché quando le cose tendono a sfuggire si ricorre alla memoria. Il tempo da un lato migliora la situazione, ma dall’altro la peggiora, inspessisce i fatti, non li diluisce soltanto. Il perdono invece è legato più che altro a vicende come quella che racconto».

Il cognome che porta l’ha favorita o fatta guardare con sospetto?

«Se parliamo di Natalia è stata una vera nonna: tenera, molto casalinga e protettiva, con la quale ho avuto un rapporto molto complice e profondo. Quando ha saputo che volevo scrivere mi ha incoraggiata moltissimo e ancora oggi la sua presenza è per me una sorta di nume tutelare. Se invece ci riferiamo al cognome, non mi ha avvantaggiata per nulla, anzi, direi che mi ha intralciata parecchio».

E’ solare, ha un’energia dirompente e nei giorni del Salone è stata presa d’assalto dai giornalisti in un tour de force di interviste alle quali si è prestata con grande disponibilità, ironia e tonnellate di entusiasmo

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E’ Dorit Rabinyan, l’autrice di “Borderlife” (Longanesi) -storia d’amore tra una giovane ebrea e un palestinese- che ha fatto infuriare il Ministero dell’Istruzione israeliano e bandire il testo dai programmi scolastici. La polemica è esplosa, il libro è schizzato in testa alle classifiche e, in sua difesa, sono scesi in campo mostri sacri della letteratura come Amos Oz, Yehoshua e Grossman.

E’ una versione modernissima di Romeo e Giulietta in cui la faida tra Montecchi e Capuleti è sostituita da quella tra due popoli e anni di lotte. Sullo sfondo di una memorabile New York -due anni dopo lo sfregio dello skyline dal quale sono state cancellate le Torri Gemelle- ecco il colpo di fulmine tra Liat e Hilmi. Lei, giovane traduttrice di Tel Aviv è nella Grande Mela grazie a una borsa di studio; lui, arriva da Ramallah, vive a Brooklyn ed è un pittore di talento. In patria

sarebbero divisi da 70 km e poco più di un’ora di viaggio: Tel Aviv e Ramallah, 2 punti geografici tra i quali non c’è linea retta, ma una strada tortuosa, pericolosa per lei, impercorribile per lui. Invece, nel crogiolo di razze newyorkese tutto è possibile: loro sembrano fatti l’uno per l’altra e diventano inseparabili. La vicenda è autobiografica come ci spiega l’autrice.

«Il libro è il mio regalo d’addio a Hassan Hourani, il giovane artista palestinese che ho conosciuto e amato nel 2002, quando ero a New York per promuovere il mio secondo libro e ci restai per un anno. Non avevo minimamente pensato che la storia potesse trasformarsi in un romanzo; ma dopo la sua morte, proprio come Hilmi, ho ritenuto mio dovere scrivere di lui e per lui. Ed ho la sensazione che se fossi stata io a morire, lui avrebbe fatto altrettanto per me».

In Israele è possibile l’amore tra ebrei e palestinesi?

«Gli israeliani non hanno alcuna possibilità di incontrare i palestinesi, a meno che non attraversino la linea 67, cosa che possono fare solo i soldati o i coloni. All’università si incontrano arabi-israeliani, ma non sono veri e propri palestinesi. Quindi questo amore non solo è inconcepibile, ma irrealizzabile. Invece, all’estero, quando gli israeliani incontrano altri mediorientali, scatta subito una scintilla, un’attrazione immediata, perché hanno sembianze e carattere simili».

Se la strada da Ramallah a Tel Aviv è rischiosa, perché Hilmi finisce sulla spiaggia di Giaffa?

«E’ quello che è successo, ma c’è anche una connotazione politica. Come lui ci sono tanti ragazzi palestinesi che, pur essendo della zona, non hanno mai potuto vedere il mare. Riescono ad entrare in Israele e raggiungere Giaffa; ma non sanno nuotare e spesso affogano».

Come ha reagito quando il romanzo è stato bandito dai licei di Israele?

«Sono rimasta sorpresa, scioccata, mi sembrava di essere in un sogno surreale e non sapevo come reagire. Nelle prime interviste si vede che ridevo nervosamente».

Ci sono altri libri israeliani che parlano dell’amore tra ebrei e palestinesi, perché il suo sarebbe pericoloso?

«Il mio è più inerente all’attualità, rispetto agli altri 2 romanzi, del 1973 e 1982. Il Ministero dell’Istruzione ha scritto a chiare lettere che il mio libro, e come descrivo un amore così

libero, sarebbe stata una tentazione per gli adolescenti, fragili e portati al romanticismo. E’ probabile che la funzionaria che ha stilato la relazione abbia pensato che, se lei si era innamorata di Hilmi, le ragazzine sarebbero corse in Cisgiordania per trovarsi un fidanzato palestinese. Cosa davvero ridicola».

Molti insegnanti hanno detto che suggeriranno di leggerlo, c’è chi non teme un’apertura tra i 2 popoli.?

«Israele è divisa in due: chi è pro liberalismo e i conservatori, che sembrano la maggioranza, perché da circa 10 anni siamo governati da quello che definirei un “tiranno democratico”. Netanyaohu con la sua leadership ha quasi schiacciato la democrazia».

Qual è il segreto dell’amore tra Liat e Hilmi?

«Nella loro relazione c’è anche una sorta di lotta, evidente quando la reciproca lealtà viene sopraffatta dal loro attaccamento alle radici. Restano insieme perché il loro amore è come un frutto proibito e cercano di godersi l’armonia e il piccolo dolce boccone di come potrebbe essere la pace, se esistesse».

Laura Goria

Il mito di Narciso apre la Divisione arte di Reale Mutua

Il primo degli appuntamenti artistici dell’Agenzia principale Torino Castello

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Sì intitola ” Narciso” la mostra inaugurale aperta fino al 19 giugno prossimo del nuovo progetto di partnership tra la nuova Divisione Arte di Torino Castello, agenzia principale di Reale Mutua, con sede nella Torre panoramica di Piazza Castello, e Crag (Chiono Reisova’ Art Gallery), neonata galleria con sede nell’area post industriale del Centro Piero della Francesca, che vuole proporsi anche come home gallery, visitabile su appuntamento e fucina di incontri con gli artisti autori delle opere esposte.narciso ruscica

Nel cuore di Torino il Tower Center Castello, spazio di lavoro tecnologico versatile, non è più da oggi solo il prestigioso rappresentante di brand importanti, quali Reale Mutua e Lloyd’s di Londra, ma diventa un centro capace di aprirsi a mostre e eventi, come voluto dal fondatore di Torino Castello, Giuseppe Ruscica.

In un contesto sempre più sviluppato di sharing economy l’arte si viene a sposare perfettamente bene con l’economia e la nuova Divisione Arte di Torino Castello nasce proprio nell’intento di unire la passione per la cultura alla fruibilità da parte di pubblico e clienti delle opere pregiate provenienti da collezioni private, colte in un dialogo costante con le opere di artisti emergenti. In questa mostra, infatti, è stata proposta un’opera guida, il Narciso risalente alla prima metà del Seicento, attribuito a Francesco Ragusa, concesso in prestito dalla galleria Robilant+Voena di Milano, Londra e Saint Moritz. Intorno a quest’opera la gallerista Elisabetta Chiono ha selezionato i lavori degli artisti emergenti della sua galleria. Il risultato è stato un modo di fare arte piuttosto inusuale, al di là delle tendenze, nello sforzo di privilegiare l’esperienza proposta al pubblico. Il fil rouge delle mostre che Torino Castello vuole proporre è tutto espresso nel titolo ” Friendship in the art”, intesa al di là dell’accezione di pura amicizia, ma, piuttosto, di collaborazione, sinergia e generosità.

 Mara Martellotta

Narciso
Contemporaneità del mito tra vita e arte
Torino Castello, nella Tower Center in piazza Castello 111