CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 742

Attraverso gli autori antichi nascono i sentimenti e il divertimento di oggi

Edizione numero 19 per il Festival di cultura classica che anche quest’anno suona la campanella d’inizio al teatro Erba per le varie stagioni di Torino Spettacoli. Caldeggiato e guidato in anni ormai lontani da due donne un po’ davvero speciali come Germana Erba e Adriana Innocenti – e oggi svolto sotto il lavoro appassionato di Piero Nuti -, il festival vuole essere la testimonianza di come certa letteratura antica, certi titoli di autori latini e greci non siano certo, come a volte ci costringono a credere i programmi scolastici, bauli pieni di polvere e di messaggi ormai troppo slabbrati, ma al contrario possano riportare all’oggi la concretezza di certi sviluppi drammaturgici, il divertimento che ne nasce, l’attualità che concetti e avventure, sentimenti e ritrovamenti, personaggi appartenuti a classi sociali diverse si portano appresso, non esclusa una serpeggiante carica erotica che rientra appieno nel nostro quotidiano. Primo appuntamento questa sera con lo spettacolo-conferenza Ciò che uno ama, dedicato ai poeti lirici greci (alle ore 21). Si entrerà nel vivo giovedì 5, con repliche fino a lunedì 16 ottobre, con Rudens/Ridens… tutto in una tempesta!!, che Gian Mesturino e Girolamo Angione (a questi è affidata anche la regia) hanno tratto da Plauto, una divertente commedia di rapimenti e di agnizioni, di lenoni che rapiscono ragazze e di innamorati che s’inguaiano pur di salvarle, di naufragi e di funi che riportano a galla scrigni miracolosi e preziosissimi. Seguiranno Cicerone (“Pro Coelio” è oggi “Processo a un seduttore”, “De senectute” è “L’arte di saper invecchiare”, grazie a Nuti), Aristofane con Gli Acarnesi, ancora Plauto con i comicissimi Pseudolus e Miles gloriosus, tutti spettacoli che passano attraverso gli attori affermati e quelli giovanissimi di Torino Spettacoli. Alla compagnia della Strigide è affidato L’isola perduta, un percorso che corre tra Tucidide ed il poeta Ritsos, tra l’egemonia di ieri e i profughi di oggi, mentre il Teatro Libero di Palermo proporrà Manhattan Medea, testo della drammaturga tedesca Dea Loher, che pone il dramma della antica maga tra le strade americane del ventesimo secolo, una nuova fuga degli amanti e una nuova vendetta, con un epilogo ripensato oggi che spetterà al pubblico scoprire. Il festival terminerà il 30 ottobre.

Elio Rabbione

 

Nella foto. Elia Tedesco in “Rudens” di Plauto, drammaturgia di Gian Mesturino e Girolamo Angione, regia di Girolamo Angione, prod. Torino Spettacoli (teatro Erba, dal 5 ottobre)

 

Le Ogr fanno Big Bang

Dal 30 settembre al 14 ottobre le ex Officine Grandi Riparazioni riaprono al pubblico con tre sabati consecutivi dedicati alla musica e quindici giorni di accesso gratuito con tre grandi interventi di arte contemporanea. E’ stata definita “Big Bang”, la grande festa di inaugurazione gratuita per tutti con una serie di esclusive nazionali e progetti realizzati da dieci artisti internazionali e lunga due settimane, delle rinnovate Officine Grandi Riparazioni di Torino, spazio di architettura industriale recuperato e restituito alla città grazie alle risorse della Fondazione CRT.

Giorgio Moroder, Elisa, Ghali, Omar Souleyman, The Chemical Brothers, e il super gruppo Atomic Bomb! (per l’occasione con la partecipazione di Samuel) sono alcuni degli artisti che si alterneranno sul palco della nuova “Sala Fucine”, uno spazio di oltre 3.000 metri quadri che, per i tre sabati del 30 settembre, 7 e 14 ottobre, darà ufficialmente il via alla programmazione di Arti Performative delle OGR. La scintilla che darà il via al “Big Bang” sabato 30 settembre, sarà innescata da Giorgio Moroder con il suo show, in esclusiva italiana e prima europea, An evening with Giorgio Moroder, uno show studiato appositamente per le OGR. Il rivoluzionario compositore riproporrà i suoi più grandi successi con un arrangiamento pensato per orchestra e band di sintetizzatori, batteria e percussioni, coriste e cantanti. Il repertorio proposto spazierà dal periodo della disco music ai temi principali delle colonne sonore da lui firmate. Nel corso della seconda parte della serata salirà sul palco della “Sala Fucine” una delle voci più interessanti della scena musicale italiana: Elisa. La cantautrice, polistrumentista e produttrice discografica si esibirà con uno spettacolo speciale per le OGR e si alternerà al fenomeno pop e nuovo volto del rap italiano: Ghali, rapper nato a Milano da genitori tunisini.

Protagonista, oltre alla musica, anche l’arte contemporanea, con tre progetti site-specific a firma di altrettanti grandi interpreti delle arti visive: a partire dal 30 settembre, infatti, la corte antistante l’ingresso delle OGR fa da cornice a un’installazione realizzata dall’artista sudafricano William Kentridge, che torna a confrontarsi con lo spazio pubblico in Italia, dopo la monumentale processione ricreata sulle sponde del Tevere a Roma nel 2016.

All’interno delle Officine, invece, anche grazie alla collaborazione della Regione Piemonte, Contemporary Art Torino-Piemonte e molte altre realtà culturali piemontesi, in primo piano due allestimenti pensati per dialogare con l’architettura e offrire ai visitatori un’esperienza degli spazi inedita: la “Sala Fucine” che ospita “On the Edge of Chaos”, installazione cinetica su larga scala realizzata dal collettivo creativo londinese United Visual Artists (UVA) che utilizza suoni, luci e movimento per interagire con il pubblico in modo sia individuale sia collettivo; nei 2.700 metri quadri dell’area mostre di OGR, Patrick Tuttofuoco, artista italiano tra i più stimati della sua generazione, presenta la seconda installazione “Tutto Infinito”, un paesaggio futuristico rivestito di terra rossa e animato da totemiche sculture pensate e realizzate in collaborazione con i piccoli ospiti di CasaOz.

Il calendario completo delle attività e degli eventi è consultabile su ogrtorino.it e sui profili ufficiali Facebook, Twitter ed Instagram.

Donatella Actis – www.regione.piemonte.it

Carlo Verdone apre “Più cinema per tutti”

Lunedì 2 ottobre a Torino, alle ore 20.30 nella sala Uno del Cinema Massimo, l’attore Carlo Verdone inaugurerà la rassegna Più Cinema Per Tutti, un ciclo di proiezioni aperte a tutti, con audio descrizione per ciechi e sottotitoli per sordi, che si terrà al Cinema Massimo dal 2 all’11 ottobre

L’iniziativa, sviluppata dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema con il sostegno dellaCompagnia di San Paolo e coordinata da Rosa Canosa, permetterà la fruizione cinematografica in sala da parte di disabili sensoriali (ciechi, ipovedenti, sordi, sordastri e ipoudenti) attraverso proiezioni accessibili che non intendono essere eventi speciali e “dedicati”, bensì parte integrante della normale programmazione delle sale e rivolte ad un pubblico misto.

 

Carlo Verdone, insieme a Vittorio Sclaverani e a Rosa Canosa incontrerà il pubblico di Più Cinema Per Tutti nella serata inaugurale di lunedì 2 ottobre al Cinema Massimo e presenterà il suo film Borotalco, primo dei nove titoli del regista e attore romano in programma, di cui sette saranno accessibili anche a persone con disabilità sensoriali. Ingresso 5.00 euro (gratuito per persone con disabilità uditiva e visiva).

 

Sono molto fiero del fatto che l’Associazione Museo Nazionale del Cinema di Torino abbia scelto alcuni dei miei film – commenta Carlo Verdone – per un’iniziativa così lodevole e di grande sensibilità. Nella mia vita ho sempre lavorato per il pubblico, per la gente, e mi riempie di gioia e di orgoglio sapere che tutti, anche persone che hanno qualche piccola difficoltà, potranno vedere alcune delle mie opere. Ringrazio di cuore l’organizzazione di ‘Più Cinema Per Tutti’ per la generosità e l’impegno con cui hanno creato questo evento.

 

Più cinema per tutti è un progetto sviluppato dall’Associazione Museo Nazionale del Cinemacon il sostegno della Compagnia di San Paolo nell’ambito dell’edizione 2016 di OPEN – Progetti innovativi di Audience Engagement, e in collaborazione con Museo Nazionale del Cinema, ANPVI Associazione Nazionale Privi della Vista e Ipovedenti, APIC Associazione Portatori di Impianto Cocleare, APRI Associazione Pro-Retinopatici e Ipovedenti, CPD Consulta per le Persone con Disabilità, ENS Ente Nazionale Sordi, FIADDA Famiglie italiane associate per la difesa dei diritti degli Audiolesi, Istituto dei Sordi di Torino, LISten Associazione per l’integrazione fra sordi e udenti, Torino + Cultura Accessibile, TVO Tactile Vision Onlus, UICI Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, Giovani per Torino, Artis Project, MovieReading, Movieday.

 

Per informazioni inviare mail a piu.cinemapertutti@gmail.com. Mobile: 327 8208400, Facebook: https://www.facebook.com/piucinemapertutti/

Gli appuntamenti di Seeyousound

Sabato 14 ottobre ore 21.00 – Cinema Massimo di Torino. In collaborazione con Museo Nazionale del Cinema

 

Ottobre si presenta fitto di appuntamenti per Seeyousound – International Music Film Festival: da martedì 10 sarà un susseguirsi di proiezioni ed eventi realizzati con alcune delle realtà più attive in città e muovendosi come sempre trasversalmente tra cinema e musica, fino a fine mese, quando si chiuderanno le call for entries per partecipare ai concorsi Long Play / lungometraggi di finzione e documentari; 7Inch / cortometraggi e Soundies / videoclip della prossima edizione, che si terrà dal 26 gennaio al 4 febbraio 2018.

 

Anche in un mese così intenso non può mancare l’appuntamento al cinema per eccellenza di Torino: sabato 14 ottobre alle 21.00 al Cinema Massimo Seeyousound presenterà Hunky Dory di Michael Curtis Johnson, un film glam rock omaggio a David Bowie che nella passata stagione ha ricevuto svariati premi in diversi festival come Atlanta Film Festival 2016 (miglior film), BendFilm Festival 2016 (miglior attore), Nashville Film Festival 2016 (miglior film LGBT), Oak Cliff Film Festival 2016 e Slamdance Film Festival 2016 (premio speciale della Giuria).

 

Il film, proposto in collaborazione con Museo Nazionale del Cinema e Lovers Film Festival, entra nella vita di Sidney, una drag queen che si esibisce nei club di Los Angeles e coltiva ancora il sogno di diventare musicista, ispirandosi alla canzone di David Bowie da cui ha preso il proprio nome d’arte. Bisessuale e narciso, dopo che la ex ha inaspettatamente lasciato fuori dal suo appartamento il loro figlio undicenne George, impara a creare con lui un legame, ma quando si rende conto che la madre non tornerà più, questo suo mondo instabile dovrà cambiare.

 

 

SEEYOUSOUND < OTTOBRE

Oltre a relazioni consolidate come quelle con Museo Nazionale del Cinema, Cinema Massimo e Lovers Film Festival, il festival Seeyousound è sempre ricettivo a scambi e collaborazioni con realtà affini per intenti e idee, oltre che a nuove sperimentazioni: alcuni risultati sono le diverse occasioni realizzate insieme a Project-TO, Piemonte Movie, Torino Graphic Days, TOHorror, CreativAfrica e Associazione Spazio Rubedo, che ci accompagneranno nel mese di ottobre.

 

10 ottobre ore 21.30, Blah Blah < Black Revised – presentazione del nuovo album di Project-TO

Anteprima assoluta dell’ultimo album del collettivo torinese Project-TO, formato dallo sperimentatore sonoro Riccardo Mazza e dalla fotografa e videomaker Laura Pol, con un live set audio/visual e mostra fotografica, presentati con il sostegno di Movement Torino Music Festival, Circolo del Design e Gravity Records. Ingresso gratuito.

 

11 ottobre ore 20.30, Cinema Massimo < Mali Blues di Lutz Gregor (Germania 2016, 90’, col., v.o. sott.it.) – ingresso 4 €.

Un omaggio alla musica contemporanea del Mali pensato all’interno di CreativAfrica. “In termini politici, non abbiamo capito nulla. Ma musicalmente penso che abbiamo capito qualcosa”, dice la cantante Fatoumata Diawara riassumendo il suo punto di vista sulla situazione in Mali, un paese in cui la musica è stata vietata dopo che gli islamisti hanno preso il controllo del nord del paese.

Uno straordinario viaggio sonoro, tra tradizione e chitarre elettriche, alla scoperta di una delle più interessanti scene musicali contemporanee. Tra i protagonisti Fatoumata Diawara, compositrice e cantante di fama mondiale, ma anche Ahmed Ag Kaedi, Bassekou Kouyaté e Master Soumy. Mali Blues ritrae questi importanti musicisti e raccoglie le loro parole sulla situazione politica, sull’importanza della musica per il corpo e lo spirito e come elementi unificatore.

 

12-15 ottobre, Toolbox Coworking < Sound X Music and Cross Arts Festival @ Torino Graphic Days – Torino Design of the City

All’interno di Torino Grafic Days nasce Sound X Music and Arts Cross Festival, ideato da Project-TO in collaborazione con Seeyousound: un progetto live dove la musica elettronica diventa punto di incontro di diversi linguaggi, attraverso performance in cui poesia, fotografia, cinema, illustrazione, scultura e video si fondono con la musica stessa.

 

14 ottobre ore 21.00, Cinema Massimo < Hunky Dory di Michael Curtis Johnson (Usa 2016, 88′, col., v.o. sott.it.) – ingresso 5 €.

Sidney, drag queen bisessuale, è costretto a prendersi cura di George, il figlio undicenne che viveva con la madre psicotica. Sidney sogna ancora di diventare musicista di successo, ma dovrà mettere da parte le aspirazioni per garantire a George quello di cui ha bisogno.

 

16 ottobre ore 20.30, Cinema Massimo < Tamburi lontani. Pellerossa ’97 di Alberto Signetto e Pier Milanese (Italia 1997, 85’, col.) – ingresso 5 €.

Il documentario ci riporta all’estate del 1997, l’estate del Pellerossa Festival, uno dei primi grandi eventi di musica in grado di richiamare tantissimi giovani e che si impegnava nella sfida di uscire, anche geograficamente, dalla “riserva protetta” della città per aprirsi agli spazi liberi e sconfinati della prateria. A cura di Piemonte Movie in collaborazione con Seeyousound e Hiroshima Mon Amour.

 

20 ottobre ore 23.00, Blah Blah < TOHorror Film Fest selezione di videoclip internazionali orrorifici in occasione della XVII edizione del festival di cinema horror torinese

 

22 ottobre, Magazzino sul Po < Finding Fela di Alex Gibney @ Felabration Torino 2017

Nell’anno in cui si celebra il ventennale dalla morte di Fela Kuti, leggendario musicista nigeriano e attivista dei diritti umani, Seeyousound partecipa al Felabration Torino 2017. Due giorni di concerti, djset, workshop, reading e proiezioni per celebrare e riscoprire l’eredità di un artista rivoluzionario, realizzati da Associazione Culturale Spazio Rubedo e Magazzino Sul Po.

 

 

Lunedì 30 ottobre si chiudono le call for entries per i concorsi della 4a edizione di Seeyousound (26 gen – 4 feb 2018, Cinema Massimo – Torino). Info www.seeyousound.org.

  • Long Play / lungometraggi il concorso per film oltre i 30 minuti, quest’anno per la prima volta prevede due sottosezioni: lunghi di finzione e documentari, che potranno ambire ai premi Miglior Film di Fiction e Miglior Documentario, ognuno del valore di 1.000€;
  • 7Inch / cortometraggi per opere sotto i 30 minuti, vedrà l’assegnazione del premio Miglior Cortometraggio (500 €);
  • Soundies / videoclip concorso per il formato ‘musicale’ per eccellenza, che proporrà una selezione di videoclip 2017 a contendersi il premio Miglior Videoclip (500 €).

 

Il surrealismo di Mirò a Palazzo Chiablese

Palazzo Chiablese, affacciato sulla Piazzetta Reale di Torino, aprirà le sue sale dal 4 ottobre prossimo a una mostra d’eccezione, dedicata all’artista catalano Joan Miro’, dal titolo “Miro’! Sogno e colore”

Curata da Pilar Baos Rodriguez, l’esposizione presenta 130 opere dell’artista, per lo più dipinti a olio di grandi dimensioni. Le tele sono state concesse in prestito dalla Fundacio Pilar i Joan Miro’ di Palma di Maiorca, che custodisce la maggior parte dei capolavori realizzati da Miro’ durante il suo lungo soggiorno alle Baleari, dal 1956 all’83. Joan Miro’ è sicuramente uno degli artisti più carismatici dell’intera arte contemporanea, grande esponente di quel movimento del surrealismo, che ebbe tra i suoi protagonisti Tristan Tzara, e che fu nella terra natale di Miro ‘, la Catalogna, una delle correnti più incisive dei primi decenni del Novecento. Di Joan Miro’ non è presente soltanto una Fondazione nella capitale catalana, ma anche a Palma di Maiorca. Si tratta della Fundacio Pilar i Miro’, intitolata all’artista e a sua moglie, creata dal nipote Joan Punyet Miro’ nei locali che costituirono la sua casa- studio maiorchina, dove l’artista morì nel 1983, il giorno di Natale. Nelle opere di Miro’ si percepisce il profumo del Mediterraneo, la sua energia e il suo potente silenzio. L’artista nelle sue tele raffigura la potenza della natura selvaggia e luminosa di luoghi da lui molto amati, come Palma di Maiorca o la campagna catalana, grazie all’uso di colori piuttosto decisi e ad uno stile creativo capace di trasmettere sulla tela una grande fisicità. Le sue opere più significative sono la “Dona i ocell” del 1983, che si trova al parco di Joan Miro’ di Barcellona, “Femme” del 1981 e ” L’etoile matinale”, che fa parte della serie Costellazioni, risalente agli anni ’39-41. L’arazzo realizzato per il World Trade Center di New York è andato distrutto con il crollo delle Torri gemelle, l’ 11 settembre 2001. Rimane di Miro’ la definizione migliore quella data dal poeta francese Jacques Prevert , che affermò di lui che “è un innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni”. In una riga sono condensate, infatti, tutte le caratteristiche di questo straordinario artista, la sua semplicità, la sua curiosità e l’incredibile estro creativo, che lo hanno reso uno dei più fecondi esponenti del surrealismo.

Mara Martellotta

***

La mostra rimarrà aperta fino al 14 gennaio 2018 a palazzo Chiablese con il seguente orario: lun 14.30-19.30; mart-dom 9.30-19.30, tranne giovedì 9.30-22.30

Al MAO, il museo che racconta l’Oriente

Nel cuore antico di Torino, tra le strette vie del quadrilatero romano, è possibile compiere un vero e proprio viaggio alla scoperta delle culture e delle tradizioni dei paesi asiatici. Per farlo è sufficiente varcare la porta di ingresso del Museo di Arte Orientale, oltre la quale si respirano i profumi e le atmosfere di mondi geograficamente e culturalmente lontani dal nostro. Il museo, gestito dalla Fondazione Torino Musei, conserva una collezione di oltre duemila opere provenienti da ogni parte dell’Asia. Una selezione di tali opere, realizzate con le tecniche più disparate e in moltissimi materiali differenti, è stata esposta in una sezione del Museo Civico d’Arte Antica di Palazzo Madama fino al 1988 quando, dalla volontà di valorizzare e accrescere la collezione orientale di proprietà della città di Torino, si è progressivamente concretizzata l’idea di dare vita a un museo dedicato esclusivamente al continente asiatico.

***

Così è nato il MAO, acronimo di Museo di Arte Orientale, che, sin dalla sua apertura nel 2008, si trova in Palazzo Mazzonis, elegante edificio di via San Domenico costruito alla fine del XVII secolo. Il palazzo prende il nome dalla nobile famiglia che, dopo una serie di passaggi di proprietà, lo acquisì nel 1870. Il cavaliere Paolo Mazzonis, oltre a farne la sua residenza privata, impiegò alcune stanze del palazzo come uffici di rappresentanza della sua industria tessile. Con la cessazione delle attività della Manifattura Mazzonis nel 1968, il palazzo è rimasto inutilizzato sino al 1980, quando il comune di Torino lo ha acquistato ed ha avviato importanti lavori di restauro. Grazie a tali interventi è stato possibile recuperare le cornici in stucco e gli affreschi del piano nobile dell’edificio, che oggi dialogano con le opere asiatiche esposte nelle sale. 

***

La visita del museo ha inizio al piano terreno dove, oltre ad uno spazio riservato alle mostre temporanee, c’è un piccolo e grazioso giardino coperto che, concepito seguendo i principi della cultura giapponese, trasmette una immediata sensazione di pace e armonia. Al piano nobile dell’edificio sono invece raccolte le opere che raccontano le tradizioni, le religioni e le culture delle popolazioni dell’Asia meridionale, del sud-est asiatico, della Cina e del Giappone. La scoperta della cultura giapponese continua al secondo piano dove, oltre alle preziose armature dei Samurai, è presente la ricostruzione di una tradizionale stanza da tè e sono raccolti numerosi kakemono, vale a dire dipinti e calligrafie realizzati su rotoli destinati ad essere appesi. Attraversando le sale al terzo piano di Palazzo Mazzonis si compie un viaggio nella regione Himalayana, mentre l’ultimo piano del museo racconta i paesi islamici attraverso preziosi volumi, tessuti, tappeti, bronzi, vasi e piastrelle ornamentali dai colori sgargianti. 

***

Una delle opere più curiose e straordinarie che si incontrano lungo il percorso di visita è certamente la scultura rappresentante il Kongo Rikishi, uno dei guardiani chiamati a vegliare l’ingresso dei monasteri buddisti. Proveniente dal Giappone, è stata realizzata nella seconda metà del XIII secolo in legno di cipresso dipinto e, con la base di roccia su cui poggia, supera i due metri di altezza. Oltre alla sua notevole imponenza, il Kongo Rikishi colpisce per il brutto aspetto che, quasi automaticamente, spinge noi occidentali a ritenere che si tratti di una figura cattiva ma, come spesso accade, l’apparenza inganna. Percorrendo le sale del museo si scopre infatti che, non solo a questo guardiano, ma a molte divinità del mondo orientale che hanno tratti lontani dal canone di bellezza dell’occidente sono riconosciute funzioni positive. In altre parole, ciò che è diverso e brutto non necessariamente è anche cattivo: questa è solo uno dei numerosi e saggi insegnamenti che la visita al MAO è in grado di regalare a chiunque abbia voglia di spingersi oltre i confini. 

 

Giulia Amedeo

Scegli da che parte del palco stare!

Lezioni di prova gratuite lunedì 2 e martedì 3 ottobre dalle ore 20.30 alle ore 23.30 

 Nel ventennale dell’Associazione culturale Quinta Tinta, con il sostegno dell’Associazione professionale Improteatro, riparte la SNIT – Scuola Nazionale Improvvisazione Teatrale, il percorso di formazione teatrale triennale che dal 1997 forma decine di attori improvvisatori attivi sulla scena torinese e non solo.

L’improvvisazione fa curriculum! La grande novità di questa edizione è la certificazione delle competenze: al termine del corso sarà rilasciato un attestato di competenza professionale di improvvisazione teatrale utile ad ottenere i CFU (Crediti Formativi Universitari) e spendibile in concorsi pubblici e privati.

La scuola, strutturata in moduli e dal piano di studio personalizzabile, si rivolge a chiunque coltivi il sogno o la curiosità di cimentarsi nell’improvvisazione teatrale, con l’obiettivo di prendere parte a spettacoli ed eventi basati sull’improvvisazione. Ma anche a chi, amatore o attore professionista, sia alla ricerca di nuovi strumenti per migliorare e accrescere la consapevolezza dell’essere sulla scena, delle proprie emozioni e, non in ultimo, di affinare la propria sensibilità artistico creativa da utilizzare in teatro.

“La SNIT è un corso completo e articolato, che offre l’opportunità di avvicinarsi all’esperienza del palcoscenico in tutte le sue forme: l’immediatezza e la velocità delle sfide tipiche degli spettacoli improvvisati, i giochi di parola, la gestione delle emozioni, il movimento dell’attore sul palco, i registri sonori che la voce può raggiungere, la poesia del testo e la sua interpretazione” spiegano i docenti di Quinta Tinta, tutti attori e formatori professionisti certificati dall’Università del Salento. “L’interazione tra l’apprendimento delle tecniche attoriali e drammaturgiche e la ricerca delle proprie capacità e del proprio stile conduce a un percorso creativo immediato” aggiungono.

La scuola segue un metodo formativo basato sull’apprendimento esperienziale, che agevola l’allievo ad acquisire competenze specifiche. Il percorso didattico si articola in moduli e combina lo studio delle tecniche teatrali e dei processi creativi con lo sviluppo di competenze trasversali connesse agli aspetti relazionali. Quattro le macro aree di studio: soft skills, tecniche attoriali, tecniche d’improvvisazione, drammaturgia. Nello specifico, i contenuti del corso triennale sono così declinati:
– il corpo: tensione, consapevolezza, espressione
– uso dello spazio scenico
– studio dell’uso della voce e del parlare in pubblico 
– percezione e capacità di gestione del ritmo e del tempo 
– il comico e il drammatico
– tecniche di concentrazione e dinamiche relazionali per l’ascolto, l’attenzione, la comunicazione
– gestione dell’imprevisto, dell’errore e del fallimento: saper lavorare nel “qui e ora”
– ricerca e creazione del personaggio: ruolo, status, emozione, stato d’animo
– analisi delle strutture e degli schemi improvvisativi: monologhi e improvvisazioni collettive 
– sviluppo narrativo e drammaturgico delle improvvisazioni: creatività individuale e collettiva
– analisi e pratica degli stili teatrali, letterari e musicali come base della ricerca per le diverse modalità improvvisative
– visione registica, pratica e sperimentazione dei maggiori format di improvvisazione.

La frequenza è serale e settimanale, a scelta nei giorni di lunedì o martedì con orario 20.30-23.30. Agli incontri in aula si affianca la possibilità di fare un tirocinio esperienziale su tutto ciò che concerne le attività connesse alla messa in scena: staff di sala, gestione tecnica, organizzativa e amministrativa, performance. Ci sarà inoltre una parte di formazione a distanza (e-learning) tramite la piattaforma on-line nazionale contenente materiali audio-video di spettacoli, di lezioni con slide. Per chi vuole raggiungere un livello più avanzato, c’è infine l’Officina Teatrale, con i suoi moduli di approfondimento su specifiche tecniche attoriali o di improvvisazione.

Ogni allievo può creare il proprio piano di studi personalizzato, scegliendo tra il “percorso base”, che prevede un incontro alla settimana di tre ore, oppure il “percorso intensivo”, che comprende un incontro alla settimana di tre ore, i moduli tematici dell’Officina Teatrale, le lezioni in e-learning e il tirocinio.

La scuola infine offre: l’organizzazione a Torino di stage di approfondimento monotematici con attori italiani e stranieri legati al mondo dell’improvvisazione; scambi con le altre Scuole d’improvvisazione teatrale italiane ed estere; meeting nazionali con stage tenuti da attori italiani e stranieri; partecipazione alle iniziative associative.


L’improvvisazione fa curriculum!

Attraverso l’Associazione professionale Improteatro di cui Quinta Tinta è socio fondatore, la SNIT – Scuola Nazionale Improvvisazione Teatrale sta ottenendo il riconoscimento di percorso didattico – formativo qualificante secondo gli standard del Ministero dello Sviluppo Economico (legge 4/2013). La scuola, quindi, rilascerà ai propri allievi un attestato di competenza professionale di improvvisazione teatrale utile ad ottenere i CFU (Crediti Formativi Universitari), riconosciuto e spendibile in concorsi pubblici e privati, valido per ottenere l’iscrizione al registro professionale di improvvisatore teatrale con relativo livello di competenza (practitioner, teacher, professional trainer, supervisor).

Lezioni di prova

Lezioni di prova gratuite lunedì 2 e martedì 3 ottobre dalle ore 20.30 alle ore 23.30 presso l’Hub multiculturale Cecchi Point, via Antonio Cecchi 17/21, Torino. Per tutto il mese di ottobre sarà possibile partecipare ad una lezione di prova gratuita.

Contatti
Per domande su costi, iscrizioni e certificazione delle competenze:
email: teatro@quintatinta.it
telefono : +39 333 33 77 161

* Foto di “Impronauti”, spettacolo finale degli allievi del primo anno della SNIT.  Photo credits: Sergio Sasso.

Penultimo “Realedisera” ai Musei Reali

Al Museo di Antichità una visita speciale in occasione della Notte dei Ricercatori

 

Ancora due venerdì per approfittare di #realedisera l’eccezionale appuntamento dei Musei Reali che anche venerdì 29 settembre offre al pubblico l’occasione di ammirare in orario serale le collezioni permanenti e le diverse mostre in corso, con visite guidate speciali. Inoltre, in concomitanza con laNotte dei ricercatori, al Museo di Antichità è prevista la visita guidata Alla ricerca del coccio perduto.L’accesso a #realedisera è valido al prezzo speciale di 3 Euro dalle 19,30 alle 22,30 (apertura biglietteria alle 18,30).

Ecco le visite guidate in programma questo venerdì 29 settembre:

 

Palazzo e Armeria Reale

–      dalle 19.30 alle 21.30, visite guidate a rotazione (massimo 25 persone per  gruppo)

Museo di Antichità     

–      alle ore 19.45, visita alla mostra Prima del bottone. Accessori e ornamenti del vestiario nell’antichità con l’archeologa Valentina Faudino.

–      alle 19,45 e alle 20,45: Alla ricerca del coccio perduto. Restauratore e archeologo collaborano nel raccontare al pubblico la storia della rivalorizzazione di un lotto di vasi etruschi: è così che un “mucchio di cocci” ritorna a essere un vaso, a cui si rendono le antiche forma e funzione (max 10 persone a turno)

 

Inoltre, il biglietto di #realedisera permette di visitare liberamente le mostre Le invenzioni di Grechetto e Pittura come scultura. Cerano e un capolavoro del Seicento lombardo.

 

L’ultimo appuntamento con #realedisera si terrà venerdì 6 ottobre. Il costo del biglietto è di 3 Euro (fatte salve le gratuità di legge e possessori dell’Abbonamento Musei, della Torino+Piemonte Card e della Royal Card); la tariffa speciale si applica dalle 19,30 (apertura biglietteria alle 18,30).

 

 

Continui aggiornamenti sul sito www.museireali.beniculturali.it

Mario Chianese, la natura in sessant’anni di ricerca

IL TEMPO, LA LUCE, LA TERRA, LA MEMORIA. FINO AL 21 OTTOBRE

Fedele al figurativo,”senza mai venir meno –è stato scritto – alla coerenza del suo stile e delle sue scelte”. Una vita interamente dedicata all’arte. All’osservazione e alla riproposta delle “verità naturali”, così come l’occhio le percepisce in un gioco minuto di segni, luci e ombre, capace di renderne l’intima essenza poetica ed emozionale. Solo una breve trasgressione, fra gli Anni Sessanta- Settanta, lo spinge a confrontarsi con le ricerche dell’allora imperante avanguardia, avvicinata “da una posizione appartata e aristocratica”, con intelligente curiosità e con esiti artistici decisamente apprezzabili, per poi inevitabilmente ritornare sui passi di sempre: allo studio del paesaggio dal vero e della natura in tutte le sue forme e rappresentazioni, attraverso quell’amata pittura en plein air, ancora oggi praticata alla soglia ormai raggiunta, con piglio decisamente pimpante, degli 89 anni. Mario Chianese, nato a Sampierdarena (Genova) nel 1928, è sicuramente fra i maggiori artisti figurativi del secondo Novecento, come ben palesa la sua personale davvero imperdibile, organizzata con grande acutezza selettiva ed ospitata fino al prossimo 21 ottobre nelle sale del torinese “Spazio Don Chisciotte” della Fondazione Bottari Lattes. Trentacinque, fra dipinti a olio (in prevalenza di grande formato) e incisioni, sono le opere esposte sotto il titolo de “Il tempo, la luce, la terra, la memoria”: opere che documentano oltre sessant’anni di pittura, datate fra il 1947 e il 2015 e dominate in toto o quasi dal tema della “natura”, documentata con attenta passione “nei suoi momenti stagionali, nella realtà come nella memoria”. E in cui gran parte gioca anche il territorio piemontese, se si considera – come scrive lo stesso Chianese nel volume autobiografico “Tra parola e immagine” edito nel 2016 da De Ferrari- che molte di esse sono state eseguite proprio “oltre il nostro Appennino, a Gavi e dintorni”. Stupendo, in proposito, quel “Fine settembre nello Scrivia”, olio su tela   del 2015, con il letto del fiume in primo piano, cristallizzato in un ampio desolante e malinconico scenario pietroso, appena ravvivato in prospettiva da lievi strisce d’acqua incorniciate da fitte chiome di alberi verdi e dal lieve declinare di lontane, solo intraviste, colline. E’ una natura dai toni bassi e un po’ crepuscolari, quella raccontata da Chianese. Pur nel saggio equilibrio di chiaroscuri, in cui la luce – comunque emergente – pare ancor di più accentuare l’immagine rocciosa e immutabile di un paesaggio colto in archi temporali che preferibilmente alludono al tramonto o al “Prima del levar del sole”(olio su tela del 2016), con presenze di tronchi caduti (esemplare “Dopo la piena d’inverno” del 2011) su ruvidi terreni raccontati con certosino rigore di segno e l’uso sapiente di una cromia nitida e pastosa che nulla lascia di indefinito e incompiuto all’interno della narrazione. Fra gli Anni Sessanta e Settanta (dal ’72 all’‘81 Chianese vive a Monterosso – Cinque Terre), si colloca il momentaneo “sbandamento” dell’artista, curiosamente ma moderatamente attratto dal canto ammaliante delle “avanguardie” del tempo. Quello che egli stesso definisce “Riflessioni di natura” e che si traducono in dipinti di ancor maggiore dimensione rispetto ai precedenti e realizzati in studio spesso su tele volutamente rese più lisce attraverso vari strati di talco in cui affondare geometriche ed essenziali teorie di colore. Con risultati di pura astrazione (incantevole il “Disgelo” del ’63), dove la luce rende spesso evanescente e magico il ritmo silente delle cose. Ma “le pulsioni del vero erano troppo forti”, scrive ancora l’artista. “Da qui il ritorno negli Anni Ottanta a quella attenta, problematica dedizione che ha caratterizzato tutto il mio percorso”. Un lungo fil rouge che va ad abbracciare anche le incisioni presentate in rassegna. Opere magistrali, che ben spiegano il premio alla carriera conferitogli nel 2003 alla Biennale dell’Incisione Polanski e in cui l’artista accentua sempre più il suo interesse verso una natura “immutabile nei suoi cicli e nelle sue cadenze astrali” ma spesso “mortificata dall’uomo”, su cui il pittore sembra volgere lo sguardo perplesso in quel singolare trittico – autoritratto “Luci d’inverno, nello studio dell’artista” (olio su tela del 2010) che è un vero   capolavoro introspettivo della “natura umana”.

Gianni Milani

***

“Il tempo, la luce, la terra, la memoria”

Spazio Don Chisciotte della Fondazione Bottari Lattes, via della Rocca 37b, Torino, tel. 011/19771755-1; www.fondazionebottarilattes.it

Fino al 21 ottobre. Orari: martedì – sabato, ore 10,30 – 12,30 e 15 – 19

***

Nelle immagini:

– Mario Chianese: ” Fine settembre nello Scrivia”, olio su tela, 2015
– Mario Chianese: “Prima del levar del sole”, olio su tela, 2016
– Mario Chianese: ” Dopo la piena d’inverno”, olio su tela, 2011
– Mario Chianese: “Disgelo”, olio su tela, 1963
– Mario Chianese: ” Luci d’inverno, nello studio dell’artista”, olio su tela, 2010

Arte e musica a Racconigi

Sabato 30 settembre il castello di Racconigi, nel cui parco nidificano cicogne e numerosi anatidi, apre al pubblico la mostra GOCCE DI COLORE E NATURA dedicata agli acquerelli naturalistici dell’artista Dario Cornero, visitabile fino a domenica 22 ottobre. Questa mostra vuole essere una passeggiata nella natura che va a cercare ed osservare delle forme di vita che non sono così evidenti. Rappresentarle avvalendosi di una tecnica pittorica, l’acquarello, che usa velature di colore sovrapposte arricchisce ogni immagine di personalità ed interpretazione che soltanto questa forma d’arte è in grado di infondere in ogni quadro.L’esposizione sarà visitabile dal 30 settembre al 22 ottobre, dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 18,30. Accesso gratuito previo pagamento del biglietto parco o castello. Per info:dario.cornero@alice.it

 

Domenica 1 ottobre il parco accoglie la manifestazione ludico sportiva NON SI DISTRUGGE UN NIDO, corsa e camminata di 7 chilometri promossa dal Comune di Racconigi.

Partenza alle ore 10 presso l’Asilo comunale di Racconigi, via F. Ton 3. Iscrizioni dalle ore 9 alle ore 9,40. Offerta minima adulti € 5 bambini € 2, compresa t-shirt omaggio.

Alle ore 18,30 il castello risuonerà di note barocche. DUELLO A CORTE è un concerto di musica antica pensato come un’immaginaria contesa tra Arie d’opera di Antonio Vivaldi, Georg Friedrich Händel e Domenico Scarlatti.

 

Infine, fino al 5 novembre, nelle sale a chinoiseries è possibile ammirare due eleganti kimono da uomo del periodo Taishō (1912-1926) nell’ambito di un racconto dedicato al Sol Levante ed ai semai, setaioli italiani in Giappone, sviluppato in collaborazione con il MAO Museo di Arte Orientale di Torino ed il Filatoio di Caraglio che fino al 5 novembre ospita la mostra Y KIMONO NOW. I kimono provengono dalla collezione di Nancy Stetson Martin, artista e textile-designer americana che in oltre 40 anni ha raccolto quasi 800 kimono – di uso quotidiano o destinati alle cerimonie – del periodo Meiji (1868-1912), del breve periodo Taishō (1912-1926) e del primo ventennio del periodo Shōwa (1926-1945).