CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 729

Autori in lingua madre a Ostana

africaPer l’ottavo anno si ritrovano a Ostana in Valle Po, dal 2 al 5 giugno, scrittori e poeti di tutto il mondo appartenenti alle culture delle minoranze linguistiche. Sono autori in lingua madre, proveniente dall’Ecuador, dalla Nigeria, dal Paese Basco, dalla Frisia, dall’Occitania e dalla Grecìa salentina.Quest’anno il Premio Ostana annuncia un’importante novità con due nuove sezioni, una dedicata alla composizione musicale, l’altra al cinema.Nelle giornate del Premio, il Borgo di fronte al Monviso ospiterà presso il nuovo Centro Polifunzionale di Miribrart, borgata simbolo della rinascita architettonica e umana di Ostana, la Mostra “Lenga(s) de Guerra”, curata dal Cirdoc di Béziers. La mostra rimarrà aperta fino al 26 giugno e chiuderà con il convegno “Disobbedienti alla guerra – disertori, ammutinati, rivolte, fucilazioni sommarie nel primo conflitto mondiale”, coordinato da Fredo Valla.Il calendario del Premio proseguirà quindi con un’iniziativa realizzata in collaborazione con L’Aura – Scuola di Cinema di Ostana: “Sguardi discreti”, laboratorio di antropologia visiva, che si terrà da 13 al 15 ottobre, condotto da Renato Morelli (Premio Ostana Cinema 2016).Il Premio Ostana è un festival della diversità linguistica e culturale all’insegna della convivialità e della condivisione dei valori rappresentati dalle varie lingue e culture di cui gli autori in lingua madre sono portatori.

Massimo Iaretti

La tabacchiera d'oro di re Vittorio

vittorio tabacchieraAccanto a centinaia di cimeli già presenti, al Museo del Risorgimento è esposta da oggi una tabacchiera d’oro che re Vittorio Emanuele II regalò ad Angelo Brofferio, poeta e uomo politico piemontese, senza dubbio una personalità di spicco del Risorgimento italiano, scomparso 150 anni fa. A un secolo e mezzo di distanza dalla sua morte, il Museo Nazionale del Risorgimento di Torino ricorda la figura di Angelo Brofferio che fu anche avvocato, giornalista e drammaturgo. La preziosa tabacchiera d’oro, regalatagli dal primo re d’Italia, è stata ora donata al museo dal professor Sergio Brofferio, discendente di Angelo, testimoniando fiducia e apprezzamento nell’istituzione culturale torinese e nella sua capacità di conservare e valorizzare la memoria storica del nostro Paese. Ma non si tratta dell’unico pezzo di valore storico. Oltre alla tabacchiera, Sergio Brofferio ha donato al museo anche una rara collezione del Messaggiere Torinese, il giornale che Angelo Brofferio cominciò a dirigere nel 1836. Si tratta in particolare di undici annate, dal 1836 al 1838 e dal 1841 al 1848: una raccolta che arricchisce la Biblioteca del Museo, che già custodisce quasi 2000 testate di periodici italiani del XIX secolo. La tabacchiera è stata realizzata dalla ditta Musy Padre e Figli, antica famiglia di orologiai e gioiellieri torinesi, fornitori ufficiali della Real Casa Savoia dal 1707. Venne donata al Brofferio dal re Vittorio Emanuele II quale attestato di particolare stima, comunicatogli nella sua casa di Verbanella, vicino a Locarno, il giorno prima della morte.

Filippo Re

 

“Per l’onore dell’Irlanda"

gulisano irlandaPaolo Gulisano è milanese di nascita ma grandissima parte della sua vita l’ha trascorsa a Lecco dove vive tuttora. E’ medico   ma affianca da anni un impegno culturale come saggista e scrittore. E in questo campo è considerato come il maggiore conoscitore italiano di Tolkien ed è fortemente legato all’Irlanda cui ha dedicato diverse opere. L’ultima, edita quest’anno per i tipi della casa editrice “Il Cerchio” è “Per l’onore dell’Irlanda. L’insurrezione irlandese del 1916” che venne repressa nel sangue dall’esercito britannico. La sua recente presenza a Casale Monferrato, nel corso della quale ha presentato il libro (già esaurita la prima edizione) e incontrato i ragazzi dell’Istituto Superiore Sobrero è stata occasione per approfondire l’argoento dell’Isola di Smeraldo, che – tra l’altro – è argomenti dei romanzi di un’altra scrittrice emergente piemontese, Maura Maffei.

Quando nasce il suo interesse per l’Irlanda ?

Intorno ai vent’anni. Iniziai a leggere tutto quello che c’era in Italia sull’Irlanda, anche i libri che c’erano alla libreria inglese di Milano. Poi a ventiquattro anno, nel 1983 ci andai per la prima volta con la paura di rimanerne disilluso, La realtà, però, superò i sogni. L’Irlanda è un patrimonio dell’umanità.

Che cosa l’ha colpita di più ?

Gli aspetti storici, l’importanza della religione, anche quella pre – cristiana, antecedente l’evangelizzazione di San Patrizio, la passonalità nel vivere il cristianesimo, un cristianesimo senza sconti, degli irlandesi.

La radice cristiana del “Sacro suolo d’Irlanda” si sente ancora oggi ?

Il benessere ha portato, certamente, la secolarizzazione. Oggi di cono due Irlande, una è quella di Dublino, una città cosmopolita, l’altra è quella profonda, rurale, dove la gente continua ad andare a Messa e permane una religiosità forte che è stata a lungo perseguitata nel corso dei secoli.

Il rapporto tra gli irlandesi e gli inglesi com’è ?

Non va dimenticato che l’Irlanda è stata sotto il dominio inglese per sette secoli. Oggi, però, le cose sono cambiate, a cento anni dalla rivolta di Pasqua. La maggior parte dei turisti che vengono in Irlanda sono inglesi che possono muoversi senza problemi ovunque.

Questo vale anche per l’Irlanda del Nord ?

Lì c’è stato un conflitto coloniale, con la presenza di una parte di popolazione britannica importata in quelle contee, coloro che sono stati chiamati “Lealisti” per la loro fedeltà alla Corona britannica. Pertanto l’impressione è che a Belfast il fuoco arda ancora sotto la brace e che l’Accordo di Venerdì Santo del 1998 sia una lunga tregua

Veniamo alla Pasqua del 1916 ed a quanto venne dopo. Lei è per Eamon De Valera o per Michael Collins ?

De Valera sicuramente. E’ stato uno dei grandi protagonisti della storia d’Irlanda. Gli venne imputato di aver voluto un’Irlanda cattolica, bigotta, arretrata, cercò invece di introdurre e divulgare attraverso il Fianna Fail la dottrina sociale della Chiesa. Collins nel 1916 era ancora giovane, ciò non toglie che avesse doti di stratega militare. De Valera è stato oggetto di attacchi da parte di una tendenza secolarizzatrice.

Siamo in Piemonte e con noi c’è un’altra scrittrice che si occupa di Irlanda da sempre, Maura Maffei. Come è nata la vostra conoscenza ?

Erano i primi anni Novanta e collaboravo con una casa editrice, la Marna, come consulente. L’editore mi disse di avere un scritto da sottoporre al mio giudizio. Era “Il Traditore” (il romanzo ambientato nell’Irlanda medievale con il quale Maffei ha debuttato come autore), l’ho letto e ho detto che era da pubblicare, ad una sola condizione, che scrivessi io la prefazione. E così è stato.

Occorre a questo punto chiedersi se vi sono legami altrettanto profondi tra la verde Irlanda ed il profondo Piemonte, soprattutto nella sua area collinare e pianeggiante. Ma questo sarà oggetto di un’altra riflessione.

Massimo Iaretti
 
 
 
 
 
 
 

Pollicino di Hans Werner Henze debutta al Regio

Attraverso un soggetto amato dai bambini Henze rielabora un materiale popolare con le scansioni psicologiche della fiaba

 regio 2

Debutta sabato 28 maggio alle 20 al teatro Regio di Torino “Pollicino”. La prima edizione del Cantiere internazionale d’Arte di Montepulciano, ideato da Hans Werner Henderson, si svolse nel 1976.

“Gli artisti – spiegava il compositore – vogliono avvicinarsi alle nostre realtà e attuare uno scambio vicendevole. In questo senso stiamo facendo un cartiere per tutti, artisti, artigiani, grandi e piccini”. E proprio per i piccini è nata la favola in musica di Hans Werner Henze, dal titolo Pollicino, su libretto di Giuseppe De Leva, tratto dalle fiabe di Collodi, Perrault e dei fratelli Grimm. Il suo debutto risale al 2 agosto del 1980, presso il Cantiere di Montepulciano.

“Ci è simpatico – afferma il librettista De Leva – quel bambino che ogni tanto ci sembra la sappia un po’ troppo lunga, e ci piace quel suo crescere nonostante le difficoltà e il suo diventare grande, che gli si rende necessario, anche se lui proprio non vorrebbe. In Pollicino i protagonisti sono i bambini, i genitori, l’Orco e sua moglie”.regio

L’opera da subito ha riscosso un notevole successo ed è stata rappresentata in tutto il mondo. A Torino è stata messa in scena in occasione del 90 esimo anniversario della nascita di Hans Werner Henze (1926- 2012). La favola per musica è stata composta da Henze nell’inverno ’79-80 e in essa possiamo riconoscere uno degli aspetti più significativi dell’estetica di questo compositore. Henze ha saputo creare tessuti armonici molto sofisticati, partendo da melodie semplici e popolareggianti, affidando un ruolo di rilievo ai flauti dolci, cui si aggiungono chitarre, violoncello, contrabbassi e violini (almeno tre). Risuonano echi di Mozart, un autore che ha una presa immediata e universale sui bambini, ma anche di Schubert, di Mahler, Schumann e Haydn e, naturalmente, dell’opera italiana. Le tecniche avanguardistiche spesso svelano agli ascoltatori aspetti ludici, capaci di avviare una catena di significati e di sensi. Gli intermezzi strumentali rappresentano pagine di estrema espressività e la vitalità teatrale di Henze è capace di modellare il materiale popolare, sia autentico, sia ricavato da altri autori o reinventato soggettivamente, sulla metrica dei versi e della scansione psicologica della favola.

 

Mara Martellotta

"Come vi piace", ovvero il doppio mondo di Shakespeare

COME VI PIACELeo Muscato s’aggira da un po’ di tempo attraverso il mondo shakespeariano e del Bardo, mettendo in scena As you like it o Come vi piace (pronto a calarsi nell’Estate teatrale veronese e soprattutto negli umori del pubblico cinese), ovvero quel testo poco rappresentato da noi poiché certi pregiudizi letterari lo avrebbero (o lo hanno effettivamente) segregato nel confuso e poco frequentabile mondo pastorale, affronta il suo titolo numero cinque. Per farsi strada in esso, racconta Muscato, lui s’è posto alla continua ricerca di certe similitudini, di certi specchi che vogliano rimandare immagini antiche nel mondo di oggi, di entrare in chiara conoscenza con ben precisi personaggi celebri nella Londra dell’epoca per riversarli in fisionomie di oggi. S’è prefisso di rivitalizzare quel mondo di fiaba con quanti agganci si potessero trovare con la realtà che stiamo vivendo, mantenendo politicamente la dicotomia dei due mondi in scena, quello del Potere occupato dal Duca usurpatore, fatto di soprusi e di arbitrii e di lotte fratricide, e quello bucolico, del tutto leggero, dove il popolo è fuggito assai velocemente, uno spazio ritagliato oltre i confini del mondo, felice e senza pensieri, quello che è ad un passo dal primo ma nascosto tra gli alberi della foresta di Arden. Quel rinvenimento significherebbe vitalità e divertimento, nuova conoscenza, rimando continuo di idee, di percezioni, di simbologie, fermo restando il fatto che in quella continua trasmissione di dati temporali e fisici s’innestano piacevolmente e fantasiosamente nuove concretezze, sberleffi e pastiches impensabili, come i coretti rivistaioli di un branco di innocenti pecore che introducono alla seconda parte del racconto o un cantante in giacca di lamé pronto a esibirsi modernamente ad un microfono. COME VI PIACE2

Forse, ma il parere è da rinchiudersi immediatamente nelle corde personali di chi scrive, quel divertimento sempre promesso fa un po’ fatica a manifestarsi appieno e soprattutto a rovesciarsi in platea, certi dialoghi e le situazioni che li creano e li circondano peccano a tratti di un qualche meccanismo, non sempre l’ironia e la linguaccia del Buffone di Eugenio Allegri raggiungono lo scopo, per cui si finisce con il fare marcia indietro e apprezzare più la pacata melanconia del Jaques di Michele di Mauro, pronto a dirci che tutto il mondo è un palcoscenico e ad aggirarsi con il suo alberello beckettiano su e giù per la scena. Nel gran gioco, che tuttavia regge nello scorrere degli avvenimenti, piace l’”hors du rôle phisique” dell’Orlando di Daniele Marmi o l’allegria della Febe di Mariangela Granelli, tutti con i loro compagni accompagnati dalle musiche, queste immancabile perno dell’intero spettacolo, firmate e eseguite da Dario Buccino. Già apprezzata quest’anno come combattiva Arialda, Beatrice Vecchione è Rosalind e supera la prova, non facile se si tengono a mente le tante giravolte del suo personaggio, con un perfetto ottimismo per il suo futuro. Ha un peso notevole e tira la carretta con l’aria dell’attrice che s’è già ben fatta le ossa, e lo dimostra appieno.

Elio Rabbione

 

Weekend al cinema

Le trame Film nei cinema di Torino 
 FILM CINA
A cura di Elio Rabbione
 

Al di là delle montagne – Drammatico. Regia di Jia Zhang-Ke, con Zhao Tao, Yi Zhang e Jing Dong. Alla fine dello scorso millennio, una ragazza cinese di Fenyang viene corteggiata allo stesso tempo da Zhang, proprietario di una stazione di servizio, e da Lianzi, umile minatore. Sceglierà il primo, se ne separerà, verrà privata di quel figlio che il padre ha voluto chiamare Dollar e che ha fatto crescere in Australia. Anche un figlio che, in un futuribile 2025, vorrà ritrovare la madre e la Cina. Ancora una drammatica denuncia verso una società sempre più pronta a inseguire il denaro e la ricchezza da parte dell’autore di “Still life”, Leone d’Oro a Venezia dieci anni fa. Durata 131 minuti. (Nazionale sala 2)

 ALICE FILM

Alice attraverso lo specchio – Fantastico. Regia di James Bobin, con Johnny Depp, Anne Hathaway, Mia Wasikowska e Helena Bonham Carter. Alice, attraversato uno specchio magico, si ritrova nel Sottomondo dove incontra gli amici di sempre, lo Stregatto, il Bianconiglio e il Cappellaio Matto, quest’ultimo del tutto in crisi avendo perso la sua “moltezza”. Mirana manderà Alice alla ricerca della Chronosphere, un oggetto metallico che regola il trascorrere del tempo. Dovrà salvare il Cappellaio prima dello scadere del tempo. Durata 108 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Captain America: Civil war – Azione. Regia di Anthony e Joe Russo, con Chris Evans, Robert Downey jr., Scarlett Johansson, Jeremy Renner. Gli Avengers sono costretti a considerare il peso dei danni collaterali che la lotta rivolta alla protezione del mondo intero può causare. Dopo il disastroso coinvolgimento dei civili in un’azione a Lagos, in Nigeria, un summit tenuto a Vienna deciderà che il team di eroi potrà agire soltanto dietro decisione dell’Onu. Ma qualcuno degli Avangers non è d’accordo. Durata 146 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

COLONIA FILMColonia – Drammatico. Regia di Florian Gallenberger, con Emma Watson e Daniel Brühl. Tratto da una storia vera. Le vicende di due giovani, Lena e Daniel, hostess della Lufthansa lei, fotografo lui, intrappolati nel Cile del 1973 dalla repressione di Pinochet. Imprigionato e torturato Daniel nella cosiddetta Colonia Dignidad, un luogo guidato da un certo Paul Schafer, da cui nessuno è mai riuscito a fuggire, Lena decide di raggiungerlo e di unirsi agli altri “ospiti” con la difficile speranza di portare in salvo il suo uomo. Durata 110 minuti. (Romano sala 1, The Space, Uci)

 

Era d’estate – Drammatico. Regia di Fiorella Infascelli, con Beppe Fiorello e Massimo Popolizio. La storia di Falcone e Borsellino, nell’estate dell’85, la loro lotta contro una certa politica accomodante, la loro permanenza forzata all’Asinara con le famiglie, le carte del maxiprocesso, la mafia che li vuole morti. Durata 100 minuti. (Greenwich sala 2, Reposi)

 

FIORE FILMFiore – Drammatico. Regia di Claudio Giovannesi, con Daphne Scoccia e Josciua Algeri. Apprezzatissimo a Cannes, il film è la storia di Daphne, detenuta per rapina, che in carcere si innamora di Josh, giovane rapinatore. Divisi l’uno dall’altra, condividono un amore fatto di sguardi, di poche parole attraverso le sbarre, di biglietti fatti arrivare in qualche modo. Durata 110 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Florida – Commedia. Regia di Philippe Le Guay, con Jean Rochefort e Sandrine Kiberlain. L’ottantenne Claude rende piuttosto difficile se non impossibile la vita di chi gli sta accanto, dalla badante alla figlia Carole. I primi segnali di demenza senile sono più che presenti. Inoltre il vecchio ha un grande desiderio da soddisfare: andare a trovare la figlia minore che vive in Florida. Un’opera tra umorismo e dramma dall’autore di “Molière in bicicletta”. Durata 110 minuti. (Romano sala 3)

 FRAULEIN FILM

Fräulein – Una fiaba d’inverno – Commedia. Regia di Caterina Carone, con Christian De Sica e Lucia Mascino. Regina, quarantenne, cui la gente di montagna ha affibiato quel “fräulein” in maniera spregiativa, col significato di “zitellona”, dirige l’hotelulein” in maniera spregiativa, col significato di “zitellona”, dirige l’hotelulein” in maniera spregiativa, col significato di “zitellona”, dirige il suo hotel con la compagnia di un’unica gallina, Marilyn. Un giorno un certo Walter bussa alla porta, deciso fermamente ad alloggiare all’hotel Regina. Durata 90 minuti. (Greenwich sala 3)

 

Iggy Pop Live, Basilea – Musicale. Con Iggy Pop, Kevin Armstrong, Seamus Beaghen, Ben Ellis, Mat Hector. I grandi successi dell’artista presentati l’anno scorso durante il concerto tenuto nella città svizzera, dove ha ricevuto il Premio alla Carriera 2015. Durata 79 minuti. (The Space, Uci)

 

Lo chiamavano Jeeg Robot – Fantasy. Regia di Gabriele Mainetti, con Claudio Santamaria, Luca Marinelli e Ilenia Pastorelli. Enzo è un ladruncolo romano che vive di espedienti. Una sera, inseguito dalla polizia, nelle acque del Tevere viene a contatto con un materiale radioattivo che gli conferisce sconosciuti ultrapoteri. Ad Alessia, appassionata di fumetti, piacerà considerarlo come un eroe dei suoi prediletti Manga nella lotta al male sempre in agguato, che questa volta ha le sembianze allucinate dello Zingaro. Opera prima. Durata 112 minuti. Premiatissimo ai David di Donatello. (Nazionale sala 2)

 JULIETA FILM

Julieta – Drammatico. Regia di Pedro Almodovar, con Adriana Ugarte e Emma Suarèz. L’autore di “Volver” ha tratto il suo ultimo film, presentato in concorso a Cannes ma che la regia non ha considerato nella attribuzione dei premi finali, da alcuni racconti di Alice Munro. Una madre, in una lunga lettera indirizzata ad una figlia che non vede da anni, ricorda i momenti salienti della sua vita. Durata 99 minuti. (Ambrosio sala 1, Due Giardini sala Ombrerosse, Eliseo grande, F.lli Marx salaChico e Harpo, Reposi, The Space, Uci)

 

Microbo e Gasolina – Commedia. Regia di Michel Gondry, con Ange Dargent e Théophile Baquet. Due amici, Daniel detto Microbo perché dimostra meno dei suoi 14 anni, osteggiato dai compagni di scuola, innamorato in silenzio di una compagna, e Théo, detto Gasolina per la sua passione per i motori. Insieme costruiranno una ingeniosa casa su quattro ruote per darsi all’avventura lungo tutta l’estate. E cresceranno. Durata 103 minuti. (Classico)

 

Money Monster – Thriller. Regia di Jodie Foster, con George Clooney, Julia Robert e Jack O’Connell. Lee Gates conduce una trasmissione televisiva dove si mescolano in maniera più o meno spettacolare l’andamento della borsa, i consigli per sempre migliori investimenti, canzoncine pubblicitarie e ballerine ricoperte di paillettes. Tra il disinteresse totale di Gates nei confronti dei “suoi” risparmiatori. Fino al giorno in cui fa irruzione e si barrica con lui nello studio Kyle, un ragazzo che ha perso tutto quel che aveva. Con una pistola puntata alla testa Gates vedrà la finanza sotto occhi completamente diversi, con lui la produttrice dello show. Durata 98 minuti. (Ambrosio sala 3, Massaua, Eliseo rosso, Ideal, Reposi, Uci)

 

Mortadello e Polpetta contro Jimmy lo Sguercio – Animazione. Regia di Javier Fesser. Mister L, derubato della cassaforte dallo Sguercio, gli mette alle calcagna la miglior coppia di agenti al suo servizio per poterla recuperare. Ma allo stesso tempo Tranciamuli è uscito di prigione e ha dichiarato vendetta contro Polpetta. Durata 91 minuti. (Uci)

 pazza gioia film

La pazza gioia – Commedia drammatica. Regia di Paolo Virzì, con Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, Tommaso Ragno e Marco Messeri. “Clinicamente pazze”, Beatrice Morandini Valdirana e Donatella Morelli sono ospiti di Villa Biondi, un centro per malattie mentali sulle colline pistoiesi, l’una egocentrica e logorroica, l’altra tatuatissima e fragile, solitaria, cui la legge ha tolto il figlio per affidarlo in adozione ad una coppia. Nonostante le diversità che le dividono, le due donne fanno amicizia, sentono il bisogno l’una dell’altra, fuggono, vivono appieno “una breve vacanza”, provano a inseguire una vita nuova sul filo sottile della “loro” normalità. Grande successo alla Quinzaine di Cannes per le interpreti e per l’autore del “Capitale umano”. Durata 118 minuti. (Ambrosio sala 2, Massaua, Due Giardini sala Nirvana, Eliseo blu, F.lli Marx sala Groucho e Chico, Massimo 1, The Space, Uci)

 

Pelè – Biografico. Regia Michael e Jeff Zimbalist, con Leonardo Lima Carvalho e Kevin de Paula. Il calcio giocato in strada a piedi scalzi, la povertà sofferta e la promessa fatta al padre, la prima vittoria clamorosa con la Coppa del Mondo a soli 17 anni: i successi e la carriera di un calciatore che continua a essere considerato il più grande e fantasioso di tutti i tempi. Durata 107 minuti. (Massaua, The Space, Uci)

 

FILM PERFETTIPerfetti sconosciuti – Commedia. Regia di Paolo Genovese, con Marco Giallini, Edoardo Leo, Valerio Mastandrea, Giuseppe Battiston, Kasia Smutniak, Alba Rohrwacher. Una cena tra amici, l’appuntamento è per un’eclisse di luna, la padrona di casa decide di mettere tutti i cellulari sul tavolo e di rispondere a telefonate e sms senza che nessuno nasconda qualcosa a nessuno. Un gioco pericoloso, di inevitabili confessioni, che verrebbe a sconquassare le vite che ognuno di noi possiede, quella pubblica, quella privata e, soprattutto, quella segreta. Alla fine della serata, torneranno ancora i conti come quando ci siamo messi a tavola? Durata 97 minuti. (Greenwich sala 2)

 

Robinson Crusoe – Animazione. Regia di Vincent Kesteloot e Ben Stassen. Un gruppo di animali, amici per la pelle, vive in una splendida isoletta ai Tropici. Soltanto il pappagallo Mac sogna di andarsene un giorno. Un giorno troveranno sulla spiaggia, restituito dal mare dopo una tempesta, Robinson Crusoe con il suo cane Aynsley. Durata 90 minuti. (Uci)

 

Sole alto – Drammatico. Regia di Dalibor Matanic, con Tihana Lazovic e Goran Markovic. Un villaggio serbo ed un villaggio croato, tre estati disseminate a distanza di dieci anni, dal 1991 ai giorni nostri, personaggi maschili e femminili che il destino ha inesorabilmente divisi. Durata 123 minuti. (Massimo 2)

 

Somnia – Horror. Regia di Mike Flanagan, con Jacob Tremblay, Thomas Jane e Kate Bosworth. Jessie e Mark, che hanno perso un figlio in circostanze drammatiche, decidono di prendere nella loro casa in affidamento Cody, di otto anni, educato e affettuoso. Ma il bambino no dorme mai, teme che durante il sonno arrivi l’Uomo Cancro che già si è portato via la sua mamma. Iniziano ad accadere fatti strani, come una inspiegabile invasione notturna di farfalle. Durata 97 minuti. (Massaua, The Space, Uci)

 

La sposa bambina – Drammatico. Regia di Khadija Al-Salami, con Reham Mohammed. Nello Yemen di oggi, un padre quando la figlia arriva al decimo anno di età la dà in moglie ad un uomo vecchio più di lei di vent’anni. Violenze, soprusi, botte se Nojoud si rifiuta di servire la vecchia suocera: ma la bambina troverà il coraggio di fuggire dal suo villaggio e di recarsi a Sana’a. Nell’aula del tribunale chiederà il divorzio. Durata 99 minuti. (Centrale)

 FILM NUOVO

Lo Stato contro Fritz Bauer – Drammatico. Regia di Lars Kraume, con Burghart Klaussner. Nella Germania del 1957, il procuratore generale Bauer viene a conoscenza che il criminale nazista Adolf Eichman si nasconde a Buenos Aires. Sin dal suo ritorno in patria si spende per portare in tribunale i responsabili di morti e massacri: ma non ha fiducia in uno Stato che vuole a tutti i costi cancellare il proprio passato. Preferirà rivolgersi al Mossad israeliano. Durata 105 minuti. (Romano sala 3)

 

The boy – Horror. Regia di William Brent Bell, con Lauren Cohan e Rupert Evans. Greta, nel desiderio di lasciarsi alle spalle un periodo di vita travagliato, si rifugia in un villaggio inglese dove è assunta da una coppia in una villa vittoriana, come baby sitter del loro figlio di otto anni. Non un figlio, comprenderà ben presto la ragazza, ma una bambola a grandezza naturale. Una serie di eventi inspiegabili e terrificanti succedono, la mettono in serio pericolo e ostacolano la relazione che lei ha avviato con un giovane del villaggio. Durata 97 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 FILM MODA

The Dressmaker – Il diavolo è tornato – Commedia. Regia di Jocelyn Moorhouse, con Kate Winslet, Judy Davis e Liam Hamsworth. All’inizio degli anni Cinquanta, divenuta una affermata stilista, Tilly torna da Parigi nel piccolo paese natio di Dungatar, nel cuore dell’Australia, da cui era stata cacciata anni prima. Con una ventata di modernità, costruendo abiti per le donne acide e immalinconite di Dungatar, Tilly avrà modo di far luce sul suo lontano passato. Grande successo all’ultimo TFF. Eccellente prova della Winslet al centro di un film che pur facendosi giudicare (pressoché) positivamente non riesce mai a definire le proprie scelte (commedia, divertimento surreale, percorso drammatico, un faticoso altalenarsi?) in maniera definitiva. Durata 118 minuti. (Lux sala 1)

 

Tini – La nuova vita di Violetta – Commedia. Regia di Juan Pablo Buscarini, con Martina Stoessel e Jorge Blanco. Tra vita personale e carriera non è un momento facile per Violetta, per ritrovare il proprio equilibrio ci vuole una vacanza in un’isola italiana. Nuovi amici e atmosfere stimolanti rimetteranno a posto ogni cosa. Durata 98 minuti. (Ideal, The Space, Uci)

 TRADUTTORE

Il traduttore – Drammatico. Regia di Massimo Natale, Claudia Gerini e Kamil Kula. Andrei, giovane universitario proveniente dalla Romania, arrotonda i soldi della borsa di studia lavorando in pizzeria e di giorno in questura, traducendo gli interrogatori e le intercettazioni di suoi connazionali. Un giorno viene contattato da Anna, un’antiquaria, anche lei ha qualcosa da fargli tradurre. Durata 90 minuti. (Uci)

 

Truman – Un vero amico è per sempre – Commedia. Regia di Cesc Gay, con Ricardo Garin e Javier Càmara. Tomas lascia il Canada dove vive da anni per andare a trovare a Madrid il suo vecchio amico Julian, attore argentino trapiantato nella capitale spagnola. A Julian non resta molto da vivere e uno dei suoi crucci maggiori è la sistemazione del suo cane Truman, per lui quasi un figlio. Il film, un successone in patria, si è aggiudicato ben cinque premi Goya, gli Oscar spagnoli. Durata 108 minuti. (Centrale v.o.)

 

Whiskey Tango Foxtrot – Avventura. Regia di Glenn Ficarra e John Requa, con Tina Fey, Christopher Abbott, Martin Freeman e Alfred Molina. Basato sulle memorie della giornalista Kim Barker, il suo arrivo a Kabul nel 2002, la presa di coscienza di una situazione di disperazione e di guerra che sino ad allora non aveva valutato appieno. Durata 112 minuti. (Greenwich sala 1, Uci)

 

X-Men: Apocalisse – Fantasy. Regia di Bryan Singer, con James McAvoy, Michael Fassbender e Jennifer Lawrence. La vendetta di Apocalisse, dall’antico Egitto ai giorni nostri, quando un gruppo di fedelissimi lo richiama in vita e lo affianca per riprendere il comando e scatenare un violento attacco alla terra. Durata 143 minuti. (Ideal, Lux sala 2, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

Earthink Festival, Be the Change

Be the Change: è questo il tema della quinta edizione dell’Earthink Festival, a Torino dal 26 al 29 maggio. Un’iniziativa che, nel cuore della città, mira alla promozione di diverse espressioni artistiche legate al tema dell’ecosostenibilità, tramite spettacoli, performances ed installazioni, con una varietà di appuntamenti rivolta a tutti, anche ai più piccoli, con “A piede libero”, “Cavoli che storia”, e “Le fiabe in tram”, per le quali uno speciale tram con partenza dai giardini reali attraverserà il centro storico della città.fest2

Tre i luoghi principali in cui si snoderà l’evento: il Teatro Gobetti, che ospiterà l’inaugurazione del Festival con lo spettacolo di e con Giobbe Covatta, “6 gradi”; il Cap 10100, con la live performance di Ottodix, per il party aftershow di giovedì; e il Samo, sul palco del quale si alterneranno gli spettacoli“Upcycling” e “Tre voci”, gli studi teatrali e le performances multimediali selezionate nell’ambito del bando dell’Earthink2016, dj set, concerti, e la registrazione dei partecipanti alla Caccia al Tesoro fotografica, tramite la quale raccontare in immagini la realtà cittadina ancora sconosciuta.

Quattro giorni per lanciare il messaggio Be The Change e il tema dell’ecologia in modo più personale e collettivo, e per scoprire una visione poetica della natura, che si traduce in azioni concrete con le scelte che ognuno di noi può fare.

Veronica Bosco

Maggiori informazioni: http://www.earthinkfestival.eu/ethf-2016

A che punto è il Piemontese?

bandiera piemonteA che punto è il Piemontese, lingua madre per coloro che vivono in terra di Piemonte. Questo è l’interrogativo posto da un convegno, promosso da Gioventura Piemonteisa, sabato 28 maggio, ore 10, al Centro polifunzionale – ecomuseo di via Dego 6 a Torino. Qui si daranno appuntamento studiosi, docenti ed operatori della lingua, parlata da dieci secoli. Purtroppo, però, nonostante il riconoscimento da parte dell’Unesco, da qualche decennio patisce un processo di sostituzione. Inoltre, l’opera di rivalorizzazione della lingua e della cultura piemontese, introdotta parzialmente nell’insegnamento scolastico in tempi recenti, ha recentemente subito una battuta di arresto, in netta controtendenza con quanto avviene nella maggior parte dei Paesi d’Europa, dove le lingue regionali e minoritarie hanno da tempo diritto di cittadinanza nelle classi. L’incontro di via Dego si propone come prima fase di un percorso verso il ripensamento dell’opera di valorizzazione e promozione delle lingue minoritarie in Piemonte.  Interverranno Liliana Boino, Carl Comoli, François Dellarole, Robert J.Michel Novero, Gioann March Pòlli, il professor Marc Tamburell (Bangor University –UK) e il professor Mauro Tosco (Università di Torino), protagonisti a vario titolo di questo progetto di rilancio della lingua regionale.

Massimo Iaretti

Due donne allontanate dal mondo alla ricerca della "pazza gioia"

Pianeta cinema a cura di Elio Rabbione
PAZZA G2

Soltanto uno sguardo verso una camminata e un abbraccio fuori dal set del Capitale umano tra Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi hanno convinto Paolo Virzì a sviluppare con un racconto due ritratti femminili mai tanto azzeccati, difficilmente dimenticabili, guardati con affetto e partecipazione dal regista (e poi dallo spettatore), due sagome tratteggiate, sbozzate, colorite e delineate con la forza e con l’esattezza del tratto, un perfetto grumo di vita insieme, la vita di due donne ferite e allontanate dal mondo, separate da abitudini e affetti, fuori controllo e “matte” per alcuni (“Clinicamente lo siamo”), l’una impregnata di risate che sconfinano spesso nelle lacrime, logorroica all’inverosimile, gran dispensatrice di consigli e di comandi, l’altra rinsecchita, con pulsioni suicide, infelice e appartata, desiderose l’una di riallacciare i propri antichi contatti con la vita di ieri, l’altra nell’attesa di ricongiungersi con l’unica speranza della sua esistenza di madre, quel figlio che qualche anno prima le è stato tolto per essere dato ad altri in adozione. Valeria/Beatrice (che di cognome fa Morandini Valdirana) spaccia casati e cene con il Presidente, nomi eccellenti e giri altolocati, un passato da favola; Micaela/Donatella (che di cognome fa soltanto Morelli) arriva dal popolo. Si ritrovano ospiti di una comunità terapeutica immersa tra le colline del Pistoiese, in compagnia di altre donne con disturbi mentali: pronte ad approfittare di una gita, di “una breve vacanza” che possa dare inizio a un’amicizia, a un appoggiarsi l’una all’altra, a un ricercare dove non sanno nemmeno loro. La pazza gioia è il racconto della loro fuga o delle tante piccole fughe da un luogo all’altro, da una persona all’altra (arriveranno anche a fare le comparse sul set ricomposto nella vecchia villa della madre di Beatrice la impersona Marisa Borini, madre non solo nella finzione ma anche nella vita vera -, obbligata per la sopravvivenza ad affittare la sua casa al cinema italiano!: mentre Francesca Archibugi, sceneggiatrice con Virzì del film, dirige, mentre le due “matte” fuggono su una rossa decapottabile targata Pavia, targa facilmente riconducibile alle iniziali del regista…) nella attesa ricostruzione di un’esistenza. Nel ricordo di uno spezzone di un qualche commedia (all’)italiana dei Sessanta, Risi o Pietrangeli o Comencini, lasciamo Donatella sulla riva del mare di Viareggio, a giocare per un attimo con il suo bambino cui non si rivela.

PAZZA GIOIA 33

Forse un inizio di serenità, di esistenza, un punto da cui ricominciare. Virzì (cui forse si può rinfacciare il peccato veniale di aver nella seconda parte dilatato il racconto con qualche giravolta narrativa di troppo) diverte spesso, ci fa sorridere a tratti con un leggero sapore d’amaro mentre seguiamo le sue protagoniste, mentre incrociamo i familiari o gli amici/nemici, mentre guardiamo ai sentimenti come alle piccole vittorie o alle “enormi” disfatte. Come sempre in precedenza, ha un grande rispetto e una spiccata familiarità per le donne che porta sullo schermo, sa analizzare i tanti mondi, i tic, il loro perdersi nel marasma della società che stanno attraversando. Ramazzotti e Bruni Tedeschi sono, mettendoci corpo e anima, quel che ci vuole per far vibrare la storia, diventano appieno i loro personaggi, li vivono come raramente ci è dato vedere sullo schermo: la prima costruisce l’essenza della disperazione fisica e morale, la seconda riempie ogni momento della sua falsa spensieratezza e di ostentata leggerezza, brave come non mai, due interpretazioni che, se il film fosse stato accettato in competizione a Cannes, certo non avrebbero potuto lasciare indifferenti i giurati.

 

Arie pucciniane al Festival di Primavera

auditorium raiFiorenza Cedolins interprete delle arie da Madama Butterfly, Tosca, Turandot e Manon Lescaut

Il soprano Fiorenza Cedolins è la protagonista del secondo appuntamento del Festival di Primavera dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, dal titolo ” La vice e l’orchestra”, in programma giovedì 26 maggio alle 20.30 alla’ Auditorium Rai ” Arturo Toscanini, di Torino, in diretta su Radio 3. Il concerto, diretto da Pietro Rizzo, è dedicato alle più celebri pagine operistiche di Giacomo Puccini, da ” Un bel di’ vedremo” a ” Tu, tu piccolo Iddio”, tratte da Madama Butterfly, a ” In quelle trine morbide” dall’opera Manon Lescaut. La seconda parte della serata vede la soprano impegnata in arie tratte sempre da Manon Lescaut, quali “Sola, perduta, abbandonata”, dalla Turandot (“Tu che di gel sei cinta”) e dalla Tosca ( “Vissi d’arte, vissi d’amore”). Le romanze saranno inframmezzate da celebri pagine sinfoniche, tratte da Le Villi e Manon Lescaut, Il Capriccio e il Preludio sinfonico. I biglietti da 30 a 15 euro sono in vendita sia online sia presso la biglietteria dell’Auditorium Rai. Un’ora prima del concerto sono messi in vendita gli ingressi non numerati a 20 e 9 euro.

Informazioni: 0118104653.

Mara Martellotta