CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 724

Estinzioni: storie di catastrofi e altre opportunità

MUSE – Museo delle Scienze di Trento

museo scienze

Estinzioni: storie di catastrofi e altre opportunità è una mostra promossa e organizzata dal MUSE – Museo delle Scienze di Trento che nasce dalla collaborazione tra l’Università degli Studi di Padova, il FEM2 Ambiente Srl, spin-off accreditata dell’Università di Milano-Bicocca, il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino e il MUSEMuseo delle Scienze di Trento nell’ambito di un progetto di ricerca, divulgazione scientifica e valorizzazione delle collezioni museali sviluppato grazie ad un cofinanziamento MIUR (L.6/2000).

Il progetto è il frutto di un importante lavoro di ricerca e selezione dei più significativi reperti originali di vertebrati estinti in tempi storici preservati presso i musei italiani.

La selezione dei reperti esposti, con le storie che si celano dietro ognuno di essi, permetterà di conoscere il destino delle specie più carismatiche ormai scomparse e di addentrarsi fra le pieghe di vicende meno note, ma altrettanto illuminanti.

Con questa mostra, il MUSE di Trento dà il via a un ambizioso progetto che mette in relazione le ricerche e le riflessioni sulla sesta estinzione di massa con le dinamiche che hanno caratterizzato le cinque grandi estinzioni paleontologiche avvenute negli ultimi 500 milioni di anni. Il percorso espositivo è un racconto che intreccia i contributi della paleontologia, della biologia e dello studio della società, per leggere gli effetti devastanti delle crisi ecosistemiche, ma anche per riflettere sulle occasioni inattese che si aprono proprio nei momenti di maggiore instabilità.

Una mostra che parte da lontano per parlare del fenomeno delle estinzioni attuale e ragionare sul cambio di rotta che l’umanità è chiamata a intraprendere cercando nuove strade verso uno sviluppo sostenibile nel tempo, per garantirci un futuro sul nostro pianeta.

Il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino sarà presente con i contributi del proprio personale scientifico e curatoriale e con alcuni rari esemplari delle specie estinte provenienti dalle collezioni zoologiche storiche dell’Università di Torino, come ad esempio il Quagga (Equus quagga – Sud Africa) e l’Alca Impenne (Pinguinus impennis – Oceano Atlantico settentrionale).

Il percorso della mostra sarà arricchito da raffinate installazioni multimediali, video e animazioni originali, interviste e spazi interattivi. Fra i documenti inediti anche interventi filmati.

   Evento: Mostra estinzioni: storie di catastrofi e altre opportunità

Periodo: 16 luglio 2016 – 26 giugno 2017

Sede: MUSE – Museo delle Scienze di Trento – Corso del Lavoro e della Scienza 3 – Trento

Orario: da martedì a venerdì: 10.00-18.00
sabato, domenica e festivi: 10.00-19.00, lunedì chiuso

Informazioni: MUSE – Museo delle Scienze di Trento www.muse.it

Corto Maltese oltre Hugo Pratt

Inventato dalla fantasia di Hugo Pratt, il “maestro di Malamocco” , fumettista e scrittore di straordinario talento,  Corto Maltese esordì nel 1967 sul primo numero della rivistaSgt. Kirk e da quel momento ha accompagnato i lettori in mille avventure per oltre due decenni.

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Da “Corte Sconta detta Arcana” a “Mu”, passando per “Favola di Venezia”, “La casa dorata di Samarcanda” e tante altre storie, il nostro Corto , metà avventuriero e metà “gentiluomo di fortuna”, nato a Malta nel luglio del 1887, figlio di una gitana di Gibilterra e di un marinaio inglese della Cornovaglia, temevamo ci lasciasse orfani alla morte del suo autore. Ma, quasi per miracolo, eccolo ritornare da giovane, vent’anni dopo la scomparsa di quello che, a buon diritto, è stato considerato fra i maggiori autori di fumetti di tutti i tempi. Marco Steiner, scrittore, fotografo e marinaio, ma soprattutto amico e collaboratore di Hugo Pratt, dopo aver terminato– nell’ormai  lontano 1996 – “Corte Sconta detta Arcana”,  il romanzo incompiuto di Pratt, ed aver scritto tutte le introduzioni alle nuove edizioni delle varie avventure del Maltese, ha ridato vita al mitico Corto con due romanzi. Il primo, “Il corvo di pietra”, si svolge nell’anno del crollo del campanile di Venezia, il 1902, quando il marinaio della Valletta è ancora un ragazzo. Volendo lo si può leggere come il romanzo di corto m2formazione di Corto Maltese, dove emerge quel suo spirito di “imprevedibile meticcio mediterraneo”, apparentemente cinico, dotato di grande ironia, rispettoso alla legge di lealtà e amicizia. In quelle pagine tre ragazzi amanti dell’ avventura e tre strani individui stretti in un patto esoterico di vendetta, si confrontano tra Venezia, Malta e la Sicilia in una vicenda dove la posta in gioco è un tesoro nascosto dall’enigma di una piccola statua che rappresenta un corvo di pietra. Nel secondo romanzo (pubblicato come il primo da Sellerio), intitolato “Oltremare”, il giovane Corto intraprende un viaggio che parte dalla Sicilia per finire in Cambogia, e su quella rotta tormentata incrocia i porti leggendari di tutti i mari: da Venezia all’isola prigione di Poulo Condor a sud della Cina, le acque del Mekong, le isole greche e i mari del sud. E, tra le tante ma con un sua fascino particolare, Istanbul. Le zone in cui si svolge la storia a Istanbul sono quelle del porto, della collina e del cimitero di Eyüp dove si recava anche un altro grande viaggiatore, Pierre Loti. Istanbul , come Venezia, è una città dove Corto Maltese si trova “ a casa”, sul confine fra Europa e Asia, al punto di contatto fra il grande mar corto m4Mediterraneo e la grande terra che si estende misteriosa e affascinante verso Oriente, il luogo dove nasce il sole. Quando a Marco Steiner è stata posta la domanda delle domande ( “Perché a un altro Corto?”) ha risposto così: “Sapevo chi erano i suoi genitori, quand’era nato e cosa gli era accaduto dopo il 1904, all’epoca della guerra russo-giapponese.Allora ho provato a immaginare un Corto sconosciuto, che doveva imparare a navigare e a vivere prima di quell’anno e ho scelto un periodo preciso, dal 1901 al 1904. Ho immaginato un’esperienza forte per un ragazzino di 14 anni, l’ho fatto partire in una notte piovosa e pericolosa dalla Scozia, dopo aver lasciato a terra quel padre così poco conosciuto. Insomma, ho cercato di fare un pezzo di strada, anzi di mare, insieme a quello che il giornalista Vincenzo Mollica, facendomi corto m3un grandissimo complimento, ha definito il “mio” Corto Maltese”. Ma il più famoso dei marinai di carta non è tornato a vivere solo nelle parole scritte da Steiner.Una nuova storia con protagonista il personaggio creato quasi cinquanta anni fa da Pratt, è stata scritta da Juan Dìaz Canales, sceneggiatore di fumetti spagnolo , e disegnata dal conterraneo Rubén Pellejero. In “Sotto il sole di mezzanotte”, Corto Maltese parte per un viaggio in Alaska e Canada, durante la prima guerra mondiale, seguendo le indicazioni dategli da Jack London (che aveva già incontrato nel libro “La giovinezza”,durante la guerra russo-giapponese nel 1905) e,come sempre, s’imbatterà in personaggi strani e situazioni avventurose. In questa “seconda vita”, il marinaio è tornato per viaggiare ancora. E, come amava dire John Steinbeck, “Non sono le persone che fanno i viaggi,sono i viaggi che fanno le persone”. Bentornato, Corto!

Marco Travaglini

“Torinodanza” esplode tra idee, sensazioni e grandi nomi non solo europei

 

todanza4Non esistono soltanto le produzioni e la programmazione degli spettacoli di prosa. Un Teatro Stabile si deve far carico di altri compiti. “L’attività formativa della Scuola per attori – sottolineava nei giorni scorsi il direttore dello Stabile torinese – Teatro Nazionale, Filippo Fonsatti, presentando nello spazio dell’Auditorium Vivaldi di piazza Carlo Alberto il prossimo “Torinodanza” (dal 6 settembre al 3 novembre) con Gigi Cristoforetti, direttore artistico della manifestazione -, i progetti di ricerca condotti dal Centro Studi insieme all’Università, il coordinamento dell’ufficio Sistema Teatro Torino, la conservazione e la valorizzazione di edifici teatrali di pregio storico e artistico, e ovviamente l’organizzazione e la promozione del festival Torinodanza”. Un milione di euro la spesa complessiva, supportata per il 70% da sponsor privati, in prima fila la Compagnia di San Paolo, l’apporto del Fondo Unico per lo Spettacolo (“Torinodanza è il primo tra i festival disciplinari sostenuti”), gli interventi di 14 compagnie che provengono da sette differenti paesi – Giappone, Israele, Francia, Spagna, Belgio,todanza3 Canada e Italia -, l’utilizzo di luoghi d’eccellenza come il Carignano ed il Regio senza dimenticare di allargare lo sguardo alle periferie o ai centri minori, dal momento che verranno interessati anche la Lavanderia a Vapore di Collegno e le Fonderie Limone di Moncalieri. Senza dimenticare la voglia di rapportarsi con altre realtà europee, attraverso percorsi comuni o intercambiabili, nella continua ricerca di una valorizzazione sempre maggiore. Pensiamo alle relazioni pluriennali con Les Halles de Schaerbeek di Bruxelles, con la Scene Nationale de Chambéry e de la Savoie nell’ambito di un progetto triennale transfrontaliero, con la Biennale de la Danse de Lyon per “Défilé” giunto alla sua seconda edizione, che vedrà occupate piazze di Torino, Biella, Casale e della stessa Lione da un considerevole gruppo di danzatori e musicisti piemontesi, professionisti e non, pronti a eseguire le coreografie di Roberto Zappalà, ispirate alla tradizione partenopea.todanza2

Spetterà a “Tre”, con la coreografia dell’israeliano Ohad Naharin, inaugurare Torinodanza 2016, la serata del 3 settembre al teatro Regio, una creazione suddivisa in tre parti e approntata per la Batsheva Dance Company, obbediente alla comprensione del corpo e dei suoi limiti, che libera agilità e personalità. All’estro del francese Mathurin Bolze sono affidati (alle Fonderie Limone) “Fenetres” e “Barons perchés”, lavori entrambi ispirati al “Barone rampante” di Italo Calvino, un insieme acrobatico di danza e teatro, di salti e virtuosismi dovuto alla enorme bravura di Karim Messaoudi. In prima italiana, Francesca Pennini formula con le musiche originali di Francesco Antonioni “Sylphidarium” (lo spettacolo è anche inserito nel programma di Mito Settembre Musica), mentre “nicht schlafen” è il titolo proposto da Alain Platel. Qui il coreografo belga indaga l’animo umano tra fragilità e incubi e sogni, facendo prevalere ora gli aspetti più sensibili ora il divertimento e ispirandosi all’opera e alla vita di Gustav Mahler nella Vienna di fine secolo, con uno sguardo che ha molte affinità con il presente. Il tutto intessuto con tematiche congolesi.

Da ricordare ancora Piergiorgio Milano e il suo “Pesadilla” (che significa incubo), “Paradoxe Mélodie” che arriva a Torino con la coreografa Daniele Desnoyers e 10 interpreti, tra suoni d’arpa e musica elettroacustica, “Odio” verso gli altri ma anche verso se stessi, un nascere e un crescere, tra paure e desideri, coreografia di Daniel Abreu. A metà ottobre, alla Lavanderia di Collegno, todanza1Denis Plassard porta “A.H.C. – Albertine, Hector et Charles”, uno curioso sguardo sulla e nella danza attraverso le marionette, e Itzik Galili con il Balletto Teatro di Torino presenta “L’ombra della luce”, un programma in due parti dove si citano individualità, natura e linguaggio, metamorfosi, seduzione, pace e lacerazione. “Cold blood” (22 ottobre) è firmato da Michèle Anne De Mey e da Jaco van Dormael (acclamatissimo sugli schermi per “Dio esiste e vive a Bruxelles”), dove visionarietà, parole, gesti e perfezione tecnica “filmano” mani, mentre danzano, mentre s’inseguono, mentre s’amano; “Annonciation” (28 ottobre) poggia sulla scenografia e sulla coreografia del francese Angelin Preljocaj, dove le musiche di Stéphane Roy si uniscono a quelle di Vivaldi, “Bones in pages” (in chiusura il 3 ottobre), suggestiva installazione del giapponese Saburo Teshigawara. Ancora un consiglio: non perdetevi, il 30 settembre alle Fonderie, “Auguri” – provate a far cadere l’accento sulla prima o sulla seconda vocale, come vi piace – del talentuoso Olivier Dubois alle prese con 24 danzatori, tra forze della natura e presagi e gesti benauguali, tra vento, marcia, corsa, in un continua estenuante movimento.

Elio Rabbione

Weekend al Rights Village

Venerdì 15 luglio “Album di una famiglia allargata – Il movimento omosessuale a Torino dagli anni ‘70”, concerto The Chicless, dj set Superbanana Sabato 16 luglio laboratorio di teatro “Il gioco delle parti” e dj set Torino nel Mondo. Domenica 17 luglio proiezioni cinematografiche a cura di Seeyousound

VILLAGE RIGHTS

Weekend ricco di eventi per il Rights Village, dove per tutto luglio si affrontano argomenti legati ai diritti, all’uguaglianza e alle pari opportunità. Si comincia venerdì 15 luglio alle ore 18 con “Album di una famiglia allargata – Il movimento omosessuale a Torino dagli anni ‘70”. Con Felix Cossolo si ripercorreranno 40 anni di movimento gay italiano attraverso la lente della sua esperienza diretta di militante. L’evento è a cura del Circolo Maurice GLBTQ. Alle 22 seguirà il concerto di The Chicless, band nata nel 2010 dall’incontro di quattro musicisti appassionati di musica retrò che ricreano le atmosfere degli anni ’50-’60 con un sound rock’n’roll contaminato da swing, jazz, country e blues. Le diverse inclinazioni e background dei componenti si fondono in un sound pulito e coinvolgente, reso ancora più autentico grazie all’utilizzo di strumentazione prevalentemente dell’epoca. A partire dalle 23.30 e fino alle 4 del mattino ci saranno poi l’animazione e il dj set diSuperbanana, un trittico musicale firmato The Chicless, Bananamia, barbyTURY&co che spazieranno dalle favolose atmosfere degli anni ’50-’60 -con un sound rock’n’roll contaminato da swing, jazz, country e blues – alle sonorità pop, elektro e rokkettine dei djs Turymegazeppa, Superpippo, BB, Manuela Sambuca, Okin. Animazione e performances by barbyturyco (from SUPERMARKET).

Sabato 16 luglio le attività cominceranno alle ore 18 con Il gioco delle parti, un laboratorio intensivo di teatro su identità di genere, stereotipi e ruoli di genere. Attraverso esercizi di respirazione, meditazione e movimento, nonché l’uso di testi teatrali classici come Goldoni e Pirandello, il workshop condurrà i partecipanti ad esplorare la propria identità e ad indagare il maschile e il femminile. Il laboratorio è a cura di Tessere le Identità e sarà condotto da Giusy Barone, attrice e regista della Compagnia Teatrale Stregatti di Alessandria, e Stefania Cartasegna, Gestalt Counselor ASPIC Genova e attrice della Compagnia Teatrale Stregatti di Alessandria. Dalle 23 dj set Torino nel Mondocon Fabio Sunrise, Fabrizio del Re e Sergio Flash dj nell’area Emiciclo.

Il weekend si concluderà domenica 17 luglio con le proiezioni cinematografiche a cura di Seeyousound – International Music Film Festival.Alle ore 20.30 sarà proiettato They will have to kill us first, di Johanna Schwartz (2015, 105’). La pellicola racconta del Mali del nord, dove i fondamentalisti islamici prendono il controllo, imponendo una delle interpretazioni più intransigenti della Shari’a e vietando tutte le forme di musica. In Mali però la musica è il tessuto della società, il suo cuore pulsante, e i cittadini più venerati sono musicisti. Questa storia segue dunque le icone musicali del Mali mentre combattono per riavere il loro paese, i mezzi di sussistenza e la loro libertà. Una storia di coraggio di fronte al conflitto, dove le chitarre sono più potenti dei kalashnikov. “They want to ban music? They’ll have to kill us first.” Alle 22.30 seguiràFinding Fela, di Alex Gibneyi (2014, 120’). Incentrato sull’insistente ritmo del rivoluzionario suono Afrobeat della superstar nigeriana Fela Kuti, la straordinaria storia della posizione coraggiosa di un uomo contro un governo corrotto e dittatoriale ha dato testimonianza del potere della musica come una forza per il cambiamento politico e sociale.

Al cinema oggi e nel weekend

film cinemaLe trame dei film 

 

A cura di

Elio Rabbione

 

Alice attraverso lo specchio – Fantastico. Regia di James Bobin, con Johnny Depp, Anne Hathaway, Mia Wasikowska e Helena Bonham Carter. Alice, attraversato uno specchio magico, si ritrova nel Sottomondo dove incontra gli amici di sempre, lo Stregatto, il Bianconiglio e il Cappellaio Matto, quest’ultimo del tutto in crisi avendo perso la sua “moltezza”. Mirana manderà Alice alla ricerca della Chronosphere, un oggetto metallico che regola il trascorrere del tempo. Dovrà salvare il Cappellaio prima dello scadere del tempo. Durata 108 minuti. (Uci)

 

Angry Birds – Il film – Animazione. Regia di Fergal Reilly e Clay Keytis. Un’isola dove vi sono uccelli che quasi non sanno volare, tre di essi – il collerico Red, il velocissimo Chuck, l’esplosivo Bomb – vivono emarginati dal resto dei pennuti. Ma quando l’isola verrà invasa da una masnada di maiali verdi che la vorrebbero fare da padroni, non dovranno i tre dimostrare il loro coraggio e la disperata ricerca della salvezza comune? Durata 97 minuti. (Massaua, The Space, Uci)

 

FILM BASTILLEBastille Day: il colpo del secolo – Azione. Regia di James Watkins, con Richard Madden, Idris Elba e Kelly Reilly. Un giovane borseggiatore americano ruba nel cuore di Parigi una borsa contenente una bomba che regolarmente scoppierà in una affollata stazione del metrò. Michael ci mettere un bel po’ a convincere l’agente di colore della Cia di non essere coinvolto in un attentato di matrice terroristica: insieme i due dovranno collaborare per sventare una rapina alla Banca nazionale francese. Durata 92 minuti. (Ideal, Lux sala 1, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Cattivi vicini 2 – Commedia. Regia di Nicholas Stoller, con Zac Efron, Seth Rogen e Chloe Grace Moretz. Ai protagonisti del primo capitolo capitano dei nuovi vicini, se possibile ancor più fuori di testa di quelli antichi. In versione tutta femminile. Sono le fragorose componenti del Kappa Nu, alla guida del gruppo la sovreccitata Shelby ovvero Grace Moretz: non rimarrà che richiedere l’aiuto dell’ex vicino Teddy ovvero Efron se vorranno arginare gli eccessi delle spericolate ragazze. Durata 92 minuti. (The Space, Uci)

FILM CELLCell – Horror. Regia di Tod Williams, con John Cusak e Samuel J. Jackson. Dal romanzo del maestro del brivido Stephen King, anche autore dell’adattamento per lo schermo con la collaborazione di Adam Alleca (“L’ultima casa a sinistra”). Ovvero quando la tecnologia, quella che continuamente acquistiamo e compulsivamente ogni giorno usiamo, prenderà il sopravvento sull’essere umano, portandolo senza via d’uscita al male, inevitabile, in un domani non troppo lontano: che faremo allora quando, rispondendo al proprio cellulare, un indefinito segnale elettronico ci coinvolgesse e facesse di ognuno di noi un assassino? Durata 98 minuti. (Ideal, Lux sala 3, Massaua, The Space, Uci)

 

Conspirancy – Thriller. Regia di Shintaro Shimosawa, con Al Pacino, Anthony Hopkins e Josh Duhamel. Esempio di legal Thriller, l’opera prima di Shimosawa vede un giovane avvocato mettersi nei guai quando una ex fiamma gli offre le prove per affondare il manager di un importante gruppo farmaceutico (Hopkins). Ma di mezzo c’è anche il socio del suo stesso studio legale (Pacino). Durata 106 minuti. (Greenwich sala 3)

 

It follows – Horror. Regia di David Robert Mitchell, con Maika Monroe, Jake Weary e Daniel Zovatto. “Per la lucidità con cui elabora uno schema classico del genere horror, offrendo una scansione psicologica del tema della fine dell’adolescenza che si connota come riflessione sui sensi di colpa nutriti dalla società. In un’opera marcata da una struttura ad altissima tensione…”: così si esprime il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani nella propria segnalazione. Un film da non perdere, specialmente per gli amanti del genere. Girato con appena due milioni di dollari, il film ha portato anche in primo piano il nome della protagonista: lei è la giovane Jay, in una Detroit notturna e piena di pericoli, che all’improvviso si ritrova legata a una sedia, nell’oscurità di un capanno. Il ragazzo con cui ha appena fatto sesso le confessa che una “cosa” si è impossessata di lei, una creatura del male che le si potrà presentare sotto le più diverse apparenze, un famigliare, un individuo incrociato tra la folla, un conoscente fidato. Durata 100 minuti. (Classico, The Space, Uci)

 

JULIETA FILMJulieta – Drammatico. Regia di Pedro Almodòvar, con Adriana Ugarte e Emma Suarèz. L’autore di “Volver” ha tratto il suo ultimo film, presentato in concorso a Cannes ma che la regia non ha considerato nella attribuzione dei premi finali, da alcuni racconti di Alice Munro. Una madre, in una lunga lettera indirizzata ad una figlia che non vede da anni, ricorda i momenti salienti della sua vita. Durata 99 minuti. (Greenwich sala 1)

In nome di mia figlia – Drammatico. Regia di Vincent Garenq, con Daniel Auteuil e Sebastien Koch. Tratto da una storia vera. La figlia quattordicenne di André muore mentre è in vacanza in Germania con la madre e il patrigno. L’atteggiamento di quest’ultimo e i dubbi sorti durante l’autopsia spingono André a credere che l’uomo che ha preso il suo posto non sia estraneo a quella morte. Durata 87 minuti. (Nazionale sala 2)

 

Kiki e i segreti del sesso – Commedia. Regia di Paco Leòn, con Natalia de Molina, Alex Garcia, Silvia Rey, Paco Leòn e Ana Katz. Remake di un film australiano, “Kiki” narra cinque storie intorno a incredibili vicende di feticismo. C’è chi conosce l’orgasmo quando viene rapinata, una moglie cerca il marito solo quando questi è in lacrime, un chirurgo si sente soddisfatto della moglie solo quando dorme, c’è chi si sente appagata solo sfiorando tessuti di seta, c’è chi cerca una soluzione che vivacemente soddisfi più di due persone. Si ride e ci s’interroga, parecchio, e non sai se debba prevalere più un’immancabile tristezza del divertimento a fior di pelle. Durata 102 minuti. (Grenwich sala 2)

MOTHER FILMMother’s day – Commedia. Regia di Garry Marshall, con Jennifer Aniston, Kate Hudson e Julia Roberts. Dall’acclamato regista di “Pretty woman” e “Capodanno a New York” un film dedicato alle donne, o meglio alle mamme, nei giorni che precedono la loro festa annuale. Commedia corale: c’è la madre divorziata con figli cui non va proprio giù il nuovo matrimonio dell’ex, c’è chi va alla ricerca della propria vera madre, c’è chi deve risolvere i rapporti conflittuali con il proprio figlio, c’è anche il padre che deve rivestire le vesti di madre e badare alle due figlie adolescenti, c’è la figlia già cresciuta che riscopre il proprio rapporto con la madre non più giovanissima. Durata 118 minuti. (Reposi)

 

Now you see me 2 – Azione. Regia di Jon Chu, con Mark Ruffalo, Jesse Eisenberg, Daniel Radcliffe, Woody Harrelson, Michael Caine. Considerato il successo planetario della prima puntata, produttori e attori (davvero un bel gruppo!) si sono messi alla confezione di questa seconda che promette bene anzi benissimo: e ne hanno in cantiere una terza. Qui i Quattro Cavalieri illusionisti sono obbligati a lottare contro un tycoon della tecnologia (Radcliffe) che li minaccia e, quel che è più, fa di tutto per rovinarne la reputazione. La carta vincente non potrà che essere una esibizione di cui nessuno ha mai visto l’eguale. Durata 115 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

pazza gioia filmLa pazza gioia – Commedia drammatica. Regia di Paolo Virzì, con Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, Tommaso Ragno e Marco Messeri. “Clinicamente pazze”, Beatrice Morandini Valdirana e Donatella Morelli sono ospiti di Villa Biondi, un centro per malattie mentali sulle colline pistoiesi, l’una egocentrica e logorroica, l’altra tatuatissima e fragile, solitaria, cui la legge ha tolto il figlio per affidarlo in adozione ad una coppia. Nonostante le diversità che le dividono, le due donne fanno amicizia, sentono il bisogno l’una dell’altra, fuggono, vivono appieno “una breve vacanza”, provano a inseguire una vita nuova sul filo sottile della “loro” normalità. Grande successo alla Quinzaine di Cannes per le interpreti e per l’autore del “Capitale umano”. Durata 118 minuti. (Ambrosio sala 2)

 

Perfetti sconosciuti – Commedia. Regia di Paolo Genovese, con Marco Giallini,   Edoardo Leo, Valerio Mastandrea, Giuseppe Battiston, Kasia Smutniak, Alba Rohrwacher. Una cena tra amici, l’appuntamento è per un’eclisse di luna, la padrona di casa decide di mettere tutti i cellulari sul tavolo e di rispondere a telefonate e sms senza che nessuno nasconda qualcosa a nessuno. Un gioco pericoloso, di inevitabili confessioni, che verrebbe a sconquassare le vite che ognuno di noi possiede, quella pubblica, quella privata e, soprattutto, quella segreta. Alla fine della serata, torneranno ancora i conti come quando ci siamo messi a tavola? Durata 97 minuti. (Uci)

 

Il piano di Maggie – Commedia. Regia di Rebecca Miller, con Greta Gerwig, Ethan Hawke e Julianne Moore. A Maggie, bella ragazza e colta, ma tremendamente ansiosa di essere madre, non resta appunto che cercare qualcuno che le metta a disposizione il proprio seme. Ancora un ma: ma nel frattempo s’innamora di un intellò newyorkese con moglie e figli, ricambiata. Ma (ancora un altro) se poi nasce una bella bimba e l’intellò sente nuovamente il campanello del desiderio delle moglie, donna intelligente e di raro fascino? Maggie, appunto, ha un piano: perché le due donne non potrebbero allearsi per rimettere ogni cosa al proprio posto? Durata 98 minuti. (Centrale v.o., Eliseo grande, F.lli Marx sala Chico)

 

press folmPress – Commedia. Regia di Paolo Bertino e Alessandro Isetta, con Mario Acampa. La storia di Maurizio, dipendente come il suo cameraman Luca della emittente regionale Rete Unita 2 che pensa a tagli di personale. In un clima di incertezze aziendali, il giovane giornalista “ritocca” i fatti di cui deve dare notizia, li accresce o li sminuisce, li falsa. Mentre l’idea del licenziamento si fa sempre più concreta, Maurizio decide di inventarsi l’ultima notizia, sconcertante, imprevedibile, che dovrà inevitabilmente fare parlare di sé. Interamente girato a Torino. Durata 90 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse)

 

Seconda primavera – Commedia. Regia di Francesco Calogero, con Claudio Botosso, Nino Frassica e Desirée Noferini. Andrea, architetto cinquantenne, vedovo, conosce Rosanna, più giovane di lui, anestesista. Rosanna è sposata a Riccardo, molto più giovane di lei, aspirante scrittore dalle speranze frustrate. A capodanno, Hikma, in cui Andrea ritrova il ricordo della moglie morta, e Riccardo si incontrano e molte cose cambieranno. Durata 108 minuti. (F.lli Marx sala Harpo)

 

Tartarughe Ninja – Fuori dall’ombra – Fantasy. Regia di Dave Green, con Alan Ritchson, Megan Fox e Jeremy Howard. Il Clan del Piede riesce a far evadere il proprio capo, Shredder, che, una volta teletrasportato in una dimensione spazio-temporale parallela, su cui impera Krung. Shredder cercherà collaborazioni per aiutare costui a conquistare il mondo. Anche alle Tartarughe toccherà trovare degli amici se vorranno scongiurare il pericolo che sta per colpire tutti quanti. Durata 112 minuti. (Greenwich sala 3, Ideal, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

The conjuring – Il caso Enfield – Regia di James Wan, con Patrick Wilson e Vera Farmiga. Nella Londra degli anni Settanta, Ed e Lorraine Warren, ricercatori del paranormale, se la devono vedere con presenze demoniache che infestano la casa in cui abita una madre single divorziata con i suoi quattro figli, tra i sette e i tredici anni: sarà Janet di undici anni quella che vedrà la propria vita davvero in pericolo. Durata 133 minuti. (The Space, Uci)

 

The legend of Tarzan – Avventura. Regia di David Yates, con Alexander Skarsgard, Christoph Waltz, Samuel J. Jackson e Margot Robbie. Ennesima rivisitazione del personaggio creato poco FILM TARZANpiù di un centinaio di anni fa dalla fantasia di Edgar Williams Burroughs. Come Lord Greystock, su richiesta del Primo Ministro inglese, deve tornare in Africa (gli esterni sono stati realizzati in Gambia) con l’amatissima Jane, al seguito di una importante missione istituzionale: ma dovrà ben presto abbandonare gli abiti civili per abbracciare perizoma e liane e combattere un losco traffico che si nasconde tra i cattivi della spedizione, il perfido capitano Rom (Waltz) in primo luogo. Durata 109 minuti. (Ideal, Massaua, F.lli Marx sala Groucho e Chico, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

The Zero Theorem – Fantascienza. Regia di Terry Gilliam, con Christoph Waltz, Melanie Thierry e David Thewlis. Nella mente visionaria di Gilliam trova posto il geniale Qohen, cui è affidato il compito di trovare l’algoritmo del titolo, ovvero quello che dovrebbe dare una spiegazione all’assurdità del mondo, da parte delle corporazioni che lo dominano. Il film arriva solo oggi sugli schermi, in piena calura estiva, era stato uno dei titoli più apprezzati a Venezia 2013. Durata 106 minuti. (Centrale v.o., Massimo sala 1, Uci)

 

Tokio Love Hotel – Drammatico. Regia di Ryuishi Hiromi, con Sometani Shota. Storie ambientate nel quartiere a luci rosse di Tokio, Kabulicho, in un alberghetto che riceve coppie in circa di un’ora di avventure. Giovanissime che si innamorano del loro cliente, governanti che scontano lì la loro pena, factotum che mentono e che scoprono che molti altri come lui mentono, il fidanzato che non sa spiegarsi come mai la propria ragazza abbia potuto mettere da parte tanto denaro in così poco tempo, l’ex innamorato che ritrova la ragazza di un tempo tra le ospiti del bordello, poliziotti in cerca di passione e di manette rosa… L’erotismo nipponico visto e analizzato sotto diversissime prospettive. Durata 135 minuti. (Massimo 2)

 

FILM TOMTom à la ferme – Dramma. Regia di Xavier Dolan, con Xavier Dolan, Pieere-Yves Cardinal e Lise Roy. Il giovane Tom lascia Montréal per raggiungere un piccolo borgo rurale, nell’interno del Canada, dovrà partecipare al funerale di Guillaume, morto in un incidente d’auto, con cui ha vissuto una storia d’amore bellissima. Ma i familiari di Guillaume sono all’oscuro di tutto, la madre ignora l’omosessualità del figlio, il fratello Francis costringe Tom a mentire sui suoi rapporti con il defunto. Tra i due ragazzi s’instaura un legame di attrazione e di odio che Dolan, premiato all’ultimo festival di Cannes per “Juste la fin du monde” (dal 1° dicembre sui nostri schermi distribuito da Lucky Red), narra nel clima chiuso e ossessivo di un nucleo familiare con una sensibilità e con una padronanza di narrazione davvero esemplari. Durata 105 minuti. (Classico)

 

Toxic Jungle – Drammatico. Regia di Gianfranco Quattrini, con Emiliano Carrozzone e Roberto Granados. Un viaggio lungo il Rio delle Amazzoni, in mezzo alle sue foreste, ad opera dell’ormai anziano Diamond Santoro, star del rock ormai ritiratosi dalla scena in seguito alla scomparsa del fratello Niki, alla ricerca di uno sciamano guaritore, lo stesso presso il quale il ragazzo prima di morire avrebbe desiderato recarsi per sfuggire alle proprie paure e ai propri incubi. Durata 87 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse)

 

Una spia e mezzo – Commedia. Che succede se Calvin, tranquillo ragioniere, ritrova su Facebook Bob, vecchio compagno di scuola martoriato dal bullismo per il suo sovrappeso e oggi muscoloso agente della Cia – ha tutta la stazza di Dwayne Johnson – che lo porterà a partecipare in prima persona ad un caso di spionaggio internazionale? Durata 107 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)

 

L’uomo che vide l’infinito – Drammatico. Regia di Matt Brown, con Jeremy Irons e Dev Patel. Ai primi del Novecento, nelle aule di Cambridge, l’amicizia che nasce tra un giovane genio della matematica, di origine indiana, e un maturo professore. Un’amicizia e una collaborazione tra studiosi che saranno capaci di superare molti pregiudizi. Durata 108 minuti. (Ambrosio sala 3, Eliseo rosso, Reposi)

 

Sul Filo del Circo entra nel vivo

circo 23Venerdì 15 e Sabato 16 luglio il Festival Sul Filo del Circo entra nel vivo della sua programmazione proponendo il titolo più atteso del cartellone, Machine de Cirque dell’omonima compagnia canadese, proveniente da quel fertile laboratorio artistico del Quebec che oltre a dare i natali al Cirque du Soleil 32 anni fa, ha prodotto alcune delle più prestigiose compagnie attuali tra cui appunto quella che va in scena alle Serre di Grugliasco questo week end. Machine de Cirque, propone un livello tecnico elevatissimo, una mise en scene raffinata, e spunti ironici divenuti dei veri e propri cult virali sui social network con oltre 40 milioni di visualizzazioni della loro storica gag degli asciugamani contesa dalle emittenti televisive di tutto il mondo. A volte comici, a volte nostalgici, i cinque artisti manipolano magistralmente vari oggetti di scena come la bascula, le clave da giocoliere, una batteria e perfino degli asciugamani! Non esitano a spogliarsi, pronti a mostrare la loro anima così come i loro corpi per far ridere, commuovere e specialmente per impressionare. Uno spettacolo energico, audace, comico e poetico, assolutamente imperdibile che ruota intorno ad una imponente struttura che consente agli artisti di esibirsi in esercizi davvero spettacolari. Intero 18 €; ridotto 15 €. La Biglietteria è aperta da Lunedì a Venerdì (10.00-13.00 e 16.00-19.00) e sabato (10.00-13.00) presso la Segreteria di Cirko Vertigo in Via Lanza 31 e dalle ore 19.30 nelle serate di spettacolo. È consigliata la prenotazione ai numeri di telefono 011.0714488 oppure 327.7423350 e via mail all’indirizzo biglietteria@sulfilodelcirco.com. Biglietti disponibili sul circuito Vivaticket.it.

Per informazioni www.sulfilodelcirco.com.

Dalla Cina a palazzo Carignano

risorgimento museoIl responsabile dei servizi culturali del governo di Hong Kong, Mr.Chan Ki-hung, ha visitato  il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, accompagnato dal direttore Ferruccio Martinotti (nella foto in basso). Chan Ki-hung è venuto in Italia per partecipare alla XXIV conferenza generale dell’ICOM che si è svolta a Milano e per visitare i principali musei di Firenze e di Torino.
“A Hong Kong c’è tanta voglia d’Italia – ha dichiarato Chan Ki-hung – Si vuole conoscererisorgimento museo 3 non solo l’arte italiana, ma anche la storia del vostro Paese. Per questo la visita al Museo Nazionale del Risorgimento è stata per me una vera emozione. Ho scoperto un museo importante, moderno, che sa raccontare anche agli stranieri la storia d’Italia e d’Europa”. “A Hong Kong vive la più grande comunità italiana di tutta la Cina – continua Chan Ki-hung –  circa 3.000 persone, che da sempre hanno avuto la capacità di portare le proprie conoscenze e condividerle, aprendosi alla cultura locale. Il nostro obiettivo e il nostro auspicio quindi è quello di avviare presto anche con il Museo Nazionale del Risorgimento una rapporto di collaborazione, così come già accade
cina risorgimentocon i principali musei del mondo, dal Louvre al British Museum, al Metropolitan Museum”.
“È stato per noi un vero piacere accogliere oggi il responsabile dei servizi culturali del governo di Hong Kong – dichiara il direttore del Museo Nazionale del Risorgimento Ferruccio Martinotti- da parte nostra ci sarà tutta la disponibilità ad avviare in futuro una collaborazione che permetta di far conoscere anche ad Hong Kong il grande patrimonio storico e culturale che il Museo del Risorgimento possiede. Già oggi il nostro Museo è frequentato dai turisti cinesi: un numero che vogliamo incrementare offrendo dal prossimo autunno a tutti i visitatori stranieri la  possibilità di scaricare una app multilingue, tra le quali appunto il cinese, che agevolerà loro la visita”.

(foto: il Torinese /Museo Risorgimento)

17 luglio del ’36. Ottant’anni dopo, la guerra di Spagna

Ottant’anni fa, il 17 luglio del 1936 ( un torrido venerdì ) la città  spagnola di Melilla, situata sulla costa orientale del Marocco,nell’Africa del Nord,  venne occupata da reparti della legione spagnola al comando del colonnello Juan Yagüe spagna hemingwayEra il primo atto dell’ “Alzamiento”, la ribellione di alcuni generali nazionalisti (Francisco Franco, Emilio Mola, Gonzalo Queipo De Llano e José Enrique Varela) nei confronti del legittimo governo repubblicano. “Rivolta in Spagna e nel protettorato del Marocco”, titolò in prima pagina il “Corriere della sera” del 19 luglio 1936. Il generale Franco, preso il controllo delle Canarie, volò in Marocco e assunse il comando dell’Esercito d’Africa, composto da 47 mila uomini. Da lì fece partire, con un messaggio in codice – “su tutta la Spagna il cielo è senza nubi” – l’ordine d’insurrezione per tutte le guarnigioni della penisola iberica. L’obiettivo era di occupare subito Madrid, la capitale e rovesciare il governo. Nel febbraio di quell’anno, alle elezioni politiche, le forze di sinistra avevano conquistato la maggioranza grazie al primo esperimento di Frontespagna 69 popolare (repubblicani moderati, socialisti, comunisti e cattolici baschi autonomisti). I rivoltosi confidavano di ottenere in pochi giorni un successo pieno, ma le forze governative, appoggiate da operai e contadini, stroncarono la ribellione a Madrid, Barcellona e in molti centri industriali del Nord e dell’Est. Ciononostante i ribelli riuscirono ad imporsi in Navarra, Galizia e Nuova Castiglia e ad occupare le principali città dell’Andalusia come Cadice, Cordoba e Siviglia. Migliaia di uomini e donne accorsero volontariamente ad ingrossare i reparti della milizia popolare in difesa della Repubblica e in quasi tutte le fabbriche  si crearono battaglioni di operai. Il peso dei primi combattimenti fu sostenuto da questi reparti non addestrati e male armati ma furono proprio quest’ultimi ad impedire il compimento del colpo di stato, attaccando, spesso disarmati, le caserme, recuperando armi, convincendo i soldati di leva a passare dalla parte del popolo. Iniziò così la sanguinosa guerra civile che durò tre anni, fino al 1939.Francisco Franco chiese aiuto a Italia e Germania, che non si fecero pregare, inviando immediatamente una flotta aereo-navale in grado di fare da ponte tra il Marocco e il sud della Spagna. I falangisti del Generalísimo, furono così in grado di sostenere una guerra di lunga durata, grazie all’aiuto delle truppe italo-tedesche e degli ingenti mezzi militari e denaro. Il contingente inviato da Benito Mussolini arrivò a sessanta mila soldati nel gennaio 1937. Un numero ben superiore ai seimila tedeschi della divisione Condor ( gli esecutori del bombardamento della città basca di Guernica, episodio che venne immortalato nel spagna 47celebre ed omonimo quadro di Pablo Picasso). A fianco del legittimo governo, presieduto dal socialista Francisco Largo Caballero, si schierarono solo l’Unione Sovietica e il Messico che, seppur non entrando ufficialmente in guerra, cercarono di sostenere i repubblicani di Spagna con ogni mezzo.  Le grandi democrazie europee (Gran Bretagna e Francia in testa) mantennero invece una posizione ambigua e di sostanziale neutralità che finì per favorire tragicamente i franchisti.Lo sdegno per quanto avveniva in terra iberica  scosse le coscienze di gran parte dell’opinione pubblica democratica e migliaia di volontari accorsero da tutto il mondo per dare vita alle Brigate Internazionali, combattendo in difesa della Repubblica. Carlo Rosselli, socialista e antifascista (che nel 1937 venne ucciso in Francia insieme al fratello Nello da sicari legati al regime fascista ) pronunciò una frase rimasta nella storia: “Oggi a Madrid domani a Roma, siamo antifascisti poiché non misuriamo la patria a cannoni e a frontiere, la nostra patria corrisponde con quella di tutti gli uomini liberi”. I volontari “internazionali” furono sessantamila ( dei quali quattromila italiani) , provenendo da più di cinquanta nazioni dei cinque continenti. Uomini che, attraversando i confini, solcando i mari e rischiando la propria vita si impegnarono su diversi fronti in oltre due anni di battaglie come quelle di Madrid e Guadalajara, nelle grandi offensive repubblicane su Belchite, Teruel e sull’Ebro. Tra questi, intellettuali del calibro di  George Orwell, Ernest Hemingway, John spagna 45Dos Passos, che combatterono, scrissero romanzi e reportages, osservarono e raccontarono. Nel tardo autunno del 1938, pressato dalle democrazie occidentali impegnate nella politica del “non intervento“, il governo repubblicano decise il ritiro dal fronte delle Brigate internazionali, che tennero una memorabile parata di addio – la “despedida” – il 29 ottobre del 1938 a Barcellona,salutati da Dolores Ibárruri, lapasionariacon un memorabile discorso di commiato. Pochi mesi dopo, il 28 marzo 1939, i nazionalisti  – dopo la caduta di Barcellona e della Catalogna – occuparono Madrid e Valencia. La guerra civile, dopo tre anni di violenti combattimenti e più di un milione di morti, finiva con la caduta della Repubblica e l’inizio della lunga dittatura del “Caudillo” Francisco Franco. Si era ormai  alla vigilia della seconda guerra mondiale e la guerra civile spagnola ne aveva rappresentato, nei fatti, la prova generale. In quei giorni Adolf Hitler intimava la “restituzione” di Danzica e di lì a poco  avrebbe ordinato alla Wehrmacht di varcare i confini della Polonia, invadendola. Al secondo conflitto mondiale la Spagna, dilaniata dal conflitto interno, non prese parte, permettendo al regime franchista di sopravvivere fino al 1975, a differenza di quelli fascista e nazista, continuando a reprimere gli oppositori con la “feroz matanza“.

Marco Travaglini

Morbelli, dopo la visita di Sgarbi il concorso

morbelli monferratoAngelo Morbelli, pittore divisionista, amico e corrispondente di Pellizza da Volpedo visse ed operò nella frazione Colma di Rosignano Monferrato, comune collinare distante a circa una decina di chilometri da Casale Monferrato. L’associazione Amis d’la Curma per ricordarne il nome propone da dodici anni un concorso di pittura estemporanea che gli è intitolato. L’evento si terrà sabato 16 luglio a Villa Maria, residenza dei Morbelli dove si trova anche lo studio di Angelo Morbelli che è stato recuperato a cura dell’Associazione e visitato recentemente da Vittorio Sgarbi che ha avuto parole di elogio per il pittore monferrino – accompagnato dall’allora assessore alla cultura del Comune di Casale e critico d’arte Giuliana Romano Bussola – e dai ricercatori dell’Università Normale di Pisa che hanno compiuto studi sui materiali e sull’archivio dell’artista. Lo studio Morbelli, in concomitanza con il concorso, sarà visitabile dalle ore 15 alle 17. L’evento, che ha il patrocinio della Regione Piemonte, dei comuni di Casale e Rosignano ed il contributo del Csva, incomincia alle ore 9 con la timbratura delle tele che dovranno essere consegnate entro le 16.30. Poi ,la giuria esaminerà le opere in concorso ed il “verdetto” sarà reso noto, con la relativa premiazione, alle 18. La manifestazione si chiuderà alle 19 con un rinfresco nella cornice delle colline monferrine.

Festival di Letteratura dei ragazzi “Gianni Rodari”

omegna freccia rodariA Omegna al via il bando

La città di Omegna ha bandito, all’interno della terza edizione del Festival di letteratura per ragazzi, organizzato dal 22 ottobre al 5 novembre, il regolamento del concorso del premio Gianni Rodari 2016 la cui premiazione è prevista per il  5 novembre. Il premio “Gianni Rodari Città di Omegna” è organizzato dall’Assessorato alla Cultura in collaborazione con il Parco della Fantasia Gianni Rodari, dedicato al grande scrittore nato proprio in quella località sulle sponde del lago d’Orta. Il premio è suddiviso in tre sezioni: albi illustrati, fiabe e filastrocche e rappresentazioni teatrali. Per le prime due sezioni il concorso è riservato alle opere edite nel periododal 1 luglio 2015 al 30 giugno 2016. Per la sezione teatrale saranno allestiti durante l’anno scolastico 2016-2017, in collaborazione con la direzione artistica della Fondazione Teatro Ragazzi di Torino, alcuni spettacoli per i quali una giuria, composta da ragazzi delle scuole cittadine, sarà chiamata a dare valutazioni motivate. Gli autori vincitori delle tre sezioni riceveranno un premio di 500,00  euro per ciascuna e per quella degli albi illustrati è altresì prevista un’esposizione delle illustrazioni. La giuria, presieduta dal prof. Pino Boero dell’università di Genova, è composta dalla vedova di Gianni Rodari, Maria Teresa Ferretti , dallo omegna buzio rodaristudioso di letteratura per l’infanzia e di storia dell’illustrazione Walter Fochesato,  dalla scrittrice Anna Lavatelli e da Alessandro Buzio, assessore alla cultura ad Omegna. Il bando scade il prossimo 31 luglio. Entro la stessa data le compagnie teatrali, interessate a presentare un proprio spettacolo, dovranno inoltrare richiesta al comune di Omegna. La premiazione si svolgerà nel prossimo autunno, durante le giornate del  Festival. “Per Omegna è un’occasione in più per ricordare Gianni Rodari,  il suo più illustre concittadino – afferma Alessandro Buzio – ; un uomo riservato ma dotato di grande sensibilità e curiosità, un intellettuale e un artista assai più ricco e complesso di quanto comunemente si creda. Rodari, infatti, oltre ad essere scrittore e poeta per bambini è stato maestro elementare, giornalista, fondatore e direttore del “Pioniere” e del “Giornale dei Genitori”, straordinario pedagogo; una figura poliedrica, quindi, che anche attraverso versi e filastrocche ha richiamato l’attenzione a temi sociali di grande importanza”. E aggiunge: “promuovere questo festival rodariano e fare esprimere direttamente i ragazzi delle scuole sulle opere teatrali è coerente con la curiosità che ha sempre omegna rodarianimato Gianni Rodari nella sua ricerca sui processi dell’invenzione e della fantasia, con la  capacità di esprimersi in modo semplice e far arrivare a tutti un pensiero che oggi è più che mai vivo”, aggiunge. Dalle avventure di Cipollino alle novelle scritte a macchina, dai racconti come “C’era due volte il barone Lamberto”a “Gelsomino nel paese dei bugiardi” fino alla “Grammatica della fantasia” a “La storia degli uomini”, Gianni Rodari ci ha lasciato un messaggio importantissimo, con la dissacrazione dei luoghi comuni e lo stravolgimento del linguaggio che aiuta a liberarci dal conformismo e dai pregiudizi a oltrepassare gli schemi. “ I suoi continui esperimenti linguistici, il riportare tutto ad una forma semplice, chiara, sincera anche nei discorsi più impegnati, ha smosso il lettore a pensare, a provare ad agire, anche solo a dargli la possibilità di immaginare”,afferma il giovane assessore alla cultura, rilevando come “anche le immagini innescano una creatività e le favole sono educative”. Non a caso,Gianni Rodari, parlando delle favole diceva che era “un modo per entrare nella realtà, anzi che attraverso la porta dal tetto, dalla finestra”. E il festival a lui dedicato intendere proprio parlare con la lingua della fantasia.

Marco Travaglini