CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 723

Le Veneri di Sandro Botticelli a confronto

“Venere incontra Venere”, ponendo l’una a fianco all’altra la Venere di Torino, uscita a metà dell’Ottocento dal fiorentino palazzo Ferroni, pervenuta a Londra e all’inizio degli anni Venti nella collezione di Riccardo Gualino, poi sino al 1940 presso l’ambasciata italiana della capitale inglese, e quella proveniente dalla Gamaldegalerie di Berlino

VENERE BOTTICELLI

Quando si dice “Venere del Botticelli” s’intende quasi sempre quella che, sospinta dal soffio di Zefiro e Clori e affiancata dall’Ora colta nell’atto di porgere un rosso quanto floreale mantello, pronta ad approdare a Citera o a Cipro (o forse, in territorio italiano, nei pressi di Fezzano di Portovenere, dove il suo modello, la bellissima Simonetta Cattaneo, figlia di Gaspare Cattaneo della Volta e di Cattocchia Spinola, aveva casa, prima di andare sposa sedicenne in Firenze a Marco Vespucci, lontano cugino dell’esploratore del Nuovo Mondo, amata da Giuliano de’ Medici, cantata dai poeti e regina di tornei, ritratta anche da altri artisti, Piero di Cosimo la rappresenta come Cleopatra, fissata nel suo seno nudo contro un panorama di nubi e alberi ed un aspide avvolto attorno al collo, morta a soli ventitré anni probabilmente di tisi), si ammira dall’ormai lontano 1815 nella sala degli Uffizi, già appartenuta a Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici e collocata nella villa di Castello. “Veneri” altrettanto belle e intriganti sono quelle che si potranno ammirare sino al 18 settembre negli spazi della Galleria Sabauda, due esempi di dea “anadiomene” (ovvero “che sorge dall’acqua”) di quella Bellezza ispirata alle “Metamorfosi” di SABAUDA4Ovidio e allineata a quell’Ideale Armonico che trovò posto nell’Umanesimo fiorentino, intriso di cultura classica, coltivato, come in una rinnovata epoca aurea, dalla famiglia che con Cosimo aveva preso il potere, dai pittori amici e protetti pronti a esaltarne la munifica grandezza, dai poeti di corte come Poliziano, dal neoplatonismo di Marsilio Ficino e Pico della Mirandola.

“Venere incontra Venere”, ponendo l’una a fianco all’altra la Venere di Torino, uscita a metà dell’Ottocento dal fiorentino palazzo Ferroni, pervenuta a Londra e all’inizio degli anni Venti nella collezione di Riccardo Gualino, poi sino al 1940 presso l’ambasciata italiana della capitale inglese, e quella proveniente dalla Gamaldegalerie di Berlino. Ne esiste una terza, che sino a metà dell’Ottocento seguì la stessa strada delle consorelle, per prendere poi quella che la portò alla galleria Bohler di Monaco, da cui venne ceduta ad un collezionista di Lucerna: tutte ascritte alla maestria di Botticelli con apporti di quella bottega che, morto il suo maestro Filippo Lippi, era riuscito a creare attorno a sé. Non trascurando i ricordi tramandatici dal mercante fiorentino Antonio Billi secondo cui il pittore andava eseguendo bellissime donne nude e le parole con cui nelle “Vite” Giorgio Vasari confermava quella notizia: “Per la città, in diverse case fece tondi di sua mano, e femmine ignude assai”. Dice la direttrice Enrica Pagella, che ha fortemente voluto questi confronti e che promette altri appuntamenti per i mesi a venire: “La precisione e la grazia del disegno, la delicatezza dei colori e il soave pallore perlaceo del corpo nudo di Venere, posto al centro della composizione, alludono alla purezza dell’amore come forza motrice della natura”. Inutile negare che ad un occhio distratto le due tele possono apparire eguali. Ma all’occhio attento e mai frettoloso, studioso e appassionato, piacerà vedere le piccole o maggiori differenze delle due realizzazioni, di questa sabauda1Bellezza (la Venere pudica) che nasconde con le mani il seno e il pube, dal leggerissimo, impalpabile velo che copre scendendo fino ai piedi la nudità o l’ombra più scura o i capelli ramati che segnano la Venere torinese, tratti impercettibilmente più adulti, lunghi capelli biondi che scendono lungo la spalla destra, le dita della mano sinistra più ravvicinate per quanto riguarda il quadro berlinese. E ancora il diverso volume del corpo, l’oscuro spazio di fondo di differente ampiezza sia alla base che in alto, la scentratura dell’ingombro del corpo verso destra che ancora differenziano la doppia Venere. Al loro fianco, a concludere la compattezza della piccola mostra, esempio marmoreo, ancora un’Afrodite anadiomene risalente al II secolo d.C., e sormontata da una testa di epoca rinascimentale. L’opera, oggi patrimonio della Soprintendenza Archeologica del Piemonte e conservata a Palazzo Chiablese, venne acquistata da Carlo Emanuele I, già nella collezione romana di Gerolamo Galimberti che a sua volta l’aveva acquistata nel 1565 da Francesco Lisca.

Elio Rabbione

Il Regio ha conquistato la Finlandia con Bohème e Norma

FINLANDIA SAVONLINNADopo le recenti tournée a Hong Kong, Parigi ed Essen, accolte trionfalmente da critica e pubblico,  il Teatro Regio è stato invitato al prestigioso Savonlinna Opera Festival, in Finlandia, uno dei più longevi e rinomati Festival internazionali, giunto quest’anno alla sua 104ª edizione.

Dal 2 al 6 Agosto, nella splendida cornice del Castello di Olavinlinna, sono stati messi in scena due nostri allestimenti: La bohème e Norma. L’Orchestra e il Coro del Regio sono stati diretti da Gianandrea Noseda, maestro del coro: Claudio Fenoglio.

La bohème è andata in scena il 2, 4 e 6 Agosto per la regia di Vittorio Borrelli. Un cast d’eccezione ha dato  vita alla toccante storia d’amore tra Mimì e Rodolfo. Il soprano Erika Grimaldi nei  panni della protagonista, Mimì; il tenore Stefano Secco Rodolfo; il soprano Kelebogile Besong il personaggio di Musetta; completano il cast: i baritoni Simone Piazzola (Marcello) e Simone Del Savio (Schaunard); i bassi Aleksandr Vinogradov (Colline) e Matteo Peirone (Benoît e Alcindoro). Questo storico allestimento creato da Giuseppe Patroni Griffi in occasione del centenario della prima assoluta, ambienta il celebre capolavoro di Puccini nella Parigi di fine Ottocento, popolata da personaggi caratterizzati da una gestualità quotidiana, spontanea, capaci di dar rilievo alle indimenticabili melodie create dal compositore.

Il 3 e il 5 Agosto è andata in scena Norma di Vincenzo Bellini, regia di Vittorio Borrelli dall’originale di Alberto Fassini. Una produzione semplice ma potente, giocata su quinte mobili e fondali dipinti, che evocano un mondo barbarico e ancestrale, nel quale emerge in forte contrasto la tragica passione della sacerdotessa Norma per il generale romano Pollione. Il cast annovera importanti artisti di fama internazionale: Norma sarà il soprano Elena Mosuc, Pollione il tenore Gregory Kunde, Oroveso il basso Michele Pertusi, Adalgisa il mezzosoprano Veronica Simeoni e Flavio il tenore Andrea Giovannini.

Le scene di entrambi gli spettacoli sono riadattate da Saverio Santoliquido e Claudia Boasso, le luci sono di Andrea Anfossi. Grande successo tra il pubblico di melomani finlandesi.

Oggi al cinema

Le trame dei film nei cinema di Torino

 

A cura di Elio Rabbione

Lumiere4 cinema 

Angry Birds – Il film – Animazione. Regia di Fergal Reilly e Clay Keytis. Un’isola dove vi sono uccelli che quasi non sanno volare, tre di essi – il collerico Red, il velocissimo Chuck, l’esplosivo Bomb – vivono emarginati dal resto dei pennuti. Ma quando l’isola verrà invasa da una masnada di maiali verdi che la vorrebbero fare da padroni, non dovranno i tre dimostrare il loro coraggio e la disperata ricerca della salvezza comune? Durata 97 minuti. (Massaua, Uci)

 

Bastille Day: il colpo del secolo – Azione. Regia di James Watkins, con Richard Madden, Idris Elba e Kelly Reilly. Un giovane borseggiatore americano ruba a Parigi una borsa contenente una bomba che regolarmente scoppierà in una piccola piazza nel cuore di Pigalle. Michael ci mette un bel po’ a convincere l’agente di colore della Cia di non essere coinvolto in un attentato di matrice terroristica: i cattivi, insospettabili, stanno altrove. Insieme i due dovranno collaborare per sventare una rapina alla Banca nazionale francese. Non soltanto prodotto estivo, teso, ricco di colpi si scena, con tutte le tessere del thriller al posto giusto (inseguimenti, doppiogiochisti, montaggio perfetto, c’è anche l’immancabile corsa sui tetti con vista su Notre Dame, mozzafiato). Durata 92 minuti. (Greenwich sala 2, Uci)

 

Florida – Commedia. Regia di Philippe Le Guay, con Jean Rochefort e Sandrine Kiberlain. Una storia sulla vecchiaia affidata all’autore di “Molière in bicicletta” e “Le donne del 6° piano”. La storia di Claude Lherminier, un tempo dirigente di un’importante cartiera di Annecy e oggi vittima di una demenza senile che dà le sue prime avvisaglie. La figlia Carole lo assiste ma il suo grande desiderio è quello di andare in Florida a visitare l’altra figlia. Durata 110 minuti. (Due Giardini sala Nirvana)

 

ghostbusters filmGhostbusters – Commedia. Regia di Paul Feig, con Melissa McCarthy, Kristen Wiig, Leslie Jones, Kate McKinnon e Chris Hemsworth. Ovvero gli Acchiappafantasmi al femminile. Per cui, in attesa di sequel di cui già si parla, dimenticate Bill Murray con Dan Aykroyd&Co (dirigeva Ivan Reitman, era il 1984, un successone: ai “vecchi” sono rimasti qui i “camei”) e divertitevi con le nuove quattro signore a caccia di ectoplasmi orripilanti per le strade di New York. Osteggiate e derise, scrittrici semisconsciute, Abby ed Erin decidono di pubblicare un libro sui fantasmi, con la tesi   inequivocabili che questi esistono. Figurarsi quando il libro arrivata tra le mani dei colleghi di Erin alla Columbia University. Ma la coppia non si perde d’animo e quando in città caleranno i mostri sarà proprio la “premiata ditta” a risolvere la brutta questione. Durata 108 minuti. (F.lli Marx sala Groucho, Ideal, Lux sala 3, Massaua, The Space, Uci)

Julieta – Drammatico. Regia di Pedro Almodòvar, con Adriana Ugarte e Emma Suarèz. L’autore di “Volver” ha tratto il suo ultimo film, presentato in concorso a Cannes ma che la regia non ha considerato nella attribuzione dei premi finali, da alcuni racconti di Alice Munro. Una madre, in una lunga lettera indirizzata ad una figlia che non vede da anni, ricorda i momenti salienti della sua vita. Durata 99 minuti. (Greenwich sala 3)

 

Marguerite – Commedia. Regia di Xavier Giannoli, con Catherine Frot. La storia di Florence Foster Jenkins, appassionata di musica e di canto soprattutto, abituata ad avere ospiti nella sua bella casa per dare saggio della propria voce: stonatissima. Ma anche grande impresaria di se stessa, capace di attraversare ogni disastrosa prova a testa alta e di fare esauriti con pieni successi. Applauditissimo a Venezia lo scorso anno. In attesa di vedere nella prossima stagione Meryl Streep nello stesso ruolo, a fianco di Hugh Grant per la regia di Stephen Friars. Durata 127 minuti. (Due Giardini sala Nirvana)

 

BACKERY FILMMy bakery in Brooklyn – Un pasticcio in cucina – Commedia. Regia di Gustavo Ron, con Linda Lavin e Aimée Teegarden. Due cugine ereditano dalla zia una vecchia pasticceria, l’una vorrebbe trasformarla del tutto, l’altra non vuole toccare nulla. Durata 118 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse)

 

Mr. Cobbler e la bottega magica – Fantasy. Regia di Thomas McCarthy, con Adam Sendler, Ellen Barkin, Dustin Hoffman, Steve Buscemi e Melonie Diaz. Un anno prima di girare “Il caso Spotlight” che gli avrebbe fatto vincere l’Oscar, McCarthy ha dato vita a questa favola di radici yiddish, con un Adam Sandler in stato di grazia. Lui è Max, non più giovanissimo, calzolaio da sempre chiuso nel negozio di famiglia alle prese con un lavoro che davvero non ama. Un giorno s’imbatte per caso in una macchina per cucire le suole delle scarpe, miracolosa: potrà rivestire i panni di chiunque, a patto di indossarne le scarpe. E da quel giorno la sua vita cambierà. Durata 99 minuti. (Massaua, The Space, Uci)

 

notte giudizio filmLa notte del giudizio – Election Day – Azione. Regia di James De Monaco, con Elizabeth Mitchell e Frank Grillo. Una senatrice e la sua guardia del corpo vogliono abolire – in un futuro più o meno lontano da noi (?) – le dodici ore di anarchia totale permesse una volta l’anno dal governo degli Stati Uniti. Durata 105 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 2, The Space, Uci)

PAZZA GIOIA 33La pazza gioia – Commedia drammatica. Regia di Paolo Virzì, con Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, Tommaso Ragno e Marco Messeri. “Clinicamente pazze”, Beatrice Morandini Valdirana e Donatella Morelli sono ospiti di Villa Biondi, un centro per malattie mentali sulle colline pistoiesi, l’una egocentrica e logorroica, l’altra tatuatissima e fragile, solitaria, cui la legge ha tolto il figlio per affidarlo in adozione ad una coppia. Nonostante le diversità che le dividono, le due donne fanno amicizia, sentono il bisogno l’una dell’altra, fuggono, vivono appieno “una breve vacanza”, provano a inseguire una vita nuova sul filo sottile della “loro” normalità. Grande successo alla Quinzaine di Cannes per le interpreti e per l’autore del “Capitale umano”. Durata 118 minuti. (Ambrosio sala 1, Uci)

 

Il piano di Maggie – Commedia. Regia di Rebecca Miller, con Greta Gerwig, Ethan Hawke e Julianne Moore. A Maggie, bella ragazza e colta, ma tremendamente ansiosa di essere madre, non resta che cercare qualcuno che le metta a disposizione il proprio seme. Ancora un ma: ma nel frattempo s’innamora di un intellò newyorkese con moglie e figli, ricambiata. Ma (ancora un altro) se poi nasce una bella bimba e l’intellò sente nuovamente il campanello del desiderio delle moglie, donna intelligente e di raro fascino? Maggie, appunto, ha un piano: perché le due donne non potrebbero allearsi per rimettere ogni cosa al proprio posto? Durata 98 minuti. (Ambrosio sala 2, F.lli Marx sala Chico e sala Harpo)

 

Seconda primavera – Commedia. Regia di Francesco Calogero, con Claudio Botosso, Nino Frassica e Desirée Noferini. Andrea, architetto cinquantenne, vedovo, conosce Rosanna, più giovane di lui, anestesista. Rosanna è sposata a Riccardo, molto più giovane di lei, aspirante scrittore dalle speranze frustrate. A capodanno, Hikma, in cui Andrea ritrova il ricordo della moglie morta, e Riccardo si incontrano e molte cose cambieranno. Durata 108 minuti. (F.lli Marx sala Harpo)

 

skiptrace filmSkiptrace – Missione Hong Kong – Azione. Regia di Renny Harlin, con Jackie Chan e Johnny Knoxville. Un detective e un giocatore d’azzardo danno la caccia al capo della malavita della città cinese. Durata107 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)

 

Star Trek Beyond – Fantascienza. Regia di Justin Lin, con Chris Pine, Idris Elba, Zoe Saldana e Zachary Quinto. James Kirk raggiunge con l’equipaggio della US Enterprise la stazione spaziale Yorktown, ma l’astronave viene attaccata da misteriosi alieni e distrutta. L’equipaggio riesce a salvarsi su un pianeta sconosciuto, in cerca di aiuto. I membri dell’equipaggio sono separati e i soccorsi sembrano essere impossibili. Durata 122 minuti. (Ideal, Lux sala 1, Massaua, The Space, Uci)

 

Tartarughe Ninja – Fuori dall’ombra – Fantasy. Regia di Dave Green, con Alan Ritchson, Megan Fox e Jeremy Howard. Il Clan del Piede riesce a far evadere il proprio capo, Shredder, che, una volta teletrasportato in una dimensione spazio-temporale parallela, su cui impera Krung. Shredder cercherà collaborazioni per aiutare costui a conquistare il mondo. Anche alle Tartarughe toccherà trovare degli amici se vorranno scongiurare il pericolo che sta per colpire tutti quanti. Durata 112 minuti. (The Space, Uci)

 

FILM TARZANThe legend of Tarzan – Avventura. Regia di David Yates, con Alexander Skarsgard, Christoph Waltz, Samuel J. Jackson e Margot Robbie. Ennesima rivisitazione del personaggio creato poco più di un centinaio di anni fa dalla fantasia di Edgar Williams Burroughs. Come Lord Greystock, su richiesta del Primo Ministro inglese, deve tornare in Africa (gli esterni sono stati realizzati in Gambia) con l’amatissima Jane, al seguito di una importante missione istituzionale: ma dovrà ben presto abbandonare gli abiti civili per abbracciare perizoma e liane e combattere un losco traffico che si nasconde tra i cattivi della spedizione, il perfido capitano Rom (Waltz) in primo luogo. Durata 109 minuti. (Ideal, Massaua, F.lli Marx sala Chico, The Space, Uci)

 

Tom à la ferme – Dramma. Regia di Xavier Dolan, con Xavier Dolan, Pieere-Yves Cardinal e Lise Roy. Il giovane Tom lascia Montréal per raggiungere un piccolo borgo rurale, nell’interno del Canada, dovrà partecipare al funerale di Guillaume, morto in un incidente d’auto, con cui ha vissuto una storia d’amore bellissima. Ma i familiari di Guillaume sono all’oscuro di tutto, la madre ignora l’omosessualità del figlio, il fratello Francis costringe Tom a mentire sui suoi rapporti con il defunto. Tra i due ragazzi s’instaura un legame di attrazione e di odio che Dolan, premiato all’ultimo festival di Cannes per “Juste la fin du monde” (dal 1° dicembre sui nostri schermi distribuito da Lucky Red), narra nel clima chiuso e ossessivo di un nucleo familiare con una sensibilità e con una padronanza di narrazione davvero esemplari. Durata 105 minuti. (Classico, da sabato 30 luglio a lunedì 1 agosto)

 

Tfilm cinemaop Cat e i gatti combinaguai – Animazione. Regia di Andres Couturier. Le origini del simpatico personaggio, dalla scoperta del suo personalissimo cappello all’incontro con l’agente Dibble, fino all’incontro con gli altri felini che andranno a formare la sua fedelissima gang. Che cosa inventeranno allora i nostri in questa nuova, brillante avventura? Magari rubare a Mr. Big. il malvivente più pericoloso della città, i suoi preziosissimi diamanti… Durata 89 minuti. (Massaua, The Space, Uci)

 

Una spia e mezzo – Commedia. Che succede se Calvin, tranquillo ragioniere, ritrova su Facebook Bob, vecchio compagno di scuola martoriato dal bullismo per il suo sovrappeso e oggi muscoloso agente della Cia – ha tutta la stazza di Dwayne Johnson – che lo porterà a partecipare in prima persona ad un caso di spionaggio internazionale? Durata 107 minuti. (The Space, Uci)

 

L’uomo che vide l’infinito – Drammatico. Regia di Matt Brown, con Jeremy Irons e Dev Patel. Ai primi del Novecento, nelle aule di Cambridge, l’amicizia che nasce tra un giovane genio della matematica, di origine indiana, e un maturo professore. Un’amicizia e una collaborazione tra studiosi che saranno capaci di superare molti pregiudizi. Durata 108 minuti. (Ambrosio sala 3)

Tina Anselmi, prima donna italiana ministro

20060406 - ROMA - POL : ELEZIONI: CATTOLICI; TINA ANSELMI, NON CI SI SERVE DELLA CHIESA MA LA SI SERVE COME ABBIAMO FATTO NOI CATTOLICI DEMOCRATICI. Tina Anselmi, storica rappresentante del voto cattolico in politica, in un'immagine d'archivio del 16 giugno 1999. Tina Anselmi interviene sulla polemica sorta dopo le dichiarazioni di Silvio Berlusconi riguardo il voto dei cattolici: ''Noi cattolici democratici - afferma - abbiamo voluto servire i valori della Chiesa senza servirci della Chiesa per realizzare i nostri progetti politici. La dignita' della persona e il rispetto dei valori della Costituzione nati dalla Resistenza sono alla base del progetto politico dei cattolici democratici''.         ALESSANDRO BIANCHI-ARCHIVIO / ANSA / PAL

Quarant’anni fa, giovedì 29 luglio 1976, il Presidente del Consiglio Giulio Andreotti nominava come ministro del Lavoro Tina Anselmi, partigiana, insegnante ed ex sindacalista. Era la prima donna a diventare ministro nella storia d’Italia, se si esclude Gisella Floreanini che svolse un ruolo di governo nell’autunno del 1944 in seno alla Repubblica dell’Ossola. Nata nel 1927 a Castelfranco Veneto in una famiglia cattolica, conobbe subito le angherie del regime fascista perchè il padre, aiuto farmacista di idee socialiste, fu perseguitato dalle camice nere. La madre, casalinga,  gestiva un’osteria assieme alla nonna. Tina Anselmi frequentò il ginnasio nella sua città natale, quindi le magistrali a Bassano del Grappa. È lì che, il 26 settembre 1944, i nazisfascisti costrinsero lei e altri studenti ad assistere all’impiccagione di trentuno prigionieri per rappresaglia: un’esperienza terribile che la spinse a prender parte attivamente alla Resistenza. Con il nome di battaglia di “Gabriella” diventò staffetta della brigata “Cesare Battisti” per poi passare al Comando regionale veneto del Corpo Volontari delal Libertà. Nel dicembre dello stesso anno, matura la sua scelta politica e s’iscrive alla Democrazia Cristiana, partecipando attivamente alla vita del partito dello scudocrociato guidato da Alcide De Gasperi, arrivando nel 1959 al Consiglio nazionale. Entrata in Parlamento nel 1968, ci rimase per quasi vent’anni. La famiglia e la donna sono sempre stati al centro del suo impegno politico, che si è tradotto nella prima legge sulle pari opportunità (1977), grazie alla quale vennero abolite le discriminazioni esistenti in materia di lavoro e di salario tra i sessi. A Tina Anselmi sono stati riconosciuti da tutti dei grandi meriti per essersi battuta a favore dei diritti delle donne. Più volte indicata come possibile candidata alla Presidenza della Repubblica, una delle sue ultime battaglie fu quella contro la massoneria nell’ambito della commissione d’inchiesta sulla loggia P2.

Le opere di Valerio Adami al “Brunitoio” di Ghiffa

Uno dei maestri della figurazione

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Si è inaugurata sabato 23 luglio, presso la Sala Esposizioni Panizza di Ghiffa ( Vb), la mostra “VALERIO ADAMI – GRAFICHE” a cura di Vera Agosti, promossa  dall’Officina di Incisione e Stampa “Il Brunitoio”. Valerio Adami ( Bologna, 1935) vive e lavora tra Parigi e Meina, sul lago Maggiore. L’artista è un maestro della figurazione e ha esposto negli anni, nei principali musei del mondo, dal MOMA di New York al Centre Pompidou di Parigi, e nelle maggiori manifestazioni d’arte, da Documenta Kassel alla Biennale di Venezia. In mostra a Ghiffa verranno esposte circa 20 incisioni. Con le tecniche calcografiche, il suo stile inconfondibile sembra acquisire ancora più vigore: il segno trionfa nel rigore netto e deciso del nero, mentre i colori antinaturalistici e bidimensionali si stagliano come masse cromatiche compatte.

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Spesso si notano contrasti come nel Senza Titoloraffigurante una sorta di malinconico “pifferaio magico”, giocato sui toni complementari e opposti del viola e del giallo. Alle spalle del musicista, una distesa d’acqua con una canoa – il mare o il lago – ed ecco perché la serigrafia è stata scelta come immagine guida della mostra presso la sala Panizza che si affaccia sul Lago Maggiore.La mostra sarà visitabile fino al 28 agosto ( orario: da giovedì a domenica 16.00 – 19.00 ) nella sala esposizioni di Corso Belvedere 114, a  Ghiffa (Vb).

“Tre” aprirà il Torinodanza Festival

L’affascinante coreografia dell’israeliano Ohad Naharin

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Diceva poco più di un mese fa Gigi Cristoforetti, direttore artistico di Torinodanza Festival, presentando i due mesi di programma della manifestazione: “Inauguriamo con la compagnia israeliana Batsheva, e sotto quel nitore straordinario, quel dinamismo scatenato, c’è sospesa la storia di un conflitto lacerante, imperscrutabile quanto mille altri di oggi, ma capace di assurgere a dimensione emblematica. Quella lancinante bellezza estetica è una risposta d’artista alle contraddizioni di un pezzo di mondo straziato da dolori politici, umani, sociali. E per certi versi vicino a noi, più di quanto pensiamo”. La danza come un ponte, un punto d’incontro, un inizio o una tappa verso la convivenza. Il prossimo 6 settembre, nello spazio prestigioso del Teatro Regio, Ohad Naharin – è nato sessantaquattro anni fa nel Kibbutz Mizra in Israele, poco più che ventenne è invitato a New York da Marta Graham colpita dal suo straordinario talento, completa la sua formazione presso la School of American Ballet e la Jullian School, collabora con il Ballet Bejart du XXeme Siècle a Bruxelles, produce negli anni commissioni di nuove creazioni da parte di importanti compagnie, dalla Batsheva Dance Company al Nederlands Dans Theater, nel 1990 è nominato alla direzione artistica della Batsheva, per cui creerà oltre trenta nuovi lavori, che lo porteranno a riconoscimenti e successi internazionali – porterà a Torino la propria compagnia con “Tre”, una creazione del 2005, articolata in tre pezzi e costruita secondo i principi di “Gaga”, “che si basa sulla comprensione individuale del corpo e dei suoi limiti e invita a trascenderli liberando agilità, personalità e connessioni metafisiche”. La leggerezza dello spazio, l’armonia del volume corporale, corpi che si muovono, ha detto qualcuno, con la precisione delle spade dei samurai, gambe, braccia e schiene che attraverso flessioni e distensioni costruiscono e annullano nello stesso istante forme, e poi plasticismi e sensualità infiniti. Il risultato sono 60’ di valori ed emozioni, concreti e rarefatti allo stesso tempo, un susseguirsi di grumi di una bellezza che non ti aspetti e che si stenta a cogliere in tutti i suoi più diversi aspetti.TODANZA2

Tre come numero magico. Tre quadri, tre tappe, tre emozioni. Il primo, “Bellus”, vede l’intera compagnia creare una sinfonia umana sulle “Variazioni Goldberg” di Bach eseguite da Glenn Gould, una serie di sequenze a onda dove gli impulsi s’innalzano dai piedi per creare un ritmo nella terra e una vibrazione dei corpi a generare il movimento. “Humus” è un intenso unisono, quasi tra incanto e ipnosi, dove è impegnata la parte femminile della compagnia, su musiche di Brian Eno, una compagine che è tutt’una, compatta, indistricabile, perfettamente sincronizzata e contemporaneamente forte di ogni singolo gesto, pronta a spostarsi velocemente in zone diverse dello spazio, riempiendolo tutto. Chiude lo spettacolo, davvero atteso e sicuramente da non perdere, “Secus”, il pezzo che vince sui precedenti per estensione, dove una coreografia perfetta e un inatteso mélange musicale, dal pop all’elettronico, danno vita a un suggestivo disegno geometrico. “Si compone sotto i nostri occhi increduli – si legge nella scheda che accompagna lo spettacolo – un alfabeto umano fatto di corse, assoli, gesti tersi e puliti, duetti interrotti che, attraverso calci precisi e improvvisi, sinuose disarticolazioni delle anche, torsi che si piegano in tutte le direzioni come gomma da plasmare, esprime emozioni e sentimenti puri senza diventare sentimentale”. Vi si riversano all’interno, nella gamma dei sentimenti, la paura e l’innocenza, la rabbia e la gioia, la vulnerabilità e l’innocenza, con il racconto di una umanità come essa davvero è, tra toni ora delicati ora portati all’esasperazione. Più che in altre differenti occasioni, spetta allo spettatore l’interpretazione di uno spettacolo composito, affascinante, liberissimo nella propria ricca gestualità. TODANZA3

In occasione del debutto di “Tre”, Torinodanza, in collaborazione con NOD – Nuova Officina della Danza – presenta dal 3 all’8 settembre, al Regio in sala prove, “Intensive Gaga Torino”, un workshop per danzatori professionisti e studenti di danza over 18 con la direzione artistica di Shani Garfinkel, ovvero una sei giorni completa di linguaggio Gaga, metodologia e repertorio Naharin guidati da danzatori della Batsheva Dance Company. Inoltre lunedì 5 settembre, alle 21 al Massimo, sarà proposto il film-documentario “Mr. Gaga” diretto da Tomer Heymann, preceduto alle 20 da un incontro con Ohad Naharin e il regista. Un occasione in più per ammirare l’arte del coreografo.

 (foto Gadi Dagon)

Elio Rabbione

 

“Malescorto”, al via la 17° rassegna dei cortometraggi

malescortoDal 25 al 30 luglio si svolgerà la 17° edizione di “Malescorto”, il festival internazionale di cortometraggi che si tiene a Malesco, in Valle Vigezzo, quasi sul confine tra i Piemonte e la Svizzera. La giuria di preselezione ha visionato circa 510 corti, provenienti da 47 nazioni diverse, confermando l’importanza dell’evento cinematografico che, negli ultimi 10 anni, ha visto la partecipazione di ben 84 paesi del mondo.Dopo l’Italia, che gioca in casa, continua ad essere la Spagna a fornire il maggior numero di “corti” iscritti, quest’anno ben 121. Seguono Germania, Francia, Gran Bretagna, Polonia, Canada e tante altre realtà provenienti da tutti i continenti. Dopo un’accurata selezione sono state promosse alla fase finale 41 opere: 10 realizzate da Istituti Scolastici, 5 corti di animazione, 3 corti Documentari, 18 pellicole di Finzione,una d’animazione/finzione e 4 corti a tema ecologico. Le nazioni finaliste sono: Italia, con 32 corti; Spagna, con 4 corti; Francia, con 2 corti; Argentina, Australia, Cina, Germania, Polonia, Rep. Ceca, Perù, Kenya con 1 corto. Questi 41 cortometraggi si contenderanno i vari premi di categoria e i premi speciali previsti dal regolamento. Le sorti verranno decise da una seconda giuria qualificata, ma sarà poi il pubblico a decretare il miglior film del Malescorto 2016, votando negli appositi moduli durante le serate. Come al solito sono stati scelti cortometraggi che seguono una linea etica, legati ai problemi sociali ed ambientali.  Un dato curioso è senz’altro rappresentato dal fatto che tra i 510 partecipanti, 25 film portavano come titolo il nome di una donna, tra cui i finalisti: Helene, Lia, Lila e Lucie. Tra i partecipanti, una cinquantina di corti realizzati sono giunti dalle scuole e, per questo, si è voluto portarne in finale ben 10, un quarto dei finalisti, nella convinzione che il binomio cinema-scuola sia davvero importante per la formazione dei ragazzi, un atto d’incoraggiamento e di speranza per il futuro.

Oggi al cinema

Le trame dei film nelle sale di Torino

 

A cura di Elio Rabbione

 

angry birds filmAngry Birds – Il film – Animazione. Regia di Fergal Reilly e Clay Keytis. Un’isola dove vi sono uccelli che quasi non sanno volare, tre di essi – il collerico Red, il velocissimo Chuck, l’esplosivo Bomb – vivono emarginati dal resto dei pennuti. Ma quando l’isola verrà invasa da una masnada di maiali verdi che la vorrebbero fare da padroni, non dovranno i tre dimostrare il loro coraggio e la disperata ricerca della salvezza comune? Durata 97 minuti. (Massaua, The Space, Uci)

 

Bastille Day: il colpo del secolo – Azione. Regia di James Watkins, con Richard Madden, Idris Elba e Kelly Reilly. Un giovane borseggiatore americano ruba a Parigi una borsa contenente una bomba che regolarmente scoppierà in una piccola piazza nel cuore di Pigalle. Michael ci mette un BASTILLE FILMbel po’ a convincere l’agente di colore della Cia di non essere coinvolto in un attentato di matrice terroristica: i cattivi, insospettabili, stanno altrove. Insieme i due dovranno collaborare per sventare una rapina alla Banca nazionale francese. Non soltanto prodotto estivo, teso, ricco di colpi si scena, con tutte le tessere del thriller al posto giusto (inseguimenti, doppiogiochisti, montaggio perfetto, c’è anche l’immancabile corsa sui tetti con vista su Notre Dame, mozzafiato). Durata 92 minuti. (Ideal, Lux sala 3, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Cell – Horror. Regia di Tod Williams, con John Cusak e Samuel J. Jackson. Dal romanzo del maestro del brivido Stephen King, anche autore dell’adattamento per lo schermo con la collaborazione di Adam Alleca (“L’ultima casa a sinistra”). Ovvero quando la tecnologia, quella che continuamente acquistiamo e compulsivamente ogni giorno usiamo, prenderà il sopravvento sull’essere umano, portandolo senza via d’uscita al male, inevitabile, in un domani non troppo lontano: che faremo allora quando, rispondendo al proprio cellulare, un indefinito segnale elettronico ci coinvolgesse e facesse di ognuno di noi un assassino? Durata 98 minuti. (Greenwich sala 3, Ideal, Massaua, The Space, Uci)

 

conspiracy filmConspirancy – Thriller. Regia di Shintaro Shimosawa, con Al Pacino, Anthony Hopkins e Josh Duhamel. Esempio di legal Thriller, l’opera prima di Shimosawa vede un giovane avvocato mettersi nei guai quando una ex fiamma gli offre le prove per affondare il manager di un importante gruppo farmaceutico (Hopkins). Ma di mezzo c’è anche il socio del suo stesso studio legale (Pacino). Durata 106 minuti. (Greenwich sala 2)

 

It follows – Horror. Regia di David Robert Mitchell, con Maika Monroe, Jake Weary e Daniel Zovatto. “Per la lucidità con cui elabora uno schema classico del genere horror, offrendo una scansione psicologica del tema della fine dell’adolescenza che si connota come riflessione sui sensi di colpa nutriti dalla società. In un’opera marcata da una struttura ad altissima tensione…”: così si esprime il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani nella propria segnalazione. Un film da non perdere, specialmente per gli amanti del genere. Girato con appena due milioni di dollari, il film ha portato anche in primo piano il nome della protagonista: lei è la giovane Jay, in una Detroit notturna e piena di pericoli, che all’improvviso si ritrova legata a una sedia, nell’oscurità di un capanno. Il ragazzo con cui ha appena fatto sesso le confessa che una “cosa” si è impossessata di lei, una creatura del male che le si potrà presentare sotto le più diverse apparenze, un famigliare, un individuo incrociato tra la folla, un conoscente fidato. Durata 100 minuti. (Classico, Uci)

 JULIETA FILM

Julieta – Drammatico. Regia di Pedro Almodòvar, con Adriana Ugarte e Emma Suarèz. L’autore di “Volver” ha tratto il suo ultimo film, presentato in concorso a Cannes ma che la regia non ha considerato nella attribuzione dei premi finali, da alcuni racconti di Alice Munro. Una madre, in una lunga lettera indirizzata ad una figlia che non vede da anni, ricorda i momenti salienti della sua vita. Durata 99 minuti. (Greenwich sala 1)

In nome di mia figlia – Drammatico. Regia di Vincent Garenq, con Daniel Auteuil e Sebastien Koch. Tratto da una storia vera. La figlia quattordicenne di André muore mentre è in vacanza in Germania con la madre e il patrigno. L’atteggiamento di quest’ultimo e i dubbi sorti durante l’autopsia spingono André a credere che l’uomo che ha preso il suo posto non sia estraneo a quella morte. Durata 87 minuti. (Nazionale sala 2)

 

Kiki e i segreti del sesso – Commedia. Regia di Paco Leòn, con Natalia de Molina, Alex Garcia, Silvia Rey, Paco Leòn e Ana Katz. Remake di un film australiano, “Kiki” narra cinque storie intorno a incredibili vicende di feticismo. C’è chi conosce l’orgasmo quando viene rapinata, una moglie cerca il marito solo quando questi è in lacrime, un chirurgo si sente soddisfatto della moglie solo quando dorme, c’è chi si sente appagata solo sfiorando tessuti di seta, c’è chi cerca una soluzione che vivacemente soddisfi più di due persone. Si ride e ci s’interroga, parecchio, e non sai se debba prevalere più un’immancabile tristezza del divertimento a fior di pelle. Durata 102 minuti. (Grenwich sala 2)

MOTHER FILMMother’s day – Commedia. Regia di Garry Marshall, con Jennifer Aniston, Kate Hudson e Julia Roberts. Dall’acclamato regista di “Pretty woman” e “Capodanno a New York” un film dedicato alle donne, o meglio alle mamme, nei giorni che precedono la loro festa annuale. Commedia corale: c’è la madre divorziata con figli cui non va proprio giù il nuovo matrimonio dell’ex, c’è chi va alla ricerca della propria vera madre, c’è chi deve risolvere i rapporti conflittuali con il proprio figlio, c’è anche il padre che deve rivestire le vesti di madre e badare alle due figlie adolescenti, c’è la figlia già cresciuta che riscopre il proprio rapporto con la madre non più giovanissima. Durata 118 minuti. (Reposi)

 

Mr. Cobbler e la bottega magica – Fantasy. Regia di Thomas McCarthy, con Adam Sendler, Ellen Barkin, Dustin Hoffman, Steve Buscemi e Melonie Diaz. Un anno prima di girare “Il caso Spotlight” COBBLER FILMche gli avrebbe fatto vincere l’Oscar, McCarthy ha dato vita a questa favola di radici yiddish, con un Adam Sandler in stato di grazia. Lui è Max, non più giovanissimo, calzolaio da sempre chiuso nel negozio di famiglia alle prese con un lavoro che davvero non ama. Un giorno s’imbatte per caso in una macchina per cucire le suole delle scarpe, miracolosa: potrà rivestire i panni di chiunque, a patto di indossarne le scarpe. E da quel giorno la sua vita cambierà. Durata 99 minuti. (Ideal, Massaua, The Space, Uci)

 

Now you see me 2 – Azione. Regia di Jon Chu, con Mark Ruffalo, Jesse Eisenberg, Daniel Radcliffe, Woody Harrelson, Michael Caine. Considerato il successo planetario della prima puntata, produttori e attori (davvero un bel gruppo!) si sono messi alla confezione di questa seconda che promette bene anzi benissimo: e ne hanno in cantiere una terza. Qui i Quattro Cavalieri illusionisti sono obbligati a lottare contro un tycoon della tecnologia (Radcliffe) che li minaccia e, quel che è più, fa di tutto per rovinarne la reputazione. La carta vincente non potrà che essere una esibizione di cui nessuno ha mai visto l’eguale. Durata 115 minuti. (Reposi, Uci)

pazza gioia filmLa pazza gioia – Commedia drammatica. Regia di Paolo Virzì, con Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, Tommaso Ragno e Marco Messeri. “Clinicamente pazze”, Beatrice Morandini Valdirana e Donatella Morelli sono ospiti di Villa Biondi, un centro per malattie mentali sulle colline pistoiesi, l’una egocentrica e logorroica, l’altra tatuatissima e fragile, solitaria, cui la legge ha tolto il figlio per affidarlo in adozione ad una coppia. Nonostante le diversità che le dividono, le due donne fanno amicizia, sentono il bisogno l’una dell’altra, fuggono, vivono appieno “una breve vacanza”, provano a inseguire una vita nuova sul filo sottile della “loro” normalità. Grande successo alla Quinzaine di Cannes per le interpreti e per l’autore del “Capitale umano”. Durata 118 minuti. (Ambrosio sala 1)

 

Il piano di Maggie – Commedia. Regia di Rebecca Miller, con Greta Gerwig, Ethan Hawke e Julianne Moore. A Maggie, bella ragazza e colta, ma tremendamente ansiosa di essere madre, non resta appunto che cercare qualcuno che le metta a disposizione il proprio seme. Ancora un ma: ma nel frattempo s’innamora di un intellò newyorkese con moglie e figli, ricambiata. Ma (ancora un altro) se poi nasce una bella bimba e l’intellò sente nuovamente il campanello del desiderio delle moglie, donna intelligente e di raro fascino? Maggie, appunto, ha un piano: perché le due donne non potrebbero allearsi per rimettere ogni cosa al proprio posto? Durata 98 minuti. (Ambrosio sala 2, Eliseo grande, F.lli Marx sala Chico)

 

Seconda primavera – Commedia. Regia di Francesco Calogero, con Claudio Botosso, Nino Frassica e Desirée Noferini. Andrea, architetto cinquantenne, vedovo, conosce Rosanna, più giovane di lui, anestesista. Rosanna è sposata a Riccardo, molto più giovane di lei, aspirante scrittore dalle speranze frustrate. A capodanno, Hikma, in cui Andrea ritrova il ricordo della moglie morta, e Riccardo si incontrano e molte cose cambieranno. Durata 108 minuti. (F.lli Marx sala Harpo)

 

Star Trek Beyond – Fantascienza. Regia di Justin Lin, con Chris Pine, Idris Elba, Zoe Saldana e Zachary Quinto. James Kirk raggiunge con l’equipaggio della US Enterprise la stazione spaziale STAR TREK 2 FILMYorktown, ma l’astronave viene attaccata da misteriosi alieni e distrutta. L’equipaggio riesce a salvarsi su un pianeta sconosciuto, in cerca di aiuto. I membri dell’equipaggio sono separati e i soccorsi sembrano essere impossibili. Durata 122 minuti. (Ideal, Lux sala 2, Massaua, The Space, Uci)

 

Tartarughe Ninja – Fuori dall’ombra – Fantasy. Regia di Dave Green, con Alan Ritchson, Megan Fox e Jeremy Howard. Il Clan del Piede riesce a far evadere il proprio capo, Shredder, che, una volta teletrasportato in una dimensione spazio-temporale parallela, su cui impera Krung. Shredder cercherà collaborazioni per aiutare costui a conquistare il mondo. Anche alle Tartarughe toccherà trovare degli amici se vorranno scongiurare il pericolo che sta per colpire tutti quanti. Durata 112 minuti. (Ideal, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

The conjuring – Il caso Enfield – Regia di James Wan, con Patrick Wilson e Vera Farmiga. Nella Londra degli anni Settanta, Ed e Lorraine Warren, ricercatori del paranormale, se la devono vedere con presenze demoniache che infestano la casa in cui abita una madre single divorziata con i suoi quattro figli, tra i sette e i tredici anni: sarà Janet di undici anni quella che vedrà la propria vita davvero in pericolo. Durata 133 minuti. (Uci)

 

FILM TARZANThe legend of Tarzan – Avventura. Regia di David Yates, con Alexander Skarsgard, Christoph Waltz, Samuel J. Jackson e Margot Robbie. Ennesima rivisitazione del personaggio creato poco più di un centinaio di anni fa dalla fantasia di Edgar Williams Burroughs. Come Lord Greystock, su richiesta del Primo Ministro inglese, deve tornare in Africa (gli esterni sono stati realizzati in Gambia) con l’amatissima Jane, al seguito di una importante missione istituzionale: ma dovrà ben presto abbandonare gli abiti civili per abbracciare perizoma e liane e combattere un losco traffico che si nasconde tra i cattivi della spedizione, il perfido capitano Rom (Waltz) in primo luogo. Durata 109 minuti. (Ideal, Massaua, F.lli Marx sala Groucho e Chico, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

Tom à la ferme – Dramma. Regia di Xavier Dolan, con Xavier Dolan, Pieere-Yves Cardinal e Lise Roy. Il giovane Tom lascia Montréal per raggiungere un piccolo borgo rurale, nell’interno del Canada, dovrà partecipare al funerale di Guillaume, morto in un incidente d’auto, con cui ha vissuto una storia d’amore bellissima. Ma i familiari di Guillaume sono all’oscuro di tutto, la madre ignora l’omosessualità del figlio, il fratello Francis costringe Tom a mentire sui suoi rapporti con il defunto. Tra i due ragazzi s’instaura un legame di attrazione e di odio che Dolan, premiato all’ultimo festival di Cannes per “Juste la fin du monde” (dal 1° dicembre sui nostri schermi distribuito da Lucky Red), narra nel clima chiuso e ossessivo di un nucleo familiare con una sensibilità e con una padronanza di narrazione davvero esemplari. Durata 105 minuti. (Classico)

 film cinema

Top Cat e i gatti combinaguai – Animazione. Regia di Andres Couturier. Le origini del simpatico personaggio, dalla scoperta del suo personalissimo cappello all’incontro con l’agente Dibble, fino all’incontro con gli altri felini che andranno a formare la sua fedelissima gang. Che cosa inventeranno allora i nostri in questa nuova, brillante avventura? Magari rubare a Mr. Big. il malvivente più pericoloso della città, i suoi preziosissimi diamanti… Durata 89 minuti. (Massaua, The Space, Uci)

 

Una spia e mezzo – Commedia. Che succede se Calvin, tranquillo ragioniere, ritrova su Facebook Bob, vecchio compagno di scuola martoriato dal bullismo per il suo sovrappeso e oggi muscoloso agente della Cia – ha tutta la stazza di Dwayne Johnson – che lo porterà a partecipare in prima persona ad un caso di spionaggio internazionale? Durata 107 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)

 

L’uomo che vide l’infinito – Drammatico. Regia di Matt Brown, con Jeremy Irons e Dev Patel. Ai primi del Novecento, nelle aule di Cambridge, l’amicizia che nasce tra un giovane genio della matematica, di origine indiana, e un maturo professore. Un’amicizia e una collaborazione tra studiosi che saranno capaci di superare molti pregiudizi. Durata 108 minuti. (Ambrosio sala 3, Eliseo rosso, Reposi)

 

La pastasciutta antifascista di casa Cervi

CERVI3Alla caduta del fascismo, il 25 luglio del 1943, ci fu una grande festa nella casa colonica dei Cervi, ai Campi Rossi di Gattatico, un podere di circa sedici ettari collocato nel mezzo della pianura Padana, a pochi chilometri dalla via Emilia, a metà fra le città di Parma e Reggio Emilia. Come in tutto il paese, era scoppiata una gioia spontanea in coloro che speravano nella fine della guerra e della dittatura fascista. Nessuno, in quel momento, poteva sapere che la  CERVI1liberazione sarebbe venuta  solo ventun mesi dopo, al prezzo di molte sofferenze. Ma quel 25 luglio, alla notizia che il duce era stato arrestato, c’era solo una gran voglia di festeggiare. I Cervi , insieme ad altre famiglie del paese, portarono la pastasciutta in piazza, nei bidoni per il latte. Con un rapido passaparola la cittadinanza si riunì attorno al carro e alla “birocia” che aveva portato la pasta. Tutti in fila per avere un piatto di quei maccheroni conditi a burro e formaggio che, in tempo di guerra e di razionamenti, erano prima di tutto un pasto di lusso. C’era tanta fame, ma c’era anche la voglia di uscire dall’incubo del fascismo e della guerra, il desiderio di “riprendersi la piazza” con un moto spontaneo, dopo anni di adunate a comando e di divieti. Di quel 25 luglio, di quella pagina di storia italiana è rimasto pocoCERVI2 nella memoria collettiva. Eppure c’è stato, in tutta Italia e in quell’occasione, uno spirito genuino e pacifico di festa popolare: prima dell’8 settembre, dell’occupazione tedesca, della Repubblica di Salò. Prima delle brigate partigiane e della Lotta di Liberazione. Una data simbolica della nostra storia contemporanea, quella del 25 luglio 1943, quando i  Cervi diedero vita  – e sono parole di Alcide, papà Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio e Ettore Cervi che vennero poi fucilati dai fascisti-  “in un unico sparo” –  il 28 dicembre di quell’anno al poligono di Reggio Emilia –  al “più bel discorso contro il fascismo: la pastasciutta in bollore”.

 Marco Travaglini

Laura Mancinelli e l’amore per “l’età di mezzo”

mancinelli4Sospesi tra storia e invenzione in un Medioevo che sembra vero, sono raccolti in un unico volume i tre romanzi di Laura Mancinelli, in cui la scrittrice da poco scomparsa, ci ha consegnato una visione fantastica e ironica della tradizione e della società medievale. Da I dodici abati di Challant a Il miracolo di santa Odilia per finire con Gli occhi dell’imperatore, i suoi  più famosi romanzi, ci hanno offerto l’illusione di trovarci dentro un Medioevo conosciuto, a portata di mano, dove – ad esempio- in una cornice di ironia mondana e gaudente, dodici monaci ricevono l’incarico di sorvegliare un feudatario che eredita un castello con la clausola di mantener fede a un maligno obbligo di castità. Oppure le storie parallele di due Odilie: la prima devota e pia, la seconda giovane e mancinelli1bella. E infine, conclusione ideale di questa metafora, la vicenda narrata ne Gli occhi dell’imperatore, dove la contessa piemontese Bianca Lancia, il cavaliere ( nonché poeta e musicista) Tannhäuser e l’imperatore Federico II di Svevia, ormai prossimo alla morte, partecipano a un affascinante percorsomancinelli 1 di avventure e sentimenti. “Non avevo mai pensato di fare la scrittrice, né lo avevo mai desiderato”, disse di se Laura Mancinelli. “Amavo la mia professione, che mi dava molte soddisfazioni e non mi costava fatica: ero docente di germanistica con particolare specializzazione nella letteratura tedesca medievale, un campo poco o nulla studiato in Italia, nel quale mi ero avventurata con grande entusiasmo scoprendo cose assai interessanti. Mi ero dedicata alla traduzione di poemi in antico tedesco – I Nibelunghi, il Tristano -, che rendevo in versi italiani e che riempirono la mia vita fino a un certo momento”. Poi, quasi per caso, la svolta, quando venne ricoverata agli Ospedali Riuniti di Venezia per un disturbo alla vista (a quel tempo viveva nella città della laguna, dove insegnava all’università, prima di trasferirsi a Torino). “ Rimasi inmancinelli2 ospedale due settimane, per analisi, benché il disturbo fosse totalmente scomparso dopo tre soli giorni. Nell’inerzia forzata di quelle notti insonni ripassai nella mente tutta una trama di romanzo che avevo abbozzato per scherzo molti anni prima. Una volta dimessa dall’ospedale, ne feci una stesura corretta e completa: era il 1981 quando uscirono I dodici abati di Challant. Pensavo, allora, che sarebbe stato il primo e l’ultimo romanzo della mia vita. Invece poi la narrativa mise radici in me come una necessità. O forse un vizio?”. Per fortuna dei lettori, quel “vizio” continuò ad indurla a scrivere, lasciandoci più di trenta volumi tra romanzi storici, saggi letterari, memorie, racconti per ragazzi, traduzioni e la serie di detective-story del capitano di polizia Florindo Flores.

 

Marco Travaglini