CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 697

COME I ROMANZI? LE SERIE TV, I LIBRI DEL NUOVO MILLENNIO

Le serie TV sono davvero considerate i romanzi del terzo millennio? Hanno cambiato il nostro modo di essere fruitori di una storia come vero e proprio nuovo fenomeno di “lettura”? Partendo da Breaking Bad e Mad Men, le serie TV più popolari e più seguite verranno analizzate in un incontro-dibattito aperto al pubblico in programma giovedì 20 aprile alle ore 18:00 presso la Biblioteca Centrale del Collegio Einaudi, Sezione Po di Via Maria Vittoria 39 a Torino.

 

Il relatore dell’incontro, il Prof. Antonio Santangelo, docente di Semiotica della Televisione presso l’Università degli Studi di Torino, consulente di Rai Uno, Rai Tre, Rai 5 e del Marketing Rai, sarà intervistato da Alessandra Caria, Ufficio Comunicazione e Cultura del Collegio Einaudi.

 

L’incontro è inserito nel programma di Torino Che Legge 2017, progetto della Città di Torino e del Forum del Libro, in collaborazione con il MIUR e il Centro UNESCO, in programma dal 18 al 23 aprile, in occasione della Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore (istituita dall’UNESCO il 23 aprile). Una settimana di eventi e iniziative per animare l’intero territorio cittadino, dal centro alle periferie, con il coinvolgimento delle circoscrizioni cittadine e dei diversi soggetti, pubblici e privati, che ruotano intorno alla filiera del libro.

Cees Nooteboom al Salone di Torino

Vince il Mondello Internazionale. Dialogherà con Ernesto Ferrero

 

 

È lo scrittore olandese Cees Nooteboom il «maestro» scelto dal giudice monocratico Ernesto Ferrero come vincitore del Premio Letterario Internazionale Mondello, sezione Autore Straniero. Nooteboom sarà al Salone Internazionale del Libro di Torino domenica 21 maggio e dialogherà con Ferrero per un incontro aperto al pubblico (ore 17), in Sala Azzurra, in occasione del conferimento del Premio.

 

Il riconoscimento, giunto alla sua quarantatreesima edizione, è promosso dalla Fondazione Sicilia insieme con il Salone Internazionale del Libro e la Fondazione Andrea Biondo e con il patrocinio dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, per la sezione Autore Stranierodi quest’anno.

 

In qualità di giudice monocratico, Ernesto Ferrero è stato chiamato dal Mondello a individuare un suo riferimento letterario fondamentale non solo per il percorso di scrittore, ma anche per l’apporto nel panorama della letteratura internazionale. Una scelta in libertà e autonomia, che il Premio Mondello ha affidato al critico letterario e scrittore che per diciotto edizioni ha diretto ilSalone Internazionale del Libro di Torino.

 

Questa la motivazione di Ernesto Ferrero: «Olandese e cittadino del mondo, viaggiatore incantato che cerca l’uomo e se stesso nell’altrove, reporter che sa trovarsi sui luoghi dei grandi drammi storici, poeta capace di dar vita a ciò che non è visibile, narratore che usa l’immaginazione come strumento principe per cogliere la melodia che si nasconde nel rumore confuso della quotidianità, da decenni Cees Nooteboom incarna magistralmente le ragioni di una scrittura capace di esplorare gli incerti confini che uniscono, più che dividere, realtà e finzione. Nel solco della grande letteratura che va da Cervantes a Pessoa, da Borges a Calvino, Cees Nooteboom cerca con sognante eleganza e ironica leggerezza la saldatura tra l’essere e l’apparire, tra spazio, tempo e linguaggio, tra parola e immagine, simbolo e mito, arte e vita. Appassionato, empatico esploratore di culture, Nooteboom usa la forza rivelatrice dell’invenzione per smascherare le mistificazioni delle ideologie, dei sistemi totalitari, della virtualità dominante. Con lui la libertà della poesia diventa, ancora una volta, rivelazione dei tesori nascosti nelle fragilità dell’umano» (E.F.).

 

Con la stessa formula, nelle edizioni precedenti del premio, sempre al Salone Internazionale del Libro, Michela Murgia ha nominato vincitrice Marilynne Robinson (2016), Antonio ScuratiEmmauel Carrère (2015), Niccolò Ammaniti Joe R. Lansdale (2014), Melania Mazzucco ha premiato lo scrittore ungherese Peter Estherázy (2012), Paolo Giordano l’autrice statunitenseElizabeth Strout (2012).

Addio a Ottone, il direttore “anglosassone” che licenziò Montanelli

DI PIER FRANCO QUAGLIENI

E’ morto a Camogli Piero Ottone, all’età di 92 anni. Ad alcuni appare come un maestro di giornalismo del secondo ‘900,ad altri, anche in questa circostanza, come una figura da cui è difficile allontanare le polemiche. Fu direttore del “Corriere della Sera” in uno dei momenti più caotici della storia italiana recente, dal 1972 al 1977. Furono gli anni successivi al ’68 e all’autunno caldo e della demagogia trionfante. Giulia Maria Crespi, convertitasi alla sinistra, lo scelse come direttore per sostituire il moderato Spadolini che aveva diretto il giornale negli anni burrascosi della contestazione, denunciando gli “opposti estremismi, ”quando la tendenza era quella di vedere esclusivamente il pericolo dell’estremismo nero. Ho avuto modo in occasioni diverse di conoscere Ottone. Una prima volta con Mario Soldati, se non ricordo male, per i 90 anni dello scrittore torinese che viveva a Tellaro. Una seconda volta quando presentai a Camogli un libro su Pannunzio nel 2010,centenario della nascita del direttore de “Il Mondo”. Mi sembrò un tipo freddo, distaccato, anglosassone. Soldati andò via dal “Corriere” proprio durante la direzione di Ottone che ammirò sempre molto Pannunzio, vedendo in lui un maestro di giornalismo. Nel 2010 mi parlò del direttore de “Il Mondo” e del suo giornalismo “inimitabile” e “colto”. Come Eugenio Scalfari anche lui si riteneva vicino alla lezione di Pannunzio ,anche se non aveva mai scritto sul suo giornale. Pierluigi Battista ha parlato di “epigoni abusivi” del “Mondo” ,riferendosi a Scalfari e alla “Repubblica”, ma certo non pensando ad Ottone che veniva dalla “Gazzetta del Popolo” di Massimo Caputo ed era stato direttore del “Secolo XIX“.


Soldati non ne aveva un’idea molto positiva, ma certo poteva pesare su lui il fatto che al “Corriere” non si trovava più come prima: passò infatti per qualche anno a “La Stampa”, per poi ritornare in via Solferino. Mise in prima pagina gli articoli di Pier Paolo Pasolini, anche se il direttore attribuì il merito o la responsabilità a Gaspare Barbiellini Amidei, suo vice, che fu espressione della migliore cultura liberal-cristiana, ma non riuscì ad essere un adeguato contrappeso alla prevalenza della sinistra, anche quella più radicale, all’interno del maggiore quotidiano italiano di allora. Il direttore attuò al “Corriere” la linea che aveva già anticipato meno scopertamente al “Secolo”, in una Genova e in una Liguria che stava decisamente per svoltare a sinistra: per dirla con parole sue, “ i comunisti non avevano la coda”. Ci accorgemmo, leggendo il suo giornale, che il Pci in effetti, per lui, non solo non aveva la coda, ma aveva anche tantissimi pregi ed era perfettamente in condizioni di governare il Paese, con o senza compromesso storico. Si accordò con il sindacalista Raffaele Fiengo che rappresentava il comitato di redazione del “Corriere”, concedendo uno “Statuto dei giornalisti” che tolse potere alla direzione del giornale ,consentendo una sorta di anarchia sindacale all’interno del giornale, ma non solo in quello, che durerà tanti anni. Carlo Casalegno mi parlò dell’aria che tirava dell’aria alla “Stampa”: pare che alcuni giornalisti abbiano brindato alla notizia dell’attentato al vicedirettore nel 1977. Nel 1973 licenziò dal “Corriere” Indro Montanelli che criticò in un’ intervista il giornale (e in questo caso sicuramente aveva ragione Ottone) e pubblicò la notizia della sua gambizzazione, omettendo il nome di Montanelli nel titolo in prima pagina (e qui non si rivelò certo un giornalista in linea con i più elementari doveri informativi). Nel 1977 lasciò la direzione del “Corriere” con l’arrivo di Angelo Rizzoli jr., considerato un mostro piduista e tante altre cose negative. Oggi la figura di Rizzoli va totalmente rivalutata perché su di lui furono lanciate accuse che la magistratura ha dichiarato infondate.

Indro Montanelli che in più occasioni fu mio ospite al Centro “Pannunzio”, nè in pubblico nè in privato, da vero signore, parlò mai di Ottone, mentre parlò in modo non conformistico di Spadolini, quand’era presidente del Senato. Certe idee di Ottone erano in linea di principio ampiamente condivisibili:i fatti separati dalle opinioni,come nei giornali inglesi, “tentare di scoprire e di esporre la verità” , fare un giornalismo che non sia mirato a battaglie e campagne più o meno scandalistiche. Ottone forse guardava ad un’utopia non realizzabile perché era ben consapevole che l’editore avesse un ruolo determinante nella realizzazione della libertà di stampa.  In effetti la pratica del suo giornalismo fu molto distante da quanto affermò anche in suo bel libro “Il buon giornale. Come si scrive. Come si legge” pubblicato nel 1987 da Longanesi. L’obiettività, a cui diceva di guardare Ottone, è sicuramente una vana chimera, però, certe scelte di campo dipendono anche dai giornalisti, oltre che dai direttori ,non solo dagli editori: se essi sono schierati politicamente e addirittura partiticamente, non possono svolgere quel ruolo a cui diceva di pensare Ottone. Il mio amico e maestro Emilio R. Papa, allora docente di Storia dei partiti a Torino, parlava del “Corriere della sera” ottoniano, come di un modello di giornalismo attento alla completezza delle notizie. A me, già allora, non sembrava così e anche adesso non ritengo che storicamente, a tanti anni di distanza, si possa considerare il “Corriere” della diarchia Ottone -Fiengo un modello di giornalismo a cui guardare. Resta l’attenuante dei tempi difficilissimi in cui Ottone ha operato, ma il fatto che Montanelli avesse scelto in un’età già avanzata di fondare un giornale a difesa di certi valori, senza adeguarsi al clima, resta a testimonianza che anche altre scelte erano possibili. Era un uomo elegante, misurato e gentile, forse non adatto ai tempi di ferro e di fuoco in cui si trovò ad operare. “La Repubblica”, dove approdò dopo il 1977, ebbe il merito di dire subito che era un giornale di parte. Gli anni successivi lo dimostrarono e continuano a dimostrarlo pienamente.

Un nuovo modello di sviluppo per i Sacri Monti

“I Sacri Monti costituiscono un insieme composito di grande valore storico e artistico, legati a una rete di cammini, dagli antichi Cammini Alpini alla Via Francigena, e di piste ciclabili: caratteristiche che inseriscono a pieno titolo questi beni nei circuiti del cosiddetto ‘turismo slow’. Abbiamo fortemente voluto dare unitarietà all’importante patrimonio dei Sacri Monti perché crediamo che questi beni costituiscano, pur con le dovute differenze, un insieme coeso e unico, nonché per poter agire con azioni congiunte, senza disperdere risorse ma, anzi, dando maggiore forza al nostro operato”: è quanto ha dichiarato Antonella Parigi, assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte, durante la conferenza stampa tenutasi il 14 aprile a Torino per presentare il nuovo consiglio dell’Ente di gestione.

“Un approccio che inizia già a dare i suoi frutti – ha aggiunto – In questi anni abbiamo infatti potuto contare sull’appoggio di un numero significativo di realtà pubbliche, di fondazioni bancarie, ma anche di privati e singoli cittadini che si sono fatti carico di restauri importanti. Segnali positivi che ci incoraggiano e ci spingono, come ente regionale, a considerare sempre più i Sacri Monti come un elemento strategico del nostro patrimonio artistico, ma anche turistico“.

In questo anno di lavoro il nuovo consiglio dell’Ente di gestione ha infatti potuto contare, oltre che su fondi regionali e ministeriali, anche sull’apporto finanziario di enti bancari, di privati e di fondazioni comunitarie per un totale di quasi 2,5 milioi di euro, che hanno consentito l’avvio o la programmazione di importanti lavori di restauro in tutti i Sacri Monti – a Varallo la Cappella della “Strage degli Innocenti”, a Crea quella di “Sant’Eusebio”, a Domodossola quella dedicata al “Cireneo”, a Orta la prima cappella, “Natività di San Francesco”- e di ultimare a breve altri importanti lavori a Oropa, Belmonte e Ghiffa.

Stiamo lavorando per trasformare sette straordinari solisti in un coro di valore mondiale, chiamato ad esibirsi a cappella – ha dichiarato Renata Lodari, presidente dell’Ente di gestione Sacri Monti del Piemonte, sintetizzando il lavoro svolto in un anno dall’Ente voluto in questa forma dalla Regione. Un percorso che ha inteso dare coesione e valorizzare beni la cui importanza storica, artistica e architettonica è stata riconosciuta anche dall’Unesco, che nel 2003 ha iscritto il sito Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia nella Lista del Patrimonio Mondiale. Il sito seriale conta in Piemonte sette beni, a Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta e Varallo: un patrimonio vastissimo che annovera 164 cappelle, che complessivamente contengono circa 2500 statue e più di 12.000 figure dipinte. Le risorse che sarebbero necessarie complessivamente sono davvero ingenti, ma stiamo cercandole ovunque: oltre che presso enti pubblici e privati, stiamo lavorando sul fronte dell’art bonus, dell’8 per mille e del 5 per mille, e attraverso un capillare giro di presentazioni di queste opportunità in tutti i nostri territori, e i segnali di interesse che stiamo raccogliendo sono decisamente stimolanti”.

Il percorso che è stato intrapreso per volontà della Regione non è oggettivamente facile. L’ obiettivo è fare di sette Sacri Monti, ciascuno dei quali è nato e vissuto per secoli facendo della sua individualità un valore, una realtà unica, E questo può avvenire grazie al primo Master Plan, coordinato dal direttore dell’Ente, Elena De Filippis, sugli edifici e sulle strutture di tutti i sette Sacri Monti del Piemonte. E’ stato esaminato l’intero patrimonio monumentale e, dati alla mano, si è dato vita a quello che è il primo piano organico di interventi sull’intero complesso. Un ulteriore settore che vede l’impegno congiunto di Regione Piemonte ed Ente di gestione dei Sacri Monti riguarda la promozione: per questo è allo studio la realizzazione di nuovo portale web, finanziato con i fondi ministeriali Unesco, che riguarderà i sette siti piemontesi e i due lombardi.

Ogni Sacro Monte è composto di decine di cappelle che, in ciascuno di essi, creano dei percorsi che salgono ad un monte o ad una altura (si va da altezze inferiori ai 600 metri sino a 1200 metri d’altitudine). Le costruzioni sono immerse ora in boschi secolari, ora in aree a giardino. La visita comporta una salita verso i grandi Santuari o luoghi di antico culto che coronano ciascun Monte, ed è, al contempo, un viaggio dentro rappresentazioni artistiche di straordinaria potenza e bellezza. Qui hanno dato il meglio della loro finissima arte scultori o frescanti come Gaudenzio Ferrari o Tanzio da Varallo, accanto a numerosi artigiani.

Sul piano dell’offerta turistica si sta inoltre individuando un circuito di visita, nonché un vero e proprio “Cammino dei Sacri Monti”, che metta insieme antichi itinerari per coloro che scelgono lo slow tourism. Per i visitatori l’Ente di Gestione sta inoltre censendo le strutture turistiche esistenti come, ad esempio, i servizi e le piazzole attrezzate per camper e roulottes, segmento di grande interesse, e che si intende rilanciare e accrescere.

Donatella Actis
www.regione.piemonte.it

 

Torino che legge accende la passione per la lettura

Dal centro alla periferia più di 300 iniziative. III edizione 

Torino accende la passione per il libro e lettura, coniugando animazione e approfondimento culturale, aggiornamento professionale e eventi di piazza. Per celebrare la Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore istituita dall’UNESCO il 23 aprile, da martedì 18 a domenica 23 aprile 2017 torna Torino che legge, la settimana della lettura, con reading, incontri con l’autore, dibattiti, conferenze e iniziative, rivolti a grandi e piccini. Giunta alla terza edizione, la manifestazione coinvolge l’intera città, dal centro alle periferie, con oltre 300 appuntamenti in spazi pubblici e privati: biblioteche, librerie, scuole, musei, teatri, case del quartiere, 40 fra enti, associazioni e fondazioni, circoli, piazze, corsi, giardini e tram storico. Torino che legge è organizzata dalla Città di Torino con le Biblioteche civiche e le Circoscrizioni e dal Forum del Libro, in collaborazione con la Fondazione per la Cultura Torino, partner Intesa Sanpaolo per il Progetto Tutta mia la città e con il contributo di Fondazione CRT. La manifestazione coinvolge una rete ampia di soggetti pubblici e privati, fra cui la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, il Circolo dei Lettori, il Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia, insieme a numerosi altri: un grande laboratorio cittadino sulla lettura, che rende evidente la forza della filiera promuovendo una visione sinergica e ampia, una leva fondamentale per rafforzare la collaborazione continuativa fra i diversi soggetti coinvolti. Fra i numerosi ospiti della settimana letteraria, ad alternarsi nelle diverse location cittadine, Marco Malvaldi, Giuseppe Culicchia, Annamaria Testa, Francesco Carofiglio, Margherita Oggero, Bruno Gambarotta, Alessandro Perissinotto, Emiliano Poddi, Stefania Miretti, Andrej Longo, Anna Migotto, Marco Ballestracci.

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Si inaugura martedì 18 aprile alla Biblioteca civica Centrale, con l’incontro Comunicare la lettura. Riflessioni e prospettive per la filiera del libro e della lettura a Torino, dedicato all’ideazione di strategie e progettualità da sviluppare anche sulla Città, che vede la partecipazione della pubblicitaria Annamaria Testa, di Giuseppe Culicchia e di Nicola Lagioia. La comunicazione rappresenta una delle leve principali per la promozione anche se, come dice la Testa: “Fare pubblicità alla lettura è difficile”. In apertura di giornata, l’inaugurazione della “Biblioteca particolare” dell’artista Agostino Iacurci, donata dalla Regione Puglia alle Biblioteche civiche torinesi, nell’ambito della campagna di comunicazione della destinazione “We are creative in Puglia” e la premiazione dei lettori “forti” delle Biblioteche civiche, un appuntamento annuale volto a offrire un’occasione di incontro “speciale” fra le biblioteche e i loro lettori. Per ricordare anche quest’anno la tradizionale festa catalana di Sant Jordi (San Giorgio), che ha contribuito ad ispirare la scelta del 23 aprile quale giornata mondiale da dedicare al libro, si terrà l’iniziativa Sant Jordi in libreria e in biblioteca. Sabato 22 aprile le librerie aderenti posizioneranno una bancarella all’esterno e allestiranno le vetrine con libri e rose rosse, simboli della tradizionale festa catalana di Sant Jordi (San Giorgio), mentre alla Biblioteca civica Centrale (via della Cittadella 5, ang. corso Palestro), verrà donata una rosa alle signore che effettueranno un prestito di libri. Domenica 23 aprile, dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00, si festeggerà anche sul tram storico 3104 del 1948 dell’ATTS (www.atts.to.it), con un affascinante percorso lungo le vie del centro cittadino, accompagnati dalle letture de Gli Arancini di Montalbano di Andrea Camilleri e dell’antologia Lingua Madre Duemilasedici. Racconti di donne straniere in Italia, curate dagli allievi della Scuola ODS-Operatori Doppiaggio e Spettacolo. In collaborazione con ATTSAssociazione Torinese Tram Storici, Biblioteche civiche torinesi e Concorso letterario nazionale Lingua Madre. Ingresso gratuito, con partenza ogni 30′ dal capolinea di Piazza Castello (lato Teatro Regio). Sempre domenica, nella suggestiva cornice del Mausoleo della Bela Rosin, in strada Castello di Mirafiori, Assemblea Teatro propone il reading Un omaggio a Manuel Antonio Pina, nell’ambito del progetto Giardino di lettura sostenuto dalla Compagnia di San Paolo, in collaborazione con il Dipartimento di Lingue dell’Università degli Studi di Torino e il Consolato del Portogallo in Italia. Torino che legge, che ha come obiettivo anche la valorizzazione di realtà, aree e spazi particolarmente strategici nell’opera di riqualificazione delle periferie, vede ulteriormente rafforzata la presenza dei quartieri, con le manifestazioni La 5 che legge, 6 che legge, Cavoretto legge, LeggerMente, LIBERinbarriera, Libri in corso, Libri in piazza, connotate da un forte radicamento territoriale, grazie alla sinergia fra i diversi soggetti coinvolti nella filiera del libro. Particolarmente significativa è inoltre la presenza delle scuole, grazie alla collaborazione con il MIUR-Direzione Scolastica Regionale per il Piemonte e con TorinoReteLibri.

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Oltre cinquanta istituti di ogni ordine e grado partecipano con iniziative e attività di lettura ad alta voce nelle classi e sul territorio, gestite direttamente dagli studenti: flashmob, letture musicate e teatralizzate, seminari, convegni per famiglie, insegnanti e cittadini. Fra gli appuntamenti, si segnala il seminario I pubblici della lettura. Modelli di valutazione, analisi, interpretazione, giovedì 21 aprile alle ore 15.00 presso la Biblioteca Arturo Graf dell’Università degli Studi di Torino: un’occasione per approfondire le vie della promozione della lettura, i modelli di analisi e l’interpretazione dei risultati. L’edizione 2017 si contraddistingue anche per l’attivazione del percorso formativo Strumenti e metodi per la promozione della lettura, destinato a bibliotecari, insegnanti e librai, in conclusione del quale, mercoledì 19 aprile alle ore 16.30, Giulio Cederna presenterà l’Atlante dell’infanzia a rischio, a cura di Save the Children e Treccani. Con l’iniziativa Prendi, leggi, scopri e sorprenditi, nell’ambito del Progetto bibliotecario urbano sul Pubblico Dominio a cura del Politecnico di Torino, dell’Università degli Studi e delle Biblioteche civiche torinesi, Torino che legge riprende i temi del Pubblico Dominio e della valorizzazione del patrimonio già disponibile, mettendo a disposizione un catalogo di racconti, articoli, immagini e suggestioni sulla città, gratuitamente scaricabili attraverso QrCode da manifesti, volantini e sticker disseminati in svariati luoghi cittadini: un ulteriore accattivante invito a scoprire nuove letture. Nella stessa settimana si svolgerà Roma che legge, manifestazione gemella nata lo scorso anno sempre su proposta del Forum del Libro, per raccogliere e rilanciare nella capitale l’efficace esempio della “rete” torinese.

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INFO: BCT, tel. 011 01129847/54; Forum del Libro, tel. 011 19923177 settimanaletturatorino@gmail.com; www.torinochelegge.it

L’industria del cinema al 30° Salone del Libro

Si incontrano al Museo Carpano di Eataly per individuare contenuti esclusivi da acquistare e trasformare in film, fiction e prodotti per tv e web

 

Alcune fra le più importanti case di produzione televisive, cinematografiche e new mediaitaliane e internazionali saranno a Torino dal 18 al 20 maggio prossimi per l’IBF – International Book Forum del 30° Salone Internazionale del Libro, con l’obiettivo di individuare contenuti esclusivi da acquistare e trasformare in film, fiction e altri prodotti destinati al grande e al piccolo schermo nonché al web.

 

Ha infatti raccolto ampi consensi nel settore e numerose adesioni la novità dell’IBF 2017, che per la prima volta apre le porte al comparto dell’audiovisivo con la sezione Book to Screen: nella business area destinata agli incontri B2B tra operatori internazionali per la compravendita di diritti editoriali, alla tradizionale presenza di editori, italiani e stranieri, e di agenti letterari, si affianca quest’anno una compagine che conta 40 realtà professionali coinvolte fra produttori, scout, agenti e uffici diritti  e che annovera i marchi più importanti del comparto a livello mondiale.

 

In particolare, fra i produttori italiani hanno formalizzato la propria adesione Cattleya, Kimera film, Tangram, Lucky Red, Bibi Film, Malia Produzioni, Fox, Mediaset, Ascent, Groenlandia, Wildside, Ballandi Arts, Cross Productions, Palomar, 11 Marzo Film.

 

I produttori stranieri sono invece i danesi di Nordisk Film Distribution, i francesi di Studio Canal, dal Regno Unito Film4, Warp Films e DNA Films e Amazon Studio dagli USA. Per quanto riguarda l’attività di scouting, ci saranno le case italiane Titanus, Notorius e Filmauro e dall’estero le statunitensi HBO, Fox, AMC e Netflix.

 

Sul fronte agenti e uffici diritti, le presenze nazionali riguardano Vigevani-Ali-Bernabò, Grandi e Associati, PNLA, Malatesta Agency, Alferij e Prestia, Carpinelli Consulenze editoriali, mentre dall’estero arrivano EFA (Regno Unito), WME (USA), Rogers, Coleridge & White (Regno Unito), Wylie Agency (Regno Unito), David Higham (Regno Unito) e C+W (Regno Unito).

 

Complessivamente l’IBF 2017 vedrà la partecipazione di 313 operatori in rappresentanza di 28 paesi. Sede degli incontri, le sale del Museo Carpano a Eataly.

“I promessi sposi” di Gonin sui muri di Giaveno

Impreziosire le facciate di alcuni edifici del centro storico di Giaveno con affreschi che riproducono le litografie realizzate da Francesco Gonin per l’edizione “quarantana” – l’editio princeps – de I promessi sposi di Alessandro Manzoni, pubblicata nel 1840.

È quanto si propone il progetto “Omaggio a Gonin”, organizzato dall’Associazione Proprietari immobili Centro storico (Pics) Onlus di Giaveno, che è stato illustrato venerdì 14 aprile a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte, alla presenza della vicepresidente dell’Assemblea Daniela Ruffino.

“È mia intenzione, proprio a partire dall’esempio di Giaveno, chiedere alla Giunta regionale di individuare risorse per i privati che realizzano interventi di recupero e abbellimento delle facciate degli edifici dei centri storici – ha dichiarato la vicepresidente Ruffino -. La sinergia tra pubblico e privato rappresenta, anche in questo ambito, una risposta importante per contrastare il declino. Urgono ulteriori sgravi e agevolazioni anche a favore delle aziende che intervengono con proprie risorse per il recupero di edifici storici e spazi urbani. Così come vanno razionalizzate le diverse

proposte presentate in Regione nel corso degli anni per la tutela e la valorizzazione delle attività e delle botteghe storiche del commercio e dell’artigianato piemontese. Su questo m’impegnerò personalmente in Consiglio regionale”.

Il presidente dell’Associazione Marco Marinello e l’assessore alla Cultura del Comune di Giaveno Edoardo Favaron hanno sottolineato che si tratta di un’occasione per mettere l’arte a portata di tutti e invitare alla riscoperta – nel contempo – delle litografie di un artista piemontese di primo piano e di un pilastro della letteratura italiana e hanno annunciato che le prime opere saranno

 Nella foto: Daniela Ruffino, vicepresidente del consiglio regionale del piemonte

visibili entro l’autunno.  

Nel corso dell’evento sono state esposte due edizioni de I promessi sposi: quella a fascicoli della “quarantana”, il cui titolo originale è I promessi sposi – Storia milanese del secolo XVII scoperta e rifatta da Alessadro Manzoni. Edizione riveduta dall’autore, stampato dalla tipografia Guglielmini e Radaelli di Milano, e un’edizione in volume del 1869 e due autoritratti di Gonin risalenti rispettivamente al 1828 e al 1878, illustrati dalla storica dell’arte Barbara Stabielli.

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Pittore torinese ottocentesco, Francesco Gonin (1808-1889) scelse Giaveno come luogo di soggiorno prediletto e vi trascorse lunga parte della propria vita. Collaborò – tra l’altro – alla realizzazione degli affreschi del Palazzo Reale di Torino e del Castello di Racconigi (Cn). Nel 1840 illustrò la cosiddetta edizione “quarantana” de I promessi sposi di Alessandro Manzoni.

www.cr.piemonte.it

 

 

Il Museo del Risorgimento apre a Pasqua

Durante le prossime festività pasquali,  sabato 15 aprile, domenica 16 aprile, lunedì 17 aprile  e martedì 18 aprile 2017, il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino resterà sempre aperto secondo il consueto orario, dalle ore 10.00 alle ore 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00). Costo del  biglietto d’ingresso: intero 10 euro a persona,  ridotto 8 euro.Negli stessi giorni alle ore 15.30 verrà proposta al pubblico la visita guidata all’esposizione museale. Per accedere alle visite guidate non occorre prenotare, è sufficiente presentarsi in biglietteria con 15 minuti di anticipo per essere registrati nel gruppo. Il costo è di 12 euro a persona (comprensivi di 8 euro per il biglietto ridotto + 4 euro per la quota guida). I possessori di Abbonamento Musei , Torino Card e Royal Card pagheranno solo i 4 euro di quota guida.

Info: www.museorisorgimentotorino.it

(foto: il Torinese9

Il jazz tra Barriera di Milano e Porta palazzo

Johnny Lapio, Classe 1980, conseguita la maturità scientifica, si laurea in Scienze dell’Educazione e si qualifica in criminologia presso l’Università Pontificia. Studia la tromba e il pianoforte (ma è attirato anche dal teatro e dalla pittura) si inserisce ben presto nel filone dell’avanguardia sperimentalista di John Cage, avviandosi alla ricerca musicale e in seguito musicoterapica. Si diploma al Conservatorio dell’Aquila, di Cuneo e all’Accademia di Belle Arti di Brescia. Attualmente insegna Nuovi linguaggi della performance, Musicoterapia e Arteterapia presso L’Accademia di Belle Arti di Brescia. Vince numerosi concorsi, residenze e premi sia musicali che artistici, sia nazionali che internazionali, tra cui Real Presence (Belgrado), Premio Speciale di Presidenza (AIL Roma), Giovani Talenti delle Alpi Latine, Movin’up, Premio Speciale Movin’up e molti altri. Compositore, la punta di diamante della sua musica di avanguardia è senza dubbio la collaborazione in atto dal 2013 con il compositore di fama mondiale Sylvano Bussotti.

A questo possiamo aggiungere anche spettacoli come “Gabbie”, una performance multimediale da lui ideata e creata con certosina attenzione, con la partecipazione di eccezionali artisti come Giancarlo Schiaffini al trombone e Carlo Actis Dato al sassofono. Numerose sono le partecipazioni a rassegne, festival e i luoghi nel mondo in cui la sua musica viene eseguita ed è leader di numerose formazioni recensite da prestigiose riviste specialistiche internazionali; per citarne alcune Porta Palace Collective, Arcote Project, Torino Performing Orchestra. Proprio la critica francese ha definito Johnny Lapio una delle più belle scoperte dell’avanguardia italiana degli ultimi anni. Durante l’edizione 2015 del Torino Jazz Festival, ha partecipato all’eccezionale performance del Museo Egizio, in cui Anthony Braxton ha diretto settanta musicisti per otto ore in versione peripatetica fra gli spazi del Palazzo dell’accademia delle scienze, gioiello barocco di Guarino Guarini. Braxton, rimasto sorpreso dalla creatività di Lapio, l’ha voluto in America nella sua Tri-Centric Foundation, per un’importante tournée nel New Mexico con il sassofonista Chris Jonas. In questa occasione ha partecipato in qualità di trombettista alla Prima Mondiale di “Sketches in the Garden III: Home”. Ma le collaborazioni continuano con Baba Sissoko, Satoko Fujii, Natsuki Tamura, Rob Mazurek e numerosi altri artisti.

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 Ha fondato ed è direttore artistico dell’Associazione “Arcote” situata in via Cuneo, realtà divenuta ormai internazionale, fucina di complicità creative generate dal jazz utilizzato anche come mezzo di riqualificazione culturale urbana. Da più di dieci anni l’associazione ha portato in pianta stabile nei quartieri critici di Torino il jazz e le artiterapie mettendo in atto un’azione educativa senza precedenti. L’atelier è fortemente legato alla realtà di Porta Palazzo e dintorni, zona da cui Lapio è partito per diffondere la sua musica nel mondo, progetto che sta attuando attraverso tournee e collaborazioni di calibro mondiale gemellando lo stesso quartiere con realtà artistiche internazionali. Al nostro Johnny, custode geloso dell’anima di Porta Palazzo, si sono spalancate da tempo le strade internazionali e ora l’aspetta una importante e prestigiosa tournee in Giappone, ulteriore occasione per portare il made in Torino nel mondo.

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www.arcote.com

Festival Vivaldi, che successo!

Il Festival Antonio Vivaldi, che sta coinvolgendo il pubblico torinese, e non solo, con concerti, mostre, proiezioni e incontri dedicati alla figura del grande compositore veneziano, è arrivato alla metà del suo percorso.

Una fra le caratteristiche più rilevanti di questo Festival – evidenzia l’Assessora alla Cultura della Città di Torino, Francesca Leon – è il coinvolgimento di tante realtà culturali, e non soltanto musicali, che hanno permesso di creare un programma così vasto. Sono, infatti, ben 21 le Istituzioni e associazioni che sono state coinvolte. Un vero e proprio sistema che credo sia davvero un esempio di grande coesione di intenti che sarà da modello anche per altri eventi culturali”.

Ieri sera, con un tutto esaurito, il Teatro Regio ha messo in scena, per la prima volta nella sua storia, l’opera vivaldiana L’incoronazione di Dario, dramma in tre atti, su libretto di Adriano Morselli, con Ottavio Dantone alla direzione dell’Orchestra del Regio.

Il fatto entusiasmante – sottolinea Gastón Fournier-Facio coordinatore del Festival Antonio Vivaldi – è che sono andati esauriti anche tutti i precedenti concerti: le Suonate a due violini di Leclair e Vivaldi, eseguite magnificamente al Conservatorio da Giuliano Carmignola e Mario Brunello, a cura dell’Unione Musicale, quelli dell’Archicembalo, dell’Associazione Concertante-Progetto Arte&Musica, dell’Ensemble d’Archi dell’Orchestra Sinfonia Nazionale della Rai e dell’Astrée dell’Accademia Montis Regalis presso l’Auditorium Vivaldi della Biblioteca Nazionale Universitaria (registrando code prima dell’apertura fino a Piazza Carignano); nonché il concerto dell’Associazione Culturale Organalia presso il Tempio Valdese, il concerto dell’Astrée presso il Castello di Miradolo(in occasione della raffinata mostra Tiepolo e il Settecento veneto), quello delle Otto Stagioni di Vivaldi e Piazzolla al Teatro Regio di Torino e quello dell’Orchestra Filarmonica di Torino al Conservatorio”.

Molto pubblico ha seguito anche le manifestazioni collaterali: L’approdo inaspettato (la grande mostra dei manoscritti torinesi di Vivaldi presso la Biblioteca Nazionale), gli Studi per l’Incoronazione (la mostra sul progetto dell’Accademia Albertina di Belle Arti per le scene e i costumi dell’operaL’incoronazione di Dario di Vivaldi presso il Teatro Regio), la presentazione del libro L’Affare Vivaldi di Federico Maria Sardelli sul destino dei manoscritti autografi di Vivaldi custoditi dalla Biblioteca Nazionale Universitaria (presso la stessa Biblioteca e alla presenza dell’autore), l’Intervista impossibile ad Antonio Vivaldi a cura dell’Associazione Baretti (sempre alla Biblioteca Nazionale), e la Conversazione di Simone Solinas con il direttore d’orchestra Ottavio Dantone e il regista Leo Muscato, responsabili del nuovo allestimento di L’incoronazione di Dario, presso il Piccolo Regio Puccini.    “Sapevamo della grande popolarità della musica del Prete Rosso, – conclude Gastón Fournier-Facio –ma vedere tutta la città di Torino, giorno dopo giorno, seguire con tale entusiasmo, al di là di ogni aspettativa, ognuna delle diverse manifestazioni di un Festival così denso e nutrito, è un fatto incoraggiante, che dimostra ancora una volta lo spessore della cultura torinese”. “Grande successo hanno riscontrato anche le dirette su Facebook. Questa formula innovativa – evidenzia l’Assessora Leon – ha raggiunto l’obiettivo di coinvolgere nuove fasce di spettatori e di promuovere il Festival Antonio Vivaldi e Torino. Infatti, oltre 27mila sono state le visualizzazioni per i primi cinque concerti e quindi anche l’utilizzo di Facebook ha avvicinato Vivaldi a nuovi pubblici”. Il format su Facebook, a cura della Città di Torino, dà la possibilità di ascoltare una breve presentazione del concerto, con il contributo di un’intervistatrice e di un artista, assistendo ai primi minuti dell’esibizione musicale all’indirizzo:  www.facebook.com/cittaditorino

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Il Festival Antonio Vivaldi continuerà fino al 23 aprile.

INFO: www.comune.torino.it/festivalvivaldi