CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 696

Il cruento “non uccidere” di Mel Gibson, la crudele bellezza della battaglia

Mel Gibson, lo si sa, non è uomo dalle mezze misure e usando la macchina da presa per la descrizione della violenza lo fa in maniera autentica, con il rischio per qualche animo reso più frastornato che il tutto sia visto eccessivo e pericoloso. Non sono espedienti da grand guignol, come non è compiacimento, è realismo che può aggredire la passione di Cristo o l’epopea di Apocalypto e che oggi ritroviamo a dieci anni di distanza da quest’ultimo titolo nella Battaglia di Hacksaw Ridge, presentato con successo a Venezia fuori concorso nel settembre scorso.

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La storia narrata è quella umana e vera di Desmond Doss scomparso una decina di anni fa, un giovane timorato di Dio, appartenente alla Chiesa avventista del Settimo Giorno, che in casa deve reggere i traumi di un padre reduce della Grande Guerra e che in pubblico ama gareggiare con il fratello in mezzo ai boschi della Virginia o lasciarsi completamente innamorare dai begli occhi di una ragazza e amoreggiare portandosela al cinema e chiederla in sposa all’incontro successivo.V Allo scoppio della guerra, mentre i musi gialli visti come il diavolo distruggono Pearl Harbour, anche per Desmond arriva l’ora dell’arruolamento, con la piccola Bibbia nel taschino e con la promessa che non imbraccerà mai un fucile. Arrivano l’addestramento, dove il sergente Vince Vaughn sembra uscito dai fotogrammi di Full Metal Jackett, i commilitoni che lo etichettano come vigliacco, le percosse in camerata nel cuore della notte, un tribunale militare che lo dovrà giudicare e possibilmente condannare. Ma Desmond rimane inflessibile, chiudendo la prima parte del film che ne mette gloriosamente in risalto le doti morali e si dimostra come un onesto prodotto dell’Hollywood più ammirevole. Buttando anche un occhio il vecchio e osteggiato Gibson, che conosce il cinema e lo sa splendidamente fare, a certi vecchi titoli, per cui quella atmosfera di pacifismo, accettato o meno ma pur sempre combattuto dentro ogni animo difensore e onesto, ti fa ritornare alla mente Il soldato York di Hawks o La legge del fucile di Wyler o il vecchio e dimenticato Non uccidere (“Tu ne tuera point”) di Autant-Lara.

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Si apre una seconda parte, con indimenticabili scene di battaglia che ti portano alla difesa delle sei nomination all’Oscar, dove Desmond a fianco dei compagni della 77ma Divisione di fanteria che scalano il roccione di Okinawa e avanzano, privo di armi, combatte e sfugge come chiunque altro, coprendosi di merito (primo obiettore della storia americana, riceverà a conflitto concluso da Truman la Medaglia d’onore) nell’assistere e nel portare in salvo più di settanta uomini, spaventati, feriti, con le carni ridotte a brandelli. In immagini che inseguono per “bellezza” i venti minuti iniziali di Salvate il soldato Ryan di Spielberg, alla scoperta dei giapponesi che spuntano da ogni parte e che sono votati al suicidio, Gibson non fa sconti circa la “crudeltà” del racconto, riempiendolo di HACK FILM2particolari raccapriccianti, facendoci sentire tutto l’odore e il sangue di una battaglia, con i corpi sventrati, gli arti mutilati, gli esseri che esplodono nel fuoco degli attacchi. E non nascondendoci nulla vince, facendoci ancor più ammirare e amare il messaggio – francamente evangelico – del protagonista, il suo affanno e la sua disperazione, il suo darsi completamente agli altri (mentre fa calare dall’alto della muraglia, con provvidi mezzi di fortuna, un compagno, sussurra “ti prego, Signore, fammene trovare ancora un altro”), proprio in quella carneficina confermando il messaggio di non-violenza e di pace ricercata a ogni costo. Confermando la dualità che attraversa l’essere umano oggi, quotidianamente, la ricerca del non uccidere e l’estremo realismo di un nemico che sta alla porta. Circondato da un bel gruppo d’attori, Andrew Garfield, uscito di recente e con successo dalle nebbie del Seicento nipponico ricostruite per Silence da Scorsese, aspira giustamente all’Oscar e si conferma come uno degli attori trentenni più interessanti e drammaticamente concreti.

Lucia Poli e Milena Vukotic, gran prova d’attrici

materassi1È stato lungo il successo di Sorelle Materassi attraverso il Novecento, dalla sua comparsa nel 1934, quando Aldo Palazzeschi lo diede alle stampe. Il ritratto di un’Italia degli affetti e delle pazzie, del lavoro e della china verso lo sbando completo, magari in gran segreto un grido d’allarme contro il fascismo, con i carnefici e le vittime, i fuoriusciti e la ricostruzione. Il successo del romanzo prima, poi il film di Poggioli nel ’43 con Emma e Irma Gramatica, lo sceneggiato televisivo del ’72 con i volti di Sarah Ferrati e Rina Morelli, un’edizione teatrale con il duo Masiero/Barzizza.  Oggi, dopo il debutto la scorsa estate al festival di Borgio Verezzi, arriva sul palcoscenico del Carignano per la stagione dello Stabile torinese l’eccellente adattamento di Ugo Chiti, interpreti principali Lucia Poli e Milena Vukotic. Ancora una volta i ritratti delle due abili quanto appassionate e appagate “cucitrici di bianco” di una clientela fatta soprattutto della ricca borghesia dei dintorni, da sempre chiuse nella loro casa di Santa Maria di Coverciano a metter da parte il denaro raccolto con il lavoro, rimettendo in piedi le sorti di una famiglia in precedenza più che sconnesse, a mantenere una domestica e una sorella che se ne è tornata lì a seguito di un matrimonio finito in disastro.

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Ma ecco che in casa irrompe un nipote, il figlio di una quarta sorella defunta, un bel ragazzo sfrontato e arrivista, che sa far leva sugli affetti delle zie, che nel cuor della notte invita gruppi d’amici per (più di) un boccone, che al primo desiderio di motociclette o rombanti motori di un’industria automobilistica che galoppava in quell’Italia con grande successo è immediatamente appagato, che specula e obbliga le povere Carolina e Teresa a firmare cambiali, che dilapida una fortuna e che se ne volerà in America con la cinguettante ereditiera di turno, lasciando le due zitelle a rimmeggersi nel proprio lavoro nel nuovo tentativo di uscire da una povertà che ha rimesso i piedi in casa loro. Nella velocità della serata (90’ scarsi) compresa in un solo atto, con le varie fasi in progressione della vicenda spezzate dal buio e dai cambi a vista, nella semplice scena di Roberto Crea, nei costumi conmaterassi 3 quelle punte di grottesco inventati da Andrea Viotti e collaboratrici, soprattutto con la impalpabile, oltremodo rispettosa di Geppy Gleijeses, è chiaro che il perno dell’intera vicenda appaiono Carolina e Teresa e su quel perno Poli e Vukotic si piazzano con grande umanità e spavalderia e se lo giostrano che è un piacere. La prima giocando tra toni d’affetto e stizze improvvise e subito sopite, con quel tanto di acidume che non guasta, e sfruttando con simpatia termini e inflessioni vernacolari, la seconda si costruisce la sua gran prova tra il dolente e il disperato bisogno di riversare sullo scavezzacollo tutto il suo amore. Marilù Prati è giustamente agguerrita nella sua Giselda che pare essere l’unica a vivere con i piedi per terra, della Niobe Sandra Garuglieri mette in luce le sembianze popolari e Gabriele Anagni (giovane volto televisivo tra “Il medico in famiglia “ e “Un posto al sole”) sfodera sicurezza per il suo Remo. Si respira aria d’altri tempi ma il successo, per quanto l’abbiamo saggiato in una delle repliche, è stato più che pieno, anche da parte dei giovani che affollavano la sala.

 

Elio Rabbione

Alessandro Siani e Christian De Sica dallo schermo al palcoscenico

Strappò risate e molti biglietti al botteghino, con i suoi 15 milioni d’incasso, Il principe abusivo quando nel febbraio del 2013 comparve sugli schermi. Alessandro Siani stava per la prima volta dietro la macchina da presa e vinceva la scommessa, dopo i successi di Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord, altri campioni d’incassi, dopo la maschera tutta partenopea che si andava creando, intrisa di vizi e di virtù. Dopo si sarebbero susseguiti altri interventi televisivi, monologhi sanremesi, nuovi personaggi costruiti con bella scrittura e diretti in un solco di simpatia e bravura che a parere di molti lo promuove a erede di Massimo Troisi. Siani si schermisce, “Massimo è Dio e io sono un semplice chierichetto”, ma continua a correre imperterrito attraverso osanna e risate e pienoni di sala.

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Da domani, e fino a domenica 12 (da mercoledì 8 fino a sabato alle ore 20,45, domenica alle ore 15,30), è all’Alfieri di Torino, per la stagione in abbonamento del “Fiore all’occhiello”, con la versione teatrale, pure da lui diretta, del suo grande successo cinematografico di quattro anni fa. “Il principe abusivo – sottolinea Siani – è stato il mio film d’esordio, accolto con grande affetto dal pubblico, un affetto che mi ha trascinato a progettarne una versione teatrale. Un adattamento con tante sorprese nel cast, con tante novità musicali. Una favola moderna che parla di ricchezza e povertà. Si dice che il ricco trova parenti tra gli sconosciuti, il povero trova sconosciuti tra parenti”. Ecco quindi ancora una volta, in palcoscenico, le avventure di Antonio De Biase, persona oltremodo “povera, volgare e incolta”, un tipo squattrinato cronico, che proviene da uno dei quartieri più disagiati della città partenopea, che sbarca il lunario lavorando come cavia volontaria per i test di case farmaceutiche e campa grazie all’inaugurazioni di gelaterie, pizzerie ed enoteche.

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Avventure che incrociano – grazie al ciambellano di corte, Anastasio, interpretato come al cinema da un formidabile Christian De Sica, tornato alla commedia dopo i personalissimi successi dei suoi one man show, uno per tutti Cinecittà – quelle della principessa Letizia, erede di un piccolo stato dell’Europa nord-occidentale, che il vecchio padre vorrebbe dare in sposa al figlio del sovrano del Belgio per esclusivi motivi economici. Il ciambellano dovrà escogitare un mezzo per cui, da tempo dimenticata, Letizia torni ad occupare le riviste scandalistiche ed il gossip: e allora perché non coinvolgere lo squattrinato De Biase, il “soggetto ideale”, nel ruolo di principesco innamorato fino alle nozze, salvo poi far saltare all’ultimo tutto quanto grazie a certe foto che lo ritraggono con una più che avvenente escort… Ma non tutto andrà come previsto e anche il maggiordomo cadrà vittima di quegli stessi disegni che avrà escogitato. 

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Accanto a loro, tra gli altri, Elena Cucci nel ruolo della principessa, Luis Molteni che è il re e Stefania De Francesco che come cugina di Antonio, Jessica Quagliarulo, farà girare la testa del ciambellano. Le musiche sono affidate al maestro Umberto Scipione, la scenografia è firmata da Roberto Crea, le coreografie da Marcello Sacchetta e i costumi da Eleonora Rella.

 

Elio Rabbione

fotografie di Francesco Squeglia

 

 

Libri in Luce, ad Alpignano è festa di cultura

libri alpigDal 10 al 12 febbraio tanti volumi, 23 incontri, 50 relatori, 5 mostre. Domenica 12 c’è l’anteprima nazionale di “One Billion Rising – Un miliardo di voci contro la violenza su donne e bambini”

 

“Libri in Luce” cala il tris. La terza edizione della Festa del Libro di Alpignano si terrà al Movicentro (piazza Robotti), proprio accanto alla stazione ferroviaria. Da venerdì 10 a domenica 12 febbraio l’edificio si trasformerà in un gigantesco contenitore di cultura. «A San Valentino regala un libro» è il leit motiv dell’edizione 2017 di Libri in Luce, organizzata da Lettera Ventitré e Comune di Alpignano con il patrocinio della Regione Piemonte e sotto la direzione artistica dei giornalisti Chiara Priante e Salvo Anzaldi.

 

Libri in Luce è la Festa del Libro di Alpignano: una rassegna che per tre giorni consecutivi richiama una serie di scrittori, giornalisti e artisti chiamati a presentare i rispettivi lavori o performance artistiche. Negli stand ogni tipo di volume: da quelli appena usciti ai best seller, da quelli legati al territorio e alla storia piemontese a quelli che si richiamano al tema dell’edizione di quest’anno.

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Il battesimo di Libri in Luce 2017 sarà tutto per le scuole secondarie di primo grado: a loro sarà dedicata l’intera mattinata di venerdì 10. Alle ore 18,30 della stessa giornata è invece prevista l’inaugurazione della Festa del Libro 2017, affidata a Pier Franco Quaglieni, fondatore e direttore del Centro Pannunzio, che proporrà una lectio magistralis a partire dal suo volume “Figure dell’Italia civile”, appena pubblicato da Golem Edizioni. Con lui dialogheranno la storica Bruna Bertolo e il Vice Presidente del Consiglio Regionale Nino Boeti.

Sabato 11 e domenica 12 febbraio il Movicentro sarà aperto senza interruzioni dalle 10 alle 20 e ospiterà una lunga serie di presentazioni di autori ed editori in prevalenza locali. Nel pomeriggio di domenica ci sarà spazioquaglieni2 anche per l’anteprima nazionale del flash mob “One Billion Rising – Un miliardo di voci contro la violenza su donne e bambini”, a cura di MAC Movimento Arte Creatività, The Risers and the Others. Mentre la chiusura della Festa sarà salutata dal lancio di lanterne luminose con frasi e messaggi d’amore. Tutti gli appuntamenti di Libri in Luce saranno rigorosamente a ingresso libero.

 

Nei giorni di Libri in Luce il Movicentro ospiterà anche le mostre del Consiglio Regionale del Piemonte “L’agroalimentare in Piemonte – I brand che hanno fatto la storia”, “La donna immaginata, l’immagine della donna” e “Sport e sportivi piemontesi come non li avete mai visti”. Una quarta mostra presenta la collezione di antiche macchine da scrivere e antiche stampe della famiglia Rosotti di Alpignano. Infine, l’ultima mostra è dedicata alle erbe medicinali dei fratelli Gramaglia di Collegno. Uno stand di Poste Italiane saluterà l’evento con un annullo filatelico ad hoc. L’ingresso a “Libri in Luce” e a tutti i suoi appuntamenti è gratuito.
Il programma

 

L’inaugurazione della terza edizione di Libri in Luce avverrà venerdì 10 febbraio alle 18,30: dopo che lo scorso anno la rassegna si era aperta con Piero Bianucci, fondatore di Tutto Scienze, quest’anno la lectio magistralis di apertura è affidata a Pierfranco Quaglieni, docente e saggista di storia contemporanea, fondatore e direttore del Centro Studi “Pannunzio” di Torino, che presenta ad Alpignano il suo nuovissimo libro “Figure dell’Italia civile”.

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Sempre venerdì, per la prima volta nella sua storia, il salone accoglierà le scuole (di mattina): è stato pensato un incontro con le classi della secondaria di primo grado di Alpignano con un bel libro che parla di storia e di misteri del territorio. Nico Ivaldi presenta, infatti, “Castelli Maledetti. Piemonte e Valle d’Aosta”, che narra, tra le altre, anche storie di manieri locali, come quello di Condove.

Sabato ampio spazio al territorio, con autori come Fabrizio Nestore Beccari (“Il segreto di Cruto”, Eus Edizioni) e l’egittologa Corinna Rossi (“L’ultima luce”, Sillabe Edizioni), con la rivolese Carla Campanella (“Uno sguardo oltre la ferrovia. Venti giorni in Bangladesh con i bambini Tokai”) e Giordana Cavalli (“Tutti gli occhi del mondo. Bangladesh viaggio nella realtà dei Tokai, bambini di strada”).

Sempre sabato tanta narrativa. Stefano Garzaro presenta “Funky Monkey – Liberi di alzare la voce”, edizioni Pintore, che sta riscuotendo successo e interesse dei critici. Il giovane Claudio Marinaccio, che sta girando l’Italia con “Come un pugno”, edito da Feltrinelli, arriva ad Alpignano per presentarlo, moderato da Ugo Splendore, vice direttore di Luna Nuova. Poi l’attualità con la giornalista Gabriella Serravalle e “Un calcio alla Sla” (Ananke) e le donne: Olimpia Orioli, cittadina onoraria di Alpignano, giunge appositamente da Matera per presentare in anteprima “Dal Naufragio al volo”. Olimpia è la mamma di Luca Orioli, uno dei fidanzatini di Policoro, un assassinio che cerca ancora giustizia.

Quindi la presentazione del libro di Fabio Bonacina e Mariangela Palmisano, “Francobolli da Chef”, Vaccari editore per Poste Italiane: quattro menù, ognuno da quattro portate, ispirati da diciotto cartevalori, con il coinvolgimento di Antonino Cannavacciuolo, Enrico Crippa, Niko Romito e Simone Salvini.

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Quindi arriva da Brescia Alice Pace per uno dei libri più curiosi e interessanti recentemente usciti: “HOT. La scienza sotto le lenzuola”, edito dall’apprezzata casa editrice scientifica Codice Edizioni (sarà presente ad Alpignano anche il direttore editoriale di Codice, Stefano Milano).

Domenica, quindi, si inizia alle 10 con Enrico Bassignana e “I nonni dicevano – Consigli di vita e saperi pratici”, Priuli & Verlucca Editore. Sempre domenica la cerimonia di premiazione dei laureati 2016. Lo scorso anno l’orazione fu affidata a Mario Turetta, alpignanese e direttore della Reggia di Venaria. Nel 2017 madrina e relatrice è Chantal Balbo di Vinadio, autrice di “Lo Zio Max – Massimo d’Azeglio. Intervista im-maginaria al nipote”.

Quindi, ancora narrativa, con due promettenti esordienti: Simona Cocola presenta “Particelle di profumo alla lavanda”, Sillabe di Sale editore, e Luigi Bonomi, “Una squadra improbabile”, Spunto edizioni, due storie accomunate anche dal periodo storico di ambientazione, la seconda guerra mondiale.

E poi protagoniste le donne, vista la ricorrenza del 14 febbraio e del One Billion Rising con libri ma non solo. Gli organizzatori del grande flash mob di One Billion Rising di Torino (di norma in programma in piazza Castello), quest’anno hanno scelto Alpignano per dar vita alla loro perfomance in anteprima nazionale (alle 16 di fronte al Movicentro). Inoltre letture e momenti teatrali.  E ancora donne con ToriNoir “La donna al centro del giallo. Amore e morte nelle pagine d’autore”. Dalla Toscana arriva poi ad Alpignano Elena Guerrini che presenta “Bella tutta! I miei grassi giorni felici”, Garzanti Libri.

Chiude Beppe Gandolfo, inviato del Tg5, con “Un anno in Piemonte”. Ospite Elena Piastra, vicesindaco di Settimo Torinese, che racconta “Il grande sogno di Settimo capitale della cultura”.

 

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libri alpig9LIBRI IN LUCE 2017 Festa del libro di Alpignano – Terza edizione. Movicentro di Alpignano, piazza Robotti (stazione ferroviaria), 10, 11 e 12 febbraio 2017. Ingresso libero «A SAN VALENTINO REGALA UN LIBRO»

 

 

 

VENERDI’ 10 FEBBRAIO

Orario d’apertura: 10-13 e 18,30-20.

 

Ore 10-13. Apertura per le scuole secondarie di primo grado

Ore 10. Nico Ivaldi, “Castelli Maledetti. Piemonte e Valle d’Aosta”, editrice il Punto. Modera Alberto Tessa, giornalista de La Valsusa.

Ore 11. Lezione del Prof. Maurizio Vivarelli: “L’evoluzione del libro: dalle prime stampe alla forma digitale – Le ‘Storie naturali’ di Primo Levi”.

Ore 12. Incontro con la Stamperia Tallone di Alpignano e proiezione de “Il mestiere del libro”.

 

Ore 18,30-20 Inaugurazione.

Ore 18,30. Lectio Magistralis di Pierfranco Quaglieni, fondatore e direttore del Centro Pannunzio, “Figure dell’Italia civile”, Golem Edizioni.

Introduce Bruna Bertolo, giornalista e scrittrice, e Nino Boeti, Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio Regionale del Piemonte.

Vin d’honneur e rinfresco.

 

 

 

SABATO 11 FEBBRAIO

Orario d’apertura: 10-20.

 

Ore 10. Fabrizio Nestore Beccari, “Il segreto di Cruto”, Eus Edizioni.

Corinna Rossi, “L’ultima luce”, Sillabe Edizioni.

Modera la Professoressa Laura Gaudenzi.

Ore 11. Carla Campanella, “Uno sguardo oltre la ferrovia. Venti giorni in Bangladesh con i bambini Tokai”.

Giordana Cavalli, “Tutti gli occhi del mondo. Bangladesh viaggio nella realtà dei Tokai, bambini di strada”.

Modera Piera Croce.

Ore 12. Stefano Garzaro, “Funky Monkey – Liberi di alzare la voce”, edizioni Pintore.

 

Ore 14. Incontro con la Fondation Barry del Gran San Bernardo (Svizzera). Con la partecipazione dell’associazione Aslan di Alpignano.

Ore 14,30. Federica Alessi, “Tutto il resto di te” e“La donna fenice – Violenza (in)finita”. Con Veronica Pigozzo, editor.

Ore 15. Noria Nalli, “Avventure semiserie delle mie gambe”, Golem Edizioni.

Ore 15,30. Gabriella Serravalle, “Un calcio alla Sla”, Edizioni Ananke.

Intervengono Marco Scelza, affetto da Sla, la moglie Carmela, il giornalista e scrittore Darwin Pastorin.

Ore 16,15. Claudio Marinaccio, “Come un pugno”. Modera Ugo Splendore, vicedirettore di Luna Nuova.

Ore 17. Olimpia Orioli presenta in anteprima “Dal Naufragio al volo”.

Ore 18. Fabio Bonacina e Mariangela Palmisano, “Francobolli da Chef”, Vaccari editore per Poste Italiane.

Modera Antonella Mariotti, giornalista de La Stampa.

Ore 19. Alice Pace, “HOT. La scienza sotto le lenzuola”, Codice Edizioni. Interviene Stefano Milano, direttore editoriale Codice.

A seguire. Aperitivo piccante offerto dall’Associazione Calabresi di Alpignano e Caselette.

 

 

 

DOMENICA 12 FEBBRAIO

Orario d’apertura: 10-20

 

Ore 10. Enrico Bassignana, “I nonni dicevano – Consigli di vita e saperi pratici”, Priuli & Verlucca Editore.

Ore 11. Cerimonia di premiazione dei laureati 2016.

Chantal Balbo di Vinadio, “Lo Zio Max – Massimo d’Azeglio. Intervista im-maginaria al nipote”, editore SVpress. Modera la Professoressa Rosa Maria Parrinello.

Ore 12. Simona Cocola, “Particelle di profumo alla lavanda”, Sillabe di Sale editore.

Luigi Bonomi, “Una squadra improbabile”, Spunto edizioni. Modera Jessica Pasqualon, giornalista.

 

Ore 14,15. Incontro con Diletta Tonatto e i “Profumi d’amore”.

Ore 14,45. ”Progetto Baltaro”: il commissario Martini rivive nella riedizione dei romanzi di Gianna Baltaro, a cura di Golem Edizioni. Interviene Maurizio Blini.

Ore 15,15. Patrizia Durante, “Mani impure”, Golem Edizioni. Modera Carmen Taglietto, giornalista de La Valsusa.

Ore 16. Flash mob:“One Billion Rising – Un miliardo di voci contro la violenza su donne e bambini”. Anteprima nazionale.

Letture e performance a cura di MAC Movimento Arte Creatività, The Risers and the Others.

Ore 17. ToriNoir: la donna al centro del giallo. Amore e morte nelle pagine d’autore. Con i giallisti Massimo Tallone, Maurizio Blini, Enrico Pandiani e Patrizia Durante.

Ore 18. Elena Guerrini, “Bella tutta! I miei grassi giorni felici”, Garzanti Libri.

Modera Eva Monti, giornalista di Luna Nuova.

Ore 19. Beppe Gandolfo, “Un anno in Piemonte”, EnneCi Communication. Con Elena Piastra, vicesindaco di Settimo Torinese, e Alberto Milesi, direttore di Borgate dal Vivo. Modera Luca Schilirò, giornalista.

Ore 20. Chiusura della rassegna: lancio di lanterne luminose con frasi e messaggi d’amore.

 

 

 

SPAZIO MOSTRE E COLLEZIONI

Al Movicentro nei giorni di “Libri in Luce” saranno esposte tre mostre a cura della Regione Piemonte: “L’agroalimentare in Piemonte – I brand che hanno fatto la storia”, “La donna immaginata, l’immagine della donna” e “Sport e sportivi piemontesi come non li avete mai visti”, nonché la collezione di antiche macchine da scrivere e antiche stampe della famiglia Rosotti di Alpignano e la collezione di erbe medicinali dei fratelli Gramaglia di Collegno. L’ingresso a “Libri in Luce” e a tutti i suoi appuntamenti è gratuito.

Nelle verdi vallate dei tassi

alasia 2Gianni Alasia, comandante partigiano e prestigioso ex dirigente sindacale torinese morto a ottantotto anni due estati fa, tra le sue tante pubblicazioni aveva particolarmente a cuore un libro – “Nelle verdi vallate dei tassi: la libertà” – in cui raccontò la Resistenza attraverso le gesta degli animali che diedero vita alla “banda della Spinoncia”. Una “banda” partigiana che, muovendosi tra la valle dell’Erno  e il monte San Salvatore ( che domina l’abitato di Massino Visconti), rende ancora più dolce e, paradossalmente, più umana la vicenda storica che si dipana tra la fine dell’estate del 1943 e la primavera del 1945. L’ambiente è quello del Vergante, zona collinosa ( di “mezza costa” ) tra il lago Maggiore e il Mottarone, dalle cui pendici nasce il torrente Erno che, dopo aver inciso una profonda e verdissima valle, sfocia nel Lago Maggiore a Solcio di Lesa. I boschi circostanti offrono la scenografia naturale che fa da sfondo alle imprese  dei protagonisti che tassi alasiasono quasi tutti animali, tranne i fascisti e gli invasori “alemanni“. Come dire che, per quel che si vide e per quel che si ebbe a subire, erano di gran lunga migliori gli animali degli umani in  divisa bruna o in camicia nera. Tra le pagine scritte da Alasia troviamo i tassi che, pur d’indole pacifica, non esitano ad imbracciare le armi per difendere la loro terra e conquistare la libertà, pagando un prezzo alto come nel caso del Grande Tasso Ubaldo che muore, fulminato da una pallottola, mentre difende la zona liberata della Val d’Ossola. Al fianco dei tassi troviamo gli spinoni, canidi progressisti e generosi, ed i dobermann georgiani che disertano e che trovano in Petrovic una guida che li porterà nelle file della Resistenza. Di animali, nella storia, se ne trovano tanti altri: le simpatiche e coraggiose “tassine” ( che rappresentano, con originalità, le donne nella resistenza:staffette, contadine, alpigiane e madri di famiglia  che aiutarono i partigiani), la volpe Renard, il falco, i San Bernardo che lavorano per i servizi segreti al confine elvetico . Tutti, quasi con naturalezza, al momento giusto sapranno “scegliersi la parte”. Una favola dal sapore tragicomico che trae chiaramente ispirazione del greco Esopo, dal latino Fedro, ma anche da La Fontaine e Orwell , alasia chiesadove le figure degli animali sono allegoriche, attraverso le quali racconta la realtà quotidiana. Un modo originale per mettere in risalto alcuni tipici comportamenti umani, ma soprattutto una denuncia sociale in un mondo duro e crudele in cui dominavano i rapporti di forza tra gli uomini. Gianni teneva molto a quest’ultimo racconto, quasi rappresentasse una sorta di testamento, un congedo anticipato dalla vita, dagli uomini, dal mondo, quasi volesse affidarvi un messaggio che non deve essere disperso; “Molte di quelle speranze sono state deluse” vi scriveva “Ma non c’è da perdersi d’animo. In fondo i tassi ci sono ancora”. E la Resistenza, non è mai finita. Anche Gianni Alasia è tornato, per sempre, nella valle dell’Erno. Riposa, al fianco di sua moglie – l’amata Pierina, originaria di quei luoghi – nel piccolo cimitero di Comnago, minuscola frazione di Lesa. Oltre ai suoi insegnamenti di coerenza e di passione civile, ha lasciato a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incrociare il loro cammino con il suo, questo libro originale e prezioso.

 

Marco Travaglini

Al via “Cinema in verticale”

La rassegna dal 16 febbraio al 7 aprile 2017 a Caprie, Condove, Giaveno, Orbassano, San Giorio di Susa, Venaus e Villar Dora. Ingressi gratuiti – www.valsusafilmfest.it

12 appuntamenti in 5 comuni della Valle di Susa e in 2 Comuni della Val Sangone con filmati su tematiche legate alla montagna, alla sua cultura e ai suoi sport, presentati e dibattuti con autori, protagonisti ed esperti. Tra gli ospiti Nicolò Bongiorno, che apre la rassegna il 16 febbraio a Condove, Marco Camandona, Roberto Mantovani, Nico Valsesia, Luigi Cantore, Francesco Torre, Renzo Luzi ed il Gruppo 71° Parallelo.

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Si svolge nel periodo compreso tra il 16 febbraio e il 7 aprile 2017 la XIX edizione di “Cinema in Verticale”, rassegna sul cinema e la cultura di montagna che viene organizzata dall’associazione Gruppo 33 di Condove come anteprima del Valsusa Filmfest, festival sul recupero della memoria storica e sulla difesa dell’ambiente la cui XXI edizione inizierà il 31 marzo. La rassegna affronta varie tematiche legate alla montagna come l’alpinismo e altri sport legati alla verticalità, l’esplorazione, la salvaguardia dell’ambiente e delle specie animali, la cultura, la vita e le abitudini di piccole e grandi comunità montane.  In ogni appuntamento, oltre alla proiezione di filmati, sono presenti ospiti quali autori e protagonisti delle immagini, alpinisti, guide alpine, scrittori, giornalisti, esperti ed appassionati per dibattere ed attualizzare i temi.  La rassegna è stata ideata come anteprima del Valsusa Filmfest nel 1999 per riservare attenzioni e riflessioni specifiche alla montagna che per gli abitanti della Valle di Susa riveste significati importanti. Nel corso degli anni è diventato un appuntamento molto atteso che richiama un numeroso pubblico e svolge anche un’importante funzione di aggregazione e divulgazione culturale.  I 12 appuntamenti, sempre ad ingresso gratuito, si svolgeranno nei Comuni di Caprie, Condove, San Giorio di Susa, Venaus e Villar Dora in Valle di Susa e nei Comuni di Giaveno e Orbassano nella limitrofa Val Sangone. 
Gli ospiti sono Nicolò Bongiorno, Marco Camandona, Roberto Mantovani, Nico Valsesia, Luigi Cantore, Francesco Torre, Renzo Luzi ed il Gruppo 71° Parallelo.
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La rassegna si aprirà giovedì 16 febbraio al Cinema di Condove alle ore 21 con NICOLÒ BONGIORNO, figlio dell’indimenticato Mike,  che presenta il suo film “Cervino la montagna del mondo”, una storia che si sviluppa su più piani narrativi in un meraviglioso viaggio attraverso il tempo, a contatto con la saggezza della natura più selvaggia e alla ricerca di una nuova “via” dentro se stessi. Al centro di questo racconto c’è la spettacolare ascesa vissuta da un giovane uomo sulla via normale Italiana del Cervino aperta da J.A. Carrel nel 1865. A creare un ponte di collegamento tra i documenti e le testimonianze storiche della via alpinistica di 150 anni fa e quella di oggi, alcuni protagonisti d’eccezione accompagnano l’ascesa del protagonista. Il film si è aggiudicato il premio del pubblico al Cervino Cinemountain Film Festival 2015.
La storica collaborazione con il Trento Film Festival si concretizzerà quest’anno con due appuntamenti, il 17 febbraio nella sede CAI di Giaveno e il 31 marzo a San Giorio con l’organizzazione di eventi nel corso dei quali verranno proiettati alcuni dei più bei filmati presentati nel corso dell’ultima edizione, la 64a, del rinomato festival. Il prime mese di programmazione si conclude il 24 febbraio a Venaus insieme al regista e filmaker Luigi Cantore, storico collaboratore del Valsusa Filmfest per il quale cura il concorso Le Alpi ed altri eventi, che presenta il suo docu-film intitolato “La grappa del Forte di Gravere”. Nei restanti appuntamenti il 4 marzo a Villar Dora Marco Camandona presenta “Makalù 2016 – altitudine 8463m”, il 7° ottomila in carriera scalato senza ossigeno salendo la via dei francesi, il  9 marzo a Orbassano il CAI locale e Roberto Mantovani presentano “Indagine sul Monviso”, la grande piramide del sud ovest delle Alpi raccontata nel libro “Monviso l’icona della montagna piemontese” con la proiezione del film “Bartolomeo Peyrot, il primo italiano sul Monviso”,il  10 marzo a Caprie e il 17 marzo a Giaveno Francesco Torre sarà il protagonista dell’evento intitolato “Everest, la vetta del mondo scalata dall’uomo comune”, il  18 Marzo a Villar Dora torna Luigi Cantore che presenta il docu-film “Profumo di resina”tratto dal romanzo di Fabrizio Arietti, il  21 Marzo a Orbassano la sezione del CAI di Orbassano ospita Nico Valsesia, maestro di sci, runner, trailer, ciclista e noto rappresentante italiano di trail running, che presenta il film “Mas alto lisa cóndores” del progetto From zero to Aconcagua e l’anteprima della sua ultima fatica “From Zero to Elbrus”, il  24 marzo a Caprie la guida alpina e maestro di alpinismo Renzo Luzi conduce la serata intitolata “40 anni di alpinismo dalla Valsusa al mondo” e il 7 Aprile a Caprie il Gruppo 71° Parallelo con Giovanni Martinacci, Barbara De Polli e Claudio Palmero, presenta la serata intitolata “Emozione Tibet – Lhasa-Kathmandu in bicicletta”, avventure a pedali con la testa tra le nuvole in Himalaya.

Il programma dettagliato sarà presto consultabile in www.valsusafilmfest.it

L’associazione Gruppo 33 di Condove organizza Cinema in Verticale in collaborazione con Valsusa Filmfest, ‘Trento Film Festival 365’, i CAI di Bussoleno, Giaveno e Orbassano, il Centro Polisportivo ‘La Sosta – Climb Cafè’ di Caprie, La Pro Loco di Condove, l’associazione culturale Moon Live, con il sostegno di SDProget Industrial Software con il patrocinio dei comuni di Caprie, Condove, Giaveno, Orbassano, San Giorio di Susa, Venaus e Villar Dora.

Flic presenta: “Ah, com’è bello l’uomo”

Originale spettacolo di circo contemporaneo in cui un uomo ed una donna attraversano l’evoluzione dell’essere umano nel suo modo di comunicare dandone una lettura tenera e acerba allo stesso tempo.

circo 12Lo “SPAZIO FLIC” è il nuovo luogo della scuola, ricavato  all’interno di un ex hangar industriale nel quartiere Barriera di Milano, allestito con le migliori attrezzature come sala spettacolo e sala allenamento

Lo spettacolo è adatto ad un pubblico dai 12 anni in su

L’intensa stagione di spettacoli della FLIC Scuola di Circo di Torino, oltre a programmare le rassegne “Circo in Pillole”, “Citè” e “Chapiteau FLIC” all’interno del progetto “Prospettiva Circo” sostenuto dal Mibact, propone anche spettacoli di compagnie artistiche esterne, come la prima nazionale di “Ah, com’è bello l’Uomo” della compagnia Zenhir, una creazione di circo contemporaneo fresca ed originale in cui un uomo ed una donna attraversano l’evoluzione della comunicazione dell’essere umano dandone una lettura tenera e acerba allo stesso tempo. La FLIC ha contribuito alla produzione dello spettacolo e ha accolto in residenza la compagnia di cui fa parte il suo ex-allievo Giulio Lanfranco“Ah, com’è bello l’Uomo” viene presentato per la prima volta nella sua versione definitiva nei giorni mercoledì 15 e giovedì 16 febbraio 2017 alle ore 21:00 all’interno dello Spazio FLIC di via Niccolò Paganini 0/200 a Torino, il nuovo spazio della scuola inaugurato nel gennaio del 2016 in un ex hangar industriale del periferico quartiere Barriera di Milano, nato come nuovo spazio di formazione e da questa stagione adibito anche ad accogliente ed  attrezzata sala spettacoli. Lo Spazio è un open space di 700mq, dotato di tutti i confort e di tutte le attrezzature necessarie all’allenamento di numerose discipline (tecniche aeree, trapezio e corda ballant, palo cinese, equilibrismo, ruota tedesca, giocoleria, roue Cyr, verticali, mano a mano), ricavato con tanto lavoro e fatica per gestire al meglio i corsi dei sempre più numerosi allievi ed ora anche per ospitare spettacoli di compagnie esterne, principalmente composte anche da ex-allievi così da continuare ad affiancarli nel loro percorso di crescita professionale, ma non solo.
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Uno studio di “Ah, com’è bello l’Uomo” era stato presentato il 20 novembre scorso al Teatro Concordia di Venaria Reale all’interno della rassegna Concentrica organizzata dal Teatro della Caduta, nel contesto di una serata dedicata al circo contemporaneo ideata in collaborazione con la FLIC.

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Mercoledì 15 e giovedì 16 febbraio 2017  – ore 21:00
Spazio FLIC, via Niccolò Paganini 0/200, Torino. Ingresso unico € 10,00 – ridotto € 5,00 per ragazzi tra i 12 e i 16 anni di età. Prenotazione obbligatoria allo 011530217 o scrivendo a booking@flicscuolacirco.it

www.flicscuolacirco.it

Oggi al Cinema

billy filmLe trame dei film nelle sale di Torino

A cura di Elio Rabbione

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Allied – Un’ombra nascosta – Drammatico. Regia di Robert Zemeckis, con Brad Pitt e Marion Cotillard. Nella Casablanca in pieno conflitto mondiale, già tanto cara a Ingrid Bergman e a Humphrey Bogart, s’incrociano Marianne Beausejour, legata alla resistenza francese e avvenente spia pronta a fare l’occhio dolce al perfido tedesco, e Max Vatan, comandante d’aviazione di origine allied film2canadese e al servizio dell’Intelligence inglese. Avventure e amore tra i due, il trasferimento a Londra, un matrimonio e una bambina partorita sotto i bombardamenti. Ma ad un certo punto della storia iniziano gli indizi e i dubbi e forse non tutto è come sembra. Film perfetto, secondo i sacrosanti canoni dello spionaggio, tensioni e necessità di indagare (anche da parte dello spettatore), il Brad che comincia a far intravedere le rughe e gli anni, la Cotillard magnifica come sua abitudine. Durata 124 minuti. (Massaua, Eliseo Rosso, Lux sala 3, Reposi, Uci)

 

Animali notturni – Drammatico. Regia di Tom Ford, con Amy Adams, Jake Gyllenhaal e Aaron Taylor-Johnson. A Susan, affermata mercante d’arte di Los Angeles, viene un giorno recapitato un pacco, un libro dal contenuto violento che l’ex marito le ha dedicato. Immersa nella lettura che s’accompagna ai ricordi di un loro passato, spinta a riconsiderare le scelte compiute, Susan avverte che un’altra vicenda s’allinea alla sua, dolorosa e crudele, capace di interferire e di sovrapporsi alla sua personale. Taylor-Johnson s’è aggiudicato recentemente il Golden Globe come miglior attore non protagonista. Dall’acclamato regista di “A single man”. Durata 115 minuti. (Classico)

 

Arrival – Fantascienza. Regia di Denis Villeneuve, con Amy Adams e Jeremy Renner. Louise Banks, ARRIVAL FILMlinguista di chiara fama, guida con il fisico Donnelly un gruppo di studiosi per instaurare un linguaggio, attraverso simboli scritti, e un rapporto con gli alieni occupanti di un oggetto misterioso proveniente dall’universo e atterrato nel Montana. Successo a Venezia, la Adams in odore di Oscar: e il regista è uno dei migliori nomi in circolazione nel panorama cinematografico di oggi, qualsiasi generi tocchi (“La donna che canta”, “Prisoners”, “Sicario”, in attesa di “Blade Runner 2049”). Insomma, una garanzia. Durata 116 minuti. (Massaua, F.lli Marx sala Harpo, Ideal, The Space, Uci)

 

A united kingdomL’amore che ha cambiato la storia – Drammatico. Regia di Amma Asante, con David Eyelowo e Rosamund Pike. Già compagno di Nelson Mandela negli studi universitari compiuti a Johannesburg, poi proseguiti in Inghilterra, Seretse Khama, principe del futuro Botswana, incontrò sposò a Londra alcuni anni dopo la fine della guerra Ruth Williams, una donna bianca. In un periodo di dieci anni, dal ’47 al ’57, che vede la perdita dell’India e il Ghana diventare il primo stato indipendente dell’Africa britannica, è facile pensare come questa unione provocasse scandalo, quanto i disegni di un Regno Unito che non voleva inimicarsi un Sudafrica e una Rodhesia segregazionisti e chiaramente le opposizioni interne al giovane pretendente al trono abbiano fatto tutto quanto in loro possesso per far naufragare ogni cosa. Durata 111 minuti. (Romano sala 2, The Space, Uci)

 

battaglia filmLa Battaglia di Hacksaw Ridge – Drammatico. Regia di Mel Gibson, con Andrew Garfield, Sam Worthington e Vince Vaughn. Tornando dopo dieci anni dietro la macchina da presa dall’ultimo “Apocalypto”, Gibson narra la vicenda pacifista di Desmond Doss, cresciuto secondo la fede degli Avventisti del Settimo Giorno, che all’indomani di Pearl Harbor decise di arruolarsi, con il netto rifiutare di imbracciare le armi. Insultato e osteggiato e umiliato fisicamente e moralmente dall’opinione pubblica come dai propri compagni, Doss riuscì sulle scogliere di Okinawa a far prevalere le proprie convinzioni, mettendo in salvo in una sola notte 75 tra i suoi commilitoni. Grandi emozioni, un credo senza se e senza ma, guardando a Hawks e a Kubrick, a Eastwood e a Malick. Sei candidature che guardano agli Oscar, in primo luogo al Garfield già ammirato in “Silence” di Scorsese. Durata 131 minuti. (Ambrosio sala 2, Massaua, Due Giardini sala Ombrerosse, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci anche V.O.)

 

Billy Lynn – Un giorno da eroe – Drammatico. Regia di Ang Lee, con Joe Alwyn, Vin Diesel e billy filmKristen Stewart. Il giovane Billy, tornato da una missione in Iraq dove ha messo in salvo un compagno ferito, è accolto come un vero eroe, osannato da giornali e televisioni nonché dal proprietario della squadra di football che caccia quattrini per i vari festeggiamenti. Alla fine Billy dovrà scegliere del suo futuro, non nascondendosi il fatto che un conto è che gli altri ti chiamino eroe, altra cosa è sentirsi davvero tale. Durata 113 minuti. (Massimo sala 2 anche V.O., Reposi, Uci)

 

Il cittadino illustre – Commedia. Regia di Gaston Duprat e Mariano Cohn, con Oscar Martinez. Daniel Mantovani è uno scrittore, vincitore del Nobel, in piena crisi creativa. Da Barcellona, dove da anni si è stabilito, accettando l’invito che i cittadini di Salas dove lui è nato e cresciuto gli hanno inviato, si reca in Argentina. L’accoglienza è entusiasmante, è anche l’occasione per rivedere il primo amore, tutto sembra trascorrere all’insegna della felicità: poi, poco a poco, prende piede il malumore come pure una strisciante violenza, rinfacciando tutti i cittadini di Salas i peccati giovanili, le aspre critiche che lo scrittore ha rivolto al proprio paese. Uno spunto interessante, uno svolgimento condotto con partecipazione: spiace per la grande povertà della forma, la regia scarna, i luoghi comuni, e il presepe di piccoli personaggi chiusi in macchiette in troppe occasioni. Coppa Volpi veneziana al protagonista (di certo sopravvalutata). Durata 118 minuti. (Classico)

 

Il cliente – Drammatico. Regia di Asghar Farhadi, con Shahab Hosseini e Taraneh Alidoosti. Due coniugi, Emad e Rana, sono costretti a abbandonare il loro appartamento a causa di un cedimento strutturale dell’edificio. Nella ricerca di una nuova abitazione, vengono aiutati da un collega che con loro recita in una messa in scena di “Morte di un commesso viaggiatore” di Miller, un dramma di sogni e di disfacimenti morali e familiari. Nel nuovo alloggio, in precedenza abitato da una donna di dubbia reputazione, Rana subisce un’aggressione: se la donna ne esce duramente colpita non soltanto nel corpo ma soprattutto nello spirito per poi poco a poco quietamente rappacificarsi, da quel momento per Emad inizia una ricerca dell’aggressore, una esplicita vendetta in cui non vuole coinvolgere la polizia. Un capolavoro di ferma scrittura, di analisi, di descrizione dei piccoli, impercettibili fatti quotidiani, delle emozioni positive e negative che possono attraversare l’animo umano. Premiato a Cannes per la miglior sceneggiatura e l’interpretazione maschile. Durata 124 minuti. (Nazionale sala 2)

 

collateral-filmCollateral beauty – Commedia drammatica. Regia di David Frankel, con Will Smith, Helen Mirren, Keira Knightley, Edward Norton e Kate Winslet. Nella New York di oggi, il pubblicitario Howard non riesce ad accettare la morte della sua bambina e tenta di ritrovare un salvifico sfogo nelle lettere che scrive e indirizza ad Amore, Morte e Tempo: gli amici, nella speranza di alleviarne il dolore, altro non fanno che ingaggiare tre attori che, impersonando gli stessi specifici concetti, gli suggeriscano le soluzioni più adatte alla sopravvivenza non troppo infelice. Durata 94 minuti. (Ideal, The Space, Uci)

 

Dopo l’amore – Drammatico. Regia di Joachim Lafosse, con Berenice Bejo e Cédric Kahn. Dopo 15 anni di vita in comune, Marie e Boris si stanno separando. La casa dove vivono con le loro due bambine è stata acquistata da lei, ma è lui che l’ha interamente ristrutturata. Sono costretti alla convivenza, dal momento che Boris non può permettersi un’altra sistemazione. E quando arriva la resa dei conti, nessuno dei due è disposto a mediare sul contributo che ritiene di aver dato alla vita coniugale. Durata 100 minuti. (F.lli Marx sala Chico)

 

Fallen – Fantasy. Regia di Scott Hicks, con Addison Timlin, Harrison Gilbertson e Jeremy Irvine. La diciassettenne Lucinda è accusata di un crimine che non ha commesso e per questo è rinchiusa in riformatorio. Qui incontra due giovani mentre inizia ad avere strane visioni che le faranno scoprire il suo passato e la vera natura dei due ragazzi. Durata 91 minuti. (Massaua, The Space, Uci)

 

Florence – Commedia. Regia di Stephen Frears, con Meryl Streep e Hugh Grant. Nella New York florence1-filmanni Quaranta, la storia vera di Florence Foster Jenkins, del suo appartenere all’altoborghesia americana, delle sue ricchezze, della sua passione per il bel canto. Ma la signora era alquanto stonata: tuttavia gli amici fidati presenziavano ai suoi concerti in stato di estasi, i critici venivano zittiti dal marito-manager. L’apoteosi avvenne al Carnagie Hall, con un pubblico in visibilio. Sguardo del cinema hollywoodiano su un personaggio toccato con (ben altra) grazia e humour da quello francese, con “Marguerite”, nella scorsa stagione. Dal regista di “Philomena” e “The Queen”. Prodotto di tutto rispetto, con qualche pennellata di limpido divertimento, gradevole nella descrizione di una società immersa nei tanti vizi e nelle piccole virtù: ma ogni cosa sembra essere presentata e detta sopra le righe, a cominciare dall’interpretazione della Streep, per una volta priva di certe minime sfaccettature che l’hanno sempre resa grande, donna affetta senza mezze misure da protagonismo, macchietta a tutto tondo, folle ed eccessivamente sognatrice. Se dovessimo scegliere la punta di diamante dell’intero film indicheremmo senz’altro il ritrattino del suo accompagnatore al pianoforte, l’eccellente, sbalordito e divertito Simon Helberg, dimenticato dalla cinquina degli Oscar. Durata 111 minuti. (Greenwich sala 3)

 

Ho amici in paradiso – Commedia. Regia di Fabrizio Maria Cortese, con Fabrizio Ferracane, Valentina Cervi e Antonio Catania. Ambientato e girato presso il centro di riabilitazione per portatori di handicap dell’opera don Guanella di Roma, è la storia di Felice, commercialista salentino, che preso a riciclare denaro della malavita è affidato ai servizi in cambio di notizie sul boss locale. Troverà un sacerdote e la giovane psicologa del centro che lo aiuteranno a superare la sua nuova realtà. Ma la vendetta del malavitoso può essere un nuovo pericolo. Durata 95 minuti. (Uci)

 

La La Land – Musical. Regia di Damien Chazelle, con Ryan Gosling e Emma Stone. La storia di due lala film 2ragazzi in cerca di sogni realizzati e di successo, lui, Sebastian, è un pianista jazz, lei, Mia, un’aspirante attrice che continua a fare provini. Si incontrano nella Mecca del Cinema e si innamorano. Musica e canzoni, uno sguardo al passato, al cinema di Stanley Donen e Vincent Minnelli senza tener fuori il francese Jacques Demy, troppo presto dimenticato. E’ già stato un grande successo ai Globe, sette nomination sette premi, due canzoni indimenticabili e due attori in stato di grazia, e adesso c’è la grande corsa agli Oscar, dove la storia fortemente voluta e inseguita dall’autore di “Whiplash” rischia di sbaragliare alla grande torri gli avversari: 14 candidature. Durata128 minuti. (Ambrosio sala 1, Centrale (V.O.), Due Giardini sala Nirvana, Eliseo Blu, F.lli Marx sala Groucho e Harpo anche V.O., Massimo sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

Life, animated – Drammatico. Regia di Roger Ross Williams, con Ron e Owen Suskind. All’origine è un libro che ripercorre i fatti, le ansie, i dolori, i miglioramenti di una malattia, pubblicato negli Stati Uniti tre anni fa. Ron è un giornalista del Wall Street Journal, sposato, due figli. Felice. Un giorno, all’età di tre anni, il secondogenito Owen cessa all’improvviso di parlare. È autistico. Ci vorrà del tempo perché il bambino riprenda a riformare parole e frasi, questo grazie ai personaggi dei cartoni della Disney e ai loro dialoghi, in primis grazie a Iago, il pappagallo di Iafar di “Aladin”, e poi ad altri con cui un giorno Ron tentò di ricostruire un suono. Durata 92 minuti. (F.lli Marx sala Chico, da venerdì 3 febbraio)

 

lion2-filmLion – La strada verso casa – Drammatico. Regia di Garth Davis, con Dev Patel, Rooney Mara e Nicole Kidman. Il piccolo Saroo, disubbidendo alla madre e cercando di seguire il fratello più grande, si addormenta su di un treno, nel buio della notte, e si ritrova a Calcutta, solo e incapace di spiegare da dove venga e quel che gli è successo. L’adozione da parte di una coppia australiana gli risparmia l’orfanotrofio: ma una volta arrivati i venticinque anni, il desiderio di rintracciare la sua vera famiglia lo condurrà ad una lunga ricerca. Tratto da una storia vera. Durata 120 minuti. (Eliseo Rosso, Romano sala 1)

 

Oceania – Animazione. Regia di John Musker e Ron Clements. Coraggiosa, femminista che la metà basta, non certo alla ricerca del principe azzurro, la principessa Vaiana sogna di poter andare ben oltre la barriera corallina per avventurarsi nell’oceano. La sua prima sfida è salvare il suo popolo dalle malefatte del vanitosissime semidio Maui che per avere un giorno rubato il cuore di una dea rischia ora di portare quel paradiso terrestre all’aridità. Ma l’eroina è pronta combattere e a vincere. Durata 127 minuti. (Massaua, Uci)

 

L’ora legale – Commedia. Interpretazione e regia di Ficarra e Picone, con Leo Gullotta e Tony Sperandeo. Votazioni per l’elezione del sindaco a Pietrammare. Ma le cose vanno davvero male seORA LEGALE FILM quello in carica è maneggione e colluso e quello candidato i comizi li pronuncia al grido di “Onestà, onestà”. Persino il parroco, prima convinto di un cambiamento radicale, diviene avversario senza se e senza ma quando il vincitore gli impone di pagare l’IMU sulla chiesa che lui ha trasformato in albergo. Durata 90 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Proprio lui? – Commedia. Regia di John Hamburg, con James Franco e Bryan Cranston. I guai arrivano quando Ned, padre iperprotettivo, fa visita alla figlia a Stanford e conosce il giovane fidanzato Laird: miliardario della Silicon Valley, con ogni migliore intenzione ma fuori dalle regole, sboccato, contrario a qualsiasi educazione. È chiaro che il vecchio genitore faccia di tutto per mandare a monte il matrimonio. Durata 111 minuti. (Ideal, Reposi, Uci)

 

Qua la zampa! – Commedia. Regia di Lasse Hallstrom, con Dennis Quaid. Tratto dal romanzo di W. Bruce Cameron “Dalla parte di Bailey”, il mondo e gli umani visti dall’universo canino, ovvero attraverso una serie di reincarnazione un cane viene in contatto con più persone riuscendo a migliorare il loro sguardo sulla vita. Nell’edizione sui nostri schermi la voce del simpatico amico dell’uomo è di Gerry Scotti. Durata 120 minuti. (Massaua, The Space, Uci)

 

Riparare i viventi – Drammatico. Regia di Katell Quillévéré, con Tahar Rahim, Anne Dorval e Emmanuelle Seigner. Mentre un ragazzo di diciassette anni, surfista, è vittima di un grave incidente e viene ricoverato nell’ospedale di Le Havre, la sua vita legata a un respiratore, a Parigi Claire è in attesa di un trapianto di cuore. La vita di un ospedale, le vite in bilico, i timori e le speranze, le angosce di due genitori, un infermiere che sembra legare le differenti storie. Tratto dal romanzo omonimo di Maylid de Kerangal. Durata 103 minuti. (Romano sala 3)

 

Silence – Drammatico. Regia di Martin Scorsese, con Andrew Garfield, Adam Driver e Liam Neeson. Ambientato nella prima metà del XVII secolo. Due giovani sacerdoti gesuiti, padre Rodrigues e padresilence1 Garrupe, si recano nel lontano Giappone per svolgere opera di evangelizzazione e alla ricerca di chi li ha istruiti e guidati, il padre Ferreira. Incontrano una terra dove i cristiani sono perseguitati, costretti ad abiurare la propria fede o a subire il martirio. I dubbi, le certezze che cominciano a non essere più tali, la presenza/assenza di un Dio che non interviene o non cancella il Male, la solitudine: al termine, un ritrovato padre Ferreira che già s’è allontanato dalla Chiesa troverà un fertile terreno nelle debolezze di Rodrigues, che più di tutti ha lottato e creduto nel proprio apostolato. Durata 161 minuti. (Romano sala 3)

 

Sing – Animazione. Regia di Garth Jennings. Una esausta porcellina, madre di 25 maialini, un gorilla, un topo, un timidissimo elefante, tutti partecipano ad un debuttanti allo sbaraglio, un nostrano X Factor per intenderci, messo in piedi dal koala Buster Moon al fine di mettere in salvo dal fallimento il proprio teatro. Durata 110 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)

 

sleeplessSleepless – Il giustiziere – Trhiller. Regia di Baran Ob Odar, con Jamie Foxx e Michelle Monaghan. Vincent Downs, poliziotto sotto copertura a Las Vegas, è coinvolto nella sparizione di una partita di droga ai danni del proprietario di uno dei tanti casinò. Il quale per accelerare decisioni e tempi gli rapisce il figlio mentre un’agente degli Affari Interni è convinta che il nostro protagonista stia facendo il doppio gioco. Rifacimento del franco-belga “Notte bianca” firmato bel 2011 da Frédéric Jardin. Durata 95 minuti. (Greenwich sala 3, Ideal, The Space, Uci)

 

Smetto quando voglio – Masterclass – Commedia. Regia di Sidney Sibilia, con Edoardo Leo, Lorenzo Lavia, Valeria Solarino e Pietro Sermonti. Seconda puntata per le avventure della banda di smetto quandoprecari universitari volti per necessità alla produzione della droga. In attesa di una terza già messa in cantiere a furor di popolo, per adesso il gruppo di antropologi, latinisti, archeologi, chimici e quant’altro stringe un patto con una ispettrice di polizia al fine di stroncare il traffico di smart drug, non ancora illegali e non ancora perseguibili. Durata 118 minuti. (Massaua, Eliseo Grande, Greenwich sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

Split – Thriller. Regia di M. Night Shyamalan, con James McAvoy. La storia di Kevin, uno psicopatico che unisce in sé 23 diverse personalità, che si alternano nella mente e nel corpo, in cura da una psicologa che non ha compreso come in lui stia sempre più prendendo importanza la ventiquattresima, la Bestia, la più pericolosa, che tende a sovrastare ogni altra. Un giorno Kevin rapisce tre ragazze. L’autore del “Sesto senso” e di “The village” gioca con i differenti generi, dal thriller al soprannaturale, dal dramma psicologico allo studio medico, non dimenticando Lynch o il viso e la risata del Nicholson di “Shining”. Durata 116 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

Sully – Drammatico. Regia di Clint Eastwood, con Tom Hanks, Aaron Eckart e Laura Linney. Ovvero sullyla storia dell’eroe Sullenberger, che il 15 gennaio 2009 portò in salvo, alla guida del suo aereo, 155 passeggeri, facendolo ammarare nelle acque del fiume Hudson. Un’opera raccontata da Eastwood con una lucidità davvero geniale, essenziale, precisa nella descrizione dei fatti e dei sentimenti contrastanti del protagonista, un Tom Hanks partecipe e immedesimato come raramente lo ricordiamo, la sua sicurezza e la sua battaglia contro chi lo riderebbe un incompetente, lo sguardo sui giudici e la replica a quelle simulazioni di volo che, nel processo cui fu sottoposto Sully con il suo copilota, non tenevano assolutamente conto del fattore umano, di una decisione che andava presa nel giro di una manciata di minuti: ad ogni inquadratura facendo partecipare lo spettatore, ad ogni attimo della vicenda – le notti nella stanza d’albergo, le telefonate a casa alla moglie, i dubbi, i timori, la felicità tutta chiusa dentro nell’apprendere che tutti quei passeggeri sono sani e salvi, nessuno escluso – che pur ha, a quasi otto anni dal suo sviluppo, un esito conosciuto. Durata 95 minuti. (Romano sala 3)

 

The Founder – Commedia. Regia di John Lee Hancock, con Michael Keaton e Laura Dern. Con un film founderpassato di commesso viaggiatore di scarso successo, nel 1954, di fronte alla ristretta attività dei fratelli Dick e Mac McDonald a San Bernardino in California, un povero chiosco di hamburger confezionatore di spuntini veloci per altrettanto pubblico frettoloso e dal poco spendere, il signor Ray Kroc pensa di allargare, in qualità di socio, l’attività dei pionieri su scala nazionale. Sappiamo tutti com’è andata a finire, successo successo successo, unendo artigianato e voglia di sperimentazione unita a una fragorosa mania di grandezza. Un avventura americana, una sfida e il sogno sempre ricercato, un’altra bella prova per il resuscitato Keaton, già pedina vincente di titoli quali “Birdman” e “Il caso Spotlight”. Durata 115 minuti. (Ambrosio sala 3, Uci)

 

xXx – Il ritorno di Xander Cage – Azione. Regia di D.J. Caruso, con Vin Diesel, Toni Collette e Samuel L. Jackson. Xander, dato per morto in un incidente, in realtà è più vivo che mai, pronto a recuperare il “Vaso di Pandora” che fa pure gola al suo nemico Xiang. Per gli appassionati di dei muscoli di Diesel e del suo faccione sempre un po’ a corto di espressioni accettabili. Durata 110. (The Space, Uci)

E’ morto Predrag Matvejević, grande intellettuale mediterraneo

mediterraneo2Predrag Matvejević, uno dei più lucidi e acuti intellettuali europei, è morto a Zagabria.Aveva 84 anni. Nato a Mostar – da padre russo di Odessa e madre croata –  quando la città del ponte sulla Neretva faceva parte della Jugoslavia (oggi è il centro più importante dell’Erzegovina), ha vissuto per quindici anni in Italia dove ha insegnato Slavistica alla Sapienza di Roma dal 1994 al 2007. Prima ancora era stato docente di Letteratura francese all’Università di Zagabria e di Letterature comparate alla Nuova Sorbona di Parigi.Il suo libro più famoso – “Breviario mediterraneo” –  è come una finestra spalancata sul “mare nostrum”, sui moli e le banchine, le sagome delle chiese e l’architettura delle case, i fari delle coste e gli itinerari delle carte nautiche. Parla del Mediterraneo non come un mare “ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre”.  Matvejević , tra i più grandi scrittori e saggisti balcanici, oltre a scrivere pagine memorabili, si è sempre battuto per la pace e il dialogo tra i popoli, in difesa matvejevichdei diritti umani. E ha duramente pagato le sue scelte di libertà, senza mai rinunciarvi. Tra le sue opere più importanti vanno ricordate anche “Sarajevo”,”Mondo Ex”, “Il Mediterraneo e l’Europa”, “Confini e frontiere”, “L’altra Venezia”,”Un’Europa maledetta”, “Pane nostro”. Amava molto Mostar e nelle occasioni in cui ho avuto l’opportunità di conversare con lui, il dialogo toccava spesso la città dov’era nato. Ma è dal suo libro più famoso che ci rimarrà il matvejevic3suo ricordo più vivo e potente. Da quelle pagine dove esce l’odore del mare, si percepiscono onde e risacche, si studiamo le rose dei venti della Grecia che accarezzano le “isole dalmate, verdi come smeraldi”; e le ceramiche, gli ex voto, il vino e l’olio, le preghiere della sera e i nomi delle strade e degli angiporti, l’avventuroso viaggio di parole capaci di trasformarsi da un popolo all’altro nel tumulto delle civiltà. Il Mediterraneo di Predrag Matvejević è sempre stato anche il mare delle tempeste dei conflitti, dei viaggi dei migranti in fuga da guerre e miseria, ma soprattutto il mare delle culture che si sono incontrate e si sono sovrapposte tra loro come un groviglio e una mescolanza di dialetti. Sarà pur vero che è chiuso tra le sue coste, ma forse è davvero “il mare più ricco e più libero del mondo”. E questa consapevolezza la si deve anche a lui.

 

Marco Travaglini

Da Torino a Roma, la “lezione recitata” su Vittorio Foa

gobetti foaGiovedì 9 febbraio 2017 alle h 18.00, con ingresso libero e gratuito, presso la Casa della Memoria e della Storia (Via San Francesco di Sales, 5 Roma), va in scena la lezione recitata “Vittorio Foa. Pensare il mondo con curiosità”. Il testo, dello storico Leonardo Casalino (Professeur des universités en études italiennes à l’Université Grenoble Alpes), è interpretato da Marco Gobetti, attore dell’omonima compagnia. Al dibattito che seguirà interverranno Anna e Bettina Foa. La lezione recitata debuttò a Torino nel 2014, nell’ambito del progetto “Lezioni Recitate”. Questo progetto, del tutto originale, nato nel 2011 e promosso dal Consiglio regionale del Piemonte attraverso il suo Comitato Resistenza e Costituzione, è stato gobetti librorealizzato dall’Ass. cult. Compagnia Marco Gobetti in collaborazione con Centro studi Piero Gobetti, Unione culturale Franco Antonicelli, Parco Paleontologico Astigiano e Polo Univeristario Asti Studi Superiori. I primi testi scritti per il progetto Lezioni Recitate sono pubblicati nel volume “Lezioni recitabili” di Leonardo Casalino, a cura di Gabriela Cavaglià e Marco Gobetti (Torino, Edizioni SEB27, 2012 ). Vittorio Foa (1910-2008) è stato un protagonista della storia del Novecento. La lezione proposta ricostruisce le fasi più gobetti 12importanti della sua vita: la formazione a Torino, la cospirazione in Giustizia e Libertà, la lunga carcerazione, la partecipazione alla Resistenza e alla Costituente, l’attività come sindacalista e come uomo politico, sino all’intensa opera di scrittura degli ultimi vent’anni. Filo conduttore della lezione su Vittorio Foa sono proprio i suoi testi e le sue azioni: punto di arrivo e di partenza i suoi inviti a pensare tenendo conto delle differenze, a trasformare gli ostacoli in opportunità, a “conoscere le cose” ma anche “il modo di raccontarle”: a porsi il problema della trasmissione della conoscenza. In sintesi, la proposta di una memoria attiva, necessaria per capire il presente e costruire il futuro.

 

Marco Travaglini